Sociologia di Tomasi PDF

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2024

Alessia Maria De Tomasi

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sociologia istituzioni sociali comportamento umano teorie sociologiche

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These are notes from a sociology course. The notes discuss the definition of sociology, different sociological theories, and the social changes of the 19th century and beyond. The notes include different topics like institutions, social interactions, globalization, and tourism.

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De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 SOCIOLOGIA Prof: Claudio Riva 1 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 207365...

De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 SOCIOLOGIA Prof: Claudio Riva 1 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 CHE COS’È LA SOCIOLOGIA? “La sociologia è lo studio della società che a sua volta è costituita dagli individui e dalle istituzioni che essi creano per organizzare al meglio le proprie vite. Tali istituzioni includono il governo e la politica, l’economia, la religione, la famiglia, l’educazione, il lavoro, la cultura e i media, il commercio e le organizzazioni, lo sport e il tempo libero. Tutte queste istituzioni hanno uno scopo nella vita delle persone “comuni” ma ciascuna di loro, come la società stessa, è guidata da disuguaglianze interne alla struttura sociale: disuguaglianze basate su classe, status, “razza” ed etnicità, genere, età, sessualità, fisicità.” O’Byrne, Sociologia: fondamenti e teorie La sociologia studia i mondi sociali in cui gli individui vivono reciprocamente connessi. In metodo scientifico va inoltre a studiare le diverse forme di stili di vita umana associata ad esempio, le relazioni, le strutture, istituzioni sociali e i processi sociali che uniscono o che possono separare le persone. Società è un termine poco usato perché si parla perlopiù di vita umana associata, ricollegandosi al fatto che esistono relazioni, strutture e istituzioni sociali. ⇒ L’istituzione sociale è un modello di comportamento dotato di cogenza normativa. La sociologia permette ad una società di tenersi salda in modo che possa permettere all'uomo di collocarsi bene con gli altri, possono accadere anche separazioni con persone, infatti il stare insieme ad altre persone sono composti da meccanismi sociali (reddito, laurea, stile di vita). ​ La sociologia, secondo Comte, è uno strumento di azione sociale che consiste nello studio della realtà per poter poi agire all’interno di essa. ​ La sociologia, secondo Durkheim, è la scienza dei fatti e dei rapporti sociali, andando a concentrarsi sul fatto che le cose non dipendono dall’uomo ma che hanno un fortissimo potere percettivo sull'uomo, come ad esempio le leggi, l’essere umano sa che esistono e che si deve adeguare ad esse, si può quindi affermare che non si va ad interessarsi alle persone ma piuttosto ci si concentra nello studio dei contenitori in cui esse stanno. ​ La sociologia, secondo Croteau, è lo studio sistematico delle relazioni tra individui e società, due paradigmi della società, ovvero essa è fatta dagli individui o sono quest’ultimi che creano la società, chi plasma la società? O è la società che plasma l’uomo, infatti come molte scienze esistono paradigmi sociali che portano ad ideologie diverse. È un sapere capace di interloquire con altre competenze e linguaggi con una prospettiva interpretativa flessibile. Un sapere attrezzato per operare in scenari caratterizzati da: ​ complessità crescente ​ incertezza ​ continuo mutamento; nel caso del covid esso è stato dirompente, tant’è che nel giro di un mese e mezzo le nostre vite sono completamente cambiate. “Lo sociologo è colui che va alla partita di calcio per guardare gli spettatori” -Bufalino Cos’è e come opera la sociologia 2 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 La funzione della sociologia è quella di svelare ciò che è nascosto, ed essa opera attraverso teorizzazioni che sintetizzano dati empirici e attraverso ricerche che utilizzano la società tramite procedure valide, attendibili e parzialmente generalizzabili. Il modo migliore per capire i concetti fondamentali della sociologia è di considerare come risposte al problema dell’ordine sociale venutosi a creare agli inizi del diciannovesimo secolo con la caduta del vecchio regime sotto i colpi dell’ industrialismo e della democrazia rivoluzionaria. La sociologia nasce in quella fase storica dove il mondo cambia tanto e servono nuove risposte alle nuove domande che la società stessa si pone. La sociologia serve a definire gli ambiti, segmentando esperienze e studiandone le caratteristiche. Inoltre la sociologia dà dei nomi e analizzi gli ambiti andando a fare ricerche empiriche ed approfondite. La sociologia inoltre ha vissuto un importante mutamento che ha riguardato: ​ scuola ed educazione ​ relazioni ​ tempo e spazio ⇒non vi era più una distinzione tra tempo di lavoro e tempo di non lavoro, tra spazio pubblico e privato. ​ identità ⇒ in Giappone, ad esempio, l’effetto prolungato nel tempo dell’uso della mascherina ha generato una nuova concezione di intimità. ​ media e tecnologie ​ pratiche lavorative ⇒ il lavoro è stata una delle aree che più si sono modificate con il Covid, soprattutto in relazione all’avanzamento dello smart working , che in molti casi ha permesso di continuare a lavorare anche da casa ​ politica ⇒ è cambiato il modo di gestire la vita politica e sono emersi nuovi tipi di politici (es. virologi interessati alla politica) ​ Genere ⇒ molte delle difficoltà causate dal covid non sono state equamente distribuite; per fare un esempio, le donne sono state le prime a perdere il lavoro ​ Disuguaglianze Terminologia della sociologia La sociologia nasce per provare a rispondere ai problemi nati in seguito ai mutamenti sociali nella società europea, troviamo infatti il periodo delle grandi rivoluzioni che portano alla necessità di risposte al nuovo ordine che si sta creando. 3 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 La società moderna, la nascita della sociologia e le 4 rivoluzioni Verso la fine del XVIII secolo, la società europea prese avvio iniziando a studiare il comportamento umano in seguito alle 4 rivoluzioni più importanti che mutarono la società: ​ Scientifica: si ricorre alla scienza per comprendere il mondo. L’applicazione del metodo sperimentale fondato sull’osservazione empirica, si estende dalle scienze della natura ad ambiti più vasti, scienza che si afferma come via maestra alla conoscenza e al dominio del mondo ​ Industriale: nel settecento grandi trasformazioni socio-economiche, come ad esempio la comparsa della classe borghese e operaia) accompagnano lo sviluppo di innovazioni tecnologiche. Vi è la necessità quindi di un modello interpretativo capace di cogliere le interdipendenze tra i gruppi coinvolti nel processo economico. ​ Politica: la rivoluzione americana (1787) quella francese (1789) e i moti del 1848 vedono il trionfo dei valori di libertà e uguaglianza, prendono piede anche nuove forme di fraternità e diritti di cittadinanza. Il fondamento del vivere associato non risiede nella tradizione o in un’istanza di natura religiosa, ma si colloca entra la società stessa e le sue regole in continuo cambiamento, tenendo conto anche del fatto che la società non avrebbe potuto reggersi sul concetto “si è sempre fatto così” ​ Culturale: pensatori, illuminismo, razionalismo, positivismo, pragmatismi o empiristi ecc.. sono persone che hanno contribuito alla sociologia, un esempio importante è Dickens che tramite la stesura di un suo libro riuscì a raccontare la società dei ceti più bassi, come coloro che lavoravano in fabbrica e il loro stile di vita, raccontando delle persone più povere e andando a mettere in evidenza il fatto che esistono nuove società in evoluzione e nuovi protagonisti a farne parte. La sociologia si può dire che nel complesso è figlia del mutamento: la società deve dotarsi di un nuovo sistema di conoscenza, diventa quindi oggetto di studio quando gli ordinamenti sociali classici ( = i suoi fondamenti) non sono più stabili e scontati, venendo messi così in discussione. In questo contesto la sociologia nacque anche per introdurre concetti interpretativi quali: relazioni e interazioni, integrazione, razionalizzazione, potere, mutamento, socializzazione e identità, ordine, stratificazione e conflitto. Soprattutto oggi sappiamo quanto le dinamiche della socialità riguardino processi di acquisizione di caratteri individuali nuovi Sociologia e turismo La sociologia si occupa di turismo assumendo che si tratti di un fenomeno che nasce in un certo momento dell'evoluzione della società e che muta la sua struttura e i suoi significati in funzione dei mutamenti che la società stessa vive. Es: dal grand tour ai viaggi organizzati, al turismo di massa, al post turismo ecc.. La sociologia del turismo riguarda lo studio delle motivazioni turistiche, i ruoli, le relazioni e le organizzazioni, e il loro impatto sui turisti e sulle società coinvolte nel fenomeno. I tradizionali oggetti di studio sono il turista, la relazione tra turista e locali, la struttura e il funzionamento del sistema turistico e le conseguenze del turismo su individui e comunità locali. ​ Turisti: mirano a soddisfare precisi bisogni, la cui natura determina la destinazione scelta; ​ Imprese: operano in termini professionali per soddisfare le esigenze del turista mediante la produzione di beni e servizi; 4 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 ​ Sistema politico-amministrativo: governa le località di destinazione turistica e può influire sullo sviluppo e l’organizzazione dell’offerta e della domanda ​ Comunità ospitante : l’insieme dei residenti nelle località oggetto dei flussi turistici – anche se non direttamente coinvolti nell’attività – che entrano in contatto con i visitatori. La società post moderna - contemporanea e le sue caratteristiche La società odierna gode di una Globalizzazione economica e politica, il termine globalizzazione si riferisce all’interazione o integrazione dei diversi aspetti della vita sociale tra cui economia, cultura, sistemi politici e popolazioni. È considerato un termine generico che sottolinea i collegamenti tra sviluppi molteplici e contemporanei in continua evoluzione. La caratteristica più significativa è la crescente interconnessione tra le società e l’importanza sempre minore delle distanze e della posizione geografica. Quando si parla di globalizzazione si parla di grandi innovazioni tecnologiche, soprattutto nel campo della comunicazione e dei trasporti (uno degli elementi che ha permesso lo sviluppo del turismo moderno). La globalizzazione, dal punto di vista economico assunse