Storia Economica per Esame PDF
Document Details
Uploaded by NonViolentBiedermeier9917
Università degli Studi di Brescia
Tags
Summary
Questi appunti trattano l'introduzione alla storia economica, definendola come una disciplina interdisciplinare che si concentra sulla comprensione delle economie nel tempo. Analizzano i fattori produttivi e le differenze tra crescita economica, sviluppo economico e progresso economico. Esaminano inoltre le misurazioni economiche, come il PIL, ed i suoi difetti, così come alternative come il GNH e l'HDI.
Full Transcript
LEZIONE 1 INTRODUZIONE Cos'è la storia economica? Una disciplina che sta a cavallo tra l'economia (non è una scienza esatta, è molto analitica e spiega il funzionamento di vari aspetti del sistema ma non è come la fisica o la chimica) e la storia (disciplina umanistica e scienza sociale che ci perme...
LEZIONE 1 INTRODUZIONE Cos'è la storia economica? Una disciplina che sta a cavallo tra l'economia (non è una scienza esatta, è molto analitica e spiega il funzionamento di vari aspetti del sistema ma non è come la fisica o la chimica) e la storia (disciplina umanistica e scienza sociale che ci permette di comprendere la complessità del presente e allo stesso tempo far e delle previsioni per il futuro; quindi la storia ci aiuta a revisionare il passato per comprenderlo in questo modo poi permettendoci di fare previsioni per il futuro). Importante ricordarsi che L’economia non è solo finanza (tutto ciò che ha a che fare con la produzione e il consumo di beni e servizi) In particolar modo la storia economica ci può fornire «più fatti economici reali, fatti economici più chiari e meglio analizzati, una migliore teoria economica, una migliore politica economica e migliori economisti» [Donald N. McCloskey, ‘Does the past have useful economics?’ Journal of Economic Literature XIV, n. 2,1976: 434-61] L’uomo persegue il sapere indipendentemente dalla sua utilità: è questo che lo differenzia dagli animali; La storia è indispensabile per conoscere ciò che siamo; La storia permette di collocare nella giusta dimensione storica i problemi con i quali oggi ci confrontiamo (la prospettiva storica è indispensabile per capire l'oggi). La storia economica è la base per formare ogni buon economista: «non esistono una teoria economica o modelli economici onnicomprensivi che illuminano la storia economica […] per gli storici economici, aggrapparsi a un’unica teoria è fuorviante e in generale sbagliato» [Charles P. Kindleberger, Economic law and economic history. Cambridge, 1989] La teoria economica più diffusa è la sintesi neoclassica-keynesiana. Le teorie economiche sono figlie del momento storico in cui sono state concepite e quindi hanno finalità diverse. Secondo varie teorie i principali fattori produttivi sono il lavoro, la terra (risorse del suolo e del sottosuolo), il capitale fisico e l'organizzazione, ma esistono anche l'istruzione, la tecnologia, ecc. Es. Economisti classici e fattori di produzione ❑ Es. L’imprenditore e le teorie collegate Cos'è lo sviluppo economico e come si realizza? Perché alcuni paesi sono ricchi e altri sono poveri? Perché i paesi poveri non riescono a cambiare la loro condizione imitando i modelli dei paesi ricchi? Nel passato ci sono stati dei tentativi riguardo ciò, solo che alla fine sono tutti falliti. Le ricette per lo sviluppo che hanno portato al successo i paesi ricchi non hanno funzionato altrove, perché non c'è consenso generale (dal punto di vista scientifico) sugli elementi responsabili dei redditi più alti e perché ogni contesto è diverso (geograficamente, climaticamente, politicamente, istituzionalmente e culturalmente) e perché non esiste una sola teoria dello sviluppo economico che sia utile e applicabile in ogni circostanza. Esistono diversi approcci allo sviluppo economico che non si escludono a vicenda e che s’integrano. Un possibile approccio è quello della storia economica (la quale ha fonti, metodi, vantaggi, svantaggi, scuole di pensiero proprie, ecc...) che vuole capire le varie possibilità di percorso per evidenziarne uguaglianze e diversità e arrivare così a definire strategie più mirate e precise. Ciò viene fatto indagando le origini degli attuali dislivelli di sviluppo e gli elementi fondamentali dello sviluppo economico. Per questa ragione la storia (economica) è una scienza (sociale). Quindi è importante studiare e tenere sott’occhio la parte storica perché è capitato anche che la politica (e a volte anche certa economia) e la storia economica senza considerare la prospettiva storica si è rischiato di confondere i sintomi di un problema con le sue stesse cause. ES. La bolla dei subprime esplosa nel 2008 L'IMPORTANZA DEL LINGUAGGIO E IL SIGNIFICATO DEI TERMINI PRODUZIONE (Totale di quanto viene prodotto da un sistema economico.) ≠ PRODUTTIVITÀ (Quanto produce una unità di fattore produttivo) => es: la produttività di una unità di lavoro. Cos'è il PIL? PIL=Consumi + Investimenti + Spesa dello Stato (spesa pubblica) + (esportazioni-importazioni) Il PIL misura la ricchezza di un paese, misura il valore di tutti i beni e servizi finali (non tenendo conto dei passaggi intermedi) prodotti in un paese in una unità di tempo (anno). Il valore aggiunto o chiamato anche il valore dei beni finali è la misura del valore che le imprese hanno aggiunto ai beni intermedi. Kennedy:" Il Pil misura qualunque cosa, tranne ciò per cui vale la pena vivere”. (Il PIL non dice nulla su molte cose. Es: situazione degli investimenti, disuguaglianze sociali, ecc...) «La Coca Cola non sarebbe in affari oggi, se avesse misurato le sue performance di business, ignorando completamente l'ammortamento dei beni così come le nazioni fanno quando misurano le loro performance economiche utilizzando il PIL. Il PIL è come una calcolatrice difettosa in grado di considerare solo le transazioni economiche senza tener conto dei vantaggi e dei costi in termini di capitale reale, naturale, umano e sociale, che sono la base per un welfare vero e proprio» [Mark Anielski, 2001] I difetti del PIL: Non attribuisce un valore all’ambiente e non lo protegge; Non considera il tempo libero Non dice se un prodotto nuovo è buono o cattivo (tossico); Considera solo gli scambi monetari e non i lavori socialmente utili (es. volontariato) (e quelli gratuiti); Non considera beni e servizi offerti dal settore pubblico; Tratta tutte le transazioni come positive, cosicché entrano a farne parte, per esempio, i danni provocati dai crimini (riciclaggio di denaro), dall’inquinamento, dalle catastrofi naturali Ignora i diritti umani e le libertà Il PIL non ci dice nulla a proposito della distribuzione del reddito Considera l’economia sommersa (spaccio prostituzione) Come tutti gli indicatori, non è uno strumento NEUTRO ma è l'espressione di un PARADIGMA TEORICO (e quindi dei suoi obiettivi) da cui ha origine. Funziona bene per gli obiettivi per cui è stato pensato, non funziona bene in senso assoluto. Per questa ragione l’idea che il PIL sia un numero relativamente poco significativo è sempre più condivisa. Deve quindi essere accompagnato da INDICI ALTERNATIVI (proposti da economisti e da fondazioni profit e no profit), che mettono al centro di tutto la persona e il concetto di benessere (a livello economico ma anche sociale, standard di vita, etc). Indici proposti a partire dagli anni 90 e dagli anni 200 numero sempre più cresciuto. Tali indici possono essere: GNH (Felicità interna lorda): introdotta nel 1972 dal Re del Bhutan, calcola il benessere fisico, ambientale, sociale, mentale, lavorativo e politico. Indice che cerca di distaccarsi dai valori occidentali dell’economia per uniformarsi invece con quelle tipiche delle culture buddiste orientali. Il problema è che i parametri presi in considerazione sono valutazioni morali e soggettive quindi è difficile da misurare concretamente. HDI (Indice di sviluppo umano): introdotto nel 1990 e usato dall’ONU a partire dal 1993 parallelamente al PIL per misurare la qualità della vita nei paesi membri. Si basa sull’indice di aspettativa di vita, sull'istruzione e sul reddito. HDI in particolar modo si calcola come media geometrica dei tre indicatori GO (Gross output): è usato negli USA. Gli indicatori che scegliamo per comprendere l’economia è come se avessero una loro vita autonoma dato che influiscono sulle percezioni ed entrano nel gioco delle dottrine e delle ideologie. I numeri in gioco non sono mai neutrali dato che vengono utilizzati dalla politica come un obiettivo. Quindi gli indicatori sono solamente una sintesi. CRESCITA ECONOMICA (Aumento sostenuto del volume totale di beni e servizi prodotti da una data società.=> il miglioramento di alcuni indicatori economici) ≠ SVILUPPO ECONOMICO (Crescita economica accompagnata da un sostanziale cambiamento strutturale e organizzativo dell'economia (es. passaggio dell'Italia da economia agricola a economia industriale nel secondo dopoguerra).) ≠ PROGRESSO ECONOMICO (Crescita e sviluppo economico che implicano un giudizio di valore che è soggettivo=> cambia da persona a persona) Determinanti dello sviluppo economico: Il prodotto totale di un’economia è determinato dalla quantità di fattori di produzione (lavoro, terra (proprietari terrieri) e capitale) messi in gioco e da come vengono utilizzati; Economia classica: Classificazione tripartita dei fattori di produzione: terra, lavoro e capitale la classificazione è limitata se applicata all'analisi dello sviluppo economico poiché esclude alcuni fattori produttivi quali la tecnologia (fattore chiave dello sviluppo dato che il cambiamento tecnico/tecnologico consente incrementi di produttività a fattori costanti), la popolazione (va considerata nella sua dinamicità, cioè crescita demografica, distribuzione sul territorio, ecc... e considerata nella sua composizione, cioè la suddivisione per età, sesso, livello culturale, ecc...), la terra (intesa come risorse del suolo e del sottosuolo=> la disponibilità di acque e la facilità di accesso all’acqua stessa. La terra è caratterizzata da particolari condizioni climatiche, fertilità, collocazione geografica, ecc...) e le istituzioni (elementi che rappresentano le componenti di una società ed esse definiscono regole di comportamento). Definizione di “istituzioni” diversa a seconda del contesto di riferimento, infatti Definizione stessa di “istituzioni economiche” è spesso contrastante. Le istituzioni si possono classificare secondo due criteri: Economiche/sociali/ecc.. Formali (organizzazioni quali le famiglie, le imprese, mondo della moda, i partiti politici, ecc... es. norma legislativa) o informali (insieme di norme scritte e non scritte tramandate nel tempo, che fanno parte della tradizione di un popolo). I due codici napoleonici sono istituzioni formali che hanno permesso lo sviluppo. STRUTTURA ECONOMICA E MUTAMENTO ECONOMICO La struttura economica ha che vedere con le relazioni tra i vari settori dell'economia (primario, secondario e terziario). Fino alla fine del XIX secolo l’agricoltura era la principale occupazione per il lavoro. Il mutamento economico inizia quando si passa da una società agricola ad una società industriale. Esempio di mutamento economico: Fino a metà '900 il settore agricolo (che produce beni di prima necessità) impegnava la maggior parte della forza lavoro (perché la produttività del lavoro era bassa) ed era il maggior produttore di ricchezza. Con l'introduzione dell'innovazione tecnologica la produttività del lavoro è aumentata! Dal lato dell'offerta: con meno lavoratori e investendo meno terra si poteva produrre ciò che serviva