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BlissfulTigerSEye1307

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Università degli Studi Suor Orsola Benincasa

2021

UNISOB

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psicologia psicologia generale esame università

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This PDF is an exam paper for Psychology, specifically general psychology, from UNISOB. The exam paper has multiple pages of questions on topics of psychology.

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Psicologia Generale esame Psicologia Generale Università degli Studi Suor Orsola Benincasa (UNISOB) 90 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-l...

Psicologia Generale esame Psicologia Generale Università degli Studi Suor Orsola Benincasa (UNISOB) 90 pag. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-luca-16 ([email protected]) PSICOLOGIA SCIENTIFICA martedì 5 ottobre 2021 17:41 La psicologia nasce per dare una spiegazione alla mente umana e man mano si avvicina al metodo cognitivista. Inizialmente gli studi si basavano sulle idee soggettive delle singole persone, fino a che non si è arrivati ad una vera e propria scienza che studia la mente umana. Dalla Grecia al cognitivismo i cambiamenti sono stati importanti e ultimamente si è aggiunta la possibilità di avere a disposizione nuove tecniche di indagine come la NEUROIMMAGINE. Elemento che e sempre stato fondamentale è la conoscenza del cervello, quando il nostro cervello affronta delle difficoltà, i processi cognitivi ne risentono. PSICOLOGIA SCIENTIFICA Parlando di psicologia scientifica dobbiamo partire dal concetto di ”scienza” Cos'é che caratterizza una scienza? La Misura, ovvero la possibilità di avere a disposizione dei metodi per misurare il fenomeno di interesse. Se abbiamo degli strumenti di misurazione è chiaro che un determinato fenomeno risulterà sempre identico indipendentemente da chi lo misura e da dove lo si misura. Se la possibilità di misurare il fenomeno è la base di una scienza, quali possono essere gli strumenti di misurazione della Psicologia Scientifica? L'osservazione dei comportamenti. Premessa che riguarda il modo ingenuo di pensare ai fenomeni, il modo ingenuo che tutti noi adottiamo per dare spiegazioni a determinati fenomeni: questo modo consiste nell'elaborare delle teorie ingenue che andiamo a formulare sulla base delle nostre personali conoscenze e aspettative. Per esempio, incontriamo un nostro amico che di norma è molto tranquillo e ci accorgiamo che è nervoso, ora sapendo che quel giorno avrebbe dovuto sostenere un esame, iniziamo a formulare una teoria interpretativa del suo comportamento concludendo che è di pessimo umore perché non ha passato l'esame. Quindi quando non ci sono numeri in ballo, cerchiamo di dare una spiegazione avvalendoci delle nostre conoscenze e delle nostre aspettative. Tutto ciò è molto lontano da ciò che si propone di fare una scienza, in quanto vuole essere certamente in grado di costruire una teoria che vada a spiegare dei fenomeni, e lo fa avvalendosi di osservazioni oggettive che sono indipendenti da conoscenze e aspettative pregresse di chi sta compiendo questa osservazione. Quindi quando vogliamo spiegare un qualcosa, dobbiamo farlo non sulla base di quello che sappiamo o che ci aspettiamo, ma dobbiamo farlo sulla base di rivelazioni oggettive del fenomeno d'interesse. L'esempio fatto quindi dimostra in quale rischio ci imbattiamo quando usiamo conoscenze e aspettative piuttosto che misurazione. La Psicologia non vuole teorie ingenue, vuole teorie scientifiche. Per arrivare invece ad una teoria scientifica, bisogna agire in modo diverso: Si deve innanzitutto osservare il fenomeno di interesse; Sulla base dell'osservazione, si formula un'ipotesi, ossia una domanda di ricerca, una possibile spiegazione di ciò che è stato osservato; Sulla base dell'ipotesi, si deve strutturare un esperimento che permetta di ottenere delle informazioni che possono convalidare o confutare l'ipotesi. ESEMPIO 1 --> Parliamo di memoria: osserviamo dei bambini frequentanti la 5 elementare , osserviamo il loro comportamento in