Summary

Questo documento riassume la psicologia dello sviluppo, esaminando le diverse teorie e periodi di sviluppo, dall'infanzia all'età adulta. Descrive anche i fattori che influenzano lo sviluppo, come la natura e la cultura, le prospettive filosofiche sull'infanzia e i processi biologici, cognitivi e socio-emotivi.

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PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO INTRODUZIONE Lo sviluppo è quel processo di cambiamento che comincia con il concepimento e continua lungo tutto il corso della vita. lo storico Aries concluse che le società europee prima del 1600 consideravano i bambini come degli adulti in miniatura. In periodi più recent...

PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO INTRODUZIONE Lo sviluppo è quel processo di cambiamento che comincia con il concepimento e continua lungo tutto il corso della vita. lo storico Aries concluse che le società europee prima del 1600 consideravano i bambini come degli adulti in miniatura. In periodi più recenti della storia europea si sono affermati tre approcci filosofici sull’infanzia, facendo riferimento al concetto di peccato originale, tabula rasa e bontà innata. Nella prospettiva del peccato originale, sostenuta principalmente nel medioevo, i bambini appena venuti al mondo erano viste come creature malvagie. Il fine dell’educazione era offrirgli la salvezza e rimuovere il peccato della loro vita. La prospettiva della tabula rasa viene formulata da John Locke, in quanto sostiene che i bambini non erano innata mente cattivi, ma erano anzi come delle tavolette raschiate, cioè tavolette vuote sulle quali è possibile scrivere qualsiasi cosa. Locke, quindi, era convinto che l’esperienza infantili fossero importanti nel determinare le caratteristiche della persona adulto. La prospettiva dell’abbondanza innata, formulata da Rousseau, sosteneva che i bambini erano in innata mente buoni, ma poiché lo siano deve essere permesso loro di crescere in modo naturale, limitando al minimo il controllo e le restrizioni da parte dei genitori. lo studio dello sviluppo infantile è cominciato a partire dalla fine del 1800, fino ad evolversi a diventare una scienza sofisticata caratterizzata da teorie complesse. La maggior parte dei primi influenti psicologi si era formata o nel campo delle scienze naturali, quali la biologia o la medicina, o in filosofia. Gli studiosi delle scienze naturali sottolineavano l’importanza degli esperimenti e delle osservazioni attendibili; tuttavia, questi scienziati non erano certi che le persone, e ancor meno nei bambini i neonati, potessero essere studiati in questo modo. I filosofi, per esempio, si chiedevano se i metodi utilizzati dalla scienza fossero adatti a studiare le persone. Questa considerazione fu superata quando alcuni pensatori cominciarono a sperimentare nuovi metodi per studiare i neonati, per esempio lo psicologo francese Alfred Binet elaborò molti compiti per studiare l’attenzione e la memoria. Egli studiò le proprie figlie, altri bambini normali, bambini con problemi mentali, bambini estremamente dotati e adulti. Alla fine, collaborò alla stesura del primo test moderno dell’intelligenza. Un altro grande osservatore dei bambini fu Arnold Gesell, che con la sua cupola fotografica poteva osservare sistematicamente il comportamento dei bambini senza interrompere le loro attività. Jesse Hell viene influenzato da Darwin, in quanto sosteneva che alcune caratteristiche dei bambini sbocciano con l’età per via di una programmazione biologica legata alla maturazione. La teoria evoluzionistica influenzò anche Hall, il quale affermava che lo sviluppo infantile segue un corso evolutivo naturale che può essere spiegato attraverso lo studio del bambino, inoltre ipotizzò che lo sviluppo infantile si verifichi in fasi, con motivazioni e capacità diverse per ogni stadio. il parenting, l’educazione e lo sviluppo stesso sono tutti influenzati dal contesto socioculturale. Con il termine contesto ci si riferisce ai luoghi nel quale avviene lo sviluppo. 1 I quattro contesti per i quali dobbiamo prestare particolarmente attenzione sono: cultura, etnia, status socioeconomico e genere. La cultura comprende i tipi di comportamento, credenze e tutti gli altri prodotti di un particolare gruppo di persone trasmessi di generazione in generazione (gli studi cross culturali confrontano gli aspetti di due o più culture). L’etnicità, che deriva dal greco popolo, ha un profondo significato nella nazionalità, nella religione, nell’eredità culturale e nel linguaggio, per esempio gli italiani che vivono negli Stati Uniti sono alcuni esempi di gruppi etnici, ma anche all’interno di ogni gruppo etnico possono esserci differenze. É bene distanziarsi da qualsiasi tipo di stereotipo, come per esempio il fatto che gli africani d’America vivono in situazioni di basso reddito. Lo status socio economico è un fattore fondamentale dello sviluppo, che si riferisce alle condizioni sociali della persona, quindi alla sua posizione all’interno della società sulla base delle caratteristiche economiche. Lo status socio-economico implica diverse ineguaglianze, ci sono membri della società con occupazioni di grande prestigio, altre che hanno accesso ad un’educazione maggiore rispetto ad altri, o ancora diverse risorse economiche. il genere è un’altra dimensione chiave dello sviluppo dei bambini. Il genere si riferisce alle caratteristiche delle persone come l’essere maschio o femmina. PROCESSI: I meccanismi dello sviluppo umano sono creati dall’interazione di tre processi chiave, essi sono di natura biologica, cognitiva e socio emotiva. I processi biologici producono cambiamenti nel corpo dell’individuo, come l’aumento dell’altezza, del peso, i cambiamenti ormonali della pubertà. I processi cognitivi si riferiscono ai cambiamenti nel pensiero, nell’intelligenza e nel linguaggio dell’individuo. Essa è la capacità di mettere insieme frasi composte da due parole, di memorizzare una poesia, di risolvere un problema matematico. Processi socio emotivi includono cambiamenti nelle relazioni dell’individuo con altre persone, cambiamenti nella sfera emotiva, cambiamenti nella personalità, come per esempio il sorriso di un neonato in risposta alla carezza della madre. Questi processi sono saldamente intrecciati tra di loro, per esempio, il sorriso di un bambino in risposta alla carezza della madre dipende sia dai processi biologici, in quanto ha l’abilità di rispondere alla carezza, sia ai processi cognitivi, in quanto ha la capacità di comprendere azioni intenzionali, e sia ai processi socio emotivi, in quanto entra in relazione con altri esseri umani. Attualmente la connessione tra processi biologici, cognitive e socio emotivi è studiata nel campo delle neuroscienze cognitive dello sviluppo, che esplora i collegamenti tra sviluppo, processi cognitivi e il cervello, e all’interno delle neuroscienze sociali dello sviluppo, che esaminano le connessioni tra sviluppo, processi socio emotivi e il cervello. La scoperta dei neuroni specchio é data grazie al gruppo di ricerche dell’Università di Parma. Questi neuroni sono attivati sia durante il compimento di un’azione sia durante la sua osservazione, per esempio sia quando si danza sia quando si osserva qualcuno danzare. 2 PERIODI DELLO SVILUPPO: lo sviluppo viene descritto in diversi periodi: 1. Periodo prenatale, esso è lasso di tempo compreso tra il concepimento e la nascita, della durata di circa nove mesi. 2. Prima infanzia, esso il periodo evolutivo che va dalla nascita ai 18-24 mesi di età circa. in alcune classificazioni questo periodo è diviso in due: periodo neonatale, che equivale al primo mese di vita, e infanzia da un mese a un anno e mezzo circa. la prima infanzia è un momento di assoluta dipendenza dagli adulti, in quanto molte attività psicologiche cominciano in questo periodo, come la capacità di parlare, le azioni fisiche, imitare gli altri e l’imparare da loro. 3. Età prescolare o seconda infanzia, esso il periodo che va dalla fine della prima infanzia fino ai 5-6 anni da circa. Durante questa fase i bambini imparano a diventare più autosufficienti e prendersi cura di sé stessi. 4. età scolare o fanciullezza, essa il periodo evolutivo che va dai 6 agli 11 anni di età circa. in questo periodo i bambini si impadroniscono delle capacità di leggere, scrivere e contare, e vengono esposti ufficialmente al mondo esterno. 5. Adolescenza, esso il periodo evolutivo che segna la transizione tra l’infanzia e l’inizio della vita adulta, comincia intorno ai 10-12 anni e finisce tra i 18 e i 19 anni. L’adolescente inizia con una serie di cambiamenti fisici molto rapidi, come l’aumento dell’altezza, del peso, cambiamenti nella forma fisica. oggi, gli studiosi credono che il cambiamento non si fermi alla fine dell’adolescenza, ma si descrivono lo sviluppo come un processo che si estende lungo il ciclo della vita. 6. Adulticità emergente, esso è il periodo che va dai 18-22 anni fino ai 25-30 anni. L’adultità emergente viene proposta da Arnett, il quale rimanda a un’età caratterizzata dall’esplorazione dell’identità, in quanto la persona è concentrata sulla ricerca di ciò che ancora non è, cioè un adulto. I tempi di ingressi d’uscita dall’età adulta variano da una cultura all’altra, come per esempio nei paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti il rito di passaggio all’età adulta è caratterizzato dall’uscita della casa familiare per recarsi a studiare in altre città, nei paesi europei invece, come l’Italia, gli adulti emergenti vivono ancora in famiglia. 7. età adulta, dai 30 a circa i 55 anni 8. Giovane anziani, 55-65 anni 9. Anziani medi, 66-75 anni. nella età anziana sia una riduzione delle facoltà attentive e mnemoniche, in particolare diminuisce la capacità di processare più informazioni contemporaneamente e di ricordare gli avvenimenti della vita quotidiana. 10. Vecchi, 76-85 anni 11. Grandi vecchi, 86> Gli effetti di corte fa riferimento alle specifiche influenze di un gruppo che condividono una caratteristica comune, come l’anno di nascita o un evento storico. Questi aspetti possono influire sugli atteggiamenti e sullo sviluppo psicologico di una generazione. Per esempio, i Millennial e la generazione Z sono esposti ai social e alla tecnologia, quindi posseggono una mentalità più aperta e sono più tolleranti. 