a tutta la popolazione, perché il lavoro era più produttivo e le terre venivano fertilizzate (diventando anch'esse più produttive). Dal lato della domanda: secondo la Legge di Engel all'aumentare del reddito, diminuisce la quantità di spesa per quei beni (es. se con poco reddito si possono comprare solo i beni di prima necessità, all'aumentare del reddito si acquista la stessa quantità di beni primari e il reddito restante viene utilizzato per acquistare beni non di prima necessità). Tecnologia: Possibilità di migliorare l'efficienza, ridurre i costi e aumentare la produttività. Inoltre, l'innovazione può aprire nuovi mercati, creare nuovi prodotti o servizi, generare occupazione e migliorare la qualità della vita delle persone. Lo sviluppo e l'applicazione di nuove idee e tecnologie generano maggiore prodotto a fronte degli stessi fattori produttivi. «Lo sviluppo economico è l’aumento nel lungo periodo della capacità di fornire beni economici sempre più diversificati alla popolazione e tale capacità si fonda sullo sviluppo tecnologico e sugli aggiustamenti sia istituzionali che ideologici che esso rende necessari» [Simon Kuznets, Popolazione, tecnologia, sviluppo, Mulino,1990]. Per determinare lo sviluppo economico non è sufficiente un aumento del reddito pro capite, è necessario che si verifichi anche una diversificazione dei beni economici che compongono il reddito e un mutamento istituzionale; è un processo di lungo periodo che però non avviene in modo continuo (ci sono depressioni, momenti di blocco e riprese). Le cause fondamentali dello sviluppo economico sono il progresso economico e la tecnologia, le istituzioni e la stessa cultura. Teoria degli stadi di Rostow (1969) (è uno dei modelli più importanti, anche se ce ne sono di altri, per spiegare lo sviluppo economico): divide il percorso di sviluppo economico di un paese in 5 fasi (stadi): 1. La società tradizionale (tra 1700 e 1750) (è un sistema economico quasi bloccato, è scarsamente dinamico, c'è sottoproduzione a causa di un basso livello tecnologico e culturale); 2. La società di transizione o precondizione del decollo (tra 1750 e 1800) (è uno stadio preparatorio, c'è un aumento delle conoscenze scientifiche e uno sviluppo di nuove mentalità pronte per il progresso); 3. Fase di decollo (1800) (l'aumento della produttività dei fattori permette un aumento della produzione); 4. Spinta verso la maturità (tra 1850 e 1900) (c'è lo sviluppo tecnologico); 5. L’Era dei consumi di massa (circa 1950 e oltre )(c'è sovraconsumo e grandi consumi di massa). Vi sono varie critiche alla teoria di Rostow e la principale è che molti paesi si sono sviluppati in modo diverso rispetto a ciò che la teoria esprime. IL SISTEMA ECONOMICO PREINDUSTRIALE (basso medioevo - secoli 7°-8°-9°) Un'approssimazione statica DOMANDA E OFFERTA Ogni sistema economico può essere analizzato da 2 differenti punti di vista: domanda e offerta. Tale distinzione che vale solo ai fini descrittivi, si tratta di due aspetti della stessa realtà. DOMANDA La popolazione (demografia) è una variabile centrale: Gli uomini hanno bisogni e desideri che si trasformano in domanda; È importante per conoscere i contorni quantitativi della domanda e quelli qualitativi; Dato difficile da conoscere prima del XVIII secolo (non c'erano censimenti, ecc...); Maggiori informazioni sulle popolazioni urbane. (bisogna mettere in evidenza quali sono le condizioni che agiscono positivamente e negativamente) Le città durante l’età classica sono un centro amministrativo, mentre nel periodo successivo sono il principale motore economico Fino alla fine del XVIII secolo la popolazione europea rimane relativamente scarsa (poche città avevano più di 100mila abitanti e già le città con più di 50mila abitanti erano considerate metropoli). Fattori che incidono sulla popolazione: Tasso di natalità; Tasso di mortalità; Flussi migratori. Diversi fattori incidono sul loro andamento: es. l'aumento dell'igiene, la rotazione triennale, ecc... hanno diminuito la mortalità (nel 2°-3° secolo la popolazione era ridotta perché il tasso di mortalità era ALTO!). Inoltre bisogna tenere in considerazione la differenza tra mortalità ordinaria e mortalità catastrofica. La prima è quella relativa agli "anni normali" (morte non causata da guerre, carestie e pestilenze) mentre la seconda è la morte causata dagli anni calamitosi con la presenza di eventi catastrofici, in entrambe i casi il tasso di mortalità era molto più alto del tasso di natalità. I bisogni (needs, sono qualcosa di NECESSARIO, ma questa classificazione è troppo soggettiva) e i desideri (wants) dipendono da: Totale della popolazione; Struttura della popolazione (età, sesso, ecc.. ) Fattori geofisici; Fattori socio-culturali. La distinzione tra bisogni e desideri cambia nel tempo e nello spazio. Cosa permette ai bisogni e ai desideri di trasformarsi in domanda? Bisogni e desideri si trasformano in domanda quando c'è un potere d'acquisto (essi alimentano la domanda ma non rappresentano la domanda effettiva). Le determinanti della struttura e del livello della domanda sono: Livello del reddito cumulato; Distribuzione del reddito; Livello e struttura dei prezzi; Fattori socio-culturali. REDDITO (un flusso di ricchezza, ed è uno stock) Chi percepisce reddito (popolazione attiva) lo spende per sé e per chi mantiene (popolazione non attiva); La domanda effettiva influenza la struttura della produzione; Si ottiene reddito partecipando all'attività produttiva vale a dire attraverso un lavoro salario reale: quantità di beni e servizi acquistabili con il salario monetario. Esso è uguale al rapporto W/p tra il salario monetario W ed il livello dei prezzi p. salario nominale: quantità di moneta che il lavoratore riceve quale corrispettivo del suo lavoro il profitto: retribuzione che spetta all'imprenditore (v.) per lo svolgimento della sua attività. l'interesse: compenso che spetta a colui che presta una somma di denaro. L’interesse dipende dall'ammontare del capitale prestato, dal saggio o tasso di interesse e dal tempo di durata del prestito. Rendita: una ricchezza prodotta da un soggetto senza che questi svolga una particolare attività lavorativa. In altre parole la rendita è il reddito percepito dal proprietario di un bene. IL CONCETTO DI RENDITA Il termine rendita viene spesso impiegato con vari significati, ma in economia esso indica il reddito che spetta al proprietario della terra (si parla a tale proposito di rendita fondiaria) o al proprietario di altri fattori produttivi naturali, come miniere, giacimenti petroliferi, risorse idriche, ecc..., caratterizzati dalla loro scarsità. Dato che questi beni sono scarsi, la loro offerta non può aumentare: il prezzo di tali beni si forma, quindi, per effetto dell'incontro della domanda e dell'offerta. Evidentemente, quindi, essendo l'offerta rigida, un aumento della domanda fa aumentare il prezzo di mercato. Se, invece, la domanda diminuisce si riduce anche il prezzo di mercato, mentre la quantità offerta rimane invariata. Il salario è la categoria di reddito prevalente; Salario reale basso e bassa produttività del lavoro, implicano un tenore di vita basso. Secondo gli economisti classici (v.), il livello del salario era pari al valore delle merci e dei beni necessari a soddisfare i bisogni più urgenti del lavoratore e della sua famiglia (nutrimento, vestiario ecc.). Secondo quanto affermato da questa teoria, il prezzo del lavoro veniva così a dipendere dal livello delle spese di sussistenza in un certo momento; di conseguenza, aumentava o diminuiva se aumentavano o diminuivano i prezzi dei beni di sussistenza di una famiglia lavoratrice. Primo punto fermo delle società preindustriali: Scarsità e bassa produttività dei fattori e uso non sempre efficiente delle risorse disponibili, che determinavano prezzi alti. Paesi in via di sviluppo che hanno ancora del’ economie agricole di questo tipo si trovano ancora in queste situazioni Distribuzione del reddito e della ricchezza: Concentrazione di reddito (flusso) e ricchezza (stock) variano notevolmente (nello spazio e nel tempo); La distribuzione è sempre stata fortemente ineguale. Secondo punto fermo delle società preindustriali: Enorme contrasto tra miseria estrema della massa e l'opulenza della minoranza. Nel 1427 a Firenze il 10% della popolazione aveva il 70% della ricchezza e nel 1688 in Inghilterra circa 16.000 persone detenevano il 70% della ricchezza mentre il restante 30% era suddiviso tra circa 800.000 persone. (guarda grafico prima gruppo slide 49) Conseguenza: presenza di un gran numero di mendicanti che non partecipano al processo produttivo. es. Nella Francia del 1968, il 10 % della popolazione erano mendicanti. In ogni modo comunque devono consumare in qualche modo. Per questo alcuni andavano a rubare altri si aspettavano che qualcuno gli facesse un'azione benevole come un trasferimento del reddito. Per questa ragione si creò il CIRCUITO DELLA CARITA' (preso parte anche dalle persone che anch’esse non hanno grandi ricchezze e che per questo capiscono e comprendono le situazioni di quel tipo): i poveri (senza reddito sufficiente per vivere) ricevevano la carità (trasferimenti volontari di reddito). La carità era effettuata da tutti (benestanti, come la Chiesa, ma anche gente comune) ed è difficile da stimare quantitativamente (i benestanti davano circa il 5% del loro reddito in carità). La carità era parte integrante della logica del sistema preindustriale ma i suoi effetti sulla redistribuzione del reddito non erano sempre gli stessi, in teoria la carità avrebbe dovuto aiutare a diminuire le differenze tra le varie classi sociali ma spesso accadeva che la Chiesa non ridistribuisse ai poveri i soldi che le venivano dati dalla popolazione per fare la carità. Il reddito (e la ricchezza) possono essere trasferiti: Volontariamente: carità (Trasferimenti fatti senza aspettarsi nulla in cambio.), donazioni (dono fatto perché mi aspetto che prima o poi quella persona mi restituisca quello che gli ho dato in qualcos'altro o in qualche altra situazione), dote (uno stock di ricchezza che passa dalla famiglia alla figlia quando si deve sposare), gioco (d’azzardo). Spesso la ricchezza dovuta alla dote o al gioco veniva usata per fare investimenti in nuove attività; Coercitivamente (trasferimenti coatti - forzati): imposizione fiscale (oggi è la forma prevalente di trasferimento coatto del reddito), saccheggio, bottino di guerra, furto, ladrocinio, ecc... I casi più comuni di trasferimento nell'età preindustriale erano: ladrocinio (coatto) e dono (volontario). Oggi sono imposizione fiscale e carità. Oggi ruolo importante anche del mercato. Il mercato diventa prevalente solo con il fiorire delle città a partire dal XII-XIII secolo. Tipi di domande: domanda effettiva: Domanda di beni di consumo; Domanda di servizi; Domanda di beni capitali. La domanda può essere: Interna privata; Interna pubblica; Estera; Della Chiesa. DOMANDA INTERNA PRIVATA Riguardava prevalentemente l'alimentazione, il vestiario e l'abitazione (riscaldamento, mobilio, giardinaggio, candele, ecc...) poiché sono i beni primari necessari alla sussistenza. La domanda di questi beni aveva un'elasticità minore di 1 (legge di Engel) il che significava che ad una diminuzione del reddito disponibile corrispondeva un aumento in percentuale del reddito assorbito da alimentazione, vestiario e abitazione. Nel 1950, ad esempio la spesa per l'alimentazione negli USA consumava il 22% del reddito, nella gran bretagna il 21% e in Italia il 46%. In "anni normali" la quota di REDDITO FAMILIARE