La Moda Attraverso le Quattro Rivoluzioni Industriali PDF

Document Details

AstonishingHeliotrope5581

Uploaded by AstonishingHeliotrope5581

Politecnico di Milano

Tags

fashion history industrial revolution business models design processes

Summary

Questo documento analizza l'evoluzione dell'industria della moda attraverso le quattro rivoluzioni industriali, concentrandosi sui modelli organizzativi e sui processi progettuali. Il testo esplora le trasformazioni significative che hanno caratterizzato il settore, dall'avvento delle macchine a vapore fino all'era digitale. I principali punti trattati includono la globalizzazione, la competizione, e le nuove tecnologie.

Full Transcript

## La Moda Attraverso le Quattro Rivoluzioni Industriali: Modelli Organizzativi e Processi Progettuali ### C/2 **La Moda Attraverso le Quattro Rivoluzioni Industriali:** - La produzione di tessuti e l'abbigliamento sono profondamente radicati nella storia delle civiltà umane. - Giocato un ruolo c...

## La Moda Attraverso le Quattro Rivoluzioni Industriali: Modelli Organizzativi e Processi Progettuali ### C/2 **La Moda Attraverso le Quattro Rivoluzioni Industriali:** - La produzione di tessuti e l'abbigliamento sono profondamente radicati nella storia delle civiltà umane. - Giocato un ruolo cruciale nella transizione verso la modernità. - Hanno partecipato in modo consistente alle rivoluzioni industriali e incidendo sullo sviluppo dei modelli di produzione di massa. - Una lunga storia fatta di cicli di grande espansione e di crisi. **A partire dal Regno Unito alla fine del XVIII secolo, l'industria tessile:** - Tra i settori trainanti della Prima Rivoluzione Industriale Europea. - Grazie alle macchine a vapore e alla propulsione idrica. - Successivamente, di quella nordamericana. **La meccanizzazione più spinta degli inizi del XX secolo, ottenuta grazie all'introduzione dell'energia elettrica:** - Ha investito anche l'industria dell'abbigliamento. - Facendone uno dei motori più rilevanti di una seconda fase evolutiva. - Caratterizzata dall'affermarsi del modello di produzione e di consumo di massa. **Grazie alle continue innovazioni tecnologiche e alla diffusione nei principali paesi occidentali, la Seconda Rivoluzione Industriale:** - Ha investito tutti i processi e i comparti della filiera. - Dalla filatura alla confezione. **Con la moderna globalizzazione:** - Si creano le condizioni per l'apertura di nuovi mercati. - Si alimentano contestri competitivi sempre più affollati. **I modelli di business maggiormente competitivi sono sempre più caratterizzati da processi paralleli e aperti, con figure professionali in possesso di competenze multidisciplinari che integrano aspetti tecnico-progettuali con conoscenze manageriali.** **Lo Sviluppo di accordi commerciali internazionali con le economie in crescita, come quelle asiatiche:** - Ha accelerato il processo di delocalizzazione. **Il sistema di produzione a controllo elettronico della Terza Rivoluzione Industriale:** - È un fattore chiave per consolidare l'esternalizzazione di molte fasi produttive. - I sistemi CAD/CAM abilitano lo scambio di dati attraverso linguaggi software standardizzati. **A seguito di queste trasformazioni l'industria della moda esce dagli anni Novanta radicalmente trasformata, in un contesto di mercati maturi e saturi in cui si affacciano nuovi produttori a basso costo:** - Come il fast fashion. - Internet abbatte definitivamente le barriere di comunicazione. **In particolare molte regioni europee legate tradizionalmente alla moda e alla produzione tessile:** - Vengono impoverite. - Vengono private del forte legame con la propria cultura materiale originariamente alimentata dal tessuto industriale. - Un crescente numero di piccole imprese e di terzisti locali viene progressivamente escluso dalle reti di fornitura **Tuttavia, nonostante i vantaggi previsti a breve termine sul piano dell'efficienza e della competitività, questo processo finisce ben presto per mostrare implicazioni molto controverse.