Effetti Rivoluzione Industriale sulla Moda Inglese (L'800) PDF

Summary

Questo documento analizza l'impatto della Rivoluzione Industriale sulla moda inglese nel XIX secolo, esaminando le invenzioni e le innovazioni nel settore tessile, filatura e tessitura, con particolare enfasi sul ruolo del cotone e sull'introduzione di macchine come il filatoio idraulico e la macchina a vapore. Il documento esplora anche la diffusione della moda e i cambiamenti sociali correlati.

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**L'800** **EFFETTI RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SUL MONDO DELLA MODA** La rivoluzione industriale inglese ha fatto passare l'Inghilterra da un'economica prevalentemente agricola ad una caratterizzata dal settore manifatturiero e dalla meccanizzazione dei processi produttivi. All'inizio dell'800 un'ond...

**L'800** **EFFETTI RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SUL MONDO DELLA MODA** La rivoluzione industriale inglese ha fatto passare l'Inghilterra da un'economica prevalentemente agricola ad una caratterizzata dal settore manifatturiero e dalla meccanizzazione dei processi produttivi. All'inizio dell'800 un'ondata di invenzioni e innovazioni investì la manifattura tessile inglese. Questa improvvisa trasformazione del processo tecnologico è legata alle complesse trasformazioni che interessarono la struttura dei consumi a causa di perfezionamenti delle tecniche agricole e dell'intensificazione degli scambi con le colonie. L'applicazione di metodi intensivi di sfruttamento della terra consentì all'agricoltura inglese di incrementare la produttività. Di conseguenza, il consumo di manufatti divenne sempre più comune nelle abitudini di spesa. Parallelamente a ciò crebbe anche l'affermarsi di nuovi gusti dei consumatori. I consumatori preferivano i **calicò indiani** (tele stampate a tinte intense con motivi floreali) rispetto ai tessuti grossolani di lana. Erano tessuti noti agli europei già alla fine del 500. Questa nuova moda si diffuse in tutta Europa. In **Inghilterra** le tele indiane minacciarono gli interessi dei proprietari terrieri, dei mercanti che organizzavano produzione di filati e della nobiltà che aveva fatto delle stoffe spente e tetre che cadevano informi sul corpo per la classe sociale bassa in modo da evidenziare la loro inferiore condizione. Per limitare questa diffusione di tele indiane furono emanati 2 provvedimenti legislativi per proibire l'importazione del cotone. Ciò fu inutile in quanto non impedì affatto l'importazione, anzi, la domanda di manufatti di cotone era sempre crescente e fu determinante per l'avvio di innovazioni tecnologiche come una nuova macchina per la tessitura "**SPOLA VOLANTE**" che consentiva una maggiore produzione a costi minori rispetto ai tradizionali telai. Vi era però un problema ossia che per produrre più stoffe serviva più filo, ma siccome nella produzione di filato non vi erano state innovazioni, si andava più lenti nella produzione. In questo periodo da una parte vedevamo la limitazione dell'importazione delle stoffe e dall'altro L'Inghilterra che iniziò una serie di innovazioni semplici realizzate da operai e artigiani. Importanti invenzioni furono quella della filatura meccanica. **MACCHINA/FILATOIO IDRAULICO**Nel filatoio idraulico il lavoro delle dita femminili era sostituito da 2 coppie di rulli poste ad una distanza variabile l'una dall'altra in funzione della lunghezza della fibra. Non erano più donne che filavano in casa ma erano grandi fabbriche con una produttività di circa 100 volte superiore. La macchina idraulica aveva però degli svantaggi ossia quello che la produzione deve avvenire vicino ai corsi d'acqua e che di conseguenza in estate non avverrà a causa dello scarseggio dell'acqua. **LA GIANNETTA** Alla macchina idraulica si aggiunse **LA GIANNETTA (SPINNING JENNY)** che consentiva di lavorare contemporaneamente molti filati ma sottoponendoli a tensioni di intensità diverse erano molto frequenti le rotture del filato stesso. Dalla combinazione di rulli del filatoio e i fusi multipli della giannetta nacque il **FILATOIO INTERMITTENTE**. Il filato grazie a questa invenzione fu posto ad una tensione costante ottenendo filati più fini, resistenti e uniformi. Questo consentì di produrre tessuti di puro cotone che avevano qualità interessanti sia per i consumatori che per i produttori. Il cotone si prestava alla meccanizzazione a differenza di lana e lino. I filati di lana, derivando da una fibra animale, erano troppo fragili per essere sottoposti alla lavorazione di una macchina mentre quelli di lino contenevano una sostanza gommosa da eliminare prima della filatura. **MACCHINA A VAPORE**Quando il filatoio idraulico era super diffuso, fu introdotta nelle fabbriche la **MACCHINA A VAPORE** (realizzata da Boulton e Watt). Il vapore si sostituiva all'acqua come forza motrice donando una maggiore potenza. Inoltre essa aveva una sua indipendenza energetica. La produzione tessile poteva quindi essere impiantata nelle città dove non vi erano corsi d'acqua nelle vicinanze dando vita alle **CITTA INDUSTRIALI E ALLA MANODOPERA A BASSO COSTO**. **Il TELAIO MECCANICO** rapido ed automatico, inizialmente