Le Due Rivoluzioni Inglesi PDF

Summary

Questo documento descrive le due rivoluzioni inglesi, inquadrandole in un contesto storico. Analizza le cause, le conseguenze e i principali protagonisti di questi eventi storici. La prima rivoluzione inglese e la seconda rivoluzione inglese, anche detta Rivoluzione Gloriosa. Esplora le figure importanti come Carlo I e Oliver Cromwell, oltre a Guglielmo III d'Orange.

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Le due rivoluzioni inglesi Nel 1625 Carlo I Stuart succede al padre Giacomo che aveva unificato i Regni di Scozia e Inghilterra. Salito al potere con un gesto da sovrano assoluto decide di sciogliere il Parlamento (costituito da due camere, dei Comuni e dei Lords). Ma nel 1628 i membri del Parlame...

Le due rivoluzioni inglesi Nel 1625 Carlo I Stuart succede al padre Giacomo che aveva unificato i Regni di Scozia e Inghilterra. Salito al potere con un gesto da sovrano assoluto decide di sciogliere il Parlamento (costituito da due camere, dei Comuni e dei Lords). Ma nel 1628 i membri del Parlamento sottopongono a Carlo I la Petition of Right: il principio, è che nessuna politica fiscale possa essere intrapresa dal re senza l’approvazione del Parlamento. Altro principio difeso: che il re non possa sciogliere il Parlamento a suo piacere. Il re la firma ma poi scioglie di nuovo il Parlamento fino al 1640 governando per anni senza rispettarla, sciogliendo e riconvocando a seconda del bisogno. Scoppia la PRIMA RIVOLUZIONE e si arriva alla guerra civile, con il paese spaccato in due: i realisti (il re appoggiato dai Lords) e i sostenitori del Parlamento (Londra, la classe media, la nobiltà minore, gli scozzesi - protestanti - a cui promettono libertà religiosa in cambio di aiuto militare), guidati da Oliver Cromwell, un gentiluomo di campagna membro della Camera dei Comuni, che organizza un esercito moderno (New Model Army), di volontari ben pagati e ben consapevoli del significato politico e religioso, suggestionati dalla dottrina calvinista (elaborata dal riformatore francese Giovanni Calvino, caratterizzata da un assoluto rigore morale e austerità di costumi). L’esercito regio meno motivato e organizzato viene battuto nel 1645 a Naseby e re Carlo I viene processato e decapitato nel 1649 a Londra. Mentre Cromwell costituisce la Repubblica (Commonwealth=bene comune), con l’ambizione di includere anche Scozia e Irlanda, ribellatasi al dominio inglese sin dal 1641, riconquistandole con brutale fermezza. Epura il Parlamento e reprime i sostenitori di idee più radicali, i cosiddetti Livellatori che redigono un documento dal titolo Patto del popolo e gli Zappatori, più radicali e sostenitori di un ideale di comunismo, di abolizione della proprietà privata. Mentre lascia libertà di culto ai puritani e limita le libertà a cattolici e anglicani. Per sostenere i costi delle guerre, Cromwell aumenta l’imposizione fiscale, che diventa superiore addirittura a quella di Carlo I, e con un colpo di Stato militare scioglie il Parlamento e si proclama Lord Protettore diventando una specie di tiranno, proclamando che la sua carica è ereditaria. Ma alla sua morte avvenuta nel 1658 il potere non passa al figlio. Nel 1660 viene ricostituito un Parlamento bicamerale, e la Camera dei Comuni ridà il potere a Carlo II Stuart, figlio del re decapitato: è la fine dell’esperimento repubblicano e l’inizio della Restaurazione Stuart. La SECONDA RIVOLUZIONE è meno cruenta, è per questo nota come GLORIOSA rivoluzione, per distinguerla della prima più sanguinosa. Quando il filocattolico Giacomo II Stuart, fratello del precedente, diventa nel 1685 re (dopo contrasti tra i favorevoli e i contrari alla successione, tory e whig, due gruppi di opinione tra cui si dividono i parlamentari inglesi), e fa riconoscere diritti politici ai cattolici in opposizione al Parlamento, in maggioranza protestante, attraverso la Dichiarazione di indulgenza che abolisce i Test Acts, che limitavano la