dedicata alle spese per l'alimentazione era: Il 70-80% per la gente comune, di cui 1/4 era per pane e cereali (dieta povera. I poveri mangiavano poco e mangiavano anche male); Il 35-50% per i benestanti; Il 20-25% per i ricchi. In età preindustriale gli "anni normali" sono un eccezionalità perché l'instabilità è alta a causa di: inelasticità della domanda, agricoltura poco produttiva (per tecniche arretrate, ecc...) e fattori esogeni (eventi calamitosi, guerre, ecc...). Conseguenze: estrema variabilità dei prezzi nel brevissimo periodo e valore simbolico del cibo (i ricchi mangiavano tanto e fino a sazietà ed erano grassi mentre i poveri spesso morivano di fame). Vestiario Lo stesso ragionamento vale anche per il vestiario: consumi ostentati e leggi santuarie (leggi che riguardano il lusso). L'abito era un lusso: i più poveri vestivano di stracci mentre i ricchi spendevano il 10-30% del loro reddito in vestiario. Così come stramangiavano, i benestanti e (soprattutto) i ricchi facevano eccessivo sfoggio di abiti (anche l'abito aveva un valore simbolico). Per evitare eccessi, i consumi in abbigliamento erano moderati per legge (leggi santuarie). Il capo di abbigliamento per le famiglie normali o più povere durava moltissimo tempo e spesso lo si lasciava in eredità ai discendenti DOMANDA PRIVATA DI SERVIZI Per i poveri poco rimaneva per il vestiario e l'alimentazione, figurarsi per il resto; Per i ricchi e i benestanti “vitto – alloggio – vestiario” consumavano il 65-75% del reddito, il resto veniva consumato come spesa per servizi (servizio domestico, istruzione, divertimento, servizi religiosi, ecc...). Alcune precisazioni su consumi di ricchi e benestanti: Il loro consumo non era molto vario poiché non c'erano molti beni da comprare; Cibo, vestiario e abitazione erano le principali voci di spesa anche per i ricchi; I RICCHI POTEVANO RISPARMIARE, LA MASSA NO! DOMANDA PRIVATA DI BENI CAPITALI: IL RISPARMIO Risparmio: differenza tra reddito e spesa in beni di consumo e servizi; Il risparmio è la condizione per poter spendere il proprio reddito in beni capitali (che servono per il ciclo produttivo sottoforma di attivo immobilizzato/fisico e attivo circolante); Ciò accade quando il risparmio si trasforma in investimento; I beni capitali sono indispensabili per alimentare il processo produttivo. Da cosa dipende il risparmio? - Livello del reddito; - Distribuzione del reddito; - Elementi psicologici e fattori socio-culturali. Tutto il risparmio si trasforma in investimento? Y (reddito) =C (consumi)+S (risparmi) Quando S (risparmi)=I (investimenti) il ciclo economico si può riprodurre. Elementi di fragilità del sistema: Tesaurizzazione (accantonare il risparmio in monete) e assenza di meccanismi (istituzioni e soggetti) che mettano in contatto risparmiatore e investitore. Valore intrinseco (valore metallo di cui è fatta la moneta. Nell'età preindustriale le monete erano fatte di metalli preziosi). Valore nominale (es. 1€, ciò che è scritto sulla moneta/banconota). => In sintesi: bassi livelli di investimento in età preindustriale. Cause: Gran massa della popolazione non riusciva a risparmiare; Elevati livelli di tesaurizzazione; Assenza/inadeguatezza di istituzioni in grado di raccogliere il risparmio da chi lo voleva investire e darlo a chi ne aveva bisogno per scopi produttivi. LE DETERMINANTI DELLA DOMANDA PUBBLICA: Reddito del potere pubblico; Bisogni del potere pubblico e della comunità che esso rappresenta; Struttura e andamento dei prezzi. Per i secoli precedenti il XVIII è difficile distinguere tra settore privato e settore pubblico. Come ricavava il reddito pubblico lo Stato? (+ pagina 57: punto 3: sfruttamento del patrimonio demaniale) 1. Imposizione fiscale (trasferimento coatto): attraverso la tassazione diretta (colpisce il reddito personale) ma prevalentemente attraverso la tassazione indiretta (colpisce i trasferimenti di ricchezza, questa tassazione deprime i consumi e ha un peso maggiore rispetto a quella diretta). L'imposizione fiscale è sempre cresciuta nel tempo ( cosa che oggi invece una singola persona riesce a mantenere 10 persone totali), la parte restante era impiegata nel settore tessile e nelle costruzioni in cui il reddito era basso e c’era la presenza di beni di sussistenza. In questo modo si soddisfacevano i tre bisogni necessari alla sopravvivenza: alimentazione, vestiario e abitazione. È un errore far coincidere: - Popolazione attiva rurale con popolazione addetta all’agricoltura; - Popolazione attiva urbana con popolazione attiva nella manifattura e nel terziario. Popolazione attiva e settori: manifattura e servizi o I servizi più diffusi: Domestici (10% della popolazione totale nelle città); Religiosi (nel '600 anche oltre il 5% in città come Roma, Bologna, Cremona); Professionisti (notai, medici, giuristi): avevano un ruolo rilevante dal punto di vista economico- sociale perché avevano un reddito elevato (alti consumi e risparmio) e perché consumavano beni speciali (libri per poter usufruire del servizio d'istruzione, occhiali, ecc...) e avevano un ruolo sociale importante grazie alle mansioni di prestigio che dovevano fare. I professionisti sono la base della borghesia del periodo industriale. POPOLAZIONE ATTIVA E SETTORE: VALIDITÀ DELLE STIME È possibile che queste stime vengano sopravvalutate perché non si considera il lavoro effettivo e non venivano considerati: il numero di giornate lavorative effettivamente impiegate numero di ore per giornata lavorativa com'era la qualità del lavoro (condizioni fisiche e psicologiche dei lavoratori che incidono sulla produttività del lavoro) grado di istruzione e preparazione tecnica (livello del capitale umano) Durante quel periodo si lavorava quantitativamente molto meno. Di fatto in totale erano presenti molti più giorni di festività che giorni lavorativi. ES. In Lombardia nel 1600, 100 giorni erano di festa religiosa. Il lavoro in più aveva una qualità più scarsa e pessima a causa delle condizioni lavorative e psicologiche (ad esempio molte volte si arrivava a lavoro a stomaco vuoto) CAPITALE UMANO L'istruzione e la formazione hanno un costo: Costo diretto: relativo ai costi per la formazione; Costo opportunità: guadagno perso. Es: ciò che si produrrebbe se non si studiasse (se io studio non lavoro e quindi non ho entrate); Il ruolo delle Corporazioni e dell’istituto dell’apprendistato è importante per l'istruzione in età preindustriale: attraverso l'istituto dell'apprendistato si trasferivano le conoscenze nel tempo [un maestro artigiano (iscritto a una corporazione) prendeva sotto di sé un giovane e gli insegnava gratuitamente il suo mestiere]. Nel settore dei servizi professionali (legali e sanitari): dall'apprendistato alla formazione universitaria. Non è sufficiente l'istruzione per migliorare la qualità del capitale umano. Compiti delle CORPORAZIONI (associazioni di maestri artigiani che svolgevano la stessa attività): Trasferimenti della conoscenza; Controllo della qualità della produzione; Ridurre la concorrenza (garantire il monopolio di un prodotto a una determinata zona di produttori); Mutualità e assistenza tra i membri delle corporazioni e della corporazione singola. CAPITALE Il fattore di produzione "CAPITALE" è il capitale fisico (beni economici reali che l'uomo utilizza nell'esercizio dell'attività economica, durante il processo produttivo) non il capitale finanziario (liquidità); Se può essere riprodotto si chiama "capitale fisico riproducibile"; Si divide in "capitale fisso" (beni usati più volte: macchinari, impianti, ponti, strade, ecc.) e "capitale circolante" (beni che si possono usare una sola volta: scorte di materie prime, di semilavorati, di prodotti finiti). CAPITALE FISSO Gli investimenti in capitale fisso sono decisamente aumentati dopo la Rivoluzione industriale; Il capitale fisso è quello che serve per iniziare una nuova attività. Esempio: il settore tessile è un settore ad alta intensità di lavoro quindi ha bisogno di poco capitale mentre il settore siderurgico, settore chimico e settore elettrico sono settori ad alta intensità di capitale, quindi per iniziare una nuova attività c'è bisogno di molto capitale, per questo erano settori di oligopolio (c'erano pochi produttori); Cosa influenza distribuzione e stock di capitale fisso? es: fattori tecnologici (alcuni settori hanno bisogno di una tecnologia più avanzata e quindi più costosa) ed economici, gusti e scale di valori. Capitale fisso in età preindustriale Prima del Mille (prima della rivoluzione urbana): Capitale fisso di rilevanza trascurabile; Capitale fisso distribuito in maniera ineguale tra le varie attività economiche. Economie chiuse Accesso al mercato praticamente nullo Dopo il Mille ("prima rivoluzione urbana"): o Mulini ad acqua e vento si moltiplicano (prima nell'agricoltura e poi anche nella manifattura); o Cascinali e grange (per lo stoccaggio di alimentari soprattutto granaglie); o Più edifici e di maggiori dimensioni; o Attrezzi migliorati (utilizzo di nuovi materiali come quello del ferro); o Costruzione di canali d'irrigazione; o BESTIAME (capitale fisso, capitale circolante e scorte alimentare e materia prima): BESTIAME: Nelle società preindustriali si coltivava molto e si lasciava in secondo piano l'allevamento perché gli animali erano fragili ed erano spesso soggetti a malattie, perché i costi per il loro mantenimento era elevato e perché toglievano risorse all'uomo stesso (se davo da mangiare a loro ciò che producevo poi io non avevo niente da mangiare) (i campi venivano destinati alla coltivazione di grano, che poi nell’area Padana venne sostituito dal mais, il quale rendeva di più e se ne potevano usare anche gli scarti, come paglia nelle stalle ad esempio). Con il passare del tempo il bestiame divenne un bene prezioso, per vari motivi, il principale è che produceva il letame, unico concime per i terreni fino all'arrivo dei prodotti chimici. Capitale fisso negli altri settori Trasporti: il capitale fisso era rilevante. - Trasporto via acqua: barche, battelli, navi; - Trasporto terrestre: cavalli e muli, strade che permisero l'uso di carri e carrozze (dopo il '500); Manifattura: sembra valida la tesi della scarsa importanza del capitale fisso nel processo produttivo; Tuttavia c'erano delle eccezioni: settore minerario (serviva capitale per comprare gli impianti per lo spostamento dei minerali), costruzioni navali (bacini, gru, impianti di carenaggio) e tessile (macchinari per la lavorazione della lana). Una possibile gerarchia delle forme di capitale più diffuse: 1. Costruzioni (edifici civili e pubblici, granai, magazzini, chiese, ospedali, ecc.); 2. Bestiame; 3. Impianti-macchinari. IL CAPITALE CIRCOLANTE E' essenzialmente costituito da scorte (di materie prime, di semilavorati e di prodotti finiti); La percentuale di capitale circolante sul totale del capitale esistente è molto più elevata che ai giorni nostri perché rappresenta un cuscinetto tra la produzione (offerta) e il consumo (domanda); Scorte che hanno un costo e sono volatili Violente fluttuazioni dei raccolti, insicurezza e altro costo dei trasporti rendevano la produzione molto instabile per questi motivi: Appena possibile la gente comune (privati e anche poteri pubblici) costituiva scorte di generi alimentari (investimento della paura); Gli uomini d'affari costituivano scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti per speculare (soprattutto granaglie perché erano molto richieste e conservabili); Il volume delle scorte era più elevato nei settori con domanda anelastica poiché l'offerta era soggetta