classe e queste osservazioni ci portano a formulare l'ipotesi che i maschietti abbiano una memoria più sviluppata delle femminucce. Ora sulla base di questa ipotesi dobbiamo strutturare un esperimento che ci permetta di raccogliere informazioni in grado di confermare o confutare l'ipotesi. Cosa bisogna fare? Bisogna trasformare il fenomeno, in questo caso la memoria, in qualcosa che sia misurabile, poiché solo nel momento in cui possiamo ridurre il fenomeno in una variabile misurabile, saremo in grado di misurarla. Se così non fosse non potremmo fare alcunché. Come si fa? Ad esempio, prendiamo una poesia di 3 righe. La variabile che andiamo a definire deve permetterci di misurare i fenomeno a prescindere da tutte le caratteristiche dei bambini. Quindi diciamo ai bambini che hanno 15 min di tempo per impararla, dopodiché possiamo trasformare la poesia in un'unità misurabile, ossia il numero di parole. Quantificare la memoria del bambino in termini di numero di parole ripetute correttamente nel contesto della poesia. In questo modo si trasforma un costrutto della memoria in una quantità misurabile. Una volta trasformato il costrutto in una variabile misurabile, si passa all’esperimento. La possibilità di formulare una teoria nasce nel momento in cui lo stesso esperimento porta agli stessi risultati indipendentemente da chi lo svolge, da dove lo svolge e da chi sono i soggetti che ovviamente devono avere le caratteristiche del campione di riferimento. Psicologia Generale Pagina 1 Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-luca-16 ([email protected]) caratteristiche del campione di riferimento. Il metodo scientifico sperimentale richiede la necessità di trasformare il fenomeno in una variabile: la variabile di interesse, cioè il fenomeno che si va a studiare prende il nome di variabile dipendente (es. numero di parole che i bambini hanno rievocato nell'ordine corretto e quindi la memoria), ciò che lo sperimentatore misura (L’effetto nella relazione). Nell'esempio precedente la variabile dipendente varia in funzione del genere del bambino. L'ipotesi dice che i maschi hanno una memoria migliore delle femmine, la variabile dipendente, quindi, varia in base ad un'altra variabile detta indipendente (il sesso dei bambini) cioè il fattore manipolato dallo sperimentatore (la parte causale nella relazione). ESEMPIO 2 ---> ipotesi: la caffeina migliora la memoria. Esaminiamo in questo caso un gruppo di persone ai quali viene imposto di non bere caffè per una settimana. Dopodiché nello stesso giorno, a metà di loro vengono fatte bere 2 tazzine di caffè e l'altra metà 2 tazzine di acqua. A distanza di mezz'ora proponiamo un compito di memoria e vediamo se chi ha bevuto il caffè ricorda meglio di chi ha bevuto l'acqua. Variabile dipendente: la memoria, misurata con il numero di parole rievocate in modo giusto. Variabile indipendente: l'assunzione di una sostanza, in questo caso il caffè. Ci si aspetta, quindi, che la variabile indipendente causi degli effetti sulla variabile dipendente. Questa è la relazione che ci permette di confermare o confutare un’ipotesi negli esperimenti. Le variabili non solo vanno alla ricerca di un’eventuale relazione causa-effetto ma ci permettono di controllare l'interferenza da parte di tutti quei fattori che fanno parte delle differenze che esistono tra le varie persone, tra aspetti che riguardano l'ambiente, e che possono interferire e possono alterare i risultati. I ricercatori quindi, per limitare le fonti di errore, si affidano al metodo scientifico, un insieme generale di procedure per la raccolta l’interpretazione dei dati che permette di trarre conclusioni attendibili. Altro aspetto molto importante durante un esperimento per far si che si operi in condizioni controllate, costanti e uniformi è la standardizzazione che si divide in: Standardizzazione delle procedure: utilizzo di procedure uniformi e costanti in ogni fase della raccolta dati Standardizzazione delle norme: uniformità nell’attribuzione dei punteggi e nella valutazione dei dati. Quindi —> Il metodo scientifico sperimentale oltre a prevedere l’analisi nella relazione causale tra variabile dipendente e variabile indipendente ci permette di tenere sotto controllo tutti quei Bias che possono creare distorsioni dei risultati. Il metodo scientifico sperimentale è analisi dei dati con la statistica inferenziale perché l’obiettivo ultimo è verificare se la variabile indipendente esercita un effetto sulla variabile dipendente. Quali possono essere le fonti di errore? Elementi, caratteristiche, aspetti propri dei soggetti (ossia coloro che prendono parte agli esperimenti). Queste fonte di errore vengono definiti BIAS (dall'inglese "distorsione").  