Anatomia della Colonna Vertebrale - PDF

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Documentazione dettagliata sull'anatomia della colonna vertebrale, comprensiva di informazioni sulle sue curve, classificazioni delle vertebre e sull'invecchiamento. Il documento illustra le differenze tra le curve primarie e secondarie e analizza le possibili alterazioni.

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ANATOMIA LEZIONE 1 J COLONNA VERTEBRALE Struttura assile di sostegno del tronco. Si estende dorsalmente sul piano sagittale mediano , dal cranio all’apice del coccige ( 33 vertebre...

ANATOMIA LEZIONE 1 J COLONNA VERTEBRALE Struttura assile di sostegno del tronco. Si estende dorsalmente sul piano sagittale mediano , dal cranio all’apice del coccige ( 33 vertebre divise in 5 regioni) FUNZIONI: Asse di sostegno che conferisce rigidità e flessibilità al · tempo stesso Origine e inserzione di muscoli Protezione del midollo spinale Gestisce la postura e la locomozione Divisione colonna: 7 cervicali 12 toraciche 5lombari 5 vertebre sacrali. / Sacro 3-5 coccigee. Coccige Sul piano sagittale è possibile individuare una serie di curvature che definiscono la «postura ideale» Si possono distinguere: Lordosi cer vicale Cifosi toracica Lordosi lombare Curva pelvica o cifosi sacrale-coccigea La cifosi toracica e la cifosi sacrale-coccigea sono dette curve primarie perché presenti già nel neonato La lordosi cervicale (muscoli estensori del tratto cervicale) e lombare (muscoli flessori delle anche) si sviluppano con il sollevamento della testa e della postura eretta→ sono dette quindi curvature secondarie. Le curvature secondarie nel bambino si stabilizzano intorno ai 10 anni Le curve fisiologiche insieme alla presenza dei dischi rendono la colonna una struttura sia flessibile che resistente ALTERAZIONI DELLE CURVATURE FISIOLOGICHE DELLA COLONNA Le naturali curvature non sono fisse, ma si modificano durante i movimenti: Estensione della colonna vertebrale accentua le lordosi cervicali e lombare, ma riduce la cifosi toracica Flessione delle vertebre della colonna appiattisce le lordosi cervicale e lombare, ma accentua la cifosi toracica. Rotazione dovuta a un movimento di torsione tra le single vertebre Flessione laterale La regione sacro-coccigea è immobile Le naturali curvature non sono fisse, ma si modificano durante i movimenti Le curvature fisiologiche della colonna vertebrale possono essere alterate in seguito a traumi, patologie, età avanzata, debolezza muscolare, risposta a deviazioni posturali in altre regioni del corpo. Ipercifosi toracica: si accentua la cifosi toracica. Più frequente negli anziani, può essere causata da osteoporosi o da posture scorrette Iperlordosi lombare: si accentua la lordosi lombare, è il risultato di debolezza dei muscoli della parte anteriore dell’addome. Si osserva soprattutto nell’obeso e nella donna gravida Scoliosi: consiste in una curvatura laterale anomala della colonna, può essere dovuta da paralisi o debolezza di muscoli di un solo lato del dorso. Un’eccessiva lordosi lombare può formarsi per compensare un’eccessiva cifosi toracica e viceversa Le curvature eccessive della colonna vertebrale comportano un danno ai legamenti, articolazioni, disco intervertebrale. Un’eccessiva cifosi toracica riduce lo spazio per l’espansione dei polmoni durante la respirazione CARATTERISTICHE GENERALI DELLE VERTEBRE Ciascuna vertebra presenta: CORPO VERTEBRALE di forma cilindrica che possiede una faccia superiore e una inferiore. Le facce adiacenti di due vertebre contigue sono articolate tramite i dischi intervertebrali. La superficie posteriore del corpo è concava e forma la parte del foro vertebrale in cui passa il midollo spinale. Esternamente c’è uno strato di osso compatto ARCO VERTEBRALE composto da: 1. PEDUNCOLI 2. LAMINE 3. PROCESSI ARTICOLARI 4. PROCESSI TRASVERSI 5. PROCESSO SPINOSO 1. PEDUNCOLI: piccole lamine ossee che si staccano dal corpo. Quando le vertebre sono articolare le concavità dei peduncoli formano i fori intervertebrali 2. LAMINE: forma quadrangolare, si dirigono posteriormente e medialmente. Costituiscono la maggior parte del foro vertebrale. Si uniscono alla radice del processo spinoso 3. PROCESSI ARTICOLARI: si dividono in superiori e inferiori. I primi presentano una faccetta articolare rivolta posteriormente, i secondi anteriormente 4. PROCESSI TRASVERSI: originano dal punto di unione tra i peduncoli e le lamine e si dirigono lateralmente 5. PROCESSO SPINOSO: diretto indietro, si sviluppa sul piano sagittale mediano. Varia di forma a seconda del tratto della colonna VERTEBRE CERVICALI Sono le vertebre più piccole e più mobile della colonna vertebrale C1: Il corpo è costituito da due masse connesse da un arco anteriore convesso, presenta al centro il tubercolo anteriore dell’atlante. Nella sua parte centrale posteriore c’è la faccetta articolare. L’arco posteriore è più lungo e presenta il tubercolo posteriore. La faccia superiore delle masse laterali presenta le faccette articolari per l’osso occipitale, sulla faccia inferiori si trovano le faccette articolari per C2. I processi trasversi sono molto lunghi. Il foro vertebrale è molto ampio C2: sulla faccia superiore del corpo presenta il dente che si articola con C1 VERTEBRE TORACICHE VERTEBRE LOMBARI VERTEBRE SACRALI E COCCIGE Il SACRO è dato dalla fusione delle 5 vertebre sacrali ha la forma di piramide quadrangolare. il margine anteriore della base forma il promontorio del sacro. I processi trasversi fusi formano l’ala del sacro. Il processo spinoso è rappresentato dal tubercolo spinoso. La fusione dei processi spinosi forma la cresta sacrale mediana. Ai lati della cresta la fusione delle lamine porta alla formazione delle docce sacrali. Iato sacrale Fori sacrali posteriori permettono il passaggio dei nervi spinali Il canale sacrale è di forma triangolare Anteriormente i limiti delle verteb IL COCCIGE origina dalla fusione di 3-5 vertebre coccigee. La base è rivolta in alto e posteriormente possiede due rilievi detti corni del coccige. I processi trasversi delimitano i fori sacrali DISCO INTERVERTEBRALE Il DISCO INTERVERTEBRALE è un costituito da fibrocartilagine. Si divide: Anello fibroso: rappresenta la porzione più periferica, costituito da lamine concentriche. Circonda e impedisce la fuoriuscita del nucleo polposo Nucleo polposo: porzione più