3 DIBATTITI: Natura-Cultura. nasce il dibattito tra natura e cultura in quanto si cerca di spiegare se lo sviluppo è influenzato in maniera più forte dalla natura o dalla cultura. La natura è un termine utilizzato e riferimento all’eredità biologica dell’organismo, invece cultura indica l’esperienze vissute in un certo ambiente. secondo i sostenitori della natura, le persone si comportano esattamente come un girasole che cresce in maniera prestabilita. Camminiamo prima di imparare a parlare, impariamo a usare una parola per volta prima di poterne usare due insieme. Inoltre, ambienti particolarmente estremi possono ritardare lo sviluppo. per contro, altri psicologi sottolineano l’importanza della cultura per lo sviluppo, ovvero dell’esperienza derivate dall’ambiente, per esempio, la dieta di un bambino può influenzare la sua altezza e persino la sua capacità di pensare e risolvere problemi. A prescindere dal loro patrimonio genetico, un bambino cresciuto in un povero villaggio del Bangladesh e uno nato e cresciuto a Denver avranno con ogni probabilità capacità diverse, modi diversi di pensare e modi diversi di interagire con le persone. Continuità-discontinuità. il dibattito tra continuità e discontinuità è volto a determinare se lo sviluppo è costituito dai cambiamenti graduali o da fasi distinte tra loro e brusche. Generalmente gli studiosi evidenziano l’aspetto culturale considerandolo come un processo graduale e continuo, quelli che invece sottolineano gli aspetti naturali, tendono a descriverlo come una serie di fasi distintive. un esempio che possiamo fare, prendendo in considerazione la continuità, è la crescita da germoglio ad albero gigantesco, in quanto la quercia diventa sempre più simile a una quercia adulta, analogamente, la prima parola di un bambino può essere vista come un evento improvviso e discontinuo, ma in realtà è il risultato di settimane e mesi di crescita e pratica. Dal punto di vista della discontinuità invece, facciamo riferimento ad un bruco che si trasforma in una farfalla, non è più un bruco, ma un tipo diverso di organismo. Analogamente il bambino passa da una fase dello sviluppo, nella quale non è in grado di formulare pensieri, a una fase in cui è capace di farlo. Prime esperienze-esperienze successive. questo dibattito si concentra sulle prime esperienze, specialmente durante la prima infanzia, l’esperienza successive siano fattori chiave nello sviluppo infantile. Thompson afferma che a meno che non riceva calore e attenzioni durante il primo anno di vita il bambino non si svilupperà in maniera ottimale, per contro i sostenitori dell’esperienze successive sostengono che i bambini sono malleabili durante tutto il loro sviluppo e che le cure sensibili non sono più importanti di quelle successive. Alcuni studiosi accettano il fatto che le prime esperienze contribuiscono in maniera significativa allo sviluppo, ma non più di quanto lo facciano le esperienze successive. Le persone che appartengono a culture occidentali, influenzate dalle teorie freudiane, hanno generalmente appoggiato l’idea che le prime esperienze sono più importanti di quelle 4 successive. La maggior parte delle persone nel resto del mondo non condivide quest’opinione, per esempio in molti paesi asiatici si crede che l’esperienza vissuta intorno ai 6-7 anni siano più importanti di quelle risalenti ai primi anni di vita. Dominio generale-dominio specifico. Un altro dei dibattiti storici è quello di comprendere se lo sviluppo è di dominio generale oppure dominio specifico. Nel primo caso si pensa che lo sviluppo coinvolga simultaneamente uniformemente tutto il sistema cognitivo, in questo caso la mente è paragonata a una mela, frutto della polpa omogenea e compatta, mentre nel secondo si ritiene avvenga secondo modi e ritmi diversi nelle diverse aree della conoscenza, in questo caso la mente è paragonata ad un’arancia, dove diversi spicchi corrisponderebbero ai diversi domini dell’attività cognitiva. Lo sviluppo non può essere ricondotto unicamente alla natura alla cultura, alla continuità o alla discontinuità, all’esperienze prime o all’esperienze successive, queste componenti giocano tutto il ruolo importante nello sviluppo dell’individuo. Nonostante quasi tutti sono d’accordo su queste osservazioni esiste ancora un acceso dibattito. Le ragazze tendono ad eccellere meno nel campo della matematica rispetto ai ragazzi per via di caratteristiche ereditarie o a causa delle aspettative della società e un modo in cui le ragazze vengono cresciute? TEORIE PSICANALITICHE: La teoria psicanalitica descrive lo sviluppo come prevalentemente inconscio, cioè non immediatamente accessibili alla consapevolezza, e influenzato dalla sfera emotiva. I teorici della psicanalisi sottolineano come le prime esperienze con i genitori Influenzino lo sviluppo in maniera significativa, questi elementi sono riscontrabili nella teoria psicoanalitica di Sigmund Freud. 1. Teoria di Freud. Ascoltando, interrogando e analizzando i suol pazienti, Freud si convinse che i loro problemi erano il risultato di esperienze risalenti ai primi anni di vita. Egli pensava che i bambini crescendo focalizzino il piacere spostando gli impulsi sessuali dalla bocca all'ano ed eventualmente ai genitali. Come risultato noi passiamo attraverso cinque fasi psico- sessuali dello sviluppo: orale (piacere nella bocca, dalla nascita ad un anno e mezzo), anale (piacere nell’ano, da un anno e mezzo a 3 anni), fallica (piacere area genitale, da 3 anni a 6 anni), di latenza (reprime gli interessi, dai 6 anni alla pubertà) e genitale (piacere sessuale, al di fuori della famiglia, dalla pubertà in poi). La nostra personalità adulta, secondo Freud è determinata dal modo in cui risolviamo I conflitti tra queste diverse fonti di piacere. Se in qualunque fase il bisogno di piacere e poco soddisfatto o troppo soddisfatto, un individuo può diventare fissato, o bloccato, a quella fase di sviluppo. Secondo Freud, la fase fallica è particolarmente importante per lo sviluppo della personalità, poiché è durante questo periodo che si manifesta il complesso di Edipo. Il nome deriva dalla mitologia greca, secondo la quale Edipo, figlio del re di Tebe, Involontariamente uccide suo padre e sposa sua madre. Il complesso di Edipo, secondo la teoria di Freud, si manifesta nel bambino sotto forma di un intenso desiderio di sostituirsi al genitore del suo stesso sesso e godere dell'affetto del genitore di sesso opposto. il complesso di Edipo si risolve intorno ai 5-6 5 anni, in quanto i bambini si rendono conto che il genitore del loro stesso sesso potrebbe punirli per i loro desideri incestuosi. Per superare questo conflitto, il bambino si Identifica con il genitore dello stesso sesso, desiderando di essere come lui o lei. Tuttavia, se il conflitto non è risolto, l'individuo può rimanere fissato alla fase fallica. 2. Teoria psico-sociale di Erikson. Erik Erikson riconosce Il contributo di Freud, ma è convinto che questo abbia frainteso alcuni aspetti fondamentali dello sviluppo umano. Per prima cosa Erikson (1950, 1968) sostiene che l'individuo si sviluppa attraverso fasi psico-sociali e non psico-sessuali come sostenuto da Freud. Freud è convinto che la nostra personalità di base si sviluppi nei primi cinque anni di vita, Erikson invece pone l'accento sui cambiamenti evolutivi che avvengono durante tutto l'arco della vita. Pertanto, rispetto al dibattito tra prime esperienze ed esperienze successive descritto in precedenza, Freud vedeva le prime esperienze come più importanti rispetto a quelle successive, mentre Erikson enfatizza l'importanza tanto delle prime quanto delle successive. Nella teoria di Erikson ci sono otto fasi di sviluppo psicosociale. Ciascuna fase consiste in un particolare comportamento che mette l'individuo di fronte a una crisi che deve essere risolta. Più un individuo è in grado di superare le crisi con successo, più il suo sviluppo sarà sano. 1. Fiducia di base/Sfiducia di base è la prima fase dello sviluppo psicosociale di Erikson, corrispondente al primo anno di eta. Il senso di fiducia richiede una sensazione di benessere fisico. Provare fiducia nei primi mesi di vita consente all'individuo di sviluppare la convinzione che il mondo sia un luogo buono e piacevole in cui vivere. PRIMA INFANZIA, PRIMO ANNO 2. Autonomia/vergogna e dubbio, è per Erikson la seconda fase dello sviluppo psicosociale. Questa si verifica tra la fine della prima infanzia e il periodo dei primi passi (1-3 anni di età). Dopo aver sviluppato un senso di fiducia nei confronti dei propri genitori, i bambini cominciano a capire di essere i fautori del proprio comportamento. Iniziano pertanto a far valere la propria indipendenza, o autonomia. 3. Iniziativa/senso di colpa, la terza fase dello sviluppo psico-sociale di Erikson, si manifesta durante gli anni prescolari (dai 3 ai 5). Lo sviluppo del senso di responsabilità aumenta l'iniziativa. È possibile che in questa fase si manifestino sensi di colpa sgradevoli se il bambino è irresponsabile e viene spinto a sentirsi in ansia per questo, Erikson, tuttavia, è convinto che questa fase si risolva in genere in maniera positiva: la maggior parte dei sensi di colpa vengono compensati rapidamente dalla sensazione di aver portato a termine qualcosa con successo. 4. Industriosità/senso d'inferiorità è per Erikson la quarta fase di sviluppo che si verifica all'incirca durante gli anni della scuola primaria fino alla pubertà. L’iniziativa dei bambini li mette In contatto con un gran numero di nuove esperienze. Il rischio durante gli anni della scuola primaria è che il bambino sviluppi un senso di Inferiorità, sentendosi Incapace e poco produttivo. DAI 6 ANNI ALLA PUBERTA’ 5. Identità/diffusione di identità è la quinta fase di sviluppo di Erikson che un individuo affronta durante gli anni dell'adolescenza (10-20). In questo periodo, gli 6 individui devono scoprire chi sono, come sono fatti e che cosa vogliono fare nella vita. L'adolescente svilupperà un'Identità positiva nel caso in cui riesca a esplorare questi ruoli in maniera sana e a trovare una strada positiva da seguire. Sarà invece confuso riguardo alla propria identità nel caso in cui i genitori lo forzino ad assumere una particolare identità. ADOLESCENZA 6. Intimità/isolamento è per Erikson la sesta fase dello sviluppo, corrispondente ai primi anni della vita adulta (20-30). In questo periodo, gli Individui devono affrontare il compito di stabilire relazioni Intime tra di loro. Il traguardo dell'intimità sarà raggiunto se il giovane adulto sarà in grado di stabilire amicizie sane e una relazione intima con un altro individuo. In caso contrario, il risultato sarà l'isolamento. INIZIO ETA’ ADULTA 7. Generatività/stagnazione è la settima fase dello sviluppo di Erikson, che l’individuo si trova ad affrontare nella seconda fase dell’età adulta (40-50). La preoccupazione più grande in questo periodo deriva dal desiderio di aiutare la generazione successiva a maturare e a condurre una vita produttiva. La sensazione di non aver fatto nulla per aiutare la generazione successiva viene definita stagnazione. MEZZ’ETA’ 8. Integrità/disperazione è l’ottava e ultima fase dello sviluppo di Erikson, corrispondente agli ultimi anni di vita (60>). Durante questa fase, la persona si trova a riflettere sul passato e a ricavarne un'immagine positiva o, al contrario, a concludere che la propria vita non è stata ben spesa. Attraverso molti percorsi differenti, la persona anziana può aver sviluppato una visione positiva nella maggior parte o in tutte le fasi precedenti dello sviluppo. In tal caso, uno sguardo sul passato restituirà l'immagine di una vita ben spesa. Se invece la persona anziana ha risolto negativamente molte delle fasi precedenti, uno sguardo sul passato provocherà dubbi o tristezza, ovvero la disperazione. VECCHIAIA TEORIE COGNITIVE: Mentre le teorie psicanalitiche sottolineano l'importanza dei pensieri inconsci del bambino, le teorie cognitive si concentrano sui loro pensieri consci. Le tre teorie cognitive più importanti sono la teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo, la teoria cognitiva socio-culturale di Vygotskij. e la teoria sull’elaborazione di informazioni. Teoria di Piaget sullo sviluppo cognitivo. La teoria di Piaget afferma che i bambini costruiscono attivamente la loro visione del mondo e attraversano quattro stadi di sviluppo cognitivo. I processi alla base di questa costruzione cognitiva del mondo sono due: l'organizzazione e l'adattamento. Ciascuno di questi stadi è relativo a un'età e consiste di modi di pensare distinti, un modo differente di conoscere il mondo. Rispetto alla questione sui domini, Piaget ha una posizione dominio-generale. I 4 stadi: 1. Lo stadio sensomotorio, che dura dalla nascita fino a circa due anni d'età, è la prima fase di Plaget. In questa fase, il bambino costruisce la sua visione del mondo coordinando le esperienze sensoriali (vedere, sentire ecc.) con le azioni fisicomotorie - da qui il termine sensomotorio. 7 2. Lo stadio preoperatorio, che dura dai due ai sette anni circa, è la seconda fase nella teoria di Piaget. In questa fase i bambini cominciano a rappresentare il mondo attraverso parole, Immagini e disegni. Tuttavia, secondo Plaget, i bambini in età prescolare non possiedono ancora la capacità di svolgere operazioni, termine utilizzato da Piaget per indicare azioni mentali che consentano ai bambini di eseguire mentalmente ciò che in precedenza hanno svolto fisicamente. 