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SpeedyTaylor4339

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sociologia teorie sociali comportamento sociale studi sociali

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Questo documento fornisce un'introduzione alla sociologia, spiegando concetti chiave come l'immaginazione sociologica e il contesto sociale. Esplora le teorie sociali classiche e il ruolo del contesto sociale nel plasmare la realtà.

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**CHE COS'E' LA SOCIOLGIA?** La sociologia è uno studio scientifico che analizza la società umana e il comportamento sociale. Per essere bravi sociologi dobbiamo immaginare tutto per la prima volta, senza farci influenzare dalla visione della realtà che abbiamo -\> immaginazione sociologica **Mil...

**CHE COS'E' LA SOCIOLGIA?** La sociologia è uno studio scientifico che analizza la società umana e il comportamento sociale. Per essere bravi sociologi dobbiamo immaginare tutto per la prima volta, senza farci influenzare dalla visione della realtà che abbiamo -\> immaginazione sociologica **Mills:** "*L'immaginazione sociologica ci permette di afferrare biografia e storia e il loro mutuo rapporto nell'antichità*" In questo regime di post-verità è importante capire che non tutto è come sembra, infatti la nostra percezione della realtà si conforma al contesto. Grazie a questa percezione personale della realtà tendiamo a creare generalizzazioni a proposito di individui partendo da ciò che crediamo di sapere sui gruppi a cui appartengono -\> **stereotipo** (credenze solitamente false) La sociologia studia l'interazione sociale e la struttura sociale: **Interazione s**: modo in cui le persone agiscono insieme, alterando il proprio comportamento in presenza di altri. Questa è governata da [norme] (ci aiutano a sapere cosa è appropriato fare). **Struttura s:** di questa fanno parte [gerarchie] (insieme di regole e durevoli posizioni che forniscono a individui o gruppi tipi di *status*) e [istituzioni] (durevoli pratiche come matrimonio o famiglia su cui si basa la nostra esistenza quotidiana) Individuo + Struttura= Società Per comprendere come funziona il mondo sociale sono state create le **teorie sociali,** sempre aggiornate grazie ai [metodi di ricerca] dei sociologi. Il **contesto sociale** è molto importante**;** esso, come noi, mutua nel tempo. Un esempio di contesto sociale è il contesto famigliare e comunitatio. Importante è dire che la sociologia non ci spiega cos'è la realtà, ma ci fornisce una **mappa** grazie a cui orientarci. La sociologia nasce per comprendere il mutamento forte della società. **AUGUSTE COMTE** Comte dice che la sociologia deve avere un metodo di studio più razionale e simile a quello delle scienze naturali. Essa deve infatti dare delle risposte ai problemi che ci sono nella nostra società (essendo considerata da lui stesso la [Regina delle scienze]). Grazie a lui avviene un passaggio dallo **stadio teologico** (la religione spiega gli eventi naturali) allo **stadio metafisico** arrivando allo **stadio scientifico**. Per Comte non basta un pensiero astratto fine a se stesso, ma è necessario un vero e proprio studio scientifico. Per fare ciò si interroga cosa studia la sociologia, e individua 2 elementi: 1. **Ordine**: statica sociale (come le società si autoregolano e mantengono nel tempo) 2. **Progresso**: dinamica sociale (come le società conoscono i cambiamenti nel tempo) **KARL MARX** Marx, grazie all'amico Engels, che sottolinea come i bambini assumevano oppio per poter lavorare duramente, comprende che l'elemento prioritario di una società è **l'aspetto economico**. Lui credeva che il sistema economico influenzasse talmente tanto la sfera politica e culturale che, per comprendere l'emergere di idee sociali nuove, bisognasse utilizzare il sistema economico. Marx sosteneva che in ogni sistema economico esistessero tensioni tra gruppi (i più importanti, che avevano interessi economici simili, li chiamava **classi,**) in grado di generare conflitti e **rivoluzioni sociali.** Il criterio di distinzioni tra classi era la **proprietà** dei mezzi di produzione In ogni società dunque esistono 2 classi in cui è distribuita la popolazione: 1. Quella dei **prprietari** 2. Quella di chi deve lavorare per vivere non avendo mezzi di produzione Nella sua celebre opera "Manifesto del partito comunista" individua 3 modi di produzione che caratterizzano il sistema economico: 1. **SOCIETA' ANTICHE:** il modo di produzione [della società], basata sulla schiavitù (lavoratori senza diritto) 2. **FEUDALESIMO:** il modo di produzione [feudale], basata sul valore della terra con pochi proprietari terrieri 3. **CAPITALISMO:** il modo di produzione [capitalista], dove entrano in rapporto la classe dei proprietari di mezzi di produzione (chi detiene le fabbriche, **borghesia**) e la classe dei lavoratori (**proletari**). Ciascuno di questi modi di produzione è composto da 2 parti: la **forza di produzione** (capacità produttiva e tecnologica di una società) e **i rapporti sociali di produzione (**rapporti e disuguaglianze tra diversi gruppi di persone all'interno di uno stesso sistema economico) Le forze di produzione possono essere pensate come l'insieme degli strumenti utilizzati per produrre beni, mentre i rapporti di produzione sono il modo in cui le persone si organizzano per svolgere le attività che servono a produrre quei beni. Marx individua una condizione di **sfruttamento**, poiché il borghese guadagna molto di più... si crea così il **plusvalore**, ovvero che il guadagno del capitalista è superiore a quello che cede a colui che lavora nella sua fabbrica. Parla di **alienazione** della classe operaia, dove essi