11 DIRITTO PUBBLICO PDF
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Università degli Studi di Padova
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Questi appunti trattano di diritto pubblico, con particolare riferimento agli enti internazionali e ai trattati internazionali. Vengono esaminati i concetti chiave come la sovranità, l'indipendenza dello Stato e le norme internazionali generalmente riconosciute, con esempi pratici di trattati internazionali e la procedura di ratifica in Italia..
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Scheda 1 la lezione del 22/10 Enti Internazionali e Trattati Internazionali Gli enti esterni rispetto a uno Stato possono incidere sull’ordinamento di tale Stato quando quest’ultimo li legittima attraverso una fonte negoziale, ovvero un trattato internazionale. Un trattato internazionale è quindi...
Scheda 1 la lezione del 22/10 Enti Internazionali e Trattati Internazionali Gli enti esterni rispetto a uno Stato possono incidere sull’ordinamento di tale Stato quando quest’ultimo li legittima attraverso una fonte negoziale, ovvero un trattato internazionale. Un trattato internazionale è quindi un accordo formale tra due o più Stati che viene stipulato e accettato seguendo procedure specifiche. Fonti giuridiche del diritto internazionale generale: 1. Consuetudine: si tratta di un comportamento ripetuto e costante che, nel tempo, viene considerato obbligatorio e si trasforma in una norma giuridica. Non è una fonte scritta, ma ha forza normativa perché gli Stati lo percepiscono come vincolante. Un esempio tipico è l’inviolabilità delle sedi diplomatiche. 2. Trattati (o convenzioni): sono accordi scritti stipulati tra due o più Stati che diventano vincolanti una volta firmati e ratificati. Questi trattati regolano aspetti di cooperazione internazionale, commercio, diritti umani, ecc. Sovranità e Indipendenza dello Stato La sovranità è il potere supremo di uno Stato di governare se stesso senza interferenze esterne. Questo concetto è alla base della capacità di uno Stato di accettare o meno le norme internazionali e di stipulare trattati. Articoli della Costituzione italiana: Art. 10: stabilisce che l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Questo significa che l’Italia si impegna a rispettare le norme internazionali considerate parte del diritto comune tra gli Stati. Art. 80: le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali. Questo significa che il Parlamento ha un ruolo chiave nel garantire che lo Stato si impegni formalmente con altri Stati. Art. 87, comma 8: il Presidente della Repubblica ha il compito di ratificare i trattati internazionali. Riceve anche i rappresentanti diplomatici e accredita quelli italiani presso altri Stati. La Ratifica La ratifica è l’atto formale con cui uno Stato accetta un trattato già firmato. In Italia, la procedura è duplice: Il Parlamento autorizza la ratifica con una legge e si assume la responsabilità politica dell’accordo. Il Presidente della Repubblica ratifica il trattato, ma non si assume la responsabilità del suo contenuto poiché è un organo super partes. La sua funzione è puramente formale. Vincolatività e Principi Costituzionali Un trattato internazionale, per essere valido, non deve violare i principi fondamentali della Costituzione. Tuttavia, una volta ratificato, entra nell’ordinamento giuridico e diventa vincolante per l’Italia. Esempio pratico: Un trattato tra Italia e Albania sulla gestione dei flussi migratori e la creazione di centri di accoglienza in Albania. Formazione degli Enti Internazionali I trattati internazionali possono anche dare vita a nuovi enti internazionali. Un esempio significativo è l’evoluzione della Comunità Economica Europea (CEE), istituita con il Trattato di Roma del 1957, trasformata poi in Unione Europea (UE) con il Trattato di Maastricht del 1992 e successivamente modificata con il Trattato di Lisbona. Questi trattati sono stati ratificati da tutti gli Stati membri, il che li rende vincolanti per ogni Stato che fa parte dell’UE. Poteri degli Enti Internazionali Gli enti internazionali possono esercitare poteri differenti a seconda di ciò che è stabilito nei trattati che li istituiscono. L’UE, ad esempio, ha il potere di emettere: Direttive: impongono agli Stati membri di