interna, ha una consistenza gelatinosa ed è privo di vasi e nervi. Agisce come ammortizzatore rispetto alle forze assiali. È inoltre deformabile per permettere i movimenti della colonna vertebrale La superficie superiore e inferiore del disco sono ricoperte da piastre terminali vertebrali di cartilagine ialina e fibrosa, che contribuiscono a stabilizzare la posizione del disco I movimenti della colonna comprimono il nucleo polposo e lo spostano in direzione opposta INVECCHIAMENTO INVECCHIAMENTO L’invecchiamento può essere definito come l’insieme di quei cambiamenti sia nella struttura che nella funzione di organi e sistemi che: 1. Si presentano normalmente in seguito al raggiungimento della maturità riproduttiva 2. Si traducono in una diminuita capacità a far fronte a mutamenti ambientali o interni 3. Hanno come risultato un aumento della probabilità di morte col passare del tempo Si accompagna a cambiamenti anatomici e strutturali che modificano la morfologia e la funzionalità degli organi e degli apparati C’è una grossa variabilità nella velocità di invecchiamento tra gli individui e tra gli organi di uno stesso individuo INVECCHIAMENTO Gli apparati e i sistemi che subiscono delle alterazioni durante l’invecchiamento sono: Apparato muscolo-scheletrico Apparato Cardiocircolatorio Apparato Respiratorio Apparato Digerente Apparato Urogenitale Sistema linfatico Sistema Nervoso Sistema Endocrino Sistema Immunitario APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO Le modificazioni dell’appartato muscolo-scheletrico comportano anche a variazioni della postura con conseguente alterazione della funzionalità della colonna vertebrale Statura (dovuto ad atteggiamenti viziati e modificazioni vertebrali) Variazione dei diametri del torace; APPARATO SCHELETRICO MODIFICAZIONI DEL RACHIDE: Modificazione delle normali curve del rachide Degenerazione discale Perdita di massa ossea MODIFICAZIONE DELLE NORMALI CURVE DEL RACHIDE La lordosi cervicale (Angle neck) e la cifosi toracica (Angle torax) aumentano con l’età soprattutto tra i 40 e i 70 anni. Queste due modificazioni anatomiche sono maggiormente accentuate nelle Se ↓: aumenta donne lordosis cervicale La lordosi lombare tende ad appiattirsi Se ↓: aumenta angolo tra la coscia e la gamba aumenta con l’età→ indica cifosi toracica un’accentuazione della flessione del ginocchio, diventa più difficile stendere la gamba Se ↓: diminuisce la lordosis lombare Se ↑: aumenta la flessione della gamba MODIFICAZIONE DELLE NORMALI CURVE DEL RACHIDE Alterazioni della colonna sul piano sagittale (perdita della lordosi, aumento della cifosi, sovrappeso…) inducono un tilt in avanti del sacro e contemporaneamente una rotazione indietro della pelvi. Ciò, a sua volta, a causa dello spostamento induce una rotazione indietro dell’Ileo rispetto alla testa del femore→ Aumento dell’angolo di incidenza pelvica. Questo fenomeno, se prolungato comporta un danneggiamento dei legamenti causando un aumento della torsione dell’articolazione sacroiliaca e un aumento dell’angolo di incidenza pelvica→ dolore Angolo di incidenza pelvica: angolo tra la perpendicolare al punto mediano della base sacrale e la linea che congiunge il punto mediano della base sacrale al centro della testa femorale DISCO INTERVERTEBRALE Il disco intervertebrale va incontro a una serie di modificazioni con l’avanzare dell’età che causano dolore cronico, rigidezza FUNZIONI DEL DISCO INTERVERTEBRALE: Stabilizza la colonna vertebrale ancorando i corpi vertebrali gli uni agli altri Assorbe e distribuisce le forze applicate alle colonna vertebrale Permette il movimento delle vertebre e la flessibilità della colonna vertebrale STRUTTURA DEL DISCO: Anello fibroso lamellato esterno Nucleo polposo interno Piastra terminale vertebrale DISCO INTERVERTEBRALE ANELLO FIBROSO LAMELLATO È costituito da circa 15-25 lamelle concentriche con le fibre collagene disposte parallelamente all’interno di ogni lamella. Le fibre elastiche aiutano il disco a ritornare nella posizione iniziale dopo la flessione o estensione NUCLEO POLPOSO Struttura gelatinosa che contiene fibre collagene disposte in maniera randomica e fibre elastiche distribuite in modo radiale. Le fibre sono immerse in una matrice gelatinosa e altamente idratata La linea di confine tra l’anello fibroso e il nucleo polposo è molto marcata fino ai 10 anni di età circa PLACCA VERTEBRALE Sottile struttura cartilaginea (ialina e fibrocartilagine) disposta orizzontalmente sulle superfici vertebrali superiori e inferiori. Aderiscono al disco DEGENERAZIONE DISCALE Nei soggetti giovani l’anello i dischi intervertebrali sono molto resistenti ed è difficile che subiscano una lesione. Con l’invecchiamento: Il nucleo polposo diventa più fibrotico e meno gelatinoso →si riduce la sua funzione di ammortizzazione delle forze Aumenta la componente di fibrocartilagine nella placca vertebrale Le lamelle dell’anello fibroso diventano irregolari, si interdigitano e si biforcano Il collagene e l’elastina diventano più disorganizzati Nel nucleo polposo spesso si formano delle fessure L’altezza del disco diminuisce Protrusione del disco →ernie Complessivamente il disco diventa quindi meno elastico e più fragile. L’alterazione nella composizione del disco e la diminuzione della sua altezza, altera la mobilità della colonna vertebrale e la distribuzione delle forze→ riduzione della mobilità, degenerazione delle faccette articolari, stenosi spinale La riduzione dell’altezza del disco comporta una riduzione della statura negli anziani DEGENERAZIONE DELLE VERTEBRE Con l’invecchiamento anche la struttura ossea delle VERTEBRE subisce delle modificazioni: Diminuzione della densità ossea nei corpi vertebrali lombari Formazioni di speroni ossei sul corpo vertebrale→ possono limitare i movimenti La cartilagine articolare si assottiglia→ degenerazione delle faccette articolari Le trabecole vertebrali tendono ad riassorbirsi o ad assottigliarsi→ il peso viene scaricato sull’osso corticale→ i corpi vertebrali diventano più soggetti a fratture e deformazioni Diminusice la resistenza dei legamenti longitudinali, diminuendo la loro resistenza, inoltre i legamenti gialli si assottigliano→debolezza dei legamenti Muscoli addominali e del dorso che stabilizzano la spina dorsale si indeboliscono→destabilizzazione della colonna vertebrale e alterazione delle curve fisiologiche