Appunti Completi Psicopatologia PDF

Summary

Questi appunti trattano l'origine e l'evoluzione dello studio della personalità, dall'epoca pre-scientifica a quella scientifica, analizzando le teorie e le prospettive più rilevanti. Vengono esplorati molteplici approcci, includendo la fisiognomica e l'astrologia, e vengono introdotti concetti chiave come i temperamenti, le esperienze soggettive e i disturbi clinici.

Full Transcript

Origini della «personalità» Il termine «personalità» deriva dal latino persona che significa maschera. Corrisponde alla maschera che indossavano gli attori per recitare nei grandi anfiteatri. La maschera da un lato consente la connessione col mondo esterno, dall’altro protegge. Dovendo farsi sentire...

Origini della «personalità» Il termine «personalità» deriva dal latino persona che significa maschera. Corrisponde alla maschera che indossavano gli attori per recitare nei grandi anfiteatri. La maschera da un lato consente la connessione col mondo esterno, dall’altro protegge. Dovendo farsi sentire da tutto il pubblico, parlavano da una piccola apertura a imbuto attraverso (per-) cui potevano diffondere meglio il suono (sona) della propria voce. Da un lato, la personalità rappresenterebbe un’amplificazione delle caratteristiche individuali del personaggio recitato dall’attore. Dall’altro, la maschera rappresenterebbe l’interfaccia tra ciò che appare all’esterno e l’interiorità, la »voce» dell’individuo. Lo studio della personalità in epoca prescientifica Teofrasto di Lesbo (372-287 a.C.), discepolo di Aristotele, è tra i primi in epoca prescientifica a descrivere in modo sistematico il carattere umano, inteso come «forza direttiva» in cui risaltano le componenti negative. Sono tentativi di riassumere una persona entro una caratteristica chiave. Ne descrive una serie: Ippocrate di Kos (460-377 a.C.), medico greco, fa una classificazione in base alla predominanza di uno dei quattro umori corporei (sangue, flegma, bile gialla, bile nera), che darebbe origine alle varie malattie ma anche ai diversi tipi di temperamento (teoria umorale). 4 temperamenti principali: - Sanguigno, flemmatico, collerico e melanconico. Sono appunto i primi tentativi di classificare la personalità umana. Questa quadripartizione ippocratica è alla base dei successivi modelli teorici di personalità fondati sul temperamento e sulle componenti biologiche del funzionamento personologico. 1 Galeno (129-200 d.C.) cerca di ampliare la teoria umorale di Ippocrate, distinguendo tra spiriti vitali (localizzati nei vasi sanguigni) e spiriti animali o psichici (da cui dipende il sistema nervoso). Descrive 9 tipi di temperamento, basati sui 4 di Ippocrate: collerico, melanconico, flemmatico e sanguigno. Gli antenati delle attuali emoticons? Da una branca della fisiologia umorale si sviluppa la FISIOGNOMICA, secondo cui alcune caratteristiche fisiche (forma della fronte, etc.) assumono un significato caratteriale. La fisiognomica introduce l’ipotesi tipologica secondo cui è possibile individuare un criminale da caratteristiche fisiche e mentali specifiche. Franz Joseph Gall (1758-1828) e Johann Caspar Spurzeim (1776- 1832), → per conoscere il carattere della persona bastava avere a disposizione un’accurata topografia del suo cranio. Cesare Lombroso (1835-1909), psichiatra italiano. Sosteneva che dalla tipologia fisica di un individuo si poteva dedurre la delinquenza di una persona. (QUESTA TEORIA è STATA DISCONFERMATA) NB: La psicologia scientifica ha ampiamente confutato l’esistenza di correlazioni tra misure fisiognomiche e caratteristiche psicologiche! 2 Nell’excursus prescientifico sulla personalità un riferimento va fatto anche all’astrologia, tramandata dalla cultura araba. Questo perché ha associato al discorso dei temperamenti di Ippocrate anche il discorso dell’influenza dei pianeti. L’incontro tra astrologia e teoria degli umori portò ad attribuire: o Il segno di Giove alla costituzione sanguigna (tipi gioviali) o Il segno di Saturno a quella melanconica (tipi saturnini) o Il segno della Luna o di Venere alla flemmatica (tipi lunatici/venerei) o Il segno di Marte alla collerica (tipi marziali). Lo studio della personalità in epoca scientifica Lo studio scientifico della personalità prende avvio nella seconda metà dell’Ottocento, quando il panorama clinico e sperimentale diventa più complesso e ricco grazie a due movimenti: 1) La tradizione psicologico-empirica, impegnata soprattutto a diffondere in termini quantitativi il normale dal patologico; 2) La tradizione medico-psichiatrica, di stampo positivista e di indirizzo nosografico. La differenza tra epoca pre-scientifica e scientifica sta nella complessivizzazione della teoria della personalità. Wilhelm Wundt (1832-1920), Franz Brentano (1838-1917) e William James (1842-1910) gettano le basi dello studio scientifico della psicologia della personalità. Wundt mira a cogliere gli elementi fondamentali e la struttura generale dell’esperienza psichica in accordo con i principi che regolano l’attività conoscitiva delle scienze naturali. Brentano sposta il focus sulla complessità dei processi individuali. James pone attenzione alla psicologia come scienza dei fenomeni mentali e considera la personalità come un sistema in continua trasformazione, con in risalto l’aspetto soggettivo dell’esperienza. Considera inoltre l’individuo come un’unità somato-psichica la cui vita mentale è collocata in una posizione intermedia tra interno ed esterno Ha inoltre elaborato una distinzione tra sè materiale, sè sociale e sè spirituale. Heymans, Wiersma —> identificano 3 criteri per la valutazione del carattere: - livello di attività, - il sentimentalismo - la suscettibilità alla stimolazione esterna-interna Combinando queste 3 dimensioni gli autori identificano 8 tipi psicologici 3 McDougall —> descrive 8 umori basati sulle differenti combinazioni di 3 dimensioni fondamentali: - intensità (forza e urgenza) - persistenza (verso l’interno o l’esterno) - affettività (suscettibilità emozionale) degli impulsi comportamentali. Pierre Janet (1859-1947) si interessa allo studio della personalità normale e patologica, fondando una psicologia che per certi aspetti anticipa le teorie dinamiche. Secondo l’autore, la personalità ha come funzione fondamentale quella di integrare le varie funzioni mentali e il suo indebolimento sarebbe alla base delle manifestazioni patologiche. Indicatore dei clinici per capire la sanità della personalità è quanto le sue funzioni mentali siano integrate. Paziente con personalità Borderline quando non tollera emozioni negative che sta vivendo fa e entra in azione, fare azioni. (si fa di sostanze, si taglia) NB: Il lavoro di Janet è stato di recente rivalutato alla luce degli studi della dissociazione su base traumatica. Con Emile Kraepelin (1856-1926), psichiatra tedesco, l’interesse scientifico si sposta sulla sintomatologia e sul metodo clinico-nosografico descrittivo. Kraepelin pone le basi della moderna nosografia psichiatrica. Con lui la malattia mentale inizia ad essere intesa come una serie di disturbi clinicamente differenziabili e diagnosticabili. Citiamo poi due opere fondamentali nella storia scientifica dello studio della personalità: la Psicopatologia generale di Karl Jaspers (1883-1969) e la Psicopatologia clinica di Kurt Schneider (1887-1967). Jaspers → solo attraverso la comprensione è possibile indagare il disturbo psichico - fondamentale comprendere l'esperienza soggettiva del paziente. Non è una banalità perché se noi andiamo alla ricerca del disturbo non stiamo guardando la persona che ne è dietro, stiamo solamente cercando di capire quell’insieme di sintomi a quale disturbo va collocata. Se invece cerchiamo di capire l’esperienza soggettiva della persona, dietro al sintomo, stiamo cercando di capire come vive quella persona il suo sintomo. Possiamo avere più pazienti con un det. disturbo ma bisogna capire come lo vive ogni persona. Comprendere oltre che spiegare “sapere cosa provano gli esseri umani delle loro esperienze e come le vivono” 4 Psicoanalisi va a capire proprio il perchè la persona si comporta o vive esperienze in un certo modo, Psicopatologia fenomenologica invece cerca di capire il come le vive. Fulcro del metodo d’indagine psicopatologica divengono quindi le esperienze soggettive del paziente. Schneider introduce i concetti di personalità abnormi e psicopatiche e di reazioni abnormi all’avvenimento, che possono essere considerati a capo delle attuali nosografie. Come Kraepelin, Eugen Bleuler (1857-1959) si interessa alle prime classificazioni dei disturbi mentali gravi. Ma, in opposto a Kraepelin, Bleuler propone una visione organico-dinamica della malattia mentale che prevede la possibilità di «capire» il significato dei sintomi. NB: Dai contributi di Kraepeli, Bleuler, Jaspers e Schneider si è sviluppata la moderna classificazione delle malattie mentali, suddivise nelle grandi categorie di: a) psicosi organiche e funzionali, b) nevrosi, c) disturbi del carattere. Infine, un contributo nella storia della psicologia della personalità è arrivato anche con la nascita dei test mentali, delle misurazioni di intelligenza e dello studio delle differenze individuali. L’idea di misurare l’intelligenza arriva sulla scia di una serie di cambiamenti che hanno interessato la fine del XIX secolo: - La nascita della psicologia scientifica, che cerca di misurare le caratteristiche dei processi mentali; - L’influenza della teoria di Darwin, che sottolinea il ruolo delle differenze individuali nell’evoluzione della specie. I disturbi clinici sono differenti dai disturbi di personalità. Disturbi clinici sono una collezione di sintomi. Invece i disturbi di personalità sono dei tratti disturbati della personalità Quest’ultimi sono chiamati egodistonici → la persona avverte disagio Hans Eysenck considera la personalità come la somma totale degli schemi di comportamento effettivi o potenziali dell’organismo, così come sono determinati dall’ereditarietà e dall’ambiente Theodor Millon la personalità è il risultato delle modalità comportamentali che si sviluppano durante i primi anni di vita. 5 DEFINIZIONE DI PERSONALITÀ una modalità strutturata di motivazioni, pensieri, affetti e comportamenti che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un individuo e che risulta da fattori temperamentali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale e culturale. 3 fattori necessari per lo sviluppo di tratti stabili della personalità: 1) Sviluppo psicobiologico → temperamento. Ognuno di noi ha una sua parte di trasmissione integrazionale della propria famiglia (es. schizofrenia può essere trasmessa ma non per forza) 2) Contesto psicoaffettivo → prime relazioni umane sono molto importanti per lo sviluppo. Più relazione col caregiver sono state buone più c’è una possibilità di sviluppare una personalità “sana” 3) Ambiente socioculturale → anche l’ambiente in cui si vive o cresce influenza il funzionamento e il proprio comportamento Non c’è mai da intendere la personalità solamente spostata su uno dei 3 fattori. Possiamo definire la personalità come un Mix tra quello che è il nostro programma neurobiologico e le esperienze di vita. Emergendo da una complessa storia personale, questi tratti vanno a costituire lo stile dell’individuo. Età importante per lo sviluppo della personalità è l’età adolescenziale perché è un’età di estrema mobilità sul piano di funzionamento psichico e quindi se noi riusciamo ad intervenire in questa età noi riusciamo a fermare un possibile sviluppo patologico. 