Dispense Psicologia Della Personalità - CUSANO PDF
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Silvia Zabberoni
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Le dispense dell'insegnamento di Psicologia della Personalità affrontano l'approccio cognitivo sociale e le teorie dell'apprendimento sociale, con particolare attenzione al lavoro di Albert Bandura. Il documento analizza inoltre lo sviluppo della personalità, la terapia e le applicazioni della teoria cognitivo- sociale, e i suoi sviluppi recenti. Questo documento è destinato a studenti universitari di Psicologia.
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DISPENSE DELL’INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELLA PERSONALITà PROF.SSA SILVIA ZABBERONI DOCENTE A CONTRATTO Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni MODULO 7 L’APPROCCIO COGNITIVO SOCIALE 1. LE ORIGIN...
DISPENSE DELL’INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELLA PERSONALITà PROF.SSA SILVIA ZABBERONI DOCENTE A CONTRATTO Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni MODULO 7 L’APPROCCIO COGNITIVO SOCIALE 1. LE ORIGINI STORICHE 2. LA SECONDA FASE COMPORTAMENTISTA: LE TEORIE DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE 3. LA TEORIA COGNITIVO SOCIALE: ALBERT BANDURA 4. LO SVILUPPO DELLA PERSONALITà 5. LA TERAPIA NELLA TEORIA COGNITIVO SOCIALE 6. APPLICAZIONI DELLA TEORIA COGNITIVO SOCIALE 7. SVILUPPI RECENTI DELL’APPROCCIO COGNITIVO SOCIALE 1 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni L’APPROCCIO COGNITIVO SOCIALE 1. Le origini storiche L’approccio cognitivo sociale si sviluppa dal comportamentismo. Come descritto dettagliatamente nel modulo dedicato a tale corrente, nel XX secolo il comportamentismo prende piede e si struttura a partire dalle ricerche sul condizionamento (apprendimento per condizionamento) di Watson, Pavlov e Skinner. Come sottolinea Dogana (2002) la prima fase del movimento (comportamentismo radicale) è caratterizzata da una visione dell’uomo meccanicistica in cui l’organismo è visto come una macchina che reagisce a stimoli. Oggetto di studio del comportamentismo è il comportamento manifesto (oggettivo e osservabile) che corrisponde a sequenze Stimolo (S)- Risposta (R). In quest’ottica la personalità si struttura come un insieme di abitudini apprese attraverso il rinforzo che l’ambiente fornisce. In altri termini, la personalità è il prodotto dei rinforzi, punizioni ed esperienze, quelle variabili esterne che la modellano. L’individuo è dunque passivo di fronte alla realtà come sostiene Skinner (1971, p. 2011) “una persona non agisce sul mondo, è il mondo che agisce su di essa”. Intorno agli anni ’50 e ’60 del novecento, all’interno della corrente comportamentista iniziano ad emergere contributi che mettono in rilievo il ruolo della soggettività nell’interazione individuo-ambiente e dunque nelle risposte comportamentali agli stimoli ambientali. L’attenzione alla soggettività implica il ruolo dell’individuo, non più visto come passivo di fronte all’ambiente ma, in grado di esplorare attivamente diverse forme di apprendimento importanti per lo sviluppo della personalità. Il razionale appena descritto rappresenta il comune denominatore dei contribuiti teorici che prendono il nome di Teorie dell’Apprendimento Sociale volte ad individuare le modalità di sviluppo della personalità sottolineando l’importanza dei fattori sociali nella sua costruzione. Nei 2 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni paragrafi che seguono saranno descritti i contributi di rilievoche hanno dato inzio alla seconda fase del comportamentismo. 2. La seconda fase comportamentista: le teorie dell’apprendimento sociale 2.1 L’apprendimento sociale e l’imitazione: John Dollard e Neal Miller Obbiettivo del lavoro di Dollard e Miller (1941) è quello di mettere in risalto la relazione tra personalità e ambiente sociale. A tal fine l’oggetto di studio sono i processi di apprendimento e di sviluppo. La personalità è qui concepita come insieme di abitudini che si caratterizzano e diversificano a seconda delle situazioni che l’individuo, nel corso del tempo, si trova ad affrontare e cambiano al modificarsi degli eventi. I processi di apprendimento prevedonoil ruolo di quattro variabili: i. Pulsione: stimoli interni intensi che possono essere presenti fin dalla