BIAS E PROCEDURE DI CONTROLLO I BIAS possono essere: Dei soggetti sperimentali, cioè le persone che prendono parte agli esperimenti; Del ricercatore; Del disegno di ricerca, cioè al contesto in cui un esperimento si svolge. BIAS SOGGETTI SPERIMENTALI ---> Torniamo all'esempio del caffè: consideriamo 2 gruppi di 20 studenti ciascuno, un gruppo di sole ragazze e l'altro di soli ragazzi, ai ragazzi facciamo bere il caffè e alle ragazze facciamo bere l'acqua e infine facciamo una media dei risultati. Sono almeno 3 gli errori in cui possiamo cadere: Il sesso, poiché non possiamo sapere se le differenze tra chi ha bevuto caffè e chi ha bevuto acqua, sono attribuibili alla sostanza o al sesso; Il numero, tra i 20 potrebbero esserci tipo 5 persone che il giorno prima non hanno dormito e di conseguenza la loro attenzione è minima. 20 quindi è un numero troppo basso. Tanto più è elevato il numero di soggetti esaminati, tanto più questi fattori soggettivi si annullano a vicenda; Sono tutti studenti universitari. Bisogna sempre lavorare su campioni rappresentativi della popolazione scelti in maniera casuale e non specifica. La casualità ci permette di limitare i bias relativi ai soggetti sperimentali. BIAS RICERCATORI—> Può succedere che lo sperimentatore, senza rendersene conto, alteri il contesto. Tornando all’esempio della memoria dei bambini. Se si vuole verificare la veridicità dell’ipotesi, può succedere che Psicologia Generale Pagina 2 Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-luca-16 ([email protected]) Tornando all’esempio della memoria dei bambini. Se si vuole verificare la veridicità dell’ipotesi, può succedere che lo sperimentatore, senza rendersene conto, può avere degli atteggiamenti diversi nei confronti dei maschi e delle femmine. Può succedere che lo sperimentatore abbia un atteggiamento un po’ ' più accomodante, rassicurante nei confronti dei maschi piuttosto che nei confronti delle femmine. Questo non perché lo sperimentatore sia mosso da cattive intenzioni ma può succedere perché le sue aspettative (effetto dell’aspettativa o effetto Rosenthal) , che sono fondamentali nell’ agire quotidiano, possano emergere durante l’esperimento. BIAS DISEGNO DI RICERCA —> ES: Demenze. Sappiamo che alcune strategie di stimolazione cognitiva possano aiutare a rallentare la degenerazione. Tra queste strategie ci può essere anche la strategia della reminiscenza, strategia che si basa sulla visione e sull’ascolto di informazioni che appartengono al passato del partecipante. Per verificare l’efficacia di questo approccio bisogna necessariamente confrontare le loro prestazioni mentali con quelle di un gruppo di controllo. Per fare ciò bisogna avere sempre una condizione di controllo che è identica alla condizione sperimentale ad eccezione dell’unico aspetto di interesse. Quindi in questo caso avremo un certo numero di persone assegnate a questa condizione di stimolazione che 3 volte alla settimana per un’ora facciano l’esercizio; e un altro gruppo di persone con la stessa patologia che per 3 volte alla settimana per 1 ora fa qualcosa che non è stimolazione cognitiva, ma fa qualsiasi altra cosa che li impegna la stessa quantità di tempo rispetto a quelli che fanno la stimolazione. Quando il comportamento dei partecipanti d un esperimento viene modificato da un o più variabili, oltre a iella introdotta dallo sperimentatore, si crea confusione con l’interpretazione dei dati; questi elementi imprevisti vengono chiamati variabili confondenti e ne sono due: L’effetto dell’aspettativa, o effetto Rosenthal: distorsione dei risultati dovuto dalle aspettative