Il Sovrallenamento 1 PDF - Università San Raffaele

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Summary

Questo documento PDF fornisce una panoramica sul sovrallenamento (overtraining) presso l'Università San Raffaele. Viene spiegato l'overreaching e come esso degenera in overtraining, oltre ai vari tipi di fatica e ai loro impatti sul corpo e sulle prestazioni atletiche.

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Docente Giusi Elisa Sciuto Lezione Il Sovrallenamento 1 Giusi Elisa Sciuto Il sovrallenamento o overtraining (sindrome da sovrallenamento - Over Training Syndrome – OTS) Il Sovrallenamento 1...

Docente Giusi Elisa Sciuto Lezione Il Sovrallenamento 1 Giusi Elisa Sciuto Il sovrallenamento o overtraining (sindrome da sovrallenamento - Over Training Syndrome – OTS) Il Sovrallenamento 1 2 di 31 Giusi Elisa Sciuto L’overreaching è il "sovrallenamento a breve termine", il quale può essere più facilmente gestito e contenuto prima che possa degenerare nella vera e propria sindrome da sovrallenamento (OTS). Il Sovrallenamento 1 3 di 31 Giusi Elisa Sciuto Se l’overreaching è un evento pianificato e il recupero è sufficiente, risulta un adattamento positivo che si traduce in un miglioramento della prestazione. Se invece l’overreaching non viene gestito, allora esso degenera in overtraining, cioè l'effettivo sovrallenamento a lungo termine. Il Sovrallenamento 1 4 di 31 Giusi Elisa Sciuto La fatica è l’insieme di fenomeni, soggettivi ed obiettivi, che insorgono nell'organismo a seguito di un'attività psico-fisica, superiore a quella cui si è abituati. E’ un segnale d'allarme, tendente ad avvisare l’organismo che i limiti fisiologici della sua azione stanno per essere superati. Il Sovrallenamento 1 5 di 31 Giusi Elisa Sciuto La fatica fino a quando resta nei limiti fisiologici, è reversibile; quando li supera , provoca danni organici permanenti Il Sovrallenamento 1 6 di 31 Giusi Elisa Sciuto La fatica può essere: acuta, conseguente ad una prestazione unica; oppure cronica, conseguente a più prestazioni, separate nel tempo, ma con intervalli insufficienti al riposo; Il Sovrallenamento 1 7 di 31 Giusi Elisa Sciuto Esistono vari tipi di fatica: stanchezza, o fatica lieve, fatica grave, strapazzo, caratteristico della fatica cronica o surmenage. Il Sovrallenamento 1 8 di 31 Giusi Elisa Sciuto La fatica, acuta o cronica, altera lo stato psico-fisico dell’atleta, provocando fenomeni tossici. Nella forma acuta prevalgono i fenomeni tossici a carico dell’apparato muscolare, cardio-circolatorio e respiratorio, mentre nella forma cronica, (overtraining) prevalgono i fenomeni tossici a carico del sistema nervoso e digerente. Il Sovrallenamento 1 9 di 31 Giusi Elisa Sciuto Nell’atleta allenato la fatica acuta è caratterizzata da un indolenzimento di tutti i muscoli e i movimenti sono lenti e incoordinati, addirittura impediti. Le urine sono torbide e terrose; vi è albuminuria ( albumina nelle urine). E’ frequente anche un rialzo termico, fino a 39°, che può durare qualche giorno. Naturalmente, questi fenomeni scompaiono rapidamente col riposo. Il Sovrallenamento 1 10 di 31 Giusi Elisa Sciuto la fatica cronica si presenta in maniera subdola con un calo delle prestazioni e un calo di peso, dovuto alla preponderanza dei fenomeni catabolici su quelli anabolici; Il Sovrallenamento 1 11 di 31 Giusi Elisa Sciuto Nel determinismo del sovrallenamento atletico vari sono i fattori da considerare; concorrono i vari apparati e sistemi organici. Il Sovrallenamento 1 12 di 31 Giusi Elisa Sciuto Fattore muscolare se il ritmo delle contrazioni è troppo rapido, il periodo di ristoro è insufficiente per la eliminazione dell’acido lattico prodotto e la sua parziale resintesi in glicogeno. l’acido lattico in eccesso è trattenuto nel muscolo, le cui fibre cominciano a sentire l’azione tossica; Il Sovrallenamento 1 13 di 31 Giusi Elisa Sciuto I crampi muscolari dolorosi, accusati dagli atleti affaticati, sono l’espressione clinica dell’accumulo di acido lattico. la rigidità delle fibre muscolari spiega la frequenza con cui si verificano in questi soggetti le rotture muscolari. Il Sovrallenamento 1 14 di 31 Giusi Elisa Sciuto Fattore cardio-circolatorio Nell'apparato cardio-circolatorio i fenomeni della fatica possono presentarsi in forma acuta o cronica. Nella forma acuta, il quadro clinico è drammatico ed è causato da una crisi ipotensiva per dilatazione acuta miogena: Il Sovrallenamento 1 15 di 31 Giusi Elisa Sciuto Nello stesso tempo la capacità dei