6 CHE COS'È LA PERSONALITÀ Oggi sappiamo che il programma neurobiologico dell’individuo, geneticamente determinato, e le sue esperienze di vita agiscono entrambi a livello cerebrale, in particolare a livello delle sinapsi, modificandone il funzionamento e consentendo di allacciare nuovi collegamenti tra cellule o di interrompere collegamenti creati prima (LeDoux, 2002, 2012). La personalità viene quindi studiata anche in relazione alla sua plasticità di fronte agli eventi esterni specifici, al modo in cui l’individuo li affronta, alle diverse fasi del ciclo della vita e alle esperienze relazionali Il cervello è visto come organo plastico e in grado di rispondere neurobiologicamente ai diversi stimoli ambientali. Sul concetto di plasticità cerebrale si basa la possibilità dell’individuo di cambiare e diventare non solo quello che era geneticamente predisposto a essere, ma qualcosa di ancora più unico e specifico, che deriva dalla complessa interazione tra patrimonio genetico e esperienze relazionali e di vita, a partire da quelle primarie, con i loro specifici stili di attaccamento Questi stili si ripresenteranno nelle relazioni successive, compresa quella terapeutica, che potrà essere una vera «esperienza emozionale correttiva» Definizione dell’ICD-10 (OMS, 1992) (da poco è uscita l’ediz. 11): - «Nel termine personalità è inclusa una varietà di condizioni clinicamente significative e di pattern di comportamento che tendono ad essere persistenti, e che sono l’espressione dello stile di vita dell’individuo e del suo modo di relazionarsi a sé e agli altri. Alcune di queste condizioni o pattern di comportamento emergono in fasi precoci dello sviluppo dell’individuo, come risultato sia di fattori costituzionali sia dell’esperienza sociale, mentre altre sono acquisite successivamente nel corso della vita» (p. 156). Definizione del DSM-5 (APA, 2013) (da poco è uscita l’ediz. 5-TR): - «[I tratti di personalità sono] pattern costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. I sistemi di nosografia distinguono categoricamente, il disturbo di personalità c’è o non c’è, dipende se ho 5 o più dei criteri (quantitativo). Quindi se si hanno più di 5 criteri si può dire che c’è un det. tipo di disturbo. Al contrario se si ha meno di 5 criteri non si potrebbero fare diagnosi - Si parla di disturbo di personalità in senso dimensionale e non categoriale quando quei i tratti di personalità sono rigidi e disadattivi, e causano una significativa compromissione funzionale o un disagio soggettivo. 7 - Posso avere tratto ossessivo, ma se questo non mi causa disagio caratterizza un mio abito ma non vuol dire che sono disturbato. - Se invece ci crea disagio può essere considerato un tratto disfunzionale. - NON è il tratto il problema ma è quando il tratto diventa disfunzionale, rigido e blocca il funzionamento dell'individuo nelle sue aree vitali (professionali,, sociali) Definizione del PDM (PDMTask Force, 2006) (da poco è uscita l’ediz. 2): - Definiamo la personalità come un insieme di pattern relativamente stabili di pensare, sentire, comportarsi e mettersi in relazione con gli altri. - In questo contesto, con il termine «pensare» non intendiamo solo i sistemi di credenze e il modo in cui attribuiamo significato a noi stessi e agli altri, ma anche i valori morali e gli ideali. + personalità = + valori e ideali - Ognuno di noi ha un insieme di assunti personali per mezzo dei quali cerca di comprendere la propria esperienza, un insieme di valori e modi caratteristici di perseguire ciò a cui attribuisce importanza, un repertorio di emozioni familiari e modalità tipiche di gestirle, e alcuni pattern caratteristici di comportamento, specialmente nelle relazioni personali. - Alcuni di questi processi sono consci e altri inconsci e automatici (o, per usare il linguaggio delle Neuroscienze cognitive, impliciti). PERSONALITÀ Modalità strutturata di motivazioni pensieri effetti e comportamenti che caratterizzano il tipo di adattamento e lo stile di vita di un individuo. PERSONALITÀ, CARATTERE, TEMPERAMENTO Personalità → Modo di strutturarsi di un individuo. Termine più recente. Storicamente ha più a che fare con la parola carattere. Quando parliamo di personalità tendiamo a parlare di carattere. Stiamo effettivamente parlando di personalità, ma non in termini tecnici. Carattere (dal greco kharàseein, incidere) → fa etimologicamente riferimento alle caratteristiche distintive di un individuo, al suo «marchio». distinzione tra carattere e personalità rimane comunque ambigua soprattutto perché dipende dalla teoria di riferimento e dal periodo storico in cui si è sviluppata. Reich → espressione corazza caratteriale si riferisce alle strutture difensive costruite per resistere agli insulti dell’esistenza e gestire le proprie pulsioni. Questa corazza finisce poi per ostacolare i processi di cambiamento ed autoconoscenza. Carattere → apparato psichico di protezione dall’angoscia, dalle richieste dell’inconscio e dal mondo esterno. 8 Si sviluppa dal conflitto esistente fra desideri pulsionali e realtà esterna e si trasforma in una corazza più rigida in base a quanto si ha sacrificato le soddisfazioni dei propri desideri e a quanto è maggiore l’angoscia che ne deriva. Quando il carattere si trasforma da apparato di protezione in corazza, si ha una “limitazione della mobilità psichica di tutta la personalità”. Lowen → concetto di carattere posto al centro dell'indagine psicologica in quanto viene considerato il riflesso dell'equilibrio psichico e della salute dell'individuo. Quindi l'esperienza di un'analisi psicologica è mediata da un lavoro sul corpo, inteso come nucleo fondamentale della vita psichica. Nella struttura caratteriale quello che deve essere compreso è l’interazione tra Io e Corpo. Temperamento → parte biologica della personalità. Parte in cui si può intervenire poco o nulla. L’idea di temperamento, di derivazione classica (Ippocrate e Galeno) fa riferimento ad aspetti della personalità quali: il livello di attività, l’intensità e la rapidità della risposta alla stimolazione, la sensibilità, l’eccitabilità, la responsività. Strelau: risultato dell'evoluzione biologica, caratterizza l'individuo fin dalla nascita ed è determinato da meccanismi fisiologici innati. (Personalità è il prodotto di condizioni socio culturali e si costruisce in base a relazioni significative che il bambino stabilisce con l'ambiente circostante). 9 Buss e Plomin: insieme di tratti relativamente stabili, ereditati e presenti fin dalla nascita- In particolare hanno individuato 3 fattori: emotività, attività, socievolezza (EAS) Emotività: - tendenza ad entrare facilmente in uno stato elevato di arousal (condizione di eccitazione generalizzata) rispetto a quelle poco emotive. - associata al nevroticismo Attività: corrisponde alla forza e alla rapidità di movimenti Socievolezza: - tendenza a stare bene con gli altri e a considerare le interazioni gratificanti. - associata all’estroversione Arnold Thomas e Stella Chess: Si sono dedicati all’identificazione di caratteristiche temperamentali nei bambini. Considerano il temperamento come un attributo psicologico che media l’interazione individuo-ambiente (influenza reciproca). Hanno quantificato alcune dimensioni comportamentali: Livello di attività, ritmicità, adattabilità, risposta di avvicinamento, intensità della reazione, soglia di responsività, qualità dello stato d'animo, grado e durata dell'attenzione, distraibilità. 3 tipologie di temperamento associabili alle caratteristiche di 3 gruppi di bambini: - facili - difficili - lenti a scaldarsi Il continuum tra facili-difficili riguarda la difficoltà che il bambino può incontrare nell’ambiente circostante e quelle suscitate dall’ambiente stesso. TRATTO, TIPO, STILE DI PERSONALITÀ Tratti di personalità → caratteristiche che fanno la somma della personalità Vanno ad indicare uno stile o un tipo di personalità. - è difficile trovare uno stile di personalità puro. Quello che si può trovare è una prevalenza di tratto che determina la modalità strutturata di quella persona. Ma la composizione di personalità è più complessa. Si guarda quindi la prevalenza di uno stile.. Mentre il temperamento si riferisce a caratteristiche biologiche e presenti sin dalla nascita, i tratti di personalità sono una miscela di temperamento ed esperienza. I tratti si organizzano in modi più o meno costanti, andando a formano tipi o stili di personalità (Shapiro, 1965) 10 Tratto è solo una fetta della torta. Quando si parla di tratto invece si parla di uno specifico, che spesso può andare a indicare uno stile. La personalità è tutto l’insieme. DISTURBO DI PERSONALITÀ Un disturbo di personalità viene diagnosticato solo quando lo stile della personalità di un individuo interferisce significativamente con il suo funzionamento affettivo, lavorativo e relazionale. L’assunto di base sostiene l’idea di un continuum tra stile e disturbo di personalità (concezione dimensionale della personalità da sana a patologica). I disturbi di personalità in questa prospettiva sono visti come esagerazione o distorsione di tratti sottostanti, al punto che il comportamento che ne consegue diventa rigido e disadattivo. ❖ Nel DSM invece i PD sono intesi in senso categoriale, cioè in base a una decisione diagnostica l’individuo è collocato al di qua o al di là di soglie definite da specifici criteri Sistema di classificazione nosografico categoriale, quindi o si trovano i 5 criteri necessari o non si possono fare diagnosi di personalità. Sul piano nosografico è facile ma sul piano clinico la cosa è diversa. Clinico → il paziente che presenta 4 criteri e non 5, non è vero che non presenta quel tipo di patologia di personalità ma semplicemente non possiamo diagnosticare un disturbo alla DSM. La compromissione funzionale del presente è ciò che noi andiamo ad indagare. + vita paziente danneggiata dal suo funzionamento + funzionamento è grave - paziente riesce a funzionare nel sociale + è possibile che ci siano gravi patologie presenti nella persona + il tratto è disadattivo e rigido + la personalità è disturbata Il continuum dimensionale della personalità da sana a patologica (estratto da tab. 1.1 in Lingiardi & Gazzillo, p. 7) 11 Laboriosità credo nell’etica raramente faccio detesto “perdere Non riesco a del lavoro una pausa per tempo”. vivere senza risposarmi o Raramente riesco lavorare, spesso distrarmi a prendermi una finisco così tardi vacanza che mi fermo a dormire in ufficio Inibizione non sono facile raramente mi non mi emoziono e non capisco a emotiva all’entusiasmo emoziono non mi lascio mai cosa servano le andare emozioni e credo che impediscano di rimanere lucidi il problema è quando il tratto arriva a ostacolare. Il continuum dimensionale della personalità Bisogna seguire questo continuum direzionale Non si parla di qualità differenti della persona tra disturbata e non altrimenti staremo sul categoriale. Se parliamo di realtà clinica andiamo sul dimensionale ovvero si ha un continuo unico → personalità sana - disturbo di