perdono la propria umanità (non si sentono se stessi). Tutto ciò che è al di fuori della forma economica, viene chiamata da Marx **sovrastruttura**. Testo "*Il capitale*" In questo testo Marx affronta il funzionamento del capitalismo; secondo lui studiando il capitalismo e i sistemi economici è possibile arrivare ad una sorta di fine ultimo della storia. All'interno del capitalismo è presente un conflitto cruciale tra 2 classi: 1. **Borghesia**: che possedeva le risorse da lui definite 2. **Capitale**: il denaro e le altre risorse da investire in attività economiche Da *Il capitale* Marx crea la **Teoria della lotta di classe** Il possesso di capitale differenzia i borghesi dagli operai. La mancanza di capitale per gli operai poteva, secondo lui, far scatenare una rivoluzione sociale, che avrebbe portate un altro modo di produzione. A motivare i proletari a questa rivoluzione sarebbe stato l'incremento dei profitti dei borghesi, che avrebbero ridotto i salari. Questo fenomeno viene definito *teoria della lotta di classe*, ovvero che un sistema economico che tratta in maniera ineguale due classi, le porterà per forza ad un conflitto. **EMILE DURKHEIM** Al contrario di Marx, a Durkheim non interessava una visione politica ma, piuttosto, darci degli strumenti attraverso cui osservare la realtà. Si domanda come la società potesse continuare a funzionare nonostante i molteplici cambiamenti; soprattutto voleva capire perché stiamo insieme. Per Durkheim bisogna studiare il **fatto sociale**, ovvero analizzare l'origine della solidarietà sociale, della religione e del ruolo di essa nella società moderna. Successivamente, anche grazie a lui, nacque il termine di **"forze sociali"**. questo si riferiva a qualcosa di più grande rispetto a quello di Durkheim, perché sono prodotti "sociali", ovvero creati dall'agire umano; e soprattutto questi sono **fatti**, ovvero che noi nasciamo con tali regole e costumi, e siamo obbligati a rispettarle. Per lui non è il fattore economico che ci vincola è qualcosa di esterno all'individuo (es. la tradizione). Grazie a lui nasce la **"coscienza collettiva"** (credenze comuni che orientano il nostro comportamento. Secondo Durkheim, inoltre, gli esseri umani non hanno un comportamento neutrale, ma è frutto **dell'apprendimento.** Dunque, un processo fondamentale, è la **socializzazione**, grazie alla quale impariamo a comportarci (seguendo delle forze sociali, tra cui le **norme**). Testo: *"La divisione del lavoro sociale"* Durkheim definisce due tipi di solidarietà per capire l'ordine sociale: 1. **Solidarietà meccanica**: definita come [primitiva], società costruite da grandi famiglie, creando delle tribù, caratterizzata dalla divisione del lavoro 2. **Solidarietà organica**: composta all'interno della società moderna, è definita da una divisione del lavoro più complessa e interdipendenza tra lavoratori. Secondo lo stesso Durkheim questa teoria ha dei limiti, poiché non tiene conto delle [devianze]. Testo:" *Il suicidio*" Durkheim ha studiato l'atto più estremo dell'ordine sociale, ovvero il suicidio. Le cause di esso risiedono nella psiche e nella vita sociale dell'individuo. E' arrivato ad ipotizzare che un certo numero di persone si suicida in un determinato luogo e in un determinato momento a causa di **fattori sociali** influenzanti. Ha teorizzato 3 modelli sociali di suicidio: 1. **Egoistico-\>** ricerca di un effetto negativo nei confronti di chi mi sta intorno 2. **Altruista-\>** per un bene supremo dell'umanità 3. **Anomico-\>** le regole della società vanno in conflitto con l'individuo, che rimane privo di ogni prospettiva Testo: "*Le forme elementari della vita religiosa"* Durkheim studia una religione in particolare, ovvero il **totemismo** (il totem rappresenta la centralità della vita... è Dio?). La sua idea che siano le **forze sociali** a plasmare il nostro concetto di sacro permette di vedere la religione da un\'altra prospettiva. Infatti, se essa non è stata creata da Dio, è stata creata dall'uomo... ovvero che la forza della religione è data dalla **società stessa**, e che in realtà gli uomini venerano il **vincolo sociale** quando operano in maniera religiosa. **MAX WEBER** Fu un punto di riferimento per molti sociologi, era molto conservatore e teorizzava l'autocrazia (democrazia con capo). In quegli anni viene molto fuori il concetto di razza, e rappresenta un fondamentale per comprendere il comportamento umano (viene fuori l'antisemitismo ma lui non è razzista). Secondo Weber la razza non esiste, e non è qualcosa che determina i Nostri comportamenti in ambito sociale. Punti salienti dei suoi studi sono, ad esempio, la domanda su cosa la sociologia dovrebbe concentrarsi e dare priorità quando osserva qualcosa; oppure il fatto che ognuno debba capire il significato che dà alle proprie azioni, e che bisogna studiare l'azione degli individui e il significato di esse. La sociologia di Weber viene definita **comprendente**, proprio perché si impegna a comprendere il perché delle azioni umane. Per comprendere il senso delle azioni non basata comprendere il contesto sociale, ma bisogna entrare nella testa di esse e capire come interpretano al mondo. Egli, dunque, non studia il fatto sociale (come Durkheim), ma il modo in cui l'attore sociale si comporta dandogli un significato. **Bisogna adottare una sociologia comprendente.