raggiungere determinati obiettivi, lasciando loro la libertà di scegliere i mezzi con cui farlo. Un esempio recente è la direttiva del 2023 sulla riparazione degli elettrodomestici. Regolamenti: hanno applicazione diretta e obbligatoria in tutti gli Stati membri. Diversamente dalle direttive, i regolamenti non richiedono l’adozione di leggi nazionali per essere recepiti. Un regolamento, una volta approvato, ha lo stesso effetto di una legge nazionale. lezione del 28/10 Procedura di Recezione dei Trattati Internazionali La procedura di recepimento di un trattato internazionale nell’ordinamento giuridico di uno Stato non dipende dal contenuto del trattato stesso, ma è regolata dalla Costituzione del paese che deve recepirlo. L’atto formale che consente l’ingresso del trattato nell’ordinamento italiano è la ratifica. Gli articoli 80 e 87 della Costituzione italiana delineano le procedure specifiche per il recepimento dei trattati internazionali: Art. 80: Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali, il che significa che il Parlamento deve approvare un testo legislativo per dare il via alla ratifica. Art. 87, comma 8: Il Presidente della Repubblica ratifica i trattati internazionali, ma non si assume responsabilità per il loro contenuto. Esempio pratico: L’accordo di Parigi sull’ambiente è un trattato che l’Italia ha ratificato, dimostrando come il recepimento di norme internazionali avvenga attraverso procedure stabilite dalla Costituzione. Modello di Diritto Internazionale e Sovranità Il modello di diritto internazionale deve rispettare la sovranità degli Stati membri dell’Unione Europea (UE). I 27 Stati membri hanno ceduto una parte dei loro poteri in relazione a norme dell’ente internazionale, come nel caso di regolamenti e direttive. Regolamenti: Entrano in vigore direttamente negli ordinamenti dei paesi membri senza necessità di recepimento, diventando immediatamente vincolanti. Direttive: Richiedono uno sviluppo normativo interno, il che significa che ogni Stato membro deve adottare misure legislative per implementarle. Questo non è facoltativo, poiché gli Stati devono conformarsi agli obiettivi stabiliti dalle direttive europee. Diritti degli Stranieri e Costituzione L’Art. 10 della Costituzione italiana afferma che l’ordinamento giuridico italiano deve conformarsi alle norme del diritto internazionale, e stabilisce anche la condizione giuridica dello straniero: Lo straniero che non può esercitare le libertà democratiche nel proprio paese ha diritto d’asilo in Italia secondo le modalità stabilite dalla legge. Non è ammessa l’estradizione di stranieri per reati politici, garantendo la protezione dei diritti umani. L’Art. 11 consente all’Italia di limitare la propria sovranità in condizioni di parità con altri Stati, per garantire la pace e la giustizia tra le nazioni. Questo articolo è fondamentale per comprendere il bilanciamento tra sovranità nazionale e cooperazione internazionale. Decreto Legge vs. Decreto Legislativo Decreto legge: È una disposizione adottata dal Governo e ha una validità immediata, ma deve essere convertita in legge dal Parlamento entro un certo periodo per rimanere in vigore. Decreto legislativo: È un atto normativo emanato dal Parlamento, sulla base di una delega di legge, e ha valore di legge. Caso Italia-Albania: Questione Migranti Un esempio pratico di applicazione del diritto internazionale e dei principi costituzionali è il decreto sui paesi sicuri. In questo contesto, il ministro dell’Interno stabilisce quali paesi sono considerati “sicuri” e quindi possono accogliere migranti. Dettagli sul caso: Centro di Accoglienza in Albania: È stato istituito un centro in Albania per accertare le condizioni dei migranti e decidere se abbiano diritto a rimanere in Italia o debbano essere rimpatriati. Questa procedura è disciplinata dal decreto sui paesi sicuri. Tribunale di Roma: Esamina i casi specifici e decide se il rimpatrio può essere convalidato. Ad esempio, se un migrante proviene da un paese considerato sicuro (come il Bangladesh), potrebbe non avere diritto a restare in Italia. Concetto di “Paese Sicuro” Il concetto di “paese sicuro” è cruciale nel diritto dell’immigrazione e per la gestione dei migranti. I criteri per stabilire se un paese è sicuro possono includere: Stabilità