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Questo documento tratta la storia della psicologia, partendo dalle sue radici antiche fino allo sviluppo della disciplina come scienza. Il testo esplora le diverse scuole di pensiero e le figure chiave che hanno contribuito alla sua formazione.

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STORIA DELLA PSICOLOGIA Psicologia: psiche (anima) e logos (discorso), è una disciplina scientifica che studia il comportamento degli esseri viventi e i loro processi cognitivi. Cognizione: processo di acquisizione ed elaborazione, percezione di informazioni da parte di un sistema bi...

STORIA DELLA PSICOLOGIA Psicologia: psiche (anima) e logos (discorso), è una disciplina scientifica che studia il comportamento degli esseri viventi e i loro processi cognitivi. Cognizione: processo di acquisizione ed elaborazione, percezione di informazioni da parte di un sistema biologico (cervello) o non biologico (intelligenza artificiale) → memoria, ragionamento Antica grecia: fino al 1600 la psicologia è stata intesa come studio dell’anima; Ippocrate, con un approccio di tipo empirico e razionale, ritiene che la malattia dipenda da una serie di umori legati a 4 elementi (fuoco, terra, aria, acqua): flegma (acqua): un suo eccesso provoca un temperamento flemmatico, caratterizzato da lentezza, pigrizia sangue (fuoco): un suo eccesso provoca un temperamento sanguigno, caratterizzato da frivolezza e focosità Bile gialla (aria): un suo eccesso provoca un temperamento collerico, caratterizzato da permalosità e irascibilità Bile nera (terra): un suo eccesso provoca un temperamento melanconico, caratterizzato da tristezza e pallidità. Democrito affermò che le percezioni e le sensazioni sorgono quando gli atomi emanati dalla superficie degli oggetti entrano nel corpo attraverso uno dei 5 sensi e vengono trasmessi al cervello: gli atomi si appaiono a quelli del cervello che creano una copia dell’oggetto, provocando la percezione. Il primo trattato di psicologia è il De Anima di Aristotele, in cui distingue tre facoltà dell’anima: una vegetativa, una sensitiva e una intellettiva. Il cuore, secondo lui, è sede dell’anima mentre il suo maestro Platone aveva ipotizzato che l’anima risiedesse nel cervello. Erofilo scopre che i nervi si originano dal cervello e dal MS e non dal cuore, pertanto il cervello comincia ad essere riconosciuto come l’organo cruciale per la psiche. Plinio il Vecchio e Galeno scrivono importanti contributi sulla fisiologia del sistema nervoso che saranno testi di riferimento durante tutto il medioevo. Secondo Galeno i fluidi presenti nei ventricoli cerebrali facevano da mediatori tra anima e cervello. → il pensiero classico pone le basi per lo sviluppo della psicologia come scienza naturale. Medioevo: periodo in cui il pensiero Cristiano non aiuta lo sviluppo della psicologia; si riteneva che lo studio dell’anima era materia di teologi e le dissezioni di cadaveri erano impedite (UK divieto di dissezione dei cadaveri fino al XVI sec.). Psicologia come scienza: inizia questa visione della psicologia grazie alle scoperte scientifiche; Galilei non si è occupato concretamente di psicologia, tuttavia ha dettato le condizioni per fare scienza, inventando il metodo scientifico, ovvero la metodologia secondo cui le affermazioni devono trovare un riscontro nella realtà e devono essere supportate da prove empiriche. Cartesio introduce il concetto di dualismo mente-corpo (distinzione tra fisico e mentale) e permette così di applicare il metodo naturalistico allo studio del corpo. È grazie a lui se è stato possibile superare la sacralità del corpo imposta dalla Chiesa. La sede dell’anima (o della mente) era collocata secondo Cartesio nella ghiandola pineale, dalla quale partivano i comandi verso i muscoli per il movimento volontario e che conteneva le funzioni mentali, le idee apprese e innate (Dio e gli assiomi della matematica). I RAZIONALISTI E GLI EMPIRISTI INGLESI La psicologia si sviluppa con la disputa tra l’empirismo e il razionalismo. Secondo il razionalismo (Leibniz, Wolf, Kant), una teoria è valida soltanto dalla logica interna all’assunto. L’empirismo (Hume, Locke), al contrario, sostiene che le teorie dovrebbero