una certa configurazione soprattutto a partire dalla crisi petrolifera della fine degli anni Settanta e dal tema della guerra fredda. Altri temi importanti nell’ambito della globalizzazione riguardano l’affermazione di alcune economie nazionali asiatiche, la delocalizzazione della produzione, l’emancipazione delle imprese multinazionali degli stati, l’aumento dell’immigrazione e della mobilità internazionale del lavoro e la riduzione dei cicli di vita dei prodotti e delle mode. Nel complesso, globalizzazione è anche politica. A tal proposito, si sono affermate da un lato la dimensione sovra-nazionale di alcune questioni politiche (ambiente, conflitti globali, economia, comunicazione) e dall’altro alcune organizzazioni sovra-nazionali con potere politico prioritario rispetto ad alcune aree (UE, ONU) ​ Multiculturalismo: riguarda l’idea che i nuovi confini siano molto meno chiari e stabilizzanti, anche in ragione del fatto che diversi fattori hanno portato molti lavoratori a spostarsi quotidianamente (es. multiculturalismo quotidiano) ​ Affermazione della società dell’informazione: informazione vuol dire ad esempio, prendendo il contesto economico, che le aziende solide spesso vanno a perdere clamorosamente crediti. Per quanto riguarda la società dell’informazione vuol dire invece allargamento dei confini con la possibilità di accedere e possedere dati aventi e generanti valore nel momento in cui vengono elaborati. ​ Trasformazione del lavoro e fine della stratificazione in ceti e in classi: Il digitale ha cambiato nel complesso l’ambito del lavoro (facendo nascere e morire diversi lavori); a tal proposito, l'esempio dello smart working dimostra come sia cambiato il nostro rapporto con le professioni. Si è superato il modello di produzione in serie ed è decaduta la stratificazione sociale gerarchizzata e articolata in classi distinte, facendo subentrare una struttura fluida e frammentata di ceti; a tal proposito, se cambia il tipo di lavoro o un modo economico di essere nella società, cambia il modo in cui le persone vedono i propri gruppi e cercano una nuova fonte di riconoscimento. I gruppi sociali si sono definiti su dimensioni ulteriori (genere, età, etnia, pratiche sessuali) e, progressivamente, a partire dagli anni Settanta, sono diminuite le disuguaglianze di genere (scuola, lavoro, politica). Prima del capitalismo (nato con la trasformazione del mondo del lavoro) le classi non esistevano, ma erano presenti ceti feudali e prima ancora la schiavitù. Oggi si torna a parlare di ceti per dire che esiste un altro modo per provare ad articolare il nostro posizionamento nella classe 5 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 sociale. Si cerca dunque di definire gruppi sulla base di altre dimensioni, nuove rispetto a quelle del passato. ​ Pluralizzazione estrema della vita sociale: può pensare di fare tutto e al fatto che non vi siano confini. La società post moderna è caratterizzata anche dalla perdita di influenza di grandi ideologie. Nel frattempo, il linguaggio, estremamente importante perché contribuisce allo sviluppo del pensiero, è diventato sempre più instabile (soprattutto con l’avvento dei media, che lo hanno reso diverso e hanno introdotto inglesismi e termini acronimi). Nella modernità si è assistito anche alla frammentazione e alla discontinuità dell’esperienza; nell’arco di una vita si può cambiare traiettoria più volte. In questo quadro, l’identità è sempre più fluida, mutevole, plurale. Se dovessimo definire cosa sia l’identità, diremmo che si tratta di un auto riconoscersi. E’ la risposta che, a livello sociologico, si dà alla domanda “Chi sono io?” In termini di identità, un bambino impara a collocarsi in base al genere, all’età e al legame di parentela. Nella modernità, l’identità è molto più libera. ​ Radicalizzazione dell’individualismo, Indebolimento dei legami sociali: esempio spesso non si conoscono nemmeno i propri vicini di casa). Quando si parla di società di massa, si fa riferimento ad una grande massa di individui che si riversa nelle città, divenendo indistinguibile. Se inizialmente i rapporti familiari c’erano, dal momento che si viveva tutti negli stessi casolari, con l’inizio dello spostamento migratorio verso paesi come gli Stati Uniti o la Svizzera el’allargamento del numero di membri delle famiglie è stato determinato un venire meno degli stessi. Si iniziò dunque ad investire maggiormente sull’io e ad emanciparsi, determinando un cambiamento a livello della struttura sociale basata su una serie di disuguaglianze. ​ Intensificazione del rischio: Nel libro “La società del rischio” di Beck, si parla di come nella nostra società il rischio sia oggettivamente più elevato di prima, per maggiori rischi legati al processo di globalizzazione e più specificatamente ai rapporti politici, al modo di produrre, ai mezzi di trasporto o ancora ai modi di vivere contemporanei. Il mondo moderno deve infatti affrontare problemi quali l’inquinamento e i dissesti ambientali, l’utilizzo di fertilizzanti agricoli, la diffusione del morbo della mucca pazza, la questione riguardante gli OGM, l’aumento dei consumi petroliferi e di CFC, il problema del buco dell’ozono e la diffusione di nuove pandemie come il Covid. La sociologia è una disciplina che continua a mettere in discussione anche i suoi strumenti per cercare di capire cosa sta accadendo, di conseguenza ci si pongono le seguenti domande: Come fanno le società comunque a resistere? Com'è possibile che a fronte delle spinte alla disgregazione tipiche della crisi del moderno, la società continua a esistere e non degenera nella lotta di tutti contro tutti? Molte volte ci sono state tutte le caratteristiche per esplodere; dal 900 c'è stato un continuo entrare e uscire da crisi importanti Ci sono meccanismi sociali che anche in situazioni di crisi rimangono lì a presidiare per le relazioni che ci sono tra gli individui, mediata da componenti istituzionali per l'agire condiviso. Rispetto alla domanda sopra riportata, la sociologia mira a comprendere come si costruisce l’ordine. Se si guarda alla società del rischio, entra in gioco la fiducia, in quanto la risoluzione risieda in essa: la società resta in piedi perché formata da realtà interpersonali, strutture, 6 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 organizzazioni che hanno specifiche funzioni e alle quali noi ci affidiamo per ridurre la complessità dell'esistenza. Si ha fiducia nelle banche quando facciamo transazioni finanziarie, nelle industrie farmaceutiche, chimiche o nucleari che comportano un rischio tecnologico, nelle società di telecomunicazioni da cui dipende la nostra vita quotidiana e di cui non conosciamo molti processi (ad esempio con il covid ci si è fidati delle aziende farmaceutiche, della sanità e delle istituzioni; oppure ci si fida degli insegnanti che scelgono i libri di testo). La fiducia serve alla società per rimanere in vita. In questo momento storico ad esempio ci fidiamo della scienza come prima ci si fidava della religione. Beck afferma che nonostante tutto non sappiamo però di chi fidarci davvero, ad un certo punto quindi non resta che adeguarsi alla situazione. L'immaginazione sociologica In questa società così globalizzata, qual è il posto dell'individuo all'interno di questa? Come costruisce l'individuo questa società? Qual è il rapporto tra biografia e storia? Ci si può fidare davvero? Ci sono movimenti, gruppi di persone ai quali non va bene la società com'è e decidono di volerla cambiare, altri invece si adattano e cercano di sopravvivere e di farsela andare bene. La sociologia si chiede proprio questo: se la società è questo insieme di strutture di cui ci fidiamo, quanto partecipiamo al cambiamento della società e quanto subiamo il cambiamento della società stessa? C'è una sensazione di smarrimento quando ci confortiamo con le altre persone. Il rapporto tra società e individuo è un rapporto di interdipendenza. "L'immaginazione sociologica permette a chi la possiede di vedere e valutare il grande contesto dei fatti storici nei suoi riflessi sulla vita interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie umane. Gli permette di capire perché, nel caos dell’esperienza quotidiana, gli individui si formino un’idea falsa della loro posizione sociale - (l'idea che abbiamo di noi non è reale ma falsata da qualcosa che abbiamo messo davanti). Gli offre la possibilità di districare, in questo caos, le grandi linee, l’ordito della società moderna, e di seguire su di esso la trama psicologica di tutta una gamma di uomini e di donne. Riconduce in tal modo il disagio personale dei singoli a turbamenti oggettivi della società […]. Il primo frutto di questa facoltà, la prima lezione della scienza sociale che l’incarna, consistono nell’idea che l'individuo può comprendere la propria esperienza e valutare il proprio destino soltanto collocandosi dentro la propria epoca." C. Wright Mills (1973) - L'immaginazione sociologica Il suicidio ​ Esempio: il suicidio = è il massimo confronto tra sé e il mondo Durkheim dice che il suicidio esiste e riguarda tutte le società, non esistono società in cui non si verifichi e molte di queste presentano tassi di suicidio costanti: sono un fatto normale, non patologico. Un fatto "normale" perché secondo l'OMS ogni non di suicidano circa 800 000 persone nel mondo, in Italia 4000, tra cui più uomini e più anziani. Durkheim dice che talvolta gli uomini (un generale) si uccidono perché hanno avuto dispiaceri di famiglia o 7 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 delusioni d'amore proprio, talvolta perché hanno sofferto la miseria o la malattia, ecc... Ma noi abbiamo visto che queste particolarità individuali non sarebbero capaci di spiegare il tasso sociale dei suicidi. Durkheim si domanda se ci sono cause sociali che possono provocare l’atto suicida (nei tipi psicologici predisposti). La risposta è si. ​ Genere: più uomini che donne, perché le donne hanno una rete di relazioni più ampia e solida degli uomini ​ Stato civile: i coniugati hanno una tasso di suicidi più basso perché avere una famiglia impedisce di essere soli e offre maggiore sostegno. ​ Età: il suicidio è raro nei giovani perchè con l'età peggiora anche lo stato di salute (suicidio assistito) e il grado di integrazione sociale (lavoro e famiglia). ​ Religione: quando Durkheim studia questi temi la religione era una fonte importante di occasione per la socialità, nella seconda metà dell'800 i cattolici si suicidano meno dei protestanti ma più degli ebrei. Ci si suicida o no in base ai legami con le altre persone, integrazione sociale come quantità e forza dei legami sociali (inadeguata: suicidio egoistico; eccessiva: suicidio altruistico, che si fa per gli altri ad esempio quando si disonora il sovrano e ci si toglie la vita) e regolazione sociale come l’insieme di norme, diritti e doveri connessi a una certa posizione sociale (inadeguata: suicidio anomico; eccessiva: suicidio fatalistico). Non possiamo limitarci a osservare comportamenti dei singoli, ma dobbiamo collocare le scelte e le azioni dei singoli all'interno del loro ambiente (sociale, culturale,..) di riferimento il quale fissa delle precondizioni (sia per suicidarsi, ma anche per scegliere la scuola o per decidere che lavoro fare). L’IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA Per capire la vita dei singoli individui bisogna prima capire quella della società, al contrario per capire la vita della società bisogna andare a capire la vita dei singoli individui in primis. L’immaginazione sociologica è la capacità di riflettere sistematicamente su quanto cose da noi percepite come problemi personali siano, in realtà, questioni sociali ampiamente condivise da altri individui nati in un periodo e in un ambiente sociale simile al nostro. La più importante delle distinzioni su cui lavora l’immaginazione sociologica è dunque quella di contrapporre le difficoltà degli esseri umani ai problemi che riguardano la società È porsi almeno tre ordini di problemi: 1) Qual è la struttura di quella particolare società nel suo complesso? Quali ne sono i componenti, e in quali rapporti reciproci si trovano; qual è, nel suo interno, il ruolo di ogni componente ai fini della sua conservazione o mutamento.. 