** Di fronte alla crisi affrontata da tutti i sociologi, ovvero l'urbanizzazione, capitalismo etc. anche lui si chiede cosa studiare. Comprende che ci sono 2 processi: 1. **Razionalizzazione (**l'aumento di essa ha portato alla burocrazia, che potrebbe trasformarsi in una gabbia d'acciaio se portata all'estremo) 2. **Individualizzazione** *Concetto di tipo ideale* Cos'è il tipo ideale? Perché ci serve? Il sociologo non analizzare la realtà nei minimi dettagli, perché essa è sempre una rappresentazione... per lui il tipo ideale è una **generalizzazione**, ovvero che l'azione svolta da un singolo, viene estesa anche a tutti gli altri. Secondo lui quindi scegliamo alcuni tratti che riteniamo più importanti, ignorandone altri, di una persona, per identificarla. Concetto di *Tipo ideale*: è una riduzione della complessità della realtà sociale che osserviamo. Questo non corrisponde alla realtà ma è una **mappa** che ce la fa comprendere meglio. Tale concetto è diverso dallo stereotipo, perché in quest'ultimo io do anche un giudizio, il concetto di tipo ideale ha la stessa funzione dello stereotipo (ridurre la complessità della realtà) ma al contrario non è un idea fissa della realtà, ci aiuta semplicemente a studiare un fenomeno e a comprendere la realtà. *Ma qual è il tipo ideale della maschilità e femminilità?* Weber studia anche le rappresentazioni di maschi e femmine nelle diverse società Egli, infine, osserva che tipo di azione sociale facciamo nella quotidianità, e le divide in 4 tipi: - **Azione non razionale:** 1. Agire [affettivo] (rapporti di amicizia/amore) 2. Agire [tradizionale] (segue i valori e i costumi della società di appartenenza) - **Azione razionale:** 1. Agire razionale [rispetto al valore] (es. volontario che non ha scopo di lucro, ma lo fa perché c'è bisogno di farlo) 2. Agire razionale [rispetto allo scopo] (tipico di una società capitalista, l'agire economico domina la società) 1. **Potere tradizionale**-\> basato sul carattere sacro delle tradizioni, ritenute valide per sempre 2. **Potere carismatico**-\> il leader assume potere per le sue capacità al di sopra di quelle comuni 3. **Potere legale**-\> basato su regole esplicite Weber legge Marx e riconosce l'importanza delle classi, ma sottolinea l'importanza della posizione di mercato: - **Classe:** dipende dalla natura economica, ma al contrario di Marx, dice secondo la posizione di mercato, non solo dal possesso di mezzi di produzione - **Status:** attributi come onore e prestigio (es. professori che hanno uno status più alto perché hanno studiato rispetto ad un artigiano) - **Partito e affiliazione politica:** gruppi di persone che operano insieme su interessi e obbiettivi comuni Testo: *"L'etica protestante e lo spirito del capitalismo*" Opera che ha l'obiettivo di dimostrare che c'è altro rispetto alla dimensione economica. Legge Marx e concorda con la visione negativa del capitalismo, ma gli critica la sua visione unicamente economica. Secondo Weber è presente anche una visione **culturale**. Grazie all'agire individuale possiamo capire il trionfo del capitalismo... L'etica protestante si lega alla **predestinazione (**redenzione o dannazione). Secondo la religione calvinista nessuno può sapere se sarà dannato o salvato, ma ogni individuo è predestinato; uno degli elementi per comprendere la propria sorte è **l'etica del lavoro**. Bisogna poi avere un comportamento **ascetico** (ritiro dalla vita mondana) Testo: "*Le anime del popolo nero*" Du Bois vive in una società completamente razzista, e vuole comprendere perché esista il razzismo contro gli afroamericani, e perché questi si trovino sempre in fondo nella scala sociale americana. Ipotizza il concetto della **linea di colore**: nella società americana esiste una linea di colore che divide i bianchi dai neri, che produce disuguaglianza sociale... è una linea invisibile che diventa vvisibile attraverso disuguahlianza e razzismo. Un altro concetto che adotta è quello di **doppia coscienza**; ovvero che mi preoccupo di come mi vedano gli altri; ed è quello che succede coi afroamericani che si sentono inferiori. Comprendere come ci si senta a sentirsi un problema è importante per comprendere il razzismo... a furia di senitrmi considerato un prblema inzierò a credere di esserlo (essendo classificato in questa visione negativa avrò una vita peggiore, destinata a tutte queste cose negative, scuole peggiori ecc.). Inzia a studiare le comunità afroamericane per dimostrate che non sono stupide, scomprendo che molti sono studiosi, chimici etc. Testo: *"The Philadelphia Negro"* Philadelphia era una città piena di minoranze etnice, e la studia per dimostrare l'innocenza dei neri. A quesi tempi uno dei temi più calcati era quella della delinquenza afroamericana; vuole dimostrare attraverso questa ricerca il perché si continuava a dire che gli afroamericana avevano una natura ad essere delinquenti, voleva dimostrare che non era così ma che al contrario era il contesto sociale povero a spingerli al crimine (non è una predisposizione biologica, ma sono le condizioni in cui vivevano che aumentavano al rischio). **Il crimine non è un prodotto innato ma un prodotto dell'ambiente** Durkheim, Marx e Weber = sulla base delle loro prospettive la sociologia va avanti, a partire da queste visioni differenti la sociologia si è sviluppata Durkhein → ordine sociale, potere di coercizione delle forze sociali che generano valori condivisi e consenso sociale Marx → conflitto e disuguaglianza caratteri della società, a lui interessa il conflitto poiché secondo lui è inevitabile che l'operai non riconosca che è sfruttato (alienato), si mobilita contro la borghesia finché questa alienazione non cessi di esistere Weber → comprendere le situazioni del nostro quotidiano, significato della vita sociale e orientamento all'agire individuale all'interno della società Queste 3 visioni fondano le basi di una crescita delle scienze sociali in particolari per 3 grandi scuole \- **Funzionalismo** (Durkheim) \- **Teorie de conflitto** (Marx) \- **Interazione simbolica** (Weber) → sono attenti alle interazioni che avvengono tra