Summary

Questo documento presenta un'introduzione alla psicologia generale, descrivendo i diversi approcci psicologici, come lo strutturalismo, il funzionalismo e la prospettiva psicodinamica. Il documento esplora inoltre i metodi di ricerca e le variabili in psicologia, analizzando anche il concetto di coscienza e i diversi stati di coscienza.

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PSICOLOGIA GENERALE CAPITOLO 1 La psicologia è lo studio scientifico del comportamento e della mente. -​ Il comportamento è costituito da un serie di azioni direttamente osservabili. -​ La mente è costituita da stati interiori che non possono essere direttamente visti. Differenza tra: ​...

PSICOLOGIA GENERALE CAPITOLO 1 La psicologia è lo studio scientifico del comportamento e della mente. -​ Il comportamento è costituito da un serie di azioni direttamente osservabili. -​ La mente è costituita da stati interiori che non possono essere direttamente visti. Differenza tra: ​ Ricerca di base= ricerca della conoscenza per se stessa ​ Ricerca applicata = volta a risolvere problemi specifici e pratici Obiettivi della psicologia: 1.​ Descrivere come si comportano le persone 2.​ Comprendere le cause 3.​ Prevedere come si comporteranno 4.​ Influenzare il comportamento 5.​ Applicare le conoscenze per il benessere dell’uomo I livello di analisi sono: 1.​ Biologico cioè comportamento e cause 2.​ Psicologico ciò di pensieri 3.​ Ambientale cioè ambienti fisici e sociali STRUTTURALISMO Nel 1879 Wilhelm Wundt fondò a Lipsia il primo laboratorio sperimentale di psicologia. L'approccio di Wundt e Titchener divenne poi noto come strutturalismo, cioè l'analisi della mente nei suoi elementi costitutivi. Gli strutturalisti utilizzavano il metodo dell'introspezione. Nacque poi l'esigenza di andare oltre la struttura e di considerare la mente nel suo ambiente e per le sue funzioni. FUNZIONALISMO Nacque così il funzionalismo, secondo il quale la psicologia non doveva studiare la struttura della coscienza bensì le sue funzioni. Il fondatore è William James. Questa prospettiva fu influenzata dalla teoria di Darwin (con l’adattamento per aiutare gli organismi a sopravvivere). PROSPETTIVA PSICODINAMICA Questa prospettiva ricerca le cause del comportamento nei meccanismi interni della nostra personalità. Viene fondata da Freud ed è l’analisi delle forze psicologicheimterne. PROSPETTIVA COMPORTAMENTALE si concentra sul ruolo dell'ambiente esterno come guida delle nostre azioni (condizionamento classico di Pavlov legge dell'effetto di Thorndike), da qui nasce il: COMPORTAMENTISMO una scuola di pensiero che mette in luce il controllo ambientale del comportamento attraverso l'apprendimento, cominciò a nascere nel 1913 grazie a Watson. Si deve a Skinner l'utilizzo del condizionamento operante, per il quale le conseguenze di un comportamento aumentano o meno la probabilità di ripeterlo. Anche Bandura ha giocato un ruolo chiave nello sviluppo del comportamentismo cognitivo. PROSPETTIVA UMANISTICA La prospettiva umanistica pone l'accento sul libero arbitrio, la crescita personale e mette l'accento sulla capacità umana di superare gli ostacoli durante il percorso verso l'autorealizzazione, PROSPETTIVA COGNITIVA esamina la natura della mente e il modo in cui i processi mentali possono influenzare il comportamento. Questa viene dalla psicologia della Gestalt (1900): -​ La mente non riceve passivamente le informazioni ma traduce gli stimoli sensoriali in percezioni dotate di senso -​ La mente costruisce sistemi e schemi che organizzano l’esperienza in totalità -​ “Il tutto è più della somma delle sue parti” -​ Oggetto di studio chiave di questa scuola di pensiero della psicologia è la percezione -​ La nostra conoscenza del mondo è la percezione del dato reale, lo percepiamo in maniera diversa da quello che è perché