2) Qual è il posto di questa società nel quadro della storia umana? Quali sono le caratteristiche essenziali di questo periodo storico; come differisce da altri periodi; in che modo partecipa alla costruzione della storia.. 3) Quali tipi di uomini e di donne prevalgono in questa società e in questo periodo? Quali tipi prevarranno; per quali vie si selezionano e si formano, sono liberati o repressi, sensibilizzati o resi insensibili... Guardare l’abituale come insolito; Ricondurre a regole l’irregolarità; Scoprire ciò che è nascosto; Guardare le altre culture dall’interno e la propria cultura dall’esterno; 8 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Cogliere la dimensione storica dei fenomeni sociali; Adottare una prospettiva comparativa (si capisce alcune cose e si mette a confronto qualcos’altro - alcuni fenomeni hanno delle situazioni e caratteristiche diverse e collocandolo in diversi ambiti della vita umana); Riportiamo un esempio: IL CAFFÈ, esso ha un valore simbolico e va a mettere in evidenza le differenze socio-culturali. ​ Il caffè ha un valori simbolico nella vita sociale (andiamo a prendere un caffè? Come punto d’incontro); ​ Porta delle differenze socio culturali (c’è chi dice che il caffè fa schifo, anche per il rapporto qualità prezzo); ​ Porta delle relazioni socio economiche no ​ Esso ha uno sviluppo storico sociale; ​ Stili di vita (una certa fase di sviluppo della storia umana, per ogni stile di vita che può portare ogni singola persona); ​ Si strutturava in prospettive - campi - livelli SENSO COMUNE E SAPERE SOCIOLOGICO Il senso comune: ​ Dà per scontata la realtà; ​ Dà per scontata la coerenza logica e la razionalità di tale realtà, considerata autoevidente; ​ Si ferma alle apparenze; ​ Non assume la metodicità e la sistematicità nelle osservazioni. Quella sociologica è una conoscenza basata su: ​ Uso consapevole di modelli teorici; ​ Metodi di indagine empirici e sistematici; ​ Pubblicità e controllabilità dei risultati ottenuti; La sociología è una scienza empirica basata sulla necessità di verificare direttamente alla plausibilità di un idea (spesso i ragazzi che provengono dalle classi sociali più basse abbandonano la scuola per dedicarsi ai lavori più tipici della loro classe sociale - si convince il ragazzo del proprio limite intellettuale. È davvero così?) Willis, “imparare a lavorare” (1977) con “l’ideologia della resistenza” spiega che: i ragazzi nutrivano un atteggiamento di superiorità nei confronti sia delle istituzioni scolastiche, sia per i compagni che si sottomettono con docilità allo studio e all’autorità degli insegnanti. Questi ragazzi vedevano nella scuola dei valori propri di ambienti sociali che essi non appartenevano”. I CAMPI DI INTERESSE: LA SOCIOLOGIA E LE SOCIOLOGIE SOCIOLOGIA GENERALE Nel complesso, non esiste la sociologia, bensì tante sociologie. Dalla sociologia generale si sviluppano infatti tante sociologie. Quella che si occupa di turismo, sta in un’area in cui sono presenti anche la sociologia dell’economia, del lavoro, dell’organizzazione, dell’ambiente e quella urbana. Il sociologo tuttavia, si immerge in maniera verticale in ciascuno dei seguenti ambiti. 9 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 PROSPETTIVE CONCETTUALI Per quanto riguarda l’aspetto relativo alle prospettive concettuali della sociologia, esse possono essere di tipo: ​ Demografia: studio dei fenomeni legati alla popolazione come nascite, morti, matrimonio; si va quindi ad osservare grandi numeri e non il singolo. ​ Psicosociale: spiegano i comportamenti in base al significato che essi hanno per le persone, in termini di credenze, motivazioni, atteggiamenti e senso d’identità ​ Strutture collettive: allo studio dei gruppi delle organizzazioni delle comunità, la quale si studiano i partiti, esigenze sociali ecc.. ​ Relazioni sociali: si concentra sull’analisi dei ruoli e delle istituzioni ​ Culture: analizza i comportamenti in base a tratti culturali specifici di una certa società, quali norme e valori che vanno poi ad incidere sulle scelte dei percorsi di vita delle persone. I LIVELLI DI STUDIO DELLE SOCIETÀ MICROSOCIOLOGIA Si occupa delle strutture quotidiane tra individui: i fenomeni possono essere compresi nei termini del significato che le persone attribuiscono alle proprie relazioni (sono le motivazioni, le preferenze, i gusti, le scelte e i comportamenti del turista ecc…) MACROSOCIOLOGIA Si occupa delle strutture che sorreggono le società: istituzioni famigliari, apparati educativi, organizzazioni religiose, ordinamenti politici, sistemi economici (strutture ricettive di attrazioni) 10 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Nel complesso, si tratta di due livelli di studio che si parlano e sono strettamente connessi tra di loro. A tal proposito, se si guarda all’interazione si sa anche guardare alle forme strutturali che regolano la società e, viceversa, se si studiano le strutture sociali si sa che queste ultime hanno una ricaduta su come gli individui stanno tra di loro. Tra micro e macro-sociologia si colloca poi la meso-sociologia. Se si dovesse dimostrare la differenza tra micro e macro-sociologia in ambito turistico, la microsociologia si interesserebbe delle motivazioni, delle preferenze, dei gusti, degli interessi e dei valori e dunque più in generale delle scelte (anche imprenditoriali, non solo dei singoli) e dei comportamenti del turista. Un approccio macro sociologico si concentreranno invece sulle strutture ricettive, sulle attrazioni, sulle infrastrutture e sui trasporti, sulla comunicazione e il marketing e sul tema del bonus vacanza (uno degli effetti post covid, strumento per rilanciare la pratica turistica). A tal proposito, si potrebbe dimostrare come l’evoluzione del fenomeno turistico sia avvenuta in ambito prettamente legislativo. I PARADIGMI DELLA SOCIOLOGIA Ma qual è l’oggetto della sociologia? Paradigma: insieme organizzato di presupposti che, in un certo momento storico, guidano l’attività degli studiosi di una determinata disciplina scientifica. Durkheim Weber Paradigma della struttura: la società è un Paradigma dell’azione: la società è il meccanismo di leggi proprie, prodotto delle azioni e delle interazioni indipendenti dalle azioni e dalle scelte tra individui: ripetute indefinitamente, si degli individui, ai quali si impone cristallizzano fino a diventare istituzioni forzatamente dall’esterno (si studia la (comportamenti che stabiliscono dei 🧹 politica come nel quale si possa studiare sistemi regolati. Es: non ci si può sui cittadini, con rispetto, cittadinanza e scopare la propria madre ). Si parla con diritti) il paradigma dell’azione dell’individuo. 11 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 WEBER E L’AZIONE SOCIALE La sociologia si designa come scienza che si propone di studiare, in virtù di un processo interpretativo, l’agire sociale e quindi di spiegare causalmente nel suo corso e nei suoi effetti. M. Weber: l’agire sociale è un agire dotato di senso intenzionato dall’agente e riferito all’atteggiamento di altri individui e orientato nel suo corso in base a questo. ​ Azioni razionali rispetto allo scopo: chi le compie valuta razionalmente i mezzi rispetto agli scopi che si prefigge, considera gli scopi in rapporto alle conseguenze che potrebbero derivarne e paragona i diversi scopi possibili e quali rapporti esistono tra essi. ​ Azioni razionali rispetto al valore: il valore viene messo davanti a tutto arrivando a mettere anche a rischio la stessa vita dell’individuo, perché per esso la cosa più importante in quel determinato momento è la conseguenza che deriva dall’azione svolta. ​ Azioni affettive: manifestazione di uno stato d’animo ​ Azioni tradizionali: legate alla religione per lo più Si parla di come funzionano certe situazioni ad esempio in aula o per certi sistemi educativi. In un certo senso si parla di orientamenti di azioni relazionali, rispetto al proprio scopo. Razionalità vuol dire chi compie e valuta razionalmente i mezzi rispetto agli scopi che si prefigge. Considera gli scopi in rapporto alle conseguenze che potrebbero derivare - paragona i diversi scopi possibili i loro rapporti. Chi compie la razionalità valuta razionalmente i mezzi rispetto agli sdopi che si prefigge e considera al tempo stesso gli scopi in rapporto alle conseguenze che porterebbero alle conseguenze che ne derivano, inoltre paragona i diversi scopi possibili e i loro rapporti. Weber: il primato delle azioni La sociologia deve concentrarsi sull’azione sociale perché le strutture non hanno un primato sulle azioni, in quanto solo gli individui possono definire la gravità nel corso delle loro azioni. Weber dice che gli individui hanno la capacità di agire liberamente e di plasmare il proprio futuro, al contempo sono esseri culturali poiché danno significato alle loro azioni. La sociologia deve provare a comprendere il significato delle azioni degli individui, questo è l’obiettivo della materia stessa che prova a capire e interrogare l’individuo. La sociologia si designa come scienza che si propone di studiare in virtù di un processo interpretativo, agire sociale e quindi di spiegarlo casualmente nel suo corso e nei suoi effetti. Weber dice che l'agire sociale è agire dotato di senso intenzionato dall’agente e riferito all’atteggiamento di altri individui e orientato nel suo corso in base a questo. ⇒ azioni