Psicologia della Personalità e delle Differenze Individuali - Riassunto PDF

Summary

Questo documento riassume il libro di psicologia della personalità e delle differenze individuali. Il libro esplora la definizione di personalità, le teorie ingenue e scientifiche in merito al funzionamento della personalità umana e le diverse componenti che la costituiscono. L'autore, Roberto Burro, introduce e analizza vari approcci psicologici.

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Riassunto Psicologia della personalità e delle differenze individuali Professore Roberto Burro … Capitolo 1 - Introduzione allo studio della personalità 1.1 - Che cos'è la Che cos'è la personalità? personalità La parola personalità deriva dal termine latino "persona", ossia...

Riassunto Psicologia della personalità e delle differenze individuali Professore Roberto Burro … Capitolo 1 - Introduzione allo studio della personalità 1.1 - Che cos'è la Che cos'è la personalità? personalità La parola personalità deriva dal termine latino "persona", ossia maschera che si assume in una recita o personaggio. È quindi non qualcosa che nasconde, ma qualcosa di visibile, manifesto; è corretto dire che la personalità si riferisce alle apparenze esterne, allo stile di condotta di un individuo in rapporto all'ambiente, come appare in modo manifesto. Gli psicologi hanno usato il termine personalità sottolineandone aspetti differenti 1. Maschera coerente - idea di coerenza e continuità, che continua nel tempo, perdura sulla persona e non qualcosa passeggero. La coerenza/continuità può essere rilevata nel tempo (Marta era chiacchierona da piccola e lo è ancora) oppure nelle diverse situazioni, nello spazio e negli ambienti differenti (Alessandro è socievole ed estroverso, sia al lavoro che con gli amici). 2. Forza causale interna: in altri casi il termine personalità viene impiegato per trasmettere l'idea che la causa di un comportamento messo in atto da un individuo sia da ricercare in una forza causale interna alla persona, una spinta interiore. Da questi due punti derivano altre 2 parole chiave importanti: prevedere/anticipare. Se si presuppone che le persone si comportino in maniera coerente/continua e che le caratteristiche di personalità siano la causa del comportamento, allora è possibile prevedere e anticipare come le persone si comporteranno in un momento futuro in una certa situazione. ○ Es: se un amico è un ritardatario cronico (quindi prevediamo un suo ritardo al cinema), l'unico modo per vedere il film dall'inizio è invitarlo con largo anticipo. Ossia la previsione circa il comportamento è importante ai fini dell'obiettivo (vedere il film). 3. Caratteristiche distintive: infine, il termine personalità viene usato per sintetizzare le qualità che sono caratteristiche e distintive dell'essenza dell'individuo, permettendoci di interfacciarci in modo migliore. La personalità cattura e riassume le dimensioni fondamentali della persona, ciò che è rappresentativo e distintivo dell'individuo. La fallacia nominalistica, il dare etichette sembra aiutarci a conoscere le persone e di agire meno nell'ignoto, di collocarle (con giudizio). Affermando che l'estroversione sia una caratteristica di una persona, è possibile ravvisare l'estroversione in tutti i suoi comportamenti. Definizione Detto questo, che cos'è la personalità? Una buona definizione è quella data da Carver e Scheier (definizione che modifica le definizione di Allport, inventore della psicologia della personalità moderna nel tentativo di misurarla oggettivamente): Personalità: la personalità è un'organizzazione dinamica, interna all'individuo, di sistemi psico-fisiologici che determinano i pattern di comportamento, di pensiero e di emozioni tipici di ciascun individuo Dinamica: non sempre uguale, un introverso può mostrare comportamento Psicologia della personalità Pagina 1 - Dinamica: non sempre uguale, un introverso può mostrare comportamento estroversi. Non la somma dei singoli elementi che la costituiscono ma caratterizzata da interazioni. - Interna all'individuo: rintracciabile a livello interno della persona - Di sistemi psico-fisiologici: riguardante sia fenomeni cognitivi ed emotivi, che componenti fisiologiche (un introverso avrà una conduttanza cutanea, sudorazione, battito cardiaco diverso parlando in pubblico rispetto ad un estroverso). Inoltre, si sottolinea la componente genetica, in interazione con l'esperienza e l'ambiente - Determinano pattern di comportamento, di pensiero e di emozioni, valore causale della personalità che determina il modo dell'individuo di reazionarsi con il proprio ambiente interno ed esterno. L'individuo si relaziona all'ambiente tramite specifici pattern di comportamento Le caratteristiche psicologiche non sono un "non ce l'hai o ce l'hai", ma quanto queste sono presenti. Tutti abbiamo una caratteristica di estroversione (o introversione) ma queste sono presenti in grado diverso. 1.2 - Che cosa studia Che cosa studia la psicologia della personalità? la psicologia della Di cosa si occupa chi studia la personalità? Dell'universale (questioni comuni a tutti) personalità parzialmente differente/somigliante (…) e unico (alcuni approcci si concentrano sulle componenti uniche della personalità. Come suggerito da Kluckhohn e Murray (1948), ciascun essere umano, è per certi versi: - Simile a tutti gli esseri umani - livello di indagine relativo agli universali umani, ossia gli aspetti tipici dell'intera specie umana (ad esempio il desiderio universale di sentirsi accettati) La psicologia umanistica si occupa di questo livello, di ciò che è comune e universale - Simile a qualche altro individuo e differente dagli altri - livello di indagine delle differenze tra gli individui, vale a dire le caratteristiche psicologiche che accomunano tra loro alcuni individui e li rendono differenti dagli altri (ad esempio, introversi ed estroversi). Riferimento alle dimensioni psicologiche che definiscono alcune differenze individuali (ciò che ci rende simili o differenti dagli altri) e differenze tra gruppi (ciò che ci rende simili alle persone di un gruppo e diversi dai membri di un altro gruppo) Le teorie dei tratti (presenza o meno di tratti come estroversione/introversione) si collocano qui - Differente da tutti gli individui - livello di indagine dell'unicità di ciascun essere umano. Ognuno di noi possiede qualità personali che non condivide con altre persone e che lo definiscono quanto essere umano unico e irrepetibile. Derivante dall'interazione non replicabile tra l'unicità genetica e quella dell'ambiente. (per esempio, espressione completamente unica del bisogno di amare). All'approccio psicoanalitico della personalità interessa solo questo livello 1.3 - Dalle teorie Dalle teorie ingenue alle teorie scientifiche della ingenue alle teorie scientifiche della personalità personalità Distinzione tra fare psicologia ingenua e psicologia scientifica della personalità: è una questione di metodo, non di obiettivo. L'obiettivo è il medesimo, cambiano i metodi. Proviamo a pensare ad una persona che conosciamo bene e farne una breve descrizione "ingenua". "La mia amica è una persona molto ansiosa, sempre preoccupata che possa succedere qualcosa di brutto. Per evitare qualsiasi imprevisto, cerca di programmare ogni cosa in modo di avere sempre tutto sotto controllo. Probabilmente la sua ansia è legata alla paura di non essere in grado di affrontare ciò che quotidianamente le accade. È sempre stata così, fin da quando andavamo insieme alle elementari" Il testo ha una struttura tipica, a tutte le persone capita di porsi questi quesiti sulla personalità propria o altrui. Psicologia della personalità Pagina 2 personalità propria o altrui. - Vengono dapprima individuate delle caratteristiche della personalità che giustificano alcuni comportamento (ansiosa e quindi cerca di programmare…) - Si prosegue ricercando il motivo di tali comportamenti (probabilmente la sua ansia è legata alla paura di non essere in grado di affrontare ciò che quotidianamente le accade) - Infine, si ipotizza come tali comportamenti si siano sviluppati nel tempo (è sempre stata così, fin da quando andavamo insieme alle elementari) Nel corso della vita, le persone, osservando il comportamento di altri soggetti, costruiscono le proprie opinioni in merito al funzionamento della personalità umana. A questo modo di pensare appartengono le cosiddette teorie ingenue di personalità, ossia l'insieme delle rappresentazioni e delle credenze che ciascuno ha sviluppato in relazione alla personalità. Le domande di teorici ingenui e scienziati sono le medesime, ma le modalità di ricerca delle risposte (metodi) è ben diversa. Chi ricerca in maniera ingenua cerca di dimostrare i fatti, chi procede in maniera scientifica cerca di confermare o falsificare le proprie ipotesi. Una differenza fondamentale tra le teorie ingenue e le teorie scientifiche della personalità consiste nella possibilità di procedere alla verifica sperimentale delle affermazioni fatte. Lo scienziato della personalità - Fa ipotesi formulate in maniera tale che possano essere verificate tramite metodo sperimentale - Ricorre a osservazioni obiettive e sistematiche di gruppi ampi e diversificati di persone (non una sola) e integra tali osservazioni con ulteriori misurazioni effettuate attraverso metodi di ricerca scientifici (questionari self-report, colloqui clinici, strumenti di rilevazione psicofisiologici). - Le ipotesi teoriche, dopo essere state confermate, vengono integrate all'interno di una teoria - Prende in considerazione la persona nella sua totalità e nei suoi diversi aspetti, mentre l'uomo comune ingenuo riflette ed elabora le proprie opinioni focalizzandosi esclusivamente sugli aspetti che più lo interessano o incuriosiscono. La teoria scientifica è una teoria comprensiva poiché si occupa dei differenti processi e meccanismi di funzionamento psicologico nella sua globalità - Si pone l'obiettivo di trarne indicazioni per progettare interventi applicativi a beneficio del singolo e della società 1.4 - Quali fattori Quali fattori determinano la personalità? determinano la personalità Fattori genetici Spesso le persone sono portate a pensare che alcuni modi di essere "ce li abbiamo nel sangue" e che gli individui "sono fatti così" senza margine di cambiamento. Da quando si è codificato il genoma si è alla ricerca di un "gene della personalità" (e ancora prima nello studio dei gemelli. Teorie ingenue a parte, diversi studi hanno dimostrato il ruolo significativo che l'eredità ricopre a determinare le caratteristiche della personalità. Caratteristiche