** **Già dall'inizio degli anni Duemila:** - Molte aziende moda iniziano ad avviare operazioni complesse e costose di smantellamento e ri-localizzazione domestica delle proprie attività manifatturiere. - Questo anche a seguito degli alti costi ambientali e sociali che molti gruppi, in particolare quelli orientati al mercato di massa, si trovano a dover giustificare nei confronti dell'opinione publica. **La profonda trasformazione dei sistemi tecnici e tecnologici degli ultimi due secoli è quindi per intero rispecchiata dall'industria dell'abbigliamento che tuttavia presenta alcune caratteristiche peculiari nell'evoluzione dei propri modelli organizzativi.** **Come molti artefatti che hanno accompagnato l'intera storia delle civilta umane e che sono nati in risposta a bisogni fondamentali, i prodotti moda sono divenuti nel tempo protesi semantiche,** - Veri e propri mediatori culturali. - Preservano infatti nella propria evoluzione un alto contenuto culturale. - Partecipano del processo di semantizzazione delle società moderne. - Come linguaggio, concorrono a definire l'identità individuale. - Mettono in relazione con la cultura di appartenenza attraverso un dialogo simbolico. **Questa particolare natura della moda, a metà tra industria di beni di comsumo e industria culturale, è probabilmente alla base dei modelli organizzativi che ha generato.** - Si sono caratterizzati da una struttura a doppia leadership. - Creatività e management partecipano in maniera non gerarchica dei processi decisionali e di indirizzo strategico. **Evidenza di ciò è la prevalenza tra le aziende fondate alle origini del sistema moda dei cosiddetti designer brands,** - Nati appunto ancorando l'identità della marca all'identità del creativo. - Un modello operativo ideale per garantire la centralità del design. - È reso possibile in una fase in cui l'articolazione lineare dei processi e la relativa complessità dei mercati consentivano di concentrare molte funzioni in pochi ruoli. - Favoriscono lo scambio di informazioni e la gestione di processi collaborativi. **All'inizio del XXI secolo, l'industria della moda si è molto trasformata a seguito dell'espansione e della riorganizzazione imposta dai nuovi paradigmi tecnologici, competitivi e di mercato.** - In questo contesto, l'originaria centralità del processo creativo, personificata dal designer, non è più compatibile con organizzazioni ampie e complesse. - Cicli sempre più brevi, reti estese a livello globale. - Nascono così nuove forme organizzative che codificano in ruoli inediti funzioni implicite nei modelli originari. **I Processo chiave nell'organizzazione moda:** - Il passaggio dall'economia industriale all'economia della conoscenza ha sottolineato la necessità di una nuova visione della gerarchia delle organizzazioni e della gestione dei processi. - I modelli di business maggiormente competitivi sono sempre più caratterizzati da processi paralleli e aperti, con figure professionali in possesso di competenze multidisciplinari che integrano aspetti tecnico-progettuali con conoscenze manageriali. - Questa trasformazione ha iniziato a investire tutti i settori e sta cambiando il ruolo stesso del design e la sua rilevanza nell'ambito delle organizzazioni. - Da funzione tecnica, il pensiero progettuale è infatti oggi considerato fattore chiave nel processo decisionale. - Il pensiero progettuale è diventando attitudine ricercata a livello di top management. - Poiché la funzione di design ha sempre avuto una centralità nell'ambito della moda, assecondando la natura peculiare di questa industria, è particolarmente interessante osservarne il ruolo nelle imprese contemporanee. **È infatti possibile riscontrare proprio in questo settore una visione piuttosto avanzata rispetto ad alcuni principi che le scienze dell'organizzazione utilizzano per leggere le trasformazioni in atto:** - In particolare, la gestione per processi, il lavoro per progetti, la gestione della conoscenza. **È necessario innanzitutto partire da tre caratteristiche peculiari del modello di business che contraddistinguono la moda per poterne comprendere a fondo l'organizzazione:** - La natura dell'offerta in forma di collezione. - Il ciclo di vita del prodotto ancorato alla stagionalità. - Il modello cosiddetto programmato di produzione e distribuzione. **Con riferimento al primo aspetto:** - Il sistema moda ha la particolarità di articolare la