3. Lo stadio operatorio concreto, che dura all'incirca dal sette agli undici anni d'eta, è la terza fase di Piaget In questa fase, i bambini possono svolgere delle operazioni e il ragionamento logico sostituisce quello intuitivo. Per esempio, utilizzando il pensiero operatorio concreto non è ancora possibile immaginare la risoluzione di un'equazione algebrica, cosa troppo astratta per questo tipo di pensiero. 4. Lo stadio operatorio formale, che si manifesta tra gli undici e quindici anni e continua attraverso l'età adulta, e la quarta e ultima fase di Piaget. In questa fase gli individui vanno oltre le esperienze concrete e pensano in modi più astratti e logici, come la creazione di immagini o di situazione ideali. Teoria cognitiva socio-culturale di Vygotskij. La teoria di Vygotskij è una teoria cognitiva socio-culturale che mette in evidenza il modo in cui la cultura e le interazioni sociali guidano lo sviluppo cognitivo. È convinto che lo sviluppo della memoria, dell'attenzione e del ragionamento richieda che il bambino impari a utilizzare gli strumenti e le convenzioni della società in cui vive, come il linguaggio, i sistemi matematici e le strategie mnemoniche. In un tipo di cultura, questo può voler dire imparare a contare con l'aiuto di un computer. In un altro tipo, può significare contare sulle proprie dita o utilizzando dei sassolini. Secondo Vygorskij, l'interazione sociale del bambino con adulti o pari più competenti e indispensabile al loro sviluppo cognitivo. Per esempio, se una persona abile nella lettura aiuta regolarmente un bambino a imparare a leggere, non solo fa migliorare le sue abilità di lettura, ma trasmette anche che leggere é un’attività importante per la sua cultura. La conoscenza non è generata all'interno dell'individuo, ma è costruita attraverso l'interazione con altre persone e con gli oggetti che fanno parte della cultura, come i libri. Questo suggerisce che la conoscenza può essere migliorata attraverso interazioni con altri in attività cooperative. La teoria dell’elaborazione delle informazioni. Le macchine possono a tutti gli effetti candidarsi al ruolo di "padri fondatori" della teoria dell’elaborazione delle informazioni. Altri fattori hanno influito sullo sviluppo di questa teoria, ma nessuno di questi è stato cost Importante quanto il computer. Gli psicologi hanno stabilito delle analogie tra l'hardware di un computer e il cervello e tra il software di un computer e i processi cognitivi. Viene proposto il pensiero che sottolinea il fatto che gli individui manipolano le informazioni, le controllano e fanno scelte strategiche a partire da esse. Diversamente dalla teoria di Plaget, ma analogamente a quella di Vygorskij, la teoria dell'elaborazione delle informazioni non descrive lo sviluppo come suddiviso in stadi. Robert Slegler, un esperto nel campo dell'elaborazione delle informazioni nel bambino, sostiene che quando le persone percepiscono, codificano, rappresentano, immagazzinano 8 e richiamano informazioni, esse stanno pensando. Slegler enfatizza che un importante aspetto dello sviluppo consiste nell'apprendimento di buone strategie per l'elaborazione delle informazioni. TEORIA COMPORTAMENTISTE E SOCIO-COGNITIVE: Secondo i comportamentisti lo sviluppo consiste in comportamenti osservabili che vengono appresi attraverso l'esperienza in un ambiente specifico. Rispetto al dibattito continuità-discontinuità le teorie comportamentiste e socio-cognitive enfatizzano la continuità nello sviluppo e ritengono che lo sviluppo non avvenga per mezzo di stadi. I tre tipi dell'approccio comportamentista che analizzeremo sono il condizionamento classico di Pavlov, il condizionamento operante di Skinner e la teoria socio-cognitiva di Bandura. Condizionamento classico di Pavlov. Nei primi anni del 1900, il fisiologo russo Ivan Pavlov, partendo dal fatto che i cani istintivamente producono saliva quando assaggiano del cibo, rilevò che i cani cominciavano a salivare in presenza di vari stimoli visivi o sonori prima di mangiare il cibo. Per esempio, se si faceva suonare un campanello mentre si dava da mangiare a un cane, successivamente Il suono del campanello era sufficiente perché il cane salivasse. Pavlov aveva scoperto il principio del condizionamento classico: se uno stimolo neutro (in questo caso, il campanello) viene associato a uno stimolo che produce una reazione automatica (nell'esempio, il cibo), quella reazione sarà causata anche solo dallo stimolo che in precedenza era neutro. Agli inizi del XX secolo John Watson e Rosalie Rayner dimostrarono che Il condizionamento classico è comune anche agli esseri umani. Watson fece vedere a un bambino di nome Albert un ratto bianco per vedere se il bimbo ne era spaventato. Non lo era. Mentre Albert giocava con il ratto, Watson produsse un forte rumore dietro la testa di Albert e il suono fece piangere il piccolo. Dopo alcune associazioni del rumore con il ratto bianco, Albert cominciò ad avere paura del ratto anche in assenza del rumore. Analogamente possiamo apprendere la paura del dentista in seguito a un'esperienza dolorosa dal dentista, la paura di guidare per essere stati coinvolti in un incidente stradale. Il condizionamento operante di Skinner. Nel condizionamento operante di Skinner, le conseguenze di un comportamento producono cambiamenti nella probabilità che questo comportamento si ripeta. Un comportamento seguito da una gratificazione ha più probabilità di ripetersi di un comportamento seguito da una punizione. Per esempio, è più probabile che un bambino ripeta un comportamento se riceve in risposta un sorriso, piuttosto che uno sguardo corrucciato. Secondo Skinner, un bambino impara a essere timido in seguito alle sue esperienze con l'ambiente esterno; se l'ambiente esterno viene modificato, il bambino può imparare a godere delle interazioni sociali. Anche per Skinner l'aspetto chiave dello sviluppo è Il comportamento, non i pensieri o i sentimenti. La teoria socio-cognitiva. 9 La teoria socio cognitiva sostiene che comportamento, ambiente e cognizione sono fattori importanti nello sviluppo. Albert Bandura é il primo architetto della teoria socio-cognitiva, enfatizza il fatto che i processi cognitivi hanno un importante collegamento con l'ambiente e con il comportamento. Le sue prime ricerche si concentravano in maniera significativa sull'apprendimento osservativo (anche chiamato imitazione o modeling) - un tipo di apprendimento che si verifica attraverso l'osservazione di ciò che fanno gli altri. Per esempio, un bambino che osserva regolarmente gli scatti di aggressività del padre potrebbe a sua volta essere molto aggressivo con i suoi coetanei. Una bambina che assume il tono sarcastico e autoritario della sua insegnante potrebbe dire al fratellino: "Sei così lento! Come puoi svolgere questo compito così lentamente. Egli ritiene che le persone creino una rappresentazione cognitiva del comportamento altrui e può accadere che adottino tali comportamenti a loro volta. Comportamento, attività cognitive della persona e fattori ambientali operano interattivamente. Le attività cognitive della persona possono influenzare l'ambiente, l'ambiente può cambiare i processi cognitivi della persona, e così via. LA TEORIA ETOLOGICA La teoria etologica sostiene che il comportamento é fortemente influenzato dalla biologa e dall’evoluzione, ed è caratterizzato da periodi critici o sensibili. Lo zoologo Konrad Lorenz, lavorando principalmente con le oche selvatiche, studiò uno schema comportamentale che si credeva programmato dai geni degli uccelli. In una serie di esperimenti straordinari, Lorenz separò le uova deposte da un'oca in due gruppi. Restituì il primo gruppo all'oca in modo che lo covasse, mentre mise il secondo gruppo in un'incubatrice. Le ochette nel primo gruppo cominciarono a seguire la madre non appena le uova si schiusero. Tuttavia, le ochette del secondo gruppo, le quali avevano visto Lorenz per primo dopo essere uscite dal guscio, presero a seguirlo ovunque, come se fosse la loro madre. Lorenz mise entrambi i gruppi sotto una scatola. Mamma oca e mamma Lorenz si trovavano vicino alla scatola: quando questa venne sollevata, le ochette si diressero immediatamente verso la rispettiva "madre". Lorenz chiama questo processo imprinting: il rapido e innato processo di apprendimento che produce attaccamento nei confronti del primo oggetto in movimento visto. La teoria etologica classica non era efficace nel simulare studi con gli esseri umani. Un importante cambiamento è che invece di concentrarsi su un periodo critico rigido e ristretto, l'attuale teoria etologica propone il concetto di un periodo sensibile più esteso. John Bowlbly sostiene che l'attaccamento alla persona che si prende cura di noi nel primo anno di vita ha importanti conseguenze lungo tutto l'arco della nostra vita. Secondo la sua teoria, se questo attaccamento è positivo e sicuro, l'individuo disporrà di solide basi grazie alle quali potrà svilupparsi. Se l'attaccamento è insicuro, il bambino, crescendo avrà più difficoltà nello stabilire relazioni sociali e nell'affrontare le sue emozioni. LA TEORIA ECOLOGICA: A differenza della teoria etologica, la quale evidenzia i fattori biologici, la teoria ecologica si concentra sui contesti ambientali. Una teoria ecologica è stata elaborata da 10 Bronfenbrenner. La teoria ecologica di Bronfenbrenner afferma che lo sviluppo è influenzato da diversi sistemi ambientali. La teoria identifica cinque sistemi ambientali: Il microsistema è rappresentato dal contesto in cui l'individuo vive. Include la famiglia, i coetanei, la scuola, il vicinato, e il lavoro. È nel microsistema che avvengono le interazioni più dirette con gli altri. Il mesosistema include le relazioni tra microsistemi o le connessioni tra contesti differenti. Alcuni esempi sono le relazioni tra le esperienze familiari e quelle scolastiche, o tra le esperienze scolastiche e quelle relative alla chiesa. L’esosistema è chiamato in causa quando le esperienze vissute in altri contesti sociali - nei quali l'individuo non ha un ruolo attivo - influenzano ciò che l'individuo vive nel suo contesto più Immediato. Per esempio, le esperienze sul posto di lavoro possono influenzare le relazioni di una donna con il marito e i figli. La madre potrebbe ottenere una promozione che le richiede di viaggiare di più e che potrebbe per questo aumentare il conflitto coniugale e cambiare i modelli di relazione tra genitori e figli. Il macrosistema è rappresentato dalla cultura in cui l'individuo vive. Ricordiamo che all'inizio di questo capitolo abbiamo detto che il termine cultura si riferisce agli stili di comportamento, alle credenze e a tutto quello che un gruppo di persone produce e tramanda di generazione in generazione. Il cronosistema include quei cambiamenti causati da eventi ambientali e dalle transizioni che avvengono nel corso della vita, così come le circostanze storico- sociali. Per esempio, gli effetti negativi del divorzio sui bambini spesso raggiungono un picco nel primo anno successivo al divorzio. Trascorsi due anni dal divorzio, le interazioni familiari sono meno caotiche e più stabili. È Importante rendersi conto che le teorie rappresentano uno strumento utile ma che sarebbe un errore basarsi su una sola di esse per spiegare lo sviluppo. Un approccio teorico eclettico non segue un unico approccio, ma piuttosto seleziona e utilizza ciò che considera gli aspetti migliori di ciascuna teoria. Viene evidenziato il legame tra lo studio dello sviluppo umano e l’ambito educativo, con particolare attenzione all’inclusione e alla promozione del benessere. Le teorie dello sviluppo forniscono strumenti per valutare le differenze individuali, progettare interventi mirati e formare insegnanti