nascita (primarie) e attraverso l’elaborazione di queste prendono forma altre pulsioni con lo scopo di orientare la maggior parte delle azioni dell’individuo (secondarie). ii. Spunto: stimolo in grado di guidare le risposte dell’organismo. iii. Rinforzo: elementi primari (es: cibo) o secondari (es: denaro) che viene dato in seguito ad una risposta ed è in grado di fa si che questa si ripresentiin futuro). iv. Imitazione: modelling: presuppone apprendimento per osservazione. Quest’ultimo elemento, l’imitazione, rappresenta la novità che viene introdotta rispetto alla concezione comportamentista classica. Il modelling (o apprendimento per imitazione) è un meccanismo di apprendimento per imitazione, ossia un tipo di apprendimento di competenze e 3 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni comportamenti che ha luogo attraverso l’osservazionedi un modello. Osservando il comportamento altrui, un organismo può essere incoraggiato o scoraggiato nella produzione di una risposta, può acquisire paure, credenze e comportamenti sociali in generale. Attraverso il modelling non si fa dunque esperienza diretta degli effetti di un comportamento, ma l’esperienza è indiretta e avviene attraverso l’osservazione degli esiti della risposta di altri. In questo meccanismo di apprendimento non sono apparentemente presenti rinforzo o punizione. In realtà, a questo proposito si ritiene che il rinforzo sia intrinseco all’imitazione stessa. Osservando il comportamento di organismi meno complessi dell’essere umano si può desumere che l’imitazione sia una tendenza innata. Pensando ad esempio ai piccoli dei predatori, sappiamo che questi imparano adulti le strategie di caccia osservando gli esemplari adulti. Lo stesso processo permette agli uccelli di apprendere i meccanismi del volo. Tutte le specie sono capaci di mettere in atto i meccanismi di apprendimento per osservazione. Queste, negli esseri umani sono superiori a quelle di altre specie e rivestono un ruolo fondamentale nell’acquisizione del linguaggio orale e scritto e nell’apprendimento del comportamento sociale. Secondo Dollard e Miller (1941) l’essere umano, durante lo sviluppo, struttura gli aspetti della sua personalità attraverso l’osservazione e l’imitazione dei modelli sociali diriferimento. Attraverso i rinforzi che le sue risposte ottengono fanno in modo chel’infante acquisisca la tendenza a modellare il suo comportamento i base ai modelli di riferimento osservati e imitati. In questa prospettiva, il contesto sociale in cui si manifesta il comportamento ha unruolo centrale nel senso che lo influenza. Viene dunque superata l’idea che l’apprendimento avvenga prevalentemente per condizionamento 2.2. Soggettività e regolazione del comportamento: Julian Rotter All’interno delle Teorie dell’Apprendimento sociale, Il contributo di Rotter (1954) mette in risalto il ruolo della soggettività nella messa in atto di comportamenti. 4 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni Infatti, nei processi di apprendimento, oltre allo stimolo e alla situazione assume un ruolo centrale il significato che l’individuo attribuisce loro. In particolare, quello che lui definisce il “potenziale di comportamento”, ossia la probabilità che all’interno di unadeterminata situazione si metta in atto un determinato comportamento, dipenderebbe da due variabili soggettive: i. le aspettative: aspettative del soggetto di arrivare ad un dato risultato ii. il valore di rinforzo attribuito ai risultati di un comportamento In tal senso, se le aspettative sui risultati e il valore di rinforzo ad essi attribuito sono basse, saranno di conseguenza basse le probabilità che il comportamento venga messo inatto. Le aspettative, secondo Rotter, dipendono dall’esperienza: se un comportamento ha prodotto risultati positivi, più alte saranno le aspettative di ottenere gli stessi risultati insituazioni simili. La differenza nelle aspettative e nel valore attribuito ai risultati di un comportamento rendono conto delle differenze individuali. Sulla base della concezione secondo cui sarebbero le aspettative a guidare le azioni delle persone, Rotter elabora il costrutto di “Locus of Control” (trad. ita: luogo di controllo) in base a cui distingue le persone con: - Locus of control INTERNO: che attribuiscono a sè stesse la causa degli eventi. - Locus of control ESTERNO: che attribuiscono all’esterno (destino, fortuna/sfortuna, cattiveria/bontà ecc…) la causa degli eventi. 