complesse come l'intelligenza hanno una componente genetica. Secondo alcuni studi il 60% della personalità ha caratteristiche ereditarie (nel mondo osservo una variabilità, che è spiegata al 60% da variazione genetica, il resto è ambiente). Alcune ricerche sui gemelli dimostrano che questi, anche se separati alla nascita, mostrano profonde similarità di personalità. Altri studi sono stati fatti per individuare la variabilità della personalità in gemelli identici, fratelli, genitori, figli adottivi (come varia la similarità di personalità a seconda di fattori genetici condivisi). La questione su quanto la personalità sia influenzata da fattori ereditari nasce nel momento in cui si sviluppa la disciplina e incontra la psicologia generale e la filosofia nella polemica tra innatisti ed empiristi (vedi Cartesio, Newton, Mendeleev…). Psicologia della personalità Pagina 3 polemica tra innatisti ed empiristi (vedi Cartesio, Newton, Mendeleev…). Oggi non c'è più discussione sul fatto che i geni influenzano la personalità, piuttosto i teorici si confrontano su quanto il patrimonio genetico, in interazione con l'ambiente, determini lo sviluppo della persona. Fattori disposizionali Distinzione tra fattori situazionali (esterni, indipendenti da me) e disposizionali (interni, dipendenti da me e da un mio particolare modo d'essere). Alcuni teorici della personalità ritengono che le persone si differenzino in base al possesso di disposizioni stabili, denominate frequentemente come tratti. Prima di tratti, storicamente, si parlava di tipi di personalità. I tratti fanno riferimento a quegli elementi costitutivi della personalità che rimangono costanti nel corso della vita, assicurando una coerenza e continuità alla condotta sia in senso evolutivo-longitudinale (stabile nelle fasi della vita) che cross-situazionale (coerente al cambiare dei contesti). I teorici sui tratti si sono interrogati sulla tipologia e sulla numerosità di tali tratti, proponendo molteplici modelli. Le teorie dei fattori disposizionali hanno due questioni fondamentali: trovare le dimensioni minime per descrivere la personalità, e descrivere quanto queste siano più o meno dipendenti dall'esterno. All'interno della prospettiva dei tratti, alcuni autori (Eysenck , 1975) considerano i fattori disposizionali, come l'estroversione o il nevroticismo, come tratti originari determinati geneticamente; altri teorici (Saucier e Goldberg, 1996; Wiggins, 1979) invece, ritengono i tratti come delle etichette descrittive di caratteristiche di personalità, senza alcun ancoraggio di tipo biologico. Nel corso dei lavori teorici e di ricerca legati all'identificazione dei tratti fondamentali, si è creato un dibattito circa l'influenza e il ruolo delle situazioni, e quindi dei fattori esterni, a determinare le disposizioni Questo ha dato origine all’odierno approccio interazionista secondo cui la personalità è frutto dell’interazione tra disposizioni e situazioni. Fattori socioculturali La cultura contribuisce in larga misura a determinare le pratiche specifiche di una società in riferimento a variabili come il corteggiamento, il matrimonio, l'educazione, la politica, la religione, la giustizia. Ogni società ha le sue norme che regolano i comportamenti delle persone. Le determinanti socioculturali, caratterizzano il modo di essere di un individuo: livello socioeconomico, dall'area geografica, dalla cultura personale, dalla cultura e società d'appartenenza. Fattori legati all'apprendimento Nel corso della vita gli individui sono esposti a condizionamenti ambientali, al modellamento da parte di rinforzi positivi e negativi forniti dai propri contesti di riferimento e, quindi, a fattori legati all'apprendimento. - Apprendimento: il modo in cui l'esperienza personale muta come l'ambiente conduce il comportamento Se due persone vivono nello stesso ambiente, ma fanno esperienze differenti, questo inciderà meno sulla personalità rispetto a esperienze simili. Un caso estremo è quello del trauma, ossia come questa esperienza e apprendimento muti la personalità. I teorici dell'apprendimento, che si rifanno prevalentemente alla tradizione comportamentista, ritengono che le persone siano prevalentemente il frutto di ricompense o punizioni e le loro personalità differiscano perché hanno una storia diversa legata a tali variabili. Un'implicazione di questo punto di vista è che sia possibile controllare lo sviluppo della persona manipolando le circostanze in cui vengono elargite ricompense e punizioni (qualunque persona, somministrati i giusti stimoli, può diventare un medico, un Psicologia della personalità Pagina 4 (qualunque persona, somministrati i giusti stimoli, può diventare un medico, un assassino…) Fattori esistenziali Le teorie di stampo umanistico-esistenziale e con un approccio di tipo fenomenologico si interrogano su alcune questioni esistenziali: qual è il senso della vita? Cosa significa essere consapevoli del fatto che la vita ha un fine? Quali sono i valori su cui basare la propria vita? Quali sono i bisogni fondamentali dell'uomo? Sulla base delle risposte a tali quesiti, le persone sviluppano una propria visione del mondo e dell'uomo che e differenzia. Questa teoria affronta temi quali il libero arbitrio e la capacità di autodeterminazione. Secondo queste teorie, ciò che contraddistingue la personalità di una persona è il modo in cui valutano, interpretano e rispondono alle esperienze. In sintesi, gli psicologi che enfatizzano tali fattori ritengono che ognuno sia responsabile della propria vita: siamo noi che scegliamo cosa vogliamo diventare. Meccanismi inconsci Non sempre le persone sono consapevoli di ciò che fanno e pensano e non riescono a spiegare perché compiono determinate azioni. Alcuni teorici della personalità sottolineano l'importanza di esplorare le cause sottostanti al comportamento e di capire i meccanismi inconsci. Alcuni aspetti sono inconsci, sfuggono al nostro controllo volontario, mentre altri sono soggetti al controllo volontario, e una cosa può diventare l'altra. Le teorie psicoanalitiche propongono lo studio delle determinanti inconsce della personalità, presenti e influenti fin dall'infanzia. Secondo un teorico che abbraccia tale prospettiva non ha senso chiedere a una persona perché agisce in un determinato modo, dal momento che le reali cause del suo comportamento sono in genere non chiare o sconosciute. Processi cognitivi Le persone si caratterizzano per le modalità con cui percepiscono, trattengono, trasformano e traducono in azione (apprendimento, memoria, percezione, sensazione, processi cognitivi) le informazioni dell'ambiente. Attraverso le idee che si fanno del mondo che li circonda, gli individui si pongono degli obiettivi, si autoregolano rispetto al proprio modo di agire e fare esperienze con gli altri. I teorici della personalità che enfatizzano l'importanza di tali fattori focalizzano l'attenzione su quei processi mediante i quali gli individui caratterizzano la realtà e le attribuiscono un significato. Sarei la stessa senza vista, udito, olfatto, tatto, gusto? Le teorie cognitive descrivono le differenze cognitive (il modo di vedere il mondo, di elaborare le informazioni) che trovo in persone con personalità diverse. Esempio: il modo di ritenere ed elaborare le informazioni è diverso da un estroverso a un introverso. 1.5 - Le questioni Le questioni fondamentali nello studio della fondamentali nello studio della personalità personalità Qual è l'importanza del passato, del presente e del futuro? Qual è l'importanza attribuita al passato, al presente e al futuro nel determinare la personalità, nell'influenzare il suo modo di essere? - Nella prospettiva psicanalitica di Freud, si mette in evidenza il passato, come i primi anni di vita siano fondamentali e come il carattere di una persona sia già delineato intorno ai 5 anni. - Altre prospettive teoriche come quella di Kelly hanno sottolineato l'importanza di considerare il comportamento umano (agente attivo) orientato al futuro, capace di auto-regolare il proprio comportamento e non come passivo rispetto al Psicologia della personalità Pagina 5 auto-regolare il proprio comportamento e non come passivo rispetto al condizionamento del passato. Lo studio della personalità in questa prospettiva riguarda la considerazione degli obiettivi che l'individuo si pone, le mete da raggiungere, gli scopi a cui tendere (prospettive cognitive e cognitivo-sociali, in autori come Allport, Bandura e Mishel, Kelly). Secondo Kelly "è il futuro che tormenta l'uomo, non il passato" - Nell'ambito della prospettiva comportamentista, autori come Skinner tendono ad accentuare l'importanza del presente nel determinare la personalità, sottolineando il ruolo delle contingente esterne nel creare specifiche abitudini di risposta Cosa motiva il comportamento umano? In generale gli psicologi hanno cercato di capire quale è la forza che sta alla base del comportamento umano, con differenti prospettive teoriche. - Secondo teorici come Freud, Skinner, Dollard e Miller prevale una motivazione di tipo edonistico, ossia una tendenza alla ricerca del piacere ed evitamento del dolore - In autori come Rogers, Maslow, Jung, Horney, ciò a cui tende l'uomo è l'autorealizzazione, ossia esprimere appieno le proprie potenzialità - In una prospettiva cognitivista come quella di Kelly o umanistico-esistenziale come quella di May, ciò che spinge le persone è la ricerca del significato di ciò che le circonda e la riduzione dell'incertezza - Nell'ottica cognitivo-sociale, come quella di Bandura e Mishel, ciò che muove il comportamento umano è una motivazione autodiretta, definita "autoregolazione": l'individuo si prefigge obiettivi personali individua il percorso per raggiungerli e valuta se il proprio comportamento è funzionale al loro raggiungimento. Qual è il ruolo dei meccanismi inconsci? - Le teorie del profondo (Freud, psicanalisi, psicologia dinamica) hanno posto particolare attenzione ai meccanismi inconsci nello studio della personalità. - Anche in autori di stampo biologico ed evoluzionistico viene dato rilievo ad aspetto non consapevoli, come modalità di pensiero o di azione che si attivano automaticamente e in maniera rapida per affrontare problemi adattivi che l'ambiente ci pone - Nella prospettiva umanistica (Rogers) si afferma che il concetto di Sé che struttura la personalità sia fondamentalmente conscio - Nelle prospettive dei tratti o nelle teorie dell'apprendimento, l'influenza degli aspetti inconsci è negata Il comportamento umano è liberamente scelto o determinato? Nell'ambito degli studi sulla personalità