partecipazione dei cattolici alla vita pubblica del regno. Si compie un’altra rottura tra Parlamento e sovrano. Il Parlamento, di comune accordo tra i maggiori leader sia whig che tory, chiama Guglielmo III d’Orange, comandante supremo dell’esercito di Olanda (genero del re, cioè marito di Maria Stuart, figlia di Giacomo II Stuart e protestante), un misto tra sovrano e presidente della Repubblica. Guglielmo sbarca in Inghilterra e re Giacomo II fugge in Francia, dopo di che il Parlamento offre la corona a Guglielmo che l’accetta nel 1689. Poiché Maria e Guglielmo III d’Orange non hanno avuto figli, nel 1701 il Parlamento approva una norma che impedisce a un cattolico di succedere al trono per evitare la successione di Giacomo Edoardo Stuart, figlio di Giacomo II. Alla morte di Guglielmo III nel 1702 è Anna Stuart (figlia di Giacomo II e sorella di Maria e come lei protestante), a diventare regina d’Inghilterra. Nasce sotto il suo regno la Gran Bretagna che unisce Inghilterra, Galles, Scozia e le terre irlandesi in un unico regno, unendo i rispettivi parlamenti in un unico con sede a Londra. E con la morte di Anna avvenuta nel 1714, che non ha eredi, si conclude la dinastia Stuart. Diventa re di Gran Bretagna un tedesco, Giorgio I Hannover (marito di Sofia, nipote di Giacomo I Stuart), che sceglie di appoggiarsi ai whig collaborando col loro leader Robert Walpole. Nasce la figura del Primo ministro che funge da coordinatore tra i ministri e da legame tra il governo e il re. → Conseguenze: 1) con la battaglia di Boyne del 1690, in Irlanda, inizia la questione irlandese: Giacomo II Stuart si allea con i cattolici irlandesi, Guglielmo interviene e lo costringe nuovamente alla fuga in Francia; dopo però si procede (come punizione) all’esproprio delle terre dei proprietari irlandesi cattolici e si vieta ai cattolici di ricoprire cariche pubbliche rintroducendo i Test Acts; iniziano le tensioni tra cattolici ed élites protestanti inglesi o scozzesi in Irlanda. 2) Con la proclamazione nel 1689 del Bill of Rights (Legge dei diritti), la monarchia di Guglielmo diventa a tutti gli effetti “limitata”, il contrario di “assoluta”, cioè una moderna monarchia costituzionale, in cui il potere del re è limitato e controllato dal Parlamento, e in cui la legittimità del re non viene ascritta al diritto divino, ma alla scelta del Parlamento. Il re non può annullare leggi del Parlamento (non ha più potere legislativo), non può imporre tasse senza l’autorizzazione del Parlamento, non può tenere un esercito personale, non può autorizzare processi arbitrari (non ha più potere giudiziario). Mantiene però alcune prerogative: la responsabilità della politica estera e della guida dell’esercito, di nominare i ministri, formalmente responsabili solo nei suoi confronti. 3) Il Parlamento diventa un organismo di rappresentanza non solo cetuale, ma di tutta la società inglese, non solo di coloro che possiedono i seggi per diritto ereditario o che possono votare per le loro ricchezze, anche se il corpo elettorale è esiguo, per mezzo delle elezioni. Approva una serie di leggi che riconoscono legittimi i culti delle sette protestanti ma vengono confermati i Test Acts, stabilisce in tre anni la durata di una legislatura, più libertà alla stampa. 4) Concezione moderna che il governo è un CONTRATTO collettivo di garanzia tra le parti: una si impegna a difendere l’altra attraverso una forma di rappresentanza, lo Stato- sovrano diventa garante della stabilità e della pace per far cessare la paura di essere sopraffatti dai propri simili (la guerra di tutti contro tutti, di ogni uomo contro ogni altro uomo, Homo homini lupus «l'uomo è un lupo per l’uomo» di Thomas Hobbes); difendendo la proprietà privata e le attività commerciali, oltre che la libertà personale, e pagando le tasse, come teorizzato da John Locke. Se una delle due parti sgarra, questo contratto si può sciogliere come qualsiasi contratto.

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