di noi **TALCOTT PARSON** Parson credeva fortemente nella centralità della sociologia nella vita di tutti noi, dicendo che dobbiamo assolutamente comprendere la teoria **omnicomprensiva**, che spiegava tutti i meccanismi sociali. Parson dà una struttura al funzionalismo di Durkheim (società come grande organismo in cui tutte le parti lavorano per il bene comune). Nel fare ciò crea la teoria **struttural-funzionalista** in cui ogni organismo svolge una determinata funzione (es. la famiglia) e dove il sistema sociale è composto da norme, valori e istituzioni che [persistono, dato che mantengono l'ordine.] Per lui la società tende a cercare la stabilità, evitando il confiltto. Sia Durkheim che Parsons affermano che avvenga un mutamento sociale, tale mutamento avviene però per gradi, questo perché la società non è in grado di sostenerlo velocemente; avviene attraverso un progressivo (ri)adattamento delle norme e delle istituzioni sociali a inedite condizioni e situazioni Introduce il concetto di "**differenziazione funzionale**" per identificare l'evoluzione della società Ad un certo punto la società secondo Parsons, ha bisogno di creare un altro organo, che vada a rispondere alle esigenze che in un qualche modo la società ha bisogno di intervenire **ROBERT MERTON** Merton è interessato, come Parson, all'analisi trans-funzionalista e all'ordine sociale. Si concentra, al contrario di Durkheim, sulle **devianze**, ovvero i soggetti che deviano dalle norme condivise... secondo lui la devianza è il prodotto della tensione tra **sistema sociale** (il mio ruolo) e il **sistema culturale** (valoriale) che la società esprime. Merton crea la **teoria dell'anomia**, in cui classifica i diversi tipi di accettazione del ruolo sociale: - **Conformità:** accetto il mio ruolo e la mia posizione e raggiungo gli obbiettivi grazie ai mezzi che mi vengono indicati - **Innovazione:** accetto i miei obbiettivi e agisco per raggiungerli con inganno (es. criminale accetta di fare soldi e di arricchirsi utilizzando furti e funzioni non legalizzate) - **Ritualista:** colui che ha perso il senso dei valori condivisi, ma non ci va contro, ripete il suo ruolo pur non condividendo ciò che la società esprime - **Rinuncia:** colui che non condivide nulla con la società, non accetta il suo ruolo e decide di uscirne - **Ribelle:** colui che rifiuta i valori dominanti e ne trova di nuovi, creando nuove regole e valori alla società Merton introduce il concetto di **teorie a medio raggio,** ovvero il fatto che non vi sia necessità di trovare macro teorie che spieghino tutto, ma anche di teorie che spieghino cosa c'è in mezzo a quelle macro. **TEORIA DEL CONFLITTO** Seppur sia vero che la società tende all'equilibrio, bisogna considerare che ci sia sempre consenso all'interno della società... secondo la teoria del conflitto vie è la necessità di uno **scontro**. La teoria del conflitto imputa questa necessità alle [disuguaglianze economiche e sociali], sottolineando che la diversa distribuzione di potere e benessere non fosse un risultato della vita sociale, ma dall'azione di individui e gruppi avidi. **C.W. MILLS** Mills concentra la propria attenzione sui ricchi, e quanto questi modifichino il piano democratico attraverso il proprio potere... vuole capire [perché l'élite può fare ciò che vuole mentre il popolo no.] Comprende come il potere sia sempre stato così, anche se oggi vi è una grossa novità, ovvero **i mass media**... vi è una stretta connessione tra **l'élite socio-economica** e **l'élite dei mass media**: le due hanno bisogno l'una dell'altra per il bisogno di confermare un immagine, l'élite socioeconomico ha bisogno di uno specchio positivo che lo confermi tale **PIERRE BOURDIEU** Secondo Bourdieu la classe sociale non si definisce unicamente dalla condizione economica ma anche dall'**habitus sociale**. L'Habitus è una disposizione che mi condiziona in ambito sociale, suggerendomi cosa fare e orientando sentimenti, azioni e percezioni. L'habitus sociale è così importante perché ci **dà il senso del nostro posto nel mondo.** Bourdieu indica come l'habitus sia influenzato da 3 tipi di capitali: 1. **Capitale economico:** le risorse finanziarie e le capacità di spesa 2. **Capitale culturale:** il mio livello formativo, alimenta chance di vita più alte 3. **Capitale sociale:** risorse umane (amici, conoscenti, colleghi...), che mi permette di avere una rete di relazioni da utilizzare Esiste poi il capitale **simbolico**, ovvero la nostra reputazione, che rappresenta la somma di tutti i capitali sopra citati. **INTERAZIONISMO SIMBOLICO:** Bourdieu vuole comprendere cos'è l'interazione sociale nella vita quotidiana, concentrandosi sul soggetto che compie l'azione. Bisogna comprendere come gli individui creano e interpretano situazioni sociali e come la varietà di interazioni generino e modifichino le strutture sociali (come stato, economia, famiglia...) Rispetto al funzionalismo, l'interazionalismo simbolico non considera l'individuo come un attore passivo spinto da forze socio-psicologiche o da strutture sociali estreme; ma mette al centro l'interazione, dà **maggiore importanza all'individuo.