mosso dall'acqua ma successivamente alimentato dalla macchina a vapore. I telai non sono più in legno ma in ferro. Alla macchina c'è un'operaia e al controllo della macchina vi è un uomo. Settore tessile e dell'abbigliamento sono settori nei quali le donne trovano spazio. Queste sono macchine più complesse ed hanno bisogno di tecnici specializzati. **COLORI SINTETICI**innovazione legata all'industria della chimica. La semplificazione delle tecniche di tintura. I coloranti furono utilizzati nel settore tessile per colorare stoffe di cotone con stampe e fantasie. **TELAIO JAQUARD**inventato per i tessuti di seta, i quali avevano un filato molto delicato e necessitavano di telai a parte. L'invenzione di questo telaio rese possibile la produzione della seta a costi minori. **FERROVIE E NAVI A VAPORE** i trasporti abbasseranno i costi dei tessuti e spingeranno la diffusione della moda verso la massa. **MACCHINA DA CUCIRE**alimentò il lavoro a domicilio rendendo l'abbigliamento un bene di diffusione di massa. Le donne possono comprare anche a rate macchine da cucire. Nascono le **SARTE A CASA,** che potevano lavorare a domicilio per grandi aziende, accudire figli e guadagnare per la famiglia. **INDUSTRIALIZZAZIONE EUROPEA** Nell'800, l'industrializzazione porta all'affermazione della borghesia che prende il posto del ceto aristocratico in quanto ad importanza politica. Altri paesi europei verso la metà dell'800 cercano di seguire il modello di industrializzazione inglese, cambiando struttura sociale e creando una rete economica. Tra i primi paesi a fare ciò ricordiamo la Francia, Germania e Stati Uniti. Non ci sono guerre, comincia la **BELLE EPOQUE**, aumentano posti di lavoro e tutti gli stati si aprono al commercio internazionale. Importante fu anche la **SCOPERTA DELL'ORO** in California e Australia. Iniziano le esposizioni universali, la prima a Londra al **PALAZZO DI VETRO**, nelle quali si mostrano scoperte scientifiche e industriali. Dal 1870, nuova fase di sviluppo con la nascita **dell'INDUSTRIA PETROLIFERA** e con **l'UTILIZZO DELL'ELETTRICITA**. Si illuminano le vetrine e le strade, nasce industria chimica, motore a scoppio, l'automobile, l'aeroplano e il cinematografo. Le ferrovie interessano tutti i paesi. Marconi dopo la scoperta delle onde elettromagnetiche inventò le **RADIOTRASMISSIONI**. Il primato inglese costrinse l'Europa continentale ad interpretare la parte dell'economicamente arretrata. Nel corso dell'800, per colmare il divario economico e tecnologico che separava Inghilterra dagli altri paesi europei fu creato un insieme di innovazioni istituzionali, finanziarie, tecnologiche e organizzative. Con l'emissione di **CARTELLE DEL DEBITO PUBBLICO** i vari Stati attivarono la circolazione dei capitali su scala internazionale, invogliandoli alla circolazione del finanziamento della costruzione delle reti ferroviarie. La ferrovia aveva poco di innovativo ma il suo impatto fu immediato. Originariamente impiegata come mezzo di trasporto dei minerali da luoghi di produzione, diede un grande contributo alla formazione di mercati nazionali accelerando il processo di industrializzazione europea. Essa cambiò la percezione delle distanze e del tempo. Inoltre fu d'impatto anche per la moda, oltre ai classici abiti sportivi pubblicati nelle riviste di moda comparve anche **l'abito da ferrovia**. Quest'ultimo era caratterizzato da 2 pezzi, volumetrie ridotte per non intralciare le sedute, salite e discese dal treno, generalmente di colore scuro e lungo abbastanza da coprire le caviglie. Le opportunità di crescita offerte dai nuovi sistemi di trasporto e comunicazione furono l'origine di una complessa modalità di organizzazione della produzione detta "**LA GRANDE IMPRESA**", che consentì di sfruttare le potenzialità delle innovazioni tecnologiche. **IL LUSSO NELLA STORIA DELLA MODA** Il lusso è una delle chiavi interpretative più rilevanti nella moda occidentale. L'idea di magnificenza, ricchezza e esclusività hanno sempre costituito un dato costante nelle trasformazioni della moda. Quando si parla di moda si intende qualcosa di diverso rispetto all'abbigliamento. L'abbigliamento è un qualcosa che riguarda tutta la società nel suo complesso, la moda è stata prerogativa di un piccolo gruppo che ha usato le trasformazioni dell'abito per manifestare il proprio ruolo gerarchico all'interno di una determinata realtà. Il collegamento tra abito e ruolo sociale è caratteristico di tutte le civiltà fin dal loro primo stadio di organizzazione. La continuità di una organizzazione di potere si manifesta anche attraverso alla staticità dell'abito dei suoi rappresentanti. Questo modello entrò in crisi quando alla staticità tradizionale fu sostituita la trasformazione e la modernità. Da quel momento l'abito ha cominciato a rappresentare la posizione o il ruolo sociale della persona secondo regole non rigide bensì secondo il gusto dei singoli individui. Anche nella nuova realtà, il possesso di ricchezza ha continuato ad essere il vero fondamento del potere reale. Uno tra i compiti fondamentali della moda era mettere in evidenza i segni di ricchezza e potere. Come diceva la regola dell'antico regime "**far