è possibile osservare due posizioni riduzionistiche opposte, le quali tendono entrambe nel ritenere che il comportamento sia regolato da forze sottratte al controllo diretto della persona - Per il riduzionismo biologico (psicanalisi) le condotte sono governate da fattori genetici, somatici, istintuali, relativi al sistema nervoso etc. Fanno parte di questa categoria le teorie biologiche della personalità e la psicanalisi - Per il riduzionismo sociologico-ambientale, il comportamento è il risultato dei condizionamenti sociali, culturali e di meccanismi legati ai rinforzi positivi, negativi e alle punizioni, ossia modellato dall'interazione con l'ambiente. La personalità non dipende da vincoli genetici ma vincoli ambientali imposti. Fanno parte di questa categoria le teorie di stampo comportamentista Unicità o comunanza tra gli individui - Secondo alcuni approcci, ogni persona è unica sia per il patrimonio genetico che per le esperienze ambientali, non esistono individui uguali. La personalità viene studiata Psicologia della personalità Pagina 6 le esperienze ambientali, non esistono individui uguali. La personalità viene studiata indipendentemente dagli altri, approccio tipico della personalità. - Secondo altri, gli individui hanno moltissimi elementi in comune, sia dal punto di vista biologico (conformazione e funzionamento cervello, apparati sensoriali simili) sia alla cultura di appartenenza. La personalità viene studiata in confronto agli altri (estroversione rispetto a cosa? Secondo il metodo scientifico confronto sempre con una media nella popolazione) Le varie teorie si differenziano per la differente enfasi posta sulla singolarità dell'individuo piuttosto che su ciò che le persone condividono. Distinguiamo quindi - Approccio idiografico: sottolineano l'unicità dell'individuo, usano lo studio di caso e vanno a osservare la persona presa da sola, non consentono la generalizzazione ma la profondità, approccio clinico ma non scientifico (psicanalisi e approccio cognitivo di Kelly) - Approccio nomotetico: si focalizzano sulla similarità e su una osservazione collettiva (Es: Big Five). Metodo scientifico. Permette la generalizzazione. Il comportamento umano è sotto controllo di variabili interne o esterne? Dove si trova il locus of control, il luogo di controllo, il centro di comando del comportamento umano? Il riferimento è a variabili interne, soggettive, disposizionali, come i tratti o i sistemi autoregolatori, oppure a fattori esterni e situazionali. Ci sono da una parte teorie che rimandano alla "proattività" dell'individuo, mosso principalmente da forze interne (es: teorie dei tratti, psicologia fenomenologia e umanistica), e dall'altra studi che propendono per una "reattività" dell'essere umano, il quale agisce attivato da forze esterne riconducibili a stimoli ambientai (es: teorie comportamentiste). La natura umana è positiva o negativa Per gli approcci umanistico-esistenzialisti la personalità è costituita da tendenze positive, mentre per l'approccio psicanalitico e comportamentista la natura umana è istintuale e legata a pulsioni aggressive/negative (o animali, vedi comportamentismo). La personalità è unitaria o multipla? La maggior parte dei teorici considera il conflitto un aspetto presente a pieno titolo nella personalità. Studi legati alla psicologia post-moderna confermano come sia difficile parlare di un "Io" come centro unitario e coerente della personalità e propendono per una visione in cui esisterebbero molteplici stati dell'Io tanto da formulare il concetto di un "io multiplo". L'introspezione è utile o no per conoscere la personalità? - Per gli esistenzialisti l'introspezione è lo strumento più prezioso per lo studio della personalità (Strumento dell'introspezione guidata) - Per i comportamentisti/teorici dell'apprendimento l'introspezione non è utile. Le teorie che si basano su ricerche sperimentali, prevalentemente nell'area biologica, preferiscono ricorrere ad esperimenti in laboratorio e a osservaizoni- - Per l'approccio psicanalitico l'introspezione è utile solo se il resoconto è analizzato da un esperto 1.6 - Una mappa per I 4 quadranti delle teorie della personalità orientarsi: i "Quattro A partire da 2 quesiti Quadranti" della - Il comportamento è una questione biologica o culturale? personalità - Il comportamento è controllato da specifiche variabili oppure esistono forze Psicologia della personalità Pagina 7 personalità - Il comportamento è controllato da specifiche variabili oppure esistono forze autonome che si autoregolano? Quanto la personalità è predeterminata o dipende dal mio libero arbitrio? Posso individuare la posizione di varie teorie della personalità in 4 quadranti Nei quadrati I e II trovano posto le teorie che propongono formulazioni più radicali della personalità e che possono definirsi riduzionistiche: il quadrante I enfatizza i fattori biologici, mentre il quadrante II contiene le posizioni che si appellano al determinismo ambientale concentrandosi su variabili geofisiche e culturali. Le teorie psicanalitiche e quelle dei tratti si collocano in un'area intermedia tra l'area di riduzionismo biologico-culturale e le prospettive che enfatizzano l'autonomia. Nel quadrante IV si inseriscono le teorie cognitive, cognitivo-sociali e umanistiche, che hanno in comune l'enfasi sul ruolo delle strutture cognitive, sulle capacità di progettualità e sulle determinanti emotivo-motivazionali. Capitolo 2 - Metodi di indagine nello studio della personalità 2.1 - Introduzione Introduzione Quali sono i diversi metodi di indagine della personalità? Il processo attraverso cui avviene la valutazione della personalità viene chiamato assessment (termine però anche usato nelle aziende per intendere la valutazione di conoscenze e competenze lavorative. Quando si parla di assessment però dovremmo far riferimento solo alla personalità, non ad altri costrutti come competenze, intelligenza…). Durante il processo di assessment è possibile avvalersi di differenti tipologie di informazioni relative all'individuo che viene valutato. A ben pensare tutti noi facciamo assessment abitualmente: la valutazione della personalità è un'attività che tutti noi spesso facciamo informalmente, al fine di sapere come sono le persone con le quali interagiamo e cosa dobbiamo aspettarci da loro. La valutazione della personalità può essere fatta però anche tramite studio scientifico, avvalendosi di specifiche metodologie di ricerca. 2.2 - Fonti di Le fonti di informazioni: i dati LOTS informazioni nello Quali sono le tipologie di dati che diventano importanti durante l'assessment? Quattro studio della differenti tipologie di dati vengono comunemente impiegate nell'indagine scientifica della personalità: i dati personalità, identificate con l'acronimo LOTS LOTS - L | Life record data - dati relativi agli eventi della vita di ciascun individuo: elementi oggettivi, che possono essere definiti come dei "dati di fatto" e che non necessitano di alcun tipo di interpretazione Psicologia della personalità Pagina 8 alcun tipo di interpretazione - O | Observer data - dati di natura osservativa: informazioni fornite da individui che entrano in contatto con la persona che è oggetto di interesse. Esistono diversi tipi di osservazione, distinti in base alle caratteristiche dell'osservatore e del setting: colui che conduce l'osservatore può essere un professionista senza legami con la persona, oppure un amico, un insegnante o un genitore istruiti per poter rivestire il ruolo di osservatori. Possiamo avere setting artificiali oppure naturalistici. L'osservazione può essere compiuta da più osservatori contemporaneamente sulla stessa persona oggetto di interesse (si stabilisce il grado di accordo inter-giudici, ossia la coerenza tra le osservazioni). - T | Test data - dati di natura sperimentale: ottenuti da un esperimento in un setting controllato in cui vengono rilevate le differenti reazioni dei partecipanti stessi di fronte a una medesima situazione. Le differenze nelle risposte date dai partecipanti vengono spiegate alla luce di differenze nelle caratteristiche di personalità. - S | Self-report data - dati di autodescrizione/autovalutazione: nel processo di autovalutazione le persone stesse assumono il ruolo di osservatori, si auto-valutano, indicano come si vedono (es: sono ottimista, sto bene in compagnia). L'autodescrizione può essere "non strutturata", ma è generalmente preferita la "strutturata" (es: inventari con risposte vero-falso, Likert, differenziale semantico). Alcuni test si focalizzano su una sola caratteristica della personalità, mentre altri vogliono valutare diversi aspetti contemporaneamente. Le fonti di informazioni: test oggettivi e test protettivi (tecniche proiettive o di valutazione implicita) - Test oggettivi: hanno una valutazione standard, uguale per tutti - Test proiettivi: valutano la personalità del soggetto in base ad una interpretazione. Si fa una domanda al soggetto con caratteristiche di vaghezza e ambiguità. Per dare la risposta, l'individuo deve proiettarsi nello stimolo Ci sono alcune tecniche di misurazione non completamente ascrivibili al sistema LOTS, ovvero le tecniche di valutazione implicita. Tali tecniche cercano di capire le caratteristiche della persona indagando come essa interpreta, elabora o valuta determinati stimoli. Il modo in cui vengono fornite le risposte (es: quantificazione dei tempi di reazione, errori) può dare informazioni circa la personalità. - IAT, Test di Associazione Implicita che misura la forza dei legami associativi tra concetti rappresentati in memoria (si valutano i tempi di reazione del categorizzare dicotomicamente parole). - Test di Rorschach e TAT (Test di Appercezione Tematica) dove il soggetto per dare un senso all'ambiguità mostra la propria personalità 2.3 - I disegni di I disegni di ricerca in Psicologia della Personalità: ricerca in psicologia della personalità nomotetico e idiografico Un disegno di ricerca è sempre supportato da un orientamento teorico che indirizza le procedure adottate. Ci sono due approcci - Nomotetico (=regola) | sperimentale: studi il cui interesse principale è ritrovare le somiglianze tra le persone, ciò comporta una predilezione per la raccolta e l'analisi di dati più di tipo quantitativo, con utilizzo di test uguali per tutti i partecipanti alla ricerca. Si descrive la personalità della persona in confronto alla media (sei estroverso perché la tua estroversione è maggiore alla media) cercando di trovare delle leggi applicabili a tutti - Idiografico (=privato) | clinico: orientato a marcare le differenze tra gli