** **GEORGE HERBERT MAED** Maed estende gli studi sociologici a quelli psicoanalitici, concentrandosi sul concetto di **ME, IO,** e **SE'** Il **ME** è la parte della mia identità che viene comunicata e interpretata dagli altri; quella che decido di presentare agli altri. L'**IO** è la [dimensione soggettiva] che vede e interpreta come ci vedono gli altri e agisce il relazione a questo processo. Questa dimensione in cui noi giudichiamo noi stessi e ci presentiamo agli altri produce il **SE'**. Il Sé è la mia identità sociale, ciò che combina il Me che si presenta agli altri e l'Io, ovvero come agisco. Il Me e l'Io si costruiscono attraverso la **socializzazione**, che comprende anche cosa ci aspettiamo dagli altri (effetto dominante della socializzazione è prevedere ciò che ci aspettiamo dagli altri e agire di conseguenza) Concetto di **"Altro generalizzato":** Maed di chiede se è importante riconoscere cosa gli altri si aspettano da noi... attraverso la socializzazione noi sviluppiamo il concetto di "altro generalizzato", ovvero un pubblico che spiega come gli altri ci vedono e un altro che spiega cosa si aspettano da me; per vivere in una società tra amici, sconosciuti etc. proiettiamo all'interno della mente una sorta di pubblico che giudica **se sto facendo bene o male.** **La reciprocità delle aspettative è ciò che ci permette di sopravvivere.** ![](media/image13.png)**ERVING GOFFMAN** Testo: *"La vita quotidiana come rappresentazione"* Goffman fa leva sulla centralità delle interazioni faccia a faccia; per lui il soggetto è una specie di **attore** che sul [palcoscenico della società recita copioni socialmente costruiti.] Si scatena un **effetto drammaturgico** nella vita quotidiana, in cui scegliamo che maschera metterci quando andiamo a lavoro, quando siamo con amici etc. in base alle aspettative che hanno su di noi. Per Goffman esiste anche un **retroscena,** ovvero un momento di preparazione in cui siamo più noi stessi mentre ci vestiamo e trucchiamo. Quando interagiamo con gli altri seguiamo un ordine sociale e soddisfiamo delle aspettative, cercando di costruire **un ordine di interazione**. Anche la **cornice di esperienza** è importante, ovvero il fatto che quando passiamo da un ambiente sociale ad un altro cambia anche la cornice sulla quale si costruiscono le aspettative. Lui va in carceri e manicomi per comprendere come questi interagiscono dovendo seguire alla lettera delle regole (queste sono persone che hanno rotto l'ordine di interazione non avendo rispettato l'ordine sociale). È principalmente interessato ai matti, e come questi non rispettino l'ordine di interazione. Cerca e studia l'anormale per spiegare il normale. **MICHAEL FOUCAULT** Foucault era interessato al **potere**, e come esso si manifestasse nelle relazioni interpersonali. Egli sostiene che il potere sia ovunque, e agisca in forma a volte nascosta e a volte evidente. Secondo lui il [potere si è evoluto,] poiché non esercita più presa diretta (violenta), ma produce meccanismi sociologici. Il potere non ha più necessità di essere violento ma entra dentro di noi, fa sì che indirettamente assumiamo quelle norme, regole come normalità; le accettiamo e ci conformiamo socialmente a quel tipo di norme che il potere ci induce a seguire. Dice inoltre che il potere verso i deviati si trasforma verso la reclusione, un luogo in cui l'anormale veniva recluso ovvero allontanato dalla società Foucault era particolarmente interessato al concetto di **disciplina**, sia personale che imposta dagli altri. Descrive la nostra società come una "società della disciplina" **Disciplina:** seguiamo norme e leggi in maniera conforme, ed è un potere al quale tutti siamo soggetti. La disciplina fa parte dei **dispostivi di potere**, ovvero meccanismi attraverso cui il potere cerca di indurci a comportarci in maniera conforme alle norme. Il potere non si esercita più obbligando a uniformarsi ma creando regole sociali che garantiscono la conformità. Pensiamo sempre al potere come qualcosa che viene dall'alto ma, al contrario, spesso ci discipliniamo a vicenda **SIMONE DE BEHAVIOR** Affronta la diversità tra il genere maschile e femminile, diventando la prima a ideare teorie femministe. Bisogna considerare la distinzione tra sesso e genere, il primo è biologico, mentre il genere che distingue uomo e donna è come la società impone norme differenti a uomini rispetto a donne. [Il genere maschile e femminile sono quindi parte di una] **costruzione sociale**. De Behavior introduce il concetto di **intersezionalità,** ovvero le intersezioni di più discriminazioni (donna nera). La sociologia studia il rapporto tra io e me, che si costruisce con l'interazione con gli altri. Abbiamo detto che con l''unione di questi si ottiene il sé, ma ne esistono 2 tipi: - **Sé sociale:** il senso della nostra identità e della posizione sociale prodotto attraverso l'interazione con gli altri - **Sé riflesso:** i miei giudizi dipendono da come gli altri mi vedono Io mi comporto in un determinato modo a seconda di quale gruppo io prenda come riferimento; se mi identifico in un qualcuno che ritengo identificativo per me, ciò vuol dire che sono sempre in continua ricerca di **approvazione sociale**. Quando costruiamo questa approvazione sociale costruiamo allo stesso tempo il senso di **altro generalizzato** (Mead), ovvero un ipotetico pubblico al quale ci proiettiamo: assumo un idea di pubblico che mi osserva e che mi giudica. Questa è una componente sociale, ci immaginiamo come gli altri ci giudicano nei nostri comportamenti. Elemento fondamentale nella mia identità sociale è lo **status**, ovvero la posizione che occupo e il tipo di autorevolezza; questo influenza il modo io cui io mi valuto e gli altri mi valutano. 2 tipi di status: - **Status ascritto:** posizione assegnata appena nati (uomo/donna...), non possiamo farci nulla, è biologico - **Status conseguiti:** posizione ottenuta attraverso le nostre azioni nella vita Dopo lo status c'è il **ruolo**, che è l'insieme di regole e aspettative che si associano a differenti posizioni all'interno della società. Ad uno status corrisponde un ruolo. Il ruolo determina **prestigio** e **potere** costruendo **gerarchie sociali.