capaci di rispondere ai bisogni degli studenti. Il concetto di benessere scolastico si estende oltre l’assenza di disabilità, includendo la capacità di sentirsi accolti e valorizzati nell’ambiente. I servizi educativi recenti si orientano verso un approccio inclusivo che risponda alle necessità di ciascuno. L’inclusione si distingue dall’integrazione: l’inclusione accetta tutte le persone, valorizzando i loro punti di forza e promuovendo un adattamento reciproco tra individuo e ambiente; l’integrazione richiede invece che l’individuo si conformi alla cultura dominante. La cultura inclusiva sta trasformando l’educazione attraverso nuovi linguaggi e prospettive, come l’uso di espressioni che non riducano l’identità di una persona alle sue difficoltà. Per esempio, parlare di “bambino con autismo” anziché “bambino autistico” permette di separare la persona dalla condizione. Promuovere l’inclusione significa anche superare i 11 vecchi schemi di pensiero e adottare un linguaggio che rispetti tutte le diversità senza discriminazioni, pur mantenendo un equilibrio per non appesantire il discorso. CAPITOLO 2: la scienza si definisce tale non in base a cosa studia, ma come la studia; pertanto, non è importante che l’oggetto di studio sia la fotosintesi, le farfalle o lo sviluppo infantile, questo perché è il metodo di studio che rende l’approccio scientifico o meno. La ricerca scientifica contribuisce a rispondere al meglio a queste domande, ed essa è oggettiva, sistematica e può essere sottoposta a verifica. Nel condurre le loro ricerche, gli studiosi dello sviluppo infantile usano il metodo scientifico, cioè un processo basato su quattro fasi: 1. Concettualizzazione del problema da studiare 2. Raccolta delle informazioni, cioè i dati 3. Analisi dei dati 4. Derivazioni delle conclusioni. Un progetto può essere definito scientifico solo se obbedisce ad alcuni postulati di base: Determinismo, la scienza presuppone la possibilità di conoscere determinare i fenomeni Empirismo, la scienza si basa su osservazioni empiriche controllate, replicabile e oggettive Integrazione teorica, la scienza costruisce teorie confutabili in grado di spiegare un insieme di fatti Approccio dinamico, la scienza è una prova continua Dimensioni pubblica un procedimento scientifico si include anche altri ricercatori a riproporre osservazioni e ipotesi, eventualmente allo scopo di confutarle Evoluzioni paradigmatica, la scienza si evolve a partire da paradigmi. principalmente si accettano l’identificazione di tre principali classi di scienze, cioè le scienze fisiche, le scienze biologiche e le scienze umane, in quanto tutte queste discipline utilizzano il metodo scientifico. Nelle scienze umane, tra cui la psicologia, oltre al metodo scientifico si ricorre spesso ad altri metodi per affrontare situazioni problematiche. si utilizzano approcci come l’intuizione, il ragionamento, l’ostinazione, l’esperienza, i quali possono essere definiti i metodi prescientifici o pseudo scientifici. Per esempio, l’ostinazione, cioè affidarsi a credenze consolidate perché così si è sempre pensato, è un metodo pseudo scientifico. Anche l’esperienza non è un vero e proprio metodo scientifico. Talvolta si sostiene che l’esperienza sia la migliore maestra, poiché riceviamo molte conoscenze dall’esperienza personale. METODO SCIENTIFICO: abbiamo detto che la ricerca scientifica si basa sul metodo scientifico, ossia un approccio che permette di ottenere informazioni accurate e che si articola nelle fasi che vanno dalla concettualizzazione del problema, alla raccolta dei dati, fino a trarre conclusioni e rivedere i risultati della ricerca e della teoria che l’aspirata. la prima fase, concettualizzare il problema, prevede che si identifichi un problema. Per esempio, supponiamo che un tema 12 di ricercatori voglia studiare un sistema per migliorare il rendimento dei bambini che vivono in povertà, in questo caso i ricercatori hanno individuato un problema ma bisogna andare aldilà della descrizione generale del problema, in quanto i ricercatori si devono rifare teorie esistenti e formulare delle ipotesi. Una teoria è un insieme di delegati tra loro in maniera coerente, che aiuta a spiegare un fenomeno e a fare delle previsioni. Un’ipotesi invece, è una supposizione o una previsione specifica che può essere verificata. Per esempio, i ricercatori possono decidere di verificare se un sistema di mentoring può migliorare il rendimento scolastico dei bambini. La seconda fase consiste nel raccogliere informazioni. Nello studio strumento ring, i ricercatori potrebbero decidere di continuare il programma di mentoring per sei mesi. I dati potranno derivare da osservazioni in classe e test di rendimento al quale i bambini saranno sottoposti. Una volta raccolti i dati, i ricercatori sullo sviluppo infantile utilizzano procedure statistiche per comprendere il significato dei dati e per tentare di trarne delle conclusioni. I ricercatori confrontano le loro conclusioni con quelle di altre ricerche sullo stesso argomento. la fase finale del metodo scientifico consiste nel rivedere le conclusioni della ricerca e la teoria. VALIDITÀ: La validità di una ricerca si riferisce alla misura in cui uno studio riesce a rispondere correttamente alla domanda che si pone, garantendo accuratezza e credibilità nei risultati. La validità interna corrisponde a quanto il risultato della ricerca è considerato giusto il rapporto all’ipotesi di partenza: Se ipotizzo che un certo stile comunicativo possa migliorare le capacità di lettura di un bambino, la mia ricerca non sarà valida dal punto di vista interno se penso che i miglioramenti osservati non dipendano realmente dallo stile comunicativo che ho modificato, ma da altri fattori esterni. La validità interna, quindi, si riferisce alla certezza di una relazione di causa-effetto tra la variabile indipendente (lo stile comunicativo) e la variabile dipendente (le capacità di lettura), garantendo che le altre variabili potenzialmente influenti siano sotto controllo. la validità esterna, invece, consiste nella possibilità di generalizzare i risultati della ricerca a individui o contesti diversi da quelli considerati.per esempio, se presti studiare l’autostima seleziona un campione troppo particolare, per esempio studenti universitari, è difficile che poi le conclusioni possono essere estese a tutta la popolazione. La validità di costrutto consiste quando il ricercatore che l’ha condotta può escludere che i risultati possano essere spiegati da una teoria diversa da quella di riferimento. La validità ecologica, Che consiste alla corrispondenza tra la realtà sottoposta a verifiche empirica e a quella a cui i risultati dovrebbero essere generalizzati. METODO DI RICERCA: È importante sottolineare come le teorie siano spesso collegate a particolari metodi di ricerca. Dal tipo di teoria che ricercatore ha deciso di sposare consegue la scelta delle modalità attraverso le quali svolgere la ricerca. Ricerca descrittiva: tutti i metodi per raccogliere i dati di cui parleremo tra poco possono essere utilizzati in una ricerca descrittiva, il cui obiettivo è osservare e registrare un comportamento. Per 13 esempio, un ricercatore potrebbe osservare in che misura i bambini sono altruisti o aggressivi tra di loro. Lo sperimentatore non deve intervenire modificando il comportamento dei soggetti, ma deve essere assimilato al contesto ambientale nascosto da specchi unidirezionali. Ricerca correlazionale: A differenza della ricerca descrittiva, la ricerca corre relazionale va aldilà di una semplice descrizione di un fenomeno. L’obiettivo della ricerca corre relazionale e descrivere l’intensità della relazione tra due o più eventi o caratteristiche. Per esempio, per stabilire se i figli dei genitori permissivi hanno meno autocontrollo rispetto ad altri bambini, se necessario registrare con cura o osservazioni relative alla permissività dei genitori e all’autocontrollo dei loro figli. Questi dati potranno in seguito a essere analizzati statisticamente per ottenere un dato numerico, chiamato coefficiente di correlazione. I coefficienti di correlazione vanno da +1 a -1. Una correlazione pari a zero indica che non esiste alcuna associazione tra le variabili. Ricerca sperimentale: Per studiare la casualità, i ricercatori si servono della ricerca sperimentale, detta anche vero e esperimento, consiste in un piano di ricerca in cui lo sperimentatore ha un controllo completo sul chi, sulla cosa, sul quando, sul dove e sul come della ricerca. Un esperimento è un metodo di ricerca in cui i partecipanti vengono assegnati casualmente a diversi gruppi (randomizzazione) e uno o più fattori vengono modificati apposta per vedere se influenzano il comportamento studiato. Durante l’esperimento, tutti gli altri fattori vengono mantenuti costanti. Se il comportamento dei partecipanti cambia dopo aver modificato un certo fattore, possiamo dire che quel fattore è la causa del cambiamento. In altre parole, l’esperimento dimostra un rapporto di causa-effetto: la causa è il fattore modificato, e l’effetto è il cambiamento nel comportamento osservato. gli esperimenti includono dei tipi di variabili: variabili indipendenti e dipendenti. Una variabile indipendente è un fattore sperimentale manipolato che influenza altri fattori. Una variabile dipendente è un elemento che può cambiare nel corso di un esperimento, in risposta a cambiamenti relativi alle variabili indipendenti. Per esempio, supponiamo di condurre uno studio per valutare se l’esercizio aerobico nelle donne incinte cambia o meno i ritmi di sonno e respirazione nei neonati. Se le donne svolgono una certa quantità di esercizio ogni settimana, possiamo riferirci in questo caso che la quantità di esercizio è la variabile indipendente. Quando i bambini nasceranno, verranno osservati i ritmi di sonno e la respirazione, in questo caso quest’ultimi sono la variabile dipendente. gli esperimenti possono coinvolgere uno o più gruppi sperimentali e uno o più gruppi di controllo. Un gruppo sperimentale è un gruppo la cui esperienza viene manipolata; invece, un gruppo di controllo è un gruppo utilizzato per stabilire un confronto con il gruppo sperimentale. È fondamentale l’assegnazione casuale, in quanto i ricercatori collocano a caso i partecipanti nel gruppo sperimentale o in quello di controllo. Ciò riduce la possibilità che i risultati dell’esperimento vengono influenzati da differenze preesistenti tra i due gruppi. 