razionali rispetto allo scopo: valuto tutte le conseguenze possibili ⇒ azioni razionali rispetto al valore In molte situazioni l'umano si trova a dover misurare cosa fare, il che porta ad affermare l’età moderna. ⇒ azioni affettive ⇒ azioni tradizionali: es. religione la pratica religiosa, tentativi di spiegare al mondo qualcosa che è esterno al mondo. Es. idea di farsi giustizia da sé: secondo Weber il diritto è una forma di azione razionale rispetto all’osservazione dopo che ha messo ordino rispetto ad un ideale di giustizia, quindi farsi giustizia da sé fuori dalle regole. ⇒ ordinamenti giuridici nascono le ridare razionalità alla giustizia 12 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Es. dinamiche del consumo ​ Azione tradizionale: continuo a comprare quello che ho sempre comprato, sempre negli stessi posti. ​ Razionalità rispetto allo scopo: scelgo di comprare prodotti sani etc. ​ Razionalità rispetto ai valori: scelgo di comprare prodotti etici in luoghi etici ​ Azione determinata affettivamente: acquisti spontanei, impulsivi o per capriccio. Quello di Weber è idealtipo perché sono azioni mix e non concentrate su un qualcosa in particolare. Gli Idealtipi e Weber Gli idealtipi sono delle costruzioni di pensiero di cui lo scienziato sociale si serve per generalizzare i fenomeni: sono astrazioni attraverso cui è possibile condurre l'infinita varietà della realtà a insiemi di categorie più maneggevoli. “Si ottiene mediante l’accentuazione unilaterale di uno o alcuni punti di vista e mediante la connessione di una quantità di fenomeni particolari diffusi. Nella sua purezza concettuale, questo quadro non può essere mai rintracciato empiricamente nella realtà; (…) è uno schema, un concetto limite, rispetto al quale la realtà deve essere misurata e comparata, al fine di illustrare determinati elementi significativi del suo contenuto empirico” Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali Secondo Weber, dunque, nelle specificità individuali abbiamo la necessità di individuare insiemi di categorie che rendano maneggevole l’infinità varietà della realtà. Questo tuttavia, è possibile accentuando in maniera unilaterale uno o alcuni punti di vista e mettendo in connessione una quantità di fenomeni particolari diffusi. A detta del sociologo, quello dell’idealtipo è un concetto puro. Il quadro, tuttavia, non può essere mai rintracciato empiricamente nella realtà; si tratta di uno schema, un concetto limite, rispetto al quale la realtà deve essere misurata e corporativa al fine di illustrare determinati elementi significativi nel loro contenuto empirico. Weber e individualismo metodologico L'agire che riveste un'importanza specifica per la sociologia comprende un particolare atteggiamento che: -​ è riferito, secondo il senso soggettivamente intenzionato di colui che agisce, all’atteggiamento di altri -​ È con-determinato nel suo corso da questo riferimento dotato di senso. Può quindi essere compreso in modo intelligibile in base a questo senso (soggettivamente) intenzionato. L’individualismo metodologico è il principio secondo cui ogni fenomeno sociale, quale che sia, va sempre preso per ciò che è, ossia il risultato di azioni, convinzioni o comportamenti individuali. Le azioni sociali hanno carattere intenzionale e nella maggior parte dei casi sono guidate da criteri di razionalità (strumentale e valoriale). I fenomeni sociali sono spiegabili come effetto dell’aggregazione delle singole azioni e sono influenzate dalla situazione specifica e da elementi macro-sociali. La sociologia comprendente Comprendere ⇒ricostruire i nessi di senso degli agenti umani 13 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Secondo Weber la nascita della società moderne va di pari passo con l’aumento del grado di razionalizzazione, intesa come una progressiva estensione dell’uso della ragione nell’interpretazione della realtà e nell’organizzazione della vita sociale, che si esprime nello sviluppo della scienza, del diritto, dell’economia e dell’organizzazione del lavoro capitalistica. Sono i concetti di regolarità, ripetibilità, controllabilità e domi abilità dei corsi dell’azione. Ecco come si colloca la nozione di idealtipo nella sociologia comprensiva di Max Weber: 1.​ Strumento per la comprensione: gli idealtipi sono uno strumento fondamentale nella sociologia comprendente di Weber. Sono utilizzati per aiutare gli studiosi a comprendere le azioni umane e i comportamenti sociali attraverso la messa a fuoco dei significati attribuiti dagli attori sociali alle loro azioni. Gli idealtipi consentono agli studiosi di cogliere il "senso" di ciò che le persone stanno facendo. 2.​ Semplificazione per la comprensione: Weber riconosce che la realtà sociale è estremamente complessa, eppure crede che gli idealtipi siano uno strumento utile per semplificare questa complessità in modo da renderla comprensibile. Gli idealtipi sono modelli ideali semplificati che rappresentano i tipi puri di comportamento o le istituzioni. Questa semplificazione consente agli studiosi di esaminare le caratteristiche essenziali e comprendere meglio le variazioni reali. 3.​ Collegamento tra spiegazione e comprensione: la sociologia comprensiva di Weber cerca di coniugare sia la spiegazione che la comprensione. Mentre la spiegazione cerca di identificare le cause dei fenomeni sociali, la comprensione mira a penetrare nei significati e nelle motivazioni che guidano le azioni umane. Gli idealtipi aiutano a collegare questi due aspetti. Possono essere utilizzati per spiegare le cause che portano alla formazione di determinati tipi ideali e, allo stesso tempo, per comprendere i significati attribuiti dagli attori sociali a tali tipi. 4.​ Ruolo dell'interpretazione: nella sociologia comprendente di Weber, l'interpretazione dei significati è fondamentale. Gli idealtipi forniscono un quadro concettuale all'interno del quale gli studiosi possono interpretare le azioni umane. Questo approccio interpretativo è essenziale per la comprensione profonda delle dinamiche sociali. La razionalizzazione Secondo Weber, la nascita delle società moderne va di pari passo con l’aumento del grado di razionalizzazione, intesa come una progressiva estensione dell’uso della ragione nell’interpretazione della realtà e nell’organizzazione della vita sociale, che si esprime nello sviluppo della scienza, del diritto, dell’economia e dell’organizzazione del lavoro capitalistica. Entrano qui in gioco i concetti di regolarità , ripetibilità , controllabilità e dominabilità dei corsi dell’azione. Nel complesso, il rischio è la burocratizzazione del mondo, con gli esseri umani ridotti a ingranaggi in un sistema e dunque la conseguente spersonalizzazione della società. ​ Razionalizzazione: trasformazione tipica della società moderna attraverso cui le credenze più antiche finirono per perdere via via rilevanza a favore della scienza e del ragionamento razionale, dando così la possibilità di un’apparente capacità di controllo su tutti gli aspetti della realtà sociale. Con questo concetto Max Weber indica, in ambito sociologico, l'organizzazione della sfera sociale in base a criteri oggettivi, affermatasi progressivamente nell'Europa centro-occidentale a partire dall'età moderna. Tale processo consiste nella graduale sostituzione di orientamenti tradizionali con principi operativi di natura secolare, dettati dalla ragione e coerenti 14 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 con la propria azione, nonché nella razionalizzazione dei rapporti di potere (organizzazione di fabbrica, amministrazione burocratica). La razionalizzazione è considerata un fenomeno tipico delle società capitaliste moderne. Essa investì progressivamente tutti gli ambiti della vita sociale, e si tradusse nella differenziazione tra Stato, economia e diritto, nell'affermazione di una concezione del mondo scientista ("disincanto del mondo") e in uno stile di vita caratterizzato da un razionalismo utilitaristico. La società moderna, secondo Weber, arriva a un alto grado di razionalizzazione del suo essere, perché capisce che razionalizzando qualunque tipo di processo si riesce a massimizzare risultati migliori, risparmiando allo stesso tempo. La razionalizzazione è dunque un principio dominante nell’organizzazione della società. Essa, tuttavia, potrebbe essere intesa come la cifra della modernità; se il Romanticismo sosteneva l’impossibilità dell’umano a essere ridotto alla pura logica razionale e strumentale, nell’epoca successiva ogni forma di agire sembra essere stata ricondotta nell’alveo dell’utilitarismo e della razionalità produttivista. Le attività non produttive sono diventate infatti inutili o hanno assunto lo status di hobby, ovvero attività frivole del tempo libero non aventi alcuna utilità specifica ma dalle qualità corroboranti e ristoratrici, utili per rigenerarsi dopo il lavoro e prepararsi alle sessioni successive. In quest’ottica, tuttavia, dal concetto di viaggio si è passati a parlare di turismo. Nel complesso, il principio della razionalizzazione si è esteso progressivamente a tutto, a partire dallo Stato fino ad arrivare alla società globale e nazionalizzata. L’AZIONE RAZIONALE RISPETTO ALLO SCOPO NELLA SOCIETÀ GLOBALE ⇒Fenomeno Mcdonaldizzazione La Mcdonaldizzazione del mondo fu un concetto idealizzato e sviluppato dal sociologo americano George Ritzer intorno agli anni ‘90; lo studioso ha utilizzato McDonald come esempio della capacità che ha avuto l’essere umano nel portare al massimo l’idea di razionalizzazione (in questo caso la soddisfazione immediata del cliente) rispettando quattro principali dimensioni: 1.​ Efficienza 2.​ Calcolabilità 3.​ Prevedibilità 4.​ Controllo Principi di razionalizzazione in maniera estrema che va a dar l’esempio per le imprese più grandi. Da il massimo di efficacia nelle imprese più grandi di espansione (Es. McDonald -> forma di gestione economica e globale. Con esso si costruisce un processo legato al cibo) 1.​ Efficacia: massimizzazione della rapidità di soddisfacimento del bisogno, eliminando ogni processo che può essere un ostacolo per il rallentamento del prodotto; 2.​ Calcolabilità: ogni aspetto del processo preparativo viene calcolato e lavorato da elementi quantificabili (si valutano i prodotti sotto il profitto statico); 3.​ Prevedibile: tutto ciò che avviene nel processo (all’interno e all’esterno del punto vendita) deve poter essere prevedibile (il consumatore sa già che cosa aspettarsi); 4.