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Universitas Mercatorum

Serena Gennaro

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semiotics communication cultural studies social science

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These notes describe the semiotics and its different aspects. This document is a course material for students in the field of communication studies at the Università Mercatorum.

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Serena Gennaro - La semiotica Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n....

Serena Gennaro - La semiotica Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 8 Serena Gennaro - La semiotica Indice 1 COSA È LA SEMIOTICA....................................................................................................................................... 3 2 LA SEMIOTICA COME CAMPO DISCIPLINARE..................................................................................................... 4 3 SEMIOTICA GENERALE E APPLICATA.................................................................................................................. 6 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................. 8 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 8 Serena Gennaro - La semiotica 1 Cosa è la semiotica Lorem Il termine semiotica indica una riflessione sistematica sui segni, le leggi che li regolano, i loro usi nella comunicazione. Lo studio della semiotica implica la definizione delle caratteristiche e del campo di azione di questa disciplina. La semiotica si occupa allora di come un testo acquisti significato per gli individui, laddove per testo intendiamo qualsiasi oggetto un soggetto voglia sottoporre ad ipotesi interpretative. Il testo ha un significato proprio, ma può attivarne, negli individui, diversi altri, a seconda delle competenze, conoscenze e contesto nel quale si inserisce. È infatti necessario tener conto delle variabili socioculturali e del contesto nel quale un testo è inserito e viene fruito dal suo pubblico. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 8 Serena Gennaro - La semiotica 2 La semiotica come campo disciplinare La semiotica è quella disciplina - o meglio un campo disciplinare, per usare le parole di Umberto Eco, «un dipartimento in cui possono convergere vari approcci disciplinari, talvolta in contrasto, talvolta in una qualche sinergia» (Eco, 2006) - che cerca «le condizioni generali della significazione» tanto che «da un punto di vista semiotico (…) non è comprensibile ogni possibile scambio significante se non sullo sfondo di una serie di competenze comuni che io chiamo enciclopedia. Enciclopedia è l’insieme di tutto quello che la gente sa e dice, anche se falso.» Se per enciclopedia, Eco intende dunque quel patrimonio comune condiviso di saperi in un dato contesto culturale comune a un gruppo di individui, nel Trattato di semiotica generale del 1975 ci ricorda come: Questa disciplina studia le forme attraverso cui le diverse culture costruiscono il senso tramite i diversi testi. La semiotica analizza i testi e i loro meccanismi di funzionamento e decodifica da parte degli individui, le strategie di costituzione e dissoluzione della memoria di una cultura comune e le stratificazioni e le trasformazioni dell’identità collettiva attraverso i testi mediali. Il testo è una qualsiasi configurazione di senso – che sia un libro, un film, una canzone, un fumetto, una ricetta, un racconto, un evento, un balletto, una serie televisiva - che si rende Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 8 Serena Gennaro - La semiotica percepibile mediante una o più sostanze dell’espressione: linguistiche, visive, gestuali, spaziali, corporee, sonore. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 8 Serena Gennaro - La semiotica 3 Semiotica generale e applicata La semiotica può essere generale o specifica. Per Cosenza, (2004) la semiotica generale è: «una riflessione di carattere teorico-filosofico, che pone concetti e costrutti teorici per rendere ragione di fenomeni di significazione e comunicazione apparentemente disparati.» Le semiotiche applicate cercano invece di descrivere le regole che governano particolari sistemi di segni e su questa base cercano di prevedere i comportamenti delle persone che usano quei particolari sistemi di segni. Sono semiotiche applicate la semiotica della pittura, del fumetto, della televisione, della musica, del cinema, del teatro, della pubblicità, della moda. Anche la semiotica dei nuovi media è una semiotica applicata che studia i nuovi media trattandoli come testi. L’analisi semiotica di un testo è allora una operazione