propria offerta come famiglia di prodotti e mai, a parte rarissimi casi, come prodotto singolo. **In altre parole ogni ciclo di ricerca, design e sviluppo ha l'obiettivo di elaborare un intero portafoglio di prodotti, la collezione,** - Spesso coordinando categorie complementari, come per esempio abbigliamento e accessori, composto da pezzi nuovi e rinnovati rispetto alle stagioni precedenti. **Nonostante nell'immaginario comune la moda venga vista come terreno di libera creatività, l'architettura della collezione è pianificata sin dalle prime fasi come sistema complesso e coerente:** - Definisce numericamente per soddisfare le esigenze del mercato, proporre nuovi contenuti e al tempo stesso essere riconoscibile rispetto all'identità del brand e al suo posizionamento. **In secondo luogo, una collezione è progettata,** - Prodotta e consegnata sulla base di un calendario stagionale molto rigido. - Le tempistiche accelerate, che vede il lancio di almeno quattro collezioni l'anno anche nel segmento del prêt-à-porter o del lusso. - La moda è quindi centrata su un modello di gestione del ciclo di vita dei prodotti. - La loro obsolescenza è pianificata e corrisponde a tempistiche rigorose ancorate ai calendari stagionali formalizzati dal sistema moda globale: fiere, Settimane della moda, campagne vendite, distribuzione in negozio, saldi. **In terzo luogo, il modello tradizionale di produzione e commercializzazione nato nell'ambito del prêt-à-porter è basato sul cosiddetto programmato e semi-programmato,** - I capi e gli accessori destinati ai negozi vengono prodotti solo dopo aver raccolto gli ordini dai buyer durante le campagne vendita. - Ciò riduce il rischio di produzione al buio e di rimanenze di magazzino. - Genera un livello superiore di complessità che porta ad anticipare le fasi di ricerca e sviluppo di quasi un anno rispetto al lancio sul mercato. - Comporta due cicli di produzione. - Il primo di piccola scala, è finalizzato alla realizzazione dei campionari destinati a essere utilizzati per mostrate ai buyer le collezioni e raccogliere gli ordini. - Questo ciclo produttivo è spesso internalizzato, in laboratori di proprietà o affidato a fornitori locali territorialmente più accessibili e più controllabili. - Il secondo, di scala più ampia, è finalizzato alla commercializzazione finale nei diversi canali di vendita del brand. - Questo secondo ciclo produttivo è spesso gestito attraverso una catena di fornitura diversa rispetto al primo e una rete produttiva più ampia e delocalizzata. **Questa complessa e accelerata organizzazione può essere gestita solo in virtù di un'efficace integrazione organizzativa nella quale tutto il ciclo è basato su tre macro-processi paralleli (fig. 1).** - Il pilastro organizzativo centrale è rappresentato dal processo di creazione e sviluppo prodotto, supportato dalla pianificazione e gestione della comunicazione e dallo sviluppo dei mercati e della distribuzione. - La leadership di queste tre macro-funzioni è affidata a tre figure chiave: direttore creativo, direttore artistico e direttore retail. - Caratterizzate da una forte interazione durante tutto il ciclo di sviluppo prodotto. - Si tratta di ruoli ibridi nelle proprie competenze. - Coniugano conoscenze tecniche e creative a capacità gestionali. - La loro efficacia si basa sulla focalizzazione e il presidio delle diverse fasi di ciascun macro-processo. - Il loro coordinamento è garantito da ruoli manageriali intermedi. - In particolare direzione di collezione, brand management, merchandising e product management sono funzioni di raccordo fondamentali che garantiscono il rispetto delle fasi e dei tempi previsti, trasferendo da un processo all'altro le informazioni necessarie all'integrazione orizzontale e verticale. - In questo modo i dati provenienti dai canali di vendita possono essere utilizzati in fase di pianificazione dell'architettura di collezione. **È infatti possibile riscontrare proprio in questo settore una visione piuttosto avanzata rispetto ad alcuni principi che le scienze dell'organizzazione utilizzano per leggere le trasformazioni in atto:** - La gestione per processi, il lavoro per progetti, la gestione della conoscenza. **È necessario innanzitutto partire da tre caratteristiche peculiari del modello di business che contraddistinguono la moda per poterne comprendere a fondo l'organizzazione:** - la natura dell'offerta in forma di collezione. - Il ciclo di vita del prodotto ancorato alla stagionalità. - Il modello cosiddetto programmato di produzione e distribuzione. **Con riferimento al primo aspetto, il sistema moda ha la particolarità di articolare la propria offerta come famiglia di prodotti e mai, a parte rarissimi casi, come prodotto singolo.