RIDUZIONE DEI MOVIMENTI DELLA COLONNA La mobilità della colonna si riduce con l’età (>40 anni) a causa di: Aumento della componente fibrotica Degenerazione discale Perdita di massa ossea Degenerazione della cartilagine delle faccette articolari delle vertebre Debolezza muscolare PERDITA DI MASSA OSSEA: OSTEOPENIA E OSTEOPOROSI Il tessuto osseo è soggetto ad un continuo rimodellamento nel corso della vita. Nel soggetto giovane, la quantità di osso che viene riassorbita è sostituita da nuovo osso, con l’invecchiamento questo non succede più→lenta perdita di massa ossea definita OSTEOPENIA. L’osteopenia è più evidente nelle donne. Sono più soggette a perdita di massa ossea le vertebre, le epifisi delle ossa lunghe mandibola e mascella Quando la perdita di massa ossea è molto accentuata da compromettere un’alterazione della funzionalità dello scheletro si parla di OSTEOPOROSI L'OSTEOPOROSI è una malattia silente caratterizzata da una progressiva riduzione della massa ossea che è in grado di determinare fragilità scheletrica con aumento del rischio di fratture. Le complicanze maggiori sono relative a fratture della colonna vertebrale, della testa e del collo del femore e dei polsi. Tali eventi possono determinare ricoveri prolungati o dolore cronico associato a disabilità con pesanti sequele psicologiche e spesso anche la morte. La diminuzione di estrogeni dopo la menopausa aumenta in rischio di osteoporosi PERDITA DI MASSA OSSEA: OSTEOPOROSI L’osso si compone di : Osso compatto: forma il rivestimento esterno delle ossa è costituito da lamelle compatte e dense disposte in modo concentrico Osso spugnoso: forma lo strato più interno delle ossa, le lamelle sono intrecciate tra di loro formando una struttura porosa Con l’invecchiamento e l’insorgenza di osteopenia e osteoporosi, nell’osso compatto si formano dei fori che gradualmente aumentano di dimensione→ riduzione di resistenza alle forze che agiscono sull’osso, specialmente quelle di taglio Le tipiche fratture nei soggetti con osteoporosi riguardano principalmente le vertebre, la testa del femore, l’omero prossimale e il polso. ALTERAZIONI A LIVELLO DELLA GABBIA TORACICA Lo scheletro della gabbia toracica si irrigidisce progressivamente per effetto della calcificazione delle cartilagini costali e dell'artrosi delle articolazioni costo- vertebrali→in associazione all'osteoporosi e alla perdita del tono muscolare, predispongono a alle deformazioni e alle fratture, tipicamente cifosi dorsale ingravescente e incurvamento dello sterno. Nell’anziano, a causa di una riduzione dell’altezza della colonna, le coste tendono ad orizzontalizzarsi Il torace tende ad assumere una forma a barile (torace botte)→aumento del diametro anteroposteriore del torace, si riduce l’efficienza dei muscoli intercostali nella respirazione. Si hanno meno possibilità di inspirazione del torace perché è già espanso Queste modificazioni causano alterazione della meccanica respiratoria e dell’efficienza della respirazione (riduzione del 20% della compliance respiratoria nell’ anziano. Inoltre riducono anche la curvatura del diaframma→diminuzione della sua forza di contrazione ALTERAZIONI A LIVELLO DELL’ARTO INFERIORE Aumento dell’angolo tra la coscia e la gamba→ l’aumento indica un’accentuazione della flessione del ginocchio sul piano sagittale Diminuzione dell’arco plantare del piede Riduzione della flessione plantare nel passo Nell’anziano la lunghezza del passo è minore, ma la frequenza è più elevata, rispetto al giovane ALTERAZIONI DEL TESSUTO MUSCOLARE CON L’INVECCHIAMENTO La massa muscolare, e quindi la forza muscolare, diminuisce di circa 3-8%/annuo dopo i 30 anni e continua a ridursi maggiormente dopo i 60 anni→ sarcopenia Le conseguenze della sarcopenia includono un aumento di cadute, lesioni, riduzione della mobilità e della autonomia La massa muscolare è regolata da un equilibrio dinamico tra sintesi e degradazione proteica muscolare (MPS e MPB) : o L’esercizio fisico, una dieta ricca di proteine stimola la sintesi proteica, l’insulina riduce la degradazione delle proteine e favorisce la sintesi proteica→ nel giovane MPS e MPB sono in equilibrio e la massa muscolare dimane costante o L’aumento di MPS rispetto a MPB porta a ipertrofia muscolare o L’aumento di MPB rispetto a MPS porta ad atrofia e riduzione della massa muscolare SARCOPENIA Nell’anziano c’è una riduzione del livello di MPS e un aumento di MPB: Malnutrizione/ inadeguata assunzione di proteine con l’alimentazione Alterato assorbimento delle proteine e degli aminoacidi Insulino-resistenza Presenza di stimoli infiammatori Riduzione del testosterone (che ha un effetto anabolico) Accumulo di lipidi nel tessuto muscolare →resistenza anabolica e atrofia muscolare L’anziano perde maggiore massa muscolare rispetto al giovane durante un periodo di immobilizzazione forzata La progressiva atrofia dei muscoli è caratterizzata dalla loro degenerazione fibrosa e → Anche i muscoli inspiratori vanno incontro a fibrosi con dalla sostituzione delle fibrocellule muscolari conseguente riduzione dell’escursione del movimento con cellule adipose. del torace nella inspirazione APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO Modificazioni strutturali del tessuto cardiaco 1. Il numero dei CM diminuisce 2. L’ipertrofia dei CM in parte compensa il deficit numerico 3. Aumento del collagene interstiziale→ fibrosi 4. Accumulo di adipociti nelle aree di fibrosi 5. Riduzione delle cellule del nodo SA, AV Ventricolo sinistro 1. Aumento dello spessore del VS e del setto interventricolare→ insufficienza cardiaca e aritmie Rigidità dei vasi La rigidità dei vasi è associata a un aumento dello spessore. Dovuto a una riduzione di elastina, aumento del collagene, ipertensione, diabete formazione dell’ateroma (sovrappeso/obesità, fumo, sedentarietà, livelli di colesterolo elevati)→ aumento della pressione arteriosa, insuff. cardiaca a e predisposizione all’ischemia APPARATO RESPIRATORIO La funzionalità polmonare è massima tra i 18 e i 25 anni, poi inizia a diminuire dopo i 35 anni Riduzione della cavità toracica: Dovuto ad una alterazione della curvatura del rachide, aumento della cifosi toracica→riduzione dell’efficienza della respirazione Riduzione della superficie alveolare 1. Da 70m2 a 60m2 tra i 30-39 anni e i 70-79 2. Aumenta il contenuto di collagene che rende più spessa la membrana basale