vedere ed esser visti"**. La struttura gerarchica della società europea si conservò per secoli mantenendo la suddivisione sociale delle responsabilità in campo economico ossia che alcuni avevano il compito di produrre, altri di consumare. Il lusso della corte era immagine dello Stato e della sua concezione precapitalistica, lo sperpero era considerato virtù. Da un lato il lavoro era considerato una condanna e dall'altro accumulo di denaro. Con Luigi XIV lo sperpero mostrò la sua fondamentale funzione sociale ed economica. La nobiltà, vedendo l'esempio della corte e del re, portò all'estremo la sua sfarzosità e lo Stato cercò di organizzare lo sfruttamento del lusso favorendo la crescita della classe dei fornitori e finanziatori. In tutto ciò, i predicatori cattolici e i moralisti vedevano nel consumo di lusso un rischi di peccati di vanità e invidia. Le crociate contro lo spreco e la vanità avevano come obiettivo quei gruppi sociali che potevano permettersi di acquistare beni di lusso pur non appartenendo alla ristretta gerarchia alla quale la società attribuiva questo privilegio. Il potere costituito (di natura aristocratica e divina) si organizzò per difendere la propria preminenza istituzionale da questo meccanismo di ascesa sociale che la borghesia europea aveva messo in atto cercando di reprimere qualsiasi possibile confusione delle rispettive posizioni. La rottura fatta dalla Riforma protestante creò le basi per una nuova **CULTURA RELATIVA AL LUSSO, RICCHEZZA** e al loro significato etico. Calvinisti e puritani misero il problema al centro della natura dell'uomo e sulla sua possibilità di salvezza. La ricchezza non piò essere sperperata per il piacere ma andava gestita in nome della comunità. Si giunse così alla conclusione che l'aspetto esteriore non ha relazione diretta con l'importanza sociale di una persona. **Modestia** e **moderazione** furono le vere doti importanti da comunicare attraverso l'abito. L'abito divenne quindi ancora una volta segno di comunicazione ma in questo caso comunicava una rarità morale e ideologica che si esprimeva con colori, materiali e particolari sartoriali specifici. **ABITI BORGHESI** all'interno di questa nuova cultura, la borghesia inventò la propria moda che corrispondeva ad un ideale di vita e a gusti che le erano specifici. La borghesia finalmente ottenne la sua importanza potendo riaprire la questione del lusso. Il lusso era un modello di consumo, un modo per far girare merci e produrre ricchezza. Comunque vi era la necessita di definire in modo preciso i confini all'interno dei quali il lusso poteva essere accettabile e la moda potesse essere segno di valori positivi. Nel corso del 700 si assiste alla crescita di un modello di consumo borghese. Il primo segno che apparve di questa crescita fu nell'abbigliamento maschile il quale subì una netta semplificazione; il completo rimase invariato ma cambiarono i materiali della sua realizzazione, si passò infatti da seta a lana, da tessuti neri o tinta unita e assenza di decori. Negli anni 30 dell'800 il pantalone moderno irrompe nella scena. Giacca, pantaloni e gilet sono concepiti assieme e acquistati come un pacchetto e confezionati con stoffe simili. L'abbigliamento dell'uomo degli inizi dell'800 include il **PALETOT** di origine popolare e fatto di lana pesante. Si era soliti nell'800 portare l'impermeabile con rivestimento in gomma perché l'ombrello era considerato oggetto di uso femminile. Le camice avevano colli e polsini removibili e spesso erano arricchite da gemelli e fermacravatte. I colori più usati erano nero, grigio e marrone. Il nero però, come nel 500, domina la scena. Adornamenti e decorazioni caratteristici del 600 e 700 scompaiono lasciando spazio alla sobrietà. **UOMO IN NERO** protagonista della moda ottocentesca. Era finita l'epoca del lusso grandioso delle corti e iniziava un mondo borghese fondato sul risparmio, controllo, sobrietà e ragionevolezza. Si diede spazio a valori quali intelligenza, salute, benessere. Una sobrietà scelta da chi voleva distinguersi dallo sperpero sfrenato degli aristocratici opponendo al loro ozio un impegno produttivo e culturale nuovo. Questo modello valeva per gli uomini mentre per le donne fu proposto un modello ben lontano dalle colte ciniche cortigiane settecentesche. Come notiamo nei primi romanzi inglesi, gli scopi vitali di una eccellente donna borghese erano il matrimonio e la cura dei figli eliminando la possibilità di un qualsiasi ruolo pubblico. Il suo abito diventa lo specchio di questa virtù, privandosi di tutti gli elementi che identificavano la moda rococò. Entrano in gioco colori chiari, nastri e merletti. Non più forme rigide e sostenute ma indumenti leggeri e comodi che liberavano i corpi da ogni costrizione. L'abito si componeva di una **camicia messa a vestito legata in vita da un nastro e decorata alla scollatura con uno scialle.