** Come dice Weber, le gerarchie definiscono il potere. **Sé sociali** Noi possediamo diversi sé sociali, diverse identità, e il cambiamento di status e ruolo comporta differenti sé (scegliamo la maschera da utilizzare) **STRUTTURA SOCIALE** Le nostre azioni, interazioni sociali avvengono dentro una determinata struttura sociale (contesto, ambiente), che **ci fa rispettare ruoli, gerarchie, norme, regole** etc. Le regole e le norme si trasformano in istituzione nel momento in cui si formalizzano in termini generali (processo **di istituzionalizzazione**) e stabiliscono criteri standard di comportamento (istituzioni religiose, istituzioni familiari); queste regole sono talmente comuni, quasi date per scontate che diventano istituzioni standard che vengono applicati ad un unione. Le strutture sociali sono fondamentali poiché forniscono **ordine sociale** e **significati collettivi**, e vengono incorporate dentro al singolo attraverso la **socializzazione.** Entra in gioco anche il concetto di **habitus,** ovvero la predisposizione che l'ambiente mi da nella visione della vita, cultura e orientamento (es. bambini benestanti continuano a studiare, mentre quelli poveri abbandonano). I sociologi si chiedono perché le strutture sociali hanno difficoltà a cambiare.... E introducono il concetto di **path-dependance** (dipendenti dal percorso)... Es: il matrimonio non è uguale in tutte le culture, se parlo di matrimonio e faccio una comparazione tra il modello italiano (festaiolo) e quello norvegese (rigido), il modello che seguiamo è l'esito di una stratificazione storico-culturale che ha fatto in modo che quel tipo di matrimonio si componesse come quello comune. Noi **interiorizziamo** la struttura sociale e attraverso il nostro ruolo riproduciamo questa stessa struttura e le norme e le regole istituzionalizzate (vedi Faucault)... se io teorizzo un modello di comportamento e lo seguo lo sto riproducendolo e **riaffermandolo**, attraverso di me **la struttura sociale si riproduce** **\ ** **CULTURA** DEFINIZIONE DI CULTURA = insieme di **valori** (amicizia, soldi), **credenze** (determinati elementi a cui diamo valore), **conoscenze,** **norme** (regole che distinguono le diverse istituzioni), **linguaggi**, **comportamenti**, **oggetti materiali** [condivisi] da un determinato popolo e trasmessi socialmente da una generazione all'altra. La cultura è proprietà del gruppo e non dell'individuo; anche i simboli in una società sono considerati cultura. Cultura distinta in 2 concetti fondamentali: 1. **Cultura dominante:** sistemi di significato, valori e strumenti culturali maggiormente diffusi in una società (Gramsci introduce il concetto di "**egemonia"**, ovvero che alcuni aspetti culturali all'interno di una società diventano egemoni, dominanti anche se no tutti sono d'accordo su questa egemonia) 2. **Sottocultura:** anche detta **controcultura**, cultura associata a piccoli gruppi che esprimono e manifestano norme, valori, comportamenti, stili di vita differenti della cultura dominante (anti-conformisti). All'interno della cultura vi rientra anche il **linguaggio** (sistema di simboli elaborato) che fa parte però della **cultura universale**. **LA GLOBALIZZAZIONE** La globalizzazione nasce negli anni '80 e non è solo economica ma anche culturale. La domanda è: esiste una cultura globale come esito della globalizzazione? Molti dicono che essa è basata sui modelli di consumo (**McDonalizzazione** del mondo. Grazie alla globalizzazione, determinati sistemi culturali sono diventati davvero globali. La cultura è fondamentale anche nella divisione della classi, crendo una **cultura alta e una popolare** (La cosa distintiva è che sta nell'immediatezza della fruizione, appartiene alla cultura di un popolo, appartiene a tutti noi che la riconosciamo anche se non svolgiamo un attività specifica). **MARSHALL MCLUHAN** Mcluhan pone l'attenzione sull'importanza del mezzo che utilizziamo per comunicare. Per lui "**il medium è il messaggio**", ovvero che il mezzo è il vero messaggio. Il medium si divide in **medium freddi e medium caldi**, a seconda dell'interazione del soggetto. Mcluhan introduce anche il concetto di "**villaggio globale**", ovvero un mondo iper-connesso dove le distanze vengono ridotte attraverso l'uso dei mass-media. Ulteriore elemento è il fatto che diamo per scontato che tutti noi possiamo accedere ("digital devide") ai social anche se non è così, esiste l'impossibilità di connettersi a questo villaggio globale ("content divide"). **Rapporto sociologia e mass-media:** MEDIA = dispositivi tecnologici che comunicano tra un **emittente** (chi produce un messaggio) e un **ricevitore** MASS-MEDIA = media che raggiungono un **pubblico più vasto** e in prevalenza autonomo. Si mette in discussione la relazione tra produttore di contenuti e pubblico, grazie ai molteplici feedback che possiamo inviare (like, commento, post...) con l'interazione virtuale che diventa sempre più fondamentale. C'è una **sovrapposizione** tra [produttori] e [consumatori] di contenuti mediatici. **Industria culturale** = un filosofo scopre che i mass media si adeguano ➔ Essa incoraggia al consumo passivo di ciò che sto guardando, leggendo o ascoltando, piuttosto che alla partecipazione o all'impegno creativo ➔ Il tipo di cultura che l'industria culturale produce è **standardizzata**, non mette in discussione la situazione esistente Secondo la prospettiva dell'industria culturale, **le persone accettano passivamente** quanto ricevono dai mass-media 2 effetti sociali dei media: 1. **Agenda setting:** influenzare le persone attraverso l'uso dei media 2. **Teoria della coltivazione:** la ripetuta e prolungata esposizione ai media in particolare la TV le persone prendono per buone le rappresentazioni del mondo trasmesse dai media Concetto di "media framing" (dove c'è sangue c'è pubblico) 