3. La Teoria Cognitivo-Sociale: Albert Bandura Il contributo di Albert Bandura con il suo lavoro “Social learning and Personality development” (1963) è considerato uno dei più significativi all’interno delle teorie dell’apprendimento sociale. Il suo approccio rappresenta una svolta decisiva, all’interno del movimento, che segna il distacco dal comportamentismo andando verso una prospettiva cognitivo- sociale. 5 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni Lo stesso autore spiega il significato dei termini con cui è definito questo nuovo orientamento: “la parte sociale della terminologia riconosce le origini sociali della maggior parte del pensiero e dell’azione umana; la porzione cognitiva riconosce il contributo causale influente dei processi di pensiero riguardo agli aspetti emotivo-motivazionali e all’azione” (Bandura, 1963; p. 12). L’aspetto che maggiormente discosta la teoria cognitivo-sociale di Bandura dal comportamentismo è il ruolo molto meno centrale attribuito al rinforzo per l’attuazione del comportamento. Al contrario l’autore pone enfasi sui passaggi intermedi che hanno un’influenza sulla messa in atto di determinati comportamenti. Conducendo studi sulle condotte aggressive, osserva che queste possono essere messe in atto in determinate situazioni sulla base dei significati personali che l’individuo attribuisce alla situazione e delle aspettative relative alle conseguenze di tali condotte e alla disponibilità di altri modelli di condotta. Da quanto detto si evince come l’attenzione è ora rivolta aimeccanismi cognitivi che entrano in gioco nell’interazione individuo- ambiente. Questo ruolo cruciale delle variabili cognitive e motivazionali appare fondamentale perlo sviluppo della personalità. Di seguito, nei successivi paragrafi saranno prese in considerazione e descritte con maggior dettaglio le variabili che entrano in gioco nello sviluppo della personalità. 6 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni 3.1 Il determinismo triadico reciproco Fig. 1. Modello esemplificativo del determinismo triadico reciproco di A. Bandura Il funzionamento dell’uomo, secondo l’autore, è fondato sul principio del determinismo triadico reciproco, secondo il quale questo è il prodotto della reciproca interazione tra l’ambiente (environment), inteso nella sua accezione sia fisica sia sociale, la persona (processi cognitivi) e il comportamento. Questi tre fattori starebbero in un rapporto di bidirezionalità, ossia si influenzerebbero in maniera reciproca, essendo causa uno dell’altro in modo ricorsivo. Bandura specifica che i tre fattori possono non esercitare laloro influenza con la stessa forza d’impatto, la quale varia in base alle situazioni, alle diverse attività e ai diversi individui; inoltre, l’influenza reciproca non avviene in maniera simultanea ma, al contrario talvolta è necessario che trascorra tempo perché unfattore eserciti la sua influenza, dando di conseguenza origine all’esercizio dell’influenza di un altro dei tre fattori. Segmentando lo schema mostrato in Fig 1, può risultare più semplice al lettore la comprensione di tale principio triadico reciproco. Il segmento persona-comportamento rappresenta la reciproca interazione tra la sfera 7 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni soggettiva (variabili interne al soggetto come credenze, sistema di valori, autopercezioni, obbiettivi) e la messa in atto del comportamento da parte dell’individuo. Se da una parte le credenze e il pensiero delle persone influiscono sul loro comportamento, dall’altro le conseguenze del comportamento influiscono sui processi di modificazione dei loro pensieri e credenze. Questo meccanismo sottolinea come la reciproca influenza persona-comportamento implichi il fatto che le variabili interne si sviluppino e si modifichino in base alle influenze ambientali (sociali e fisiche) che propongono determinati modelli sociali e culturali. Il segmento comportamento- ambiente rappresenta un’influenza reciproca tra i fattori ambientali e il comportamentomesso in atto da un individuo. In generale, l’influenza ambientale viene attivati dai comportamenti della persona. Sono proprio le azioni personali, nella visione dell’autore, che determineranno