​ Controllo: McDonalds ad esempio è stato tra i pionieri della specializzazione nel processo produttivo, per svolgere mansioni specifiche ai suoi dipendenti (uomo con variabile macchina); 15 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Il risultato è quello di imporre strutture altamente personalizzate su ogni aspetto della nostra vita con l’effetto di costruire un cultura globale portando alla creazione di un unico mondo in cui le culture locali vengono sradicate. “Cultura globale come tendenza all’unificazione degli stili di vita, dei simboli culturali e dei modelli di consumo. Ne risulta l’immagine di un mondo unico, in cui le culture locali sono sradicate”. Con questo aspetto di cultura e consumo, si dà un effetto di disumanizzazione (togliendo il tentativo di unicità della persona / si toglie il processo piramidale della società). Weber dice che la conseguenza è l’assoluta è inevitabile dipendenza dalla nostra intera esistenza, delle condizioni fondamentali politiche, tecniche ed economiche della nostra vita da un'organizzazione di funzionari specializzati sotto un profitto tecnico, commerciale e soprattutto giuridico. ​ si ha poi personalizzazione della società: disincantamento, ovvero immaginare qualcosa di diverso che può diventare innovativo per il sistema e non sotto a standardizzazione; ​ Il rischio è la burocratizzazione del mondo con gli esseri umani ridotti ad ingranaggi di un sistema (stile è stato legato a dei favori personali, con apparato chiuso però alle esigenze della società); ​ Si parla quindi anche di “uscita”, ovvero l’azione razionale orientata ai valori (diritti e al di là delle modalità istituite che ne possono cambiare l’individuo); ​ Regole prevalgono sugli obiettivi e sugli scopi, rimettendo al centro il senso delle azioni razionali L’agire sociale è un agire dotato di senso intenzionato. L’esperienza umana è contestuale situata…”ogni attività concreta è la soluzione di una situazione” ⇒ è il frutto di un peculiare rapporto mente-ambiente, dove il primo di questi due poli riguarda l’identità del soggetto e la sua dimensione cognitiva-emotiva, mentre il secondo si basa sul concetto fisico-spaziale in cui avviene l’esperienza. In particolare, la vita sociale ha la caratteristica che tende a diventare ciò che le persone pensano/dicono che sia. ​ nasce il capitalismo quando si afferma il calvinismo che ha a che fare con l’idea di salvezza nel cattolicesimo (questo genera una certa angoscia nella società). Definizione della situazione sociale, teorema Thomas e Merton ⇒Teorema di Thomas: afferma che una situazione non reale, ma definita come reale dagli attori, produce conseguenze reali. Il modo in cui gli individui percepiscono la realtà è determinato da una cornice situata che trasforma la realtà stessa ⇒ le credenze, una volta percepite come reali, le quali producono conseguenze reali (si conta il modo in cui viene raccontata la realtà) ⇒Merton: è una falsa definizione della situazione che evoca un comportamento nuovo che rende vera la concezione originariamente falsa. Merton e questa profezia che si autoadempie viene “considerata come una falsa definizione della situazione che evoca un comportamento nuovo che rende vera la concezione originariamente falsa”. 16 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 I pregiudizi (positivi o negativi), concetto elaborato da Thomas e fornito dallo stesso Merton, va a condurre il filo logico all’ “effetto pigmalione", particolare forma di suggestione o condizionamento che porta un soggetto a subire l’influenza negativa o positiva degli altri individui rispetto alle proprie azioni e risultati. Le regole dell’interazione sociale: il ruolo sociale Il ruolo sociale insieme ai comportamenti che in gruppo tipicamente ci si aspetta da una persona che del gruppo fa parte. I ruoli sono sempre coppie o combinazioni più ampie, e sono complementari tra loro. Le aspettative possono essere formali o informali, esse spesso entrano in processi complicati perché i ruoli nella società sono complessi. Il ruolo può essere specifico o diffuso, rimandare a insieme di ruoli e produrre tensioni e conflitto di ruolo; Struttura sociale e vita quotidiana: Status e ruoli ⇒Status sociale : è la posizione sociale entro un sistema di relazioni; è il grado di prestigio (onore, rispetto, deferenza) attribuito a una posizione sociale o a chi la occupa. Ogni individuo occupa una determinata posizione in base alla valutazione sociale che ne danno gli altri. Lo status è un indicatore sintetico (ma complesso ) della collocazione dell’individuo nello spazio sociale. In particolare, sono presenti due tipi di status: -​ status ascritti : età, sesso biologico, etnia, definiti per nascita -​ status acquisiti : professione, livello culturale, partecipazione a gruppi e associazioni, dipendenti dalle prestazioni del singolo. I ruoli: il ruolo è l’aspetto dinamico dello status: si sostanzia in atteggiamenti, valori e comportamenti che la società attribuisce ad uno status. Il ruolo è socialmente definito dall'insieme delle aspettative e delle regole cui un individuo è tenuto a conformarsi per il fatto che occupa una certa posizione sociale. In ogni società ci sono master status, cioè status che hanno priorità su tutti gli altri e determinano la posizione sociale complessiva di una persona. I più comuni sono quelli associati al genere e alla razza: nelle interazioni, sono le prime caratteristiche e che le persone notano le une delle altre. -​ i conflitti di ruolo sono tanti ruoli specifici messi insieme. In base al ruolo che si ha, si porta ad avere rispetto lo stesso ruolo la pluralità che si traduce in conflitto di ruolo su controparti che si aspettano dall’essere umano cose diverse. -​ Conflitto intra-ruolo si verifica quando le attese delle persone o dei gruppi sono diverse riguardo ad una stessa posizione (es. un genitore che dev’essere sia comprensivo che severo). -​ Conflitto Inter-ruolo avviene quando un individuo è costretto a ricoprire contemporaneamente ruoli che impongono comportamenti discordanti (es. genitore/insegnante, docente/ricercatore). LA STRUTTURA SOCIALE Durkheim: “quando assolvo il compito di fratello, marito, cittadino e adempio ai doveri che sono definiti al di fuori di me e dai miei atti nel diritto e nei costumi. Il sistema di segni che uso per esprimermi, il sistema monetario per pagare i debiti 17 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 funzionano indipendentemente dall’uso che ne faccio” Con struttura sociale si intende l’articolazione di status, ruoli, valori, norme e istituzioni nella quale gli individui vivono dando vita a gruppi e sistemi di relazioni di varia complessità. La struttura sociale è il frame entro il quale e grazie al quale si svolgono azioni sociali. Secondo durkheim la sociologia è la scienza delle istituzioni sociali e della loro genesi e funzionamento, l’oggetto della sociologia stessa sono i fatti sociali p, ovvero un modo di agire, pensare o sentire proprie di una società, esterno all'individuo ma dotato di un potere di coercizione in virtù del quale si impongono su di lui, e che la società stessa promuove e rende vincolanti per gli altri individui, quale fatti come la morale, l’educazione, la religione o il linguaggio. Perché è coercitivo un fatto sociale? ​ Ci sono sanzioni formali, stabilite dal diritto ​ Sanzioni informali, stabilite da regole e convenzioni sociali, non formali ​ Coercizioni indiretta, ovvero, io non posso fare a meno di seguire alcune regole per il semplice fatto che so che se non le rispetti la mia vita nella società non sarebbe possibile. Rispetto anche se nessuno me lo impone direttamente. I VALORI “I valori sono principi profondamente radicati, idee, sensibilità o standard che sono utilizzati dalle persone per giudicare il mondo; definiscono ciò che è considerato importante, degno e desiderabile in una cultura. I valori esistono come fatti sociali (Durkheim) se e in quanto fatti propri da individui e gruppi sociali i quali orientano in base ad essi la propria azione” (Weber). I valori rinviano sempre a una concezione generale della cultura che considera i valori come i migliori modi di comportarsi e agire in una comunità. L’integrazione del valore nel sistema culturale è determinata dal grado di conformità alle norme in cui esso si concreta e specifica. LE NORME SOCIALI Una norma sociale è una proposizione in qualche modo codificata come elemento stabile di una cultura, che prescrive il comportamento più adatto da tenersi in una particolare situazione. Le norme sono regole e aspettative di comportamento (scritte, cioè formali, e non scritte, cioè informali, costumi) che riflettono o incarnano i valori di una cultura: sono mezzi/vincoli che prescrivono o vietano certi comportamenti in vista di qualche fine/valore (obbligazioni) mentre ne consentono altri (permission): ciò che non è espressamente vietato è permesso. Le norme giuridiche costituiscono una classe speciale di norme sociali, emanate dall’autorità e che presuppongono un apparato per la loro applicazione. La distinzione tra valori è norme è analitica: più ci si allontana dai casi concreti e più valori e norme si confondono - Un valore può costituire punto di riferimento per più norme: il valore della democrazia è il punto di riferimento per più norme intersoggettive, riguardanti la comunità statale, quella scolastica, familiare etc. - Si può verificare il caso opposto: una norma presuppone più valori di riferimento: una norma sulla tolleranza può sottendere il valore della democrazia, della generosità ecc. 18 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 LE ISTITUZIONI SOCIALI Le norme sono obbligazioni e i valori sono guide capaci di orientare i comportamenti nell’ambito consentito dalle norme. Le istituzioni sociali sono modelli di comportamento dotati di cogenza normativa, cioè sistemi di regole: regolano e prescrivono le forme di comportamento e di condotta a seconda delle situazioni, riducendo quindi le alternative. Le istituzioni sociali sono un complesso di norme e valori che regolano e rendono prevedibili le azioni e le relazioni sociali. Sono il dato per scontato: oggettivazioni, cristallizzazioni, reificazioni della realtà sociale; elementi naturali, a-problematici, preesistenti alle attuali generazioni, ad esse sconosciute nelle cause e nelle funzioni che esercitano. | | V Le istituzioni nascono come risposta degli individui a specifici bisogni della società: ogni istituzione è uno stabile complesso di valori, di norme, di status, di ruoli e costituisce un modello stabilito di idee e di azioni. La stratificazione sociale Status accademico = studente, lavoratore studente, studente lavoratore. Ruolo: sorella/fratello, figlio/a, morosa/o = contesto legato alla famiglia. Genere: uomini, donne o transgeder, gay, etero Età: ragazzi, giovani, adulti Etnia: ci possono essere all’interno di un gruppo elementi di differenza che aggiungono una forma ulteriore in fronte di appartenenza religiosa, ideologica, habitus di gruppo e su culturali Collocazioni di classe e ceto quando si va a guardare la diversa dotazione di risorse economiche, di potere e di prestigio. Capitale sociale: le relazioni