costruiamo nella nostra mente una sua versione -> la nostra mente non è passiva all’ambiente ma è attiva. Mente composta da schemi e strutture organizzate che cercano di dare un senso al mondo PROSPETTIVA SOCIO-CULTURALE esamina in che modo l'ambiente sociale e l'apprendimento culturale influenzano il comportamento. La Socializzazione: processo attraverso il quale la cultura viene trasmessa ai nuovi membri e da questi interiorizzata. PROSPETTIVA BIOLOGICA esamina in che modo i processi e le altre funzioni del corpo regolano il comportamento. Si parla di neuroscienze =La ricerca neuroscientifica ha portato anche alla scoperta dei neurotrasmettitori, sostante chimiche rilasciate dalle cellule nervose che permettono a queste di comunicare tra loro. Da tempo gli psicologi si interessano alla genetica del comportamento cioè lo studio di come le tendenze comportamentali sono influenzate da fattori genetici. PSICOLOGIA EVOLUTIVA disciplina in crescita che cerca di spiegare come l'evoluzione abbia forgiato il comportamento dell'uomo moderno. CAPITOLO 2 Lo psicologo utilizza un approccio scientifico e un metodo basato sulle prove, sull'evidenza. Le fasi del processo scientifico: Fase 1: identificare una questione Fase 2: raccogliere informazioni e formulare ipotesi Fase 3: verificare le ipotesi tramite la ricerca Fase 4: analizzare i dati, trarre conclusioni provvisorie Fase 5: sviluppare e mettere alla prova le teorie APPROCCI PER COMPRENDERE IL COMPORTAMENTO ​ Il senno del poi (comprensione successiva al fatto): ragionamento dopo che la conclusione è stata elaborata. ​ Interpretare mediante la previsione, il controllo e la costruzione di una teoria VARIABILI E MISURE Gli esperimenti dimostrano la falsità, non la verità (per questo motivo per noi il metodo scientifico è controintuitivo) -> porta all’enunciazione di leggi scientifiche. Non conferma l’ipotesi sperimentale (IS) ma verifica l’ipotesi nulla (negazione dell’IS). Consente di rendere più probabile l’ipotesi sperimentale ma mai sicuramente vera Ipotesi nulla: la variabile dipendente non è influenzata dalla variabile indipendente Ipotesi alternativa: la variabile dipendente è influenzata dalla variabile indipendente Una variabile è qualsiasi caratteristica o fattore che possa variare. Le misure di autovalutazione chiedono alle persone di riferire le proprie conoscenze. Tali informazioni possono essere raccolte in modo diverso, per esempio mediante questionari o interviste. Quando le domande riguardano argomenti sensibili , le autovalutazioni possono essere distorte dal fattore chiamato di desiderabilità sociale, ovvero dalla tendenza a rispondere in modo socialmente accettabile anzichè secondo le proprie convinzioni. Quando le domande riguardano argomenti sensibili come le abitudini sessuali o l'uso di droghe le autovalutazioni possono essere distorte dal fattore chiamato di desiderabilità sociale, ovvero dalla tendenza a rispondere in modo socialmente accettabile anzichè secondo le proprie convinzioni. Gli esseri umani e altri animali possono comportarsi in modo diverso se sanno di essere osservati. PRINCIPI ETICI Competenza: mantenere livelli di formazione elevati Responsabilità: svolgere i doveri professionali con cura Integrità: essere onesti e accurati Rispetto: rispettare la dignità delle persone e i diritti alla riservatezza >> Il consenso informato: prima che le persone accettino di partecipare alla ricerca dovrebbero essere informati riguardo a: - scopo e procedure dello studio - potenziali benefici dello studio - potenziali rischi per i partecipanti >> Il debriefing: si tratta di una fase estremamente importante del processo di ricerca. Serve a spiegare i retroscena della ricerca. Aiuta anche il ricercatore a controllare attentamente se il partecipante ha subito qualche danno durante la procedura. Il vero