personalità 12 IDENTITÀ (Erikson) Un concetto spesso confuso con quello di personalità. Identità Nella sua accezione psicologica, l’identità sta per senso del proprio essere continuo come unità distinguibile da tutte le altre e stabile nel tempo (Erickson, 1968, 1982). Stiamo intendendo il mio sentirsi un’unità, distinta da un altro La formazione dell’identità avviene nei primi anni di vita, quando con la scoperta degli oggetti e la distinzione tra mondo esterno e proprio sé, fisico e mentale, si viene a costituire una rappresentazione nucleare di sé. Da questo tipo di rappresentazione dipende la capacità dell’individuo di percepirsi coeso nello spazio, di cogliere la propria continuità nel tempo, di sentirsi autore delle proprie azioni (agency) e sede delle proprie emozioni. Secondo Erikson nel processo di costruzione dell’identità è necessario riferirsi alle fasi dello sviluppo del bambino, in particolar modo ai processi di identificazione con i genitori. Ricostruisce quindi lo sviluppo umano attraverso 8 tappe fondamentali, ognuna caratterizzata da un dilemma o conflitto che se non risolto si ripercuote sullo sviluppo successivo 13 In condizioni patologiche gravi, il senso dell’identità si incrina fino a rompersi con la conseguente frammentazione dell’esperienza della propria integrità psichica, della percezione del proprio corpo e del rapporto con la realtà esterna. In condizioni patologiche gravi il senso di identità si inclina fino a dare la sensazione di un’esperienza del sé frammentata Es., schizofrenia, stati psicotici in senso lato, disturbi dissociativi, disturbi gravi della personalità, forme organiche (intossicazione da LSD, psicosi organiche, etc.). +identità integrata + migliore è il mio livello di personalità (riescono a raccontarmi in maniera equilibrata aspetti positivi e negativi) Identità non integrata (racconto è polarizzato in un senso o nell’altro. Esempio → raccontano di madri solo buone o solo cattive; padre sempre ubriaco con madre che l’ha salvato. Padre cattivo, madre solo buona (impossibile che lo sia) Si avverte molto con pazienti con atmosfere e storie traumatiche. Sono pazienti con i quali è molto difficile il lavoro fatto a ritroso su elementi o eventi traumatici, perché il paziente fa fatica a ricordare o non ricorda proprio. Quest’ultimi potrebbero avere dei flashback di carattere sensoriale. Potrebbe essere o un'immagine o anche flashback olfattivi → odori che richiamavano gli odori odore legati alla scena traumatica. In questo modo, a volte, il paziente riesce a riattivare quell’evento, ma spesso non riesce a ricordare tutto. Eventi traumatici in questi pazienti non sono ricollegati ad una narrativa ma sono dei danni nell’oggi nel funzionamento del paziente. Con questi pazienti non va fatto un lavoro di ricerca dei dettagli dell’evento traumatico, ma va capito. Tutto il gioco della terapia si muovo con la difficoltà nel separarsi con l’altro. 14 15 Il tema della personalità si può indagare a seconda della prospettiva teorica. Prospettiva psicodinamica → tema della personalità indagata attraverso: meccanismi di difesa → ognuno di noi in base allo sviluppo della propria personalità ha un suo modo di difendersi dagli eventi stressanti della vita. Funzionano in maniera inconscia laddove dobbiamo difenderci da qualcosa che avvertiamo come pericoloso. Il modo con cui ci difendiamo ci dice qualcosa anche dell’organizzazione della personalità che abbiamo. Se utilizzo meccanismi di difesa di secondo livello (intellettualizzazione, rimozione, sublimazione) ipotizziamo che ci sia una buona struttura di personalità Se scendiamo di livello e andiamo sulla scissione, proiezione o identificazione proiettiva, i meccanismi ci dicono che la personalità è meno strutturata. rappresentazioni oggettuali : questo modello arriva da melanie Klein. Sposta l’attenzione sulla relazione (per Freud è il mezzo del soddisfacimento della pulsione). Per Klein la relazione è il fine dell’essere umano. Per lei molto si decide tra 0-1 anno → significa che ho un’esperienza reale con la figura significativa (oggetto). Rappresentazione interna che io mi faccio della relazione con l'oggetto esterno. (esempio polarizzato fatto prima abusante-vittima è un esempio di configurazione di rappresentazione oggettuale. 16 Nella mia vita ho vissuto tra le mie prime relazioni un’esperienza di questo tipo. Quel tipo di configurazione relazionale diventa un modello che applico anche nelle relazioni future. Ho archiviato e interiorizzato un modello relazionale che può funzionare solo in quel modo. Sono degli schemi relazionali. In base a come si difende e in base al tipo di configurazione relazionale interna che ha e come si relaziona con noi, si può capire il funzionamento della personalità (secondo un modello psicodinamico) In base a come si comporta nei primi colloqui con noi si capisce molto del suo modo di relazionarsi. Prospettiva cognitiva → va ad indagare l’immagine del sé. Come si racconta e si presenta il paziente. –Invidia nel paziente narcisista può essere un problema perché lui invece di legare invidia. Prospettiva cognitiva e dinamica si incrociano: immagine di sé non va in contrasto Prospettiva interpersonale → incrocia immagine di sé con l’attenzione alla condotta interpersonale reale. Essere una persona che punta ad essere sempre gentile e corretta è un atteggiamento tipico della personalità ossessiva. Se lo stile cognitivo è impressionistico e soprattutto sessualizzato (spesso la/il paziente istrionico sessualizza il rapporto e pensa che l’unico modo per tenersi vicino l’altro è attraverso la sessualità) è un grande problema soprattutto per coloro che hanno subito violenze sessuali. Questo crea delle relazioni disturbate. Nel caso in cui ci siano pazienti istrioniche in trattamento con un terapeuta uomo, questo discorso è un discorso difensivo molto importante da tenere in mente perché la paziente in un momenti di estrema difesa potrebbe utilizzarlo per sedurre il terapeuta per far sì che la terapia termini. O terapeuta cade nella rete o il terapeuta -rifiuta- questo comportamento e la paziente può non tollerare questo rifiuto. Prospettiva biologica → si sposta tutto sul temperamento. In base al nostro orientamento teorico noi lavoriamo sulla personalità su uno o più di questi elementi. 17 TEORIE TIPOLOGICHE Le teorie tipologiche cercano di classificare le persone sulla base di alcuni elementi di facile individuazione, poco modificabili nel corso della vita. Lo scopo è limitare la molteplicità delle strutture di personalità a un ristretto numero di categorie, che però assumono così connotazione di stereotipo. → Un caso a parte è il modello tipologico di Jung che, per ispirazione di base, complessità e sviluppi terapeutici, rientra nelle teorie psicodinamiche. Le distinguiamo in: - Somatiche - Funzionali - Psicologiche Tutte e tre sono unite dalla volontà di semplificare la complessità della personalità. TEORIE TIPOLOGICHE SOMATICHE Le tipologie somatiche derivano dalla teoria di Ippocrate sugli umori corporei e si basano sulla costituzione morfo-fisiologica. I principali esponenti moderni: - Ernst Kretschmer (1888-1964). Tedesco - William Sheldon (1899-1977). Americano Kretschmer individua 4 tipi: 1) Astenico o longilineo – associato alla schizofrenia o pazienti psicotici 2) Atletico – associato alla patologia epilettica 3) Picnico o brevilineo – associato alla patologia maniaco-depressiva 4) Displasico (mescolanze costituzionali di tutte) NB: Ad oggi una classificazione del genere ci fa sorridere ma per diverso tempo ha goduto di un certo credito! Disturbo clinico → insieme di sintomi che non intaccano la personalità Disturbi di personalità →tratti così disfunzionali da creare disagio significativo nelle aree funzionali Psicosi vs Nevrosi → schizofrenia vs altri disturbi clinici Differenza: pazienti nello spettro psicotico non distinguono la realtà 18 o Sheldon ipotizza che la personalità sia costituita da componenti: 1) endomorfiche, in cui il ruolo predominante è degli organi viscerali; 2) mesomorfiche, dove predomina l’apparato scheletrico e muscolare; 3) ectomorfiche, con sistema nervoso delicato e fragilità epidermica. Sosteneva inoltre che al prevalere di una di queste caratteristiche si caratterizzava una personalità: 1) endomorfiche: caratt. viscerotonico, gioviale e rilassato; 2) mesomorfiche: caratt.somatotonico, energico, ambizioso, aggressivo; 3) ectomorfiche: caratt. cerebrotonico, riservato, inibito, sensibile. Nella teoria proposta da Sheldon, oltre al somatotipo, sarebbe determinante nello strutturare la personalità, il ruolo dell'ambiente. Infatti secondo questo autore una persona mette in atto quei comportamenti che l'ambiente si aspetta, a partire dalla sua costituzione fisica NB: Questo modello teorico non ha trovato conferma in ricerche successive ed è stato molto criticato per la debolezza metodologica! TEORIE TIPOLOGICHE FUNZIONALI Le tipologie funzionali si basano sulla funzionalità dei sistemi neurovegetativo ed endocrino. Il fondatore di questo approccio è Ivan Pavlov (1849-1936). o P. ha cercato di spiegare la diversa suscettibilità al condizionamento attraverso lo studio delle differenze individuali. o Ha classificato così 3 tipi: 1) Eccitabile 2) Equilibrato 3) Inibito TEORIE TIPOLOGICHE PSICOLOGICHE Le tipologie psicologiche non tengono conto né di elementi morfologici né funzionali. Un esempio di questo approccio è la tipologia psicologica di Carl Gustav Jung (1875-1961), fondatore della psicologia analitica. identifica 2 tipi di essere umano (in maniera macro), su base “inconscia”: 1) Introverso: orientato verso il mondo interno, atteggiamento autoriflessivo. 2) Estroverso: orientamento verso l’esterno, facilità nell’instaurare relazioni interpersonali, modo cordiale e servizievole, scarsa propensione alla riflessione. 19 Capendo il modo di funzionare in termini di difensiva interna o esterna si può capire anche il tipo di difficoltà che si potrebbero avere durante il percorso. Se il paziente tende a difendersi verso l’esterno e ha un’identità diffusa, quindi non integrata, tenderà a fare casini all’esterno. C’è una modalità tipica di muoversi verso l’esterno quando deve difendersi. Non tollero l’angoscia, entro in azione. Paziente schizoide, ramo introversivo, piuttosto si ritira. Capire questo significa che se si è in un momento particolarmente faticoso della terapia e il paziente schizoide va in “ritiro autistico” , forse salterà qualche seduta e non racconterà le proprie emozioni, noi non dovremmo essere troppo invasivi perché il paziente ha bisogno di distanziarsi. Paziente Borderline in momento faticoso → ci si aspetta un aumento della frequenza dell’autolesionismo, possibile che chiami di più, è possibile che si difenda nel modo in cui sa difendersi. Obiettivo della terapia con pazienti con disturbi di personalità, trasversalmente alle tipologie, è dare più strumenti per difendersi meglio dagli eventi che accadono. Sia il tipo estroverso che introverso sono definibili in relazione a funzioni psicologiche che possono essere più o meno sviluppate (nel primo caso funzioni superiori, nel secondo funzioni inferiori). Anche le funzioni psicologiche sono presenti in forma bipolare: abbiamo l'asse percettivo “ sensazione- intuizione” e l'asse “ pensiero- sentimento”, relativo al modo di conoscere la realtà, dopo averla percepita. il pensiero è rivolto alla conoscenza del significato di una cosa, il sentimento quella del suo valore. La personalità – il tipo psicologico – perJung è la combinazione tra: a) Funzioni: asse pensiero-sentimento, asse sensazione-intuizione. (è una persona più emotiva o razionale?); sono come dei gradienti b) Orientamento: rappresentato dalla funzione dominante e cosciente e da quella opposta e inconscia; persona più orientata in senso conscio che inconscio c) Disposizione generale estroverso/introverso. Sono le 3 coordinate che Jung ha utilizzato per identificare una personalità. Attraverso questi fattori si possono creare delle etimologie di personalità. Es., «tipo estroverso, di sensazione e pensiero»: le funzioni meno sviluppate saranno sentimento e intuizione, l’orientamento sarà rivolto all’esterno, l’organizzazione della vita seguirà una struttura logica (pensiero) basata su principi e valori tradizionali piuttosto che il significato nell’ambito di una relazione personale (funzione inferiore: sentimento). 