di smontaggio, finalizzata a scomporre il testo in elementi sempre più piccoli e anche più generali, al fine di trovare regole generali che rendano conto anche di molti altri testi. Il senso di un testo rimanda sempre sia agli altri testi che questo contiene e dai quali dipende il significato che il testo stesso acquisisce per chi lo fruisce. Il testo ha due caratteristiche fondamentali: l’intertestualità e il sincretismo. Se per intertestualità si intende allora il rimando, dentro al testo, ad altri testi, per sincretismo si intende l’utilizzo, da parte dei testi stessi, di sostanze dell’espressione di diverso tipo (parole, immagini, suoni) per esprimere i propri significati. Torna allora utile rileggere questo passaggio di Barthes a proposito dell’intertestualità: “Ogni testo è un intertesto; altri testi sono presenti in esso, a livelli variabili, sotto forme più o meno riconoscibili; i testi della cultura precedente e quelli della cultura circostante; ogni testo è un tessuto di vecchie citazioni. Passano nel testo, ridistribuiti in esso, frammenti di codici, formule, modelli ritmici, frammenti di linguaggi sociali. (…) L’intertestualità, condizione di ogni testo, qualunque sia, non si riduce evidentemente a un problema di fonti o influenze; l’intertesto è un Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 8 Serena Gennaro - La semiotica campo generale di formule anonime, la cui origine è raramente localizzabile, di citazioni inconsce o automatiche.” (Barthes 1998, p. 235). Se pensiamo ai testi delle canzoni, ai testi pubblicitari, ai testi teatrali, si comprende come il significato e la decodifica che ciascun individuo può dare dello stesso testo varia sulla base di molti fattori. Eco introduce il concetto di “mondi possibili”. Questi “mondi possibili” sono possibili sviluppi del testo immaginati dal lettore e sono il risultato di un’interrelazione fra le condizioni proposte dal testo e le riflessioni e aspettative soggettive del lettore. Per Eco, (1979): «un mondo possibile può essere visto anche come un corso di eventi. Siccome questo corso di eventi non è attuale, ma appunto possibile, esso deve dipendere dagli atteggiamenti proposizionali di qualcuno che lo afferma, lo crede, lo sogna, lo desidera, lo prevede». Le inferenze del lettore rispetto al testo sono dunque sempre regolate su base culturale, e sono intrecci. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 8 Serena Gennaro - La semiotica Bibliografia R. Barthes, Scritti. Società, testo, comunicazione, Einaudi,1998 U. Eco, Lector in fabula, La nave di Teseo, 1979, U. Eco, Trattato di semiotica generale, La nave di Teseo, 1975 U. Eco, A passo di gambero. Guerre calde e populismo mediatico, Bompiani, 2006 G. Cosenza, Semiotica dei nuovi media, Laterza, 2004 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 8 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole Indice 1 IL COURS DE LINGUISTIQUE GENERALE.............................................................................................................. 3 2 PAROLE E LANGUE............................................................................................................................................. 5 3 LE FONIE............................................................................................................................................................ 7 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................10 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole 1 Il Cours de linguistique générale Ferdinand de Saussure nasce a Ginevra il 26 novembre del 1857. L’autore non compone un testo che organizzi e riporti la sua teoria generale del linguaggio, ma dopo la sua morte, due suoi allievi, Charles Bally e Albert Sechehaye, raccolgono le sue note manoscritte inedite e costruiscono il Cours de linguistique générale. Il Cours viene tradotto in italiano nel 1967 per Laterza con introduzione, traduzione e note di commento di Tullio De Mauro. La dottrina dell’autore nasce dall’insoddisfazione nei confronti della linguistica ottocentesca, giudicata inadeguata perché non ha riflettuto a sufficienza sul suo oggetto di studio. De Saussure ragiona su quale debba essere l’oggetto di studio della linguistica. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole La questione circa l’oggetto di studio è complessa, tanto che se ragioniamo sulla parola stiamo contemporaneamente pensando agli aspetti acustici e della produzione vocalica, alla corrispondenza tra suono e l’idea alla quale rimanda, agli aspetti individuali e a quelli sociali e agli aspetti permanenti della parola o sugli aspetti in evoluzione. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole 2 Parole e langue De Saussure propone una dicotomia formata dal concetto di parole e da quello di langue. In particolare, la parole è la realizzazione del segno linguistico e costituisce un atto individuale di espressione da parte del singolo; La langue, è invece un sapere collettivo e sociale condiviso dagli individui che appartengono ad una comunità e permette di creare e capire gli atti di parole prodotti dai suoi individui. L’esecuzione di un termine linguistico è un atto di parole ed è individuale. La comprensione del termine è data dalla competenza condivisa e collettiva che assicura il funzionamento della comunicazione. La parole è la realizzazione individuale di un segno da parte dell’individuo; la langue è il sapere collettivo insito nel linguaggio, «è l’insieme delle abitudini linguistiche che permettono a un soggetto di comprendere e di farsi comprendere” (Corso di linguistica generale, p. 95)». Una collettività di individui condivide il linguaggio e ancora gli stessi significanti agli stessi significati. Come ricorda de Saussure: «la lingua non è completa in nessun singolo individuo, ma esiste perfettamente soltanto nella massa” (Corso di linguistica generale, p. 23).» La parole è l’espressione fonetica che l’individuo realizza e che collega una fonia a un senso, mentre la langue è l’aspetto sociale, collettivo del linguaggio, che consente alle persone di capirsi attraverso i significati condivisi da tutti. L’oggetto di studio della linguistica, secondo de Saussure, deve essere la langue e solo secondariamente la parole. Alla luce della dicotomia tra parole e langue, si può pensare a due differenti discipline: una linguistica della langue e a una linguistica della parole: Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole “L’una, essenziale, ha per oggetto la lingua, che nella sua essenza è sociale e indipendente dall’individuo […] l’altra, secondaria, ha per oggetto la parte individuale del linguaggio, vale a dire la parole, ivi compresa la fonazione” (Corso di linguistica generale, p. 29). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole 3 Le fonie Secondo Prampolini (2013, p. 42) nel primo processo «A pronuncia (B sente) delle sequenze di suoni che, nella terminologia saussuriana, sono denominate fonazioni o fonie. Stiamo parlando di suoni, quindi di eventi fisici che possono essere individuati studiati e misurati con l’acustica.», mentre nel secondo processo: «A trasmette suoni che stanno per (equivalgono a) pensieri, per descrizioni di cose o di stati di cose, per stati di esperienza acquisiti dalla memoria, per associazioni psichiche che nella terminologia saussuriana sono denominati significazioni o sensi.». Come spiegato da de Saussure: Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole Come proposto da Traini (2013, p.20) «Le fonie sono eventi fisici percepibili; i sensi, evidentemente, non lo sono affatto.» Se «una fonia può corrispondere a diversi sensi, un senso può essere espresso da diverse fonie, e soprattutto non c’è nessun rapporto di necessità tra specifiche fonie e specifici sensi.» Quando un individuo si esprime tramite una fonia, (atto fonatorio) ha già in mente un modello, uno schema astratto che nella teoria saussuriana viene definito significante. Il significante è un modello, uno schema, un’entità astratta. L’individuo ha costruito questo modello (significante) attraverso l’educazione e l’addestramento ricevuto nella comunità nella quale è cresciuto e questo modello gli è stato trasmesso dalla comunità culturale e linguistica alla quale appartiene. Il significante è dunque un modello collettivo. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole Come suggerito da Prampolini nello schema di sintesi seguente (2013, p.52): Anche per i sensi parliamo di modelli astratti e collettivi che servono a collegare le possibili varianti concrete dei sensi stessi. Questi schemi astratti sono definiti da de Saussure concetti (o significati), e anche in questo caso parliamo di schemi e modelli collettivi. Fonie e sensi, in quanto atti linguistici concreti rientrano nella categoria della parole. I significanti, come classi di fonazioni, e i significati, come classi di sensi, rientrano nella categoria della langue. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: langue e parole Bibliografia F. De Saussure, Corso di linguistica generale, introduzione, traduzione e commento di Tullio De Mauro, Laterza, Roma-Bari, 1967 M. Prampolini, Ferdinand de Saussure, Carocci, Roma, 2013 S. Traini, Le basi della semiotica, Bompiani, 2013 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 10 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia Indice 1 SIGNIFICANTE E SIGNIFICATO............................................................................................................................ 