quali fattori ambientali si attiveranno, esercitando così la loro influenza ricorsiva sulla persona. In generale il principio del determinismo triadico non riflette un susseguirsi di cause-effetti sempre lineari e prevedibili ma, al contrario, eventi dovuti al caso spesso hanno grande impatto sulla vita delle persone (es: film: sliding doors). Bandura sottolinea che gli eventi casuali favoriscono le persone intraprendenti, ricettive che a loro volta, date queste caratteristiche danno modo agli eventi di influenzare le loro vite.L’imprevedibilità, gli eventi dovuti al caso mettono in risalto il concetto di “personal agency” (Bandura, 2000), ossia la capacità di una persona di contribuire attivamente al proprio sviluppo in maniera attiva e autodeterminata come agenti causali 3.2. Il ruolo della persona e i meccanismi cognitivi di base come nucleo della personalità Da quanto descritto, la teoria di Bandura assegna un ruolo cruciale alla persona e allesue caratteristiche psicologiche individuali. Più in dettaglio, secondo l’autore le variabili interne che caratterizzano gli individui riflettono cinque meccanismi cognitivi di base: Capacità di simbolizzazione: capacità di utilizzare simboli (es: linguaggio) per comprendere, 8 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni pensare, ragionare, e gestire l’ambiente a cui la persona appartiene. Attraverso l’utilizzo dei simboli (verbali, uditivi, visivi) la persona attribuisce senso e significato alle proprie esperienze. Infatti tale capacità fa sì che la persona utilizzi i simboli per l’elaborazione delle informazioni che acquisisce tramite l’esperienza organizzandole successivamente in strutture di conoscenza o rappresentazioni cognitive dell’esperienza stessa. Tali rappresentazioni sono modelli interni che orientano il comportamento in maniera originale e individuale. Capacità vicaria: capacità dell’individuo di apprendere conoscenze attraverso l’osservazione di modelli (apprendimento per interposta persona, modellamento sociale come elemento fondamentale per lo sviluppo della personalità). Capacità di previsione: capacità dell’individuo di anticipare mentalmente situazioni future che ha grande impatto sulle azioni. Attraverso tale capacità le persone orientano il proprio comportamento fornendo a questo le basimotivazionali. Capacità di autoregolazione: capacità individuale di porsi obbiettivi e valutare lapropria performance in base a parametri (o standard) interni. Grazie a questa, l’individuo può motivare in maniera auto-diretta il proprio comportamento controllando pensieri, azioni ed emozioni in base alle conseguenze che questi comportano. Attraverso il processo di autoregolazione la persona è in grado di motivare in modo auto-diretto il proprio comportamento stabilendo obbiettivi personali, formulando piani strategici per il loro raggiungimento e di valutando il proprio comportamento durante il processo verso gli obbiettivi. Eventualmente la persona è in grado anche di modificare il proprio comportamento in base all’esito di questa valutazione in itinere. Quest’ultima dipende dai cosiddetti standard di valutazione, ovvero le rappresentazioni mentali di giudizi e criteri di valore a cui fa riferimento la persona per giudicare il proprio comportamento. Gli standard di valutazione hanno un valore motivazionale perché servono a guidare l’azione (comportamento). Ne deriva un processo ciclico e ricorsivo che dipende anche dalle capacità di previsione descritte nel punto precedente. 9 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni Capacita di autoriflessione: rappresenta la capacità, tipica dell’essere umano, di analizzare e pensare i propri processi di pensiero. Si potrebbe sostenere che sia lacapacità di metacognizione, un processo di astrazione che consente consapevolezza su sè stessi, sul proprio modo di pensare, ragionare ecc. Infatti, attraverso questa capacità la persona esamina i propri pensieri, fa previsioni in base ad essi, ne valuta l’adeguatezza ed eventualmente li modifica se necessario. Per compiere queste operazioni è necessario che l’individuo prenda in considerazione prospettive diverse in modo che possa modificare il proprio comportamento in base alle eventuali valutazioni che lo conducono ad assumere una prospettiva piuttosto che l’altra. 