alveolare→ diminuisce la capacità di scambi gassosi Riduzione del ritorno elastico del polmone Dovuto ad una diminuzione di elastina A ciò si aggiunge una debolezza dei muscoli respiratori→ diminuzione della funzionalità polmonare complessiva e della capacità di far fronte all’aumentata richiesta di ossigeno PELVI PELVI La pelvi (o bacino) è costituita dalle ossa dell’anca, dal sacro e coccige articolare tra di loro La parte posteriore della pelvi è costituita dal sacro e dal coccige, anterolateralmente dalle ossa dell’anca unite dalla sinfisi pubica Ha la forma di un imbuto con la base rivolta superiormente e l’apice inferiormente. Si può suddividere in due parti: Piccola pelvi è situata al di sotto dello stretto superiore, è delimitata posteriormente dalla faccia anteriore del sacro e del coccige, lateralmente dall’ileo e ischio e dal foro otturatorio. Anteriormente dal pube e dalla sinfisi pubica. Contiene gli organi pelvici e costituisce il canale del parto Grande pelvi fa parte della cavità addominale, posteriormente è delimitata dalla base del sacro e lateralmente dalla faccia interna delle ali iliache. La parete ossea anteriore si interrompe a livello della spina iliaca anteriore superiore e poi continua con la muscolatura dell’addome. Accoglie gli organi addominali Spina iliaca anteriore Separate da un piano inclinato di 60° che forma una circonferenza superiore ovale (stretto superiore) SINFISI PUBICA La sinfisi pubica premette l’articolazione delle due ossa pubiche. L’ampiezza della sinfisi pubica è di 3-6mm. È costituita da un disco di cartilagine fibrosa interposto tra le due ossa pubiche. Mentre si cammina, la sinfisi pubica assorbe e distribuisce le forze che agiscono sulla cintura pelvica. In condizioni fisiologiche la sinfisi pubica può allargarsi di 1-2mm. UTERO E PERINEO APPARATO RIPRODUTTIVO FEMMINILE L’apparato riproduttivo femminile è contenuto principalmente nella cavità pelvica. Si compone di: Ovaie Tube uterine Utero Vagina Ghiandole accessorie Funzione: l’apparato riproduttivo ha il compito di produrre ovociti, permettere la fecondazione e lo sviluppo dell’embrione OVAIE Le OVAIE sono organi pari situati nella parete laterale della cavità pelvica, la cui funzione è quella di produrre ormoni e ovociti Sono stabilizzate da: Legamento sospensore: si estende dall’ovaio alla parete pelvica Legamento utero-ovarico (o legamento ovarico): si estende dall’ovaio alla parte laterale dell’utero TUBE UTERINE Le TUBE UTERINE si estendono dall’utero alla parte pelvica laterale, passando al di sopra delle ovaie. Nelle tube si può distinguere: Infundibolo: regione vicina al polo superolaterale dell’ovaia relativa. Presenta le fimbrie Ampolla: posta medialmente rispetto all’infundibolo Istmo: posto tra l’ampolla e il corpo dell’utero, a cui si unisce Le fimbrie facilitano la raccolta degli ovociti espulsi dall’ovaio, la fecondazione avviene normalmente nell’ampolla. L’epitelio di rivestimento è cilindrico pseudostratificato ciliato, con presenza di cellule mucipare. Presenza di uno strato muscolare liscio UTERO L’UTERO è un organo a forma di pera situato sulla linea mediana tra la vescica e il retto. Posizione in antiflessione Nella donna nullipara è lungo 7,5 cm. È un organo mobile che cambia posizione in base al grado di distensione della vescica e del retto. Aumenta di dimensioni in gravidanza UTERO Si compone di: Corpo: la porzione più voluminosa dell’utero. La sua porzione più superiore è in continuità con le tube uterine superiormente e con la cervice inferiormente Fondo: porzione tondeggiante superiore al livello di origine delle tube uterine Cervice (collo dell’utero): collega l’utero alla vagina. Tra il collo e il corpo dell’utero c’è un angolo di 110° (antiflessione), mentre con il canale vaginale si forma un angolo di circa 90° (antiversione) Ovaie, tube uterine e utero sono comprese nello spessore del legamento largo (pari) che si connette alle pareti laterali e al pavimento della cavità pelvica LEGAMENTI DELL’UTERO Oltre che da legamento largo, la posizione dell’utero è stabilizzata da: Legamenti uterosacrali: tra le pareti laterali dell’utero e la faccia anteriore del sacro Legamento rotondi: si estendono dai margini laterali dell’utero fino all’inguine Legamenti cardinali si estendono dalla base dell’utero e vagina fino alle parteti laterali della pelvi Legamento uterosacrale Legamento rotondo PARETE UTERINA La parte uterina è composta da 3 tonache: Endometrio corrisponde alla tonaca mucosa: 1. Zona basale è a contatto con il miometrio, non va incontro a degenerazioni durante il ciclo mestruale 2. Zona funzionale degenera ad ogni ciclo mestruale. Sono presenti le ghiandole uterine per nutrire l’ovocita fecondato Miometrio è la porzione più spessa della parete uterina, è costituito da 4 strati di muscolatura liscia disposti ad orientamento circolare e longitudinale. Le contrazioni del miometrio spingono il feto in vagina durante il parto Perimetrio: membrana sierosa che si continua con il peritoneo PERINEO L’insieme delle parti molli, ricoperte dalla cute che si dispongono a chiudere inferiormente il bacino prende il nome di PERINEO. È sottoposto a grandi forze meccaniche durante la gravidanza È delimitato da linee che: Congiungono il margine anteriore della sinfisi pubica alle tuberosità ischiatiche (lati anteriori) Congiungono le tuberosità ischiatiche con l’apice del coccige (lati posteriori) Congiungendo le tuberosità ischiatiche il perineo si suddivide in: Perineo anteriore (dal margine inferiore della sinfisi pubica alle tuberosità ischiatiche) che include i genitali esterni ed è attraversato dalla vagina nella femmina→triangolo urogenitale Perineo posteriore (dalle tuberosità ischiatiche alla apice del coccige) dove è collocato l’orifizio anale→triangolo anale Il perineo complessivamente si compone di strati cutanei, muscolari e fasciali PIANI MIOFASCIALI Strato superiore (diaframma pelvico) Strato medio Strato inferiore STRATO SUPERIORE: DIAFRAMMA PELVICO Il DIAFRAMMA PELVICO costituisce lo strato superiore del perineo ed è costituito da: Muscoli ischiococcigeo Muscoli ileococcigeo Muscoli pubococcigeo Muscoli puborettale L’unione dei m. ileococcigeo, puborettale e pubococcigeo forma il muscolo elevatore dell’ano. Ha la forma di una cupola rovesciata: la faccia superiore è concava, quella inferiore è convessa La faccia superiore