3 2 IL SEGNO........................................................................................................................................................... 4 3 L’ARBITRARIETÀ................................................................................................................................................ 7 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................. 9 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia 1 Significante e significato Il segno linguistico unisce un concetto e un’immagine acustica. L’immagine acustica non è il suono prodotto dall’individuo mentre pronuncia una parola, ma è la rappresentazione astratta, la traccia psichica astratta del suono emesso. Pensiamo, per esempio, alla possibilità di cantare mentalmente una canzone, senza produrre alcun suono: la traccia psichica che ci permette di cantare quella canzone è presente nella nostra azione anche se non la compiamo a voce alta. Saussure propone di definire come significato il concetto espresso e significante l’immagine acustica utilizzata per esprimerlo. Il segno è così definibile come l’unione di un significante e di un significato. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia 2 Il segno Il segno è l’unione tra significante e significato ed è caratterizzato da due princìpi: il principio di arbitrarietà del segno e il carattere lineare del significante. Il legame tra significante e significato, secondo Saussure, è arbitrario, ovvero non ha una relazione di necessità. La stessa parola potrebbe essere espressa attraverso una qualunque altra sequenza di suoni, tanto che le diverse lingue chiamano in modi diversi gli stessi oggetti. Quando in italiano parliamo di albero, ci riferiamo allo stesso tree al quale si riferirebbe un individuo inglese. Non c’è un legame naturale tra significante e significato. La lingua ha un profondo carattere sociale e storico e la sua evoluzione dipende sia dal tempo che trascorre e ne permette l’evoluzione e l’integrazione che dagli individui che la praticano, qui identificata con il termine di “massa parlante”. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia Come suggerito da Saussure nel suo Cours de linguistique générale, p. 25: «La lingua è un sistema di segni esprimenti delle idee e, pertanto, è confrontabile con la scrittura, l’alfabeto dei sordomuti, i riti simbolici, le forme di cortesia, i segnali militari, ecc. Essa è semplicemente il più importante di tali sistemi.». La semiologia è allora identificabile come “scienza generale dei segni” che studia i diversi sistemi di segni. Questi segni non devono naturalmente essere necessariamente scritti, come le lingue, ma anche riti, costumi, alfabeti e tutte quelle manifestazioni che siano legate alla cultura degli individui e delle popolazioni. Come già suggerito da Saussure a questo proposito, infatti, sostiene l’importanza di considerare la vita culturale e sociale degli individui e il peso delle loro interrelazioni per meglio comprendere i segni che vengono utilizzati nel sistema linguistico delle persone: Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia Sussure delinea così il passaggio dalla linguistica alla semiotica, sottolineando l’importanza di una vera e propria “scienza dei segni (…) più ampia della linguistica” che possa ricomprendere nel proprio campo di studio e considerare anche segni diversi da quelli tradizionalmente considerati dalla linguistica ottocentesca. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia 3 L’arbitrarietà Affermare che il segno è arbitrario non significa dire che un individuo può scegliere liberamente i significanti, ma che significante e significato non sono legati da una relazione di necessità. Anche se secondo Saussure le onomatopee e le esclamazioni sembrerebbero mettere in dubbio il principio di arbitrarietà, l’autore nota come anche questi due costrutti linguistici siano il risultato di scelte convenzionali e culturali; pensiamo per esempio al suon onomatopeico dei versi degli animali. Per quanto apparentemente simili, anche questi vengono riprodotti attraverso significanti differenti nelle diverse lingue. Secondo Saussure (Corso di linguistica generale, p.88): “Il significante, essendo di natura auditiva, si svolge soltanto nel tempo ed ha i caratteri che trae dal tempo: a) rappresenta una estensione, e b) tale estensione è misurabile in una sola dimensione: è una linea”. Le parole pronunciate o scritte dagli individui hanno, nel loro susseguirsi, una