essere fondate sull’osservazione del mondo piuttosto che sull’intuito o la fede: - la mente è una tabula rasa - la conoscenza è appresa tramite l’esperienza - la mente non contiene idee trascendenti in modo innato, quindi può essere studiata seguendo il metodo delle scienze naturali Le teorie dei filosofi razionalisti suscitarono delle critiche sull’assurdità delle idee innate, le quali dovevano avere una stretta correlazione con l’esperienza sensibile: nasce così il movimento dell’empirismo. Hume pone il problema di un possibile ragionamento sperimentale nello studio della natura umana; egli nega l’esistenza dell’io, quale soggetto presupposto all’atto del percepire, proseguendo con la critica delle idee di spazio e tempo e con l’idea di casualità. IL CONTRIBUTO DELLA FISIOLOGIA A causa della difficoltà nel misurare gli eventi psichici, si pensava che la psicologia non sarebbe mai stata una disciplina autonoma. Tuttavia grazie ai contribuiti degli studi effettuati in ambito fisiologico, emersero metodi di ricerca delle scienze naturali che potevano essere utilizzati anche in ambito psicologico: si cercava di comprendere il funzionamento dei sensi e del cervello analizzando l’attività e l’anatomia delle strutture nervose e cerebrali. Il pioniere della ricerca fu Müller, autore della teoria dell’energia nervosa specifica, secondo la quale i diversi tipi di nervi e strutture nervose sono selettivi e specifici quanto il tipo di informazione trasmessa, indipendentemente dalla qualità fisica dello stimolo esterno. Con Gall comincia a venire meno l’ideologia secondo cui il cuore fosse la sede dell’attività mentale: egli fonda la frenologia, la quale affermava che ogni facoltà mentale avesse una specifica sede cerebrale e che l’esercizio potesse potenziare la zona, portando a una deformazione della scatola cranica. Broca scoprì una reale connessione tra aree cerebrali e funzioni mentali, quando si accorse che una determinata lesione cerebrale determina una particolare forma di afasia legata all’incapacità di articolare il linguaggio (ma non il comprenderlo). Viceversa, Wernicke individuò una lesione a un’altra area del cervello che impediva la capacità di comprendere il linguaggio (ma non di produrlo). Von Helmholtz porta avanti i suoi studi basandosi sull’idea empirista che cervello e comportamento obbediscono a leggi puramente fisiche. Egli misurò la velocità di conduzione degli impulsi nervosi, giungendo alla conclusione che i nervi sensoriali umani trasmettono a una velocità tra i 50 e i 100 m/s. Donders volle misurare in maniera oggettiva i processi mentali, quindi definì la cronometria mentale attraverso i tempi di reazione ed il metodo sottrattivo, con cui si può ottenere una misura oggettiva dei differenti processi mentali. Cajal disegnò con assoluta precisione i neuroni, grazie all’ausilio di un potente microscopio, poi Sherrington utilizzò i suoi risultati e chiamò sinapsi gli spazi tra l’assone di un neurone e il dendrite del neurone adiacente. Schif misurò un aumento di calore nella testa in seguito a processi mentali e Mosso dimostra un maggior afflusso di sangue alla testa durante processi mentali LA NASCITA DELLA PSICOFISICA Insieme agli studi fisiologici, si comincia a mostrare interesse per le caratteristiche sensoriali attraverso la psicofisica, la quale ha l’obiettivo di descrivere quantitativamente la relazione tra il corpo e le esperienze mentali, servendosi di metodi empirici e accurati. Helmholtz è responsabile di una prima misura sperimentale degli effetti dell’attenzione, servendosi della memoria iconica: fissando l’attenzione su un punto fisso si possono ricordare immagini presentate molto velocemente. Weber e Fechner furono i primi a dimostrare scientificamente la relazione tra fatto psichico e fisico. Fechner, nel 1860 si chiese se fosse possibile misurare la sensazione (visiva uditiva o tattile); l'obiettivo è scoprire le leggi che descrivono il modo in cui le varie modalità sensoriali codificano la variazione di intensità degli stimoli vengono individuate quindi le varie funzioni psicofisiche per le differenti modalità sensoriali. L'aumento minimo di intensità che deve avere uno stimolo affinché sia percepito come diverso da