del diaframma pelvico forma il PAVIMENTO PELVICO STRATO MEDIO I muscoli che compongono lo strato medio si trovano nella regione urogenitale: Muscoli del trigono urogenitale 1. Muscolo sfintere striato dell’uretra 2. Muscolo trasverso profondo del perineo STRATO INFERIORE I muscoli dello strato inferiore nel triangolo urogenitale sono: Mm. Trasverso superficiale del perineo Mm Ischiocavernoso Mm. Bulbocavernoso I muscoli dello strato inferiore nel triangolo anale sono: M. sfintere esterno dell’ano STRATO SUPERIORE: DIAFRAMMA PELVICO IL MUSCOLO ISCHIOCOCCIGEO (pari) è di forma triangolare e costituisce la porzione posterosuperiore del diaframma pelvico. Origine: dalla spina ischiatica Inserzione: margine laterale delle ultime 3 vertebre sacrali e prime 3 coccigee Funzione: stabilizza il coccige e fornisce resistenza al pavimento pelvico sostenendo gli organi STRATO SUPERIORE: DIAFRAMMA PELVICO IL MUSCOLO PUBOCOCCIGEO (pari) Origine: superficie posteriore del pube Inserzione: osso sacro e coccige Funzione: Fornisce resistenza al pavimento pelvico Nel maschio le fibre nel portarsi posteriormente costeggiano l’uretra e il retto Nella femmina il retto, la vagina e l’uretra. La porzione tra il retto e il coccige, le fibre mediali si intersecano con le controlaterali, formando il legamento anococcigeo STRATO SUPERIORE: DIAFRAMMA PELVICO IL MUSCOLO ILEOCOCCIGEO (pari) Origine: spina ischiatica Inserzione: osso sacro e coccige e legamento anococcigeo Funzione: Fornisce resistenza al pavimento pelvico e contribuisce a svuotare il retto STRATO SUPERIORE: DIAFRAMMA PELVICO IL MUSCOLO PUBORETTALE (pari) Origine: faccia posteriore del pube Inserzione: legamento anococcigeo Funzione: Partecipa al contenimento volontario delle feci STRATO SUPERIORE: DIAFRAMMA PELVICO Il diaframma pelvico con il suo tono muscolare conferisce stabilità e solidità al pavimento pelvico Sulla faccia superiore è rivestito da una fascia detta fascia superiore del diaframma pelvico La faccia inferiore è rivestita dalla fascia inferiore del diaframma pelvico Quando il diaframma pelvico si contrae si solleva il pavimento pelvico e agisce come costrittore del retto e della vagina FASCIA I singoli muscoli scheletrici sono considerati come parte di un sistema che deve essere coordinato per funzionare correttamente La fascia è responsabile di parte dell’efficienza di esecuzione del movimento Essa agisce come un ponte che passa al di sopra delle articolazioni per connettere i muscoli, in modo che i muscoli agiscano in maniera integrata Separa la cute dal sistema muscolo-scheletrico, permettendo il normale scorrimento tra cute e muscolo STRATO MEDIO mm. del trigono urogenitale. Sono situati inferiormente al diaframma pelvico. Chiude l’apertura del diaframma pelvico. Nella femmina è attraversato dal canale vaginale MUSCOLO SFINTERE STRATO DELL’URETRA Circonda la porzione membranosa dell’uretra, è ad azione volontaria, impedisce la minzione MUSCOLO TRASVERSO PROFONDO DEL PERINEO (pari) Origine: margine interno della branca ascendente ischiopubica Inserzione: con il controlaterale sulla linea mediana→ contribuisce alla formazione del centro tendineo del perineo (tessuto fibromuscolare sulla linea mediana tra il triangolo anale e urogenitale) Funzione: Fornisce resistenza al pavimento pelvico STRATO MEDIO I muscoli del trigono urogenitale sono ricoperti superiormente dalla fascia superiore e inferiore del trigono urogenitale→ insieme formano la fascia perineale media Le fasce del trigono urogenitale sono molto robuste. Posteriormente si fondono contribuendo alla formazione del centro tendineo del perineo STRATO SUPERFICIALE MUSCOLO TRASVERSO SUPERIFICALE DEL PERINEO (pari) Origine: superficie interna della tuberosità ischiatica, decorrono parallelamente alla branca ischiopubica Inserzione: sulle fibre del controlaterale→ contribuisce alla formazione del centro tendineo del perineo Azione: contribuisce al sostegno al pavimento pelvico STRATO SUPERFICIALE MUSCOLO ISCHIOCAVERNOSO (pari) Origine: margine mediale del ramo inferiore dell’ischio Inserzione: sul corpo cavernoso del pene o del clitoride Azione: contribuisce all’erezione del pene o del clitoride È più sviluppato nel maschio STRATO SUPERFICIALE MUSCOLO BULBOCAVERNOSO o BULBOSPONGIOSO (pari) Origine: nel centro tendineo del perineo Inserzione: sul corpo cavernoso del pene o del clitoride Azione: contribuisce all’erezione del pene o del clitoride Nel maschio i due muscoli sono uniti da un rafe mediano, nella femmina sono separati e circondano l’orifizio vaginale restringendolo Centro tendineo del perineo STRATO SUPERFICIALE MUSCOLO SFINTERE ESTERNO DELL’ANO Origine: faccia posteriore e estremità inferiore del coccige Inserzione: centro tendineo del perineo Azione: Chiude il tratto inferiore del retto e il canale anale È disposto a circondare la porzione terminale del retto e del canale anale Centro tendineo del perineo MODIFICAZIONI ANATOMICHE IN GRAVIDANZA MODIFICAZIONI ANATOMICHE IN GRAVIDANZA Sistema muscolo-scheletrico Apparato respiratorio Apparato cardiovascolare Apparato endocrino Apparato riproduttivo Apparato urinario Apparato digerente APPARATO RIPRODUTTIVO L’utero va in contro a una serie di modificazioni morfologiche e funzionali al fine di adattarsi alla crescita del feto: Aumento di dimensioni (da 7,5 cm a 30 cm) Aumento del peso (da 50 g a 1 kg), che raggiunge complessivamente i 10 kg Il miometrio si assottiglia (da 2-3 cm a 1-2 cm). Inizia a sporgere al di sopra della cavità pelvica dalla 12° settimana, per raggiungere il processo xifoideo dello sterno alla 36° settimana Gli organi della cavità addominale vengono spostati dall’aumento di dimensioni dell’utero Aumento della pressione intraddominale APPARATO CARDIOVASCOLARE Il cuore viene spinto verso l’alto e a sinistra a causa delle modificazioni del diaframma→ modificazioni all'ECG (modificazioni reversibili dell'onda T, Q e del tratto ST). Aumenta lo spessore del miocardio ventricolare Aumento del 43% della gittata cardiaca. La prima fase della gravidanza determina un aumento della gittata sistolica (+25- 30%) successivamente si ha un aumento della frequenza cardiaca (+15-20b/min). Il 23% della gittata cardiaca è diretto all’utero Sebbene la gittata cardiaca aumenti, la pressione diminuisce per la distensibilità vascolare dovuta al progesterone e NO Aumenta anche la circolazione