20 LA TEORIA DEI TRATTI Mira ad una visione empirica della personalità e ad una sua rappresentazione attraverso un profilo psicologico → segue quelli che sono i metodi di analisi fattoriale (cercando di semplificare una faccenda complessa) e di cluster, cioè metodi statistici che calcolano le interrelazioni tra gruppi di variabili (tratti, comportamenti, sintomi) allo scopo di cercare elementi stabili e distintivi della personalità La personalità viene definita in base alla diversa rilevanza dei tratti che ne costituiscono l’architettura generale. i modelli che impiegano questi tipi di analisi statistiche cercano di identificare i fattori costitutivi della personalità o le sue dimensioni di base Le classificazioni diagnostiche dei disturbi di personalità più diffuse oggi (DSM e ICD) sono state influenzate dalla teoria dei tratti. Gordon Allport (1897-1967) → identificò il tratto come una dimensione stabile dell'individuo che può essere fatta di più tratti, il quale insieme forma la personalità. Due approcci per identificare i tratti 1. approccio nomotetico → si riferisce all’universalità dei tratti e ne prevede la generalizzabilità (capire quali tratti possono essere più identificativi nella popolazione) 2. approccio idiografico → riguarda lo studio dei tratti della personalità relativi al caso singolo, ponendo il focus sulla complessità individuale ed è per questo più vicino al pensiero clinico Personalità → organizzazione dinamica in relazione con l'ambiente sociale e influenzata da fattori psicologici e biologici Tratto → Dimensione stabile dell'individuo che permette una certa coerenza di condotta. Distingue inoltre i “tratti cardinali” da quelli “secondari”. Quelli cardinali sono i tratti essenziali alla costituzione del “Proprio” = vera identità dell'individuo, funzionale all’adattamento ed espressione della propria realizzazione personale. (svolge tutte quelle funzioni che altri modelli teorici attribuiscono all’Io o al Sé) Principio di “autonomia funzionale” Il comportamento motivato da un bisogno può divenire per se stesso uno scopo. Egli ritiene che il comportamento dell’individuo non sia completamente determinato dal passato personale ma che sia anche legato al presente. 21 Henry Murray (1893-1988) → introduce il termine personologia per indicare la disciplina che studia la complessità del caso individuale. - si oppone all’ipotesi che personalità possa essere qualcosa di direttamente osservabile - importanza del passato per la formazione della personalità - importanza Es, Io e Super-io Ha sviluppato la teoria dei bisogni/pressione → ai bisogni della persona corrispondono delle pressioni dall’esterno. → Murray pone maggiore attenzione all’analisi del contesto, + importanza alla pressione esterna sulla persona. M. distingue i bisogni in: bisogni viscerogeni (legati a bisogni organici) e psicogeni (indipendenti dai primi); bisogni manifesti (espressi) e latenti (rimossi); bisogni focali (limitati) e diffusi (più generali). Col termine “pressione” si riferisce alle determinanti ambientali che evocano specifici comportamenti e bisogni Bisogni e pressioni interagiscono in combinazioni dinamiche definite “Temi” (unità di comportamento derivanti dalla loro interazione). TAT (test di appercezione tematica) si basa sulla teoria di Murray. Si chiede di raccontare una storia a seconda della foto che si vede e, in base alla storia che racconta, capiamo sul piano inconscio quali sono i bisogni di quella persona (a seconda della pressione ambientale). 22 LE TEORIE DEI FATTORI Con lo sviluppo di analisi statistiche – analisi fattoriale – la teoria dei tratti si è andata sempre più a specificare in senso quantitativo verso una teoria dei fattori. Raymond Cattell (1905-1998) si serve dell’analisi fattoriale per identificare un fattore che accomuna una serie di tratti, attraverso misurazioni statistiche. C. individua: a) tratti superficiali, individuabili anche solo con l’osservazione dell’individuo; b) tratti originari, individuabili solo con tecniche statistiche. Consentono di fare inferenze sulla struttura mentale di cui costituiscono la base. Personalità → ciò che permette di predire quello che una persona farà in una det. situazione. 16 tratti originari, raggruppati in 7 fattori che variano su un range: 1) creativo-convenzionale; (due estremi di un range) 2) indipendente-dipendente; 3) insensibile-sensibile; 4) nevrotico-stabile; 5) leader-gregario; 6) ansioso-tranquillo; 7) estroverso-introverso. Sono dei modi di cominciare a valutare la personalità all'interno di range fattoriali. Test 16PF va ad identificare queste 7 tipologie di fattori che andrebbero a definire la personalità Joy Paul Guilford (1897-1987) è famoso per la teoria multifattoriale della struttura dei tratti, dell’intelletto (SOI) e della creatività (pensiero divergente e convergente). G. considera la personalità una struttura gerarchica di tratti, distinguendo: I. Tratti fisiologici II. Tratti morfologici III. Tratti temperamentali IV. Bisogni V. Interessi VI. Atteggiamenti VII. Attitudini 23 Pensiero divergente: - parte innovativa di pensiero - persone presentano una serie di idee nel momento in cui devono risolvere un problema - tende ad aprire la prospettiva. - molto creative Pensiero convergente: - persone chiudono la prospettiva Pensiero laterale → possibilità della persona che ha di utilizzare tutti e due i tipi di pensiero Hans Eysenck (1916-1997) è il primo a creare un modello globale della personalità e identifica 3 fattori che si ritroveranno parzialmente anche nel modello dei big five. 1) Estroversione (E) 2) Nevroticismo (N) 3) Psicoticismo (P) Ha cercato di estendere il paradigma stimolo-risposta anche alla sfera dei disturbi nevrotici. Ogni comportamento nevrotico in questa prospettiva sarebbe da considerare come una reazione condizionata di paura, un comportamento appreso a causa di una “debolezza costituzionale”. (contrasto con psicoanalisi che interpreta il DN come esito di un conflitto inconscio) I suoi studi mirano a dimostrare che bastano pochi principi dell’apprendimento per spiegare molti fenomeni della personalità. Lo studio della personalità coincide con lo studio del temperamento e dell’intelligenza, a cui attribuisce una solida base genetica. 24 Scala E → descrive un continuum lungo l'asse introversione-estroversione Scala N → descrive una dimensione di instabilità emotiva (punteggio alto indica una disposizione e intense reazioni emotive, che possono rappresentare un elemento di vulnerabilità) Scala P → descrive una dimensione di socialità o di disadattamento sociale In sintesi sostiene che tra la dimensione psicoticismo (P) e psicosi, così come tra la dimensione nevroticismo (N) e nevrosi l: - la prima rappresenta la predisposizione individuale (che implica quindi una vulnerabilità maggiore di un individuo a sviluppare il disturbo), - la seconda costituisce l’effettiva patologia riscontrata clinicamente Sulla base di questi 3 fattori è stato sviluppato → LeEysenck Personality Questionnaire (EPQ, 1975). Questionario sulla personalità che utilizziamo tutt’oggi ma si basano su questo sistema. 25 TEORIE DELLE DIMENSIONI Robert Cloninger (nato nel 1944) propone un metodo sistematico di descrizione e classificazione della personalità nelle sue forme patologiche e non patologiche. E’ un modello tridimensionale basato su 3 dimensioni: 1) Ricerca di novità (NS) : modo di interagire con l’ambiente caratterizzato da intenso eccitamento derivato dalla continua ricerca di stimoli (legata alla attività dopaminergica); 2) Evitamento del danno (HA) : tendenza a evitare qualsiasi situazione da cui possa derivare una punizione o frustrazione (legata all’attività serotoninergica); 3) Dipendenza dalla ricompensa (RD) : tendenza a rispondere a segnali di approvazione sociale (legata all’attività noradrenergica) Ha poi riformulato il modello, trasformandolo in una forma più complessa che include 7 dimensioni (4 di temperamento e 3 di carattere): Temperamento = parte non modificabile della nostra personalità (biologia) (4. persistenza → quando io persisto con un comportamento) 26 Descrive inoltre 3 dimensioni di carattere che maturano nell'età adulta e influenzano il funzionamento personale e sociale per mezzo di un apprendimento autonomo relativo alla concezione del sé: Carattere = confronto sociale Autodirezionalità = quanto io porto a termini quello che mi pongo come obiettivo (individuo autonomo) Cooperatività = quanto sono in grado di fare gruppo (parte integrante dell’umanità) Autotrascendenza = quanto sono in grado di valutarmi da fuori, avere un’opinione di me dall’esterno (parte integrante di un sistema universale) La combinazione delle 3 dimensioni Ns, Ha, Rd dà origine quindi ad 8 tipi di personalità: —----------------------------------------------------------------------------------------------------- Un altro approccio allo studio empirico della personalità tra ispirazione dalla prospettiva interpersonale. A partire dalle formulazioni dello psichiatra Sullivan, per il quale la personalità è l’insieme ricorrente di situazioni interpersonali che caratterizzano la vita di un individuo, sono stati sviluppati sistemi di studio della personalità che mettono in primo piano gli aspetti interpersonali del comportamento. I modelli interpersonali circomplessi sono caratterizzati da un ordinamento circolare delle variabili rispetto ai fattori che ne rappresentano gli assi Wiggins ha elaborato uno dei modelli circomplessi dei tratti interpersonale più noto. Individua un circolo delimitato da 2 assi principali : - attività/passività (potere o agency) - movimento verso gli altri/via dagli altri (amore-odio) Le coordinate per comprendere il comportamento interpersonale vengono fornite quindi da 2 strategie motivazionali - Agency (ricerca di potere e dominio) - Communion (ricerca di intimità-solidarietà-vicinanza) 27 Individua all’interno di questo schema individua, a seconda della vicinanza ai poli positivi negativi di Potere e Amore, 8 combinazioni delle 2 dimensioni principali, corrispondenti ad altrettante caratteristiche interpersonali. Il modello di Wiggins e gli altri modelli circomplessi presuppongono che in ciascuna personalità sia possibile individuare delle tendenze centrali, ovvero dimensioni che hanno un peso maggiore rispetto ad altre. Problema: deriva dal numero troppo basso di dimensioni prese in considerazione con una conseguente impossibilità di fornire una rappresentazione fedele della complessità della personalità. —----------------------------------------------------------------------------------------------------- Lorna Smith Benjamin (SABS) Ha messo a punto modello un descrittivo del comportamento interpersonale. Esso è stato utilizzato come: - modello per descrivere la personalità, - strumento per la diagnosi e le strutture dei processi intrapsichici - griglia per la classificazione dei comportamenti personali. I pattern di personalità sono frutto dell'interazione tra temperamento ed esperienze relazionali, in particolare con le figure genitoriali nei primi anni dello sviluppo. Questo modello deriva dal presupposto che una parte preponderante del disagio psichico abbia origine nelle relazioni. 