linea temporale data e le parti che li compongono sono collegati in modo consequenziale, uno dopo l’altro in una linea temporale data che corrisponde all’organizzazione, per esempio, di un discorso. L’arbitrarietà del sistema linguistico consente agli individui di scegliere significanti diversi per veicolare i significati. Questo fattore potrebbe, in linea teorica, causare una elevata mutabilità delle lingue, proprio per la libertà degli individui di scegliere di esprimere i concetti attraverso parole diverse. In realtà le lingue hanno un forte carattere di immutabilità e si modificano molto lentamente; questa dinamica è causata principalmente da quattro fattori: Il primo è legato al fatto che l’arbitrarietà, pur rendendo possibile il cambiamento, in realtà mette al riparo la lingua proprio da ogni tentativo di modificarla. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia Il secondo riguarda i segni linguistici che compongono una lingua: essendo i segni moltissimi, come quantità, è molto difficile modificare un intero sistema linguistico, mentre è a volte possibile modificare, in un tempo molto lungo, alcune parole, che, nascendo come parole relegate a campi specifici, diventano pian piano di uso comune. Il terzo fattore considera il fatto che la lingua è un sistema complesso e che gli individui stessi che quotidianamente la utilizzano non sono consci della complessità del sistema che usano; sarebbe, secondo Saussure, questa inconsapevolezza a far sì che il sistema linguistico si conservi uguale a sé stesso nel tempo. L’ultimo fattore riguarda proprio la quotidianità nell’uso della lingua: un utilizzo costante fa sì che questa si conservi, mettendola al riparo dai mutamenti. Il fatto che la lingua venga utilizzata ogni giorno da intere popolazioni è dunque il più importante fattore di conservazione. Per comprendere meglio questo passaggio, pensiamo alle lingue parlate da popolazioni che stanno man mano sparendo – come alcune tribù dell’Amazzonia, per fare un esempio - e a quanto, in assenza di queste, sarà sempre più difficile conservare la ricchezza – e la trazione – legata ai loro sistemi linguistici. La lingua è allora il risultato di stratificazioni di epoche precedenti e rappresenta sempre un’eredità dell’epoca precedente. In un tempo molto lungo, naturalmente le lingue si evolvono e vengono introdotti nuovi vocaboli e modi di dire: rimangono dunque naturalmente margini di mutabilità. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la semiologia Bibliografia S. Traini, Le basi della semiotica, Bompiani, 2013 M. Prampolini, Ferdinand de Saussure, Carocci, Roma, 2013 F. De Saussure, Corso di linguistica generale, introduzione, traduzione e commento di Tullio De Mauro, Laterza, Roma-Bari, 1967 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 9 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori Indice 1 SIMULTANEITÀ E SUCCESSIONI.......................................................................................................................... 3 2 ARBITRARIETÀ VERTICALE E ORIZZONTALE........................................................................................................ 7 3 I SINTAGMI........................................................................................................................................................ 9 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................10 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori 1 Simultaneità e successioni Per Saussure la linguistica deve considerare due assi, quello della simultaneità e quello delle successioni; in particolare, l’asse della simultaneità, riguarda i rapporti che intercorrono tra entità coesistenti in contemporanea in un dato momento, mentre sull’asse delle successioni sono collocate le entità del primo asse con i loro cambiamenti ed evoluzioni. Si parla allora, e Saussure vi presterà particolare attenzione, di linguistica sincronica, che si occupa degli aspetti statici del sistema del linguaggio, e linguistica diacronica, che si occupa degli aspetti evolutivi delle lingue, di come nel tempo mutano e trasformano e di come, per esempio, nuovi termini entrano nell’uso quotidiano e altri smettono pian piano di essere utilizzati da una comunità. Saussure si concentra allora sulla linguistica sincronica, concentrandosi in particolar modo su due concetti chiave: quello di identità e quello di valore. Così Saussure, attraverso l’esempio di un treno in stazione, descriveva nel Cours de linguistique générale il concetto di identità: “Così, noi parliamo di identità a proposito di due treni ‘Ginevra-Parigi delle 20.45’, che partono a ventiquattro ore di intervallo. Ai