Semantica 2 PDF - Italian Linguistics

Summary

This document discusses the syntactic structure of sentences in Italian, including the role of subjects, verbs, and objects. It also examines the meaning of verbs and how sentences connect to the real world. The document covers concepts like semantic roles and distribution in sentences.

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4.1 La struttura sintattica degli enunciati 4.1.1 La sintassi superficiale degli enunciati Per comprendere il significato di una frase, dobbiamo capire come i soggetti nominali (SN) e i 2 predicati verbali (V) si combinano per formare un enunciato. 1 Il v...

4.1 La struttura sintattica degli enunciati 4.1.1 La sintassi superficiale degli enunciati Per comprendere il significato di una frase, dobbiamo capire come i soggetti nominali (SN) e i 2 predicati verbali (V) si combinano per formare un enunciato. 1 Il verbo (V) si unisce a un complemento oggetto (SN) o a un evento ausiliare (SP) per costruire una struttura verbale completa. Questo costrutto si collega poi ad altri elementi, come il soggetto o eventuali avverbi, per formare un enunciato completo. La regola di base è: SN + V + SP. Ad esempio: “Paolo corre” → “Paolo” è il soggetto, “corre” è il verbo. 4.1.2 Movimento Il movimento nella sintassi si riferisce allo spostamento di alcune parti della frase, come il soggetto o i complementi, all’interno della struttura. Questo avviene in base alle regole della grammatica e al significato. Ad esempio: “Paolo è stato investito” → il soggetto "Paolo" cambia posizione rispetto al verbo 2 "investito" perché la costruzione passiva lo richiede. Il verbo può anche "salire" da una posizione profonda nella frase (come un oggetto 1 compreso) a una posizione più superficiale (es.: soggetto visibile). Questo tipo di movimento serve a chiarire il ruolo dei vari elementi nella frase: chi fa l'azione, chi la subisce, e così via. 4.2 Semantica del verbo Il significato di un verbo è duplice:. Mondano: si riferisce agli oggetti o agli eventi del mondo reale (esempio: “correre” denota il movimento di una persona o animale).. Concettuale: rappresenta un insieme di concetti collegati a quel verbo (es.: “correre” implica velocità, continuità, direzione). Ad esempio: “Correre” può indicare sia il concetto generale del movimento che il contesto specifico in cui avviene (come il correre di Paolo in un parco). La proprietà semantica del verbo ci aiuta a distinguere diversi tipi di eventi o situazioni. 4.3 La saldatura con gli elementi del nucleo 4.3.1 La saldatura dei SN singolari definiti La "saldatura" si riferisce al modo in cui un enunciato si collega agli oggetti del mondo reale. Ad esempio: Nella frase “Paolo corre”, dobbiamo capire:. Chi è "Paolo" (l’oggetto specifico a cui si riferisce il verbo).. Quale tipo di evento è rappresentato (“correre” implica movimento continuo).. Qual è il ruolo tematico di Paolo nell’enunciato (qui Paolo è l'agente, cioè chi compie l'azione). 4.3.2 La saldatura dei SN plurali definiti: distribuzione 3 Quando il soggetto è plurale, come in “I ragazzi sono arrivati”, i ruoli tematici si distribuiscono tra più individui. Esempio: “I ragazzi si sono incontrati al parco” implica che ogni ragazzo ha partecipato a un evento reciproco (l'incontro). Questi aspetti aiutano a determinare la relazione tra i partecipanti e l'evento descritto. 4.3.3 Indeterminatezza semantica Si analizzi la frase: “Anna e Paolo hanno sollevato il tavolo”. Ci sono due possibili interpretazioni:. Lettura distributiva: Anna e Paolo sollevano il tavolo in due eventi distinti.. Lettura collettiva: Anna e Paolo sollevano insieme il tavolo in un unico evento. Questi due significati possono portare a domande come: Chi è davvero l’agente? È solo Anna o Paolo, oppure sono entrambi come gruppo? Il significato è ambiguo? Alcuni studiosi preferiscono considerare il gruppo “Anna e Paolo” come un unico agente. Tuttavia, l’ambiguità rimane perché dipende dal contesto. Per esempio: Se l’interpretazione è collettiva, Anna e Paolo agiscono insieme. Se l’interpretazione è distributiva, agiscono separatamente. L’ambiguità semantica è un tema centrale, specialmente quando una stessa frase può indicare significati distinti a seconda del contesto. In italiano, non esistono differenze grammaticali esplicite per distinguere queste letture, ma in altre lingue tali differenze potrebbero essere evidenti. 