politica. Rispetto dei diritti umani. Situazione economica e sociale. Accordi Bilaterali e Principi di Diritto Internazionale Gli accordi tra Italia e Albania riguardanti la gestione dei migranti sono esempi di accordi amministrativi bilaterali. Sebbene non siano trattati internazionali vincolanti a lungo termine, devono rispettare i principi del diritto internazionale, come quelli stabiliti dalla Convenzione di Ginevra del 1951 riguardante i rifugiati. Un aspetto critico di questi accordi è la protezione dei diritti dei migranti. Poiché l’Albania non è un membro dell’UE, non è vincolata dalle normative europee in materia di asilo. Ciò solleva preoccupazioni su come garantire che i diritti umani dei migranti siano protetti, specialmente in caso di controversie legali. Principio di Non-Refoulement Il principio di non-refoulement è sancito dalla Convenzione di Ginevra e vieta il respingimento di richiedenti asilo verso paesi in cui potrebbero subire persecuzioni. Anche se l’Italia considera l’Albania un “paese sicuro”, l’applicazione di questo principio può essere complessa. Se a un migrante viene negato l’asilo in Albania, resta incertezze su dove verrà trasferito, il che potrebbe comportare violazioni del diritto internazionale umanitario. lezione del 29/10 Ordinamento Internazionale e la Responsabilità Politica del Parlamento Nell’ambito dell’ordinamento internazionale, la responsabilità politica del recepimento dei trattati internazionali è attribuita al Parlamento, in quanto rappresentante della volontà del popolo. In Italia, il Parlamento ratifica questi trattati (come abbiamo visto negli articoli 80 e 87 della Costituzione), assumendosi la responsabilità politica delle decisioni prese in ambito internazionale. In alcuni ordinamenti, invece, questa responsabilità può essere direttamente affidata al popolo tramite un referendum popolare. Enti Internazionali e Sovranità Statale Gli enti internazionali, come l’ONU, il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea, sono organismi creati attraverso trattati internazionali. Questi enti possiedono poteri specifici che derivano dalla cessione di parte della sovranità degli Stati membri. In Italia, la giustificazione per questa cessione di sovranità risiede nell’articolo 11 della Costituzione, il quale consente limitazioni di sovranità “in condizioni di parità con gli altri Stati” per garantire pace e giustizia tra le Nazioni. Nota: Il Consiglio d’Europa è diverso dal Consiglio dell’Unione Europea. Il primo è un organismo internazionale che promuove la cooperazione tra gli Stati europei in vari ambiti, come i diritti umani e la democrazia, mentre il secondo è un organo dell’Unione Europea che rappresenta i governi dei paesi membri. Esempi di Trattati Internazionali Recepite in Italia Vediamo ora alcuni trattati internazionali recepiti dall’Italia e la loro importanza: Trattato di Ginevra (Convenzione di Ginevra del 1951): È promosso dall’ONU ed è stato recepito nell’ordinamento italiano tramite la legge n. 722 del 1954. Questo trattato stabilisce i diritti e le protezioni per i rifugiati, inclusi i principi fondamentali come quello del non respingimento (o non-refoulement). Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TUE): Questo trattato, in particolare l’articolo 78, impone agli Stati membri di rispettare il diritto d’asilo e il principio di non respingimento, che proibisce agli Stati di rimandare una persona in un paese in cui rischierebbe persecuzioni o gravi violazioni dei diritti umani. Trattato di Dublino: Stabilisce le procedure e le competenze relative alla gestione delle richieste di asilo all’interno dell’UE, identificando quale Stato è responsabile della valutazione di ciascuna domanda. Approfondimento sull’Articolo 78 del TUE L’articolo 78 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea stabilisce che l’Unione deve sviluppare una politica comune in materia di asilo, protezione sussidiaria e protezione temporanea. Tale politica deve conformarsi al principio di non respingimento, il quale è fondamentale nel diritto internazionale per proteggere le persone da eventuali persecuzioni nei loro paesi d’origine. Questo articolo vincola gli Stati membri a implementare una serie di normative che proteggono chi richiede asilo. Applicazione