3.3 Il sistema del Sé e l’autoefficacia percepita I meccanismi cognitivi di base sopradescritti non corrispondono a variabili isolate, ma interagiscono costituendo un sistema coerente. In particolare le capacità di previsione, autoregolazione e autoriflessione interagiscono costituendo un sistema integrato che è il sistema del Sé, ovvero nucleo centrale della personalità umana. Il sistema del Sé è coinvolto nel suo insieme nella regolazione del comportamento. Questo avviene inmomenti specifici, ad esempio quando la persona riceve feedback espliciti sulle proprie condotte. In questo caso si attivano le tre capacità sopra citate che costituiscono il sistema unico del Sé. Nel sistema del Sé, vi sarebbe un insieme di elementi che contribuiscono come gli strumenti di un’orchestra al funzionamento della personalità. Uno di questi elementi, molto importante per Bandura è l’autoefficacia percepita: questa è definita come la credenza di poter attuare comportamenti in grado di condizionare la propria vita. Si riferisce alle aspettative, relative al Sé, e alle convinzioni rispetto alla propria capacità di portare a termine con successo le azioni e i task richiesti in situazioni future, quindi siriferisce all’aspettativa e convinzione riguardo alla prestazione. L’autoefficacia percepita è definita dall’autore come una valutazione cognitiva, non è una 10 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni motivazione e nemmeno un bisogno. Rispecchia e corrisponde ad un sistema di credenze che regola e guida il comportamento diretto ad un dato scopo (Bandura, 1977).Lo stesso autore afferma in proposito che: “le persone che hanno una percezione elevata della propria efficacia agiscono,pensano e sentono in maniera differente rispetto alle persone con una bassa autoefficacia percepita. Le prime creano il proprio futuro, non si limitano a prevederlo” (Bandura, 1986; p. 394). L’autoefficacia che regola il funzionamento del Sé esercita un’influenza sul comportamento in base a quattro processi: 1. Cognitivi 2. Decisionali 3. Motivazionali 4. Affettivi Per quanto riguarda i processi cognitivi e decisionali, individui con alta autoefficacia percepita in un determinato ambito del comportamento avranno maggiori probabilità di stabilire per se stessi obbiettivi ambiziosi e impegnativi, in quanto la loro percezionesarà quella di possedere attitudini specifiche e funzionali a quei particolari scopi. Quanto alla sfera motivazionale, individui con alta percezione di autoefficacia si impegneranno con costanza e sforzo nel perseguimento degli obbiettivi e gli sforzi saranno intensificati di fronte ad imprevisti e ostacoli. Per quanto riguarda la sfera affettiva, persone con elevata percezione di autoefficacia saranno in grado di gestire le emozioni connesse al compito tenendo sotto controllo i livelli di ansia e stress 11 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni ad esso associati. Per tutte queste dimensioni, le persone con una bassa o modesta percezione di autoefficacia mostreranno caratteristiche opposte: tenderanno a fissare obbiettivi poco impegnativi e ambiziosi, investiranno uno scarso impegno e un basso livello di sforzo e mostreranno difficoltà nella gestione delle emozioni connesse ai compiti facendosi spesso sopraffare dallo stress. Abbiamo detto che l’autoefficacia percepita ha un ruolo cruciale nel funzionamento della personalità umana secondo Bandura. A tal proposito l’autore specifica le modalità in cui si vengono a formare le aspettative relative alla propria capacità di agire in vista degli obbiettivi. In particolare, Bandura descrive quattro possibili fonti dell’autoefficacia: I. Esperienza personale (passata): aver sperimentato successi/insuccessi nelle esperienze passate. In caso di successo in esperienze precedentil’individuo tenderà a credere di più nelle proprie capacità, irrobustendo la fiducia in se stesso rispetto ad un determinato ambito. II. Esperienze vicarie: si basa sull’apprendimento sociale. Il fatto che altri individui, simili, abbiano agito in un determinato modo portando a termine compiti con successo sula base degli obbiettivi, precedentemente stabiliti, contribuisce a determinare un certo grado di fiducia in termini di possibilitàdi raggiungere lo stesso risultato. III. Persuasione verbale: Attraverso incoraggiamento da parte di altre personeè possibile aumentare la fiducia