polmonare In gravidanza potrebbe manifestarsi anche una lieve tachicardia Dopo il parto la gittata cardiaca inizia a diminuire di 1/3 entro 2 settimane, ma potrebbe impiegare fino a 24 settimane per tornare a livello pre-gravidico APPARATO CARDIOVASCOLARE La circolazione della donna in gravidanza è alterata quando giace supina. Dal secondo trimestre sia la vena cava inferiore che l’aorta addominale viene compressa dall’utero→ il ritorno venoso al cuore è ridotto e si riduce l’apporto sanguigno all’utero, ipotensione supina, edema Il volume del plasma aumenta del 30-50% (1200-1300ml). Nella gravidanza gemellare l’aumento è del 70% Aumenta la ritenzione idrica (da 6,5L a 8L) a causa dell’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone Aumento di produzione degli eritrociti (18-25%), che però non è proporzionale all’aumento del plasma→ anemia aggravata dalla mobilitazione delle riserve di ferro verso il fegato Aumento dei leucociti Aumento dei fattori della coagulazione e del fibrinogeno→ stato protrombotico (rischio di tromboembolismo venoso aumenta 4 volte, aggravato dalla stasi venosa SISTEMA ENDOCRINO E METABOLICO SISTEMA ENDOCRINO Aumento dei livelli di relaxina e progesterone Diminuzione diffusa della resistenza tensiva dei legamenti Ipermobilità articolare che può predisporre a traumi articolari e legamentosi La placenta rilascia GnRH e CRH→ aumenta il livello di sierico di cortisolo→ può causare debolezza muscolare SISTEMA METABOLICO Gli adattamenti metabolici che avvengono durante la gravidanza sono fondamentali per permettere la crescita del feto e della placenta. Il tasso metabolico basale aumenta del 20% Aumento della secrezione di insulina→ situazione simile all’iperinsulinemia che assicura disponibilità di glucosio per il feto Nel secondo trimestre c’è un aumento del colesterolo totale e della sintesi dei trigliceridi→ aumentano le riserve adipose Nel terzo trimestre aumenta la lipolisi APPARATO RESPIRATORIO A causa dell’aumento delle dimensioni dell’utero il diaframma si solleva di 4-5 cm Il rilascio di progesterone e relaxina rilassano i legamenti sternocostali→ l’angolo tra la gabbia toracica e lo sterno aumenta → aumentano i diametri anteroposteriore e trasverso Si riduce la compliance toracica e la capacità polmonare (5%) Si riduce la capacità funzionale residua del polmone Aumenta il consumo di ossigeno del 30%→ l’aumento del consumo di ossigeno e la diminuzione delle riserve di ossigeno rendono la donna in gravidanza più suscettibile all’ipossia Aumenta la frequenza respiratoria (1-2 respiri/min) I volumi polmonari e la capacità funzionale residua tornano ai livelli pre-gravidici entro 48h dal parto APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO COLONNA VERTEBRALE: L’aumentato peso dell’utero e la distensione della parete addominale determinano lo spostamento del baricentro in avanti e in basso, con antiversione del bacino. L’alterato equilibrio meccanico e articolare del sistema bacino-sacro-rachide richiede un adattamento: il tronco si sposta all’indietro, si accentua la lordosi lombare. Queste modificazioni della statica vertebrale generano un’ipersollecitazione articolare posteriore→ dolore lombare. L’aumento della lordosi può essere compensato anche da un aumento della cifosi toracica Il grado di variazione delle curve della colonna vertebrale è molto variabile tra gli individui https://youtu.be/mo-CrtgnkrA APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO In una minoranza di casi (20%), in gravidanza si può manifestare la dislocazione del disco intervertebrale, a causa della modificazione della curvatura lombare e lassità legamentosa APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO ARTO INFERIORE: L’aumentata antiversione del bacino può causare una iperestensione del ginocchio Diminuisce l’arco plantare e la flessione plantare Pronazione del piede Aumenta la rotazione esterna delle anche Diminuisce la lunghezza e la velocità del passo Aumenta l’instabilità: le donne in gravidanza sono ad elevato rischio di cadute (28% vs donne non gravide) DIFFERENZE SESSUALI NELLA PELVI La pelvi presenta caratteristiche diverse nel maschio e nella femmina, per adattarsi alle necessità del parto: La pelvi femminile ha un maggior diametro trasverso, quella maschile si sviluppa più verticalmente (le spine ischiatiche nel maschio sono più vicine) La pelvi femminile è meno robusta e più leggera Le fosse iliache sono meno profonde nella femmina, le ali iliache sono più verticali Nella femmina, lo stretto superiore è inclinato di 5° in più rispetto al piano trasverso L’ala sacrale è più larga nella femmina L’angoloo sottopubico nella femmina è di 100°, nel maschio di 70° Il foro otturatorio è triangolare nella femmina e ovale nel maschio. Gli acetaboli e le tuberosità ischiatiche sono più distanti nella femmina La sinfisi pubica ha un diametro verticale inferiore a quella del maschio Complessivamente la dimensione della cavità pelvica è maggiore nella femmina per poter accogliere il feto APPARATO MUSCOLO SCHELETRICO PERINEO E PAVIMENTO PELVICO La gravidanza e il parto sono considerati un fattore di rischio per disturbi della funzionalità del pavimento pelvico→ incontinenza urinaria, fecale, prolasso degli organi pelvici. Il pavimento pelvico e il perineo circonda il canale vaginale, il retto e l’uretra. Quando aumenta la pressione nella cavità addominale (tosse, risata), il perineo e pavimento pelvico si contraggono per bilanciare l’aumento di pressione, fornendo sostegno aggiuntivo agli organi pelvici Durante la gravidanza e il parto i muscoli del perineo sono sottoposti ad un notevole stiramento, i legamenti e le fasce diventano più lasse per azione della relaxina. Inoltre possono lacerarsi durante il parto→ riduzione della forza contrattile. In particolare il 13-36% delle donne mostrano un alterazione del muscolo elevatore dell’ano dopo il parto vaginale. Lo stiramento nel nervo pudendo, che innerva i muscoli del perineo, durante il parto può comportare la manifestazione della neuropatia del pudendo→ associata alla incontinenza I disturbi del pavimento pelvico possono essere transitori oppure continuare a manifestarsi anche dopo lungo tempo dalla gravidanza e dal parto DIASTASI PUBICA LA DIASTASI PUBICA è la separazione della sinfisi pubica (>10mm) senza che ci siano fratture ossee Si può manifestare in gravidanza, durante