Diretta di Regolamenti e Direttive dell’UE I regolamenti e le direttive dell’UE possono vincolare gli Stati membri in modi diversi: Regolamenti: Hanno applicazione immediata e obbligatoria in tutti gli Stati membri e non necessitano di alcun recepimento (o adattamento) nelle leggi nazionali, poiché diventano direttamente vincolanti. Ad esempio, il regolamento sull’asilo definito dall’UE vincola automaticamente tutti i paesi membri. Direttive: Sono strumenti normativi che impongono agli Stati membri di raggiungere un obiettivo specifico ma lasciano libertà su come implementarlo, tramite l’adozione di norme nazionali. Tuttavia, se una direttiva soddisfa determinate condizioni, può avere efficacia diretta, diventando applicabile anche senza norme nazionali specifiche. Decreto Legislativo 28 gennaio 2008, n. 25 e Paesi Sicuri In Italia, il Ministro degli Esteri ha il potere di emettere decreti per stabilire quali paesi siano considerati “sicuri” per i migranti. Questa classificazione è importante poiché determina chi ha diritto alla protezione internazionale. Secondo il Decreto Paesi Sicuri, il Ministro degli Esteri può identificare paesi che soddisfano criteri di sicurezza, indicando quelli in cui i migranti non rischiano gravi violazioni dei diritti umani. Un esempio pratico di questa disposizione è l’accordo recente tra Italia e Albania, che prevede l’istituzione di un centro di accoglienza in Albania per valutare le condizioni dei migranti provenienti da paesi considerati sicuri. Tuttavia, alcune situazioni, come quella del Bangladesh, sollevano questioni legali e di diritto internazionale, specialmente in relazione al principio di non-refoulement. Riflessioni Finali L’accordo tra Italia e Albania per la gestione dei migranti è un esempio di cooperazione bilaterale che solleva numerose questioni etiche e legali. Infatti, mentre l’Albania viene considerata un “paese sicuro” per molti migranti, l’accordo potrebbe esporre questi ultimi a rischi di violazione dei diritti umani. In linea con il principio di non respingimento, è essenziale garantire che i diritti dei migranti siano rispettati e che vengano offerte loro protezioni adeguate anche in un contesto non europeo.. Il 30 ottobre hai approfondito alcuni concetti fondamentali riguardanti il funzionamento dell’Unione Europea, in particolare l’esercizio dei poteri legislativi attraverso le direttive e i regolamenti, l’intervento della magistratura italiana in merito alla questione dei “paesi sicuri,” e il ruolo delle istituzioni dell’UE. Ecco un’analisi dettagliata di questi aspetti. Esercizio dei Poteri Legislativi dell’Unione Europea e l’Articolo 288 del TFUE Il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) conferma che l’UE ha il potere di emettere direttive e regolamenti, strumenti attraverso i quali esercita la propria autorità legislativa. Articolo 288 del TFUE: Stabilisce che le direttive vincolano lo Stato membro (uno, più di uno o tutti a seconda della direttiva) riguardo all’obiettivo da raggiungere, ma lascia agli Stati nazionali il potere di scegliere i mezzi e la forma con cui realizzare l’obiettivo. In altre parole, mentre il fine deve essere raggiunto, ogni Stato ha una certa autonomia nell’implementazione pratica della direttiva. I regolamenti, al contrario delle direttive, sono direttamente applicabili in tutti gli Stati membri senza bisogno di recepimento nazionale e hanno efficacia immediata nell’ordinamento giuridico di ciascun paese dell’UE. Il Caso del Decreto Paesi Sicuri e l’Intervento del Tribunale di Roma Un esempio pratico dell’applicazione del diritto dell’UE in Italia è rappresentato dalla recente sentenza del Tribunale di Roma, che ha bloccato il trasferimento dei migranti in Albania. Questo caso riguarda il decreto legge sui paesi sicuri, il quale prevedeva che alcuni paesi, come il Bangladesh e l’Egitto, fossero considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti. Il Tribunale di Roma ha sospeso l’applicazione di tale decreto, rilevando che contraddice alcuni principi del regolamento dell’UE riguardanti la protezione dei diritti umani e il principio di non respingimento. In particolare, il tribunale ha ritenuto che il Bangladesh e l’Egitto (considerato problematico per via del regime di Al Sisi) non possano essere considerati