14 Un quasi-esperimento è un tipo di ricerca in cui lo sperimentatore non ha il pieno controllo su tutte le condizioni e le variabili dello studio. Questo accade, ad esempio, quando non è possibile manipolare liberamente la variabile indipendente. Per esempio, se si vuole capire se l’altezza delle persone influisce sulle loro prestazioni, il ricercatore non può “cambiare” l’altezza dei partecipanti. Deve invece osservare la varietà naturale, lavorando con persone di diversa statura. Il disegno a soggetto singolo è una metodologia sperimentale che si concentra su un unico individuo anziché su un gruppo di persone. Questo approccio è fondamentale nella storia della psicologia, utilizzato da studiosi come Fechner, Wundt, Pavlov e Skinner per sviluppare modelli teorici e paradigmi basati su osservazioni ripetute dello stesso soggetto, piuttosto che sul confronto di medie ottenute da grandi campioni. Un esempio classico è il disegno A-B-A’: A: Fase iniziale senza trattamento (baseline). B: Introduzione del trattamento. A’: Ritiro del trattamento e ritorno alla baseline. In alcuni casi, viene aggiunta un’ulteriore fase di trattamento, formando un disegno A-B- A’-A. Se però il trattamento produce un apprendimento irreversibile (cioè che il trattamento non può essere ritirato), si utilizza il disegno per serie temporali, con fasi di baseline, trattamento e follow-up (misurazione dopo un periodo di tempo). METODI PER LA RICERCA: RICERCA LONGITUDINALE E TRASVERSALE: gli studiosi possono aggrapparsi ad un approccio longitudinale, cioè una strategia di ricerca nella quale gli stessi individui vengono studiati per un certo periodo di tempo, spesso molti anni. Per esempio, sono uno studio sull’autostima venisse condotto longitudinalmente, gli stessi bambini potrebbero essere esaminati tre volte, cioè a 5 anni, 8 anni e 11 anni. Alcuni studi longitudinali vengono condotti per periodi brevi, per esempio anche solo un anno. gli studi longitudinali forniscono una gran quantità di informazioni su temi molto importanti quali la stabilità e il cambiamento nello sviluppo, ma questi studi non sono esenti da problemi, in quanto oltre all’essere molto costosi, e a richiedere molto tempo, un ulteriore rischio potrebbero essere la perdita dei soggetti, poiché per esempio, le famiglie dei bambini potrebbero trasferirsi, ammalarsi o perdere interesse. L’approccio trasversale, invece, è una strategia di ricerca nella quale soggetti di età differenti sono messi a confronto in un momento preciso. Un classico studio trasversale può includere un gruppo di bambini di cinque anni, uno di bambini di otto anni è uno dei bambini di 11 anni. I tre gruppi possono essere confrontati tra loro il riferimento a una vasta gamma di variabili, come il quoziente intellettivo, la memoria, la relazione tra coetanei, l’attaccamento dei genitori. Tutto ciò può essere ottenuto in una breve periodo, in alcuni casi anche solo un giorno. Quindi il vantaggio principale di questo studio è che il ricercatore non deve aspettare che sui soggetti crescano o invecchiano per completare la 15 ricerca. Nonostante le sue caratteristiche di efficienza dal punto di vista dei tempi, anche l’approccio trasversale ai suoi difetti, in quanto non dà alcuna informazione sul modo in cui l’individui cambiano. L’OSSERVAZIONE: L’osservazione scientifica richiede l’utilizzo di una serie di importanti capacità. Per essere efficaci, l’osservazione deve essere sistematica. Dobbiamo avere qualche idea di cosa stiamo cercando, e dobbiamo sapere chi stiamo osservando, quando e dove li serviremo. Le osservazioni dovranno essere condotte in laboratorio o nel mondo reale. Supponiamo di voler studiare come i bambini reagiscono dopo aver osservato comportamenti aggressivi da parte di altre persone. Se l’osservazione viene condotta nelle loro case o a scuola, non sarà possibile controllare alcuni aspetti fondamentali, come la quantità di aggressività a cui sono esposti, il tipo di aggressività (fisica, verbale, ecc.), chi è la persona che si comporta in modo aggressivo, come questa persona si relaziona ai bambini. In un contesto del genere, ci sono troppe variabili che sfuggono al controllo del ricercatore, rendendo difficile interpretare chiaramente i risultati. Se invece l’osservazione avviene in un laboratorio, tutti questi fattori possono essere controllati: si può decidere la quantità, il tipo di aggressività, chi la esprime e in che modo. Questo permette al ricercatore di avere maggiore sicurezza nel trarre conclusioni sui risultati, riducendo l’influenza di variabili estranee e migliorando la validità interna dello studio. tuttavia, la ricerca e laboratorio prese ad alcuni inconvenienti, in quanto è praticamente impossibile condurre una ricerca in modo tale che i partecipanti non sappiano di essere studiati. Un altro inconveniente è che l’ambiente del laboratorio non è naturale e può spingere partecipanti a comportarsi in maniera innaturale. Ancora un altro problema è che i genitori e i bambini che sono disponibili a recarsi in laboratorio universitario e hanno la possibilità di farlo, potrebbero non essere rappresentativi della popolazione che si intende studiare. L’osservazione naturalistica significa osservare comportamenti in situazioni reali, senza tentare di manipolare e controllare la situazione. Gli studiosi dello sviluppo infantile possono condurre osservazioni naturalistiche nelle case, negli asili, nelle scuole, nel parco gioco, nei centri commerciali. Vengono proposti quattro tipi di osservazione: in ambiente naturale, in ambiente artificiale, ambiente strutturato, ambiente non strutturato dallo sperimentatore. ambiente naturale Ambiente artificiale Situazione non Studio sul campo non Studia non strutturato in struttura strutturato laboratorio Situazione struttura Studio sul campo struttura Studio strutturato in laboratorio QUESTIONARI E INTERVISTE: il mondo migliore più rapido per ottenere informazioni dalle persone consiste nel chiederle ai diretti interessati. Una possibilità tecnica e l’intervista. Un metodo collegato a quest’ultimo è l’indagine, a volte chiamata anche questionario, che consiste in una serie di domande standard ed è utilizzato per ricavare dalle persone risposte relative ai loro 16 atteggiamenti. In un buon questionario, le domande sono chiare e neutrali. I questionari e le interviste possono essere utilizzati per studiare una vasta gamma di argomenti, dagli atteggiamenti relativi all’educazione dei figli, alla percezione dell’amicizia, l’uso delle droghe. un problema legato ai questionari dell’interviste è che partecipanti hanno la tendenza a rispondere in modi che ritengono socialmente accettabili, piuttosto che rivelare quello che pensano provano veramente. Per esempio, in un questionario un’intervista alcuni adolescenti potrebbero affermare di non assumere droghe anche se in realtà lo fanno. Questi strumenti non possono essere utilizzati con bambini di età inferiori ai 3-4 anni nella modalità orale e con bambini di età inferiori ai 7-8 nella modalità scritta. il questionario è composto da una lista finita di domanda risposta preferibilmente chiusa. I questionari a risposta aperta si usano quando non si conoscono a priori le modalità di risposta oppure le risposte sono troppo numerose per elencarle tutte, con queste modalità quindi si possono ottenere risposte dettagliate e articolate. TEST STANDARDIZZATI: Un altro metodo per raccogliere dati è il test standardizzato. Molti test standardizzati permettono di confrontare la performance di una persona con quella di altri individui, mettendo così a disposizione informazioni sulle differenze individuali tra le persone. Un esempio di questi test è il test dell'intelligenza di Stanford-Binet, in cui il punteggio a questo test mostra come la tua performance può essere confrontata con quella di altre persone. Possiamo individuare di tre tipi di svantaggi: il primo è che non sempre i test standardizzati sono in grado di prevedere i comportamenti in situazioni al di fuori del test. Un altro problema deriva dal fatto che i test standardizzati si basano sull'idea che il comportamento di una persona sia consistente e stabile, mentre la personalità e l'Intelligenza possono variare a seconda della situazione. Per esempio, un bambino può ottenere un punteggio molto basso in un test d'intelligenza standardizzato svolto nell'ufficio dello psicologo scolastico e ottenere un punteggio molto più alto a casa, dove si sente meno in ansia. Un ultimo svantaggio dei test standardizzati è dato dal fatto che molti test psicologici sviluppati nelle culture occidentali potrebbero non essere adatti ad altre culture. MISURAZIONI PSICO FISICHE: Al fine di raccogliere dati, le misurazioni psicofisiologiche possono rivelarsi il metodo più efficace. Queste misurazioni sono utilizzate per valutare il funzionamento del sistema nervoso centrale (SNC), del sistema nervoso autonomo (SNA) e del sistema endocrino sono in forte aumento. Le tecniche di neuroimaging o di visualizzazione dell'attività cerebrale includono vari metodi per produrre diversi tipi di immagini della struttura del cervello. Tra le più note troviamo: la FMRI (functional Magnetic Resonance Imaging, Risonanza Magnetica Funzionale) che rileva e visualizza il flusso sanguigno cerebrale e gli ERP (Event Related Potentials, potenziali evocati o evento) che rilevano e visualizzano l'attività elettrica del cervello in risposta alla presentazione di uno stimolo o durante la produzione di un comportamento. 17 Le tecniche psicofisiologiche si differenziano da quelle comportamentali per due caratteristiche che le rendono particolarmente adatte per lo studio dello sviluppo dei bambini: 1. permettono di studiare le competenze cognitive dei bambini all'interno di situazioni che non implicano carichi attendivi elevati per i soggetti 2. consentono di utilizzare lo stesso compito con persone di diverse età, ricavando misure confrontabili. Il limite principale, invece, è implicito nel metodo stesso: Implicano infatti competenze specifiche sia per l'uso dei macchinari coinvolti sia per l'interpretazione dei risultati restituiti. NORME ETICHE: L'associazione americana degli psicologi (American Psychological Association - APA) ha sviluppato linee guida per regolamentare gli aspetti etici della ricerca in psicologia. Questi principi sono adottati anche dall'Associazione Italiana di Psicologia (AIF) che indica tra le norme etiche le seguenti. Consenso informato e libertà della persona di ritirarsi dalla ricerca. Se si vogliono utilizzare i dati raccolti in una ricerca è necessario ottenere il consenso delle persone chi vi hanno partecipato, che devono, inoltre, essere informate su tutti gli aspetti della ricerca che potrebbero indurle a ritirare il consenso. La riservatezza. A chi partecipa alla ricerca deve essere sempre garantita la possibilità dell'anonimato. Quando i dati vengano presentati in sedi scientifiche o pubbliche, deve comunque essere garantita la non riconoscibilità della persona che ha partecipato alla ricerca. Il rischio di danni permanenti o temporanei a chi partecipa alla ricerca. La ricerca non deve comportare alcun rischio di danni permanenti e/o temporaneo a chi vi partecipi, compresi effetti nocivi, anche a lunga scadenza, di agenti fisici e chimici. La protezione di coloro che partecipano alla ricerca. Chi svolge la ricerca è responsabile del trattamento ricevuto da coloro che vi partecipano (persone o animali che siano) da parte delle persone che collaborano a essa (per esempio, studenti/esse, laureandi/e, tirocinanti, tecnici di laboratorio o altre figure professionali). Occorre perciò accertarsi delle loro competenze relazionali e scientifiche. La diffusione delle ricerche in sedi scientifiche. In occasione della presentazione delle ricerche in sedi scientifiche (congressi, riviste, altre pubblicazioni), devono essere rispettati diversi requisiti, tra i quali il fatto che i dati non possano essere falsificati, Inventati o distorti. 