a drastiche e improvvise variazioni (es. generi alimentari); Scorte alimentari necessarie per l'alimentazione (consumo) si potevano usare per la semina (beni capitali); Costo delle scorte: Costo diretto: immagazzinaggio, perdite di ciò che marcisce, acquisto, ecc. Costo delle opportunità: mancato investimento del bene in beni capitali (es. non si fa la semina); Poiché le scorte costano si tende a ridurle al minimo; Le scorte sono un capitale di tipo stabilizzatore (cuscinetto) e non "produttivistico"; Le scorte sono un tipo di capitale estremamente volatile (causano l'instabilità del ciclo economico). Conseguenze: Instabilità del capitale circolante = instabilità del ciclo economico; Tante scorte = poco capitale fisico = ciclo economico poco alimentato (non si semina). RISORSE NATURALI E FONTI DI ENERGIA CAPITALE NON RIPRODUCIBILE: Terra Risorse del soprasuolo e sottosuolo come boschi e foreste (legname): questo perché si disboscava per avere i campi da coltivare quindi però si aveva una mancanza facendolo poi diventare una risorsa estremamente importante e preziosa Terra coltivabile acqua Nell'Europa preindustriale la risorsa naturale per eccellenza era la terra perché era il fattore dominante dal quale dipendeva la possibilità stessa dello sviluppo e con terra si intendeva soprattutto terreno coltivabile; l'acqua occupa un posto di rilievo tra le risorse naturali (acqua per irrigare e corsi d'acqua per i trasporti e per l'energia); Non veniva utilizzato nessun combustibile fossile (scoperti nel XVII secolo). LE FONTI DI ENERGIA in età preindustriale: Forza muscolare dell'uomo; Piante e animali; Energia inanimata (forza cinetica) di acqua e vento. La disponibilità di fonti energetiche pone un vincolo allo sviluppo: es. passaggio dal carbone al carbon coke: localizzazione delle manifatture vicino alle fonti di energia; Es. Francia e sistema manifatturiero: piccole dimensioni e dispersione geografica per la mancanza di carbone e la disponibilità di acqua. L'ORGANIZZAZIONE PRODUTTIVA (ha un effetto sulla produttività dei fattori) Organizzazione del mondo agricolo in età preindustriale Cambiando L, K e R in modo efficiente si attua la produzione; A partita di fattori, una diversa organizzazione degli stessi da risultati diversi; Esistono differenze tra economie preindustriali e economie industriali; I fattori che influenzano l'organizzazione produttiva. Es. livello culturale, tecnologia, ampiezza dei mercati, tipo di prodotto; es. tessile e manifattura a domicilio; In una qualsiasi società possono coesistere forme organizzative tra le più disparate. L'EUROPA PREINDUSTRIALE Area economicamente non omogenea; Alcuni tratti comuni: Preponderanza del settore primario (settore agricolo) (80-90% del PIL e 70% della popolazione attiva); Mobilità di tutti i fattori è contenuta ≠ oggi con internet e nuove tecnologie Modesto livello di urbanizzazione; Società e struttura gerarchica piramidale e rigida (c'erano gli ordini sociali fissi rimanendo così sempre nello stesso campo e non c’erano le classi sociali come ci sono adesso); Distribuzione del reddito fortemente squilibrata. Panorama poco dinamico, ma non immobile. IL SISTEMA CUTENSE (la Curtis): LE ORIGINI Valido fino all'XI-XII secolo (valido per tutto il medioevo); Le sue origini risalgono al tardo impero romano e si assestò definitivamente nei secoli VIII-IX (dopo le invasioni saracene, vichinghe e magiare); Il sistema curtense era sul piano economico ciò che sul piano politico era il sistema feudale: i due sistemi arrivarono a coesistere per esigenze economiche (di sussistenza: autosufficienza dei latifondi romani causata dal distaccamento delle comunità dall'autorità centrale) e per esigenze politico-militari (di difesa: sistemi di relazioni politico-militari per difendersi dagli invasori barbarici). Quando ci saranno esigenze difensive e militare si andrà a creare il sistema feudale Il sistema curtense: CARATTERISTICHE È un microcosmo economico a direzione centralizzata; È autosufficiente; Divisione del lavoro e scambio monetario ridotto ai minimi termini. SUDDIVIONE: Dal punto di vista funzionale (cioè dalla destinazione dell'uso della terra): arativo, pascolo e prato, bosco, foreste e terreni incolti; Dal punto di vista legale (cioè dei diritti di proprietà): riserva dominica non recintata, terre dei contadini (erano servi della gleba quindi una parte del raccolto andava al signore proprietario del terreno) e terre comuni e comprendeva anche l’abitazione del signore e l’edificio della dominus e altri edifici per la creazione produttiva. La recinzione dei campi iniziò solamente a partire del 1600 in Inghilterra Questi sono i tratti più comuni ma la Curtis non assunse mai una forma tipica, subì infatti infinite variazioni. LA SOCIETA' RURALE Ordini sociali e non “classi sociali” (maggiore rigidità); La popolazione si divideva in: Signori (5%): favorivano protezione e garantivano l'ordine; Clero: si occupavano del benessere spirituale della società; Contadini: lavoravano per mantenere i due ordini sopra. Si dividevano in uomini liberi e servi, e servitù della gleba (cambiavano padrone con la terra stessa => se una terra veniva data a qualcun altro pure il servo della gleba si spostava). Le terre dei contadini erano campi aperti non recintati, coltivati per sé stessi e per dare una quota al signore di turno, suddivisi in strisce. Il declino del sistema curtense A partire dal 1200 cominciò la disintegrazione del sistema curtense (vennero meno le ragioni alla base della sua nascita); a causa della Pressione delle FORZE DI MERCATO (dato che il contesto stesso diventa più sicuro rispetto a prima) (aumento della produzione agricola, ecc...)=> gli scambi anche se bassi si riattivano, e in più piano piano c’è un leggero incremento della popolazione (XIII) Incominciano ad esserci flussi migratori dalla campagna alla città MODELLI ORGANIZZATIVI CHE SOSTITUIRONO IL SISTEMA CURTENSE: (Contratto di) Mezzadria. es: in Toscana; Affittanza (farmer= fittavolo): pagamento di un canone di denaro (es: in Lombardia). L'organizzazione della manifattura in età preindustriale Forme: Industria domestica (la più importante); Bottega artigiana (la principale); Manifattura a domicilio (putting out system/industria disseminata/verlagssystem) fatta dal mercante imprenditore Proto-fabbrica (manifattura accentrata) Il peso d’importanza di ciascuna varia nel tempo e nello spazio. INDUSTRIA DOMESTICA Attività svolta all'interno dell'unità familiare; Produzione di beni non agricoli destinati all'autoconsumo; Diffusa anche nei centri urbani, ma soprattutto nelle famiglie contadine (si occupavano i tempi morti dell'agricoltura); Caratterizzata da unità di funzioni (produttore=consumatore); La famiglia è la cellula organizzativa fondamentale; Settore di riferimento: utensile, tessile (biancheria e vestiario), alimentare. INDUSTRIA A DOMICILIO Presente non solo in Europa (anche in Asia); Epoca: dal tardo Medioevo alla Rivoluzione Industriale; Si afferma nei centri urbani minori e poi nelle campagne (XVII) perché nei grandi centri urbani c'erano le corporazioni che regolamentavano il lavoro e in particolare stabilivano salari minimi. Nei centri urbani, e soprattutto nelle campagne, le corporazioni avevano meno peso, o addirittura non esistevano, e quindi i salari erano bassi (i lavoratori accettavano salari bassi perché erano lavori fatti nei tempi morti e quindi anche quel poco che guadagnavano andava bene); Settori più coinvolti: tessile e metallurgico; La produzione è realizzata nelle abitazioni dei lavoranti dato che il costo del lavoro era più basso in quel contesto che altri (piccoli laboratori famigliari e non officine); La produzione è destinata al mercato; Il lavoratore possiede gli strumenti di lavoro (il lavoratore ha capitale fisso ma è poco avanzato, es. telaio); Si svolge in un contesto di separazione di funzioni: o La funzione mercantile si separa da quella lavorativa; o La funzione imprenditoriale si separa da quella produttiva (il mercante non produce, è imprenditore, quindi si occupa del reperimento delle materie prime, dell'organizzazione e delle vendite); Il lavoratore è retribuito a cottimo: Il cottimo è una forma di retribuzione che, al contrario del salario a tempo - certo e invariabile, proporzionale al tempo per il quale il lavoratore si è impegnato a prestare al datore di lavoro la sua energia, indipendentemente dallo sforzo compiuto - rimunera l'operaio in base alla produzione ottenuta; Vantaggi: flessibilità produttiva e libertà del mercante-imprenditore (se ha una bassa domanda di prodotti, lascia a casa i lavoratori)=> la flessibilità è presente solo quando la domanda si riduce e se la domanda è alta la flessibilità è bassa; Svantaggi: difficoltà di controllo del lavoro (qualità e quantità) e difficili aumenti di produzione (perché bisognava trovare i lavoratori adatti). PRODUZIONE ARTIGIANALE RURALE E URBANA La produzione dei manufatti avviene nelle botteghe artigiane; le Botteghe erano specializzate in un particolare genere di attività (mestiere); Svolta da un lavoratore specializzato (solo o con pochi aiutanti); gli aiutanti si distinguono in: - apprendista (soggetto che gratuitamente lavora per imparare un mestiere) - sottoposto o lavoranti (lavoratore salariato che non potrà mai diventare maestro artigiano perché le corporazioni lo impediscono); Prevalentemente localizzata nei centri urbani per vendere; È caratterizzata dalla separazione delle funzioni: si produce per il mercato (urbano e circostante). È caratterizzata da diversi livelli di complessità organizzativa l lavoro artigiano aveva una spiccata tendenza associativa (Corporazioni) In sintesi: L'artigiano è lavoratore, fornitore di capitale e venditore del proprio prodotto; Lavora di solito su commessa; Concentrazione di lavoro e capitale di solito minima; Scarso utilizzo del lavoro salariato; Ci sono infinite sfumature della produzione artigianale. Lavoro manifatturiero nelle campagne non è il lavoro principale, fatto nei momenti in cui si ha del tempo dall’agricoltura Un approfondimento: IL COSTO DEL LAVORO Il costo del lavoro a domicilio è minore di quello nella bottega artigiana perché: Il lavoro non è specializzato; L’attività è integrativa rispetto a quella agricola; Basso costo della vita in campagna. MANIFATTURA ACCENTRATA (Proto fabbrica) Attività produttiva o di trasformazione svolta in forma accentrata (lavoratori in uno stesso luogo sotto la direzione di un supervisore); Separazione delle funzioni sempre più spinta con la specializzazione all’interno di un lavoro; Processo di scomposizione dell'attività produttiva (divisione del lavoro ancora immatura); È basata sull'utilizzo di tecnologie elementari; Settori di riferimento: metallurgia, cantieristica, tessile, miniere, manifatture stradali, ecc... Spesso è svolta in combinazione con la manifattura a domicilio; È un modello organizzativo che però diventa preponderante solo dopo la Rivoluzione Industriale (con il sistema di fabbrica) => ha degli elementi in comune con la fabbrica come la intendiamo noi PRODUZIONE E PRODUTTIVITA' Un problema di scelte Tutto il processo economico è un problema di scelte; Dal lato della domanda: Quanto spendere e non spendere (spesa e risparmio); Come spendere tra un numero infinito di possibilità di spesa; Dal lato dell'offerta: Cosa, quanto e quando produrre (output) sulla base dell'andamento dei prezzi; Come produrre (scegliere la miglior combinazione possibile dei fattori produttivi (input)). Le scelte si impongono perché le risorse sono limitate rispetto ai