dei soggetti e/o degli sperimentatori in merito ai risultati. L’effetto placebo: quando i partecipanti modificano le loro risposte durante un esperimento in assenza di qualsiasi tipo di trattamento sperimentale. Per limitare tali errori, i ricercatori ricorrono a strategie di difesa chiamate procedure di controllo. Esse sono finalizzate a tenere costanti tutte le variabili e le condizioni di un esperimento. Es: l’abbigliamento dello sperimentatore, il tempo concesso, i compiti, temperatura dell’ambiente ecc. Ci sono due tipi di controlli : Controllo a singolo cieco, dove il ricercatore non condivide gli obiettivi della ricerca con i partecipanti; Controllo a doppio cieco, dove sia il ricercatore e sia i partecipanti non sono a conoscenza degli obiettivi della ricerca. Per controllare quindi i bias relativi ai ricercatori si lasciano questi ultimi inconsapevoli di quelli che sono gli obiettivi della ricerca. In questo caso si parla di approccio a singolo cieco. Il codice deontologico degli psicologi però prevede che tali approcci si possono utilizzare purché al termine della ricerca tutti vengano informati sui reali obiettivi della ricerca. Psicologia Generale Pagina 3 Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-luca-16 ([email protected]) Psicologia Generale Pagina 4 Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-luca-16 ([email protected]) METODI sabato 20 novembre 2021 15:29 Il metodo scientifico sperimentale per comprendere cosa accade al livello della nostra mente, per identificare delle teorie che spieghino gli aspetti fondamentali della mente umana. La statistica è sempre indispensabile per poter trarre delle conclusioni sui dati raccolti. Esperimento di laboratorio Ipotesi: I maschi differiscono dalle femmine nella capacità di risolvere problemi matematici. Partecipanti: 100 soggetti (50 Me 50 F) Variabile dipendente: accuratezza delle risposte (percentuale di problemi risolti) Variabile indipendente: sesso (maschio o femmina) Punteggio medio maschi = 81 su 100 Punteggio medio femmine = 78 su 100 Il fatto che ci sia una differenza tra l’andamento dedico dei maschi e delle femmine può consentire di concludere che i maschi sono migliori delle femmine? Dovremmo replicare l’esperimento e vedere se ripetutamente i punteggi dei maschi risultano maggiori rispetto a quelli delle femmine. Qui vengono applicate delle procedure date dalla statistica inferenziale. La statistica inferenziale dice se ciò che vediamo osservando la punta di queste curve, ossia la media, è indice di una differenza statisticamente significativa o meno. Il metodo scientifico sperimentale è analisi dei dati con la statistica inferenziale poiché l’obiettivo ultimo è verificare se la variabile indipendente esercita un effetto sulla variabile dipendente. Gli strumenti che abbiamo a disposizione per studiare la mente e il suo funzionamento ne sono due: Strumenti di tipo comportamentale, test, dove la persona svolge un esperimento, dove fa ciò che gli viene chiesto dal compito assegnatole. Approcci self-report (questionari) domande, le quali risposte vengono misurate in base ad una scala. (Scala Likert) Esempio: c’è una relazione tra depressione e media dei voti negli esami universitari? Depressione e media dei voti sono due variabili misurabili: La media dei voti si misura facendo la somma e poi la media La depressione si misura somministrando un questionario a tutti gli studenti di tutti i corsi di laurea, di varie università e varie regioni poiché il campione deve essere rappresentativo della popolazione. Infine si valutano le risposte in base alla scala d i Likert e si fa una media Una volta misurata la media, si va a vedere se c’è una correlazione tra le due variabili. A differenza dell’ambito del metodo scientifico sperimentale in cui dobbiamo mettere in evidenza una relazione di causa-effetto, qui dobbiamo semplicemente vedere se le due variabili sono in correlazione tra di loro, cioè se sono legate tra loro. METODO CORRELAZIONALE Il metodo correlazionale è una metodologia per indagare la misura in cui due determinate variabili sono in relazione tra loro. Il coefficiente di correlazione (r ) è