** - In altre parole ogni ciclo di ricerca, design e sviluppo ha l'obiettivo di elaborare un intero portafoglio di prodotti, la collezione, spesso coordinando categorie complementari, come per esempio abbigliamento e accessori, composto da pezzi nuovi e rinnovati rispetto alle stagioni precedenti. **Nonostante nell'immaginario comune la moda venga vista come terreno di libera creatività, l'architettura della collezione è pianificata sin dalle prime fasi come sistema complesso e coerente, definito numericamente per soddisfare le esigenze del mercato, proporre nuovi contenuti e al tempo stesso essere riconoscibile rispetto all'identità del brand e al suo posizionamento**. **In secondo luogo, una collezione è progettata, prodotta e consegnata sulla base di un calendario stagionale molto rigido e dalle tempistiche accelerate:** - Veder il lancio di almeno quattro collezioni l'anno anche nel segmento del prêt-à-porter o del lusso. - La moda è quindi centrata su un modello di gestione del ciclo di vita dei prodotti. - La loro obsolescenza è pianificata e corrisponde a tempistiche rigorose ancorate ai calendari stagionali formalizzati dal sistema moda globale: fiere, Settimane della moda, campagne vendite, distribuzione in negozio, saldi. **In terzo luogo, il modello tradizionale di produzione e commercializzazione nato nell'ambito del prêt-à-porter è basato sul cosiddetto programmato e semi-programmato:** - I capi e gli accessori destinati ai negozi vengono prodotti solo dopo aver raccolto gli ordini dai buyer durante le campagne vendita. - Ciò riduce il rischio di produzione al buio e di rimanenze di magazzino. - Genera un livello superiore di complessità che porta ad anticipare le fasi di ricerca e sviluppo di quasi un anno rispetto al lancio sul mercato. - Comporta due cicli di produzione. - Il primo di piccola scala, è finalizzato alla realizzazione dei campionari destinati a essere utilizzati per mostrate ai buyer le collezioni e raccogliere gli ordini. - Questo ciclo produttivo è spesso internalizzato, in laboratori di proprietà o affidato a fornitori locali territorialmente più accessibili e più controllabili. - Il secondo, di scala più ampia, è finalizzato alla commercializzazione finale nei diversi canali di vendita del brand. - Questo secondo ciclo produttivo è spesso gestito attraverso una catena di fornitura diversa rispetto al primo e una rete produttiva più ampia e delocalizzata. **Questa complessa e accelerata organizzazione può essere gestita solo in virtù di un'efficace integrazione organizzativa nella quale tutto il ciclo è basato su tre macro-processi paralleli (fig. 1).** - Il pilastro organizzativo centrale è rappresentato dal processo di creazione e sviluppo prodotto, supportato dalla pianificazione e gestione della comunicazione e dallo sviluppo dei mercati e della distribuzione. - La leadership di queste tre macro-funzioni è affidata a tre figure chiave: direttore creativo, direttore artistico e direttore retail. - Caratterizzate da una forte interazione durante tutto il ciclo di sviluppo prodotto. - Si tratta di ruoli ibridi nelle proprie competenze. - Coniugano conoscenze tecniche e creative a capacità gestionali. - La loro efficacia si basa sulla focalizzazione e il presidio delle diverse fasi di ciascun macro-processo. - Il loro coordinamento è garantito da ruoli manageriali intermedi. - In particolare direzione di collezione, brand management, merchandising e product management sono funzioni di raccordo fondamentali che garantiscono il rispetto delle fasi e dei tempi previsti, trasferendo da un processo all'altro le informazioni necessarie all'integrazione orizzontale e verticale. - In questo modo i dati provenienti dai canali di vendita possono essere utilizzati in fase di pianificazione dell'architettura di collezione. **Nell'ambito della gestione della conoscenza, fondamentale nelle organizzazioni contemporanee, il settore si è pertanto dotato di figure e strumenti distintivi, ma le innovazioni tecnologiche legate al digitale potrebbero oggi consentire una trasformazione ben più radicale verso modelli più efficienti con benefici anche sul piano della sostenibilità ambientale.