** La differenza di genere diventò chiave di lettura del modello vestimentario moderno. La vita parigina della Restaurazione aveva perso tutti gli eccessi del passato. Lavoro e casa erano i regni dell'uomo e della donna, in mezzo a questi vi era la città che offriva attività di piacere e divertimento aperte a tutti (giardini dove passeggiare, caffè, teatri, concerti e opere liriche. **LO SPRECO ERA DIVENTATO** **COLPA**. Ciò non significa che la borghesia rifiutasse le agevolazioni della ricchezza ma semplicemente non intendeva consumare patrimoni accumulati con fatica in spese eccessive e futili. **Il LUSSO BORGHESE** prese quindi la strada **dell'eleganza** e del comfort di provenienza inglese. I lussi privati erano privi di qualsiasi aspetto esteticamente ricercato, le stanze delle locande erano a disposizione dell'ospite per rendergli più piacevole il soggiorno, grazie alla rivoluzione industriale tutti i lussi funzionali furono resi disponibili. Di fatti la tecnologia fornì alla borghesia i veri lussi come acqua corrente, gas e elettricità. **MODA MASCHILE DELL'800** A fine 700 la moda inglese aveva ottenuto l'egemonia sulla moda europea in ambito maschile. Nell'800 la moda inglese si affermò definitivamente con l'avvento del **DANDISMO** che sorse in Inghilterra e si diffuse nel resto del continente esercitando una profonda influenza sulla cultura europea. Il **DANDY** fu descritto in molti modi ma in particolare si associa ad un indossatore il cui lavoro, funzione ed esistenza consistono nell'indossare vestiti. La sua anima è consacrata a questo unico obiettivo, ossia, indossare con sapienza ed eleganza, lui **VIVE PER VESTIRSI**. Esponenti di rilievo del dandismo furono **Disraeli, Byron e Brummel**. Brummel fu il divulgatore maggiore di questo modello di eleganza sobria e raffinata incentrato sulla tradizione dell'abito in 3 pezzi. I colori erano banditi. Brummel si occupava co n cura della sistemazione del colletto e della cravatta. Vi era un'attenzione particolare alla biancheria, considerata il migliore indicatore di igiene personale del gentiluomo, oltre ad essere di eccellente qualità, doveva essere cambiata con frequenza e lavata in acqua corrente. Maturava la tendenza di un'eleganza vista come un qualcosa di praticabile e riconoscibile soltanto da quegli uomini che avevano la competenza di valutare la qualità di un tessuto, la perfezione del nodo della cravatta, la freschezza della biancheria. L'uomo elegante era quindi tenuto a conoscere materiali e tecniche in uso nei vari settori della confezione di abiti. L'esistenza di una rete di abili artigiani e di forniti negozi era fondamentale per la divulgazione del buon gusto. Il terreno in cui si sviluppò il dandismo fu il **WEST END,** zona tra Oxford Street e Piccadilly, diventata una zona residenziale per i ceti abbienti. Brummel scelse di abitare in questa zona trovando fornitori e artigiani in grado di realizzare la sua visione di eleganza maschile. Il West End, oltre che ad una zona in cui si concentravano i migliori negozi, uno scenario ideale per l'esibizione, competizione e confronto. Il **gentiluomo elegante si distingueva per l'assenza di ogni forma di ostentazione**. Il modello inglese di eleganza maschile giunse alla sua forma compiuta quando l'abito in 3 pezzi venne associato con il colore **nero**. Non si trattava di una novità, i colori scuri e il nero ebbero un ruolo importante nel guardaroba inglese. Brummel aveva istituzionalizzato l'abito scuro per la sera sconsigliando colori vistosi anche per il giorno, tra i colori proposti vi era ovviamente il nero, marrone, grigio e verde scuro. L'abito tipico dell'800 proposto da Brummel era propenso al raffinato, sobrio e ragionevole. Attorno alla metà dell'800 era stato metabolizzato questo nuovo modo di vestirsi e il dandy come figura di ispirazione diventando segno distintivo della classe dirigente vittoriana. Membri della vecchia aristocrazia ed esponenti della emergente borghesia furono accomunati dall'adozione di quella definita **UNIFORME DELL'UOMO DI PRESTIGIO**. Tra le qualità del gentiluomo vi era ovviamente anche quella di presentarsi e rappresentarsi in società in un certo modo. Vestirsi come un gentiluomo significava adottare il nero, che rappresentava una via di mezzo tra l'ostentazione del lusso e l'ostentazione di una fittizia modestia. **MITO DELL'ELEGANZA** era un qualcosa che riguardava il modo di vestire ma anche il modo di essere. Andatura, maniere sono atti sottomessi alle leggi dell'eleganza. **FRANCIA** Nel 1815 questo stile si diffuse grazie ai numerosi viaggiatori inglesi che affollarono Parigi contaminandola con il dandismo. Furono poi intellettuali come Balzac a diffondere il modello di eleganza inglese rappresentato dal dandy, ricostruendo la mitologia di Brummel in chiave francese. Balzac non era elegante, anzi, trasandato, sudicio e mal vestito ma comunque aveva ben compreso la visione estetica del dandismo. Educazione, apprendimento, gusto innato e intelligenza erano le qualità che facevano la differenza tra un individuo e un altro. Le parole chiave per raggiungere l'eleganza senza cadere in vanità, ridicolo e ostentazione erano **SEMPLICITA, SOBRIETA, NATURALEZZA E RAGIONEVOLEZZA.