individui e quindi più focalizzato sull'unicità e singolarità delle persone (le procedure di ricerca si basano su dati di natura prevalentemente qualitativa, come le narrazioni). Non si fa un confronto quantitativo con una norma, il dato è singolo e di natura qualitativa. Psicologia della personalità Pagina 9 Studio di casi - Studio di caso: approccio alla ricerca che implica lo studio approfondito di una singola persona. Può avere un obiettivo puramente di ricerca ma, per lo più, è associato alla pratica clinica Lo studio di casi è uno dei disegni di ricerca per lo studio della personalità. È uno studio approfondito di una singola persona. Tale tecnica solitamente prevede un lungo periodo di osservazione e tipicamente include anche interviste non strutturate. Qualche volta è necessario trascorrere una o due giornate con la persona in esame per osservare come interagisce con gli altri. Le osservazioni ripetute nel tempo consentono di confermare le ipotesi iniziali, oppure di correggere le impressioni sbagliate: la verifica delle ipotesi iniziali non sarebbe possibile se venisse fatta un'unica osservazione. Nello studio di casi le persone vengono esaminate in un contesto naturalistico (ricerche ecologiche) e non creato dal ricercatore, quindi le informazioni che si raccolgono rispecchiamo maggiormente la vita reale. Lo studio di caso è nato e si è sviluppato in contesti di tipo terapeutico (mancanza di conclusione generalizzabile ma limitata al singolo caso). A metà tra aspetti sperimentali e non - I dati non sono generalizzabili, riguardano un'unica persona. Il metodo scientifico sperimentale è basato sulla generalizzabilità dei dati, derivante dallo studio di tante persone in un campione rappresentativo della popolazione a cui si vuole generalizzare. - Generalizzabilità: si riferisce al grado di applicabilità delle conclusioni di una ricerca effettuata su un campione di persone all'intera popolazione da cui quel campione deriva - Le ipotesi vengono verificate (parte sperimentale). Es: se la persona ha questa personalità (ipotesi), in contesto realistico si comporterà così. La ricerca correlazionale - Ricerca correlazionale: approccio di ricerca in cui si misurano e si mettono in relazione le differenze individuali (le variabili) senza effettuare alcuna manipolazione sperimentale La ricerca correlazionale prevede l'uso di questionari, nella maggior parte self-report, che consentono di raccogliere molte informazioni su un ampio numero di soggetti contemporaneamente. Obiettivo è rilevare l'esistenza di una correlazione tra due variabili (in questo caso, caratteristiche della personalità). Gli studi correlazionali hanno una "doppia freccia". Negli studi sperimentali ho una variabile che manipolo e una che cambia rispetto alla manipolazione della variabile precedente (relazione di tipo causale). Situazione che rappresento con una freccia orientata (questo causa quello). Nella correlazione la freccia è bidirezionale, non so quale variabile causa o influenza quale. Es: è l'estroversione che agisce sull'autostima o l'autostima sull'estroversione? È possibile affermare che due variabili sono correlate quando tendono a variare insieme in modo sistematico. Tale relazione ha due caratteristiche - Direzione della correlazione - Forza della correlazione Esempio C'è relazione (correlazione statistica) tra autostima e prestazione scolastica? Faccio dei questionari e raccolgo i risultati in un grafico di dispersione o scatterplot, in cui la combinazione di un qualsiasi punteggio di una variabile con quello dell'altra può essere Psicologia della personalità Pagina 10 combinazione di un qualsiasi punteggio di una variabile con quello dell'altra può essere rappresentato come un punto in uno spazio bidimensionale - Direzione: ad aumentare dell'estroversione, l'autostima aumenta o diminuisce. Correlazione in proporzione diretta o inversa, variabili direttamente o inversamente proporzionate (non so comunque quale causa quale) Se i valori bassi lungo un asse tendono ad andare con i valori bassi lungo l’altro asse e i valori alti tendono ad andare con i valori alti (come qui in alto), si può affermare che le variabili siano positivamente correlate (=direzione positiva) le persone con una bassa autostima tendono ad avere una media dei voti bassa e le persone con alta autostima tendono ad avere una media dei voti alta. A volte valori alti tendono ad andare con valori bassi (come qui in basso), ossia le variabili siano negativamente correlate (=direzione negativa) le persone con una bassa autostima tendono ad avere una media dei voti alta e le persone con alta autostima tendono ad avere una media dei voti bassa - Forza: si riferisce al grado di accuratezza con cui si possono predire i valori su una dimensione partendo dai valori sull'altra dimensione; la forza mi permette di fare previsioni più o meno corrette: maggiore è la forza di una correlazione, più saranno accurate le mie previsioni. Per esempio, si ipotizzi una correlazione positiva tra l'autostima e la media dei voti. Se Roberto ha alta autostima, con quanta accuratezza è possibile effettuare una stima della media dei suoi voti? Poiché la correlazione è positiva, si potrebbe predire che abbia anche una media dei voti alta. Se la correlazione è anche forte, è molto probabile che la tua predizione sia corretta. Se metto le variabili sull'asse cartesiano, posso determinare la direzione della relazione tramite le coppie correlate. Il modo in cui si distribuiscono i punti raccontano forza e direzione. Es: autostima e media dei voti nel grafico di dispersione. - Punti in modo circolare: la forza della correlazione è bassa. - Chiara direzione: quando tutti i punti sono quasi tutti sulla stessa retta, ossia la che minimizza la distanza tra i punti. Minore è la distanza, maggiore è la forza. Metodo dei minimi quadrati, maggiore è la distanza dei punti dalla retta minima, minore è la correlazione - Se ho una linea orizzontale parallela al piano, non c'è correlazione, non è una variabile ma una costante La forza di una correlazione viene espressa Psicologia della personalità Pagina 11 La forza di una correlazione viene espressa da un numero chiamato coefficiente di correlazione (spesso etichettato con una r minuscola, che assume valori tra 0 ed 1 con - o + per la direzione). - Coefficiente di correlazione: indice statistico che definisce la forza con cui due variabili sono connesse Coefficiente di correlazione Pearson (da -1 a 1) indica la forza della correlazione. Non c'è mai una correlazione di 1, correlazioni tra 0.6 e 0.8 sono forti, tra 0.3 e 0.5 sono moderate e sotto il 0.3 e 0.2 la predizione da una variabile a un'altra diventa molto povera. Correlazioni deboli hanno più dispersione nel grafico cartesiano. La ricerca sperimentale Il disegno correlativo ci dice che le variabili variano assieme (secondo una certa direzione e forza) ma non identificano una causalità, un "perché", ossia una relazione tra una causa e effetto, tra una variabile dipendente ed indipendente (es: l'estroversione agisce sull'autostima ma non viceversa). Se si rappresenta una relazione causa effetto con una freccia direzionata (non bidirezionale) - Ricerca sperimentale: un approccio di ricerca in cui il ricercatore effettua la manipolazione della variabile indipendente, assegna i partecipanti in maniera casuale a una delle diverse condizioni sperimentali e, quindi, rivela l'effetto di tale manipolazione sulla variabile dipendente Analisi fattoriale: serve a capire se c'è una causa che spiega la relazione tra variabili Se ho una correlazione tra autostima e media dei voti, l'analisi fattoriale mi potrebbe dire se c'è una relazione diretta o se le due variabili covariano in relazione alla correlazione con una terza variabile. Posso stabilire un rapporto causale tra la terza variabile e le altre due. Esempio: la covariazione tra autostima e media dei voti potrebbe essere causata dal QI. La ricerca sperimentale consente di stabilire chi è causa e chi è effetto. In un esperimento il ricercatore manipola una variabile, ovvero stabilisce l'esistenza di diversi livelli che la definiscono (es.: bassa autostima, media autostima, alta autostima variabile a 3 livelli) La variabile che viene manipolata è detta variabile indipendente (l’autostima nel nostro esempio) ed è quella che il ricercatore ipotizza come possibile causa. La variabile che si Psicologia della personalità Pagina 12 esempio) ed è quella che il ricercatore ipotizza come possibile causa. La variabile che si pensa possa essere influenzata dalla manipolazione della indipendente, è detta variabile dipendente e rappresenta l’effetto (la media dei voti nel nostro esempio). Ogni variabile che non può essere controllata, come le differenze individuali, viene trattata attraverso l'assegnazione casuale… ossia, ad esempio, si assegnano M ed F casualmente/o in modo bilanciato nelle 3 condizioni di autostima. Con un numero sufficiente di persone, qualsiasi differenza importante tra i partecipanti (così come quelle derivanti da altre fonti) verrà bilanciata tra i gruppi. In conclusione sarà applicata una apposita statistica per confrontare e capire se i 3 livelli della variabile indipendente (autostima) si associano a livelli significativamente differenti della variabile dipendente (media voti). In alcuni disegni sperimentali ci si avvale del controllo sperimentale, ossia, nella condizione di minimo, si considerano 2 campioni di soggetti, uno detto sperimentale, quello per cui si manipola la variabile indipendente e quello di controllo, ossia il campione per il quale non si fa manipolazione della variabile indipendente. Se non c'è controllo, è un disegno correlazionale. Tuttavia questo metodo non è completamente perfetto. Quando si conduce un esperimento, si mostra che la manipolazione causa la differenza nella variabile dipendente, ma non è possibile essere sempre completamente sicuri di quale aspetto della manipolazione ha costituito la causa. Forse era l'aspetto della manipolazione su cui ci si è concentrati o forse un altro (vedi effetto Hawthorne). - Alcune variabili possono sfuggire al controllo sperimentale (es: genere) - Quando manipolo una variabile, è probabile che ne stia manipolando anche altre, soprattutto in contesti complessi. È possibile che siano queste, e non quella intesa, a causare gli effetti. - Effetto Hawthorne: lavorare sotto una luce migliore aumenta la produttività? Non era la luce, ma essere osservati che aumentava la produttività? Quale tipo di ricerca è migliore per studiare la personalità? Tutti e tre gli approcci alla ricerca che abbiamo appena descritto presentano vantaggi e svantaggi - lo studio di casi consente di ottenere una comprensione profonda della persona, ma non consente di trarre delle conclusioni che siano generalizzabili alle altre persone e Psicologia della personalità Pagina 13 non consente di trarre delle conclusioni che siano generalizzabili alle altre persone e non consente alcuna spiegazione di tipo causale in merito a come le diverse caratteristiche di personalità si siano sviluppate e a come si influenzino a vicenda - Il metodo sperimentale mostra le cause e gli effetti, cosa che invece né lo studio di casi, né il metodo correlazionale possono fare, ma a volte c'è incertezza su quale aspetto della manipolazione sia importante ed inoltre tempo dell’esperimento e setting sono troppo limitati e controllati - Il metodo correlazionale consente di esaminare eventi che si svolgono su lunghi periodi (anche decenni) e che sono molto più complessi. Gli studi correlazionali, inoltre, consentono di ottenere informazioni su eventi per i quali la manipolazione sperimentale non sarebbe etica (per esempio, indagare l'impatto del divorzio dei genitori sullo sviluppo della personalità dei figli). Economici in termini di costi e tempo. Alcuni studiosi della personalità suggeriscono che, per poter superare i limiti propri di ciascun approccio di ricerca, sarebbe auspicabile fare ricorso a ciò che viene definito pluralismo metodologico. 