** **La Moda nella Quarta Rivoluzione Industriale: i modelli emergenti:** - L'industria della moda attraverso una lunga storia fatta di successi, crisi e cambiamenti, si affaccia oggi alla Quarta Rivoluzione Industriale con molte lezioni apprese e un grande potenziale di trasformazione verso modelli più efficienti e sostenibili. - Diverse condizioni stanno preparando il terreno per una possibile transizione. - Innanzitutto, una crescente attenzione dei Millennial verso una più stretta interazione con i brand attraverso dispositivi e media diversi, alla ricerca di un dialogo attivo. - Non più come ricettori passivi. - Inoltre, la capillarità di accesso alle informazioni e la creazione di comunità di valori attravers la Rete stanno alimentando un cambiamento generale nell'attitudine dei consumatori. - Questi sono sempre più sensibili alla "qualità autentica" non solo riscontrabile negli attributi tangibili e intangibili di beni e servizi, ma anche nella narrazione coerente e trasparente del processo che li ha generati. **D'altro canto:** - La possibilità di scambio di informazioni in tempo reale è in conflitto con il modello tradizionale del programmato tipico del prêt-à-porter e del lusso e peraltro già superato dall'approccio Quick Response sviluppato dal fast fashion. **E proprio i media interattivi, la comunicazione in tempo reale e la valorizzazione dei dati attraverso l'intelligenza artificiale, aprono oggi lo spazio a un nuovo modello organizzativo: l'industria 4.0.** **Questo paradigma può essere realizzato attraverso l'integrazione di tre componenti:** - La fabbrica intelligente, le reti intelligenti e i prodotti intelligenti (fig. 3). **La fabbrica intelligente:** - Si realizza grazie alla creazione di un'infrastruttura digitale che connette oggetti, macchine e persone attraverso l'Internet of Things (IoT) e V'Internet of People (IoP). - Questa infrastruttura consente di ottenere una completa interoperabilità del sistema in uno spazio cyber-fisico nel quale ogni elemento partecip del processo riceve e scambia informazioni. - E rende possibile anche la completa virtualizzazione dell'organizzazione. - La riproduzione di un modello virutale di tutta la catena produttiva consentendo il controllo in tempo reale di ogni fase e la possibilità di intervento in caso di anomalie e criticità. **Questo futuro cibernetico può sembrare lontano dalla dimensione tangibile della moda, soprattutto in un momento in cui la ricerca di autenticità del prodotto ha portato molte aziende a riscoprire l'artigianalità, talvolta con vere e proprie scuole di arti e mestieri, come nel caso di Bottega Veneta, del gruppo di Richmond o di Prada.** **Un esempio archetipico di questa polarità tra passato e futuro è rappresentato dal servizio su misura offerto da diverse aziende di abbigliamento maschile.** - La sfida è spesso quella di offrire ai propri clienti l'autentica esperienza di relazione con il sarto personale, che crea l'aspettativa di un prodotto artigianale. - Ma la necessità di essere veloci e competitivi porta poi a realizzare nel backstage un modello ibrido, particolarmente costoso e complesso, che gestisce la produzione dell'abito con tecnologie avanzate e solo pochi tocchi artigianali. - Manca cioè la comprensione delle vere potenzialità del paradigma 4.0 e delle nuove competenze necessarie alla sua realizzazione. - Non si tratta infatti di far convivere artigiani tradizionali insieme a ingegneri iper-specializzati, ma piuttosto di formare lavoratori aumentati, artigiani 4.0, in grado di combinare diverse serie di abilità umane insostituibili, come la destrezza manuale e la creatività, con tecnologie e dispositivi digitali. **Insieme al modello della fabbrica intelligente, anche le reti intelligenti diventano particolarmente rilevanti nella transizione dell'industria della moda verso il paradigma 4.0.