relativa alle proprie capacità e l’individuo può intensificare sforzi per raggiungere gli obbiettivi. IV. Stati fisiologici ed affettivi: Impatto del livello di stress e del tono dell’umore sul trarre conclusioni relative alle proprie possibilità di successo/insuccesso. Ora che sono state affrontate le variabili influenti nel funzionamento della personalità, èutile fare precisazioni sul costrutto di autoefficacia. In particolare questo è diverso da quello di autostima. Questa è definita come il senso globale che ogni persona attribuisce al proprio valore, mentre 12 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni l’autoefficacia percepita è sempre relativa ad ambiti circoscritti, della vita di una persona e a specifici obbiettivi. Fin qui abbiamo preso in esame le caratteristiche psicologiche che caratterizzanoil “nucleo” di base della personalità. Nel paragrafo successivo saranno approfondite le modalità secondo cui queste qualità sono apprese dagli individui, dunque in che modo la personalità si sviluppa. Secondo la teoria cognitivo-sociale di Bandura lo sviluppo della personalità, a differenza di altri orientamenti teorici, avviene durante tutto l’arco di vita di una persona. Bandura non definisce stadi di sviluppo della personalità in quanto, nella sua visione, le persone sviluppano competenze in domini specifici del comportamento pertanto è imprescindibile che esse apprendano le capacità di autoregolare il proprio comportamento sulla base di capacità interne che degli elementi esterni che dipendono dalle situazioni. In quest’ottica, evoluzioni personali e cambiamenti possono aver luogo in ogni momento lungo il corso della vita. 4 Lo sviluppo della Personalità 4.1. Apprendimento per osservazione: modelling sociale Questo modello teorico suggerisce che gli individui apprendono attraverso l’osservazione del comportamento degli altri e attraverso un aspetto motivazionale. Bandura sostiene che il modellamento sia alla base dell’apprendimento e dello sviluppo delle caratteristiche psicologiche della persona. L’importanza dell’apprendimento per osservazione riflette l’importanza che assume, in questa cornice teorica, l’aspetto “sociale”. I bambini (e anche gli adulti) apprendono abilità e sviluppano le loro aspettative sulle loro personali capacità osservando il comportamento di altre persone (genitori, fratelli, pari ecc…). Questo tipo di apprendimento non è automatico in quanto un individuo non segue obbligatoriamente il comportamento altrui. Durante le fasi di sviluppo i bambini 13 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni infatti imparano a scegliere autonomamente i propri modelli da osservare e in questo modo danno forma attivamente alle proprie esperienze. Il modellamento, o modellamento sociale, per Bandura è un processo regolato da quattro funzioni: prestare attenzione ai comportamenti messi in atto dal modello da imitare; ritenere le informazioni, acquisite grazie allo step precedente, per poterviattingere quando necessario; riprodurre il comportamento; si deve avere la spinta motivazionale adeguata per poter mettere in atto queldato comportamento. Gli individui, dunque, in questo modo sperimentano gli eventi e le situazioni anche indirettamente, attraverso i processi vicari. Nei contesti sociali tali processi coinvolgono necessariamente due individui, uno che attua un comportamento e sperimenta la situazione in modo diretto e un altro che la sperimenta indirettamente. 4.2. Esecuzione del comportamento: rinforzo vicario e aspettative Una volta acquisita una capacità non è detto che questa si traduca in azione, ovveronella messa in atto di un comportamento. L’osservazione di un comportamento altrui influenza l’apprendimento, non la messa in atto di quel dato comportamento. L’esecuzione di un comportamento dipende dalle aspettative, cioè dai rinforzi o punizioni come risultati che una persona si aspetta mettendo in atto un particolare comportamento. Si parla di rinforzo vicario in riferimento al rinforzo ricevuto dalla persona che mette in atto il comportamento (modello). Questo è in grado di avere un’influenza sulla effettiva azione dell’osservatore. L’effetto del rinforzo vicario implicain qualche misura lo sviluppo di un’aspettativa, in riferimento alla rappresentazione mentale 14 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni dell’osservatore che associa azione e rinforzo. Questo processo mentale prende il nome di aspettativa di risultato e si riferisce all’insieme delle convinzioni che riguardano le conseguenze di una determinata azione. Sono queste aspettative che influenzano la messa in atto dei comportamenti più che il rinforzostesso. I rinforzi agiscono in due modi: 1) i rinforzi portano l’individuo a formulare aspettative rispetto a quale comportamento sia efficace in una data situazione; 2) irinforzi forniscono il potenziale per futuri stati motivazionali tramite anticipazione del loro ripresentarsi in situazioni, simili, future. 