18 CAPITOLO 3: STORIA DEI GEMELLI: Jim Lewis e Jim spenger, sono due fratelli omozigoti, separati alla nascita poiché sono stati adottati da due famiglie diverse. Entrambi sapevano l’esistenza di un gemello, ma gli era stato detto che fosse morto alla nascita. Quando i due fratelli si ritrovarono all’età di 39 anni, scoprirono non solo di avere lo stesso nome, ma anche di condividere numerose coincidenze; infatti, entrambi avevano un fratello adottivo che si chiamava Larry, avevano chiamato il loro cane Toy, da piccoli andavano bene in materie come la matematica, andavano male in materie come la grammatica. si erano sposati due volte e con due donne che avevano gli stessi nomi, avevano dato al primo figlio lo stesso doppio nome, erano accaniti i fumatori della stessa marca di sigarette e avevano acquistato lo stesso modello di auto, e come se non bastasse le loro cartelle cliniche erano identiche. Un tempo e i gemelli erano rari, invece adesso secondo i recenti dati Istat, in Italia si hanno circa 5600 gravidanze gemellari e 280 trigemine. Molti di questi nuovi gemelli non sono identici, perché nascono dalla fecondazione di uova distinte, invece per quanto riguarda i gemelli identici, soltanto un ovulo viene fecondato, ma in seguito esso si divide in due parti uguali. L’EVOLUZIONE: in termini di evolutive, quella umana è una specie elevata di recente sulla terra. Darwin, nella metà del XIX secolo, propone l’idea della selezione naturale, cioè il processo evolutivo che favorisce quegli individui della specie che sono più adatti a sopravvivere e riprodursi. Darwin pubblicò le sue osservazioni nel libro l’origine delle specie nel 1859, è noto che la maggior parte degli organismi si riproduce a un ritmo che Entebbe enormi aumenti della popolazione, eppure la popolazione di mare presupposto costante; quindi, ipotizzò che ogni nuova generazione deve combattere una lotta per il cibo, l’acqua e le altre risorse, dal momento che una gran parte di essa non sopravvive. Gli individui che sopravvivono e si riproducono trasmettono le loro caratteristiche genetiche alla generazione successiva. Darmi sosteneva che questi individui sopravvissuti si erano adattati meglio loro ambiente rispetto a coloro che non sopravvivevano, in quanto, gli individui che si adattano meglio sopravvivono, generando un numero più elevato di figli. Un comportamento adattivo è un comportamento che promuove la sopravvivenza di un organismo su abitazione naturale, per esempio, nel caso degli umani, l’attaccamento tra genitore e bambino assicura che il bambino sia sempre vicino al genitore e possa in tal modo essere nutrito e protetto ai pericoli. Nonostante Darwin ha disposto la sua teoria dell’evoluzione molti anni prima, solo di recente viene esposta la psicologia evoluzionistica, che sottolinea l’importanza dell’adattamento, della riproduzione e della sopravvivenza del più forte si riferisce alla capacità di generare figli che sopravvive abbastanza lungo da riprodursi a loro volta. David Buss sostiene che allo stesso modo in cui l’evoluzione è responsabile delle nostre 19 caratteristiche fisiche, come la forma fisica e l’altezza, l’evoluzione influenza profondamente in modo in cui prendiamo decisioni, la nostra aggressività, le nostre paure. Per esempio, supponiamo che i nostri antenati fossero cacciatori e raccoglitori nelle grandi pianure. Un individuo che debba tentare di trovare e uccidere un animale in fuga non solo dovrà possedere determinati caratteristiche fisiche, ma dovrà anche dimostrare un’attitudine a un certo tipo di pensiero spaziale; pertanto, gli uomini nati con queste caratteristiche avrebbero avuto una maggiore probabilità, rispetto agli uomini che erano privi di queste caratteristiche. Gli esseri umani impiegarono più di tutti gli altri mammiferi a maturare sessualmente, sviluppando un cervello di grandi dimensioni e vivendo l’esperienze necessarie e comprendendo la complessità delle società umane. secondo la psicologia evoluzionistica, la mente non è uno strumento generico che può essere utilizzato allo stesso modo per affrontare una vasta gamma di problemi, al contrario i nostri antenati, dovendo affrontare una serie di problemi ricorrenti, hanno sviluppato moduli specializzati nell’elaborazione di informazioni relative a ciascuno di quei problemi, per esempio, un modulo per la percezione fisica, uno per la conoscenza matematica, uno per il linguaggio. Alcuni comportamenti potrebbero non esserci più utili oggi, come per esempio, la scarsità di cibo propria dell’ambiente in cui vivevano i nostri antenati a molto probabilmente causato la tendenza degli esseri umani a accumulare molto cibo e desiderarne molti calorici, una caratteristica che potrebbe portare ad un un’epidemia di obesità in condizioni di abbondanza. bandura riconosce che l’evoluzione ha avuto una grossa influenza sull’adattamento umano, però egli ricevuta quello che si chiama evoluzionismo unilaterale, il quale considera i comportamenti sociali un prodotto dell’evoluzione ideologica; pertanto, offre un’alternativa cioè la prospettiva bidirezionale, in quanto sia l’ambiente e le caratteristiche biologiche si influenzano a vicenda. GENETICA: Il genoma umano consiste di numerosi geni che collaborano l’uno con l’altro e con l’ambiente che ci circonda. I geni contengono istruzioni per produrre proteine, che svolgono molte funzioni nel corpo, ma il modo in cui queste istruzioni vengono lette e utilizzate dipende da vari fattori. Questo processo si chiama espressione genica, ed è modulato da segnali provenienti dall’interno delle cellule (come sostanze chimiche) o dall’esterno (come l’alimentazione, lo stress o le esperienze di vita). Ad esempio, quando una persona è sotto stress, il corpo produce ormoni che possono danneggiare il DNA o influenzare il modo in cui certi geni vengono espressi. Allo stesso modo, esperienze vissute durante l’infanzia (come traumi o affetto) possono modificare l’espressione genica, con effetti sul comportamento e sulla salute in età adulta. La genetica comportamentale è una disciplina che cerca di capire quanto le differenze individuali nel comportamento umano e nello sviluppo siano dovute ai geni, all’ambiente o a una combinazione di entrambi. Per farlo, utilizza metodi specifici, come gli studi sui gemelli e sui figli adottivi. 20 Gli studi sui gemelli confrontano il comportamento e le caratteristiche psicologiche di gemelli monozigoti (identici) e dizigoti (non identici). Questo approccio si basa sull’idea che i gemelli monozigoti condividono il 100% del loro patrimonio genetico, mentre i dizigoti ne condividono circa il 50%, come normali fratelli. Se i gemelli monozigoti mostrano somiglianze maggiori rispetto ai dizigoti, questo suggerisce un’influenza più forte dei fattori genetici. Esempio: Studi che mostrano una maggiore prevalenza di problemi comportamentali nei gemelli monozigoti rispetto ai dizigoti indicano che i geni giocano un ruolo importante in questi problemi. Tuttavia, non è sempre facile isolare l’effetto genetico da quello ambientale. I gemelli monozigoti spesso vivono in ambienti più simili (ad esempio, sono trattati più spesso come “uguali” dagli adulti), il che potrebbe contribuire alle loro somiglianze. Inoltre, i gemelli monozigoti tendono a giocare insieme più spesso rispetto ai dizigoti, rafforzando ulteriormente le loro somiglianze comportamentali per motivi ambientali. Negli studi sui figli adottivi, si analizzano le somiglianze tra i bambini adottati e: 1. I genitori biologici (che trasmettono il patrimonio genetico). 2. I genitori adottivi (che influenzano l’ambiente familiare). Se un comportamento o una caratteristica è più simile a quella dei genitori biologici, ciò suggerisce un’influenza genetica. Se invece è più simile ai genitori adottivi, si evidenzia un’influenza ambientale. Nel condurre studi sui gemelli occorre rispettare le norme etiche, considerando i rischi psicologici e sociali per i partecipanti. Ad esempio, il caso controverso del documentario Three Identical Strangers ha messo in evidenza come ricerche non etiche possano causare danni significativi ai soggetti coinvolti. la difficoltà che i ricercatori incontrano quando analizzano gli studi sui gemelli e suoi figli adottivi sono quelle tra i fattori ereditari e ambiente. La studiosa di genetica sandra Scarr ha descritto tre modi in cui i fattori ereditari e l’ambiente sono correlati: Le correlazioni passive genotipo-ambiente: si verificano poiché i genitori biologici costruiscono un ambiente educativo per il bambino, per esempio, i genitori potrebbero avere una predisposizione genetica ad essere intelligenti ed avere buone capacità di lettura, quindi dal momento che sono amanti della lettura, verranno i figli molti libri da leggere, il risultato più probabile è che i loro figli avranno una predisposizione ereditaria dei genitori, e a causa del loro ambiente ricco di libri acquisirono una buona capacità di lettura. Le correlazioni evocative genotipo-ambiente: Si verificano poiché le caratteristiche di un bambino suscitano un certo tipo di risposta ambientale, per esempio, un bambino attivo e sorridente riceverà più stimolazioni sociali di un bambino passivo e silenzioso. Le correlazioni attive genotipo-ambiente: Si verificano quando i bambini ricercano un ambiente che trovano stimolante, cioè cercano di trovare la propria nicchia ambientale, cioè un ambiente che si adotta le proprie capacità. I bambini selezionano dall’ambiente gli aspetti che gli interesseranno, per esempio i bambini estroversi tendono a cercare contesti sociali nei quali interagire con altre persone, mentre i bambini e timidi non lo fanno. 21 La Scarr è convinta che l’importanza delle tre correlazioni genotipo-ambiente cambi man mano che i bambini passano dalla prima infanzia all’adolescenza, dunque, le correlazioni passive genotipo-ambiente sono più frequenti nei primi primi anni dell’infanzia rispetto alla tarda infanzia e all’adolescenza. È importante fare una distinzione tra ambienti condivisi e non condivisi. L’esperienza ambientali condivise sono l’esperienza in comune tra fratelli, come da personalità, lo status socio economico della famiglia e il quartiere in cui vivono. L’esperienza ambientali non condivise sono le esperienze uniche proprie del singolo bambino, che non sono condivise con un fratello, per esempio, i genitori interagiscono diversamente con ciascun figlio. lo studioso Plomin ha scoperto che anche se due bambini vivono sotto lo stesso tetto con gli stessi genitori, le loro personalità possono essere molto diverse tra loro. Nel suo libro, non è colpa dei genitori, Harris, sosteneva che le azioni dei genitori hanno poca influenza sul comportamento dei bambini e degli adolescenti, in quanto potranno sgridarli, abbracciarli, leggere loro dei libri, e questo non cambierai in alcun modo il loro sviluppo. La Harris affermava che il patrimonio genetico e i rapporti con i coetanei sono molto più importanti dei genitori nello sviluppo dei bambini degli adolescenti. Gli autori del libro sottolineano il fatto che la Harris non prende in considerazione la complessità del contesto in cui avvengono i rapporti tra coetanei e inoltre sbaglia ad affermare che i genitori non contano, perché per esempio, nei primi anni dell’infanzia i genitori giocano un ruolo importante nella scelta delle frequentazioni e in questo modo influenzano indirettamente lo sviluppo dei bambini. La prospettiva epigenetica, proposta da Gilbert Gottlieb (2007), sottolinea che lo sviluppo non è determinato esclusivamente dai geni o dall’ambiente, ma è il risultato di uno scambio continuo e bidirezionale tra i due (al contrario della correlazione tra fattori ereditari-ambiente che è una relazione univoca e unidirezionale). Per esempio, un bambino eredita il proprio DNA dai genitori, ma fattori ambientali come tossine, alimentazione o stress durante la gravidanza possono modificare il funzionamento dei geni. Successivamente, durante la crescita, esperienze come l’apprendimento, lo stress o il supporto emotivo continuano a modellare l’attività genetica e il comportamento del bambino. Questi scambi contribuiscono a definire caratteristiche come intelligenza, altezza, peso, temperamento, ecc. L’interazione G X A si riferisce a come specifiche variazioni genetiche interagiscono con determinati fattori ambientali per influenzare lo sviluppo. Uno studio su un gene chiamato 5-HTTLPR (coinvolto nella regolazione della serotonina, importante per l’umore) ha mostrato che gli individui con una versione breve del gene hanno un rischio maggiore di sviluppare depressione, ma solo se hanno vissuto una vita stressante. In assenza di stress, questi stessi individui non mostrano un rischio maggiore di depressione rispetto ad altri. pertanto, il gene specifico non si collega direttamente allo sviluppo della depressione, bensì è l’interazione con l’esposizione ambientale allo stress a predire se gli individui svilupperanno non la depressione. 