bisogni. Per aumentare la produzione bisogna aumentare la produttività [attraverso cambiamenti istituzionali, sviluppo tecnologico, specializzazione del lavoro (che aumenta le competenze dei lavoratori) o puntando su elementi socio-culturali] o aumentare la quantità di fattori produttivi utilizzati nel processo. Età preindustriale: LA PRODUTTIVITA' NELL'AGRICOLTURA Attività rischiosa (clima e malattie); Gli animali rendono poco perché sono fragili (malnutriti e non selezionati: malattie, infertilità, ecc...) e lo stesso vale per gli uomini; Carenza qualitativa-quantitativa del capitale e bassi livelli di istruzione (deprimono la produttività del capitale lavoro) Bassi livelli di produzione positiva a causa di bassa produttività In generale, bassa produttività si traduceva in bassi livelli di produzione positiva in tutti i settori e non solo nell'agricoltura; Buona parte del capitale accumulato assumeva la forma di scorte (capitale stabilizzatore); Il risparmio era frutto di una forte concentrazione della ricchezza e quindi la destinazione del risparmio era favorita verso investimenti a carattere militare, religioso e di lusso a scapito degli investimenti di carattere produttivistico; Vincoli energetici. - Produzione negativa (incide negativamente sui fattori di produzione. Esempio: la guerra serve per distruggere la ricchezza altrui) La capacità di produzione negativa era molto inferiore a quella delle società industriali perché: Popolazione scarsa; Produzione pro-capite limitata; La povertà elimina gli sprechi; Sconosciuto/scarso impiego dei prodotti dannosi per l'uomo e per l'ambiente. Esempio di produzione negativa: La GUERRA La guerra è un'organizzazione di lavoro (esercito) e di capitale (armi ed equipaggiamento) per distruggere lavoro (assassinio) e capitale (distruzione e saccheggi) del nemico. Ha effetti diretti (distruzione di edifici ma soprattutto di capitale umano) e indiretti (crea tensioni sociali, carestie, malattie). Per le società preindustriali era meglio la peste della guerra perché la peste non distruggeva le case ma riduceva solo il numero delle persone e quindi aumentavano reddito e risorse disponibili pro-capite. FINE DELLA PARTE STATICA SISTEMA ECONOMICO PREINDUSTRIALE UNA DESCRIZIONE DIMAMICA DEL SISTEMA ECONOMICO PREINDUSTRIALE LA "RIVOLUZIONE URBANA" LE CITTA' Sono un elemento che cambia nel corso del tempo: Nel mondo greco-romano avevano un ruolo soprattutto amministrativo, militare, religioso; Le Curtis erano indipendenti (dal V sec. Con la nascita del sistema curtense e l'autarchia fino all'VIII secolo => periodo di decadenza a partire dalla disgregazione dell’impero romano); Ripresa economica con l’arrivo dei carolingi Invece a causa di Magiari, Vichinghi, Normanni e Arabi (fino alla fine del X secolo) ci sono grandi devastazioni X-XI sec.: periodo di maggiore stabilità: la produttività del settore agricolo aumenta, aumenta la popolazione e quindi molti migrano dalle campagne alle città. Alcuni migrano per repulsione dalle campagne, altri per attrazione dalle città che offrivano nuove possibilità, aumentano i mercati, rinascono le città (nuove e antiche), che diventano centri manifatturieri e commerciali, oltre che politici, amministrativi, militari e religiosi. XI-XII sec.: risorgono le città europee. Le cause della crescita demografica dopo il X secolo furono: Migliore alimentazione (qualitativamente e quantitativamente) grazie ai progressi in agricoltura: es. ferro nell'aratro, aratro pesante con ruote, rotazione triennale, grazie a queste nuove tecnologie si fa maggior lavoro in minor tempo rispetto a prima. Ciò fa diminuire il tasso di mortalità; Migliori condizioni economiche (matrimoni più precoci e periodi di fertilità più lunghi). Ciò aumenta il tasso di natalità; Diminuzione di guerre e saccheggi (produzione agricola più regolare); Miglioramento generale delle condizioni igieniche (es. manifattura del sapone nel tra il XI, XII E XIII secolo); Leggero miglioramento climatico tra X e XIV secolo (aumento della produttività in agricoltura). IN GENERALE NEL CORSO DEI TEMPI La popolazione non continua ad aumentare a causa della rivoluzione industriale dato che in altri stati in cui non c’è stata la popolazione comunque continua a crescere Città= organizzazione orizzontale UNA PRECISAZIONE: L'espansione demografica accrebbe la popolazione urbana; Meno della metà della maggior parte della popolazione fu assorbita dalle città in espansione (urbanizzazione); Urbanizzazione (Rivoluzione urbana), colonizzazione di nuove terre e fondazione di nuove città (verso est), espansione della civiltà europea verso le aree in cui erano presenti altre popolazioni (es: crociate) verso Sud (penisola iberica e penisola italica). Alcuni emigrano verso le città già esistenti, altri si spostano in luoghi dove non c’è nessuno e fondano centri urbani a partire dal nulla, altri ancora hanno la necessità di espandersi dal punto di vista culturale ed economico andando verso il sud al posto di altre civiltà già esistenti. Un esempio sono gli spagnoli che sono andati al sud della spagna al posto degli arabi (nonostante il luogo fosse arido gli arabi erano riusciti a trovare una maniera per continuare l’agricoltura, cosa che poi gli spagnoli non sono riusciti a fare successivamente) => es crociate fatte anche per espansione delle terre e per scopo economico LE CITTÀ COME FENOMENO NUOVO Dall'autarchia (autosufficienza del sistema curtense) al mercato (economia commerciale e artigianale nelle città); Nuovo ruolo delle città: sedi di mercato e nuclei dello sviluppo di una nuova economia di mercato; Una precisazione: il mercato nel Medioevo; Una precisazione: nuove forme di potere politico. Alto MedioEvo (V-XI) Dopo la rivoluzione Urbana Situazione Gli scambi di mercato sono rari. Gli scambi di mercato aumentano. Cause Prevale l'autoconsumo; Produzione per il mercato (sistema corporativo); Non esisteva divisione del lavoro; Divisione del lavoro; I diritti di proprietà non sono definiti; Definizione dei diritti di proprietà; Minima circolazione monetaria (lira Circolazione monetaria frequente (es. carolingia); bimetallismo, bullionismo, ecc...); Non esiste un mercato dei fattori Mercificazione (commercializzazione) dei fattori produttivi (es. servitù della gleba); produttivi (es. liberalizzazione dei servi della gleba Elevatissimi costi di transazione (costi che diventano contadini salariati, gli artigiani dell'utilizzo del mercato). salariati si spostavano per trovare un'occupazione nelle botteghe); Diminuzione dei costi dello scambio. In sintesi (caratteristiche principali del fenomeno cittadino del XI secolo): Massiccio flusso migratorio campagna-città; Aumento del numero e delle dimensioni delle città; Nuovo ruolo delle città (centro artigianale e commerciale); La nuova società cittadina si sviluppa in contrasto con il mondo rurale circostante; Si sviluppano nuove forme di potere politico (es. comune). - L’amministrazione cittadina era inizialmente nelle mani del Vescovo - Emergere di una classe “borghese” e cittadina dopo la rivoluzione urbana - Organizzazione della società da gerarchica a orizzontale - Il Comune sopra tutti - In alcune regioni (Italia settentrionale) le città diventano talmente forti da conquistare il territorio Circostante Nelle altre regioni europee: lo sviluppo urbano cominciò più tardi e fu meno intenso LA POPOLAZIONE TRANSIZIONE DEMOGRAFICA (cambiamento di tipo strutturale): PASSAGGIO da un regime demografico antico (alti tassi di natalità e di mortalità) a un regime demografico moderno (bassi tassi di natalità e di mortalità). Nel mondo occidentale è avvenuto durante le rivoluzioni. I paesi in via di sviluppo stanno vivendo oggi il loro momento di transizione demografica. COSA HA INFLUENZATO I TASSI DI NATALITA' E DI MORTALITA' NUZIALITA', FERTILITA', CELIBATO E NUBILATO Il sistema demografico europeo: un sistema e due variabili (natalità e mortalità); I tratti caratteristici della popolazione europea preindustriale (popolazione contenuta e di giovane età) molto simile alle zone odierne meno sviluppate; I tratti caratteristici della natalità europea in età preindustriale: 1) Peculiare attitudine verso il ritardo del matrimonio (alto tasso di celibato/nubilato definitivo (non si sposavano) e matrimoni in tarda età, circa il 15-20% delle donne non si sposavano, l'età media del matrimonio era 25/30 anni e molte donne avevano l'ultimo figlio a 38/40 anni e in alcuni casi anche oltre quell’età); 2) Utilizzo non raro di pratiche anticoncezionali primitive per mantenere i tassi di natalità bassi dato che non si avevano moltissime risorse, dato che un figlio toglierebbe le risorse che avrebbe invece dovuto utilizzare il genitore; Le motivazioni del celibato/nubilato: - elementi culturali (gli studiosi e gli intellettuali difficilmente si sposavano) - ragioni economiche (non si voleva disperdere il patrimonio in un contesto di scarsità, quindi di solito si sposavano solo il primo figlio che riceveva tutta l'eredità e la prima figlia femmina che riceveva una dote, tutti gli altri figli si davano alla vita monacale. Esistevano alcuni istituti (istituzioni) appositamente creati per tutelare il patrimonio familiare, uno di questi è il fede commesso: imponeva agli eredi di conservare il patrimonio e trasmetterlo per intero agli eredi successivi); - Vita religiosa Fertilità dell'Europa preindustriale rimane al di sotto dei livelli massimi del potenziale biologico (non viene sfruttata appieno) e sotto i livelli di altre società preindustriali. È comunque alta. Mortalità ordinaria e mortalità catastrofica Mortalità ordinaria: la componente principale era la mortalità infantile (misura il numero dei nati morti nel primo anno di vita e degli adolescenti tra 1 e 10 anni). Ciò è indice di alta povertà ma è anche un elemento selettivo (seleziona i più forti e resistenti) dato che chi sopravviveva era forza lavoro più sana, che lavorava più a lungo e che poi avrebbe potuto creare anche una propria prole. Mortalità catastrofica: componenti principali: guerre, carestie (e fame), e soprattutto, epidemie (quantitativamente incidono di più sulla mortalità della popolazione). Con la rivoluzione urbana sono aumentate le possibilità di contagio. Produzione positiva=> utilizzo fattori produttivi per produrre beni e servizi Produzione negativa=> utilizzo fattori produttivi per distruggere (tipo guerra) TECNOLOGIE NEL MEDIOEVO Introduzione: Le civiltà classiche soffrirono di stagnazione tecnologica a causa anche di una grande presenza di schiavi che lavoravano gratuitamente. Per questa ragione non aveva senso acquistare un capitale se si avevano a disposizione schiavi che mi facevano lo stesso lavoro gratuitamente Medioevo epoca di importanti innovazioni tecnologiche Il settore agricolo era quello più importante (maggiori novità) Le principali innovazioni medievali: (VIII) sostituzione della rotazione biennale con la rotazione triennale: 1/3 inizialmente lasciato a riposo e coltivato a maggese o a foraggio per il bestiame, 1/3 granaglie, 1/3 CULTURE PRIMAVERILI (danno azoto al terreno ridando vita alla terra, si raccolgono nei tempi morti dell'agricoltura e migliorano la dieta. es. legumi); (VII: diminuzione del costo del metallo) utilizzo dell'aratro pesante (ha le ruote e il vomere è di ferro) => era tecnologia sofisticata dato che bisognava prendersi cura delle condizioni del cavallo. Per questo motivo non si diffuse d’dappertutto in Europa. Si diffuse principalmente nelle aeree dure da coltivare, non usato nelle aeree da mediterraneo dato che il terreno era