il primo trimestre o durante il parto, a causa del rilascio di relaxina. Altri fattori predisponenti alla distasi pubica sono: Elevato peso del bambino alla nascita in relazione alla dimensione della pelvi materna Travaglio troppo lungo Se la dilatazione della sinfisi pubica è di circa 3-5mm può essere considerata fisiologica e in genere ritorna alla dimensione originale in 5 mesi. I sintomi: Dolore pubico che peggiora nel camminare, sollevare pesi o salire le scale Alcuni casi possono essere asintomatici Nella maggior parte dei casi i sintomi si manifestano 48h dopo il parto MUSCOLI DELL’ADDOME I muscoli dell’addome vengono stirati durante la gravidanza a causa dell’aumento delle dimensioni dell’utero DIASTASI DEL RETTO DELL’ADDOME La DIASTASI DEL RETTO DELL’ADDOME si verifica quando aumenta la distanza tra i due muscoli retto dell’addome, a causa di uno stiramento della linea alba. Un aumento della distanza a livello dell’ombelico >2,7 cm è considerato patologico. La diastasi è causata: Aumento di relaxina e progesterone che inducono un aumento dell’elasticità dei tessuti connettivi Stress meccanico sulla parete dell’addome dovuto alla crescita del feto e allo spostamento degli organi addominali La distasi del retto dell’addome inizia a comparire dal 2/3 trimestre di gravidanza La naturale riduzione della distasi si ha dal 1 giorno a 8 settimane dopo il parto DIASTASI DEL RETTO DELL’ADDOME Le conseguenze della distasi sono: Alterazioni delle funzioni della muscolatura addominale (postura, stabilità del tronco e della pelvi, respirazione, supporto ai visceri addominali e movimento del tronco)→ instabilità pelvica, alterazioni della postura con riduzione della stabilità del rachide e del bacino che diventano più soggetti a traumi I fattori di rischio: Donne multipare Età materna Dimensione del bambino o presenza di gemelli Terapia: Gli esercizi hanno l’obiettivo di rieducare la muscolatura addominale CRANIO CRANIO Lo scheletro della testa è costituito dal CRANIO E costituito da 22 ossa + gli ossicini dell’orecchio medio La superficie esterna del cranio fornisce un’ampia area per l’inserzione dei muscoli che muovono la testa, gli occhi, la mandibola, consentendo la mimica facciale e la masticazione NEUROCRANIO E SPLANCNOCRANIO NEUROCRANIO (8 ossa) Costituisce la volta cranica (in cui risiedono l'encefalo e alcuni organi di senso) e la base del cranio (supporto per la volta cranica, piano passante per la glabella e la protuberanza occipitale esterna). Alcune ossa del neurocranio sono pari, altre sono impari. SPLANCNOCRANIO (14 ossa) Costituisce lo scheletro delle cavità nasali, cavità orbitarie e orale. Anche nello splancnocranio ci sono gli elementi ossei pari e impari. NEUROCRANIO Ossa impari Frontale Sfenoide Etmoide Occipitale Ossa pari Parietali Temporali Osso temporale SPLANCNOCRANIO Ossa impari Mandibola Vomere Ossa pari Lagrimali Nasali Mascellari Zigomatiche Palatine Cornetto nasale inferiore TEMPORALE OSSO TEMPORALE Le ossa temporali sono pari e simmetriche, costituiscono parte della superficie laterale e base del cranio Contengono e proteggono gli organi dell’udito e dell’equilibrio OSSO TEMPORALE Si forma dalla confluenza di quattro centri di ossificazione: Squama Porzione petro-mastoidea 1. Porzione piramidale o rocca petrosa, che si sviluppa medialmente. Accoglie l’apparato stato- acustico. 2. porzione mastoidea (parte esterna, alla base della piramide) Porzione Timpanica Processo stiloideo. OSSO TEMPORALE-SQUAMA SQUAMA: porzione piatta ed espansa, partecipa alla formazione della parte laterale della volta; Squama posta anteriormente alla porzione mastoidea ed al di sopra del meato acustico esterno. Si articola con la grande ala dello sfenoide e con il parietale Superficie esterna: liscia e leggermente convessa presenta i solchi per a. temporale media. Ricoperta dal m. temporale. Dalla parte inferiore della squama si stacca il processo zigomatico che articolandosi con l’osso zigomatico forma l’arcata zigomatica Il processo zigomatico è formato da due radici ❖ Radice trasversa (tubercolo articolare)→ si articola con il condilo della mandibola→ATM ❖ Radice orizzontale passa sopra il foro acustico esterno OSSO TEMPORALE-SQUAMA Tra le radici si trova una depressione→ fossa mandibolare suddivisa in parte anteriore e posteriore fessura petrotimpanica (che comunica con il timpano) La parte anteriore entra in contatto con il condilo mandibolare OSSO TEMPORALE-SQUAMA Superficie interna è lievemente concava e presenta dei solchi per i rami dell’arteria meningea media. Al limite inferiore è visibile la fessura petrosquamosa che separa la squama dalla piramide del temporale OSSO TEMPORALE-PORZIONE TIMPANICA La porzione timpanica è una lamina ossea ricurva collegata: posterioremente e medialmente con la parte petrosa anteriormente e lateralmente con la squama La superficie anteriore della lamina timpanica è concava e costituisce la parete del meato acustico esterno (la squama ne forma la volta) OSSO TEMPORALE-PROCESSO MASTOIDEO Posteroinferiormente alla squama si osserva il PROCESSO MASTOIDEO, una protuberanza ossea la cui superficie è rugosa e dà attacco al muscolo sternocleidomastoideo. Presenta il foro mastoideo La faccia mediale presenta l’incisura mastoidea (laterale) che accoglie il ventre posteriore de muscolo digastrico e il solco per l’arteria occipitale (mediale) OSSO TEMPORALE-PROCESSO MASTOIDEO La faccia interna presenta le celle mastoidee, in comunicazione fra loro ed il cavo del timpano OSSO TEMPORALE-PORZIONE PETROSA Ha la forma di una piramide quandrangolare diretta lateromedialmente La base corrisponde al meato acustico esterno L’apice presenta l’apertura del canale carotideo La faccia anteriore presenta il tegment tympani MANDIBOLARE OSSO MANDIBOLARE Impari e mediano Forma la parte inferiore dello scheletro della faccia. È unito all’o.temporale mediante l’articolazione temporomandibolare (ATM) Accoglie i denti dell’arcata inferiore È costitituito da 1 Corpo 2 Rami OSSO MANDIBOLARE-CORPO LA FACCIA ESTERNA è convessa e presenta: Sinfisi mandibolare Protuberanza mentale Foro mentale (apertura esterna del canale mandibolare che dà passaggio ai vasi e nervi alveolari inferiori Linea obliqua (da cui origina il muscolo buccinatore) OSSO MANDIBOLARE-CORPO LA FACCIA INTERNA è concava e presenta: Spine mentali superiori e inferiori (possono