28 E’ un modello basato su un set di circomplessi interpersonali e intrapsichici connessi. Ogni superficie (Altro, Sé, Introietto) è definita da assi ortogonali che rappresentano 2 dimensioni: affiliazione (amore-odio) sull’asse delle ascisse e interdipendenza. (libertà-controllo per la superficie Altro, autonomia-sottomissione per le superfici Sé e Introietto) Tramite queste tre superfici il modello descrive i modi di agire relazionali a livello sia interpersonale sia intrapsichico 29 Theodor Millon (1928-2014), Secondo lui un modello scientifico deve prevedere 4 elementi: 1) teoria esplicativa coerente 2) nosologia basata sulla teoria 3) strumenti di valutazione empiricamente fondati 4) modalità di intervento basate sui dati acquisiti → considera la struttura della personalità alla luce di 3 polarità che, secondo Freud, sono alla base della vita psichica di ognuno: 1) Attività/passività = quanto una persona tende a lasciarsi vivere dagli altri piuttosto che essere attivo (senso di agency → quanto io mi sento attivo nel produrre opportunità nella mia vita e quanto mi lascio vivere aspettando 2) Sé/oggetto = quanto sono più spostato su me stesso (ragionare in termini autocentrati) e quanto invece sono spostato a ragionare in termini relazionali (fuori da me) 3) Piacere/dispiacere = esistono persone che cercano dispiacere invece che piacere, (riproducono quel tipo di sofferenza non riuscendo ad uscire dal concetto di dispiacere, relazione legata solo a quel concetto) Ipotizza che ogni personalità sarebbe formata da un certo grado di equilibrio-squilibrio tra queste polarità Le possibili variazioni disfunzionali di queste polarità presentano una buona corrispondenza con le categorie diagnostiche dei disturbi di personalità. Lui prevede 14 configurazioni di personalità patologica: schizoide, evitante, depressiva, dipendente, istrionica, narcisistica, antisociale, aggressiva, compulsiva, passivo-aggressiva, autofrustrante, schizotipica, borderline, paranoide. Considera gli ultimi 3 pattern di personalità + gravi degli altri perchè rappresentano forme altamente disintegrate della personalità “normale”. Secondo il modello di M., si può discriminare tra personalità sana (normale) e patologica sulla base di 3 elementi: 1) Rigidità nell’adattarsi alle richieste ambientali; 2) Tendenza a ripetere gli stessi atteggiamenti creando circoli viziosi; 3) Scarsa stabilità di fronte a situazioni stressanti. Distingue quindi tra: 1. pattern di personalità → dotati di un'autonomia interna all'individuo. Pervasivi difficilmente modificabili nel tempo 2. disturbi sintomatici → rispondono a strategie interpersonali dettate dall'esperienza passata e sono relativamente indipendenti dalla dimensione presente, 3. reazione comportamentali → risposte espresse direttamente, ristrette ad un numero limitato di situazioni ambientali e facilmente riconoscibili anche da un osservatore esterno 30 Più alti sono questi livelli più c’è patologia. Non è il tratto ad essere patologico ma è quando il tratto diventa rigido e disfunzionale e crea disagio significativo nella vita del paziente è qui che c’è il disturbo. È suo uno dei più noti self-report per valutare la personalità:il Millon Clinical Multiaxial Inventory MODELLO BIG FIVES Siamo sempre dentro le teorie di tratti fattori e dimensioni Modello + applicato da psicologia, clinica, del lavoro e del benessere. è considerato un «modello standard» della struttura di personalità, sostenuto da una quantità crescente di conferme empiriche. Il modello dei Big Five si basa su 5 dimensioni rilevanti per descrivere la personalità umana sempre intorno ad un range → vengono utilizzati per descrivere i tratti generali che fungono da elementi costitutivi della personalità. 5 tratti: 1. Apertura 2. Coscienziosità 3. estroversione 4. gradevolezza 5. nevroticismo E’ importante sottolineare che ciascuno dei 5 tratti primari della personalità rappresenta un intervallo tra due estremi, è un continuum tra le due polarità. Ad esempio, l'estroversione rappresenta un continuum tra l'estrema estroversione e l'estrema introversione. Nel mondo reale, la maggior parte delle persone si trova in una posizione intermedia 31 1. Apertura (O, Openness to experience) Valuta fino a che punto l’individuo si sforza nella ricerca attiva di nuove esperienze, esplorando ciò che è ignoto e fuori dalla routine. È un indice di tolleranza e desiderio di imbattersi in situazioni non familiari e saperle apprezzare. Un punteggio alto suggerisce una personalità curiosa, con interessi ad ampio raggio, creativa, originale, dotata di immaginazione e non convenzionale. (apertura al pensiero divergente) Un punteggio basso è rappresentativo di quelle persone conformiste, con interessi limitati e scarse abilità artistiche, molto pragmatiche. (apertura al pensiero 2. Coscienziosità (C, Consciousness) Valuta il grado di organizzazione, persistenza e motivazione nel raggiungimento degli obiettivi. Punteggi elevati sono di persone che hanno premura di ottenere un risultato ottimale e perfetto: sono quindi organizzati, autodisciplinati, puntuali, scrupolosi e affidabili. Punteggio basso è generalmente una persona con scarsi obiettivi, pigra, inaffidabile, negligente e indisciplinata, con poca volontà. 32 Più c’è un estremo più quella persona ha una tendenza concentrata su quel basso. Molto legata al disturbo di personalità di tipo ossessivo compulsivo, persone perfezioniste che non delegano 3. Estroversione (E, Extraversion) Valuta il grado di intensità con cui l’individuo è predisposto alle relazioni interpersonali, quindi il livello di attività e stimolazione che raggiungiamo quando interagiamo con gli altri. Indica anche la capacità di provare piacere attraverso il contatto e le relazioni sociali. Punteggio alto è caratteristico di una persona socievole, attiva, loquace, aperta agli altri, ottimista, amante del divertimento e affettuosa. Punteggio basso indica una persona riservata, introversa, non esuberante e tendenzialmente solitaria. Se una persona va in difesa introversiva invece che estroversiva va rispettata. Se nel colloquio si capisce il modo di difendersi di quella persona si sta comprendendo il modo con cui si difenderà durante il percorso e come sarà con noi durante la terapia. Mira molto alla relazione o dobbiamo stare un po di più da parte? 33 4. Gradevolezza (A, Agreeableness) Valuta la qualità dell’orientamento interpersonale di una persona. Si tratta principalmente di empatia ovvero capire quanto l’individuo sia capace di mettersi nei panni dell’altro e di agire in accordo alle proprie emozioni e preoccupazioni. Posso essere orientato verso l’altra persona spaziando dalla compassione fino all’antagonismo nei pensieri, sentimenti e comportamenti. Punteggio alto è tipico di un individuo gentile, di natura benevola, affabile, compassionevole e non rancoroso. Punteggio scarso è indicativo di individui cinici, rudi, sgarbati, competitivi, vendicativi, irritabili o inclini alla manipolazione. Un basso livello è presente in pazienti narcisistici e con disturbo antisociale di personalità caratterizzato dall’inganno. 5. Nevroticismo (N, Neuroticism) Valuta l’adattamento all’instabilità emotiva. Permette di identificare le persone soggette allo stress e al malessere psicologico, che sviluppano idee non realistiche e con un’eccessiva ansia o ruminazione e scarse strategie di adattamento. Punteggio alto è tipico di chi risulta preoccupato, nervoso, fortemente emotivo, insicuro o ipocondriaco. Punteggio basso indica una persona calma, rilassata, non emotiva, forte, sicura e con elevata autostima e soddisfazione di sé. 34 La definizione dei Big Five si è servita di 2 approcci: lessicale (categorie descrittive sono tratte dal linguaggio comune) e strutturale (giunge alla definizione dei tratti sia attraverso analisi fattoriale di questionari di personalità, sia mediante una riflessione teorica sui principi che hanno ispirato i vari modelli di personalità) Applicazioni del modello dei Big Five Uno dei punti di forza dei Big Five consiste nel fatto che forniscono agli psicologi uno strumento esaustivo e ampiamente accettato che può essere utilizzato per risolvere problemi pratici. Utili perché parlano delle caratteristiche chiave di una persona. Le più note applicazioni: Psicologia del lavoro Psicologia della salute Psicologia clinica Big Five e lavoro Le variazioni nei tratti di personalità possono essere predittive del genere di carriera che le persone scelgono e di come svolgeranno tali professioni (Fruyt & Salgado, 2003; Hogan & Ones, 1007; Roberts & Hogan, 2001), anche se molti autori preferiscono essere più cauti. Ad esempio, le persone con alta E dovrebbero riuscire meglio nei lavori a contatto con la gente e nelle libere professioni. Le persone con alta A dovrebbero mostrare maggiore propensione per i lavori artistici e investigativi (es., giornalista, scrittore freelance, curiosità etc). Un’ampia rassegna di studi ha indicato poi come la C sia collegata coerentemente sia alla prestazione sia a diverse misure della prestazione lavorativa stessa (Barrick & Mount, 1991). Big Five e salute Un’area applicativa è quella del benessere soggettivo, ovvero il grado in cui le persone sentono che la loro vita procede bene. In genere, c’è un’associazione tra punteggi elevati nel benessere soggettivo e i tratti relativi a elevate emozioni positive e basse emozioni negative (Lucas & Diener, 2008). Un’altra area è quella della salute. Uno studio longitudinale indica che le persone con alta C possono vivere più a lungo (Friedman et al., 1995). Perché? Probabilmente perché la C influenza una serie di comportamenti rilevanti per la salute; per es., persone con alta C hanno minore probabilità di diventare forti fumatori o bevitori. Di mettersi quindi in situazioni di pericolo 35 Big Five e clinica Secondo questo modello, molti tipi di comportamento patologico rappresentano in forma esagerata normali tratti di personalità. In altri termini, molte forme di psicopatologia sono viste in un continuum con la personalità normale, piuttosto che come una categoria distinta rispetto alla normalità. Quindi ad avere la massima importanza è il modo in cui i punteggi ai 5 Big Five si relazionano tra loro. In questo senso, il modello dei Big Five si mostrerebbe valido anche come strumento per la diagnosi clinica e per la scelta e pianificazione degli interventi psicologici. 