polmoni di eliminare l’anidride carbonica è diventata insufficiente: l’individuo è fuori fiato (scoppiato), ma stordito per il carico di anidride carbonica nel sangue. Ma se l’atleta continua nello sforzo, il quadro clinico della fatica acuta non tarda a presentarsi, e ciò può avvenire in due modi diversi. Talvolta l’individuo interrompe bruscamente la azione, si ferma e cade senza conoscenza: la respirazione si presenta superficiale ma regolare, il polso batte debolmente ma regolarmente. Il Sovrallenamento 1 16 di 31 Giusi Elisa Sciuto E’ sufficiente porlo in posizione supina, fargli delle abluzioni fredde sul petto e sul viso: presto egli si rianimerà. Altre volte, e ciò accade più spesso, l’atleta comincia a traspirare abbondantemente, accusa vertigini, cefalea, senso di oppressione al cuore e grande rilassatezza, vomito, affanno; il cuore batte velocemente, i movimenti sono incoordinati ed egli sbanda come un ubriaco; il viso è pallido, gli occhi infossati, le estremità (naso, mani) sono sudate e fredde, le unghie e le labbra cianotiche. Il Sovrallenamento 1 17 di 31 Giusi Elisa Sciuto Se in questo stato l’atleta prosegue ancora nello sforzo, dopo non molto perde coscienza e cade; il respiro rallenta, il polso diventa appena percettibile e irregolare. E’ una condizione di pericolo in cui necessita il rapido trasporto in un centro ospedaliero di rianimazione. Purtroppo in questi casi non è raro l’esito mortale: è il classico esempio del soldato di maratona, ma anche il drammatico epilogo di alcune gare sportive. Il Sovrallenamento 1 18 di 31 Giusi Elisa Sciuto Nella forma cronica i fenomeni si presentano più subdolamente: i disturbi circolatori consistono in una distonia neuro-vegetativa iniziale con disturbi del ritmo cardiaco, dolori puntori precordiali, instabilità pressoria, cui può far seguito uno stato di sofferenza cardiocircolatoria: può avvenire infatti che la ipertrofia cardiaca data da una condizione fisiologica specifica subisca la trasformazione in una dilatazione cardiaca, suscettibile di evoluzione sfavorevole nel tempo. Il Sovrallenamento 1 19 di 31 Giusi Elisa Sciuto L’instaurarsi di una dilatazione precoce in soggetti giovani, all’inizio dell’attività sportiva, è sintomo di mancato adattamento miocardico e richiede un adeguato controllo medico. In tali casi il quadro sintomatico è caratterizzato da disturbi del ritmo cardiaco, tachicardia sproporzionata allo sforzo, affanno, tempo di ripristino prolungato. Si ha talora anche la comparsa di soffi cardiaci funzionali, per lo più sistolici, localizzati all’apice o sulla polmonare, non associati a fremiti, variabili con l’attività fisica e che spesso scompaiono dopo l’esercizio fisico, il che starebbe a dimostrare la loro natura funzionale. Il Sovrallenamento 1 20 di 31 Giusi Elisa Sciuto I disturbi del ritmo cardiaco consistono in extrasistoli, causate da ipereccitabilità del sistema nervoso autonomo cardiaco: a provocarli possono contribuire anche errori di condotta igienica (tabacco, alcool, scarso riposo, disturbi digestivi, alimentazione errata, ecc.). Un particolare cenno merita il comportamento del cuore nei soggetti convalescenti da malattie infettive acute (influenza, tonsilliti, affezioni broncopolmonari); in questi individui una prestazione atletica effettuata troppo precocemente, quando non sia stata riacquistata la condizione, può provocare l’insorgere di una dilatazione acuta cardiaca miogena con conseguente collasso circolatorio, che può essere anche mortale. Il Sovrallenamento 1 21 di 31 Giusi Elisa Sciuto La pressione arteriosa è profondamente modificata fino a raggiungere valori di pressione massima di 260mm di mercurio; contemporaneamente si verifica un abbassamento della pressione minima sino a 60 mm con conseguente aumento notevole della pressione differenziale che è indice di buon adattamento circolatorio. Ogni diminuzione della pressione differenziale, deve essere considerato come un segnale d’allarme che può essere causato o da un abbassamento della massima per una minore capacità propulsiva ventricolare o da una elevazione della minima conseguente alla stasi del piccolo circolo e nel cuore destro; il più spesso la diminuzione della pressione differenziale è espressione di ambedue i fattori. Il Sovrallenamento 1 22 di 31 Giusi Elisa Sciuto In alcuni soggetti dopo uno sforzo intenso, si verifica una condizione di instabilità pressoria con fluttuazione dei valori sia della massima che della minima, che può durare alcuni giorni: tali fenomeni devono