molto fertile e bastava avere l’aratro trainato semplicemente dai buoi. Uso dei cavalli come animali da tiro nei terreni grassi e duri dell'Europa centrale perché è più potente del bue, ma è più fragile e più costoso (sottintende un preciso calcolo economico che permette di capire come usare una nuova tecnologia ottenendo il maggior vantaggio economico, come per l'aratro); Legato al cavallo: ferri di cavallo, basto (IX); (VI) diffusione del mulino ad acqua (riadattamento del mulino a vento asiatico); Altre minori: allevamento selettivo degli animali per ottenere animali migliori, uso della tecnica dell'innesto in agricoltura, introduzione di nuove culture (agrumi, cotone, canna da zucchero), allevamento del bacco da seta, si comincia a marnare il terreno (gli si aggiunge calce per renderlo più fertile), si fanno maggiori sforzi per raccogliere e conservare il concime animale, si usano strumenti agricoli con parti in metallo, ecc... Gli europei avevano la capacità di prendere innovazioni e tecnologie di altri paesi, importarle in Europa e poi essere in grado di riformarlo adattandolo con ciò di cui si aveva necessità in Europa utilizzando invece ciò che si aveva in grandi quantità L’inizio dell’utilizzo del metallo non solo per formare armi ma anche per altro significava il cambiamento di qualche condizione che permise di utilizzare un determinato elemento anche in altri contesti e non solo quelli in cui si utilizzò sempre. ROTAZIONE BIENNALE: campo diviso in due, una parte veniva coltivata in grano che veniva seminato all’inizio dell’estate e veniva raccolto alla fine dell’estate, mentre l’altra parte era libera ROTAZIONE TRIENNALE: campo diviso in tre parti. Un terzo libero e due terzi coltivati. In questo modo si ha più disponibilità a coltivare e si hanno maggiori fattori produttivi togliendo punti morti dell’agricoltura. In più in questo periodo s’iniziano a coltivare cose nuove come i legumi. I legumi vengono seminati in primavera e la raccolta avviene in estate. Con l’aggiunta dei legumi si ha una diversificazione della dieta e maggior cibo. In questo modo si hanno minori rischi di carestie. Inoltre i legumi hanno la capacità di restituire sostanze nutritive al terreno come la coltivazione a maggese (che ci sarà successivamente). Effetti della rotazione triennale: Consente di aumentare la produzione totale (perché aumenta la produttività dei fattori); Migliora la qualità della dieta della popolazione (es. uso delle leguminose) e quindi aumenta la produttività del lavoro; Le leguminose si coltivano in primavera (si occupano i tempi morti); Si alleva il bestiame nel terzo di terreno lasciato a riposo (la carne si mangia e ciò migliora la qualità della dieta). Alcune osservazioni: o Le invenzioni furono in realtà INNOVAZIONI (esistevano già), tra il VI e il X secolo gli europei hanno adattato ciò che c'era già ai loro bisogni; o Quasi tutte le innovazioni interessavano il settore agricolo; o Esse permisero un migliore sfruttamento del cavallo. Un approfondimento: IL FERRO Dopo il medioevo il ferro diventa più economico e il suo uso si diffonde anche oltre l'ambito militare, perché: Dal lato dell'offerta: Migliore accessibilità del minerale ferroso e del combustibile (carbone di legna) in alcune aree (riduzione dei costi di produzione); Miglioramenti tecnologici e nell'organizzazione del lavoro aumentarono la produttività (riducendo dei costi di produzione). es. uso dell'energia idraulica per muovere i mantici e i mantelli (precursori dell'altoforno), si costituirono comunità di liberi artigiani che si organizzano all'interno delle manifatture; Dal lato della domanda: A. Maggior attenzione del consumatore, che nota che le innovazioni aumentano la produttività dei fattori produttivi (stimolo della domanda). La tecnologia, che incrementò la produttività dell'agricoltura medievale agendo su tutti i fattori della produzione (terra, lavoro e capitale), e l'aumento della popolazione (e quindi l'aumento dell'emigrazione) dovuto alla maggior disponibilità di risorse, furono la scintilla della Rivoluzione Urbana. INNOVAZIONI IN MANIFATTURA Le innovazioni sono destinate prevalentemente all'agricoltura ma anche nella manifattura ci sono state importanti innovazioni. 1. TESSILE: la manifattura del PANNO (pannolana) (bene di lusso), prodotto soprattutto nelle Fiandre e nell'Italia centro-settentrionale. Innovazioni tecnologiche che aumentarono la produttività: utilizzo del telaio a pedale al posto di quello classico che raddoppia la produzione, utilizzo del mulinello, utilizzo della macchina idraulica per la formatura dei tessuti. Lana e manifattura a domicilio; Era la più sviluppata e diffusa; Conseguenze: riduzione dei costi di produzione (diminuzione dei tempi di lavoro); 2. METALLURGIA: Importante dal punto di vista strategico; Diffusione del ferro (utilizzato anche in agricoltura); 3. ALTRI SETTORI IMPORTANTI: Concia e lavorazione del cuoio (usato per molti scopi, es. abbigliamento, selle degli animali, mobilio e prodotti per la casa, attrezzi industriali come i mantici nelle officine, ecc...); Lavorazione del legno e arte della ceramica; INNOVAZIONI E NAVIGAZIONE => Trasporti via mare meno rischiosi e costosi rispetto a quelli via terra XII: utilizzo della bussola; Tra XII e XIII: Perfezionamento della bussola magnetica; Clessidra per misurare il movimento della nave; Redazione di portolani (mappe dei porti) e carte nautiche; Tavole trigonometriche per la navigazione; Timone di poppa posto sull'asse centrale della nave; XIV: chiuse per i canali (per muoversi nei canali naturali e artificiali); XV-XVI: Perfezionamento dell'astrolabio; Altri progressi nelle tecniche di navigazione in mare aperto (conoscenza del regime dei venti, ecc...); NAVE A VELA OCEANICA (scafo a caravella e velatura a tre alberi che combinava vela quadrata nordica e triangolare latina); Galera (in uso nel mediterraneo) b- Cocca (in uso nel mare del nord e nel baltico) c- Caravella (l’imbarcazione simbolo dell’apertura delle rotte atlantiche) => innovazioni che permisero la conquista dei mari e l’espansione oceanica dell’Europa sia che commerciale che culturale sia a est che a ovest Ciò permettere alla civiltà europea di sopravanzare le altre civiltà. Principali conseguenze: 1) Migliore utilizzazione del capitale "nave": A) Periodo invernale di inoperosità accorciato grazie alla divisione tripartita; B) Uso più efficiente dell'energia eolica grazie ai mulini; C) navi: Incremento del tonnellaggio (si trasportavano, oltre alle merci di lusso, anche le merci con un valore aggiunto minore); D) navi: Maggior rapidità dei trasporti; E) navi: Minor equipaggio a bordo; F) navi: Minori costi di trasporto; ALTRE INNOVAZIONI: Stampa a caratteri mobili; Lenti da vista; Polvere da sparo; Fabbricazione del sapone e della carta; Evoluzione del mulino e dei suoi meccanismi. TRATTI CARATTERISTICI DELLO SVILUPPO TECNOLOGICO DELLA CIVILTA' EUROPEA DAL MEDIOEVO AL RINASCIMENTO (XVI secolo) (età preindustriale) Straordinaria capacità ricettiva dell'Europa; Capacità ricettiva non passiva (adattamento alla situazione locale con elementi di originalità); Originalità inventiva (dal XII sec.): es. orologio, occhiali, ecc...; Crescente ACCENTO posto sull'aspetto meccanico; Piccoli e continui miglioramenti e perfezionamenti (grazie alle grandi abilità artigianali sviluppate dall'Europa in quel periodo storico); Sforzi diretti soprattutto a sostituire i fattori di produzione più scarsi (e quindi costosi) con fattori produttivi meno scarsi e più produttivi per aumentare la produttività; Alla base della maggior parte delle innovazioni stava la necessità di sfruttare in maniera più efficiente le scarse disponibilità di energia. Risultato finale: aumento considerevole della produttività dei fattori. Un approfondimento: LA DIFFUSIONE DELLE TECNICHE o Trasferimento da un'industria a un'altra: un'impresa passa a una nuova linea di prodotto, un'impresa si specializza per processo produttivo, ecc... o Trasferimento all'interno della stessa industria (le corporazioni e l'istituto dell'apprendistato); o Trasferimento da una regione a un'altra: - Diversi strumenti: migrazione dei tecnici, spionaggio industriale, brevetti manuali, società scientifiche, esposizioni, ecc...; - Il peso di ciascuno strumento cambia nel tempo e nello spazio. I Manuali ne esistevano pochi ed erano costosi. In più essendo libri, era difficile spiegare come effettivamente funzionava una macchina; Spionaggio industriale (spiare le manifatture di un paese era uno strumento molto efficace per trasferire le tecniche). Esso generalmente veniva svolto in forma privata o talvolta prendeva la forma di una richiesta di privilegio; →Anche i diplomatici si dedicano a questa attività (i governi incentivavano questa attività perché volevano rubare nuove tecniche manifatturiere); Ciò dimostra quanto era efficiente per trasferire nuove manifatture e quanto è centrale nel progresso tecnico per la crescita economica. - I governi si tutelavano con reparti di controspionaggio economico industriale e le pene per lo spionaggio erano durissime (condanna a morte). La MIGRAZIONE DI TECNICI era la modalità prevalente di trasferimento della tecnica; il sapere era basato sul "saper fare"; è causato da forze di attrazione (es. condizioni migliori per gli artigiani che divenivano artigiani salariati) e forze repulsive (migrazione per motivi politici o religiosi [es. gli Ugonotti]); spesso lo Stato concedeva condizioni di vantaggio e privilegi (es. monopoli per un dato periodo di tempo). I tecnici che migravano venivano controllati dai reparti di controspionaggio dei paesi da cui partivano e le pene era dure. In epoca preindustriale vi fu un grande dinamismo nella diffusione delle conoscenze tecniche. IMPRESE, CREDITO, MONETA, BANCA La “Rivoluzione commerciale” medievale (XI-XIV) I traffici di beni di lusso (hanno un alto valore aggiunto/unitario) come stimolo per la ripresa commerciale (alto valore unitario, viaggi costosi e rischiosi sia via mare che via terra). Il profitto era commisurato a costi e rischi del viaggio; Mediterraneo centro del commercio col Levante (Amalfi, Napoli, Venezia, ecc… i porti italiani erano i più importanti perché l’Italia è al centro del Mediterraneo); (Il Levante era un’area allo stesso livello di quella europea, quindi le merci erano appetibili per gli europei, solo che a quelli del levante non interessava nulla dei prodotti europei per questo loro volevano solamente essere principalmente pagati con l’argento); Da Oriente verso Occidente: spezie delle Molucche (per conservare il cibo), seta e porcellana cinesi, broccati bizantini, ecc…; Da Occidente verso Oriente: panno di lino e lana, pellicce del Nord Europa, Vetro di Venezia, ecc… Si viaggia sempre con la vista della costa Graduale sviluppo dei mercati settentrionali (Mare del Nord e Mar Baltico); Il commercio via terra era generalmente più costoso di quello via mare; Prevalenza di commerci su breve distanza, infatti i commerci su lunghe distanze erano molto limitateti ma con un alto valore strategico Eccezione: Italia settentrionale – Germania e Paesi Bassi attraverso i valichi alpini: - Regioni centrali nella produzione di panni-lana e tra le più sviluppate d’Europa; - Le fiere della Champagne: principale punto di incontro dei mercanti settentrionali e meridionali fino al XII CARATTERI DISTINTIVI DELLA RIVOLUZIONE COMMERCIALE 1) Una nuova fase dei rapporti tra Europa settentrionale e meridionale (non solo commerciali); 2) Nuove rotte, nuovi mezzi di trasporto e mutamento delle dimensioni dei