** Nonostante il nero aveva conquistato una posizione dominante nella moda maschile francese, la sua diffusione sollevò critiche. Si riteneva infatti che il gusto vestimentario inglese avesse appiattito totalmente la moda maschile azzerando anche i segni della distinzione sociale. Conquistata la Francia, l'abito nero giunse in Italia. **ITALIA**La diffusione del dandismo avvenne tramite Marco Greppi, dandy di Milano e considerato l'uomo più elegante della metropoli che inviava settimanalmente a Londra i colletti delle camice per la stiratura a lucido. L'evoluzione della moda maschile nel corso dell'800 fu considerata frutto della scelta degli uomini di affiancarsi alla moda, l'uomo non aveva rinunciato alla moda ma ne aveva scelto una particolare inclinazione concentrata su scale cromatiche ridotte e soluzioni formali proprio perché a fare la differenza erano i dettagli. Canoni dell'eleganza maschile erano definiti dal modello dell'abito in 3 pezzi e potevano subire variazioni in base alle occasioni. La tenuta da giorno era formata da un **CAPOSPALLA** definito con il termine **REDINGOTE**, sotto questo si portava un **GILET** (di solito di varie stoffe o lussuosi tessuti con varie fantasie e dai bizzarri colori). Segno distintivo era la **CRAVATTA** e il modo in cui la si annodava. Per protezione dal freddo si poteva indossare un capospalla detto **PALETOT**. **LA GRANDE RINUNCIA** I principi che hanno ispirato la moda maschile dell'800 sono: **STANDARDIZZAZIONE DELLA FORMA E OMOGENEIZZAZIONE DEL COLORE.** Ci fu una grande e netta riduzione dell'elemento decorativo negli abiti iniziata a fine 700 che viene considerata una grande sconfitta considerando che lo stile maschile precedentemente era stato caratterizzato da decorazioni eccentriche, elaborate e sfarzose. Con questa **GRANDE RINUNCIA** alla moda, l'uomo rinuncia ad una filosofia estetica basata sul concetto di bellezza e intraprende una filosofia non solo materiale ma anche morale. L'uomo quindi non deve perseguire né bellezza né moda ma deve essere sempre vestito correttamente secondo le regole imposte dai suoi comportamenti aspirando a valori superiori rispetto a quelli del mondo delle apparenze. Il vestito a tinta unita è sinonimo di razionalità. Per quanto riguarda la femminilizzazione, l'uomo viene considerato **CONSUMATORE NASCOSTO**. Si viene data, secondo alcuni critici, troppa attenzione alla moda femminile, trascurando l'uomo che era altrettanto importante. Gli abiti maschili sono molto meno frequenti ma la loro assenza non è indice di mancanza di moda, anzi, nonostante questa rinuncia al colore e alle decorazioni, alcuni uomini continuavano a interessarsi alla moda e il loro vestiario continuava ad essere aggiornato con le ultime tendenze. L'uomo come citato in precedenza non aveva rinunciato alla moda ma ne aveva scelta una particolare declinazione. **MODA FEMMINILE PARIGI 800** La sobrietà del gusto maschile risaltava per contrasto con la complessità di quella femminile. Questi orientamenti divennero nel corso dell'800 ancora più marcati con lo scopo di marcarne la diversità. Alcuni analisti del cambiamento definirono questa netta differenza tra stile maschile e femminile come un modo per distinguere ruoli e funzioni. La semplicità del modello femminile in voga tra fine 700 e inizi 800 fu superata con la Restaurazione, la quale sembrerebbe aver ripristinato i canoni di eleganza dell'antico regime. **ABITO DELLA DONNA BORGHESE** doveva comunicare le virtù della donna che lo indossava. Le fanciulle dovevano essere ottime donne di casa e mostrarsi degne di formare una famiglia e mantenere i figli. Il passaggio dalle matrone romane alle fanciulle romantiche della restaurazione avvenne attraverso un progressivo irrigidimento dell'abito. La gonna assunse una forma a campana. Il punto vita rimase alto ma la forma e la postura del busto furono garantiti da un corsetto. Scollature limitate agli abiti da sera mentre in tutte le altre occasioni il vestito doveva essere accollato. La vera innovazione furono le **maniche** che cominciarono ad arricchirsi e gonfiarsi assumendo un aspetto decorativo. Era avvenuto il **PROCESSO DI OCCULTAMENTO DEL CORPO DELLA DONNA**, **forme rigide, collarette e mantelline trasformavano la silhouette femminile**. Le acconciature realizzate con boccoli erano decorate con nastri e gioielli, coperte da ampi cappelli con fiori nastri e piume. Gonna irrigidita da una forma arrotondata e corta abbastanza da lasciare scoperti i piedi. La borghesia stava scoprendo un nuovo modo di mostrare potere e ricchezza, ossia, la **VANITA** **FEMMINILE**. Ampiezza, scomodità, eccesso divennero fondamentali caratteristiche dell'apparire femminile. La moda femminile divenne uno straordinario strumento per rappresentare le distinzioni sociali senza intaccare il modello etico dell'apparire maschile. **MODA DEL REVIVAL**la struttura simbolica che gli abiti dovevano comunicare era arricchita da significati aggiunti alle decorazioni, materiali e accessori. Nella prima metà dell'800, il movimento romantico diffuse nella cultura borghese europea una nuova moda che si manifestò attraverso la letteratura, l'opera lirica, il teatro, l'architettura e le arti figurative. Le ragioni di questa moda erano svariate: innanzitutto rappresentava il desiderio di possedere il lusso di cui si era stati per tanto tempo privati. Il **REVIVAL** e il **KITSCH** erano una vera e propria negazione dell'eleganza teorizzata da Brummel e