un'altro segue una legge ben precisa detta “costante di Weber” 1834 → K=ΔI/I → ΔI=K*I con k che varia in funzione della modalità sensoriale. Uno degli obiettivi della psicofisica è ottenere una misura oggettiva della soglia percettiva: - S. assoluta, la minima intensità necessaria per dar luogo ad una sensazione - S. differenziale, la minima intensità necessaria per poter apprezzare una differenza tra due stimoli ASSOCIAZIONISMO Secondo cui tutti gli eventi psichici complessi derivano da elementi più semplici, i quali sono associati tra loro. Viene utilizzata l’analogia con l’atomo, un’unità strutturale non ulteriormente scomponibile. Wundt, considerato il fondatore della psicologia come scienza autonoma (creazione del laboratorio di psicologia a Lipsia nel 1879), fu uno dei primi scienziati a tentare di stabilire dei criteri oggettivi riguardo al comportamento umano; raccolse i dati empirici delle sue ricerche e ne analizzò i risultati secondo i criteri delle scienze naturali. L’approccio che Wundt utilizzò è di tipo elementaristico: volendo misurare i meccanismi percettivi, egli li considerò come elementi contingenti. Nel suo lavoro egli usò il metodo dell’introspezione analitica, una tecnica di autosservazione e di descrizione minuziosa di ciò che il soggetto percepisce. Questa tecnica però non è funzionale, perché l’oggettività dell’uomo è spesso soggetta a distorsioni. In particolare, si possono commettere due tipi di errori: Errore dello stimolo consiste nel confondere le nostre conoscenze pregresse con ciò che sperimentiamo nella realtà Errore dell’esperienza consiste nell'attribuire alla configurazione degli stimoli che giungono all'organismo le stesse caratteristiche proprie dell'esperienza sensoriale che ne abbiamo. FUNZIONALISMO è capeggiato da James e influenzato dalle teorie di Darwin, secondo cui non ha senso studiare i processi mentali soli, ma vanno analizzati in rapporto alla loro funzione e finalità e non spezzettati in elementi privi di significato. STRUTTURALISMO Titchener e Wundt diedero il via al movimento del strutturalismo (vs funzionalismo). Secondo loro, la psicologia si deve occupare di descrivere la mente nelle sue parti elementari, individuando le leggi che ne regolano la combinazione e successione: si pensava dunque che il tutto fosse la somma del molteplice. La psicologia pertanto ha per oggetto l’esperienza. PSICOLOGIA DELLA FORMA (GESTALT) La psicologia della Gestalt, nata in Germania nell’anno in cui Wertheimer pubblica i suoi risultati sul movimento apparente, cerca di comprendere il funzionamento della mente studiando come le parti si si uniscono per formare la percezione. Tuttavia questo approccio non considera il tutto come la somma del molteplice: al contrario, il tutto è diverso dalla somma delle sue parti. Secondo il punto di vista della Gestalt berlinese, vi è una relazione di identità strutturale tra processi neurofisiologici e processi percettivi (principio dell’isomorfismo). La gestalt si è occupata anche di pensiero e apprendimento Wertheimer divenne celebre per il suo esperimento sul movimento apparente: due pallini che si illuminano uno successivamente all’altro in sequenza danno la percezione di un movimento anche se non c’è. Viene messa dunque in crisi l’ideologia secondo cui vi era una correlazione diretta tra stimolo e percezione, dimostrando che la percezione fosse indipendente da essa ma che fosse regolata da altri meccanismi di tipo biologico e funzionale. Secondo la Gestalt, la percezione è un processo che considera la scena visiva nel suo insieme (noi normalmente non vediamo margini o tessiture ma figure organizzate su uno sfondo). Wertheimer elenca i fattori che favoriscono l’unificazione degli elementi percettivi in un insieme unitario: Vicinanza: gli elementi vicini tra loro vengono considerati un’unica unità Somiglianza: gli elementi simili vengono considerati un’unica unità Destino comune: le parti che si muovono insieme o in modo simile tendono a essere associate Buona continuazione: si preferiscono i punti che, quando connessi, danno origine a una linea retta o leggermente curva Chiusura: le figure che presentano delle aperture tengono a essere percepite un’unica figura (quadrati, non due