22 Al contrario, chi possiede una versione lunga del gene sembra più resistente agli effetti dello stress o dell’abbandono genitoriale, dimostrando una capacità maggiore di farvi fronte. Per studiare l’interazione G X A, si utilizzano strumenti avanzati come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che permette di osservare come il cervello risponda a stimoli ambientali in relazione a specifiche variazioni genetiche. La vittoria dell’elezione di una ragazza attraente, popolare e intelligente come rappresentante degli studenti è il risultato dell’interazione tra fattori ereditari, ambiente e l’autonomia attiva dell’individuo. Analizziamo questi aspetti chiave: 1. Eredità genetica I geni forniscono una base biologica per alcune caratteristiche: Aspetto fisico (che potrebbe influenzare l’attrattiva). Capacità cognitive (che contribuiscono all’intelligenza). Temperamento o personalità (che potrebbe favorire l’estroversione o la leadership). Tuttavia, i geni non operano in modo isolato o predeterminato. Producono proteine per tutta la vita, ma l’espressione di questi geni dipende dalle condizioni ambientali in cui la persona vive. 2. Influenza ambientale L’ambiente comprende tutto ciò che circonda l’individuo, influenzando lo sviluppo e il comportamento: Cultura e contesto familiare: Genitori amorevoli, stimoli educativi, supporto emotivo. Scuola e comunità: La qualità dell’istruzione e il tipo di compagni di classe. Esperienze sociali: La possibilità di partecipare a eventi scolastici o di ricevere rinforzi positivi da amici e insegnanti. Questi fattori possono amplificare o ridurre l’effetto dei geni. Ad esempio, un ambiente che promuove la fiducia in sé stessa può migliorare le abilità di leadership di una ragazza con predisposizioni innate. 3. Interazione geni-ambiente I geni e l’ambiente non agiscono separatamente, ma si influenzano reciprocamente in modo continuo: Un individuo può avere una predisposizione genetica per determinati tratti (es. intelligenza o leadership), ma queste caratteristiche emergeranno solo se l’ambiente lo consente. In un ambiente stimolante, i geni possono essere “attivati” per sviluppare ulteriormente capacità cognitive o sociali. Al contrario, in un ambiente privo di stimoli, queste potenzialità potrebbero restare inespresse. 4. Il ruolo attivo dell’individuo 23 Un aspetto spesso trascurato è che le persone non subiscono passivamente l’effetto dei geni e dell’ambiente. I bambini (e gli adulti) sono autori del proprio sviluppo, influenzando il loro mondo attraverso: Scelte personali: Ad esempio, la decisione di partecipare a una competizione per diventare rappresentante degli studenti. Aspirazioni e speranze: Le aspettative che la ragazza sviluppa su sé stessa e il suo futuro. Influenza sul contesto sociale: Essere eletta rappresentante scolastica, ad esempio, modifica il modo in cui gli altri si relazionano con lei, creando nuove opportunità. SVILUPPO PRENATALE: la durata tipica dello sviluppo prenatale inizia con la fecondazione e finisce con la nascita e dura tra i 266 e 280 giorni, cioè dalle 38 alle 40 settimane. Lo sviluppo prenatale si divide in tre periodi: germinale, embrionale e fetale. -il periodo germinale è quel periodo dello sviluppo prenatale che si verifica nelle prime due settimane dopo il concepimento. Include la creazione dell’ovulo fecondato, detto zigote, la divisione cellulare e l’attaccamento dello zigote alla parete uterina. A una settimana circa dal concepimento, il gruppo di cellule è chiamato blacocisti, e consiste di una massa interna di cellule che successivamente si svilupperà in embrione. la blastocisti è costituita dal trofoblasto, c’è uno strato esterno di cellule che fornirà nutrimento e sostegno all’embrione durante la fase di sviluppo. L’annidamento, cioè l’attaccamento dello zigote alla parete uterina, si verifica a circa 11-15 giorni dal concepimento. -Il periodo embrionale è il periodo dello sviluppo prenatale che si verifica tra le due e le otto settimane dal concepimento. Durante il periodo embrionale gli organi cominciano a svilupparsi. Questo periodo comincia quando la massa di cellule detta blastocisti si attacca alla parete uterina. La massa di cellule viene ora chiamata embrione e si formano tre strati di cellule. L'endoderma dell'embrione è lo strato di cellule interno che si svilupperà nei sistemi digestivo e respiratorio. Il mesoderma è lo strato di mezzo che diventerà il sistema circolatorio, le ossa, i muscoli, il sistema escretore e il sistema riproduttivo. L'ectoderma è lo strato esterno che diventerà il sistema nervoso, i recettori sensoriali (per esempio orecchie, naso e occhi) e l'apparato cutaneo (per esempio capelli e unghie). Contemporaneamente alla formazione dei tre strati dell'embrione, si sviluppano anche dei sistemi che sostengono la vita dell'embrione. Questi sistemi includono l'amnio, il cordone ombelicale e la placenta. L'amnio è una sorta di sacca o involucro che contiene un liquido trasparente nel quale galleggia l'embrione in via di sviluppo. Il liquido amniotico fornisce un ambiente a temperatura e umidità controllate. Il cordone ombelicale contiene due arterie e una vena e collega il bambino alla placenta. La placenta consiste in un insieme di tessuti a forma di disco, nel quale piccoli vasi sanguigni della madre e del bambino si intrecciano ma non si congiungono. 24 Minuscole molecole (ossigeno, acqua, sale e cibo dal sangue della madre, e biossido di carbonio insieme a scarti della digestione dal sangue dell'embrione) passano dalla madre al bambino e viceversa. Le molecole più grosse non possono passare attraverso la parete della placenta, queste molecole includono globuli rossi e sostanze dannose per il bambino, come la maggior parte dei batteri, gli scardi della madre e gli ormoni (qualsiasi droga o sostanza chimica ingerite dalla donna gravida può attraversare la placenta). L'organogenesi è il processo di formazione degli organi che si verifica durante i primi due mesi dello sviluppo prenatale. Nella terza settimana dopo il concepimento si forma il tubo neurale, che diventerà la spina dorsale. A 21 giorni circa dalla fecondazione cominciano ad apparire gli occhi e a 24 giorni le cellule del cuore cominciano a differenziarsi. Durante la quarta settimana il sistema urogenitale diventa visibile e appaiono gli abbozzi di gambe e braccia. Dalla quinta all'ottava settimana, le braccia e le gambe si differenziano ulteriormente; in questa fase, il viso comincia a formarsi ma non é ancora molto riconoscibile. A 8 settimane, l'organismo in via di sviluppo pesa meno di un grammo ed è lungo poco più di 2 centimetri e mezzo. -Il periodo fetale é il periodo dello sviluppo che ha inizio a due mesi dal concepimento e che dura in media sette mesi. Tre mesi dopo il concepimento, il feto misura all'incirca 7 centimetri e mezzo e pesa poco meno di 30 grammi. Muove gambe e braccia, apre e chiude la bocca e muove la resta. Il viso, la fronte, le palpebre, il naso e il mento sono rutti visibili, così come le braccia, gli avambracci, le mani e gli arti inferiori. I genitali possono essere identificati come maschili o femminili. Alla fine del quarto mese, il feto è cresciuto fino a una lunghezza di 15 centimetri e un peso tra i 115 e i 200 grammi. La madre può sentire per la prima volta il movimento di gambe e braccia. Alla fine del quinto mese, il feto è lungo circa 30 centimetri. Alla fine del sesto mese, il feto misura circa 35 centimetri e ha guadagnato altri 225-450 grammi. Gli occhi e le palpebre sono completamente formati e un sottile strato di capelli ricopre il cranio. A circa sei mesi (circa dalle 24 alle 25 settimane dal concepimento), il feto ha per la prima volta la possibilità di sopravvivere al di fuori dell'utero: il feto è, in altre parole, vitale I bambini che nascono prematuramente, e cioè tra le 24 e le 37 settimane di gravidanza, hanno generalmente bisogno di auto per respirare. Durante gli ultimi due mesi dello sviluppo prenatale, il tessuto adiposo si sviluppa e il funzionamento di vari organi - il cuore e i reni, per esempio - si intensifica. Alla fine del settimo mese, il feto misura circa 40 centimetri e pesa circa 1350 grammi. Durante l'ottavo e il nono mese il feto cresce in lunghezza e il suo peso aumenta considerevolmente all'incirca di 1800 grammi alla nascita, un bambino occidentale in media pesa 3,350 kg ed è lungo circa 50 centimetri. CERVELLO: 25 Uno dei più importanti aspetti che riguarda lo sviluppo prenatale é lo sviluppo del cervello. Alla nascita i neonati hanno approssimativamente 100 miliardi di neuroni, o cellule nervose, che processano le Informazioni a livello cellulare all'interno del cervello. Nello sviluppo tipico, il terzo trimestre dello sviluppo prenatale e i primi due anni di vita postnatale sono caratterizzati dal funzionamento dei neuroni. Mentre l'embrione si sviluppa all'interno dell'utero materno, il sistema nervoso inizia a formarsi a partire da un tubo lungo e con una cavità centrale, posizionato sul dorso dell'embrione: è Il tubo neurale, a forma di pera, che si forma dopo circa 18-24 giorni dal concepimento. Il tubo si chiude alle due estremità a circa 24 giorni dal concepimento. Due difetti alla nascita sono collegati a malformazioni del tubo neurale che non si chiude come dovrebbe: anencefalia e spina bifida. Il primo è un difetto di chiusura dell'estremità superiore del tubo neurale. I bambini che ne sono affetti muoiono nel 100% dei casi con aborti precoci oppure durante la nascita o poco dopo. La spina bifida, invece, è una malformazione del midollo spinale dovuta alla chiusura incompleta di una o più vertebre. Gli individui con spina bifida hanno bisogno di un'assistenza medica intensa e spesso anche di numerosi interventi chirurgici. Il dosaggio dell'acido folico e la sua somministrazione alla donna fin da prima che abbia inizio la gravidanza sembrano essere buone strategie per prevenire i difetti del tubo neurale. Sembra che anche il diabete e l'obesità della madre espongano il feto al rischio di sviluppare difetti del tubo neurale. LA TERATOLOGIA: Nonostante viva in un ambiente protetto, il feto non è completamente immune alle influenze del mondo esterno. Il teratogeno è un agente che causa un difetto alla nascita (che significa "mostro"). Gli agenti teratogeni sono molto numerosi, per questo motivo é difficile determinare quale agente teratogeno sia responsabile di un determinato difetto alla nascita. Il campo che si occupa delle cause dei difetti alla nascita è detto teratologia. In alcuni casi l'esposizione a fattori teratogeni non causa difetti fisici alla nascita, ma può alterare lo sviluppo del cervello e influenzare la funzionalità cognitiva e comportamentale. In questo caso il campo di studio è chiamato teratologia comportamentale. La dose, la predisposizione genetica e il momento in cui la madre è esposta a un particolare agente teratogeno influenzano l'entità del danno nel bambino e il tipo di difetto. Dose. Che l'effetto dipenda dalla dose è abbastanza ovvio: più alta è la dose di un agente, per esempio un medicinale, maggiore sarà l'eiietto. Predisposizione genetica. Il tipo o l’entità delle anomalie causate da un agente teratogeno sono associati al genotipo della donna incinta e al genotipo del feto. Per esempio, il modo in cui la madre metabolizza n certo tipo di farmaco può influenzare la misura in cui gli effetti del farmaco sono trasmessi al feto. Per ragioni ancora sconosciute, per esempio, i feti maschili sono più soggetti a essere affetti dalle conseguenze provocate da agenti teratogeni, rispetto ai feri femminili. 