36 Big Five e disturbi di personalità (Wiggins & Pincus, 1989; Costa & McCrae, 1990; Widiger & Trull, 1992) Stiamo assolutizzando un tratto per dire come può essere collegato con un disturbo di personalità Misurazione dei Big Five: NEO-PI Inizialmente, per misurare i cinque fattori sono state utilizzate liste di aggettivi (unipolari o bipolari), che, però, si sono rivelate inadeguate perché non permettevano la valutazione di tutti gli aspetti di ogni dimensione. Per questo, Costa e McCrae (1985) hanno ideato un questionario, il NEO-Personality Inventory (NEO-PI), composto da 181 item, aggiornato in seguito NEO-PI-Revised (NEO-PI-R) di 240 item. Consente la misurazione delle cinque dimensioni principali (OCEAN) e delle rispettive sei sottodimensioni. Questo strumento, pur essendo contraddistinto da alta validità e attendibilità, presenta alcuni limiti: i criteri per definire le sottodimensioni non sono sempre chiari; le sottodimensioni sembrano ridondanti e talvolta in disaccordo con i dati della letteratura (Caprara, Barbaranelli, Borgognoni, &Vecchione, 2007). Misurazione dei Big Five: BFQ A causa di queste limitazioni, Caprara, Barbarenelli e Borgognoni (1993) hanno predisposto il Big Five Questionnaire (BFQ), più fedele alle classificazioni tradizionali dei cinque fattori. Le dimensioni misurate sono chiamate Energia, Amicalità, Coscienziosità, Stabilità emotiva e Apertura mentale ed ognuna di esse è composta da due sottodimensioni. Il BFQ è anche provvisto di una scala per valutare la tendenza a fornire un’immagine di sé falsata (scala Lie). Per la valutazione delle proprietà psicometriche del questionario è stato utilizzato un campione di 1189 soggetti dai 16 ai 63 anni. L’analisi fattoriale del BFQ ha mostrato un’elevata stabilità della struttura a cinque fattori nei gruppi con diverse caratteristiche demografiche. I punteggi fattoriali sono risultati sostanzialmente sovrapponibili ai punteggi previsti per le cinque dimensioni. 37 L’attendibilità è stata dimostrata adeguata con i metodi del test-retest e della coerenza interna. Infine, la validità di costrutto è stata confermata da correlazioni fra i punteggi nelle dimensioni Big Five e in misure di fattori di personalità di tassonomie alternative. E’ disponibile una versione BFQ per bambini dai 7 ai 14 anni, il Big Five Questionnaire Children ed una versione aggiornata, il Big Five Questionnaire-2 Misurazione dei Big Five: BFQ-2 È costituito da 134 item, valutati su una scala Likert a cinque punti (da "assolutamente vero per me" ad "assolutamente falso per me") che misurano le dimensioni del BFQ (Energia, Amicalità, Coscienziosità, Stabilità emotiva e Apertura mentale) e la tendenza a distorcere e a falsificare (Lie). Il tempo necessario per la somministrazione va dai 20 ai 40 minuti. Energia (=E): fiducia ed entusiasmo nei confronti delle circostanze della vita, prevalentemente interpersonali; (sottodimensioni: Dinamismo e Dominanza) Amicalità (=A): da un lato, altruismo, prendersi cura, dare supporto emotivo, e, dall’altro, ostilità, indifferenza verso gli altri, egoismo; (sottodimensioni: Cooperatività e Cordialità) Coscienziosità (=C): precisione e accuratezza, affidabilità, responsabilità, volontàdi avere successo e la perseveranza; (sottodimensioni: Scrupolosità e Perseveranza) Stabilità emotiva (=N): ansietàe presenza di problemi di tipo emotivo, come depressione, instabilitàdi umore e irritabilità; (sottodimensioni: Controllo dell’emozione e Controllo degli impulsi) Apertura mentale (=O): apertura verso nuove idee, verso i valori degli altri e verso i propri sentimenti (sottodimensioni: Apertura alla cultura e Apertura all'esperienza). Usando questo avremmo un profilo personologico che non deve essere assolutizzato Limiti e critiche al modello dei Big five Varie critiche sono state fatte al modello Big Five: L’ipotesi della sedimentazione linguistica non sembra adeguata per l’identificazione dei descrittori della personalità (Tellegen, 1993); Le basi teoriche si fondano su analisi fattoriali svolte su insiemi limitati di dati (Eysenck, 1994; Block, 2010) e le liste di aggettivi utilizzate sono state selezione per ottenere la soluzione a cinque fattori con la massima probabilità (Block, 1995; Boyle & Saklofske, 2004). I cinque fattori non sono sufficienti a descrivere tutti gli aspetti della personalità (Hahn & Comrey, 1994; Paunonen et al., 2003) e possono essere considerati dimensioni oblique, e non ortogonali, in accordo all’attuale concezione, viste le correlazioni evidenziate fra di loro (Musek, 2007; Van der Linden et al., 2010). 38 LE TEORIE PSICODINAMICHE DELLA PERSONALITÀ A partire da Freud nel corso del tempo sono stati sviluppati numerosi modelli psicodinamici della personalità. Riassumiamo i principali: I. Il modello strutturale di Freud II. Sviluppi della psicoanalisi III. Il modello relazionale e intersoggettivo IL MODELLO STRUTTURALE DI FREUD Freud pone molta attenzione alla dimensione intrapsichica e l’elemento portante è la «scoperta» della dimensione inconscia della mente - ogni fenomeno psichico ha un senso (esprime cioè un’intenzione) quindi l’ipotesi di uno psichismo inconscio risulta di fatto inevitabile per spiegare tutti quei fenomeni mentali che non sono sotto il controllo completo della coscienza Secondo Freud (1856-1939) il comportamento è determinato dal conflitto inconscio (contrasto di forze) tra diversi fattori presenti nell’individuo e nella realtà in cui vive, e da un gioco di forze innescato da sorgente energetica originaria, le pulsioni*. Innesto di questo conflitto è pulsionale (Pulsioni → Secondo Freud, una pulsione ha la sua FONTE in un eccitamento somatico (stato di tensione); la sua META è di sopprimere lo stato di tensione che regna nella fonte pulsionale; la pulsione può raggiungere la sua meta nell'OGGETTO o grazie a esso. L'energia che si esprime nella pulsione è chiamata da Freud LIBIDO. Ciò implica che la vita psichica è governata da istanze dinamiche, determinate dall’esperienza di sviluppo dell’individuo e alimentate da un flusso continuo di energia. -istanze che in qualche modo interagiscono- Concetto centrale: le esperienze del passato personale influenzano il funzionamento attuale dell’individuo. La persona oggi ha dei comportamenti e interagisce con gli altri esseri umani in maniera inconsapevole sulla base di quanto accaduto nei primi anni di vita Le differenze tra teorie è data dal fatto che per Freud la centralità è data tra i 3-5 anni all'interno di uno sviluppo psicosessuale da una fase orale fino a quella della scolarità. Mentre teoria di attaccamento o klein anticipa ad un anno di vita Primi 5 anni di vita: fasi psicosessuali dinamiche, determinate dalla zona del 39 corpo maggiormente interessata dall’eccitamento sensoriale in un certo periodo. I) Fase orale, II) anale, III) fallica, IV) periodo di latenza e V) fase genitale. Il mancato o incompleto superamento di alcuni aspetti di una delle fasi sopra elencate implica una fissazione a quello stadio, che determina il carattere e l’eventuale sintomatologia (es., ordine-parsimonia-ostinazione sono tipiche del «carattere anale» cioè di quegli individui con una fissazione allo stadio infantile centrato su trattenere/controllare le feci) La questione di fondo è quella della Pulsione e Conflitto → se alla superficie inizia ad apparire una pulsione che viene collocata dall'io come pericolosa comincia questa situazione conflittuale. La pulsione parte dal corpo, quindi ci sono delle fasi: I. Orale → oralità è centrale nei termini del piacere del bambino. Entro 2 anni II. Anale → sposta quello che è il piacere del bambino sul trattanere o rilasciare le feci. Tutto il discorso della fase anale poi rientrerà nella trattazione del disturbo ossessivo compulsivo. Secondo Freud i pazienti ossessivi compulsivi presentano un blocco in questa fase. 2-3 anni. III. Fallica → collocazione centrale del complesso Edipico, 3-5. Il momento tra i 3-5 anni è il momento in cui compare la Triade, dal rapporto bambino.- caregiver inizia ad emergere una terza figura In base a come le figure genitoriali riescono ad interagire con i bambini e a far digerire che esiste un terzo oltre la coppia mamma-bambino, si avrà uno sviluppo che prenderà una via più o meno buona e svilupperà un sistema morale interiorizzato (parte dal super io) IV. Latenza → pulsione diminuisce V. Genitale → Se c’è un blocco in una delle fasi si avranno delle problematiche di carattere di personalità (anche). Secondo Freud le personalità si differenziano a seconda dello sviluppo o del blocco in una delle fasi psicosessuali. Questo concetto di fissazione viene ripreso anche da Kernberg ma viene ampliato ed integrato con altri autori successivi. Inoltre Freud distingue - sintomi nevrotici → intesi come formazioni di compromesso egodistoniche (emozione vissuta come malessere) tra pulsioni rimosse e difese - tratti del carattere → esito di formazioni reattive, sublimazioni o fissazioni a fasi psicosessuali infantili Propone inoltre 3 tipi libidici: narcisistico-ossessivo-erotico Freud ipotizzò inoltre che sia possibile distinguere all’interno dell’apparato psichico 3 sistemi: inconscio, preconscio e conscio. 40 Propone poi un’altra suddivisione dell’apparato psichico in e istanze: Es, Io e Super-io Il conflitto se deve avvenire avviene tra queste 3 istanze ma soprattutto tra Es (rappresentante delle pulsioni che emergono), Istanza morale Super-io, e l’Io che fa da mediatore Io difende, filtro che cerca di mediare tra la conflittualità tra Es e Super io. ES: contenitore di materiale inconscio rimosso Matrice psichica indifferenziata da cui si originano le altre istanze. Contenuti inconsci e rimossi. Polo pulsionale della personalità e quindi il serbatoio dell’energia psichica. Funziona secondo processo primario = modalità di funzionamento mentale dove l’energia psichica è libera di fluire da una rappresentazione psichica all’altra, senza obbedire alle leggi del pensiero vigile, caratteristica del processo secondario che deve interagire con la realtà. (il sogno segue le leggi del processo primario, non è una rappresentazione della realtà.) Processo primario = processo di piacere Processo secondario = processo di realtà IO: o Funzione di regolazione tra realtà interna ed esterna (processi primari e secondari, principio di piacere e principio di realtà). o Elemento di raccordo fra il caos dell’Es (pulsionalità libera) e la realtà esterna. o Si oppone alla soddisfazione immediata del desiderio che viene da Es se «ritiene» che questa costituisca un pericolo per il soggetto. o Presiede alle operazioni difensive → si oppone quindi alla soddisfazione immediata del desiderio se “ritiene” che costituisca un pericolo per il soggetto (-> sullo studio delle difese si focalizzerà poi la psicologia dell’Io a partire da Anna Freud, 1895-1982). Ø NB: Differenza con il concetto di Sé Il SE’ → identifica la dimensione di autorappresentazione dell’Io, dell’individuo 41 L’IO → è una delle 3 istanze, indica una sottostruttura della personalità o sistema con specifiche funzioni, indica una sottostruttura della personalità o sistema con specifiche funzioni E’ come se se l’Io si guarda dall’esterno