2.4 - Criteri di Criteri di valutazione delle misurazioni di valutazione delle misurazioni di personalità: attendibilità e validità personalità Come altri settori della psicologia, lo studio della personalità deve necessariamente fare uso di procedure e misurazioni che siano attendibili e valide Attendibilità delle misurazioni - Attendibilità: stabilità nel tempo e la replicabilità delle misurazioni effettuate (detta anche affidabilità) Quando un'osservazione è attendibile ha un alto grado di coerenza interna o ripetibilità. Una bassa attendibilità significa presenza forte di errore (comunque ineliminabile nei procedimenti di misurazione). L’idea è che usando diversi item le diverse fonti d’errore si elidano. Come si può affrontare il problema dell'attendibilità? La risposta generale è di ripetere la misurazione più di una volta. Solitamente, ciò significa misurare lo stesso aspetto da un punto di vista leggermente diverso o con una "tecnica di misurazione" lievemente differente. In questo modo le differente fonti di errore delle differenti tecniche si annullano a vicenda. Coerenza interna - Coerenza interna: indica il grado di coesione tra gli item che costituiscono una scala Come possiamo essere sicuri che una singola osservazione o misurazione non includa troppi errori? Proviamo a pensare a come valutare quanto una persona sia brava nel risolvere un problema di matematica. Non conviene proporre un unico problema da risolvere perché se il soggetto in esame risolve più o meno facilmente il problema, questo potrebbe dipendere da qualche particolare caratteristica di quel problema. Test con numero di item maggiore hanno un'attendibilità maggiore. L'attendibilità è un problema relativo alle correlazioni tra le risposte delle persone agli item. Affermare che gli item sono altamente attendibili significa che le risposte date dalle persone agli item sono altamente correlate. Poiché diversi item hanno diverse fonti di errore, utilizzare tanti item consente di pareggiare l'errore. Più osservazioni vengono effettuate, più è probabile che venga annullato l'errore casuale. Un item è in genere una domanda, un'affermazione o una prova di abilità. L'attendibilità può essere quantificata usando il concetto di correlazione: il mio strumento è attendibile se i punteggi di una serie item sono correlati, sono coerenti. Valutazione dell'attendibilità - Alpha di Cronbach e Omega di McDonald (dovrebbe essere usata di più, va bene anche per scala Likert). Indici che misurano l'attendibilità delle risposte considerando la correlazione media tra ogni coppia di item presi separatamente Psicologia della personalità Pagina 14 correlazione media tra ogni coppia di item presi separatamente - Affidabilità split-half: prendere gli item e separarli in due versioni equivalenti, le somministro alle stesse persone e vedo se i risultati sono equiparabili (se i due sottoinsiemi di item misurano la stessa caratteristica, le persone che ottengono un punteggio alto/basso in un sottoinsieme dovrebbero ottenere un punteggio alto/basso anche nell'altro) forte correlazione positiva. - Affidabilità sui valutatori o inter-rater: quando l'osservazione è effettuata da più di un osservatori vedo se il giudizio dato da un valutatore correla fortemente con quello di un altro a ripetute osservazioni (attendibilità inter-rater, inter-osservatore). Attendibilità dei punteggi nel tempo (Attendibilità Test-Retest) La stabilità dei punteggi nel tempo viene valutata con il test-retest. Viene determinata somministrando un test alle stesse persone in due momenti diversi. Una scala con alta attendibilità test-retest, nella seconda somministrazione produrrà punteggi abbastanza simili a quelli della prima somministrazione. Supponendo che la personalità sia stabile, le misure della personalità dovrebbero rimanere le stesse - Test-retest: indica il grado in cui i punteggi ottenuti, somministrando uno stesso test alla stessa persona in momenti diversi, sono simili Validità - Validità: grado in cui uno strumento (test della personalità) misura effettivamente ciò che intende misurare Come si fa a decidere se si sta misurando effettivamente quello che si vuole misurare? - Definendo bene i concetti che si intendono studiare - Tramite definizione operazionale (operazionalizzazione), ossia descrivendo l’evento rendendolo misurabile Quanto bene la definizione operazionale rispecchia la definizione concettuale? Se le due combaciano, la misurazione ha un'alta validità. Diversi aspetti della validità Nel tentativo di essere sicuri che i test di personalità fossero validi, i ricercatori sono arrivati a distinguere diversi aspetti della validità: - Validità di costrutto: significa che la misura (lo strumento di valutazione) riflette il costrutto (la qualità concettuale) che lo psicologo ha in mente - Validità di criterio: se il mio strumento ritorna la stessa misurazione rispetto ad un altro strumento - Validità predittiva: se il mio strumento è in grado di fare predizioni sul futuro. Es: il mio strumento mi dice che sei estroverso, prevedo che tu abbia tanti amici in futuro - Validità convergente: quanto la scala è correlata con altre misurazioni di aspetti simili ma non identici a quello misurato (es.: dominanza e leadership). Quanto variabili non identiche ma vicine sono tra loro sono correlate (es: se dominanza e leadership sono correlate). Se il mio strumento misura dominanza e correla bene con uno che misura la leadership ho validità convergente - Validità discriminante: la scala effettivamente non misura aspetti che non intende misurare. Negli articoli scientifici trovo: quella di costrutto (anche solo sotto validità), predittiva, criterio (e a volte convergente) Psicologia della personalità Pagina 15 criterio (e a volte convergente) Ancora su attendibilità e validità: la metafore del bersaglio A = no attendibilità, no validità B = si attendibilità, no validità C = si attendibilità, si validità Capitolo 3 - La prospettiva psicoanalitica 3.1 - Un po'di storia La prospettiva psicoanalitica La psicoanalisi Il primo a parlare di personalità è stato Freud, quindi partiamo nel trattare la personalità da lui. Questa prospettiva è distante dalla concezione dello studio moderno della personalità in modo scientifico. La prospettiva psicoanalitica concepisce il comportamento come parzialmente determinato da forze interne che sono al di fuori della nostra consapevolezza e del nostro controllo. Molti accadimenti che paiono essere casualità o incidenti, in realtà non lo sono: accadono perché hanno uno scopo, un motivo, anche se non ne siamo consapevoli (lapsus freudiano) Questa affermazione mette in evidenza il pregio maggiore della psicanalisi: dichiarare che alcune parti della persona, tra cui la personalità e il modo di apparire, sfuggono al controllo volontario. La psicoanalisi: un po'di storia La psicoanalisi ha avuto origine negli scritti di un medico austriaco, Sigmund Freud, vissuto a cavallo tra '800 e '900. Il suo impatto sulla psicologia della personalità e sulla cultura in generale è stato, ed è tuttora, enorme. Poiché si è affermata prima di altre prospettive della personalità (la sua teoria si sviluppa dal 1885 al 1939, alcuni pensano che Freud sia il padre della intera psicologia della personalità. Era medico, quindi ha una formazione medica (tempo e luogo in cui la medicina e la fisiologia erano scienze imperanti -> ai tempi, si pensava che con la fisiologia si potesse capire tutto del comportamento). È stato tra i primi noti a trattare di personalità, ma anche Ippocrate e Galeno avevano parlato dell'argomento. Freud è stato definito, dal filosofo Michel Foucault, «fondatore di discorsività». Ha offerto nuove vie di discussione, nuovi punti di interessi che prima erano nascosti (es: inconscio), aprire la strada ad altri. I fondatori di discorsività sono creatori di possibilità e di regole per la creazione di altri testi, aprendo spazi di pensiero per orizzonti culturali oltre se stessi. La psicoanalisi (termine usato per la prima volta da Freud nel 1895 (10 anni dopo dell'inizio del suo lavoro) in un suo scritto, «L'ereditarietà e l’eziologia della nevrosi»), ha in realtà una lunga storia di precursori. Freud fu il primo a considerare in modo rilevante l'inconscio, ma Psicologia della personalità Pagina 16 lunga storia di precursori. Freud fu il primo a considerare in modo rilevante l'inconscio, ma non è stato il primo in assoluto a parlarne (la psicanalisi ma anche la fisiologia hanno grandi debiti dalla filosofia). Alcuni filosofi (tra gli altri, Blaise Pascal, Baruch Spinoza, Gottfried Leibniz) si interessano: - all’autocoscienza - alla ragione - alle dimensioni psichiche al di fuori della razionalità, inaccessibili. Tali dimensioni verranno chiamate «inconscio» dalla psicoanalisi Freud divenne medico in un periodo in cui era da poco esplosa la teoria di Darwin, e ne era quindi molto influenzato. Le basi della psicanalisi sono molto fondate nel razionalismo della fisiologia del tempo, nel fondamento biologico della teoria darwiniana. Agli inizi del suo iter formativo, due approcci costituiscono l'orizzonte degli interessi di Freud: - da un lato il pensiero evoluzionistico