4.3. Apprendimento vicario emotivo Un’altra forma di apprendimento vicario è quello dell’esperienza emotiva. Questa si riferisce all’attivazione vicaria emotiva o empatia. Questa ha luogo durantel’osservazione di una persona che sta provando un’emozione intensa e l’individuo che osserva prova la stessa emozione, anche se con un livello inferiore di intensità. Tale tipo di esperienza si pone come un’occasione per l’apprendimento, non lo implica, in quanto mette le persone nella condizione di apprendere ciò che è spiacevole e ciò che è piacevole. Le emozioni infatti talvolta possono essere sperimentate anche attraverso altre persone. Questa attivazione crea lo spazio affinchè si verifichi un vero e proprio apprendimento vicario emotivo, ovvero l’apprendimento di una reazione emotiva mediante l’osservazione delle reazioni emotive degli altri (modelli). 15 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni 5. La terapia nella teoria cognitivo-sociale 5.1. La visione dello stato patologico, o di disagio In questo contesto il comportamento disfunzionale è visto come frutto di un apprendimento tramite l’esposizione a modelli non funzionali e inadeguati. A comportamento appreso, i rinforzi vicari o diretti fanno sì che questo sia ripetuto (es: fobie). L’apprendimento attraverso l’osservazione e il modellamento sociale sono importanti nell’ottica di Bandura, ma la causa più importante del disagio psicologico è ricondotta ad aspettative e valutazioni rispetto a sé stessi. La patologia è vista infatti diretta conseguenza di cognizioni disfunzionali che conducono a comportamenti edemozioni non adeguate. Aspettative e valutazioni di sé stessi non funzionali conducono ad basso livello di autoefficacia percepita dando luogo a sintomi quali ansia e depressione. Mentre l’ansiasi pone come risposta alla percezione della propria bassa efficacia di fronte ad una situazione che l’individuo vive come minacciosa, la depressione invece trarrebbe origine come conseguenza di una bassa autoefficacia quando la situazione non è minacciosa, bensì desiderabile e rifletterebbe una dissonanza tra i propri standard e la prestazione effettuata. 5.2. Il cambiamento tramite la terapia Nell’ottica cognitivo-sociale uno strumento considerato efficace per condurre al cambiamento è quello del modellamento partecipante. Tale strumento clinico permetteche l’individuo osservi un modello e sia incoraggiato a a mettere in atto il comportamento osservato. Questo può avvenire 16 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni tramite un’azione vera e propria oppure tramite la ripetizione mentale dell’azione. Secondo Bandura, la messa in atto di comportamenti funzionali osservati genera cambiamento in quanto migliora la prestazione e soprattutto l’incremento della percezione di autoefficacia. Inizialmente introdotto nel trattamento delle fobie specifiche, successivamente il modellamento partecipante è stato utilizzato per il trattamento di diversi disturbipsicologici. Alla base del cambiamento, secondo la teoria cognitivo-sociale, ci sarebbe l’incremento del senso di autoefficacia. Questo condurrebbe ad un maggiore sforzo e ad una maggiorecostanza nell’impegno che a loro volta avrebbero un’influenza positiva sulla prestazione del soggetto. Cervone (1995) mette in evidenza in alcuni studi come il cambiamento per effetto della terapia cognitivo-sociale produca effetti spesso duraturi nel tempo e che possono essere generalizzati ad altri ambiti e contesti di vita, rispetto a quelli problematici in origine. 