paesi sicuri, almeno in base agli standard europei. Se un giudice nazionale ha dubbi sulla validità di una legge o di un atto normativo in relazione al diritto dell’UE, ha il compito di sospendere il giudizio e rinviarlo alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) per ottenere un’interpretazione autorevole. Le Sette Istituzioni dell’Unione Europea e le loro Funzioni L’Unione Europea si basa su un sistema istituzionale unico, composto da sette principali istituzioni, ognuna con un ruolo specifico: 1. Commissione Europea: È l’organo esecutivo dell’UE, composta da 27 commissari, uno per ogni Stato membro. Ha funzioni di: Proposta legislativa: Formula proposte di legge da sottoporre al Parlamento e al Consiglio dell’UE. Applicazione delle leggi: Assicura il rispetto delle leggi dell’UE. Gestione del bilancio: Amministra e controlla le risorse finanziarie dell’UE. Rappresentanza internazionale: Rappresenta l’UE a livello internazionale. 2. Parlamento Europeo: Composto da 705 membri eletti, è l’organo rappresentativo dei cittadini europei e ha le seguenti funzioni: Funzione legislativa: Approva le leggi insieme al Consiglio dell’UE. Funzione di bilancio: Controlla e approva il bilancio dell’UE. Supervisione e controllo: Controlla l’operato della Commissione e delle altre istituzioni. Rappresentanza: Agisce in nome dei cittadini dell’Unione Europea. 3. Consiglio dell’Unione Europea: È l’organo che rappresenta i governi degli Stati membri, composto dai vari ministri a seconda dell’argomento discusso. Le sue principali funzioni sono: Legislativa: Approva leggi insieme al Parlamento Europeo. Politica e coordinamento: Coordina le politiche degli Stati membri. 4. Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE): Garante della corretta applicazione e interpretazione uniforme del diritto dell’UE in tutti i paesi membri. Ha due ruoli principali: Garante dei diritti dei cittadini: Assicura che i diritti garantiti dai trattati dell’UE siano rispettati. Giurisdizionale: Può annullare atti contrari al diritto dell’UE o emettere interpretazioni vincolanti per le leggi dell’UE. 5. Banca Centrale Europea (BCE): È l’istituzione finanziaria centrale dell’UE, con sede a Francoforte, e si occupa di: Stabilità dell’euro: Mantenere stabile il valore dell’euro. Inflazione: Mantenere l’inflazione sotto il 2%. Politica monetaria: Emissione di moneta e gestione della politica monetaria per i paesi della zona euro. 6. Corte dei Conti Europea: Controlla l’uso dei fondi dell’UE per garantire che il bilancio venga utilizzato correttamente e che non vi siano sprechi. Le sue funzioni principali sono: Controllo finanziario: Verifica che le entrate e le spese dell’UE siano corrette. Rendiconto: Fornisce al Parlamento e al Consiglio dell’UE un rapporto annuale sull’utilizzo dei fondi. 7. Consiglio Europeo: È l’organo che assume le decisioni strategiche più importanti ed è composto dai 27 capi di governo degli Stati membri. È responsabile di: Orientamento politico generale: Definisce le priorità politiche e le linee guida generali per l’UE. Decisioni strategiche: Stabilisce le priorità a lungo termine, come l’integrazione economica e la politica estera. Conclusione In sintesi, la lezione del 30 ottobre ha messo in luce l’importanza del TFUE e della legislazione europea, il ruolo delle istituzioni dell’UE e la loro interazione con gli ordinamenti nazionali, e come i tribunali nazionali, come quello di Roma, possano intervenire per bloccare atti normativi che contrastano con i regolamenti europei. 04/11 1. Carte e Trattati Internazionali in Materia di Diritti Umani Nel contesto internazionale, esistono vari trattati e carte che trattano i diritti umani a livello mondiale e europeo. I principali documenti in questione sono: Convenzione Europea dei Diritti Umani (1950): Un trattato internazionale fondamentale che si applica a livello europeo e stabilisce i diritti e le libertà fondamentali degli individui. È un documento giuridico che impegna gli Stati membri a rispettare determinati diritti umani. Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000): Non è un trattato internazionale, ma una fonte giuridica dell’Unione Europea, che ha la stessa forza vincolante dei trattati. In base all’articolo 6 del Trattato sull’Unione Europea, questa carta ha la stessa forza giuridica dei trattati, ed è un documento di riferimento per la protezione dei diritti umani all’interno dell’Unione Europea. 