1. **Unidimensionale:** risorse superiori per imporsi nei conflitti (potere di A su B) 2. **Bidimensionale:** creazione di ostacoli che impediscono l'accesso al confronto o di mettere in discussione la distribuzione di potere (il potere A definisce l'agenda dei problemi per evitare che B sia una minaccia ) 3. **Tridimensionale:** meccanismi di persuasione per legittimare il potere di un gruppo di un altro (il potere di A è di convincere B che la sua azione è nel suo interesse) **Il potere nella democrazia** [Teoria dell'élite al potere] - Mills L'ipotesi di questa teoria è che un piccolo gruppo di soggetti detentori del potere sia costantemente capace di ottenere ciò che desidera. Siamo all'interno di un potere che si esprime all'interno della democrazia ma ci sono delle èlite al potere che manipolano, che sono dominanti ed entrano in una dimensione tridimensionale. Essendo potenti decidono cosa farci vedere e quale visione della realtà conviene mostrarci in modo che loro possano mantenere il potere [Teoria del pluralismo] -- Rober Dahi Condivide ciò che dice Mills ma bisogna analizzare il potere tra i gruppi per capire quali entrano in conflitto a seconda del problema politico che diventa importante nell'opinione pubblica **L'egemonia culturale di Gramsci** è l'imposizione attraverso le pratiche quotidiane e le credenze condivise delle **rappresentazioni** (es. pubblicità) e della visione culturale di **un gruppo egemone** ad altri gruppi, per controllarli indirettamente. **Facoult** invece individua il potere nella **disciplina** **sociale**, attraverso la quale si standardizza il comportamento e il pensiero del popolo I principali gruppi di potere sono 3: politico, economico e culturale), come abbiamo già visto. Socialmente parlando, lo **stato** esprime la forma di potere più **rilevante** (attraverso potere legislativo, esecutivo e giudiziario); lo stato ci dice cosa possiamo fare e cosa no, dando diritti e doveri. Le principali categorie di cui si occupa lo stato sono **l'emanazione di leggi, la distribuzione delle risorse ed essere garante dei diritti**. Lo stato agisce e si muove in una società di **mercato**, quindi l'economia è il centro del suo intervento. [Ma cos'è il mercato?] È un luogo di scambio tra **consumatori, produttori e venditori**, tutti e tre regolati dallo stato. Quando si parla di mercato si parla sempre di **capitalismo** (forma di mercato egemone, fondata su **libero scambio e proprietà privata**) Si dice che il mercato [diventa egemone], poiché invade tutti gli ambiti di vita sociale. La sociologia non vede il mercato come uno scambio occasionale, ma come **interazioni ripetute tra persone** che agiscono secondo regole. I sociologi fanno riferimento anche all'importanza della **connetitività** tra le persone, che viene considerata parte del modo in cui gli scambi di mercato avvengono Ovviamente mercato e potere vanno di pari passo, quest'ultimo infatti delinea le regole del mercato. Il mercato è anche influenzato dallo status (es. datore di lavoro per scegliere un dipendente guarda anche sesso, età, genere, etnia...) [Cos'è un organizzazione?] Gruppo che si dedica ad attività specifiche indirizzate a determinati scopi, durevole nel tempo. Le organizzazioni mutano per sopravvivere... e istaurano **burocrazie**, con regole scritte e ruoli specifici. Secondo **Weber** la burocrazia ha l'esigenza di creare regole e criteri che sonno **standard** (valgono per tutti). Le organizzazioni prendo decisioni attraverso due modelli: - **Metafora del cestino dei rifiuti**: Spesso all'interno del cumolo di tentativi di errori (cestino) si trova la soluzione allo scopo, tra le tante soluzioni si sceglie una di quelle scartate rispetto al problema individuato che può essere utile - **Loose coupling**: di fronte alla complessità le organizzazioni hanno situazioni in cui non si ha chiaro come risolvere un problema, a quel punto decentrano l'informazione ovvero l'organizzazione non riuscendo a rispondere all'informazione lo decentra ad un gruppo esterno non essendo interno ai conflitti amministrativo, ha quella capacità di osservare i problemi con distacco con un quadro migliore della decisione da prendere **L'importanza del lavoro** Ogni comunità ha da sempre una divisione del lavoro, e da sempre ha la necessità di lavorare. Prescinde dalla definizione di lavoro il concetto di **disuguaglianza** (distribuzione differente di beni, opportunità...) il problema della disuguaglianza sono: **reddito** (quantità di denaro o beni) e **ricchezza** (valore netto delle risorse possedute). Queste due vengono chiamate [misure fondamentali di disuguaglianza]. Le due disuguaglianze portano alla **disuguaglianza di benessere**. La disuguaglianza porta poi alla **stratificazioni e gerarchie tra gruppi.** Per comprendere meglio il significato di disuguaglianza bisogna parlare di **classe sociale**. La classe definisce i gruppi secondo la loro posizione socio-economica; i sociologi utilizzano il termine classe per definire gruppi di persone che si trovano in posizioni sociali ed economiche simili. Le diverse classi si differenziano in base al collocazione nei tre ambiti di **istruzione, reddito, occupazione** ([concetto di status socio-economico]) **IL RAZZISMO E IL PREGIUDIZIO** Weber fu il primo a parlarne, ma ad oggi è molto meno distante da noi. Ben Jelloun disse:" Tra le cose che ci sono al mondo, il razzismo è la meglio distribuita. E' un comportamento molto diffuso, comune a tutte le società tanto da diventare ahimè banale." - **Razza:** categoria di persone che hanno in comune dei tratti fisici, socialmente significativi - **Etnia:** comunità caratterizzata da una tradizione culturale che deriva da un origine e un appartenenza comune