hanno un valore Capitale culturale: inteso come disponibilità di risorse 19 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Stratificazione sociale: definita come la presenza all’interno di una società di una molteplicità di livelli che si differenziano per la possibilità di accesso alle risorse sociali di cui godono i loro membri. Nello specifico intendiamo quel sistema di disuguaglianze strutturate in una società perché tutte le società hanno in un qualche modo specifico definito un certo modello di stratificazione sociale mettendo al centro alcune categorie di individui e assegnando di volta in volta più risorse ad alcuni gruppi rispetto ad altri. La disuguaglianza strutturata è che sulla differenza si basa una società che strutturalmente mette qualche differenza nell’ordine sociale, ad esempio, il potere. Ogni società definisce il posizionamento dell’individuo nei diversi livelli. Le risorse possono essere: ​ Economiche: denaro, proprietà, terra.. ​ Umane: istruzione, capacità professionali.. ​ Culturali: conoscenze implicite e abilità informali ​ Sociali: accesso ad importanti network di persone ​ Status: relative al prestigio ​ Civili: diritti di proprietà, il voto, possibilità di esprimere il proprio pensiero.. ​ Politiche: l’esercizio dell’autorità in famiglia nel lavoro, nella sfera politica o vita sociale. Si intende il sistema delle disuguaglianze strutturate in una società, nell’aspetto distributivo (ricompense materiali e simboliche) e relazionale (rapporti di potere). È così possibile concepire la società come costituita da strati ordinati gerarchicamente, dove i privilegiati stanno in alto e i meno privilegiati in basso. “Uno strato è l’insieme di persone che godono della stessa quantità di risorse o che occupano la stessa posizione nei rapporti di potere.” Tra le società vige una differenza, perché nella storia, contemporaneamente tra paesi i modelli di stratificazione sono basati su alcuni presupposti diversi. Esempi di sistema di stratificazione che dà forma ad una certa tipologia di società, che per le persone in cui ci vivono alcune cose sono possibili, altre meno. ​ Schiavitù: sistema massimo di stratificazione, considerata una forma estrema di disuguaglianza; gli individui sono posseduti da altri come loro proprietà, quindi privati di autonomia personale. ​ Casta: sistema basato su caratteristiche ascrittive, associato alle culture del sub-continente indiano e alla credenza induista della reincarnazione. Presentano tre caratteristiche: ceto chiuso (endogamia = intesa come relazione nel quale ci si posa tra simili), purezza e specializzazione ereditaria ​ Patriarcato: primato assoluto del pater familias, modernamente diciamo che è il tema della maschilizzazione della sfera pubblica. ​ Ceto: caratteristiche del periodo feudale europeo, presentava uno schema sociale di stratificazione caratterizzato da ceti feudali che erano formati da strati con diritti e 20 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 doveri diversi. Anche nel sistema dei ceti feudali a dare ordine alla società c’è una differenza di status ascritta, differenza di diritto e stili di vita. ​ Classe: vasto gruppo di individui che condividono lo stesso tipo di risorse economiche, le quali influiscono sulle loro condizioni di vita: si fondano su differenze economiche e su rapporti impersonali; non dipendono da ordinamenti giuridici o religiosi; la collocazione di classe è, almeno in parte, acquisita. Le disponibilità economiche, distribuite in modo diverso, influiscono sullo stile di vita della società e delle varie classi sociali. Le classi sociali non dipendono da ordinamenti giuridici o religiosi: i sistemi di classe sono fluidi perché I posizionamenti sono acquisizioni, e i confini tra classi non sono mai netti e formalmente non ci sono, quindi la mobilità sociale è possibile solo se si può acquisire un certo posizionamento di status; la collocazione di classe è, almeno in parte, è quindi acquisita: è frequente la mobilità sociale, ovvero, il passaggio da una classe sociale all’altra. Le classi si fondano su differenze economiche quali possessi e controllo di risorse materiali; vanno inoltre a fondarsi su rapporti impersonali: le disuguaglianze di trattamento salariale, ad esempio, interessano tutti i membri di una stessa categoria occupazionale. Le cinque grandi classi sociali: 1.​ Borghesia: proprietari di fondi rustici e urbani (rendite), imprenditori e alti dirigenti 2.​ Piccola borghesia: lavoratori autonomi 3.​ Classe media impiegatizia: impiegati pubblici e privati 4.​ Classe operaia: 5.​ Sottoproletariato Funzionalismo vs conflitto Entrambi sottolineano che la stratificazione genera ordine ma da una parte si ha la teoria funzionalista e poi teorici del conflitto Teoria funzionalista: essa sta un piano di conoscenza delle società e da risorse diverse partecipando ad un processo di selezione sociale le posizioni più importanti sono occupate dalle persone più qualificate (selezione sociale delle abilità) Teorici del conflitto: le disuguaglianze esistono perché i gruppi che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri in una situazione di conflitto. TEORIA DEL FUNZIONALISMO (selezione sociale e delle abilità) Le posizioni più importanti sono occupate dalle persone più qualificate (rilevanza di grado delle professioni). ​ essa ha portato una progressiva specializzazione dei ruoli con la “differenziazione sociale” (quanti erano i ruoli conosciuti in una società moderna?); ​ Il processo di modernizzazione ha avuto come esito una certa complessità nei ruoli (es. Una volta si aveva un solo maestro, adesso ce ne possono essere anche 5 insegnanti che si dividono per le materie) -> progressivo tasso di differenziazione sociale Le varie posizioni e mansioni non hanno la stessa IMPORTANZA FUNZIONALE Le disuguaglianze sono NECESSARIE: la necessità funzionale della stratificazione deriva dall’esigenza di collocare e motivare gli individui nella struttura sociale TEORIA DEL CONFLITTO 21 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Le disuguaglianze esistano perché i gruppi che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri in una situazione di conflitto. Processi di dotazioni trasmesse alle generazioni successive (anche se vi sono altre persone inerenti ad un lavoro appropriato e che lavora da anni). Si trasferisce ai propri discendenti il proprio mestiere, ereditando quello che ha di suo. (Marx) -> sempre nella Teoria del Conflitto Ogni stadio evolutivo dell’umanità è caratterizzato in primo luogo da un peculiare forma di organizzazione economica e in secondo luogo da una particolare forma di organizzazione sociale -> riflesso della situazione prima. La logica delle società in una maniera conflittualista propone un rapporto di produzione tra classi, con diverse fasi di produzione (forza lavoro, mezzi di produzione, conoscenze tecniche e scientifiche…) Gli uomini entrano in apporti di produzione che corrispondono al livello di sviluppo delle forze produttive e materiali -> l’insieme di questi rapporti costituisce una struttura economica della società che condiziona il processo sociale, politico e spirituale della vita. Esso per “classe sociale” si intende un gruppo omogeneo per: posizione rispetto alla proprietà dei mezzi di produzione, istruzione, consumo, credenze e valori. I RAPPORTI TRA CLASSI DI MARX Nel corso della storia si sono sempre opposte due classi principali in base a differenti mezzi di produzione e ai differenti rapporti di produzioni caratteristiche del periodo storico. Il periodo tra classi è sempre stato di sfruttamento. Epoca Mezzi di Classi principali Tipo di produzione sfruttamento Società Terra, strumenti Proprietari terrieri e Trasferimento diretto pre-industriale agricoli, alleva,enti di lavoratori della terra di prodotti o di lavoro bestiame Società industriali Fabbriche e Capitalisti e Sfruttamento occulto macchinari/concetto proletariato (pluslavoro-> di capitale plusvalore) ⇒CASSE IN SÉ: interessi solo potenzialmente comuni ⇒CLASSE PER SÉ: soggetto che è conoscente di se TEORIA DEL CONFLITTO DI WEBER Egli riconosce la possibilità di conflitto che emerge in sfere diverse, che non per forza riguardano l’ambito economico. Le fonti delle disuguaglianze e i principi fondamentali di aggregazione (e conflitto) degli individui vanno ricercati in tre diverse sfere (approccio multifunzionale): 1.​ ECONOMIA: gli individui si uniscono sulla base di interessi materiali comuni, formando classi sociali diverse che hanno in comune un interesse che può essere ad esempio una posizione di mercato. 2.​ CULTURA: gli individui si uniscono seguendo comuni interessi ideali e dando origine ai ceti. 3.​ POLITICA: gli individui si associano in partiti o in gruppi di potere per il controllo dell’apparato di dominio Weber consiglia di tenere distinte le varie sfere in quanto possono dimostrare conflitti diversi; 22 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Classi, ceti e partiti ​ Classe = insieme di individui che condividono una posizione comune in una certa situazione di mercato che può essere quello lavorativo. Affianco al mercato del lavoro troviamo anche il credito che in qualche modo qualifica due classi: creditori e debitori, quindi se si guarda l’economia di tipo finanziario debitore e creditori si confrontano scambiandosi valute, denaro e crediti qualificando la parte specifica del conflitto. Weber si pone come domanda quanti nel mercato del lavoro sono i debitori che vengono considerati privilegiati, quindi si va a riconoscere presenza di soggetti privilegiati in qualche settore ma meno in altri. Il mercato delle merci invece comprende debitore e creditore insieme in quanto sono compratori di merci. Weber dice che se si guarda all’economia globale con i tre mercati citati sopra, si può notare che il conflitto può avvenire in un solo mercato come anche in tutti e tre contemporaneamente. ​ La categoria di ceto sociale invece indica l’insieme di individui che condividono uno stesso stile di vita, una simile concezione del mondo, simili gusti e simili preferenze, visibili e riconoscibili. Lo stile di vita significa osservare i luoghi che si frequenta, i locali che si girano, le auto comprate e tutti quegli oggetti chiamati “status symbol" che qualificano a che parte del mondo l’essere umano appartiene. ​ Il ceto è invece più omogeneo al suo interno della classe; può essere visto come una comunità morale, in grado di mobilitarsi su obiettivi condivisi, in quanto gabbo a fondamento la consapevolezza che viene loro accordata dagli altri. ​ Partito: il partito per Weber è un gruppo di individui che operano insieme in virtù, origini, obiettivi o interessi comuni. I partiti possono costruirsi intorno a questioni che tagliano trasversalmente le differenze di classe (affiliazione religiosa o ideali nazionalistici). Con il potere gli individui associano in partiti o gruppi di potere per il controllo dell'apparato di dominio. Lo squilibrio di status (Lenski) In ogni società vi è una pluralità di gerarchie (di reddito, di potere, di istruzione, di prestigio) e ciascun individuo occupa una posizione di ognuna di queste gerarchie. -​ Vi è correlazione spesso forte tra posizione di classe e appartenenza a un ceto: le classi economicamente in ascesa acquistano anche status elevato. Possono appartenere a uno stesso ceto individui di classi diverse. -​ In ogni società vi è una pluralità di gerarchie (di reddito, di potere, di istruzione, di prestigio) e ciascun individuo occupa una posizione in ognuna di queste gerarchie. ⇒ EQUILIBRIO DI STATUS è quando una persona si trova in ranghi equivalenti nelle diverse gerarchie. ⇒ SQUILIBRIO DI STATUS è quando un individuo non si trova allo stesso livello in tutte le gerarchie Ogni società deve assicurare la propria continuità nel tempo, ogni sistema sociale deve definire un qualche tipo di pratiche che hanno come obiettivo il trasmettere l’identità e socializzazione. 