linee) Pregnanza: il campo percettivo si segmenta in modo da percepire unità percettive per quanto più possibile equilibrate e armoniche. Inoltre la segmentazione segue un altro principio, quello dell’esperienza passata, che fa sì che la figura che percepiamo dal processo di segmentazione sia un percetto con cui abbiamo familiarità. In caso di conflitto tra leggi diverse vince il principio di parsimonia: si impone il principio che dà origine alla configurazione più semplice. Köhler definisce un nuovo tipo di apprendimento, istantaneo e intelligente, che non necessita di prove e tentativi: l’insight, la capacità di ristrutturare in modo nuovo gli elementi della situazione problematica, dando vita ad un ragionamento che permette di giungere a uno scopo (esperimento delle scimmie che si servono di una scatola per raggiungere un cesto di banane posto in alto) PSICOLOGIE DINAMICHE Tra il 1880 e il 1890 all'ospedale di Parigi Charcot inizia a condurre studi sul fenomeno dell'isteria che ritiene di poter curare con l'ipnosi; Charcot è un neurologo che si occupa anche di sclerosi e di altre patologie neurali (epilessia e l'encefalite). L’isteria (greco – utero) è una classe di nevrosi, caratterizzata da alterazioni motorie e/o sensoriali in assenza di danni neurali (paralisi motoria, insensibilità somatica, perdita di coscienza e di memoria, cecità). Charcot ritiene di poter riportare alla luce le origini di eventi repressi e risolverli tramite l'ipnosi, per curare il paziente. Questa idea avrà una grande influenza su Freud che svolge un tirocinio da Charcot tra il 1885-86. Charcot riproduci i sintomi isterici durante l'ipnosi, se un paziente a causa di qualche trauma è convinto di non poter muovere il braccio e si comporta di conseguenza, tramite l'ipnosi egli viene convinto a cancellare questa idea curando il sintomo isterico. Nelle sue famose lezioni del martedì egli presenta i casi di isteria, successivamente si scoprì che erano abbastanza artefatti e basati su fenomeno della suggestione soprattutto grazie all'ipnosi, alcuni sintomi erano stati ricondotti a crisi epilettiche minori del lobo frontale temporale (dopo la morte di Charcot infatti i casi di isteria scomparvero quasi del tutto) tra gli assistenti di Charcot troviamo Binet (Primo test di intelligenza), de la tourette (Sindrome di tourette) e Janet (Studi sull'inconscio e analisi psicologica). Nevrosi: disturbo senza causa organica in cui i sintomi sono l’espressione del conflitto che ha radici nella storia di una persona e che costituisce il compromesso tra desiderio e difesa. Nel 1890 nasce la psicoanalisi: Freud durante la sua attività clinica su pazienti con nevrosi, sviluppa le prime idee della teoria psicoanalitica. Per psicoanalisi si intende un insieme di idee e concetti riferiti al funzionamento della mente, e in particolar modo per quanto riguarda i casi di malfunzionamento, le nevrosi. I punti centrali della psicanalisi sono: - la maggior parte della nostra attività mentale è inconscia; - Quello che percepiamo o non quello, pensiamo, sogniamo o desideriamo e diciamo è influenzato dall’inconscio, il quale contiene ricordi e pensieri repressi, che sono l’origine del problema e che entrano in conflitto con la parte cosciente. - I conflitti inconsci che generano le patologie possono essere rivelati attraverso il dialogo con il paziente attraverso libere associazioni o l'interpretazione dei sogni - Altri meccanismi che generano conflitti inconsci sono il complesso di Edipo o l'angoscia di castrazione… Inizialmente, Freud struttura l’apparato psichico in 3 sistemi, secondo il modello topografico, che offre una visione della mente in cui i processi psicologici vengono distinti a seconda delle modalità di funzionamento: - inconscio: contenuti mentali che non sono presenti alla coscienza, alla consapevolezza del sogg. - preconscio: contenuti mentali non immediatamente presenti alla coscienza - conscio: contenuti psichici accompagnati dalla piena consapevolezza del sogg. Successivamente, egli ha ridefinito la struttura, postulando 3 istanze psichiche: - Es: inconscio, sede di desideri e ricordi repressi - io: mediatore, in parte cosciente, tra realtà, es e super io - super io: sede della morale Freud