essere riunite in un’unica sporgenza APOFISI GENI) Linea miloioidea che si porta indietro fino a raggiungere la faccia mediale del ramo Fossetta sottolinguale Fossetta sottomandibolare Fossetta digastrica (nel margine inferiore) OSSO MANDIBOLARE-CORPO IL MARGINE SUPERIORE (processo alveolare) presenta: Arcata alveolare, dove sono scavati gli alveoli dentali Gli alveoli dei denti anteriori sono costituiti da un’unica cavità, quelli per i denti posteriori sono sepimentati Giochi alveolari Triangolo retromandibolare OSSO MANDIBOLARE-RAMO Ciascun RAMO origina dalla parte posteriore del corpo formando un angolo ottuso (angolo della mandibola) I rami hanno una forma quadrangolare e si possono descrivere 2 facce e 4 margini OSSO MANDIBOLARE-RAMO LA FACCIA LATERALE presenta: La tuberosità masseterina (inserzione del m. massetere) LA FACCIA MEDIALE presenta: La tuberosità pterigoidea (inserzione m.pterigoideo mediale), Foro mandibolare da cui origina il solco miloioideo (vi decorre il nervo miloioideo) Lingula mandibolare (dà inserzione al legamento sfenomandibolare dell’ATM) Faccia mediale Faccia laterale OSSO MANDIBOLARE-RAMO IL MARGINE ANTERIORE è subito sopra al trigono retromolare è formato da due labbri: il labbro laterale (in continuazione con la linea obliqua) e il labbro mediale (detto cresta mediale o temporale). I due labbri delimitano la fossa retromolare IL MARGINE SUPERIORE presenta: Incisura della mandibola Processo coronoideo (dà inserzione al muscolo temporale) Processo condiloideo (collo + testa del condilo) IL MARGINE POSTERIORE è arrotondato e unisce il condilo alla angolo della mandibola IL MARGINE INFERIORE termina formando l’angolo della mandibola Fossa retromolare Cresta mediale Faccia mediale Faccia laterale Meccanica Respiratoria e muscoli della Respirazione LM-67 A.A. 2024/25 Meccanica respiratoria: le fasi Aumento volume Diminuzione toracico volume toracico Processo meccanico mediante il quale l’aria è inalata ed esalata attraverso le vie aeree ed i polmoni 1. Inspirazione: entrata di O2 2. Espirazione: fuoriuscita di CO2 INSPIRAZIONE (contrazione ESPIRAZIONE muscoli inspiratori) Strutture coinvolte nella meccanica toracica GABBIA TORACICA 1. Coste 2. Sterno 3. Vertebre Articolazioni principalmente coinvolte Costo-vertebrali: 1. Costo-vertebrali propriamente dette 2. Costo-trasversarie Sterno-costali Modificazione dei diametri La cavità toracica aumenta il proprio volume: 1. Prima fase: Longitudinale 2. Seconda fase: Trasverso Antero-posteriore Meccanica del torace Manico di secchio Manico di pompa Dalla 7a -10a Dalla 3a -6a Meccanica delle coste Testa e collo delle coste ruotano Che ruolo hanno le posteriormente articolazioni? durante l’elevazione Fase inspiratoria → Le cartilagini costali sono sottoposte a torsione (conservano energia elastica) Inspirazione: le tipologie Tranquilla → muscoli primari Profonda muscoli accessori Forzata Diaframma Porzione sternale: processo xifoideo Porzione costale: faccia interna ultime 6 cartilagini costali Porzione lombare: pilastri ed arcate lombo-costali Il diaframma Alla fine della fase espiratoria: Emi-diaframma destro: Risale fino alla V costa Emi-diaframma sinistro: Risale fino alla VI costa Il diaframma: visione laterale Intercostali esterni: generalità 11 paia Dal tubercolo costale alla giunzione costo- condrale Decorso a V (visione anteriore) Intercostali esterni: origine ed inserzione Impediscono agli spazi intercostali di protrudere o collassare internamente durante le modificazioni di pressione/volume Inspirazione profonda Diaframma Intercostali esterni Muscoli accessori: 1. Scaleni 2. Sternocleidomastoideo 3. Elevatori delle coste 4. Dentato posteriore superiore 5. Grande pettorale Scaleni Anteriore C3-C6 → 1a costa Medio C2-C7 → 1a costa Posteriore C4-C6 → 2a costa Fissano le prime due coste Contribuiscono nell’inspirazione Sternocleidomastoideo Elevatori delle coste Apice processi trasversi (da C7 a T11) Costa sottostante Partecipano all’inclinazione omolaterale Elevazione coste Dentato posteriore superiore Processi spinosi (C7-T3) Angoli delle coste (dalla II alla V) Grande pettorale Capo clavicolare Capo sterno-costale Labbro lat. solco bicipitale (inf. tubercolo maggiore) Azioni dei due capi: 1. Sinergiche 2. Separate Inspirazione forzata Diaframma Intercostali esterni Scaleni Sternocleidomastoideo Elevatori delle coste Dentato posteriore superiore Grande pettorale Elevatore della scapola Trapezio Romboidi Piccolo pettorale Dentato anteriore Elevatore della scapola Scapola fissata: flessione laterale, estensione (az. bilaterale) Colonna fissata: elevazione scapola, rotazione interna È palpabile superiormente all’angolo superiore della scapola; una postura scorretta può provocare zone di contrattura in questo muscolo Trapezio Nel meccanismo di inspirazione vengono coinvolti i fasci superiori Linea nucale superiore Legamento nucale Processo spinoso C7 Romboidi Stabilità della scapola Controllo del margine mediale Attivo in tutte le attività di «pull» dell’arto superiore Piccolo pettorale Protrazione della scapola Rotazione interna Depressione Dentato anteriore Stabilizza la scapola Protrazione scapola Il maggior rotatore esterno della scapola Elevatore della scapola, trapezio, romboidi Come contribuiscono all’inspirazione? Cinematica della scapola: nomenclatura I movimenti scapolari sono fondamentali durante le modificazioni di pressione/volume della gabbia toracica Cinematica della scapola: nomenclatura Acromion-clavicolare Rotazione «Interna» Rotazione «Esterna» Tilt anteriore Tilt posteriore APPARATO RESPIRATORIO La funzionalità polmonare è massima tra i 18 e i 25 anni, poi inizia a diminuire dopo i 35 anni Riduzione della cavità toracica: Dovuto ad una alterazione della curvatura del rachide, aumento della cifosi toracica→riduzione dell’efficienza della respirazione Riduzione della superficie alveolare 1. Da 70m2 a 60m2 tra i 30-39 anni e i 70-79 2. Aumenta il contenuto di collagene che rende più spessa la membrana basale alveolare→ diminuisce la capacità di scambi gassosi Riduzione del ritorno elastico del polmone Dovuto ad una diminuzione di elastina A ciò si aggiunge una debolezza dei muscoli respiratori→ diminuzione della funzionalità polmonare complessiva e della capacità di far fronte all’aumentata richiesta di ossigeno

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