2. La Carta delle Nazioni Unite e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani A livello mondiale, i principali riferimenti legali sono: Carta delle Nazioni Unite (1945): Firmata da 51 Stati membri il 26 giugno 1945, questa carta definisce l’organizzazione e i poteri delle Nazioni Unite. È un trattato internazionale che stabilisce l’ONU come organizzazione intergovernativa, ma non contiene norme relative ai diritti umani. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948): Approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, questo documento è di grande importanza simbolica e normativa. Tuttavia, non è un trattato internazionale, in quanto l’ONU, pur promuovendo l’adozione della dichiarazione, non ha poteri normativi. La Dichiarazione non è stata recepita formalmene dagli Stati, ma ha acquisito forza come parametro giuridico a livello internazionale. È utilizzata come riferimento normativo sia da parte dei giudici internazionali che da quelli nazionali. 3. Critiche sull’ONU e l’Organizzazione Interna Il docente mette in evidenza alcune criticità nell’ONU: Non ha un ordinamento interno democratico. Alcuni Stati membri hanno un’influenza maggiore rispetto ad altri, creando disuguaglianze all’interno dell’organizzazione. Concetti Chiave Trattato internazionale: Un accordo formale tra Stati che stabilisce diritti e obblighi reciproci. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: Un documento internazionale che, pur non avendo un valore vincolante formale, è diventato una pietra angolare per la protezione dei diritti umani. Forza giuridica: La capacità di un documento legale di produrre effetti vincolanti. 1. Il Trattato Costitutivo dell’ONU e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani L’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) è stata creata tramite un trattato internazionale, il Trattato di San Francisco del 1945, che ha definito l’istituzione dell’ONU come un’organizzazione intergovernativa. Questo trattato è fondamentale perché stabilisce la struttura e i poteri dell’ONU, ma non si occupa direttamente dei diritti umani. Al contrario, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata nel 1948, è l’atto chiave per i diritti umani a livello globale, ma non è un trattato vincolante. Nonostante ciò, la dichiarazione ha acquisito forza giuridica nel senso che è utilizzata come parametro giuridico da parte di tribunali internazionali e anche da giudici nazionali, pur non essendo formalmente vincolante. 2. Riferimenti Aggiuntivi a Livello Europeo e Nazionale Convenzione Europea dei Diritti Umani (1950): Come già discusso, è un trattato internazionale che protegge i diritti umani a livello europeo, stabilendo i diritti fondamentali e la giurisdizione della Corte Europea dei Diritti Umani. Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000): Questo documento è vincolante per gli Stati membri dell’Unione Europea ed è pari in forza giuridica ai trattati dell’Unione. Si applica a tutte le azioni che rientrano nelle competenze dell’Unione Europea. 3. La Costituzione Italiana del 1948 e la Sua Precedenza nella Protezione dei Diritti La Costituzione Italiana del 1948, entrata in vigore prima della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, è vista come un documento che già incluso e protetto i diritti umani in modo molto simile, se non uguale, a quelli stabiliti in documenti internazionali più recenti. La Costituzione italiana è un esempio di come una normativa nazionale possa integrare valori universali e proteggere i diritti fondamentali dei cittadini. 4. La Corte Costituzionale Italiana e il Suo Ruolo La Corte Costituzionale Italiana è il principale organo che garantisce l’interpretazione e l’applicazione dei principi costituzionali. Le sue sentenze sono di fondamentale importanza per comprendere come i diritti umani siano trattati e protetti all’interno dell’ordinamento giuridico italiano. Le sue decisioni vengono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale e sono vincolanti per tutta la comunità. 