** - Le imprese e i gruppi che operano oggi nel settore sono spesso caratterizzati da strutture eterogenee e disperse a livello globale. - Dove soluzioni tecnologiche diverse sono state stratificate e giustapposte creando conflitti su standard e perdita di informazioni. - Una serie completa di soluzioni, come le tecnologie di tracciamento (RFID, Beacons) o i software di Product Lifecycle Management (PLM), è già in grado di supportare l'integrazione orizzontale. - Può potenzialmente collegare l'intera catena del valore dai fornitori ai canali di vendita e comunicazione (digitali e fisici), seguendo i prodotti fino al termine del loro ciclo di vita, evitando sprechi e dispersione di risorse. - Del resto molti brand, come Fendi, Max Mara e Michael Kors, stanno già integrando tecnologie RFID nei loro prodotti, ma ai soli fini di combattere la contraffazione o di creare interazione con i clienti negli spazi di vendita. **In realtà le tecnologie che mettono in relazione prodotti, brand e clienti finali, aprono nuove opportunità.** - La rivoluzione operata da Internet ha infatti avuto come esito ormai consolidato la ricerca di una forte personalizzazione di prodotto da parte degli utenti. - Come visibile non solo in settori come lo sportswear, con casi come Nike e Adidas, ma oggi anche nell'ambito del lusso. - L'avvento dei social media, delle tecnologie IoT e della manifattura digitale ha oggi la potenzialità di abbattere completamente la barriera tra produzione e consumo. - Di trasformare la personalizzazione in un processo di progettazione partecipativa. - In questa prospettiva, il terzo componente essenziale del modello 4.0 è rappresentato dal fatto che i prodotti stessi possano diventare intelligenti. - Incorporando tecnologie che offrano nuovi servizi e prestazioni agli utenti, restando connessi e tracciabili per il loro intero ciclo di vita. - L'esito di questa trasformazione sta già cambiando la natura stessa della progettazione che non è più orientata ai soli prodotti, ma a sistemi-prodotto e prodotti-servizio. - Nuovi attori stanno già occupando gli spazi e le opportunità di mercato che le tecnologie digitali abilitano, aggregando catene del valore ibride e mettendo al centro qualità come disintermediazione, democratizzazione, personalizzazione, sostenibilità. **Tra questi, Velasca, un brand di calzature in pelle fondato nel 2012 dal duetto designer e imprenditore Jacopo Sebastio e Enrico Casati, che si basa sulla ricerca e integrazione di piccoli artigiani locali di alta qualità per la produzione di calzature classiche, rivisitazione contemporanea degli archetipi delle scarpe formali.** - La vendita è gestita attraverso una piattaforma digitale che consente la completa disintermediazione del mercato e l'adozione di una strategia di prezzi altamente competitiva in rapporto al valore del prodotto. - Oltre a incorporare meccanismi di fidelizzazione dei clienti attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale che rappresenta una delle principali voci di investimento dell'azienda. - Un'idea di prodotto di alta qualità democratizzato, che riesce a superare la polarizzazione tra fast fashion e prêt-à-porter di lusso. **Nuovi attori stanno già occupando gli spazi e le opportunità di mercato che le tecnologie digitali abilitano, aggregando catene del valore ibride e mettendo al centro valori come disintermediazione, democratizzazione, personalizzazione, sostenibilità.** **Feetz,** - Brand statunitense fondato pochi anni fa nel Sud della California. - Cuore pulsante dell'innovazione digitale. - Metta a sistema la potenzialità della manifattura digitale insieme alla capillarità dei canali e-commerce. - Il brand propone scarpe personalizzabili e su misura. - Prodotte con macchine da maglieria elettroniche e suole stampate in 3D. - Il cuore del progetto è la volontà di sperimentare modelli più sostenibili nella gestione del processo e del ciclo di vita del prodotto. - All'interno di una visione che tesse nuove relazioni tra dimensione locale e reti globali. **Ma vi sono segnali ancor più evidenti di una possibile e più profonda trasformazione del nostro paradigma di produzione e consumo.