copia letteralmente questi concetti da Nietzsche e copia la nozione di inconscio e il nome del metodo da Janet. Inoltre, copia le idee sulla sessuologia infantile da Ellis, Ebing e Moll. Il problema della psicoanalisi è il non poter testare empiricamente le affermazioni. Assumere che i problemi mentali derivino da diversi meccanismi è equivalente a sostenere che le nevrosi derivino da entità malevole. La psicoanalisi assume che se un paziente mostra il sintomo Z, dalle libere associazioni o interpretazione dei sogni, si deduce che abbia il conflitto Y, che deve essere stato causato dall’esperienza di tipo X. La psicoanalisi è un esempio di teoria ingenua basata sull’esperienza e non su controlli scientifici. - fa riferimento a nozioni non testabili, giustifica tutto a posteriori, non fa previsioni verificabili, non è mai né verificabile né falsificabile RADICI DEL COMPORTAMENTISMO – condizionamento L’antecedente più immediato del comportamentismo va visto in Pavlov, che ha introdotto il concetto di condizionamento classico. Egli studiò il riflesso condizionato, ovvero l’associazione corticale tra una risposta appresa e una innata. I contenuti quindi vengono acquisiti attraverso l’interazione con l’ambiente e secondo meccanismi associativi tra rappresentazioni neurali e mentali. Questo condizionamento si chiama anche rispondente perché a uno stimolo viene associata una risposta riflessa: ne è un esempio i cani di Pavlov, che salivano al suono della campana. Thorndike studiò le modalità con cui gli animali riuscivano a comprendere e apprendere come uscire da una gabbia. Si servì di gatti depravati di cibo che, dopo aver proceduto con azioni casuali, premevano per caso una leva che avrebbe aperto la gabbia e permesso loro di mangiare: rifacendo lo stesso processo più volte, si nota che il gatto riusciva a trovare la soluzione sempre più velocemente (apprendimento per prova ed errori, procedere a caso fino al raggiungimento dell’obiettivo). Questo tipo di apprendimento segue due leggi: Legge dell’effetto: le azioni che producono un effetto soddisfacente hanno più probabilità di essere ripetute quando si presenta la stessa situazione, e quindi di essere apprese. Legge dell'esercizio: i comportamenti più spesso esercitati hanno maggiori probabilità di essere impiegati in condizioni simili. In questo modo Thorndike introduce il concetto di motivazione: il successo che segue un comportamento agisce come un premio (o rinforzo), l’insuccesso come punizione. Il successo è generalmente più potente della punizione e la ripetizione dell’azione causa il rafforzamento dell’apprendimento. COMPORTAMENTISMO Si definisce come la prospettiva della ricerca psicologica che esclude a priori dal campo di studio tutti i fattori che non sono direttamente osservabili e quantificabili (processi cognitivi). Gli unici fatti osservabili sono gli stimoli e le risposte (paradigma S-R): il comportamentismo però, diversamente da Pavlov, vuole indagare il meccanismo dello stimolo e della risposta applicandolo a più ambiti possibili. Watson (fondatore), nella sua opera Psychology as the behaviorist views it, definisce la psicologia come un settore sperimentale delle scienze naturali, che si affida a ciò che è empiricamente verificabile, ovvero il comportamento (Uso rigoroso del metodo sperimentale e nessuna introspezione o colloquio clinico): in questa prospettiva le mente viene vista come una black box, i cui processi non sono visibili ma le cui conseguenze si possono misurare nel mondo esterno. Interessante è il caso del piccolo Albert: un bambino a cui è stata indotta la paura dei topi con un esperimento eticamente discutibile. Il condizionamento operante è stato sviluppato da Skinner, così chiamato perché vengono condizionate delle azioni dei muscoli volontari. Secondo lui è possibile modificare il comportamento attraverso il rinforzo o la punizione di certe risposte ed è possibile che il nostro comportamento sia controllato dall'ambiente. Egli pone un animale a digiuno in una gabbia con diverse leve di cui solo una funziona, quando trova la leva giusta gli viene presentato il cibo, quindi vi è uno stimolo e una risposta ad esso. NEOCOMPORTAMENTISMO In questo periodo nascono le prime idee