essere considerati come il primo segno di uno stato di sovrallenamento e pertanto controllati e trattati con una migliore distribuzione dell’attività sportiva. Infine, in alcuni casi piuttosto rari, può avvenire che, interrotto lo sforzo acuto e iniziato il riposo, il sistema cardi-vascolare, regolatore della pressione, si trovi come disorientato e si verifichi per un brevissimo instante la caduta della pressione massima a valori non rilevabili: questo fenomeno, che può accompagnarsi a perdita di coscienza temporanea, è sempre di breve durata: il suo significato è di difficile interpretazione se si verifica una sola volta; se ripetuto, richiede un adeguato controllo cardiovascolare. Il Sovrallenamento 1 23 di 31 Giusi Elisa Sciuto In alcuni casi di sovrallenamento abbiamo constatato che uno dei primi segni è dato da un aumento notevole della pressione che da 120-130 come massima sale a 160-170 con contemporaneo e parallelo aumento della minima; questo aumento è indice di uno scompenso circolatorio. Il Sovrallenamento 1 24 di 31 Giusi Elisa Sciuto L’elettrocardiogramma (ECG) Nel sovrallenamento, le anomalie che esso presenta sono: comparsa del ritmo del seno coronarico, blocchi atrio-ventricolari di primo grado, riduzione del voltaggio della onda T, slivellamento del tratto ST, Il Sovrallenamento 1 25 di 31 Giusi Elisa Sciuto Tali anomalie prese isolatamente fanno pensare a fenomeni di ischemia coronarica; La caratteristica di queste anomalie è che esse spesso scompaiono a seguito della prova da sforzo (risposta paradossa) per ricomparire con lo stato di riposo. Il Sovrallenamento 1 26 di 31 Giusi Elisa Sciuto Questo comportamento dell'ECG, potrebbe essere spiegato con la vasodilatazione coronarica che si instaura sin dall'inizio di ogni esercizio fisico; tali anomalie potrebbero essere dovute al sovrallenamento e in tal caso dovrebbero scomparire dopo un congruo periodo di riposo; ma a volte potrebbero essere l’espressione di uno stato costituzionale, è necessario che in tali casi il giudizio medico-sportivo venga emesso con grande prudenza, anche in considerazione degli effetti tardivi che il sovraallenamento potrebbe provocare in tali individui. Il Sovrallenamento 1 27 di 31 Giusi Elisa Sciuto Fattore respiratorio L'apparato respiratorio è strettamente connesso a quello circolatorio, assistiamo a fenomeni di adattamento allo sforzo fisico, con aumento della ventilazione polmonare. Contemporaneamente, l'aumento della pressione sistolica nel territorio dell'arteria polmonare dilata i capillari e rende più attivo lo scambio gassoso respiratorio facilitando così l'ematosi. Il Sovrallenamento 1 28 di 31 Giusi Elisa Sciuto II bisogno di ossigeno nel lavoro fisico è però tale che la normale respirazione non è sufficiente a soddisfarlo : aumenta di conseguenza il numero degli atti respiratori: si stabilisce cosi un debito di ossigeno che richiede a sua volta l’ulteriore aumento degli atti respiratori. L’insufficienza della ematosi provoca infatti l’aumento di CO2 nel sangue circolante, con conseguente stimolazione dei centri respiratori bulbari; questi rispondono aumentando la frequenza respiratoria. Se l’atleta continua nella sua azione oltre determinati limiti, l’ipossia determina la paralisi temporanea o permanente dei centri respiratori. Il Sovrallenamento 1 29 di 31 Giusi Elisa Sciuto Nello sforzo acuto del soggetto allenato, il secondo fiato rappresenta l’adeguamento automatico degli atti respiratori alla richiesta di ossigeno; quando però tale richiesta è eccessiva, la frequenza respiratoria aumenta fino alla tachipnea; in termine sportivo l’individuo è scoppiato. Nella tachipnea, è soprattutto la espirazione ad essere difficoltosa: ciò che determina un aumento della pressione dell’aria nell’interno degli alveoli polmonari per cui essi tendono a dilatarsi oltre la noma. Il Sovrallenamento 1 30 di 31 Giusi Elisa Sciuto Nella fatica cronica ciò si verifica con una certa frequenza: l’effetto cumulativo degli episodi di aumentata pressione endo-alveolare provoca una diminuzione della elasticità polmonare, la cui immediata conseguenza è una diminuzione delle capacità vitale all’esame spirografico: sintomo caratteristico del sovrallenamento, per cui l’atleta va facilmente fuori fiato. In questi soggetti si verifica un rallentamento della espirazione ed una maggiore ampiezza di essa. L’enfisema polmonare può costituire l’esito tardivo di questa alterazione. Il Sovrallenamento 1 31 di 31

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