darwiniano - dall’altro un’impostazione razionalistica, meccanicistica e naturalistica che vede nella ricerca empirica e nell'osservazione sistematica i necessari ingredienti della scienza Freud inizia, in quanto fisiologo e neurologo, da un pensiero meccanicistico, fisiologistico ed evoluzionistico. Ma Freud inizia a pensare che la fisiologia da sola non sia in grado di spiegare tutti i fenomeni psicologici. A questa insoddisfazione verso l'adesione incondizionata al pensiero fisicalistico contribuisce, tra altre influenze, l'insegnamento dello psichiatra Theodor Meynert che aveva accolto le idee del filosofo Johann Friedrich Herbart. Herbart affermava la priorità della psicologia sulla fisiologia e proponeva la nozione di «idee inconsce» o «piccole percezioni» nonché la necessità di un approccio scientifico alla psiche tramite la misurazione e la quantificazione dei fatti prettamente psichici. - Piccole percezioni: per Herbart le percezioni sono inconsapevoli, mi confronto con la realtà incontrata e non con quella pensata. Queste percezioni non giungono alla coscienza (alla consapevolezza), Docente di Freud fu anche Franz Brentano, anch'egli propugnatore della centralità della psicologia e della necessità dello studio dei fenomeni psichici cognitivi ed emotivi. Brentano (filosofo) ha influenzato anche il pensiero Gestaltista della scuola di Berlino (vedi tema della percezione). Importante fu anche lo psichiatra Pierre Janet, che fu uno dei primi a ipotizzare un nesso tra gli eventi del passato di una persona e la loro rappresentazione nel trauma che si manifesta in un tempo successivo. Freud ha ereditato da lui un'idea centrale per la psicanalisi, ossia che i traumi nel passato influenzino il vissuto della persona nel presente e nel futuro. Janet fu il primo a parlare di una parte inconscia, non consapevole della mente umana, che lui chiama automatismi Janet elaborò le osservazioni su numerosi pazienti e studiò i fenomeni psicologici di: - automatismo totale (come il sonnambulismo e la catalessia) - automatismo parziale (come le distrazioni o la presenza di stati psicologici simultanei caratterizzati da immagini improvvise, che irrompono nella mente, mentre il pensiero è rivolto altrove). Janet attribuisce questi fenomeni automatici e non controllabili alla riattivazione inconsapevole di precedenti esperienze archiviate nella memoria (influenza del passato) e connesse a un restringimento della coscienza. Il termine «dissociazione» è invenzione di Janet, insieme a quello di subconscio. - Dissociazione: una difesa psichica che viene messa in atto quando la mente è sopraffatta da un evento traumatico. Serve ad allontanare automaticamente dalla coscienza gli affetti e i ricordi legati al trauma. Nonostante siano eliminate dalla coscienza, queste immagini mentali traumatiche tendono a ripresentarsi sotto forma di flashback, di incubi o sogni (quella della dissociazione è questione importante nel Disturbo Post Traumatico da Stress). Psicologia della personalità Pagina 17 Disturbo Post Traumatico da Stress). Anche per Freud, l'assetto difensivo è essenziale per la definizione della personalità; siamo quello che siamo a causa del modo che rispondiamo, in cui di difendiamo, dalle spinte inconsapevoli. Freud stimava Janet, ma tra i due ci furono diverse controversie (riconoscimento della priorità delle scoperte e contrasto tra l'approccio positivistico di Janet e quello innovativo della psicanalisi) 3.2 - La teoria La teoria psicanalitica di Freud psicoanalitica di Freud Temi di base - Psicodinamica: approccio secondo cui la personalità è costituita da processi e forze molteplici, in relazioni differenti tra loro e passibili di cambiamento La psicoanalisi adotta il metodo storico-clinico (idiografico), ossia l’oggetto di indagine è l'esperienza, narrata e ricostruita, dal soggetto stesso, al fine di individuare i principi del suo funzionamento psichico. La psicoanalisi propone una concezione della personalità: - unitaria e olistica (ossia non riducibile alle sue singole componenti) - ci sono componenti diverse che agiscono all'interno dell'individuo, la persona è il risultato dell'interazione di queste componenti - complessa - interazione complessa - dinamica (la personalità vista come un insieme di processi che sono sempre in movimento, alcuni dei quali a volte lavorano contro gli altri, in concorrenza o in lotta per il controllo sul comportamento della persona). Uno dei termini fondamentali per la psicoanalisi, la «difesa» è risultato di questo complesso dinamismo. Le esperienze che viviamo possono minacciare alcuni aspetti di noi stessi. Quando si hanno pensieri vergognosi, quando facciamo delle cose delle quali ci si sente in colpa, etc., qualunque siano le minacce, i meccanismi di difesa evitano che noi ci sentiamo sopraffatti. Per la psicanalisi, l'uomo è cattivo e caratterizzato da elementi inconsci e primordiali da cui deve costantemente guardarsi e difendersi. - Difese: le difese, o meccanismi di difesa, sono modalità grazie alle quali la personalità affronta e gestisce i conflitti che insorgono entro la personalità e/o nel rapporto con il mondo L'assetto difensivo della personalità costituisce, quindi, la configurazione originale di ciascuno di noi. La configurazione difensiva sarebbe lo stile con cui ciascuno di noi entra attivamente e costruttivamente in relazione con il mondo e le sue sfide. Un'ulteriore tematica della teoria psicoanalitica è che l'esperienza umana sia caratterizzata, anche, da: - brama (forti desideri) - aggressività - sesso - morte Poi vengono ridotti a due: Eros e Thanatos (basi fondamentali del ciclo della vita animale). Il pensiero freudiano è molto influenzato dai presupposti biologici della teoria evoluzionistica (Darwin): gli esseri umani sono, prima di tutto, degli animali che hanno, come scopo vitale, la sopravvivenza ai fini della riproduzione. L'enfasi di Freud sulla sessualità al tempo venne considerato scandaloso. Nel presentare la sua teoria, Freud utilizza molte metafore, paragonando la mente a una struttura o sistema sociopolitico. Il modello topografico della mente La teoria psicoanalitica è molto complessa. Alla base della complessità, però, c’è un numero abbastanza piccolo di principi. Un buon modo per raccontare la psicoanalisi è partire dal punto di vista di Freud su come è organizzata la mente, una prospettiva che è chiamata modello topografico della mente. Tre regioni formano ciò che Freud concepisce come la topografia della mente, vale a dire la sua configurazione: Psicologia della personalità Pagina 18 come la topografia della mente, vale a dire la sua configurazione: - Conscio - parte della mente che consiste in ciò di cui siamo consapevoli al momento attuale (qui-e-ora). - Pre-conscio - parte della mente che rappresenta i contenuti della memoria ordinaria. I contenuti del preconscio possono facilmente essere portati alla consapevolezza (es.: quando pensiamo al nostro numero di telefono portiamo le cifre dal preconscio al conscio). Elementi della memoria non nel "qui e ora", ma che sono facilmente disponibili e richiamabili al conscio - Inconscio - parte della mente al di fuori della consapevolezza; contenuti psichici, per lo più risalenti all'infanzia, che non sono diventati consci o sono tornati ad essere inconsci Due contenuti nell'inconscio - Contenuti che non sono mai stati consci - Contenuti che erano consci ma sono rimossi (rimozione) ossia relegati all'inconscio siccome inaccettabili o scomodi I contenuti dell’inconscio hanno il carattere di rappresentazioni pulsionali: a essere rimosse, cioè, non sono mai le pulsioni stesse, ma le loro rappresentazioni ideative (immagini, parole, etc.), che sono spesso legate all'ansia, al conflitto o al dolore. Nonostante siano riposti nell'inconscio, i contenuti rimossi esercitano un'influenza continua sulle azioni successive e sull'esperienza conscia. Le pulsioni sono iniziative interne determinate da una funzione corporea (biologicamente determinate); nell'inconscio non ci sono le pulsioni vere e proprie, ma le rappresentazioni pulsionali, ossia il modo in cui si manifesta la pulsione (pulsione: ho fame -> rappresentazione: ho voglia di una pizza). Una pulsione può avere più rappresentazioni. Le pulsioni sono ciò che spinge l'individuo a ricercare certi scopi per mezzo di certi oggetti; - la fonte di tale processo consiste in un'eccitazione somatica, il funzionamento corporeo (stato di tensione). Carenza di un funzionamento corporeo (es: sete) - lo scopo o meta è quello di eliminare lo stato di tensione (es: bere) - l'oggetto è ciò che permette il raggiungimento di questa meta (es: bottiglietta d'acqua o succo) La mente è, quindi, come un iceberg. Il funzionamento della personalità si basa sulle relazioni tra conscio, preconscio e inconscio: in altri termini, queste tre regioni della mente sono il teatro nel quale hanno luogo le dinamiche della personalità. Larghissima parte dei contenuti mentali (maggior parte) sono inconsci. Nell’Introduzione alla Psicoanalisi (1915-1917), Sigmund Freud dichiara di aver assestato «la terza mortificazione» al narcisismo dell’umanità: - Copernico aveva inferto la prima, strappando la terra dal centro dell'universo - Darwin la seconda, illustrando la discendenza dell’uomo dalle scimmie. - Enfatizzando l'importanza dei processi inconsci nella vita mentale, Freud ritiene di aver assestato la terza e più profonda mortificazione (libero arbitrio, razionalità e senso di sé, non sono che mere illusioni, e noi tutti siamo i prodotti di forze psichiche inconsce e in parte incontrollabili). La teoria psicoanalitica: il modello strutturale della personalità Freud (1922, molto dopo la teoria topografica) sviluppa anche un modello strutturale della Psicologia della personalità Pagina 19 Freud (1922, molto dopo la teoria topografica) sviluppa anche un modello strutturale della personalità. Ritiene che la personalità funzioni grazie a 3 istanze, che interagiscono per creare la complessità del comportamento. Ogni istanza corrisponde a uno "spazio" della teoria topografica. - Es (o id) - Io (o ego) - Super Io (super-ego) Es L'Es è la componente originaria della personalità, presente alla nascita (biologicamente determinata, abita lo spazio dell'inconsapevole). L'Es (parola latina che significa "esso") riguarda tutti gli aspetti ereditari, istintivi e primitivi della personalità, tra cui anche le spinte pulsionali per l'appagamento dei bisogni biologici. Le funzioni dell'Es sono situate completamente nell'inconscio. È strettamente legato ai processi biologici fondamentali, che sono alla