scopo del debriefing è riportare il partecipante allo stato in cui era all'inizio della procedura. RICERCA DESCRITTIVA La ricerca descrittiva ha l'obiettivo di capire in che modo si comportano gli uomini e altri animali, in particolare nell'ambiente naturale. utilizzata per verificare ipotesi e potrebbe fornire indicazioni su possibili rapporti di causa- effetto che in seguito devono essere verificati sperimentalmente. STUDIO DI CASO un'analisi approfondita di un individuo, un gruppo o un evento. può mettere in discussione la validità di una teoria o di una credenza scientifica. Uno svantaggio è la mancanza di obiettività nella raccolta e nell'interpretazione dei dati. OSSERVAZIONE NATURALISTICA osserva il comportamento in un ambiente naturale. Viene studiata in larga misura per studiare il comportamento animale. ​ ABITUAZIONE= con il passare del tempo le persone e gli animali si adattano e ignorano la presenza di un osservatore. METODO DEL SONDAGGIO sotto forma di questionari o interviste di solito ci sono due concetti chiave nel metodo del sondaggio: popolazione e campione. >> Una popolazione è formata da tutti gli individui rispetto ai quali siamo interessati a tratte delle conclusioni. Poichè a volte è irrealizzabile studiare l'intera popolazione si somministra un sondaggio a campione, ovvero a un sottoinsieme di individui. >> E' necessario un campione rappresentativo Ci sono due tipi di campionamento: casuale e casuale stratificato. Nel campionamento casuale ogni membro della popolazione ha le stesse probabilità di essere scelto per il sondaggio. Il campionamento casuale stratificato consiste nel dividere la popolazione in sottogruppi in base a caratteristiche. COEFFICIENTE DI CORRELAZIONE Il coefficiente di correlazione in statistica indica direzione e forza del rapporto fra due variabili. I coefficienti variano tra i valori +1 e -1. Una correlazione positiva significa che i punteggi più elevati di una variabile sono associati a punteggi più elevati di una seconda variabile. Una correlazione zero significa che X e Y non sono statisticamente correlate. VARIABILE -​ termine variabile indipendente indica il fattore che viene manipolato dallo sperimentatore -​ termine variabile dipendente è il fattore misurato dallo sperimentatore EFFETTO PLACEBO Nella ricerca medica il termine placebo si riferisce ad una sostanza priva di effetti farmacologici. abbiamo la prova dell'effetto placebo: le persone che si sottopongono a una cura presentano un cambiamento di comportamento a causa delle loro aspettative, e non perché la cura stessa ha dato qualche beneficio specifico. EFFETTO DELLE ASPETTATIVE DELLO SPERIMENTATORE L'effetto delle aspettative dello sperimentatore si riferisce ai vari modi, spesso impercettibili e non intenzionali, in cui i ricercatori influenzano i partecipanti perchè rispondano in modo coerente con l'ipotesi della ricerca. La procedura in doppio cieco, nella quale sia i partecipanti che lo sperimentatore sono tenuti all'oscuro di quale sia la condizione sperimentale del partecipante. RISULTATI -​ validità esterna, ovvero fino a che punto i risultati di uno studio possono essere generalizzati ad altre popolazioni, ambienti e condizioni. Per determinare la validità esterna, noi o altri scienziati abbiamo bisogno di replicare il nostro esperimento. -​ La replicabilità è il procedimento di ripetizione di uno studio per determinare se le conclusioni originali possono essere duplicate STATISTICHE Misure di tendenza centrale: moda, mediana e media. -​ La moda è il punteggio che compare più frequentemente in una distribuzione. -​ La mediana è il punto che divide a metà una distribuzione di punteggi quando questi sono ordinati dal più basso al più alto. -​ La media è la media aritmetica di un gruppo di punteggi. Le misure di variabilità colgono il grado di