5. Il Diritto Internazionale e il Suo Ruolo Pratico Il docente sottolinea che il diritto internazionale non è una scienza esatta, e che molte delle sue norme sono soggette a interpretazioni giuridiche che a volte possono portare a soluzioni imperfette. Tuttavia, questo non impedisce che il diritto internazionale porti a risultati significativi e positivi. Le normative internazionali, anche se non sempre perfette, contribuiscono a creare un frame di riferimento giuridico per la protezione dei diritti umani a livello mondiale. Concetti Chiave Corte Costituzionale: Organo giurisdizionale che garantisce la conformità delle leggi alla Costituzione, proteggendo i diritti fondamentali. Trattato di San Francisco (1945): Trattato internazionale che ha dato vita all’ONU, ma che non si occupa direttamente dei diritti umani. Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948): Documento approvato dall’ONU che, pur non essendo vincolante, ha avuto un grande impatto nella definizione dei diritti umani globali. Normative Imperfette: Il diritto internazionale non è una scienza esatta e, quindi, alcune leggi o atti internazionali possono risultare imperfetti, ma continuano ad avere rilevanza giuridica e pratica. 5/11/2024 La Costituzione italiana è riconosciuta a livello internazionale non solo per la sua struttura, ma anche per i principi e i diritti che tutela. Essa ha ispirato altre fonti internazionali, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, rappresentando un esempio di equilibrio tra diritti e potere politico. La Costituzione non è concepita per adattarsi alle stagioni politiche, ma per mantenere un set di valori stabili e non negoziabili. Struttura della Costituzione La Costituzione si divide in due grandi sezioni: Parte Prima: Riguarda i diritti e i doveri dei cittadini, garantendo libertà fondamentali, diritti economici e sociali. Parte Seconda: Riguarda l’organizzazione dello Stato, le sue istituzioni e i rapporti tra i poteri. I principi fondamentali della Costituzione mirano a garantire un equilibrio tra libertà individuali e interesse collettivo. Titolo III – Rapporti Economici Il Titolo III della Parte Prima si occupa dei rapporti economici, stabilendo che lo Stato deve intervenire nell’economia per tutelare il benessere sociale. La Costituzione italiana non è compatibile con un modello puramente liberista, che riduce al minimo l’intervento dello Stato nel mercato, lasciando libertà al mercato stesso. Il liberismo promuove il ridotto intervento pubblico, mentre la Costituzione richiede l’intervento dello Stato per correggere le disuguaglianze sociali ed economiche. Critica al Liberismo La Costituzione è stata scritta con la consapevolezza dei danni causati da un liberismo sfrenato, che storicamente ha creato gravi disuguaglianze economiche. L’Assemblea Costituente si è ispirata a esperienze che hanno mostrato come il libero mercato non regolamentato conduca a concentrazioni di ricchezza e alla povertà diffusa. La Costituzione incoraggia lo Stato a intervenire per correggere queste disuguaglianze e mantenere un equilibrio tra ricchezza e povertà. Gestione Pubblica vs. Privatizzazione L’idea di imprese pubbliche non è contraria alla Costituzione. Anzi, la gestione pubblica di alcune imprese è vista come necessaria per proteggere l’interesse collettivo. Negli anni recenti si è assistito a un processo di privatizzazione, ma la Costituzione non obbliga alla privatizzazione di tutte le imprese. Alcune norme, sebbene dimenticate, consentono allo Stato di intervenire direttamente nella gestione di settori cruciali, mantenendo l’equilibrio sociale. Limiti dell’Intervento Statale Sebbene l’intervento statale sia supportato dalla Costituzione, esistono rischi di corruzione e di intromissione politica nell’economia. Questi problemi non giustificano una totale delegittimazione dell’intervento statale, ma indicano la necessità di migliorare i meccanismi di intervento pubblico per evitare tali rischi. Funzione Costituzionale: La Costituzione italiana è concepita come un documento “vivente”, destinato a guidare lo sviluppo politico ed economico del Paese e a garantire una società giusta. Non è una Costituzione adatta a tutte le stagioni politiche, poiché difende valori di solidarietà e uguaglianza che non possono essere ignorati senza tradire il suo spirito. Essa rappresenta un equilibrio tra libertà