4.3.4 La saldatura dei SN definiti plurali: formalizzazione Quando dobbiamo spiegare una frase come “Anna e Paolo hanno sollevato il tavolo”, possiamo introdurre una formalizzazione che distingue ogni singolo evento o la pluralità di eventi. Si utilizza una variabile per rappresentare i diversi significati: Agente (e∗): Anna e Paolo, ciascuno può essere un agente distinto o entrambi insieme. Paziente (e∗): il tavolo è l’oggetto sollevato. Formalizzazione: Ogni entità che partecipa all’evento è descritta da una proprietà come x ∈ X, dove X rappresenta il gruppo (es., Anna e Paolo). In questo modo, si può analizzare se l’azione è distribuita (ogni persona solleva il tavolo in momenti distinti) o collettiva (insieme nello stesso evento). Esempio: Distributiva: Ogni persona compie l’azione separatamente (Anna solleva il tavolo, poi Paolo lo solleva). Collettiva: Anna e Paolo sollevano il tavolo contemporaneamente. 4.3.5 La saldatura dei SN indefiniti Con i soggetti indefiniti, le cose si complicano. Ad esempio: “Un ragazzo è caduto.” Qui si parla di un individuo non specificato. Tuttavia, si può comunque analizzare il significato considerando le proprietà dell’evento e del soggetto. Con i plurali indefiniti: “I ragazzi hanno sollevato il tavolo.” Si applica lo stesso modello: si analizzano sia i singoli eventi (ogni ragazzo agisce da solo) sia l’azione collettiva (i ragazzi agiscono insieme). Si usano formalizzazioni per descrivere la neutralità dell’azione (senza specificare chi ha fatto cosa). 4.4 La saldatura degli aggiunti Gli aggiunti sono elementi come avverbi e argomenti opzionali che specificano ulteriori dettagli sugli eventi descritti. 4.4.1 Avverbi Gli avverbi riducono il numero di stati o eventi possibili specificandoli meglio. Per esempio: “Anna mangiò voracemente una mela”: l’avverbio "voracemente" specifica come Anna ha mangiato, restringendo le possibilità. Formalizzazione: Un evento può essere descritto con proprietà come e: “mangiare”* e un aggiunto che specifica un aspetto, come l’agente Anna o il paziente (la mela). 4.4.2 I SN aggiunti Quando si aggiungono argomenti opzionali (come complementi di luogo o tempo), si riducono le possibilità degli eventi considerati. Per esempio: “Anna è in giardino” implica una relazione tra Anna e il giardino, limitando i contesti applicabili. 4.5 Tempi verbali Il significato dei tempi verbali dipende sia dalla struttura della frase che dall’uso di eventuali ausiliari per segnalare l’aspetto temporale. 4.5.1 Sintassi della flessione verbale La flessione verbale si riferisce alla struttura del verbo. Per esempio: “Paolo correva sempre”: il verbo "correva" indica continuità (imperfetto), mentre "sempre" specifica una frequenza. La posizione degli avverbi e degli ausiliari può cambiare il significato: “Paolo ha sempre corso”: qui, l’avverbio si trova prima del verbo principale, modificando l’enfasi. 4.5.2 Il sistema dei tempi verbali in italiano I tempi verbali italiani sono molti, ma il loro scopo principale è specificare eventualità temporali: Passato prossimo: un’azione avvenuta in un momento preciso. Imperfetto: un’azione continua o abituale nel passato. Imperfetto: un’azione continua o abituale nel passato. Esempio: “Paolo corre”: descrive un’azione nel presente. “Paolo corse”: descrive un’azione completa nel passato. Formalmente, possiamo rappresentare i tempi verbali come funzioni che collegano eventi a momenti temporali precisi: La condizione t(e∗)

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