23 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 L’individuo ha la necessità medesima della società che mette in campo strumenti alla base della socializzazione. Cos’è l’identità? Insieme di processi complicati che vedono al centro l’individuo e due sue componenti: 1.​ Individuazione, detta anche autoriconoscimento 2.​ Identificazione, detto anche riconoscimento sociale che vede far riferimento a dimensioni più ampie ⇒ Identificazione: il soggetto il soggetto si rifà alle figure rispetto alle quali si sente uguale e con le quali condivide alcuni caratteri e produce il senso di appartenenza a un'entità collettiva definita come noi (famiglia, gruppo di pari, comunità locale, nazione etc,). ⇒ Individuazione: fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri: gli altri gruppi a cui non appartiene e gli altri membri del gruppo rispetto ai quali si distingue per le proprie caratteristiche fisiche e morali per una propria storia individuale (biografia) che è sua e di nessun altro. In sociologia, possiamo individuare quattro livelli di identità: -​ l'identità individuale comprende un insieme di caratteristiche relativamente stabili che i soggetti attribuiscono a se stessi. Incorpora obiettivi, credenze e valori: è il veicolo attraverso il quale costruire la propria storia di vita. -​ l'identità relazionale si riferisce alle dinamiche identitarie che si manifestano attraverso le interazioni sociali, con enfasi sull'importanza del feedback e delle interazioni con gli altri nel delineare il nostro io. -​ l'ambito dell'identità sociale enfatizza gli aspetti legati all'appartenenza a vari gruppi sociali, associati all'etnia, alla nazionalità, alla religione, al genere, alla famiglia. -​ l'identità materiale riflette le modalità in cui consideriamo alcuni artefatti materiali, come vestiti, automobili e persino luoghi, come elementi naturali associati alla loro identità. Socializzazione: insieme dei processi con cui gli esseri umani sono indotti ad adottare modelli di comportamento, le norme, regole e valori della società a cui appartengo. Nel complesso, nonostante la società dica come dovremmo essere, è necessario chiedersi se, quando ci posizioniamo all’interno di un gruppo, vogliamo veramente essere ciò che esso pretende che siamo. A tal proposito, abbiamo la necessità di identificarci in un gruppo ma al contempo di distinguerci e auto riconoscerci, Processo di socializzazione Nell'accezione classica, s'intende un processo che, attraverso meccanismi di acquisizione, adattamento e interazione, inserisce i soggetti in uno specifico contesto socio culturale, offrendo modelli di comportamento, concezioni della realtà e stili di vita in grado di strutturare l'azione individuale e collettiva. Fasi del processo: 24 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Socializzazione primaria: vede l’individuo da quando nasce fino al raggiungimento dell’età scolare, ovvero, entra in contatto con una realtà diversa, e vede quindi l’essere umano entrare in un processo di apprendimento che dovrebbe assicurare l’individuo ad acquisire competenze di socializzazione di base. Berger e Luckmann sostengono che “la socializzazione primaria sia la prima socializzazione che un individuo intraprende nell'infanzia, attraverso la quale diventa membro della società in quanto tale”. Se si guarda alla fase primaria della socializzazione, ci si riferisce in primis alla famiglia, che ha il compito di formare i bambini all’acquisizione delle competenze di base che permettono all’individuo di stare in società. Altrettanto importanti sono le figure che hanno la responsabilità di crescere e informare gli individui. Mead parla di altro generalizzato ; l’io, che è la dimensione identitaria minima, è diverso dal me, ovvero il soggetto sociale, il modo in cui il bambino guarda sé stesso dall’esterno (ad esempio quando sa chiamarsi con il proprio nome o parla di sé in terza persona). In generale, quando nascono i bambini non sono soggetti sociali, ma devono imparare che esiste una realtàdiversa dalla propria. Il processo di decentramento di Piaget, posto alla base dello sviluppo intellettuale e morale del bambino, si basa sul fatto che man mano che cresce, il bambino si trova ad agire in una cerchia di persone allargata, per cui opererà un’astrazione e una generalizzazione dai ruoli e dagli atteggiamenti parentali ai ruoli e agli atteggiamenti in generale; si tratta della capacità di assumere il punto di vista di un altro. Questo processo è il momento che segna la capacità dell’individuo di riconoscersi all’interno di un determinato contesto culturale e che gli permetterà di passare alle fasi successive della socializzazione. L’ altro generalizzato indica che il bambino non si confronta più solo con altri concreti, ma con una generalità di altri che rappresentano l’intera società; rispetterà così la norma autonomamente perché essa è venuta a far parte dell’immagine che egli si è fatto di sé stesso, cioè della sua identità. Da questo momento, tuttavia, il soggetto sviluppa un’identità sempre più articolata e complessa all’interno del processo di socializzazione. Nel complesso, quando si parla di socializzazione non si parla di stare insieme , ma piuttosto del processo di costruzione dell’identità promosso dalla società, che serve per riuscire ad avere relazioni con gli altri. Socializzazione secondaria: vede l’individuo confrontarsi con un’esigenza ed adeguamento di un insieme di competenze non di base ma specifiche che sono richieste dall’esercizio di vari ruoli adulti. Berger è luckman sostengono che “la socializzazione secondaria sia 25 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 ogni processo successivo che introduce un individuo già socializzato in nuovi settori del mondo oggettivo della sua società”. La prima agenzia di socializzazione è la scuola stessa, dove si impara ciò che conta, a partire dalla prestazione e dall’importanza della figura dell’autorità; si impara poi che esistono delle possibilità di cooperazione (lavori di gruppo) e di competizione. Altre forme di socializzazione ​ Socializzazione anticipatoria: assunzione di norme e valori del gruppo di riferimento prima di farne parte; noi impariamo a stare in società standoci dentro. Se si pensa al lavoro, oggi non c’è il contesto classico che vedeva gli individui affacciarsi al mondo del lavoro pur non avendo alcuna esperienza nell’ambito; si imparava a lavorare lavorando, mentre oggi spesso viene richiesto ai neolaureati un adeguato livello di esperienza. ​ Socializzazione rovesciata : si inverte la relazione classica tra socializzante e chi viene socializzato; in ambito tecnologico, ad esempio, sono i più giovani ad istruire gli adulti, cosa che generalmente avviene in maniera inversa. Ciò intacca l'autorità dei ruoli, si mette in discussione la relazione classica e possono essere generati momenti di conflittualità. ​ Ri-socializzazione : disgregazione dei valori e dei modelli di comportamento seguita dall’adozione di altri radicalmente diversi. Essa, tuttavia, può essere costrittiva (es. ospedale psichiatrico, prigione, caserma,) o volontaria (es. conversione religiosa, che può portare addirittura a cambiare il nome; l’attribuzione di un nome è un momento cruciale nel processo di formazione dell’identità di una persona). Nel caso degli ospedali, tuttavia, bisogna rispettare degli orari specifici e la giornata è decisa dalle singole strutture, non dai pazienti. L’auto-socializzazione L’auto-socializzazione vede gli individui sempre più centrali rispetto alle dinamiche che caratterizzano il processo di formazione dell’identità. Gli individui devono trovare da soli il senso, in un contesto caratterizzato da: -​ eterogeneità socio culturale eterogeneo e ritmo del cambiamento -​ indebolimento dei valori tradizionali e conseguente relativizzazione dell’esperienza, nel senso che vengono proposti modelli apparentemente validi senza alcun tipo di gerarchia sociale -​ policentrismo formativo e culturale ( media ) -​ indebolimento dei processi trasmissivi tradizionali e delle agenzie classiche di socializzazione (scuola e famiglia in particolare); la trasmissione della cultura e dei caratteri identitari vede dei problemi nelle agenzie classiche di socializzazione in ambito di adeguamento al cambiamento. Si generano dunque: ➔risposte inadeguate al mutamento ➔gap fra proposte formative e nuove richieste ➔gap valoriale, culturale e comunicativo intergenerazionale -​ socializzazione orizzontale e dal “basso” -​ centralità/emancipazione del soggetto Nel complesso, l’esperienza turistica partecipa al processo di scoperta di sé e scoperta dell’altro, momento di definizione identitaria. E’ importante parlare di socializzazione perché i valori, le norme, gli stili di vita acquisiti ci guidano nelle destinazioni, nelle scelte delle dinamiche di viaggio. 