Per la scienza la razza non esiste, ma la condizione popolare che esse siasno in realtà un elemento reale conferma il teorema di Thomas (*se gli uomini definiscono reali le situazioni esse saranno reali nelle conseguenze)* Il problema dell'etnia nasce dalla convenzione che essa determini completamente i miei comportamenti. Da razza ed etnia otteniamo il **razzismo** (Processo di inferiorizzazione rivolta ad uno specifico gruppo sulla base di presunti i immutabili caratteri fenotipici e biologici). Oggi si è passati dalla razza all'etnia (nuova definizione: processo di inferiorizzazione fondato di criteri e peculiarità culturali, anch'essi presenti e immutabili (passaggio dal concetto di razza al concetto di etnia, determinismo culturale) Il nostro gruppo etnico effettivamente ci determina, siamo influenzati dalla cultura di appartenenza (**determinismo culturale)** Il razzismo è a stretto legame col concetto di **discriminazione** *(neghiamo a individui o a gruppi di persone l'uguaglianza di trattamento* - Allport) Legato al concetto di discriminazione e razzismo vi è anche **lo stereotipo**; ovvero un sistema di credenze, spesso negative, che esprime una distanza sul piano **sociale**. Il pregiudizio si esprime attraverso la discriminazione. Il razzismo non è solo un ideologia ma anche una vera e propria **gerarchia sociale** (es. impossibilità di matrimoni misti fino agli anni 60) Gli stereotipi sono anche di genere, oltre che etnici; per esempio **Goffman**, attraverso lo studio delle pubblicità, scopre come la donna sia sempre **subordinata** all'uomo. **Processi migratori:** si dividono in **emigrazione** ed **immigrazione** e può essere fatto per diversi fattori: **espulsione** (push factor, problrmatiche che spingono il soggetto ad emigrare in un altro paese) o **attrazione** (pull factor, caratteri che attirano i migranti nei paesi di destinazione). La [globalizzazione] è un aspetto determinane nella migrazione Ma l'arrivo dei migranti pone un problema tra culture diverse? - **Processo bi-direzionale** = creare opportunità per l'immigrato/a e al contempo rispetto per le norme fondamentali di una data società senza rinunciare alle proprie prerogative culturali - **Assimilazione** = adozione esclusiva della cultura dominante (**melting pot,** ovvero i valori americani garantiscono a tutti uguali opportunità ma la cultura deve essere uguale, bisogna adottare quella del paese ospitante) La **sessualità** è molto importante nella vita sociale, e molto importante è anche il **concetto di eteronomatività** (etero è normale) Fuori dal concetto di normalità esiste la **devianza,** ma quali norme si violano... (le norme sono regole sociali non scritte). **Devianza statica**: minoranza importante che non ha lo stesso atteggiamento ma non ha conseguenze sociali, nessuna sanzione **Devianza sociale:** subisco delle conseguenze se compio un atto deviante Per spiegare il concetto di devianza si usa la **teoria dell'etichettamento**, che la individua non tanto dell'azione in sé, quanto nella reazione che gli altri mostrano rispetto ad essa. **CHE COS'E' UNO STUDIO SOCIOLOGICO** La sociologia ci fornisce una **mappa** grazie quale interpretare le realtà e orientarci in essa; per fare ciò solitamente si creano delle **teorie** (insieme di concetti che legati tra loro da specifiche relazioni offre una **spiegazione razionale** dei fenomeni e che può essere controllata empiricamente). I sociologi utilizzano due tipi di approcci: 1. **Deduttivo**: dal generale al particolare, la teoria precede la prova empirica 2. **Induttivo:** dal particolare al generale, l'osservazione precede la teoria **Struttura:** 1. **Domanda cognitiva:** quale problema intendo analizzare (più la domanda cognitiva è chiara e maggiore è la capacità di delineare i successivi passaggi e scelte metodologiche) 2. **Scelta della metodologia:** [quantitativa] (quanto è diffuso un fenomeno nella società) o [qualitativa] (raccolgo le esperienze dirette dai soggetti coinvolti, senza pensare alla misura del fenomeno) Le interviste sono elemento fondamentale di una ricerca sociologica, e il tipo più comune è l'**inchiesta campionaria** (questionario con domande standardizzate ad ampi gruppi 3. **Costruzione della base emprica** 4. **Scelta delle tecniche di rilevazione dei dati e informazioni** 5. **Analisi e interpretazione dei dati** Le interviste sono un metodo qualitativo, mentre il questionario quantitativo. Come costruire un questionario: costruisco delle domande standard (dette **variabili**) che intendo analizzare. **Variabili indipendente:** è il fattore che determina o produce un effetto su un altro fattore **Variabile dipendente:** (ad esempio il titolo di studio influenzerà il consumo culturale, così come l'età) Se cambia la variabile indipendente ci si aspetta che cambi la variabile dipendente. Differenza tra «**correlazione**» e «**casualità**»: la prima due variabili semplicemente co-variano, la seconda vi è un reale effetto tra due variabili (inferenza causale) Differenza tra **attendibilità** (usando la stessa tecnica di misurazione in un successivo studio sul medesimo campione otteniamo risultati simili; se tali risultati possono essere replicati da un altro ricercatore che ottiene gli stessi risultati si dice allora che sono affidabili) e **validità** (correttezza della misurazione usata dal ricercatore in relazione a ciò che intende studiare; se la misurazione riflette quanto il ricercatore intende effettivamente conoscere sul mondo sociale, allora si può dire che i risultati sono validi). L'aspetto **etnografico** è importante per la ricerca. Bisogna scegliere **dove** localizzare lo studio, e poi cosa osservare

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