6. Applicazioni della teoria cognitivo-sociale Le applicazioni della prospettiva cognitivo-sociale si rifanno al costrutto di autoefficacia percepita. Rispetto a questa, tale approccio trova un’ampia gamma di contesti in cui può essere applicata: promozione della salute e disincentivo di comportamenti a rischio; ruolo dellacultura e sviluppo dei sistemi di convinzioni, credenze e valori; contesto lavorativo e sport. Contesto della Salute Diverse ricerche in quest’ambito si sono concentrate sulla promozione della salute e sulla relazione tra autoefficacia e funzionamento fisiologico. Per quanto riguarda la promozione della salute, le persone che mosatrno un più elevato senso di autoefficacia sono quelle più propense a mettere in atto comportamentivolti alla salvaguardia della propria salute: 17 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni - Smettere di fumare (Williams et al, 2009) - Fare attività fisica (Wilson et al, 2008) - Attenzione alla qualità alimentare (Wiiliams et al, 2009) Quanto alla relazione tra convinzioni di autoefficacia e funzionamento fisiologico, i risultati di alcuni studi hanno messo in evidenza la relazione positiva tra alta autoefficacia e buon funzionamento del sistema immunitario (es: Wiedenfeld et al., 1990). Contesto sportivo Alcuni studi hanno documentato come adeguati livelli di autoefficacia tendono a portare gli atleti a fissare obbiettivi ambiziosi, ma tenendo conto delle proprie capacità. Questi inoltre tendono a saper gestire lo stress e l’attivazione data dalle competizioni oltre al senso di frustrazione causato da momenti difficili durante o dopo la prestazione (Gouldet al, 1989). Contesto lavorativo e professionale: All’interno di tale contesto, oltre all’autoefficacia personale è importante il costrutto di autoefficacia collettiva. Questa riflette un’estensione al gruppo, in questo caso di lavoroed è definita come la convinzione di possedere insieme la capacità di raggiungere gli obbiettivi stabiliti. Un esempio di ricerca in questo settore è quella condotta da Bandura (2000) che ha messo in luce come le persone entro un gruppo di lavoro in cui vi è uno stato diffuso di buoni livelli di autoefficacia, in relazione a situazioni in cui vi è una generale bassa efficacia, mostrano un comportamento determinato nel raggiungimento degli obbiettivi lavorativi collettivi. 18 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni 7. Sviluppi recenti dell’approccio cognitivo-sociale Parlare di recenti sviluppi di tale prospettiva teorica non è del corretto in quanto, dato che il suo maggior esponente ha provveduto fino ad anni recentissimi a integrare il suo contributo e a svilupparlo. In ogni caso, tale approccio è entrato a far parte di diverse teorie psicologiche incentrate sul funzionamento dei processi cognitivi e il loro intreccio con la personalità, oltre che sui contesti sociali entro cui si sviluppano tali processi. Si possono definire comunque alcuni sviluppi recenti. Un primo filone è quello che prende in esame e cercare di approfondire il sistema di Convinzioni delle personerelative a sé stesse. Queste rappresentano quelle che in precedenza abbiamo definito come nucleo di base della personalità umana, variabili interne alla persona. Markus (1977) si è interessata agli schemi del Sé, quelle strutture conoscitive e dinamiche che giocano un ruolo determinante nell’elaborazione di nuove informazioni relative a sé stessi. Questi schemi sono intesi come strutture ordinate e organizzate di conoscenza su sé stessi che guidano e dirigono l’acquisizione di nuove informazioni su sé stessi. Le persone differiscono tra loro in base agli schemi del Sé, ma tutti gli individuiavrebbero la tendenza a mantenere tali schemi, una volta elaborati. Un secondo filone di sviluppo è quello che prende in considerazione gli obbiettivi verso cui sono dirette le azioni umane (comportamenti). Entro tale oggetto di indagine, Dwecket al (1988) sostengono che gli obbiettivi relativi ad una stessa attività possono essere differenti e distinguono due tipologie di obbiettivi: I. Obbiettivi di apprendimento: legati all’aumento delle proprie conoscenze in relazione ad un compito 19 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge Corso di Psicologia della Personalità Prof. Silvia Zabberoni II. Obbiettivi di prestazione: obbiettivi legati al desiderio di riconoscimento da parte degli altri delle proprie capacità. 20 Revisione in data 09/06/2023 È vietato copiare e riprodurre il presente documento se non nei limiti di legge