Balzac. Questi 2 stili diventarono parte integrante della cultura medio borghese che aveva scoperto in questo cattivo gusto una fonte di ricchezza sia industriale sia commerciale. La moda quindi si esentò da esagerazioni vistose limitandole alle feste in costume, private o pubbliche che fossero. **Sarte parigine** continuavano ad essere unico punto di riferimento per la moda internazionale, le uniche in grado di controllare e limitare l'uso degli spunti presi dallo stile revival e kitsch. Questo controllo estetico di natura professionale consolidò la fama della moda parigina. Inoltre la diffusione di altri stati sociali richiedeva strumenti e mezzi moderni messi a punto dai nuovi professionisti. Il commercio degli articoli di moda si era sviluppato nel periodo napoleonico. Dalle merchandes de modes si era passati ai **MAGASINS DE NOUVEAUTES**, termine che comprendeva l'insieme di settori e articoli riferiti all'abbigliamento. Questi luoghi erano rinnovati nel decoro e nell'arredo, forniti di vetrine illuminate e segnalati da insegne fantasiose. Spesso erano collocati nei **passages**, che erano nuove gallerie coperte dedicate la passeggio e al commercio. Volantini e piccoli manifesti furono il primo veicolo pubblicitario diretto senza sostituire però le riviste di moda. In seguito l'organizzazione dei magasins divenne più moderna, suddividendo la struttura di vendita in reparti omogenei, ordinati a seconda del tessuto, confezioni, biancheria, calze e guanti, e perfino alle cravatte. Contemporaneamente subì una trasformazione anche il rapporto compratore e merce. La merce veniva esposta con un **prezzo certo** e **non più contrattabile** ed era visibile anche da chi non era intenzionato a comprarla. Con queste nuove regole ognuno era libero di aggirarsi tra i banchi di vendita e vedere e valutare l'acquisto. La produzione industriale cominciava a mettere sul mercato una quantità di prodotti in **SERIE** ed aveva costi decisamente più bassi rispetto a quelli artigianali. **ASCESA DELL'ABITO CONFEZIONATO** le origini dell'abbigliamento pronto risalgono al 500. Da un lato vi era il tradizionale commercio dei capi usati mentre dall'altro cominciavano ad emergere da parte degli equipaggiamenti di esercito e marina le richieste di abiti confezionati di varie taglie. Gli abiti degli uomini e delle donne di alte classi sociali continuavano ad esser confezionati da tailleurs e couturieres i cui modelli vennero pubblicati anche nelle riviste e venire riprodotti. La borghesia e le classi medie e piccole erano impossibilitate a livelli economici a servirsi degli stessi fornitori e rifiutavano di ricorrere al mercato dell'usato in quanto le esigenze di decoro che ogni membro della borghesia sentiva di dover rispettare non andavano d'accordo con il riciclaggio di abiti di dubbia sanità. In Francia, gli abiti confezionati a prezzi modici si diffuse all'inizio degli anni 30 dell'800. La **BELLE JARDINIERE**, negozio di tessuti aperto da PIERRE PARISSOT offriva abbigliamento da lavoro, tessuti, articoli di moda a costi contenuti che potevano soddisfare anche le esigenze della piccola borghesia. Parissot aveva organizzato la produzione di abiti pronti costituendo una rete di laboratori familiari specializzati per tipologia o capo ai quali venivano affidati le varie fasi del processo di confezione. Si trattava di un sistema basato su un esercito di sarti che lavoravano manualmente secondo tecniche tradizionali. L'industria della confezione quindi non aveva nulla di industriale eccetto lo sfruttamento di migliaia di operai e operaie che invece di essere concentrati in fabbrica lavoravano a domicilio con salario e in condizioni non migliori rispetto a quando erano nelle industrie. Questa forma di organizzazione fu detta SWEATING SYSTEM. **MODA PRONTA MASCHILE IN INGHILTERRA­­** adottò lo **sweating system**, quindi questa rete di laboratori a domicilio. **-**Tra gli imprenditori che si affermarono nel settore dell'abito pronto ci fu **HYAM HYAM.** Egli si installò a Londra con un magazzino ma il crescente giro di affari consentì a lui e ai suoi figli di aprire negozi in 11 località del regno unito di cui uno a Oxford Street. Egli acquisì una posizione di rilievo assoluto nel settore della confezione. **-DITTA E.MOSES&SON:** ditta che si specializzò in articoli di vestiario per emigranti sfruttando l'ondata migratoria verso l'Australia. In questo modo si intercettò una domanda più differenziata. Grazie ai prezzi bassi adottando aggressive campagne di marketing riuscirono a fornire abiti confezionati che potevano permettersi anche gli operai facendo inoltre cadere il pregiudizio dell'abito confezionato grazie alla reputazione della loro ditta. Anche in **inghilterra** fece apparizione la **macchina da cucire** che rese più efficiente lo sweating system. In una fase iniziale, nonostante fossero più rapide del lavoro manuale, le prime macchine da cucire si rivelarono efficienti per cucire cuciture che si sviluppavano in linea retta. Grazie ai miglioramenti dopo la metà del secolo la macchina cominciò a diffondersi maggiormente stimolando processi di concentrazione produttiva e meccanizzazione. Epicentro di queste trasformazioni fu **Leeds**, città d'Inghilterra che contese a Londra il primato nell'industria della confezione. Importante fu anche l'iniziativa pionieristica di John Barran che avviò la prima impresa cittadina di confezioni introducendo nel processo produttivo un marchingegno da lui concepito che permetteva di tagliare diversi strati di tessuto sovrapposti in modo da velocizzare le operazioni di taglio. Per quanto riguarda le operazioni di **giacche e cappotti** venivano affidate a laboratori esterni dove operavano come operai immigrati ebrei mentre per quanto riguarda le cuciture dei pantaloni venivano affidate alle donne con la macchina da cucire. Questo modello organizzativo costituì la caratteristica distintiva dell'industria della confezione a Leeds. Verso fine 800 l'industria dell'abbigliamento a Leeds subì una forte crescita grazie alla **crescente domanda di abiti confezionati** e a costi di produzione contenuti. Tutto ciò ovviamente riguarda l'abbigliamento pronto maschile. Per quanto riguarda l'abbigliamento pronto femminile ebbe come suo primo imprenditore **MORRIS COHEN** che cominciò la sua carriera con l'apertura della fabbrica di mantelli per signora nell'East End. Nella seconda metà del secolo, il settore dell'abbigliamento fu avvolto nel vortice dell'industrializzazione beneficiando di innovazioni. Un esempio è lo sviluppo degli **INDUMENTI IMPERMEABILI**. Il successo iniziale fu breve poiché questi tessuti detti "**MACKINTOSH**" erano pesanti, rigidi ed avevano un cattivo odore. Con la scoperta del processo di vulcanizzazione fu possibile sfruttare al meglio le potenzialità della gomma che rendeva impermeabile il tessuto e più leggero. I soprabiti impermeabili guadagnarono così popolarità, stimolando l'entrata di nuove imprese nel settore e spingendo la differenziazione di sempre più articoli in base alle colorazioni del tessuto, al taglio e alle finiture del capo. Negli anni 40 dell'800, l'abito confezionato conobbe dei miglioramenti come il perfezionamento del sistema taglie, il taglio divenne più preciso, l'assemblaggio più accurato e precisione nella cucitura. I mestieri legati alla confezione dell'abito rimangono artigianali e si organizzano in base allo sweating system che raduna sarti o sarte in un atelier in cui vengono eseguiti taglio del tessuto e assemblaggio dei pezzi che saranno in seguito affidati per la finitura a operai che lavorano a domicilio. Allargamento del mercato della confezione portava preoccupazione ai sarti che lavoravano su misura vedendo una drastica contrazione della clientela. In ogni caso, l'abito confezionato era un prodotto quasi esclusivamente per il pubblico maschile in quanto gli abiti femminili erano ancora troppo variabili per immaginarne una produzione in serie. Si diffusero **2 nuove professioni:** **CONFEZIONISTA** fabbricavano su cartamodello e non su misura, mantelline, mantelle, pellicce destinate ai magasins de nouveautes **SARTE-CONFEZIONISTE**realizzavano abiti su commissione pre confezionati da vendere direttamente alla loro clientela. In questi stessi anni, l'industria tessile comincia a produrre **tessuti stampati** già pensati in funzione del modello finale. L'acquisto del tessuto condizionava il risultato finale tanto che i tagli di stoffa occorrenti per un vestito venivano venduti assieme al figurino del modello prescelto. Siccome per il momento era disponibile solo la lavorazione su misura, ci fu una facilitazione che venne dall'industria tessile, la quale cominciò a proporre tessuti stampati già pensati in funzione del modello finale. Ad esempio il motivo di grandi dimensioni veniva destinato alla gonna e ridotto in scala per essere adattato al corpetto. L'acquisto del tessuto condizionava il risultato finale. **MODA PRONTA E COMPARSA DEI GRANDI MAGAZZINI IN FRANCIA** nel **48** si verifica un'ultima **crisi economica** della prima fase dello sviluppo industriale che favorì lo scoppio di rivoluzioni che riguardarono tutta Europa. Nel 50 ci fu un boom economico di ripresa con le **ESPOSIZIONI UNIVERSAL**I come quella del **Crystal Palace a Londra**. Queste esposizioni avevano il compito di mostrare al mondo intero la forza produttiva del capitalismo. Era necessaria una struttura commerciale che mettesse in rapporto i beni di consumo con il proprio mercato. La diffusione dell'abito confezionato ebbe un ulteriore impulso negli anni 50, con la diffusione del **GRANDE MAGAZZINO**. I grandi magazzini furono la forma stabile delle grandi esposizioni, luoghi in cui la merce veniva ammirata e acquistata. Considerati **eredi dei magasins de nouveautes**, essi rilanciarono pratiche già sperimentate come l'indicazione del prezzo e il prezzo fisso combinata con nuove pratiche come l'entrata libera, spazi ampi e uso di tecniche di marketing come ad esempio i saldi e le consegne a domicilio. Cominciarono a sorgere altri magazzini. Essi rappresentavano vere e proprie cattedrali del consumo. Esse cominciarono ad ingrandirsi, inglobando case intorno e approfittando della grande trasformazione urbanistica di **Hausmann** per occupare interi quartieri. La regola dei magazzini era di ridurre il margine di profitto sui singoli articoli per favorirne le vendite e un rapido giro di merci nella capitale. Per fare ciò era necessaria una produzione in serie efficace e capace di offrire costanti novità che era offerta solo dall'industria tessile e alle confezioni. **Fino agli anni 70 quindi il principale oggetto della vendita fu la moda.