di cognitivismo, che vanno rintracciate in alcuni lavori pubblicati da Blodgett (1929), Tolman e Honzik (1930;48), i quali, con approccio comportamentista, discutono di mappe mentali e di insight nei ratti, rimettendo le funzioni mentali al centro della ricerca psicologica. Il paradigma HIP: il cervello è visto come una macchina per l’elaborazione dell'informazione Neisser 1967 pubblica il volume “Cognitive Psychology”: processi cognitivi vengono trattati nella prospettiva HIP e vengono organizzate tutte le conoscenze acquisite nell'ultimo decennio di esperimenti cognitivisti. Si nota che è comunque possibile studiare i contenuti della black box: la logica è quella che oggi si chiama tecnica di “reverse engineering”, variando opportunamente gli stimoli inviati ad un dispositivo chiuso e osservandone le risposte si può capire il tipo meccanismo presente al suo interno S=3 → R=10 S=7 → R=22 Formula R=(S*3)+1 Contributi più significativi nel’HIP: - Cherry e Broadbent (53-54) mettono in luce i limiti del sistema cognitivo nell'elaborazione dell’informazione → dimostrano il ruolo dell’attenzione intesa come filtro - Miller (1956) discute i limiti della capacità di elaborazione del sistema cognitivo (Articolo sul magico numero 7 (±2) sono le parole memorizzabili temporaneamente nella MBT) - Chomsky (1959) scrive un articolo nel quale critica l'idea che il linguaggio sia appreso attraverso il condizionamento operante (sistema sostenuto da skinner) - Miller, Galanter e Pribram (1960) pubblicano un lavoro su “piani e struttura del comportamento”, mettono in luce come il comportamento non dipenda solo dai riflessi (condizionati o non), esso dipende dagli obiettivi dal conseguente piano d'azione e dalla verifica che l'obiettivo sia stato raggiunto (Diagramma di flusso – test, operate, test, exit) - Sperling (1960) scopre l’esistenza della memoria iconica (chiamata così solo da Neisser nel 1967) PSICOLOGIA COGNITIVA può essere considerata un ponte tra comportamentismo e cognitivismo, poiché introduce alcuni aspetti cognitivi in una cornice comportamentale. Piaget, fondatore dell’epistemologia genetica (dare un significato alla conoscenza), è noto per le sue ricerche sullo sviluppo dell’intelligenza e della capacità di problem solving nei bambini. Secondo lui, la conoscenza è un processo e a lui si deve l’invenzione del colloquio clinico. Bandura coniugò le istanze del comportamentismo con quelle della psicologia cognitivista formulando la teoria dell’apprendimento sociale, che afferma che si può imparare anche in modo indiretto, osservando un modello e cercando di imitarlo. Tuttavia questo tipo di apprendimento richiede una serie di processi cognitivi: attenzione al modello, rappresentazione in memoria della sequenza di azioni che il modello compie, essere in grado di riprodurre la sequenza, autoconsapevolezza e che vi sia il rinforzo, come sprono per l’esecuzione della risposta. COGNITIVISMO si focalizza sullo studio dei processi mentali attraverso i quali le informazioni vengono acquisite, elaborate, memorizzate e recuperate. L’obiettivo è giungere allo studio dei processi mentali tramite inferenze formulate dai comportamenti osservabili (reverse engineering). Molti studiosi cognitivisti considerano il pensiero come un tipo di computazione e usano metafore di questo tipo per descrivere il modo in cui gli esseri umani risolvono problemi e apprendono. In questo ambito furono molto importanti i contributi di Turing, i cui lavori permisero all’informatica di svilupparsi. Fu l’ideatore del test di Turing, secondo cui un calcolatore è in grado di emulare il comportamento umano se un soggetto, messo davanti ad esso e ad un’altra persona, non è in grado di individuare il programma. Nel cognitivismo si ritiene che la conoscenza sia composta da simboli che rappresentano gli oggetti esterni nella mente. Lo psicologo cerca di capire come il sistema cognitivo entra in relazione con l’ambiente esterno, manipolando le informazioni che riceve da esso (input) e producendo a sua volta informazioni (output). Nel paradigma dell’intelligenza artificiale (A.I) il funzionamento mentale viene verificato non attraverso l’osservazione del comportamento in soggetti umani, ma attraverso la