variazione, in una distribuzione di punteggi. Sono: l'intervallo e la deviazione standard. -​ L'intervallo è la differenza fra il punteggio più alto e quello più basso in una distribuzione. -​ La deviazione standard tiene invece conto di quanto ciascun punteggio di una distribuzione differisca dalla media. CAPITOLO 6 La coscienza viene definita spesso come la consapevolezza momento per momento di noi stessi e del nostro ambiente. La coscienza è: soggettiva, dinamica (in continuo cambiamento), autoriflessiva e intimamente connessa con il processo di attenzione selettiva. STATI DI COSCIENZA Misure Self-Report: descrive le proprie sensazioni interiori Misure Comportamentali: si valuta la prestazione di attività Misure Fisiologiche: corrispondenza tra stato fisico e mentale Prima dei 20 mesi/ 2 anni il bambino non è cosciente di sé. Si sviluppa progressivamente con i 2 anni proseguendo con la costruzione identitaria la consapevolezza è finalizzata all’adattamento: - organizza e sintetizza le informazioni, estrapolando i dati più rilevanti in schemi - permette di monitorare e modificare il comportamento - favorisce la pianificazione e la risoluzione di problemi - permette scambi sociali più efficaci tramite la comunicazione LIVELLI DI COSCIENZA Nel 1900 Sigmund Freud ipotizzò che nella mente umana esistessero tre livelli di consapevolezza. -​ Mente conscia: consapevolezza degli stati interni e della percezione degli stimoli esterni. -​ Mente preconscia: consapevolezza non attuale degli eventi che è possibile rievocare in determinate condizioni. -​ Mente inconscia: contiene eventi che non si possono portare a livello di consapevolezza Gli psicologi cognitivi invece rifiutano l'idea di una mente inconscia. Considerano elaborazione automatica (inconscia) ed elaborazione controllata (conscia). L'elaborazione automatica facilita anche l'attenzione divisa, cioè la capacità di seguire e di svolgere più di un'attività contemporaneamente. PRIMING L'esposizione a uno stimolo influenza il modo in cui si reagisce successivamente a quello stimolo o a un altro. INCONSCIO EMOTIVO Secondo le teorie psicodinamiche il comportamento e l’umore è influenzato dai processi emotivi inconsci; Infatti l’utilizzo di parole positive o negative influenza la predisposizione e la percezione di chi ascolta. La coscienza è rappresentata dall’attività globale di diversi moduli di elaborazione delle informazioni L'attenzione è il processo tramite il quale ci si concentra su alcune caratteristiche dell'ambiente escludendone altre. ​ l’uso dell’attenzione rientra in quei processi di elaborazione controllata -> richiede uno sforzo mentale, consuma energie ​ ha dei limiti (temporali e di quantità) ​ serve per evitare il sovraccarico informativo La capacità attentiva (attenzione) nel corso del tempo è stata suddivisa dagli studiosi in varie parti in base a come viene declinata: (sono i vari compiti in cui possiamo usare questa capacità) ​ Attenzione selettiva: orientata su uno stimolo specifico in presenza di altri stimoli distraenti che sono ignorati ​ Attenzione divisa: capacità di svolgere diversi compiti in contemporanea (multitasking) ​ Attenzione sostenuta: mantenimento dell’attenzione focalizzata per lunghi periodi di tempo Questa suddivisione è stata fatta anche per studiare in maniera migliore e più approfondita la capacità attentiva nei suoi aspetti. ATTENZIONE SELETTIVA Capacità studiata a partire dal fenomeno del cocktail party: capacità di selezionare nel flusso di informazioni, solo quelle d’interesse (es della capacità attentiva-attenzione selettiva- sul canale uditivo) Questo fenomeno poi a livello sperimentale è stato tradotto nel contesto di laboratorio tramite la tecnica dello shadowing ( = chiedere alle persone di mettere delle cuffie ma dalle due uscite delle cuffie escono due frasi diverse e gli