26 Momento dell'esposizione. Gli agenti teratogeni sono più dannosi quando agiscono in alcuni momenti dello sviluppo piuttosto che in altri. I danni durante il periodo germinale possono perfino impedire l'annidamento. In generale, il periodo embronale è più vulnerabile di quello fetale. Alcune donne incinte assumono medicinali con obbligo di ricetta e da banco senza pensare ai possibili effetti sul feto. Può capitare che un gran numero di bambini deformi venga alla luce, evidenziando i danni che 1 farmaci possono causare nel feto in via di sviluppo. Ciò è accaduto per esempio tra la fine degli anni Cinquanta e i primi degli anni Sessanta, quando molte donne incinte assunsero un tranquillante molto diffuso, la talidomide, per alleviare la nausea durante la gravidanza. Negli adulti, gli effetti della talidomide sono lievi, negli embrioni, invece, sono devastanti. Non tutti i bambini furono colpiti allo stesso modo. Se la madre aveva assunto la talidomide nel 26° giorno (probabilmente prima di sapere di essere incinta), poteva accadere che un braccio del bambino non crescesse. Se aveva assunto il farmaco due giorni dopo, il braccio poteva non crescere oltre il gomito. I farmaci con obbligo di ricetta che possono funzionare da agenti teracogeni includono: gli antibiotici, alcuni antidepressivi, farmaci aventi come principio attivo l'isotretinoina, che vengono spesso prescritti per l'acne, pillole dimagranti e l'aspirina. SOSTANZE PSICOATTIVE: Le sostanze psicoattive sono sostanze che agiscono sul sistema nervoso e vengono assunte per alterare gli stati di coscienza, per modificare le percezioni e per cambiare l'umore. Diverse droghe psicoattive, tra cui l'alcol e la nicotina, oltre che le droghe illegali come la cocaina, la marijuana e l'eroina, sono state studiate per determinare i loro effetti sullo sviluppo prenatale e del bambino. La caffeina Perfino la caffeina può essere dannosa. Gli studi sul consumo di caffeina durante la gravidanza hanno confermato un leggero aumento nel rischio di aborto spontaneo e di sottopeso alla nascita nelle donne incinte che consumano 200 o più grammi di caffeina al giorno. L'alcol Il consumo elevato di alcol da parte delle donne incinte può avere effetti devastanti sui figli. La sindrome alcolica fetale (etal alchol syndrome, FAS) è un insieme di anomalie che si manifesta nei figli di donne che consumano quantità elevate di alcol durante la gravidanza. Le anomalie includono malformazioni di viso e difetti cardiaci. Molti di questi bambini hanno un'intelligenza inferiore alla media e alcuni sono mentalmente ritardati Una review recente ha evidenziato che bambini con FAS hanno difficoltà percettive, cognitive e comportamentali collegate con diverse regioni del cervello. Molte madri di bambini affetti da FAS consumano quantità elevate di alcol, ma molte donne che consumano quantità elevate di alcol non hanno figli affetti da FAS, o hanno un figlio affetto da FAS e altri che non lo sono. 27 La nicotina Anche il fumo di sigaretta nelle donne incinte può influenzare negativamente lo sviluppo prenatale, la nascita e lo sviluppo dopo la nascita. Parti prematuri, sottopeso alla nascita, morte fetale e neonatale, problemi respiratori e sindrome della morte neonatale improvvisa (sudden infant death syndrome, SIDS, conosciuta anche come morte nella culla) sono più comuni tra i figli di donne che hanno fumato durante la gravidanza. Uno studio ha rivelato un collegamento tra il fumo nella madre incinta e un aumento nell'incidenza della sindrome da deficit di attenzione e iperattività. La cocaina Utilizzare cocaina durante la gravidanza è dannoso. I risultati delle ricerche confermano che l'esposizione alla cocaina durante lo sviluppo prenatale è associata a una riduzione del peso, della lunghezza e della circonferenza del cranio alla nascita. Diversi studi mostrano che i bambini esposti alla cocaina erano meno svegli e dimostravano minori capacità di autocontrollo, maggiore eccitabilità e riflessi più lenti. Questi risultati dovrebbero essere interpretati con caurela secondo alcuni ricercatori, perché altri fattori nella vita delle donne che fanno uso di cocaina (quali la povertà, la malnutrizione e l'abuso di altre sostanze) spesso non possono essere scartati in quanto possibili cause dei problemi riscontrati nel loro figlio, per esempio, i consumatori di cocaina hanno una probabilità più alta di fare uso di sigarette, marijuana, alcol e anfetamine. La marijuana Un numero crescente di studi ha evidenziato che l'utilizzo di marijuana da parte delle donne incinte può avere conseguenze negative sui bambini. Per esempio, uno studio ha sottolineato che l'utilizzo prenatale di marijuana era correlato con bassi livelli di intelligenza nei bambini, mentre altri studi indicano che l'esposizione prenatale alla marijuana è correlato al consumo della stessa a 14 anni di età. L'eroina È stato ampiamente dimostrato che i neonati le cui madri sono tossicodipendenti dimostrano una serie di problemi comportamentali. Tali problemi includono sintomi da astinenza quali tremori, irritabilica, pianti anomali, sonno disturbato e dererioramento del controllo motorio. Gruppi sanguigni incompatibili L'incompatibilità tra i gruppi sanguigni della madre e del padre rappresenta un ulteriore rischio per lo sviluppo prenatale. I gruppi sanguigni derivano da differenze nella struttura superficiale dei globuli rossi. Una differenza nella struttura superficiale dei globuli rossi determina la suddivisione in gruppi sanguigni A, B, O e AB. Un'altra differenza determina ciò che chiamiamo sangue Rh positivo e sangue Rh negativo. Se un marcatore superficiale, chiamato fattore Rh, è presente nei globuli rossi dell'individuo, la persona è detta Rh positiva, se il marcatore non è presente, la persona è detta Rh negativa. 28 Se una donna incinta è Rh negativa e il suo partner è Rh positivo, il feto porrebbe essere Rh positivo. Se il sangue del feto è Rh positivo e quello della madre è Rh negativo, il sistema immunitario della madre potrebbe produrre degli anticorpi che attaccano il feto. Ciò può portare a una serie di problemi, cra cui l'aborto spontaneo e la nascita di un bambino morto, anemia, ittero, difetti cardiaci, danni cerebrali o morte poco dopo la nascita. Generalmente, il primo figlio Rh positivo di una madre Rh negativa non è a rischio, ma a ogni gravidanza successiva il rischio aumenta. Un vaccino (RhoGAM) può essere somministrato alla madre entro tre giorni dalla nascita del bambino per prevenire la formazione di anticorpi che attacchino futuri feti Rh positivi. È anche possibile fare trasfusioni di sangue ai bambini affetti da incompatibilità Rh prima o subito dopo la nascita. Malattie nella madre Le malattie e le infezioni della madre possono produrre difetti nei figli, se attraversano la barriera della placenta, o possono provocare danni durante la nascita. La rosolia è una malattia che può causare difert prenacali. Il danno maggiore si verifica quando la madre contrae la rosolia nella terza o quarta settimana di gravidanza, ma anche l'infezione durante il secondo mese è dannosa. Un vaccino contro la rosolia viene normalmente somministrato ai bambini, mentre le donne che pensano di avere un figlio dovrebbero sottoporsi a un test per determinare se sono immuni alla malattia. La sifilide (una malattia a trasmissione sessuale) è più dannosa nei periodi successivi dello sviluppo prenatale, quattro mesi o più dopo il concepimento. La sifilide danneggia gli organi dopo che si sono formati. I danni includono lesioni agli occhi, che possono causare cecità e lesioni alla pelle. Un'altra infezione che ha ricevuto particolare attenzione recentemente è l'herpes genitale. Circa un terzo dei bambini partoriti attraverso un canale pelvico infetto muore, un altro quarto è affetto da danni cerebrali. Se un caso di herpes genitale attivo viene scoperto nella donna Incinta in prossimità della data prevista per il parto, è possibile eseguire un taglio cesareo. L'AIDS é una malattia a trasmissione sessuale causara dal virus dell'immunodeficienza umana (HIV) che distrugge il sistema immunitario del corpo. La madre può infettare il bambino con l'AIDS in tre modi: 1. durante la gestazione, attraverso la placenta 2. durante il parto, attraverso il contatto con il sangue e gli altri fluidi della madre 3. dopo il parto attraverso l'allattamento. I bambini nati da madri afferte da HIV possono essere infetti e sintomatici (mostrano i sintomi dell'AIDS), infetti ma asintomatici (non mostrano I sintomi dell'AIDS) o non infetti. Dieta e nutrizione nella madre Un feto in via di sviluppo dipende completamente dalla madre per il suo nutrimento, fornitogli attraverso il sangue materno. La condizione nutritiva del feto è determinata dall'apporto calorico totale della madre e dall'apporto di proteine, vitamine e minerali. 29 I bambini nati da madri malnutrite hanno una probabilità più elevata rispetto ad altri bambini di avere malformazioni. Le donne in gravidanza hanno bisogno di 300 kcal al giorno in più, che salgono a 500 kcal giornaliere durante l’allattamento. Nella gravidanza e nel parto la malnutrizione fa correre anche alle donne rischi più gravi, complicazioni e morte. Anche il sovrappeso durante la gravidanza può mettere a rischio il feto. Un elemento Importante della nutrizione materna per uno sviluppo prenatale normale e l'acido folico, una vitamina del gruppo B. Una carenza di acido folico è stata associata a difetti del tubo neurale nel figlio. Il succo d'arancia e gli spinaci sono esempi di cibi ricchi di acido folico. Spesso si sostene che una dieta sana dovrebbe includere il pesce, ma l'inquinamento lo ha reso pericoloso per le donne incinte. Alcuni pesci contengono quantità elevate di mercurio, emesso nell'aria sia naturalmente sia a causa dell'inquinamento industriale. Quando si riversa nell'acqua, il mercurio può diventare tossico e accumularsi nei pesci di grandi dimensioni. Età della madre Quando prendiamo in considerazione i possibili effetti negativi sui feti e sui neonati, due periodi nella vita della donna rivestono un particolare interesse: l'adolescenza e l'età superiore ai 35 anni. La mortalità infantile nei bambini nati da madri adolescenti é due volte più alta rispetto a quella dei bambini nati da madri ventenni. Questa elevata mortalità probabilmente riflette. Tuttavia, le adolescenti tendono a ricevere meno assistenza da parte di cliniche, pediatri e servizi sanitari rispetto a tutti gli altri gruppi anagrafici. L'età della madre e anche associata al rischio che il bambino sia affetto da sindrome di Down. Un individuo affetto da sindrome di Down ha specifiche caratteristiche facciali, arti più corti e un ritardo nelle capacità motorie e cognítive. È raro che un bambino affetto da sindrome di Down nasca da una madre tra i 16 e i 34 anni di età. Tuttavia, quando la madre raggiunge i 40 anni, la probabilità che suo figlio nasca con la sindrome di Down è poco più di 1 su 100, all'età di 50 anni, la probabilità e di quasi 1 su 10. Un maggiore rischio di sottopeso alla nascita è un altro pericolo nel caso in cui la madre abbia più di 35 anni. L'ultimo rapporto CeDAP (Certificato di Assistenza al Parto) del 2016, evidenzia che l'età media della madre è di 32,8 anni per le italiane, mentre scende a 30,2 anni per le cittadine straniere. L'età media al primo figlio è per le donne italiane quasi in tutte le regioni superiore a 31 anni, con variazioni sensibili tra le regioni del nord e quelle del sud. Stati emotivi e stress della madre Molto è stato detto sugli effetti degli stati emotivi della madre sul feto. Per secoli si è pensato che le esperienze terrificanti - come un forte remporale o la morte di un membro della famiglia - si manifestassero sotto forma di voglie sul corpo del bambino, o avessero conseguenze anche più serie. In effetti, lo stress della madre può essere trasmesso al feto: una recente review indica che le future madri con alti livelli di stress hanno un alto rischio di avere figli con problemi emozionali o cognitivi, deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e ritardi 30 linguistici. Lo stress della madre può anche influenzare indirettamente il feto, aumentando la

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