nostri occhi, è lo stesso treno, e tuttavia probabilmente locomotiva, vagoni, personale, tutto è diverso.” (CLG, p.132). Un altro esempio adottato dall’autore per spiegare il concetto di identità è quello della strada, riportato di seguito: Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori L’identità tra gli elementi allora non è data dal loro aspetto materiale, ma dalle relazioni che intercorrono tra questi elementi e tutti gli altri elementi del sistema, le loro posizioni gli uni rispetto agli altri e le differenze che intercorrono tra questi. Secondo questo punto di vista, allora, l’identità è dunque strettamente legata al valore degli elementi stessi e dalla loro funzione all’interno del sistema linguistico. La lingua si configura così come un sistema di valori, ovvero un insieme di elementi posti in relazione tra loro. Un termine è importante perché intrattiene delle relazioni con altri termini all’interno della lingua. I linguaggi che gli individui utilizzano quotidianamente organizzano il mondo utilizzando i suoni e plasmando i concetti in modo differente. I linguaggi articolano i significanti e i significati, collegandoli in segni. Rispetto al rapporto tra significante e significato, Traini (2013, p. 33) sostiene come: «Il contenuto di un significante è dato dal suo significato e dai rapporti oppositivi e differenziali che l’intero segno intrattiene con una serie di altri segni. Dunque, i significati si stabiliscono in modo arbitrario e differenziale, così come i significanti.» Per comprendere il rapporto tra significante e significato, Saussure immagina allora un momento precedente alla formazione di una lingua, prima cioè che questa si articolasse e Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori formasse. In questa fase si dava l’esistenza di una massa indistinta di suoni non organizzati, ma dispersi in una nebulosa. La lingua ha allora avuto il ruolo di proiettare delle articolazioni e formare sia dei suoni – le parole – che dei concetti. I suoni e i concetti hanno dei rapporti tra loro che ne configurano il valore. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori 2 Arbitrarietà verticale e orizzontale Il contenuto di un significante è dato dal suo significato e dai rapporti che il segno intrattiene con gli altri segni. Sia i significati che i significanti si stabiliscono in modo arbitrario e sono strettamente connessi tra loro da legami di interrelazione. La parola «cane» in italiano e «dog» in inglese rimandano allo stesso significato, e un individuo può utilizzare sequenze di suoni diversi per riferirsi al medesimo significato, in modo, per l’appunto, arbitrario. Questo principio è definito arbitrarietà verticale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori Saussure parla anche di arbitrarietà orizzontale, che è legata al concetto di valore e che ci dice che anche i suoni e i concetti sono organizzati in modo arbitrario dagli individui. In un sistema linguistico sono arbitrari i rapporti tra un significante e gli altri significanti, e anche quelli tra un significato e gli altri significati. La scelta di un suono o di un altro per esprimere un significante è dunque essa stessa arbitraria, essendo possibile esprimere con suoni diversi lo stesso significante. Anche l’articolazione dei concetti può variare da una lingua all’altra. Le lingue classificano l’esperienza dell’individuo in modo arbitrario e gli stessi concetti – significati - in lingue diverse non sempre coincidono. Le lingue, secondo Saussure, formano sia le parole che i concetti in modo diverso, costruendoli in modo di volta in volta all’interno delle diverse culture. Il valore - sia di ogni significante che di ogni significato «consiste nelle relazioni che lo distinguono dagli altri significati che gli sono in un certo senso vicini» (Volli, 2000, p.40). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori 3 I sintagmi Saussure mette in luce i rapporti che si instaurano tra i diversi elementi linguistici nell’utilizzo della lingua da parte degli individui. Questi rapporti e relazioni esistono in due sfere distinte che corrispondono a due forme della nostra attività mentale. Saussure definisce sintagmi gli elementi disposti uno dopo l’altro nella catena della parole. Questi elementi non appartengono realmente alla sfera della parole perché corrispondono a forme e usi linguistici difficilmente modificabili – si pensi alle espressioni composte, tipo “dare una mano” per esprimere il concetto di “aiutare qualcuno” o altre espressioni composte. I sintagmi fanno allora parte dell’area della langue proprio perché risultato di interrelazioni collettive e di natura culturale. Gli elementi che hanno qualcosa in comune, come una radice o un suffisso comune, si associano nella memoria come una costellazione di elementi correlati tra loro, come nell’esempio seguente. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 10 Serena Gennaro - Ferdinand de Saussure: la lingua come sistema di valori Bibliografia F. De Saussure, Corso di linguistica generale, introduzione, traduzione e commento di Tullio De Mauro, Laterza, Roma-Bari, 1967 M. Prampolini, Ferdinand de Saussure, Carocci, Roma, 2013 S. Traini, Le basi della semiotica, Bompiani, 2013 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 10 di 10 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 1 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura Indice 1 LE ORIGINI E I FONDAMENTI DEI SUOI STUDI.................................................................................................... 3 2 LA STRUTTURA DELLA LINGUA........................................................................................................................... 5 3 L’ANALISI DEL TESTO......................................................................................................................................... 7 BIBLIOGRAFIA............................................................................................................................................................. 9 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 2 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura 1 Le origini e i fondamenti dei suoi studi Hjelmslev nasce a Copenaghen il 3 ottobre 1899. Nel 1917 si iscrive all’Università di Copenaghen e studia linguistica indoeuropea. Dopo un periodo di studio a Praga e a Parigi, nel 1932 ottiene il dottorato. Nel 1931 promuove la fondazione del Circolo linguistico di Copenaghen, curando anche la pubblicazione dei Travaux du Cercle Linguistique de Copenhague. Uno dei suoi testi fondamentali è certamente Fondamenti della teoria del linguaggio, del 1968, versione italiana curata da Giulio Carlo Lepschy di Prolegomena to a Theory of Language, già tradotto dalla versione originale in danese del testo. Hjelmslev è associato alla teoria linguistica definita glossematica, ovvero scienza degli elementi della lingua, incentrata sulla valorizzazione degli aspetti formali, quasi algebrici, dell’analisi linguistica. Questo filone, che non sopravvisse all’autore e alla Circolo linguistico di Copenaghen, ha il meritodi aver posto le basi per le più importanti teorie semiotiche del novecento. Hjelmslev riconosce a Saussure il merito di una “rottura epistemologica” rispetto alla linguistica precedente d’impostazione evolutiva e spesso concentrata prevalentemente sugli aspetti legati alla fisiologia dell’espressione. Per Hjelmslev i sistemi linguistici devono essere studiati in modo preciso e con metodo scientifico, scomponendo la lingua in elementi via via più piccoli e andando a ricercare gli elementi costanti che la compongono. Hjelmslev ritiene infatti che all’interno dei fatti linguistici siano rintracciabili degli elementi ricorrenti, delle costanti: «Scopo della teoria linguistica è mettere alla prova, su quello che appare un oggetto particolarmente invitante, la tesi che un processo ha un sistema sottostante, che una fluttuazione ha una costanza sottostante» (Fondamenti della teoria del linguaggio, p. 13). Al fine di ritrovare le costanti sarà necessario seguire il cosiddetto principio empirico e la teoria dovrà risultare coerente, esauriente e semplice. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 3 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura «La descrizione deve essere libera da contraddizioni e coerente, esauriente e semplice. L’esigenza dell’assenza di contraddizioni ha precedenza su quella della descrizione esauriente. L’esigenza della descrizione esauriente ha precedenza su quella di semplicità» (Fondamenti della teoria del linguaggio, p.14). Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 4 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura 2 La struttura della lingua Hjelmslev crede nell’impossibilità di utilizzare un metodo induttivo – ovvero un metodo di analisi del testo che va dal particolare al generale. L’autore porta come esempio i casi di alcune lingue che utilizzano i casi (nominativo, genitivo, ecc.), elementi di analisi non adottabili perché non universalmente validi e applicabili a tutte le lingue, ma solamente ad alcune. I concetti ai quali si può arrivare tramite questo metodo, non sono dunque generalizzabili e adottabili per l’analisi di tutti i sistemi linguistici. L’autore sottolinea come per comprendere il linguaggio sia necessario partire dal testo nel suo insieme - integro - e di considerare questo come una classe per poterlo così scomporre in componenti più piccole, applicabili poi all’analisi di tutti i linguaggi. Il passo successivo sarà allora la verifica dei componenti dei componenti fino all’esaurimento dell’analisi sul testo completo. Hjelmslev definisce questo metodo deduzione. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 5 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura Secondo l’autore la linguistica deve cogliere la lingua non attraverso le sue implicazioni non linguistiche - fisiche, fisiologiche, sociologiche - ma come una totalità autosufficiente. Non deve cioè guardare, in un primo momento, alle caratteristiche dei suoni, al meccanismo fisico attraverso il quale il nostro apparato fonatorio emette i suoni che compongono le parole, ma dovrà guardare alla lingua in quanto tale al fine di ricercarne le caratteristiche ricorrenti. Secondo Traini (2013, p. 50) a questo proposito infatti: «Il linguaggio, insomma, è sempre stato visto come un mezzo per arrivare a una conoscenza trascendente, mentre Hjelmslev vuole che diventi il fine di una conoscenza immanente.» La linguistica, secondo Hjelmslev (Fondamenti della teoria del linguaggio, p. 22), deve dunque agire «evitando il punto di vista trascendente che è stato fino a ora dominante, mirando a una comprensione immanente del linguaggio come struttura specifica autosufficiente, e cercando una costanza all’interno del linguaggio e non fuori di esso, la teoria linguistica inizia col circoscrivere l’ambito del suo oggetto». Secondo Hjelmslev, diventa quindi essenziale studiare il linguaggio nel suo complesso e come oggetto in sé, al di là delle sue implicazioni sociologiche o culturali. Il linguaggio è inteso dall’autore come ambito autosufficiente di studio e osservazione, al fine di rilevarne le costanti e le componenti più piccole. La lingua deve essere dunque analizzata come struttura a sé stante. Solo in un secondo momento potranno essere letti gli altri aspetti alla luce dell’analisi compiuta sul linguaggio che permetterà di mettere in luce le peculiarità dell’uso delle parole nei diversi contesti e ambiti della vita degli individui. Questo metodo servirà, secondo l’autore, al fine di avere, in seguito all’analisi, una prospettiva più ampia e «la limitazione si può considerare giustificata se essa consente poi un esauriente e coerente allargamento della prospettiva grazie alla proiezione della struttura che si è scoperta sui fenomeni che la circondano, in modo che questi trovino, alla luce della struttura, una spiegazione soddisfacente; come prioritaria la descrizione degli elementi costanti e rimandando a un secondo momento l’analisi delle varianti.». Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 6 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura 3 L’analisi del testo La teoria linguistica ha allora come priorità l’analisi del testo intesa come la scomposizione dell’oggetto in oggetti più piccoli. Hjelmslev (Fondamenti della teoria del linguaggio, pp. 32-33) definisce classe l’oggetto linguistico sottoposto ad analisi, e componenti della classe «gli altri oggetti registrati da una singola analisi come dipendenti in maniera uniforme dalla classe e l’uno dall’altro.» La teoria linguistica ha come priorità l’analisi del testo intesa come la scomposizione dell’oggetto in oggetti più piccoli e rintracciabili all’interno di testi diversi, al fine di poter utilizzare questi come categorie del testo. Hjelmslev distingue all’interno del testo tra il piano dell’espressione e il piano del contenuto, laddove il segno è inteso come «un’entità generata dalla connessione fra un’espressione e un contenuto». Il concetto di significante di Saussure diventa per Hjelmslev espressione, il significato diventa contenuto e il segno - l’unione di significato e significante - diventa funzione segnica. Come spiegato da Hjelmslev in questo passaggio, infatti: Secondo l’autore infatti: Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 7 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 8 di 9 Serena Gennaro - Hjelmslev: la lingua come struttura Bibliografia L. Hjelmslev, “La structure fondamentale du langage”, supplemento alla traduzione francese di Hjelmslev 1943; in versione inglese, “The basic structure of language”, è stato pubblicato postumo in Hjelmslev 1973 [trad. it., “La struttura fondamentale del linguaggio”, Versus, 43, pp. 3-40] L. Hjelmslev, Fondamenti della teoria del linguaggio, Einaudi, 1968 S. Traini, Le basi della semiotica, Bompiani, 2013 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633). 9 di 9

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