26 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 La realtà come costruzione sociale La realtà come costruzione sociale è quando decidiamo ad esempio che anno sia; - secondo il calendario gregoriano, usato in gran parte dei paesi occidentali è il 2023 d.C., -calendario islamico: 1444 - calendario ebraico: 5783 Dipende dunque dallo strumento di calcolo utilizzato. In generale, “il contare gli anni” è spesso collegato a eventi politici o religiosi. In questo caso, si accetta una realtà sociale accettando la logica di definizione, ovvero il fatto che siamo società che si basano su una logica di calendario. A tal proposito, il tempo è socialmente costituito quando decidiamo che ore sono e quando seguiamo una legge che ci fa portare avanti o indietro le lancette. La fenomenologia e la realtà come costruzione sociale Che la realtà sia una costruzione sociale significa che la realtà è sempre interpretata dagli attori sociali, in modo tale che in ogni società sono diffuse rappresentazioni della realtà condivise e date per scontate dai suoi membri. Non vuol dire che ciascuno immagina la realtà a suo piacimento: la costruzione sociale, cioè prodotta, collettivamente, e trae la sua forza proprio dalla condivisione. Al tempo stesso non vuol dire nemmeno che la realtà in sé non esista: significa che nessuno di noi può fare a meno di interpretarla. Le istituzioni per essere tali devono rispondere a due caratteristiche ​ Fornire uno schema di condotta: significa fissare in modelli prestabiliti il comportamento degli individui in determinate circostanze. ​ Avere uno sviluppo storico: non sono un prodotto istantaneo ma derivano da una storia comunque e sono comprensibili nel contesto del processo storico in cui sono state prodotte. Secondo Berger e Luckmann(1966) gli step fondamentali nella costruzione della realtà sociale sono tre: 1.​ Esternalizzazione ⇒ la società è un prodotto dell’uomo 2.​ Oggettivazione ⇒ la società è una realtà oggettiva 3.​ Interiorizzazione ⇒ l’uomo è considerato un prodotto sociale. ​ Esternalizzazione: è necessità antropologica (Hegel, Marx); a differenza degli altri mammiferi superiori, gli esseri umani non hanno alcun ambiente proprio, non hanno un corredo istintuale adatto per sopravvivere nell’ambiente naturale. Lo creano tramite la conoscenza e la tecnologia, proiettando nell’ambiente le proprie rappresentazioni, idee, progetti e cercando di realizzarle per mezzo di azioni. ​ Oggettivazione: processo per cui il prodotto dell esteriorizzazione viene stabilito e reso fruibile agli individui in modalità simili. La cristallizzazione è parte del processo di istituzionalizzazione dove l’individuo si abitua a certi tipi di interazione, considerandoli successivamente come un modo naturale di fare le cose. Il processo di istituzionalizzazione crea uno sfondo di cultura comune che è il substrato conoscitivo su cui gli individui comprendono le proprie azioni. 27 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 ​ Interiorizzazione: l’individuo si abitua a certi tipi di interazione, considerandoli successivamente come un modo naturale di fare le cose. Il processo di istituzionalizzazione crea uno sfondo di cultura comune (sedimentazione - E. Husserl/A. Schutz) che è il substrato conoscitivo su cui gli individui comprendono le proprie azioni (la propria identità sociale e quelle degli altri, le idee, gli artefatti ecc..) Le istituzioni si presentano alle generazioni successive come realtà sociale stabile, pre-esistente alle singole biografie: hanno priorità e continuità storica rispetto ad una singola generazione; forniscono schemi comportamentali per la condotta. Le istituzioni vengono trasmesse da generazioni a generazioni e sono considerate immanenti agli individui in quanto sono reificate e legittimate. Il processo di legittimazione avviene principalmente per messo del linguaggio che ha funzione di forza crescente: 1.​ Livello affermazioni tipo: “le cose vanno fatte così” 2.​ Livello proverbi miti, fiabe e proposizioni teoriche 3.​ Livello di vere e proprie teorie sul mondo 4.​ Livello di universo simbolico come religione, ideologia Le fasi del corso della vita Il corso della vita è una costruzione sociale in cui esso è le fasi in cui si articola variano nello spazio e nel tempo e persino fatti biologici come la nascita, la pubertà e la morte assumono un significato è un valore diverso nelle diverse epoche e società. Il concetto di corso della vita sottolinea i percorsi e gli intrecci fra traiettorie individuali e collettive, tratteggia inoltre il comportamento degli individui sia come attori storici che come soggetti di transizione. ​ L’età cronologica è influenzata dalle definizioni e formazioni sociali. Non è in sé l’elemento determinante: indica solo una potenzialità biologica su cui un sistema di norme di età può operare. ​ L’età è un costrutto sociale variabile nel tempo e nello spazio. L’infanzia e la pubertà Secondo Ariès: → l'infanzia e l'adolescenza sono invenzioni della società moderna: un tempo non esistevano come fasi distinte del corso della vita; → in età pre-moderna non esisteva un sentimento dell'infanzia. Nei paesi occidentali risale solo al secolo scorso l'idea che i bambini abbiano diritti e privilegi, che debbano essere allevati ed educati in famiglia e a scuola, che debbano essere protetti dagli abusi e dai maltrattamenti degli adulti. La pubertà è il passaggio dalla condizione fisiologica del bambino a quella dell’adulto, caratterizzata dallo sviluppo degli organi sessuali, dei caratteri sessuali secondari e dell'accrescimento scheletrico e muscolare. Pur essendo un processo di natura biologica, la pubertà risente anche dell’influenza dei fattori sociali. 28 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 Le politiche per l’infanzia e l’adolescenza 1989 ⇒ convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (parla di diritti attivi e passivi) ​ Diritti passivi: i bambini vanno tutelati contro lo sfruttamento, abuso e abbandono ​ Diritti attivi: ai minori vanno concessi diritti relativi all’educazione, privacy e libertà di espressione. Minori come attori sociali politici a tutti gli effetti 20 novembre = giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza La gioventù e l’età adulta La sociologia segna il passaggio dallo status di bambino a quello di adulto, di conseguenza sorge spontanea la domanda “quando una persona diventa adulta?” In sociologia si dice che una persona è adulta quando ha varcato alcune soglie quali: ​ Ha concluso il percorso formativo ​ Ha Lasciato casa dei genitori ​ Ha un'occupazione stabile ​ Si è posato o ha una relazione affettiva stabile ​ È diventato padre o madre per la prima volta L'allungamento della fase giovanile è riconducibile: -​ Alla diffusione della scolarità di massa -​ Alle trasformazioni avvenute nell’economia -​ All valorizzazione di sé stessi come individui ⇒ nel complesso si va quindi a constatare che ogni società è cultura definiscono chi è adulto e chi no. ​ Definizione psicologica: diventiamo adulti psicologicamente quando arriviamo ad un concetto di noi stessi come persone autonome e responsabili della nostra vita ​ Definizione biologica: diventiamo adulti biologicamente quando raggiungiamo l’età della riproduzione ​ Definizione legale: diventiamo adulti quando raggiungiamo l’età in cui la legge dice che possiamo votare, prendere la patente, sposarci senza consenso, e così via ​ Definizione sociale: diventiamo adulti quando iniziamo ad assumere un ruolo adulto, come quello del lavoratore a tempo pieno, coniuge, cittadino con diritto di voto, e simili Nelle società contemporanee: -​ dilatazione della moratoria psicosociale della gioventù (ad un bambino/ragazzo vengono permessi alcuni comportamenti perché sono parte del processo di crescita; si assume dunque un atteggiamento di permissione verso questi comportamenti, anche se non a livello legale/di normativa) -​ lunghissima gioventù -​ scomparsa dei riti di passaggio 29 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 La Gioventù: Passaggio dallo status di bambino a quello di adulto: quando una persona diventa adulta? In sociologia si può dire c’è una persona diventa adulta quando ha varcato alcune soglie: ​ esso ha concluso il percorso formativo ​ Ha un’occupazione rispettivamente stabile ​ Ha lasciato la casa dei genitori ​ Si è sposato o ha una relazione affettiva stabile ​ È diventato per la prima volta padre o madre In questa società però abbiamo l’allungamento della fase giovanile è riconducibile alla: ​ alla diffusione della scolarità di massa ​ Alle trasformazioni avvenute dall’economia ​ Alla valorizzazione del se Maslow e i dieci requisiti per essere adulto 1.​ Percezione della realtà più chiara ed efficace 1.​ Maggiore disponibilità dell’esperienza 2.​ Accresciuta integrazione, globalità, unitarietà della persona 3.​ Maggiore spontaneità ed espressività 4.​ Identità personale salda, autonoma, singolarità 5.​ Maggiore obiettività 6.​ Recupero della creatività 7.​ Capacità di fondare concretezza e astrattezza 8.​ Struttura democratica del carattere 9.​ Capacità di amare Terza età Fase della vita che inizia con la pensione ed è caratterizzata da un grande aumento del tempo libero e della possibilità di realizzazione personale. Pensionamento: istituzione che indica il passaggio del periodo di lavoro a quello del tempo libero (attività che vengono considerate non economiche) Quarta età Fase della vita caratterizzata dalla dipendenza fisica dagli altri I RITI DI PASSAGGIO (per riassumere tutte le età e per i vari cambiamenti) Le diverse fasi del corso della vita sono segnate da riti di passaggio ⇒cerimonie che accompagnano ogni modificazione di status, posizione sociale ed età Tutti i riti passano attraverso tre fasi (Van Gennep): ​ preliminare o di separazione = una persona abbandona la posizione e le forme di comportamento precedenti ​ di transizione o di margine = il soggetto non è né da una parte né dall’altra, ma si trova in un spazio intermedio fra lo stato di partenza e quello di arrivo ​ di aggregazione = il soggetto è in uno stato relativamente stabile e ha diritti e doveri precisi La morte 30 De Tomasi Alessia Maria. A.A. 2024/25. Matricola n. 2073654 La morte è una costruzione sociale, oggi si perde questo rapporto con questo valore che ha la morte nella nostra comunità perché vi sono dei principi diversi. È la comunità che si esprime, che dà forma a qualcosa di diverso rispetto a quello che è la fede stessa (si afferma però quell’idea di comunità per la persona morta come propria cultura, quindi l’ esatta forma di espressione di una cultura). ​ Es. Perché al funerale ci si veste sempre di nero e non di grigio o di bianco? Per i luoghi di sepoltura come funziona? Apertura di un luogo che apre un varco dalla cultura cattolica alla persona stessa (espressione dalla posizione sociale delle famiglie dei morti rappresentate con della lapidi o in generale con delle costruzioni - si può parlare anche della scelta del rito). Possiamo dire che sulla morte vi è una sorta di business chiamata “necroeconomia” Aries dice che la morte e il morire è la proporzionalità delle cure e il rischio di ostinazione, si tratta del controllo del dolore con l’accompagnamento dei propri familiari, quando le volontà del malato possono essere rispettate. LE FASI DEL CORSO DELLA VITA (Fasi, non classi/strati di età) -​ Coorte: insieme di persone che vivono uno stesso evento nello stesso momento. Nel complesso possiamo dire che sulle corti agisce la legislazione. Es: tutti coloro che sono nati in uno stesso arco temporale formano la coorte di nascita -

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