c’è il sé come autorappresentazione SUPER-IO: Moralizzatore che interviene quando deve fare da accensore nei confronti dell’Io. Eredita il complesso edipico, frutto dell’interiorizzazione delle richieste e delle proibizioni dei genitori. (Complesso edipico → competizione che un figlio inconsciamente nutre per il padre, dovuta alla proiezione amorosa nei confronti del genitore di sesso opposto (madre)). - Secondo Freud avrò un mio sistema di valori che proviene dal’interiorizzazione (buona o cattiva) del complesso edipico - Il momento in cui il bambino rinuncia a perseguire il soddisfacimento dei propri desideri sia amorosi sia aggressivi verso i genitori. L’elaborazione di questi desideri, sottoposti divieto, conduce all'identificazione con i genitori e l'interiorizzazione di tale proibizione Preme per il mantenimento di una condotta morale adeguata e che guida alla realizzazione dei propri ideali. Collegato a tutta la dimensione collettiva, sociale e culturale come l’educazione e la morale. Allievi Freud Abraham: approfondì lo studio delle patologie gravi e dello sviluppo psicosessuale Ferenczi: Ha rivolti su studi clinici al ruolo del trauma “ reale” nella patogenesi e nella formazione della personalità e al trattamento dei pazienti traumatizzati Adler: ha sviluppato un proprio modello, la psicologia individuale, concentrandosi sul ruolo dei fattori sociali ed economici e dei sentimenti psicologici di inferiorità/ superiorità nello sviluppo del carattere Anna Freud: È stata la prima analista a studiare in modo sistematico i meccanismi di difesa e lo sviluppo delle capacità psichiche, considerando come obiettivo primario della terapia il rafforzamento dell'io al fine di riconciliare le esigenze dell'es, del suo periodo e della realtà Hartmann-Kris- Loewenstein: Hanno approfondito lo studio delle funzioni dell'io e della loro rilevanza per l'allattamento alla realtà e lo sviluppo della creatività. Rapaport: tentativo di integrare le conoscenze psicoanalitiche con quelle della psicologia generale e di formalizzare le ipotesi dinamiche all'interno di un sistema scientifico deduttivo. Hartmann: ha fatto una fondamentale distinzione tra: - Io → sottostruttura della personalità e sistema definito dalle proprie funzioni 42 - Sé → totalità della persona nei suoi aspetti fisici e psichici - sé → insieme delle rappresentazioni con scie, preconsce e inconsce relative a se stessi OSSERVAZIONE DIADE MADRE-BAMBINO (MAHLER E WINNICOTT) Margaret Mahler (1897-1985): nota per la questione dello sviluppo della personalità e la teorizzazione dello sviluppo del bambino. Individua delle fasi differenti dello sviluppo: a) Fase autistica normale (prime settimane di vita): il neonato funziona come sistema chiuso rispetto al mondo esterno; (secondo le recenti ricerche questa fase non è riconoscibile pk l’essere umano a partire già da quando si trova nella pancia è relazionale, si relaziona con l’altro) b) Fase simbiotica normale (fino al 4° mese di vita): maggiore apertura agli stimoli esterni e assenza di differenziazione tra sé infantile e madre; -bambino inizia ad aprirsi all’esterno c) Fase di separazione-individuazione (4° mese-III anno di vita): o Differenziazione (4-10 mesi) → bambino inizia a differenziare se stesso dalla madre. Bambino inizia ad esplorare la madre e manifesta le prime reazioni di angoscia di fronte agli estranei o Sperimentazione (dai 10 mesi) → inizia ad esplorare l’esterno. Il bambino inizia ad allontanarsi dalla madre ma torna a lei come «rifornimento emotivo» o Riavvicinamento (II anno) → bambino comincia a fare una specie di gioco tra riavvicinamento e allontanamento alla madre, sperimentando anche se l’oggetto madre rimane li. Rapporto ambivalente con la madre, il bambino è in grado di funzionare separatamente dalla madre ma avverte anche l’angoscia di allontanarsi troppo da lei col rischio di perderla così come sente che un’eccessiva vicinanza a lei mette a repentaglio la differenziazione da poco conquistata ( → vedi ad es. il funzionamento della personalità borderline). Se queste 3 sottofasi sono andate bene il bambino acquisisce la: o Costanza dell’oggetto (III anno) → internamente acquisisce la garanzia che ci sia un altro buono, che qualcuno lo aiuterà. Formazione di concetto stabile di Sé e dell’altro + integrazione delle rappresentazioni buone e cattive del Sé e dell’oggetto, e quindi delle pulsioni amorose e aggressive. Il succo del lavoro psicoanalitico è nella relazione di transfert e controtransfert, quello che paziente trasferisce su di noi alla luce delle sue esperienze passate e quello che noi avvertiamo realmente in relazione al paziente. Questo discorso della Mahler tornerà anche con Kernberg alla luce di discorsi sul disturbo della personalità più severi. 43 Lacan: Dà vita ad un'importante scuola psicoanalitica. SVILUPPI DELLA PSICOANALISI Se nell’impostazione freudiana classica il focus è sulla dimensione intrapsichica, negli sviluppi successivi viene dato più rilievo alla: 1) La prospettiva interpersonale → Dimensione interpersonale-relazionale Si basa di più sullo sviluppo in termini di realtà esterna (=relazioni reali e osservabili tra individuo, altri significativi e ambiente). Maggiori esponenti: Harry Stack Sullivan (1892-1949), Karen Horney (1885- 1952), Clara Thompson (1893-1958), Frieda Fromm-Reichmann (1889-1957) ed Erich Fromm (1900-1980). Secondo questi autori, la cosa essenziale nello sviluppo della personalità è il contesto sociale reale e culturale. Oggetto di indagine: il campo interpersonale e le configurazioni relazionali che caratterizzano l’ambiente. 2) Scuola delle relazioni oggettuali → relazioni oggettuali interiorizzate. Si basa di più sulla realtà interna, quali sono le rappresentazioni interne dell'oggetto madre esterno. (=interazioni fantasmatiche tra il sé e gli oggetti interni. Si parla quindi di che tipo di personaggi interni popolano il mondo interno del paziente che interagiscono tra loro). Quando il paziente racconta delle sue figure significative mi sta raccontando di un personaggio, del ruolo che occupa e di come interagisce nel SUO mondo. Sta quindi raccontando la (sua) rappresentazione interna di quell’oggetto esterno. Gli autori indipendenti («Middle Group»): Ronald Fairbairn (1889-1964), Michael Balint (1896-1970) e Donald Winnicott (1896-1971): o L’Io è sempre legato agli oggetti, l’impulso coesiste sin dall’inizio con la relazione oggettuale, il bambino ha bisogno sin dalla nascita degli altri. Ci siamo quindi spostati di più sul relazionale rispetto a Freud che parlava di una pulsione che deve tendere al soddisfacimento (il fine è il piacere). In questo caso il fine, per questi autori, è la RELAZIONE Melanie Klein (1882-1960): Dà un’importanza della formazione del mondo interno del bambino a partire dalle prime relazioni fantasmatiche e pulsionali con gli oggetti parziali e 44 poi con le figure genitoriali. parla della natura relazionale della pulsione, la quale tende ad un altro oggetto esterno Parla anche di mondo interno del bambino è popolato da oggetti: rappresentazioni interne, sulle quali avviene l’investimento pulsionale. La relazione oggettuale è quindi l’interazione tra le pulsioni e questi oggetti (mamma come figura esterna, oggetto madre è la rappresentazione interna della mamma, figura esterna su cui ho investito i miei affetti.) Quando si fa il colloquio di consultazione si indaga il mondo interno della persona e ci si fa un’idea, non su come è la figura significativa nella realtà, ma su come si ha interiorizzato quell’oggetto esterno. L’oggetto parziale. 0-6. Nei primi giorni di vita il bambino vive in simbiosi con la madre e non distingue il proprio corpo dal suo. E’ dipendente nei termini del seno, e percepisce la madre come oggetto Parziale, un prolungamento di sé. (non esiste mamma come totale, ma parziale ovvero NECESSARIO). Il bambino sa che quando ha fame arriva l’oggetto seno, fonte di soddisfacimento. Le relazioni oggettuali a questo livello sono esclusivamente intrapsichiche. L’altro mi serve SOLO ai miei fini. L’oggetto totale. Tra i 6 e i 9 mesi di vita Il bambino vive gli oggetti, non più come parziali ma come “totali”, cioè separati e indipendenti dalla percezione che il bambino ha di sé. Questa parte coincide con lo svezzamento (mamma comincia a non dare il latte appena il bambino ha bisogno, quindi lui ha una mancanza iniziale) Il bambino inizia ad interiorizzare un oggetto che funziona indipendentemente da lui. Nel caso di pazienti con gravi disturbi della personalità, che tendenzialmente arrivano con un funzionamento interno dove l'oggetto è parziale, se il trattamento inizia a funzionare ci sarà un momento in cui inizieranno a fantasticare sulla dottoressa in termini di oggetto totale che ha anche una sua vita al di fuori dello studio, quindi sull’esistenza della persona indipendentemente da loro. L’Io, fin dalla nascita, si trova coinvolto in un drammatico conflitto tra queste due pulsioni opposte. Si vengono a creare così due fasi dello sviluppo: I. la posizione schizo-paranoide (da 0 a 6 mesi) II. la posizione depressiva (dai 6 ai 12 mesi) I. La posizione schizo-paranoide (da 0 a 4-5 mesi.) Corrisponde al discorso dell’oggetto parziale È il periodo dell’allattamento. 45 Sul piano di meccanismi di difesa siamo sul piano di “scissione” e “identificazione” cioè il sé (oggetto parziale” viene interpretato riassuntivo di tutte le esperienze gratificanti: alimentazione, calore, sazietà, benessere.) Il neonato, però, vive contemporaneamente anche l’angoscia della pulsione di morte, attraverso le malattie, la fame, il differimento della gratificazione che succede quando non c’è la mamma che non arriva a nutrire e dare calore. Nei primi mesi di vita, il mondo interiore del bambino è un tutto indifferenziato, per cui il seno diventa sia buono che cattivo, ma, non essendo il bambino in grado di differenziare la madre come oggetto totale fa un’operazione di scissione → c’è quindi il seno buono che arriva nel momento del bisogno e quello cattivo che è quello che non arriva. Se separo seno buono e cattivo mi sento perseguitato da quello cattivo perchè ho separato le parti Nel paziente adulto si hanno delle rappresentazioni interne delle figure significative scisse, o tutte buone o tutte cattive (sono polarizzate in un solo modo, o bianco o nero) Il bambino, in altri termini, vive una situazione tipica della schizofrenia in cui l’identità è diffusa e vive il sé e le relazioni come buone e cattive allo stesso tempo. Terrorizzato dalla pulsione di morte, il bambino teme che il seno cattivo perseguiti il Sé buono e allo stesso tempo teme che il proprio Sé cattivo possa aggredire e danneggiare il seno buono. Questa situazione fa nascere un’ “angoscia di persecuzione” di tipo paranoide. II. La posizione depressiva Dai 4-5 ai 12 mesi (in particolare tra 6 e 9 mesi). È il periodo dello svezzamento. Centralità dei concetti di “integrazione”, “lavoro del lutto” e “riparazione” Bambino comincia a concepire seno buono e cattivo come parti di uno stesso “oggetto totale” mamma. Bambino riconosce l’impotenza di controllare la madre (oggetto esterno) Alcuni pazienti hanno difficoltà maggiori nel concepire gli altri come Esterni In questo momento il bambino, che durante la fase schizo-paranoide ha tentato di