una misura statistica per individuare con precisione il grado di correlazione tra due variabili. Questo valore è compreso tra +1,0 e -1,0, dove +1,0 indica una perfetta correlazione positiva, -1,0 indica una perfetta correlazione negativa, e 0,0 indica l’assenza di correlazione. La correlazione non implica la causalità (non sappiamo se i voti determinano lo stato depressivo o se la depressione influisce sui voti) Questo fa si che il metodo correlazionale non possa essere considerato affine al metodo scientifico sperimentale, infatti, è consuetudine definire il metodo correlazionale come metodo quasi sperimentale. Il metodo correlazionale sono molto utili quando non si conosce il fenomeno e si vuole identificare quali sono i fattori che possono determinare la sua insorgenza. Quando ci si trova davanti a fenomeni nuovi, a sperimentazioni nuove. Se si vuole capire , ad esempio, se gli studenti di un ateneo sono più esposti a disturbi psichiatrici rispetto agli studenti di un altro ateneo, bisogna capire quali fattori sono alla base, o meglio quali dei tanti potrebbero essere. Inizialmente si usa quindi il metodo correlazionale, poi successivamente si progettano degli esperimenti dove si va a manipolare Psicologia Generale Pagina 1 Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-esame-18/8209163/ Downloaded by: lucia-de-luca-16 ([email protected]) Inizialmente si usa quindi il metodo correlazionale, poi successivamente si progettano degli esperimenti dove si va a manipolare quella che sarà poi la variabile dipendente. Gli aspetti cruciali del Metodo Scientifico Sperimentale e del Metodo Correlazionale sono dei comportamenti che conducono a numeri e se si parla di numeri si parla di scale di misurazione. Stevens (1951) propose una classificazione di quattro tipi di scale di misurazione dalla più semplice alla più complessa: Nominale: permette di fare delle classificazioni, assegna gli individui a classi diverse; Ordinale: permette di determinare l’ordinamento in funzione di maggiore o minore rispetto a una determinata qualità; A intervalli: permettono di creare delle graduatorie sapendo esattamente l’ampiezza dell’intervallo tra le varie posizioni (es lista composta da 20 parole, una persona ne rioda 10 e un’altra ne ricorda 20, possiamo dire che il punteggio di chi ne ricorda 20 è maggiore o anche doppio rispetto a quella che ne ricorda 10); A rapporti: ha le proprietà di una scala ad intervalli e permette di identificare anche una posizione corrispondente allo zero assoluto (il metro parte da 0, ci sono unità di misura che prevedono la presenza del numero 0). L’obiettivo della misurazione psicologica è di generare risultati che siano allo stesso tempo attendibili e validi. Attendibilità: misura la riproducibilità del risultato; un risultato è attendibile se a partire da condizioni simili si ripeterà in tempi differenti. Validità: stabilisce se l’informazione prodotta dalla ricerca o dai test misura accuratamente la variabile psicologica o la qualità che si intende misurare. LA PSICOFISICA La Psicofisica è il metodo utilizzato specificatamente per studiare la relazione che sussiste tra le caratteristiche di uno stimolo fisico e la risposta delle persone allo stesso stimolo. È un approccio nato esclusivamente per lo studio della percezione. La Psicofisica ha a disposizione la cronometria mentale che non va a misurare il comportamento ma misura il tempo di reazione per ottenere informazioni sul funzionamento dei processi mentali. Negli esperimenti dove la variabile indipendente è il tempo, vengono misurati valori come il tempo di reazione cioè il tempo che intercorre tra la comparsa dello stimolo e la risposta, per ottenere informazioni sul funzionamento dei processi mentali. Non si va a misurare quindi il processo mentale ma si va a misurare la velocità che un soggetto impiega per rispondere a determinati stimoli. Esempio —> l’effetto Stroop Ai soggetti vengono presentate parole che designano colori stampate con inchiostro colorato; il colore indicato della parola può essere congruente o incongruente con il colore dell’inchiostro.

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