traffici; 3) Innovazioni organizzative e istituzionali (nuove tecniche d’affari e nuove modalità di organizzazione dell’impresa). Cambiamenti determinanti per la successiva fase di espansione europea attraverso i commerci oceanici (a partire dal XV sec.). TECNICHE D’AFFARI tra 1000-1400: Innovazioni organizzative e istituzionali nel mondo degli affari di notevole rilievo: - Fiere e compensazioni di fiera; - Lettere di scambio; - Manuali di mercatura; - Assicurazioni (soprattutto marittime) ; - Nuovi strumenti (come l’assegno); - Nuovi tipi di contabilità; - Nuovi tipi di società e di partecipazioni del capitale delle attività d’impresa (attivano il risparmio); Sviluppate nell’area Mediterranea e poi perfezionate da olandesi e inglesi tra ‘500 e ‘600; Molte di queste novità furono importanti perché attivarono il risparmio (liquidità per lo sviluppo del sistema). Nuove forme societarie: 1. Commenda o Colleganza o Contratto di commenda (secoli XIII-XIV); 2. Compagnia (secolo XV); 3. Compagnia mercantile privilegiata (secoli XVI-XVII: siamo già in piena espansione oceanica). LA COMMENDA Strumento di intermediazione finanziaria (contratto valido per una sola attività commerciale (soprattutto nelle città italiane), quindi veniva stipulato per ognuna di esse); Si sviluppa a partire dal 1200 nelle città marinare (perché il mercante si sposta e ha bisogno di liquidità per acquistare i prodotti che venderà) => infatti il mercante molto spesso portava a termine una spedizione, due spedizioni o tre spedizioni massime, ma non di più (attività non rutinaria) e per l’attività che fa spesso non aveva capitale, per questo è necessario che ci sia qualcuno che gli dia il capitale; Investimento, condivisione dei rischi, aumento del volume d’affari; Condizione necessaria: fiducia reciproca e onestà negli affari (c’è una persona (anche semplicemente un piccolo risparmiatore, che può quindi partecipare al processo produttivo) che presta denaro al mercante! Se il mercante fa profitto, i guadagni vengono divisi. La persona fa quindi fruttare il suo risparmio mentre il mercante riduce i rischi (perché li condivide con il prestatore) e aumenta il suo volume d’affari); => chi ti presta il denaro ti deve conoscere. In questo modo sa già che sono una persona in gamba e per questo ha fiducia in me. Per questo la zona geografica in cui si fanno affari o si prestano soldi è nettamente piccola rispetto magari ad oggi in cui dai soldi a qualche società con cui non conosci benissimo anche personalmente. ‘300-‘400: declino de scomparsa della commenda (l’attività commerciale diventa frequente e c’è bisogno di forme più efficienti e funzionali). LA COMPAGNIA Società costituita inizialmente da membri della stessa famiglia (essi fanno un tutt’uno con il capitale famigliare) (società poi allargata a soci esterni). XII: già nota nelle città marinare, ma poco diffusa; Più diffusa nell’entroterra: commercio legato all’attività manifatturiera con tempi più lunghi; La famiglia: patrimonio familiare e capitale sociale, responsabilità solidale e illimitata; I principali problemi sorgevano alla divisione dell’asse ereditario o all’ampliarsi degli affari, dato che ad un certo punto il capitale a disposizione non è più abbastanza e per averne di più è necessario far entrare nella società nuovi soci esterni. Quindi alla fine si ha un capitale di partecipazione (capitale di deposito); Organizzazione: filiali, dipendenti e capitale fisico; Progressiva integrazione dell’attività mercantile con l’attività bancaria e manifatturiera; La compagnia è stata introdotta a causa dell’aumento degli scambi e all’aumento della necessità di pagamento. LA COMPAGNIA MERCANTILE PRIVILEGIATA Forma societaria che prelude alla S.p.A.; XVI-XVII: Paesi del Nord Europa (Paesi Bassi e Inghilterra): - Espansione commerciale oltre oceano; - Porti sull’Atlantico, nuovo centro del commercio mondiale; - Leadership nelle innovazioni e nuove tecniche commerciali. Commercio a lunga distanza con alti rischi e molti capitali; Operano sulla base di monopoli commerciali ufficialmente riconosciuti; Oltre la funzione commerciale: British East India Company (1600-1874) svolgerà anche un ruolo di controllo politico e militare nelle colonie inglesi in India. Es. Inghilterra ne ha due di compagnie privilegiate: una ha il monopolio per il commercio con le indie, l’altra con l’America. Tutti gli stati hanno delle compagnie mercantili privilegiate LA MONETA Tre funzioni: - Riserva di valore - Mezzo di scambio - Unità di conto Le merci erano utilizzate come moneta, come mezzo di scambio: sale, bestiame, sigarette (nella Seconda Guerra Mondiale nei campi di concentramento), ecc…; L’importanza di alcuni metalli (oro, argento, rame, bronzo, ecc…): poco alterabili e conservabili nel tempo, grande valore in poco peso. Si è stabilita: - la moneta di metallo non di valore (moneta piccola) che veniva utilizzata per gli scambi minuti tra città e aree circostanti - moneta di metalli preziosi (moneta grande) dato che non si consumano e anche perché per l’utilità di peso ha un alto valore e si usava per grandi scambi Esistevano anche monete di conto, che esistevano sulla carta ma non fisicamente LA MONETA METALLICA L’Europa medievale conosceva solo la moneta metallica (reintrodotta da Carla Magno nel VIII sec); I parametri della moneta sono il peso e la lega (fissati in carati, quote di metallo prezioso contenuto nella moneta): es. scudo d’oro francese (1519) era da 23 carati (23 su 24), ciò significa che 23 parti erano in oro e una parte in un altro metallo (solitamente rame); Moltiplicando peso per lega si ottiene il FINO (valore intrinseco): es. moneta d’argento dal peso di 1.76g e lega 950/1000 → Fino = 1.76*950/1000 = 1.67g di argento puro; Il valore estrinseco è il valore nominale (potere d’acquisto); Valore estrinseco e valore intrinseco dipendono dai costi di produzione e dal signoraggio e generalmente non coincidono. DAL MONOMETTALISMO AL BIMETTALISMO Dal secolo X: - Crescente domanda di moneta (sviluppo demografico, manifatturiero e commerciale); - Il sistema monetario adottato da Carlo Magno era un sistema a base argentea (monometallismo argenteo); - Unica moneta legale: denaro d’argento (non aveva multipli e sottomultipli); Secolo X: Domanda di moneta per gli scambi e nascita di nuove zecche (istituti privati, le zecchi si possono un po’ paragonare alle banche di oggi) in tutta Europa; I grandi mercati sentirono la necessità di moneta a maggior contenuto di valore e sistemi più articolati; Firenze (1252, Fiorino), Genova (1252, Genovino) e Venezia (1284, Ducato): prime tre città ad adottare monete d’oro. Firenze era il centro del mondo per quanto riguarda gli affari. Es. fiorino: peso (3.54g) e lega (24 carati) = FINO (3.54g di oro puro); Quantità di moneta, signoraggio e svalutazione Il volume di emissione è determinato dal mercato: M=P+(C+S); Nel corso del tempo la moneta era costantemente soggetta a svalutazione, vale a dire la diminuzione della quantità di metallo nobile contenuto nelle monete. La svalutazione è un processo secolare dovuto a diverse cause: - Ragioni fiscali (signoraggio): se all’aumentare di S (signoraggio tassa che si tiene il signore della zecca es.10), M (valore della moneta es.100 ) e C (costi di produzione usati per pagare il lavoratore es.5) non cambiano e quindi P (quota di moneta restituita al mercante es.85) diminuisce, ciò vuol dire perdere “clienti”, quindi se la Zecca aumenta S, ma deve aumentare anche M (la moneta viene svalutata) e lasciare invariate P e C; - Ragioni monetarie (incrementare il volume della circolazione monetaria interna); - Valore nominale specifico di un numero, solo che effettivamente quella moneta vale meno di quel numero, per questo dopo alla fine la moneta si svaluta - Fluttuazioni del metallo prezioso (es. rivoluzione dei prezzi); - Svalutazione involontaria (usura, vale a dire la perdita involontaria di piccoli pezzi di metallo): legge di Gresham: “la moneta cattiva scaccia quella buona” (si usano le monete usurate per gli scambi e quelle nuove si tengono); per questo per non avere la svalutazione di una moneta è importante che essa abbia lo stesso quantitativo di metallo sempre da quando è stata creata - Tosatori di frodo (limano la moneta per tenere per loro il metallo prezioso). Le monete nuove fatte nel corso del tempo sono create con lo stesso quantitativo di metallo intrinseco delle monete che sono in circolazione quindi il valore che si era creato con le varie monete svalutate diventa il nuovo quantitativo di metallo. Per questo nel tempo la moneta si è svalutata diverse volte Ogni comune, staterello ha la sua moneta, multipli e sottomultipli LA BANCA Moneta metallica mezzo di scambio prevalente del Medioevo al Rinascimento (XVI); Moneta bancaria (depositi) nei centri di maggior sviluppo (fino al XII sec.) (le prime banche furono genovesi); Esiste uno stretto legame tra attività mercantile e bancaria (a partire dal XII sec.); Motivazioni: 1. Presenza di una molteplicità e confusione delle monete (nasce la professione del “cambia valute”); 2. Facilitare il commercio a lunga distanza (alto rischio connesso al trasferimento di moneta e metalli preziosi, cambiali e lettere di fiera utilizzate come puri e semplici strumenti finanziari); 3. Maggior sicurezza; 4. Necessità di reperire mezzi di pagamento (prestiti vietati per legge e sostituiti da anticipazioni di somme eccendenti i depositi). La moneta bancaria Tizio deposita 100 lire presso la banca Mevio; 2- La banca deve pagare un interesse sui depositi e quindi deve guadagnare; 3- Per guadagnare presta 25 lire a Caio (contando sul fatto che Tizio non ritirerà tutti i suoi depositi in un unico momento); 4-Caio utilizza le 25 lire per pagare il suo fornitore Sempronio; Sempronio deposita le 25 lire presso la banca Alfa; Risultato: sul mercato esistono 125 lire (100 sui libri contabili della banca Mevio e 25 su quelli della banca Alfa); CONSEGUENZE: creare liquidità, favorire la trasformazione del risparmio in investimento; RISCHI: la bancarotta di un mercante si riflette sulle banche prestatrici e sui loro risparmiatori. LE DINAMICHE DELL’EUROPA PREINDUSTRIALE LA POLITICA ECONOMICA 1. Promozione di un’economia equilibrata: Approvvigionamento dei beni di prima necessità: non solo cibo, ma anche paglia, candele per l’illuminazione, ecc… Provvedimenti suddivisibili in due grandi classi: -Misure adottate in caso di emergenza (temporanee. Es. assegnazione di premi d’importazione per chi importa beni di prima necessità, importazioni di beni da altri stati in tempi di carestia, ecc…); - Misure a carattere preventivo (permanenti): servono per garantire il massimo grado di autosufficienza e sicurezza. Stabilizzazione dei prezzi; Prezzo dei beni di consumo, ma anche del lavoro (salario) e del denaro (tasso d’interesse); Controllo dell’offerta e dei metalli preziosi: Controllo dei flussi di metalli preziosi e politiche mercantiliste (politiche di nazionalismo economico (XV-XVII) che servivano per costruirsi una potenza economica per rafforzare lo Stato e avvalersi della potenza dello Stato per favorire la crescita economica e arricchire la nazione; 2. Incremento della produzione: sia in agricoltura, sia nella manifattura e nel commercio a partire dalla creazione di provvedimenti dal potere pubblico per incrementare direttamente o indirettamente (es. disposizioni che impedivano l’esportazione di materia prima destinata alle manifatture locali, divieto di importare prodotti che potessero far concorrenza alle manifatture nazionali, misure contro la pirateria, perfezionamento dei codici marittimi e commerciali, manutenzione di strade, porti, ecc…;) tutte le attività produttive; Dopo il XIV secolo la manifattura diventa sempre più importante e quindi vengono messe in campo politiche volte a gestire questo nuovo settore. 