** Solo in seguito quando altri comparti industriali cominciarono ad avere la stessa duttilità subentrarono mobili, vasellame e giocattoli. Ogni reparto era gestito da un **responsabile** da cui dipendeva anche il rinnovo delle merci, e da commessi e commesse che dovevano essere a disposizione del cliente senza forzarne la volontà. Lo scopo era quello di attrarre le signore borghesi, che, educate al risparmio, dovevano entrare e perdersi nelle merci esposte dimenticando i propri principi etici. Si trattava di una nuova pulsione al consumo. Vero strumento di adescamento erano le **vetrine** che affascinavano le signore e le invogliavano ad entrare. Il tutto era ulteriormente favorito dalla **SPETTACOLARIZZAZIONE DELLE ESPOSIZIONI INTERNE;** non vi erano più semplici banchi di vendita ma allestimenti mensili dedicati all'articolo della stagione. In questo periodo vi fu anche uno sviluppo delle riviste grazie alla diminuzione dei costi degli abbonamenti che aveva allargato il pubblico alla media borghesia. Le riviste di moda erano destinate alle donne o ai professionisti dei diversi settori come sarti o acconciatori. L'elemento che differenziava questa stampa da tutte le altre erano i figurini di moda che richiedevano professionisti specifici. L'iconografia più seguita nelle immagini di moda prevedeva una **figura umana o 2 caratterizzata dall'ideale di bellezza in voga e mostrando l'abito che indossava** in modo da dare visibilità al vestito dando la possibilità anche di riprodurlo a casa o da sarte. Dagli anni 40 le riviste più attente cominciarono a pubblicare figurini la cui figura era ambientata in un contesto adeguato fornendo ai lettori indicazioni anche sul modo e sull'occasione in cui indossarlo. Questo tipo di iconografia venne definita **REALISMO IDEALIZZATO**, fiabesco, dai colori tenui, che presentava alle dame un mondo di signore per bene, difficilmente apparivano cortigiane e dandy. L'abito confezionato quindi prese il sopravvento grazie anche alla diffusione del grande magazzino, diventando un veicolo di promozione sociale dei ceti popolari e simbolo di emancipazione civile della classe operaia che poteva permettersi ormai l'abito nero. **MODA PRONTA IN GERMANIA**prima ditta di abbigliamento pronto di Berlino fatta da Hermann **Gerson**. Egli inaugurò il primo grande magazzino. L'esordio tedesco della confezione femminile apparve già negli anni 50. L'unificazione della Germania diede uno slancio al processo di industrializzazione della nazione di cui fu partecipe anche il settore dell'abbigliamento concentrato principalmente a Berlino. L'organizzazione su cui si basava l'industria tedesca era analoga e usava lo sweating system. **MODA PRONTA IN OLANDA**primo rivenditore di abiti pronti in Olanda fu **Bahlman** di Amsterdam nel 1821. Aprirono in seguito verso la fine del secolo negozi che vendevano abbigliamento pronto e grandi magazzini che erano continuamente in aumento. Questo ampliamento della rete di vendita degli abiti confezionati rispondeva al crescente interesse mostrato dai consumatori olandesi ma l'Olanda non era in grado di alimentare la distribuzione che infatti era rifornita dalla Germania **MODA PRONTA IN ITALIA** a Milano il primo imprenditore che avviò la fase della confezione in Italia furono i **fratelli Bocconi,** che fondarono anche il primo grande magazzino. Anche in Italia, la connessione tra produzione distribuzione fu uno dei fattori di successo dell'abbigliamento pronto. **PROGRESSI NELL'AMBITO DELLA MAGLIERIA** Dal 500 la lavorazione a maglia e i suoi processi tecnici si era diffusa in tutto il continente. Le **calze di seta** furono il prodotto tipico della manifattura della maglieria. Le calze costituivano un fondamentale accessorio per l'uomo elegante che, indossato calzoni a culotte, era tenuto ad esibire i polpacci avvolti in calze. Attorno alla **metà dell'800** il settore della maglieria fu avvolto da un **processo di trasformazione** ad esempio sostituendo le materie prime impiegate con l'abbandono della seta e l'uso di lana e cotone, avendo una maggioranza di varietà confezionate e avendo le tecnologie che il processo produttivo di Germania, Inghilterra e Francia adottavano. Il telaio di Lee andò a sostituire la cucitura manuale e subì sempre più perfezionamenti, consentendo la realizzazione di diversi tipi di maglia a coste, a catena ecc. I cambiamenti intervenuti nello stile vestimentario maschile spinsero l'industria della maglieria ad aggiornare gli orientamenti produttivi come ad esempio la **sparizione della culotte,** che venne sostituita dal **PANTALONE**. Nel corso dell'800, una nuova ondata di innovazioni rinnovò la tecnologia produttiva della maglieria. Ci fu l'introduzione di nuovi telai e la maglieria era ormai disponibile su vasta scala per intercettare la domanda di molti più consumatori, proprio come l'abito confezionato.

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