costruzione di un programma simulato al calcolatore: questo modello è chiamato HIP (Human Information Processing). L’idea di base è che comprendere come funziona artificialmente un calcolatore che emula il comportamento umano ci possa aiutare a comprendere cosa avviene a livello biologico nel nostro cervello. Neisser muove alcune critiche al cognitivismo: distanza tra la vita quotidiana e le teorie cognitive Poca considerazione del fattore ambientale Differenze innegabili tra elaborazione umana e computerizzata Scarsa osservazione empirica e troppo focus sui modelli MODULARISMO è la corrente psicologica fondata da Fodor, che propone un’organizzazione della struttura della mente disposta secondo moduli, ovvero strutture specializzate nell’analisi dell’input, che trasformano questi in nozioni che vengono offerte ai sistemi centrali per elaborazioni più complesse. Ogni modulo presenta delle caratteristiche specifiche: - sono specifici per dominio e con un funzionamento obbligatorio - Sono veloci e incapsulati, ovvero non hanno accesso ad altri Stati della mente CONNESSIONISMO Esso si oppone al modularismo, proponendo un’organizzazione della struttura della mente disposta in parallelo e distribuita sul modello delle reti neurali → alcuni ricercatori si chiesero se è veramente per algoritmi che funziona il sistema cognitivo - Notano alcune importanti differenze tra l’architettura del computer e quella del cervello - Il cervello ha molte unità d'analisi, che trattano l’informazione in tempi relativamente lunghi, ma sono interconnesse tra loro in modo massivo dato che ogni neurone ha migliaia di contatti con altri neuroni. - Gli elementi di un processore del pc sono molti meno ma più veloci nell'eseguire operazioni serie - Il cervello elabora le informazioni in parallelo - L’elevata capacità di elaborazione del cervello nasce dalla possibilità che i vari neuroni comunicano - Si è cercato quindi di simulare questo tipo di elaborazione parallela dell’informazione anche nei calcolatori dando luogo a reti neurali* Una rete neurale è una struttura dinamica in grado di autoregolarsi e di apprendere. Una rete neurale artificiale è un sistema di elaborazione delle informazioni il cui funzionamento trae ispirazione dai sistemi nervosi biologici. *non ha dei passi definiti per elaborare l'informazione in ingresso, il codice viene usato per simulare il funzionamento di unità di input (percezione), di unità nascoste e di unità output (risposta). Le reti possono essere addestrate, fase in cui viene fornita un’informazione e anche la sua risposta, così dopo una serie di esempi la rete apprende. Le reti neurali apprendono: - l'informazione complessiva è suddivisa tra le varie unità, che concorrono tutte, in modi diversi alla soluzione del problema - l'apprendimento avviene via via che cambiano i pesi delle varie connessioni tra le unità sino a quando la configurazione non permette di raggiungere il risultato atteso - la rete ha un grande vantaggio, una volta appreso il compito può generalizzare e fornire risposte corrette per nuovi casi imprevisti, può quindi arrivare a soluzioni creative non predeterminate - per lo studio della mente è importante perché può essere lesionata e quindi si possono simulare le varie lesioni cerebrali → si possono anche testare i vari modelli sui processi cognitivi. Queste reti neurali sono gli algoritmi su cui si basano le moderne applicazioni di intelligenza artificiale come Bart o chat gpt. SCIENZE COGNITIVE sono il naturale sviluppo della psicologia cognitivista e si caratterizzano per la loro multi-disciplinarità, e comprendono tutte quelle discipline interessate allo studio dei sistemi cognitivi (psicologia, neuroscienze, intelligenza artificiale) - 1980 Norman stabilise aree di indagine delle scienze cognitive: linguaggio, coscienza, apprendimento… NEUROSCIENZE L’attività di ricerca della psicologia cognitiva e sperimentale e delle scienze cognitive (approccio multidisciplinare all’oggetto della ricerca della psicologia cognitiva) è confluita nelle neuroscienze. Il suo obiettivo è capire meglio come funziona il cervello e in che relazione stanno le sue attivazioni con le funzioni mentali.

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