** - Per esempio Kniterate, lanciato attraverso la piattaforma Kickstarter, market-place virtuale partecipato dagli utenti finali. - Il progetto si basa su una macchina da maglieria digitale e compatta, in grado di assemblare un intero capo, progettato con software semplici e compatibili con i sistemi operativi più comuni e ad un prezzo accessibile. - Si tratta di una iniziativa che materializza un nuovo modello di produzione di piccola scala, distribuito sul territorio e basato sulla progettazione partecipata e sulla personalizzazione. - Non si tratta del concretizzarsi dell'ideologia del movimento makers, che preconizzava, in una prima fase, la presenza di tecnologie per l'autoproduzione in ogni ambiente domestico. - Si tratta piuttosto dell'emergere di un paradigma incentrato su strutture produttive leggere e locali, integrate in reti globali e aggregate da nuovi attori, designer-imprenditori contemporanei, attorno a nuove idee di prodotti-servizio. **Ciò può essere realizzato grazie alla creazione di un ecosistema sempre più ricco di iniziative imprenditoriali che offrono soluzioni in grado di colmare molti dei gap tecnologici del modello tradizionale.** - Come nel caso di EVO, un'azienda che offre una piattaforma per la determinazione dei prezzi e l'ottimizzazione delle scorte basata sull'integrazione e analisi dei dati in tempo reale. - O di soluzioni come quella fornita da Nuxie per la creazione e gestione dei cataloghi virtuali, con l'obiettivo di eliminare diversi passaggi molto costosi e inefficienti nel processo di intermediazione del settore. **Fino alla completa eliminazione della fase di produzione del campionario grazie alle tecnologie di modellazione 3D e alla realtà aumentata,** - Come dimostrato da You-visit che, utilizzando tecnologie immersive, può creare sfilate di moda completamente virtuali. - Infine, come per esempio nel caso di Stentle, una società fondata nel 2014, vi è oggi la reale possibilità di integrazione completa dei canali di distribuzione e comunicazione, sia fisici sia virtuali, offrendo ai clienti un servizio personalizzato e flessibile. - Raccogliendo dati in tempo reale per ottimizzare la gestione logistica e informare il processo di sviluppo delle collezioni. **Pertanto, se visto da un punto di vista del processo di design, il paradigma di integrazione di fabbriche intelligenti, reti intelligenti e prodotti inteligenti ha un potenziale che va oltre l'efficienza e la sostenibilità.** - All'interno di questo nuovo scenario, il design può diventare un motore creativo potenziato, connesso in tempo reale con l'intera catena del valore. - I processi di ricerca, progettazione e sviluppo prodotto possono essere rappresentati in questo contesto come fulcro delle tre componenti del paradigma 4.0 (fig. 3) e connessi con tutti i nodi della Rete attraverso set di tecnologie e soluzioni digitali. - In questo scenario il processo creativo potrebbe essere costantemente informato da dati provenienti sia dalle funzioni interne di management e produzione, sia dalle reti a monte e a valle di fornitori, negozi, clienti. - Ciò potrebbe consentire il passaggio da cicli di progettazione e sviluppo stagionali, basati su un portafoglio prodotti ampio e complesso, a cicli continui, focalizzati su piccoli pacchetti di prodotti, più mirati e coerenti con le tendenze culturali e le esigenze dei clienti. **Grazie alla trasformazione digitale, la dimensione organizzativa è oggi alle soglie di un cambiamento paradigmatico le cui opportunità sono state solo in parte colte dal sistema moda tradizionale.** - La difficoltà di trasformazione di organizzazioni complesse. - Unita alle necessità di un cambiamento culturale e di visione sulle potenzialità del paradigma 4.0, rende molto lenta l'adozione di soluzioni efficaci. - Manca in particolare un vero e proprio approccio sistemico che possa consentire di integrare queste soluzioni nella direzione di una transizione sostanziale verso nuovi modelli di business, non solo più efficienti. - Ma più vicini ai consumatori finali e più sostenibili rispetto agli attuali paradigmi di produzione e di consumo.

Use Quizgecko on...
Browser
Browser