base della vita. Per Freud, tutta l'energia psichica proviene dall'Es; è il "motore" della personalità. L’Es soddisfa i bisogni attraverso il processo primario, ossia è una modalità di funzionamento mentale tesa alla gratificazione immediata del desiderio, regolato dal principio di piacere (per appagare il desiderio cerco l'appagamento immediato e il piacere). Alla nascita siamo solo es, guardiamo solo alla gratificazione del desiderio immediato. I bisogni non gratificati creano stati di tensione avversiva. Per prevenire tale tensione, la persona cerca di ridurre i bisogni appena iniziano a emergere e quindi agiscono/si comportano. Il processo primario crea un'immagine mentale inconscia di un oggetto o evento che dovrebbe soddisfare il bisogno. L'esperienza di avere tale immagine è chiamata appagamento del desiderio. Io La riduzione della tensione attraverso il processo primario ha un inconveniente, però: non sempre e non del tutto risponde alle esigenze della realtà. Non sempre l'appagamento immediato non è possibile, a confronto con una presa di coscienza delle esigenze della realtà. Come risultato, si sviluppa un secondo insieme di funzioni, chiamato Io. L'Io si sviluppa a partire dall'Es e sfrutta parte dell'energia dell'Es per il proprio funzionamento. L’Io segue il principio di realtà, ossia prende in considerazione la realtà esterna insieme con i bisogni e gli impulsi interni dettati dall'Es. A causa di questa preoccupazione per il mondo esterno, la maggior parte del funzionamento dell'Io è nel conscio e preconscio. L’Io porta a soppesare i rischi di un'azione prima di agire (l'Io non è nemico dell'es, ne è servo, ma cerca di soddisfarne le esigenze al momento opportuno facendo da mediatore). Se i rischi sembrano alti, l'individuo cercherà un altro modo per soddisfare il bisogno. Se non c'è una via sicura per farlo immediatamente, lo rimanderà a più tardi o ad un tempo più ragionevole. Insomma, l'Io conduce le trattative, media tra Es e mondo, negoziando le reciproche esigenze e pretese L'Io usa il processo secondario (capacità di dilazionare il soddisfacimento del desiderio fino a quando le circostanza ambientali sono favorevoli. Il processo secondario è regolato dal principio di realtà): associa le immagini inconsce di un oggetto che riduce la tensione a un oggetto reale (nel cercare di appagare le esigenze dell'es, associa qualcosa di conscio alle spinte pulsionali. Es: associo l'immagine del panino a una spinta biologica di fame), ossia trovare nella realtà un oggetto che possa soddisfare il desiderio dell'es. Fino a quando un oggetto adeguato non viene trovato, l'Io mantiene la tensione sotto controllo. L'obiettivo dell'Io non è bloccare permanentemente i desideri dell'Es: vuole che gli impulsi dell'Es siano soddisfatti, ma in tempi e modi sicuri, ovvero senza causare problemi o pericoli nel mondo La capacità di pensiero realistico porta l’Io a formare piani di azione per soddisfare i Psicologia della personalità Pagina 20 La capacità di pensiero realistico porta l’Io a formare piani di azione per soddisfare i bisogni e verificare i piani mentalmente per vedere come stanno lavorando. Questo processo è chiamato esame di realtà. L'Io spesso è descritto come se avesse un ruolo esecutivo nella personalità, in quanto media tra i desideri dell'Es e le costrizioni del mondo esterno. Super-io Il Super-io è l'introiezione delle buone regole del comportamento, delle norme sociali e genitoriali. L'Io non ha senso morale, ma è completamente pragmatico e concentrato sull'arrangiarsi. Il senso morale, infatti, risiede nella terza parte della personalità, il Super-io. Il super-io rappresenta l’introiezione (ossia l’interiorizzazione) dei valori genitoriali e sociali. Per ottenere l'amore dei genitori (e della società), il bambino arriva a fare ciò che i suoi genitori (e la società) gli propongono e che pensano sia giusto. Per evitare il dolore conseguente alla punizione ed al rifiuto, il bambino evita ciò che i suoi genitori pensano sia sbagliato. Il Super-io regola i rapporti con gi altri e le relazioni sociali. Il Super-io si suddivide ulteriormente in due sottosistemi: - l'Io ideale (che comprende le regole per un buon comportamento o gli standard di eccellenza) - la coscienza (che comprende le norme relative ai comportamenti che i genitori disapprovano o puniscono) Quando si disattendono gli standard d’eccellenza o si assumono comportamenti disapprovabili, il Super-io produce il senso di colpa. Così, l’Io ideale riflette le cose per cui ci adoperiamo, mentre la coscienza quelle che evitiamo. Il Super-io ha tre scopi interconnessi: - cerca di prevenire (non posporre) ogni impulso dell'Es che potrebbe non essere visto di buon occhio da un genitore; - prova a forzare l'Io ad agire moralmente, piuttosto che razionalmente; - cerca di guidare la persona verso la perfezione (io ideale) Una volta che il Super Io si è sviluppato (adolescenza -> vedi problemi adolescenziali, l'Io ha una strada difficile, deve confrontarsi contemporaneamente con i desideri dell'Es, i dettami morali del Super-io e le costrizioni di realtà. Per soddisfare tutte queste domande, l'Io dovrebbe rilasciare immediatamente la tensione in un modo che sia socialmente accettabile, ma anche realistico. Ciò, ovviamente, è altamente improbabile, in quanto queste forze spesso sono in conflitto. Nella prospettiva psicoanalitica, tali conflitti sono parte della vita Il termine forza dell'Io si riferisce alla capacità dell'io di gestire questi confitti. Con una forza dell'io bassa, la persona è lacerata da forze in competizione tra loro. Una persona il cui Super Io è troppo forte può sentirsi in colpa tutto il tempo o agire con un'insopportabile "santità". Se l'Es è troppo forte può essere ossessionata dall'auto-gratificazione, disinteressata verso le altre persone. La persona sana è quella nella quale le influenze di tutti e tre gli aspetti sono integrate ed equilibrate. - Conscio: io e una parte del super-io - Preconscio: super-io e io - Inconscio: super-io e es Motivazione: le spinte della personalità Freud concepisce le persone come sistemi complessi di energie, nei quali l’energia utilizzata nel lavoro psicologico (pensare, percepire, ricordare, pianificare, sognare) è Psicologia della personalità Pagina 21 utilizzata nel lavoro psicologico (pensare, percepire, ricordare, pianificare, sognare) è generata e rilasciata attraverso i processi biologici. Questi processi biologici, che operano attraverso l'Es, sono stati chiamati pulsioni. Una pulsione ha due elementi collegati: - un bisogno biologico - e la sua rappresentazione psicologica. Per esempio, una mancanza di sufficiente acqua nelle cellule del corpo è un bisogno che crea uno stato psicologico di sete, o un desiderio di acqua. Questi elementi si combinano per formare una pulsione a bere l'acqua. Gli stati pulsionali permangono fino a quando un'azione consente lo scarico, il rilascio, della tensione ad essi associata. Questo punto di vista sulla motivazione è chiamato modello idraulico. Due classi di pulsioni: di vita e di morte Negli ultimi anni della sua vita(1933) Freud sosteneva che tutte le pulsioni formassero due classi: - la pulsione di vita o sessuale (comunemente detto Eros): è un insieme di pulsioni che riguardano la sopravvivenza, la riproduzione e il piacere. L'evitamento della fame e del dolore, così come il sesso, sono istinti di vita. Conosciuta anche come libido, che rappresenta l'energia psicosessuale nella sua dimensione astratta, anteriore cioè alla sua determinazione in una pulsione particolare - la pulsione di morte (definito anche Thanatos): considerando che la vita conduce naturalmente alla morte, Freud ritiene che le persone desiderino (inconsciamente) ritornare all'inesistenza. L'espressione dell'istinto di morte solitamente è bloccata e controbilanciata dall'istinto di vita. Aggressività L'espressione dell'istinto di morte solitamente è bloccata dall'istinto di vita. Se l'Eros blocca l'espressione della pulsione di morte, la tensione permane e l'energia non è rilasciata. Di conseguenza, tale energia può essere usata in azioni aggressive o distruttive contro gli altri. Le azioni aggressive esprimono gli impulsi auto-distruttivi che vengono però rivolti verso l'esterno. La pulsione di morte in un politico potrebbe trasformarsi nel desiderio di sconfiggere politicamente un avversario. Catarsi Se la tensione di una pulsione non viene scaricata, la pressione rimane e cresce. Il termine catarsi (cura parlata) è usato per riferirsi al rilascio della tensione emotiva (soprattutto quella aggressiva) accumulata in una determinata esperienza. Per catarsi si intende il liberarsi da esperienze traumatizzanti o da tensioni conflittuali, attraverso la completa rievocazione degli eventi responsabili, rivissuti, a livello cosciente, sul piano razionale e su quello emotivo. La catarsi ha il ruolo di scaricare la tenzione conflittuale portando alla coscienza la causa della tensione. Angoscia Molta dell'attività della personalità, nelle persone normali così come in quelle con problemi, riguarda l'angoscia. Freud non considera l'angoscia come una pulsione di per sé, ma come un segnale di allarme, di allerta per l'Io che qualcosa di negativo sta per accadere. Quindi, l’angoscia ha anche un valore positivo, tuttavia, le persone cercano di evitare o fuggire dall'angoscia. Per Freud esistono 3 tipi di angoscia: - Reale - si manifesta come reazione a un pericolo o danno atteso dall'esterno, a partire da un pericolo nel mondo. La si prova, per esempio, quando ci si rende conto che si sta per essere morsi da un cane, fare un incidente con la tua macchina, essere ripresi al lavoro per un errore, o fallire in un esame (riguarda l’Io). Psicologia della personalità Pagina 22 ripresi al lavoro per un errore, o fallire in un esame (riguarda l’Io). - Nevrotica - reazione al timore delle punizioni che potrebbero seguire all'espressione delle richieste dell'Es. è la paura inconscia che gli impulsi dell’Es vadano fuori controllo e facciano fare qualche cosa per cui essere puniti. Questa non è la paura di esprimere gli impulsi dell'Es, ma la paura della punizione che si potrà ricevere esprimendoli. L'angoscia nevrotica è più difficile da affrontare rispetto a quella reale. Si possono evitare i cani pericolosi, etc., ma non si può sfuggire al proprio Es (riguarda l’Es). - Morale - insorge quando la soddisfazione di una pulsione viene proibita dalla propria coscienza morale. È la paura che le persone provano quando hanno violato (o stanno per violare) il loro codice morale. Se il senso morale vieta di