3. Miglioramento dei meccanismi di regolazione del mercato: Controllo del consumo (comparve solo sul finire del XIII secolo dato che prima i consumi erano limitati già a causa della situazione di estrema povertà); Tra i provvedimenti più significativi: definizione delle leggi suntuarie (leggi che limitano i consumi più vistosi, con particolare riguardo alle feste, cioè i momenti in cui si poteva ostentare la propria ricchezza, e all’abbigliamento). Il controllo del consumo dei beni più vistosi aveva motivazioni di ordine etico e religioso, ed era atto a mantenere un certo ordine sociale. Inoltre l’eccesso di consumo sottrae capitale alle attività produttive e immobilizza la ricchezza. Controllo qualitativo della produzione in modo molto minuzioso attraverso un sistema normativo che definiva queste cose nel dettaglio attraverso statuti e regolamenti molto precisi. L’obiettivo è quello di garantire al consumatore la buona qualità dei prodotti.; Politiche antimonopolistiche. LE DINAMICHE DELL’EUROPA PREINDUSTRIALE (REDDITO, PRODUZIONE E CONSUMI. 1000-1500) Periodi storici e cicli economici: 1000-1300 (espansione): Rivoluzione Urbana (cambia la natura/funzione delle città, oltre che politico/amministrativa anche commerciale e manifatturiera); 1300-1500 (crisi): Peste Nera (grande crisi); 1500-1700 (espansione): Inizio della Rivoluzione, nuove rotte commerciali (grazie alla scoperta del Nuovo Mondo). I fattori dell’espansione (1000-1300/1348 peste nera): 1) Introduzione e diffusione di nuove tecniche (tecnologia che aumenta la produttività dei fattori, soprattutto nel settore agricolo); 2) Sviluppo delle città e di un nuovo ambiente socioculturale; 3) Divisione del lavoro; 4) Monetizzazione dell’economia; 5) Mobilitazione del risparmio; 6) La disponibilità di terra (Vincolo della terra non c’è quindi la quantità di terra è più che sufficiente) IL VINCOLO DELLA TERRA Fino al XVIII: sviluppo dell’Europa restò condizionato dalla disponibilità della terra; Energia per la quasi totalità di origine animale (anche l’uomo) e vegetale (piante ad esempio per il legname, acque, vento). L’agricoltura era fondamentale perché animali e uomini (fonti di energia) avevano bisogno di alimentarsi ed erano l’unico fattore che, in agricoltura, poteva aumentare la propria produttività; Nei secoli X-XIII: terra sufficiente (fertile e abbondante) per sostenere la crescita demografica (non vale la legge dei rendimenti crescenti: all’aumentare di una unità di terra non aumentava la produttività della terra, anzi succedeva il contrario); Sviluppo economico X-XIII all’insegna di una frontiera in continua espansione (i flussi migratori si spostavano ad Est e a Sud). La popolazione in Europa (mln di abitanti) Anno 1000 circa 1340 circa Italia 5 10 Spagna 7 9 Francia 5 15 Isole Britanniche 2 5 Germania (area teutonica, tedesca) e Scandinavia 4 12 1340: Le città con più di 100mila abitanti erano Parigi, Cordova, Firenze, Venezia. Con circa 50milaabitanti c’erano Milano, Bologna, Roma e Londra. L’espansione della frontiera Verso occidente: - Reconquista della Penisola Iberica da parte dei Cristiani a danno dei Musulmani; - X sec: Vichinghi in Groenlandia e in America Settentrionale; Verso Sud e Medio Oriente: - XI: I Normanni pongono fine alla dominazione araba in Sicilia; - XII-XIII: Crociate e punti strategici nel Mediterraneo Orientale; Verso Est: - Espansione tedesca nei territori slavi; - XII: secolo di maggiore intensità espansiva; - XIV: si riduce il ritmo espansivo (peste); CONSEGUENZE DELL’ESPANSIONE TEUTONICA Nei territori slavi si praticava un’agricoltura di tipo primitivo (terre buone, fertili ma mal coltivate); I tedeschi importarono nuove tecnologie in agricoltura (ma anche nel settore estrattivo e metallurgico) Conseguenze: Formazione di un surplus agricolo nell’Europa orientale; Sviluppo di attività minerarie e metallurgiche nell’Europa orientale; Sviluppo del commercio (vendita del surplus alimentare) nel Baltico e la nascita della Lega Anseatica (XII, alleanza tra città portuali e commerciali del Mar Baltico e del Nord per mantenere il monopolio su legname, ferro, pellicce, ecc…); La crescita dell’economia europea L’agricoltura rimane il settore base dell’economia europea (fino alla Rivoluzione Industriale); Aumento della produzione agricola; Ruolo moltiplicatore delle città; Commercio internazionale e manifatture. I settori trainanti dell’Europa Medievale: Manifattura tessile (e soprattutto laniera); Edilizia (costruzioni); Settore finanziario-creditizio (credito); Commercio internazionale (quindi anche prima dell’espansione oceanica). Le aree trainanti dell’Europa Medievale: Italia centro-settentrionale (Genova, Milano, Venezia, Firenze; Attività commerciali, manifatturiere, armatori e finanziarie); Paesi Bassi meridionali (Gand, Bruges, Ypres, Lille, Malines, ecc…): manifattura dei panni lana. Maggior complesso di flussi commerciali; Vantaggio delle rispettive posizioni geografiche; Europa meridionale era l’area più avanzata; Dal XIII si aggiunse la lega anseatica (Brema, Amburgo, Danzica e Lubecca). LE TENDENZE ECONOMICHE DEL PERIODO 1300-1500 La situazione Secoli X-XIII: lento ma continuo sviluppo; A partire dalla metà del XIII: la morsa del vincolo della terra comincia a farsi sentire; Rischio di carestie; La Peste Nera (colpisce il continente europeo tra 1348 e 1351): 25 milioni di morti su una popolazione di 80 milioni (Verona perde il 61% dei suoi abitanti), nonostante i contatti tra le persone fossero rari. La Peste Nera è la prima di una lunga serie di pandemie meno devastanti. Un approfondimento: La Morte Nera e la crisi dell’economia medievale Peste del 1348 momento culminante della crisi, ma non la causa: popolazione già stabile nel secolo precedente (XIII); crisi che si sarebbe scatenata a prescindere dalla peste nera dato che iniziò un periodo di scarsità delle terre dato che invece la popolazione piano piano stava sempre più crescendo in numeri. Europa sovrappopolata: pressione sulle risorse (già scarse) e ciclo carestia-epidemia-carestia (si attiva un meccanismo moltiplicatore alla rovescia) con la creazione di guerre per avere il dominio su quel poco che era rimasto delle risorse; Rendimenti marginali decrescenti: - Diminuzione del rendimento della terra (terre marginali meno fertili); - Deforestazione (erosione dei suoli e minore fertilità); - Diminuzione dell’allevamento (i pascoli sono messi a cultura). Risultato finale: 1) Declino demografico; 2) Sovrappopolamento delle campagne (le persone si spostano dalle città alle campagne nuovamente per scappare dalla situazione in città sperando di potersi salvare), con conseguente 3) Contrazione degli scambi e 4) Difficoltà delle economie urbane (le città si svuotano piano piano sia per tutte le morti a causa della peste/carestie ecc ma anche perché molte altre sono scappate in campagna). L’arrivo della peste nera scatena una diffusione estremamente veloce per l’epoca in tutta Europa. Questo ci fa capire quanto l’Europa già all’epoca fosse cresciuta a livello mercantile e di scambi facendo collegare più facilmente e velocemente i singoli posti fisici. Tuttavia ci sono state alcune aree risparmiate dalla peste e la crisi ha messo in moto tutta una serie di conseguenze positive (meno popolazione = più terra a disposizione; fattore produttivo lavoro è scarso quindi aumentano i salari, ecc…); Tra XIV e XVIII c’è una lenta ripresa demografica. Un approfondimento: la sovrappopolazione - Sovrappopolazione: situazione di squilibrio tra popolazione e risorse disponibili; - Sovrappopolazione e flussi migratori; - Urbanizzazione e colonizzazione; - Le colonie come “valvole di sfogo”; - L’intervento dei “freni naturali” (guerre, carestie, malattie): la popolazione può anche diminuire; - Es. La sovrappopolazione del XVI e l’importanza delle colonie nel Nuovo Mondo. Chi è sopravvissuto alla peste, invece, sta meglio, c’è più terra a disposizione per sé stessi e per produrre, i salari sono più alti visto che ci sono meno persone generalmente da pagare rispetto a prima Riduzione delle disuguaglianze la prima volta che arrivò la peste La peste, però, ritornò altre diverse volte e per questo pian piano le persone avevano iniziato a capire i vari meccanismi, come magari capire quando sarebbe arrivata e quindi chi se lo poteva permettere cercava di scappare o di mettersi in isolamento IL RIBALTAMENTO DEGLI EQUILIBRI ECONOMICI MONDIALI, 1500-1700 L’espansione oltremare: XIV-XVI: le epidemie di peste sgravano l’Europa dalla pressione demografica; Metà XV: la popolazione ricomincia a crescere; Inizio XVI: Europa occidentale area più sviluppata del pianeta; Supremazia tecnologica: espansione geografica ed espansione economica (aumento del commercio transoceanico), militare e politica=> hanno fatto rendere l’occidente come supremazia a livello globale; Il galeone armato (XV-XVI) è il prototipo dello strumento di conquista. L’espansione oltremare e l’inizio dell’età moderna (XV) XV: prime esplorazioni; XVI: primo secolo di espansione europea sui mari e di conquista coloniale; Espansione del commercio internazionale e della civiltà europea; L’inizio del processo di globalizzazione? SI!! La zona del Mediterraneo esce di scena con l’entrata di scena dell’oceano atlantico/indiano e pacifico con l’inizio colonialismo da parte di Diaz La cronologia del dominio sugli oceani 1450-1600 circa: dominio portoghese (a Est più Brasile a Ovest. Nel ‘500 i portoghesi erano padroni dell’Oceano Indiano) e spagnolo (a Ovest. Fino al ‘500 controllo effettivo dell’intero emisfero tranne il Brasile); 1600-1660 circa: dominio olandese a Est al posto dei portoghesi e sono in parte a Ovest al posto della Spagna; 1660-1780 circa: dominio inglese (India, New England, ecc…). Il dominio portoghese in Asia (1450-1600 circa) o I portoghesi: i primi a sfruttare i progressi della navigazione, cantieristica, finanza e cartografia; o Il ruolo chiave dell’artiglieria; o Obiettivo: bypassare il Mediterraneo nel commercio delle spezie, soprattutto del pepe, per contrastare i veneziani; o Costruirono un impero coloniale grazie a conoscenze delle tecniche di costruzione e di navigazione dei vascelli adatti a navigare nell’oceano, al coraggio (erano avventurieri che lo facevano per fama, gloria e soldi) e alla fortuna (sono stati i primi a circumnavigare l’Africa). o 1487: Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza; o 1497-1498: Vasco de Gama arriva in India; o 1492: Colombo riscopre l’America o 1520 circa: Magellano riesce a fare il giro del pianeta in alcuni anni (riesce a riportare solo poche manciate di pepe). o La conquista di Goa (1510), Malacca (1511) e Ceylon (1515) consegnò ai portoghesi il monopolio sul commercio delle spezie (il commercio sulle spezie dura pochissimo, circa 80 anni, perché i veneziani riconquistano il monopolio); o A metà ‘500 i portoghesi erano già i padroni dell’Oceano Indiano; o Il dominio del Portogallo in Asia fu solo commerciale e non territoriale (avevano troppe poche risorse per fare delle colonie e controllarle e inoltre le popolazioni già esistenti erano troppo avanzate, forti e ben organizzate per combattere. Gli olandesi faranno esperienze in campo commerciale via mare perché i portoghesi, avendo pochi vascelli, affidano parte dei loro commerci agli olandesi); o R