distruggere il seno cattivo, riconosce che il seno buono e quello cattivo coincidono, per cui viene sopraffatto dal senso di colpa La consapevolezza della perdita e il senso di colpa lo portano a sviluppare un atteggiamento “depressivo” → parla di una fase sana dello sviluppo di un essere umano (pazienti con pazienti con grave problemi di personalità sono fermi alla 46 posizione schizo-paranoide, hanno rappresentazioni interne degli ogg amati come scisse e quindi non c’è possibilità di perdita) Nella prima fase non perdo niente perché siamo un'unica cosa, ma se io riconosco che sono un sé differenziato dalla mamma devo riconoscere che ho perso qualcosa. Non sarà sempre lì con me quando vorrò, perché è un oggetto differente da me. Tale depressione, come già aveva scritto Freud, è la stessa che caratterizza il “lavoro del lutto” a cui corrisponde un tentativo di “riparazione”: il bambino interpreta lo svezzamento come perdita del seno buono, dal quale deve necessariamente separare la propria identità se vuole sopravvivere, allo stesso modo in cui chi perde una persona cara deve disinvestire i legami libidici per reinvestirli in altri o in altro. Il processo di riparazione può essere effettuato attraverso la creazione di un simbolo, che infatti la Klein colloca in questa II fase. Il simbolo viene inteso come sostituto dell’oggetto sul quale il bambino può scaricare le pulsioni senza temere di danneggiare il seno buono. Qui nascerebbe la creatività, quella che Freud chiama sublimazione. Chi ha raggiunto una buona posizione depressiva potrebbe essere in grado di essere un buon artista nella misura in cui riesce a trasformare quel senso di perdita in simbolo - + trasformiamo angoscia in qualcosa di rappresentato + siamo in corso di Ronald Fairbairn Il piacere non è l’obiettivo finale dell’impulso, ma un mezzo per raggiungere il suo vero fine: la relazione con l’altro. La libido non è pleasure-seeking ma object-seeking. Pulsione cerca l’oggetto Tra i primi a descrivere la personalità schizoide in termini di funzionamento psicodinamico. Formula un modello dell’apparato psichico di matrice relazionale. Concetto di «sabotatore interno» (o «Io antilibidico»): una parte dissociata e infantile del Sé, carica di dolore e rabbia, cerca di distruggere o sabotare le relazioni, le aspirazioni e le realizzazioni sane proprie e altrui. Utilizzata nelle terapia quando bisogna far capire al paziente che c’è una parte di lui che rema contro. Proprio quando penso di star meglio accade qualcosa che mi porta indietro come se fosse agli inizi e questo si ripete in loop. Concetto di ripetizione di questo sgambetto si può rileggere come sabotatore interno, parte di me che agisce contro di me. Ripeto sempre stesso pattern relazionale, stile relazionale a sabotatore interno D. Winnicott Vero Sé-falso Sé: 47 o Vero Sé: sviluppa quando c’è una buona interazione con una «madre sufficientemente buona» o Falso Sé: prende corpo da una relazione patologica in cui la madre utilizza il figlio per i propri bisogni, ad esempio chiedendogli (implicitamente più spesso) di essere sempre compiacente e di adattarsi ad essi invece che accogliere e dare significato ai gesti spontanei del bambino. Allora il bambino diventa l’immagine che la madre ha di lui, ovvero una proiezione materna. Bambino sempre più attento ai bisogni della madre invece del contrario. Role-reverse → bambini che non hanno potuto essere bambini che sono diventati adulti coscienziosi ma incapaci di capire qual è la scelta migliore. Si sono distaccati dal loro sentire. Il ragionamento trasversale di vivere in base alle aspettative che l’altro ha su di me, mi allontanerà sempre di più dal mio vero sé. Considerando le persone con il concetto di maschera: Vero sé → maschera non è un vero blocco con l’esterno, fa da filtro realistico rispetto all’esterno, protegge ma non chiude Falso sé → la maschera diventa qualcosa di diverso da me; Ognuno di noi nel contesto sociale in cui è utilizza una parte di falso sé, ma il problema avviene quando il falso sé mescola e non si sa qual è il vero Oggetti transizionali: a cui il bambino è profondamente attaccato (pezzo di stoffa, coperta, peluche) - rappresentano un ponte tra mondo interno e realtà esterna - essenziali per lo sviluppo della personalità - ruolo fondamentale per lo sviluppo della capacità di giocare, nella creatività, etc. (paziente racconta il mondo interno attraverso qualcosa che fa (videogioco, social, sogno, musica) Il bambino fino ad una certa età ha un oggetto prediletto, il bambino investe affettivamente su di esso. Quando il bambino inizia a separarsi dalla figura significativa, avrà bisogno di un ponte, dato da quest’oggetto che il bambino sceglie che viene investito affettivamente, Se ha quest’oggetto transizionale è un buon indicatore di sviluppo psichico perché vuol dire che sta facendo quello che dovrebbe fare alla sua età ovvero separarsi. La terapia si fonda sul mezzo con cui io riesco a dialogare con il paziente nei termini delle sue rappresentazioni interne. Articolo Social Network Fanno presa su alcune dimensioni della personalità. 48 Il discorso del falso sé è un discorso che si può utilizzare alla luce del discorso sui social network perché quest’ultimi agevolano e fanno preso su un ideale del sé che più viene costruito come perfetto più si distanzia dal vero sé Questo tipo di strumentistica attuale è un piatto d’argento per coloro che presentano una vulnerabilità del sé nei termini di vero e falso, e per sopperire a delle fatiche che vive nella realtà quotidiana sposta su una realtà virtuale che diventa perfetta. Il punto è quanto sono consapevole di giocare con la mia immagine sui social e quanto invece io ci credo, perchè se il falso sé che credo diventa l’unico vero diventa un grande problema sulla mia vita reale dato che sposto tutto in una piattaforma che non lo è. Quanto io spingo la mia rappresentazione sull’ideale ci dice molto della vulnerabilità che si ha alla luce del vero e falso se. Questo articolo riaggancia il discorso del falso sé a quello dell’attaccamento evitante o preoccupato e secondo questi autori chi nella sua storia ha avuto questo tipo di attaccamento presenta una problematica sull’autenticità ed autostima bassa che trova un processo di compensazione nel social network Più sposto il senso di soddisfazione relazionale sul social + costruirò un mondo che è molto distante da quello reale. Il discorso del vero e del falso sé rientra nella misura in cui possiamo utilizzarlo e nella misura in cui aggancia delle dimensioni narcisistiche del sé come appunto il vero e falso sé. Immagine diventa perfetta alla luce del mio contesto sociale di riferimento, ma in realtà mi sento impotente. Se questa biforcazione diventa molto netta, c’è un momento in cui le due cose si intrecciano e qui se c’è una problematica grave avviene il salto. (o studente rivela situazione o non ce la fa e cede, si uccide) Momento di svelamento del sé che aggancia un tale senso di vergogna che non si hanno alternative. Wilfred Bion Formulò un modello per la comprensione e il trattamento dei gruppi e dei pazienti psicotici. Otto Kernberg integra in un’unica teoria tre modelli psicoanalitici distinti: 49 a) la teoria pulsionale di Freud; b) la teoria delle relazioni oggettuali della Klein e di Fairbairn; c) la psicologia dell’Io di Margaret Mahler e di Edith Jacobson; - identifica le organizzazioni di personalità che non sono dei disturbi ma sono delle strutture psichiche derivanti da esperienze affettive con oggetti significativi primari (rappresentazione interna dell’oggetto esterno che ho interiorizzato) Le strutture mentali sono configurazioni relativamente stabili di processi psichici, derivanti da differenti relazioni oggettuali interiorizzate. Nella sua teoria dello sviluppo gli affetti, organizzati in pulsioni aggressive e libidiche, e associati a rappresentazioni di sé in relazione con gli oggetti, assumono un ruolo cruciale come sistema motivazionale indipendente. Kernberg ha coniato il termine “diagnosi strutturale” per definire uno strumento di valutazione del funzionamento mentale basato sull’analisi di tre istanze: Io, Es e Super-Io, unitamente alla descrizione delle strutture mentali che si manifestano in seguito agli esiti delle relazioni oggettuali interiorizzate. La diagnosi strutturale è costituita sostanzialmente dal colloquio focalizzato all’individuazione dei sintomi, dei conflitti o delle difficoltà presentate dal paziente a partire dall’interazione duale con il terapeuta. La teoria di Kernberg ruota attorno al concetto di organizzazioni di personalità. → modi di funzionare sul piano psicodinamico più o meno sano. Non si intendono quadri sintomatologici, disturbi, ma sono differenze psico-strutturali che caratterizzano una modalità di funzionamento intrapsichico stabile o meno stabile del soggetto, che si basa su 3 parametri: 1) Identità 2) Meccanismi di difesa 3) Esame di realtà Secondo questo autore stiamo quindi dicendo sul piano personologico come funziona la persona e alla luce del suo modo di funzionare possiamo anche dire ad esempio il suo modo di amare in modo adulto, questo si può avere solo se abbiamo una struttura solida alla luce di questi 3 fattori. Possiamo considerare le organizzazioni di personalità come dei contenitori dove dentro possiamo mettere dei disturbi o meglio come a dei piani di un condominio. Psicologia del Sé Kohut: 50 La sua teoria, divenuta Psicologia del Sé risiede nell’analisi delle funzioni attribuite a esperienze con gli oggetti esterni, che hanno la proprietà di contribuire alla formazione del Sé (denominati per questo oggetto Sé = ogg esterni che contribuiscono formazione se) Durante la primissima infanzia, le energie del bambino sono interamente dedicate alla soddisfazione dei bisogni personali e alla ricerca del benessere. Le esperienze necessarie alla personalità del bambino (e poi in forme diverse dell'adulto) possono essere scomposte in tre configurazioni fondamentali: - oggetto sé-speculare - oggetto sé-idealizzato imago parentale idealizzata - oggetto sé-gemellare Col passare del tempo le caratteristiche infantili di queste rappresentazioni vengono superate attraverso l'elaborazione, per mezzo di - interiorizzazione trasmutanti → appropriazione personale della capacità di eseguire autonomamente le funzioni prima svolte dall’oggetto-sé - delusioni o frustrazioni ottimali → intese come esperienze dei fallimenti empatici, parziali e graduali, delle persone che svolgono funzioni di oggetto-sé Le prime immagini degli oggetti, delle quali il sé infantile non è differenziato, lasciano il posto a immagini e bisogni più realistici fino alla formazione del Sé nucleare, inteso come elemento strutturale della personalità individuale Deficit vs Conflitto I diversi approcci di Kohut, che pone l'accento sugli aspetti deficitari dello sviluppo e di Kernberg, che sottolinea invece gli aspetti conflittuali, hanno dato vita a controversie in ambito clinico e teorico, in particolare per quanto riguarda il trattamento delle personalità Borderline e narcisistica. Evoluzione del senso del Sé Stern (allievo di Mahler e Sander): delineò un modello dello sviluppo del sé e degli altri basato sull'osservazione semi-sperimentale delle int

Use Quizgecko on...
Browser
Browser