barare e si prova a barare, si proverà colpa/vergogna. L’origine è interna, nella coscienza, e non esterna come nella angoscia reale (riguarda il Super-Io). Se l'Io funzionasse perfettamente non avremmo angoscia: sapremmo affrontare i pericoli esterni prevenendo quella reale, scaricare le pulsioni dell'Es in tempi e luoghi appropriati per prevenire quella nevrotica e agendo secondo le nostre condotte per evitare quella morale. Quando l'angoscia sale, l'Io risponde in due modi: - aumenta gli sforzi di reazione orientata al problema e prova ad affrontare (consapevolmente) la fonte della minaccia. Questo processo funziona abbastanza bene per l'angoscia reale (es.: guidare con prudenza o evitare il cane) - l'Io innesca dei meccanismi di difesa, ossia strategie che sviluppa per evitare l’angoscia nevrotica e morale. Le difese sono regolatrici dell'omeostasi psichica (tenere in equilibrio il soggetto e non generare il disturbo psicologico) Meccanismi di difesa Repressione e rimozione Nella repressione, una certa quota di energia disponibile per l'Io viene usata per mantenere fuori dalla coscienza gli impulsi inaccettabili (ridurre angoscia nevrotica e morale) La repressione può essere fatta in maniera consapevole (repressione) o inconsapevole; in tal caso è detta rimozione. La repressione può essere usata per impedire che diventino consapevoli non solo gli impulsi dell'es, ma anche le informazioni che sono dolorose o sconvolgenti. Questi meccanismi hanno uno svantaggio, impiegano una parte dell'energia dell'io: meno energia ha l'io, peggio riesco a gestire la mia interazione con il mondo. Più repressioni e rimozioni ho, meno riesco a gestire le mie relazioni con es, super-io e con il mondo (persona disadattata). Si parla di repressione parziale quando si possono nascondere in parte dei ricordi stressanti, in modo da non pensarli spesso, anche se non sono stati dimenticati e quindi vi è ancora una certa consapevolezza. Negazione La negazione è il rifiuto di credere che un evento abbia mai avuto luogo o che esista una certa situazione (negare la realtà) - Es: la madre che rifiuta di credere che il figlio sia stato ucciso, il bambino abusato che va avanti come se non fosse successo nulla (negazione -> strategie di coping) Uno studente che ha ricevuto una valutazione negativa sostiene che si sia stato uno sbaglio Come per repressione e rimozione, se le risorse dell'io sono carenti siccome la sua energia è impegnata in questi meccanismi di difesa (compresa la negazione), il comportamento diventa meno flessibile e accomodante (troppo super-io) o sregolato (troppo es). Proiezione Psicologia della personalità Pagina 23 Proiezione Nella proiezione, un soggetto riduce l'angoscia in quanto attribuisce le proprie qualità inaccettabili a qualcun altro. La proiezione costituisce un modo per nascondere la conoscenza di un aspetto spiacevole di se stessi. - Es: se si è ostili verso gli altri, si può reprimere questo sentimento, che però continua ad esserci. Nella proiezione, si sviluppa la convinzione che siano gli altri ad odiare noi (il sentimento ostile è espresso ma non minaccia la persona) La proiezione ha quindi due scopi: aiuta a realizzare alcuni desideri in una forma o nell'altra, rilasciando un po'dell'energia richiesta per reprimerli; tuttavia il desiderio emerge in modo che l'Es e il Super Io non lo riconoscono come appartenente a me. Razionalizzazione Nella razionalizzazione, l'angoscia è ridotta attraverso la spiegazione razionale (o di giustificazione) di motivi considerati inaccettabili - Es: l'uomo che evade le tasse può razionalizzare il suo comportamento dicendo che è teso a ridurre la quantità di denaro speso per le armi La razionalizzazione mantiene l'autostima (es: non ho preso un bel voto perché il prof è particolarmente cattivo). È stato dimostrato che le persone tendono a prendersi il merito per le buone prestazioni, ma attribuendo le cattive prestazioni a elementi fuori dal loro controllo (vedi errore fondamentale di attribuzione). Intellettualizzazione Nella intellettualizzazione c'è la tendenza a pensare alle minacce in modo freddo, analitico ed emotivamente distaccato, diventando esperti della cosa. Pensare gli eventi in questo modo porta le persone a dissociare i pensieri dai loro sentimenti; separa e isola l'evento minaccioso dall'emozione che normalmente lo accompagnerebbe. - Es: una donna che scopre che il marito è malato di cancro può imparare molto sulle patologie oncologiche e sui relativi trattamenti medici Spostamento Lo spostamento consiste nel dislocare un impulso da un bersaglio (oggetto) minaccioso ad un altro meno minaccioso, da uno non consentito moralmente a uno consentito - Es: la persona con un desiderio sessuale inappropriato lo sposta su un altro bersaglio, evitando così l'angoscia che potrebbe sorgere dall'esprimere il desiderio verso il bersaglio Sublimazione La sublimazione consente agli impulsi di essere espressi attraverso la loro trasformazione in una forma accettabile. In questo caso non è un cambiamento di oggetto (come nello spostamento) ma qualcosa relativo all'impulso. L'angoscia diminuisce quando l'impulso trasformato viene espresso al posto di quello iniziale. Freud riteneva che la sublimazione, più di ogni altro meccanismo, fosse una risposta delle persone mature. La sublimazione è un processo che previene i problemi prima che si verifichino, piuttosto che funzionare dopo che l'angoscia si è attivata - Es: la pulsione sessuale sublimata in attività sociale Svelare l'inconscio: Psicopatologia della vita quotidiana Una delle prerogative della psicanalisi è svelare la vita mentale inconsapevole, l'inconscio del soggetto. Come si può accedere a questi desideri, impulsi e sentimenti al di fuori della consapevolezza? Ci sono molti indizi della nostra vita inconscia che si rivelano costantemente negli eventi quotidiani, momenti in cui l'inconscio "viene a galla". Freud definisce "Psicopatologia della vita quotidiana" questi errori che commettiamo e Psicologia della personalità Pagina 24 Freud definisce "Psicopatologia della vita quotidiana" questi errori che commettiamo e indizi: dimentichiamo le cose, sbagliamo le parole e ci capitano incidenti di vario tipo. Freud crede che tali eventi, lungi dall'essere casuali, derivano da impulsi nell'inconscio che emergono in una forma distorta. Per la psicanalisi, nulla avviene a caso, ma dipende da elementi sommersi, derivanti dall'inconscio. Così, i cosiddetti atti mancati (=un compromesso tra il desiderio cosciente del soggetto e ciò che è stato rimosso), quali i vuoti di memoria, effetto punta della lingua, i lapsus, gli slittamenti semantici, forniscono indizi su veri desideri di una persona. - Es: dimenticanza nella prospettiva psicanalitica interpretata come un tentativo di tenere qualcosa lontano dalla coscienza La valutazione di questi errori sono una buona via per comprendere il mondo sommerso dell'individuo. Si è provato a mettere la teoria degli atti mancati alla prova sperimentale; Particolarmente rilevante è, nella cultura, il lapsus freudiano per riferirsi a un errore nel discorso che sembra suggerire un desiderio o sentimento inconscio, nonostante lo sforzo di tenerlo nascosto. Ci sono prove empiriche del fatto che i lapsus verbali siano associati all'ansia (es: esperimento fatto inducendo ansia da scossa elettrica ed ansia sessuale). Moltey e colleghi hanno indotto le persone a compiere alcuni tipi di lapsus: ai soggetti venivano mostrate coppie di parole che era facile leggere erroneamente, producendo lapsus specifici. Venivano anche indotte ansie specifiche per indagare se queste aumentavano i lapsus corrispondenti. Tre gruppi - Gruppo A: indotta ansia relativa al fatto di poter ricevere una scossa elettrica - Gruppo B: gruppo di controllo - Gruppo C: indotta ansia su questioni sessuali tramite la presenza di una sperimentatrice sexy Gli uomini indotti ad essere ansiosi rispetto alle scosse producevano più lapsus relativi alle scosse, mentre quelli indotti a pensare al sesso producevano lapsus con connotazioni sessuali. I sogni A lungo il modo principale della psicanalisi per accedere ai contenuti inconsci è stato il sogno. L'io e il super-io hanno una presa meno forte sulle spinte pulsionale, quindi i contenuti onirici sono maggiormente riflessivi dell'inconscio. Freud definisce i sogni "la via regina per l'inconscio" I sogni hanno due tipi di contenuto - Il contenuto manifesto: immagini sensoriali, quello che è apparso e ricordiamo - Il contenuto latente: pensieri, sentimenti e desideri inconsci sottesi al contenuto manifesto. Il contenuto latente ha tre fonti ○ Stimolazione sensoriale: ci bombarda mentre dormiamo; un temporale, una sirena di passaggio o l'abbaiare di un cane. Se mentre dormiamo qualcuno picchietta sulla fronte (sonno 2, 3, 4 più profondo) sogno cose collegate (qualcuno che martella sulla mia testa). ○ Pensieri collegati alla veglia, ovvero i resti/residui diurni: per esempio, l'aver pensato a un esame imminente, una persona interessante appena incontrata o ad un problema finanziario. Supportato anche dal cognitivismo (sogni REM ricordati solo dopo essersi svegliati; gli unici sogni che ricordiamo sono quelli avvenuti 8-10 min prima del risveglio, se faccio rehersal il sogno rimane). La Psicologia della personalità Pagina 25 avvenuti 8-10 min prima del risveglio, se faccio rehersal il sogno rimane). La bravura del terapeuta è trovare il collegamento tra il contenuto del sogno e l'avvenimento della veglia ○ Impulsi inconsci: la cui espressione è bloccata mentre si è svegli e che sono spesso collegati ai conflitti di base. Il sogno mostra in modo mascherato cose che durante la veglia non sono visibili. Il contenuto latente, nei sogli, subisce un processo di deformazione che ha lo scopo di proteggere l'Io dall'angoscia che deriverebbe dal riemergere di desideri inconsci durante lo stato di sonno. Il contenuto manifesto è il risultato di un lavoro attuato dalla censura che ha prodotto e mantiene la rimozione di determinati contenuti inconsci. L'analisi di un sogno consiste essenzialmente nel ripercorrere, tramite associazioni, il processo dal contenuto manifesto al contenuto latente. Lo sviluppo psicosessuale Per Freud divento quello che sono rispetto a se supero o non supero alcune fasi del mio sviluppo. Per Freud la personalità del soggetto adulto è dovuta al divenire dello sviluppo psicosessuale. Freud ritiene che le esperienze precoci siano essenziali nel determinare la personalità adulta. Freud concepisce lo sviluppo della personalità come

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