economica e la necessità di intervento pubblico per proteggere il bene collettivo. Articolo 3: Stabilisce il principio di uguaglianza e promuove politiche pubbliche per ridurre le disuguaglianze socioeconomiche. Le risorse economiche e i settori chiave dovrebbero essere gestiti per migliorare le condizioni di vita della comunità, evitando che siano concentrati in mani private senza controllo pubblico. Gestione Pubblica e Privata delle Risorse: La Costituzione stabilisce che le risorse, come le banche e le attività essenziali, non devono essere monopolizzate dai privati. Lo Stato deve garantire l’accesso a queste risorse per tutti, assicurando che i profitti siano redistribuiti equamente. Privatizzazioni e Rischi: Le privatizzazioni di settori essenziali, come le comunicazioni, l’energia e le infrastrutture, hanno comportato la concentrazione di potere nelle mani di pochi privati, con effetti negativi sulle disuguaglianze economiche. Internet e Servizi Pubblici: L’accesso a Internet dovrebbe essere un servizio pubblico garantito dallo Stato, essenziale per tutti. La rete deve rimanere sotto controllo pubblico, per evitare che i privati aumentino i costi a discapito dei cittadini. Sistema Economico e Lavoro Articoli 45 e 46: Questi articoli stabiliscono che i lavoratori devono partecipare attivamente alla gestione delle imprese. Non deve esserci contrapposizione tra lavoratori e datori di lavoro, ma piuttosto cooperazione per il bene comune. Riforma del Sistema Lavorativo: Modelli storici come quello di Adriano Olivetti, che negli anni ‘60 coinvolse i lavoratori nella gestione delle imprese, sono coerenti con l’idea costituzionale di un equilibrio tra lavoro e impresa, piuttosto che un conflitto tra le due parti. Indirizzo Politico e Socialismo Visione Economica della Costituzione: La Costituzione italiana non può essere classificata come di “sinistra” o di “destra”. Essa prevede un equilibrio tra le forze economiche e politiche, favorendo la cooperazione tra lavoratori e datori di lavoro. Riforme e Contraddizioni: Le politiche liberiste degli ultimi decenni, influenzate dai trattati internazionali, hanno indebolito alcuni principi costituzionali, come la protezione dei diritti economici e sociali. In particolare, l’orientamento neoliberista delle riforme ha indebolito le politiche di redistribuzione e di partecipazione dei lavoratori. Il Ruolo della Costituzione nel Confronto con i Trattati Internazionali Trattati Internazionali e Costituzione: I trattati internazionali, come quelli dell’Unione Europea, hanno portato a un indirizzo più competitivo e liberista, che a volte contrasta con i principi di solidarietà sociale e giustizia economica previsti dalla Costituzione italiana. Articoli 43 e 46: Questi articoli trattano della gestione dei beni pubblici e della partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, ma nella realtà economica attuale si è verificato un allontanamento da queste idee costituzionali. Giustizia Costituzionale e Internazionale Corte Costituzionale: La Corte Costituzionale italiana ha un ruolo cruciale nel risolvere le controversie riguardanti la violazione della Costituzione, ma non sempre i cittadini possono agire direttamente in giudizio per sollevare questioni costituzionali. Giustizia Internazionale: Le Nazioni Unite e la Corte Europea dei Diritti Umani promuovono i diritti umani e la giustizia sociale globalmente. Tuttavia, l’applicazione di questi principi può essere complicata dalle differenze nei trattati internazionali, che talvolta contrastano con le normative nazionali. Conflitto tra Leggi Nazionali e Internazionali: Quando le leggi internazionali entrano in conflitto con quelle costituzionali italiane, è necessario trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti costituzionali nazionali e l’integrazione con le normative internazionali. Corte Penale Internazionale e il Trattato di Roma (1998) La CPI è stata istituita nel 1998 tramite il Trattato di Roma, il primo tribunale internazionale per giudicare crimini gravi, come genocidi e crimini di guerra, rappresentando una giustizia universale. Il Trattato di Roma stabilisce che la CPI ha una personalità giuridica internazionale separata dall’ONU, ma collegata agli organismi internazionali. La CPI giudica crimini di guerra