viene chiesto prima di ignorare un orecchio e ripetere quello che dice nell’altro ad alta voce e poi viceversa per vedere se si riesce ad essere attenti -> si è scoperto che si riesce a stare più attenti se: la voce da ascoltare è una femminile e non maschile; se parla e non canta. Inoltre tramite questa tecnica si è scoperto che anche se siamo focalizzati/concentrati su un orecchio/una cuffia sola, comunque qualcosa dell’altra cuffia lo acquisivamo -​ Modello dell’attenuazione (Treisman, 1964): tutte le informazioni in entrata vengono recepite, ma alcune “a basso volume”/ in sottofondo. Le informazioni rilevanti passano e vengono ulteriormente elaborate, le altre sono presenti ma in sordina. L’attenzione è come un dj che regola i volumi dei diversi canali di informazione presenti nell’ambiente questo modello spiega la velocità di spostamento dell’attenzione e risponde alla limitatezza delle risorse attentive modello ulteriormente che integra quelli precedenti: -​ modello integrato (Johnson & Heinz, 1978): spiega che il filtro può essere spostato, in modo che la selezione sia possibile a vari stadi del processo la selezione non è rigidamente collocata in una determinata fase del processo, ma considerando le circostanze e le richieste del compito stesso. Si arriva a capire che il processo è più flessibile ed economicamente più efficace. Tutte queste scoperte fatte sull’attenzione selettiva uditiva sono applicabili anche su quella visiva ma è stata messa prima quella uditiva semplicemente perché sono stati fatti prima esperimenti e ricerche su quella uditiva, per il resto corrispondono abbastanza ATTENZIONE SELETTIVA-VISIVA In questa categoria si parla di elaborazione automatica (stimoli che attirano la nostra attenzione in maniera involontaria) e volontaria (stimoli sui quali ci focalizziamo volontariamente). -​ paradigma di Posner (visual cueing), usato per spiegare l’attenzione tramite il paragonarla ad un riflettore, che noi puntiamo su quello che ci interessa ma, puntandolo su qualcosa di sbagliato, potremmo perderci cose importanti* Altro paradigma usato per spiegare come funzioni l’attenzione visiva e come noi la muoviamo e spostiamo: -​ paradigma della ricerca visiva Spiega che esistono due modi di procedere dell’elaborazione umana 1.​ Elaborazione in parallelo 2.​ Elaborazione seriale Questo porta alla conclusione che gli esseri umani riescono ad adattare in maniera efficacie le capacità attentive in modo da consumare il numero minimo di dispendio energetico con l’attenzione -​ Modello del riflettore attenzionale e dello zoom: l’attenzione funziona come un riflettore che “illumina” determinate informazioni presenti nell’ambiente, lasciandone altre al buio. Lo zoom permette di allargare o restringere il “cono di luce” attentivo ! critica: alcune informazioni passano ugualmente ! ATTENZIONE DIVISA È: (suoi limiti) -​ Influenzata dal tipo di canale coinvolto dai compiti -​ Influenzata dalla natura automatica/controllata dei compiti -​ Influenzata dalla difficoltà del compito La nostra capacità di sostenere l’attenzione divisa è fortemente influenzata dal canale sensoriale usato Multitasking si solo su: cose facili/semplici; cose che sono diventate facili/semplici; cose che non sovraccaricano le nostre energie/ soglia attentiva Sono emersi, tramite degli studi, effetti intermodali nell’attenzione: uno stimolo che, in maniera automatica, attira la nostra attenzione in una modalità (ad es visiva), tenderà ad attirare anche l’attenzione nelle altre modalità (ad es uditiva) Es -> pur prestando attenzione ai suoni, se sento un suono a sinistra e vedo una luce a destra, il giudizio su da dove è arrivato il suono sarà più lento (e inaccurato) di quando invece suono e luce sono entrambi nella stessa direzione COME FUNZIONA L’ATTENZIONE CONSAPEVOLE parliamo di processi pre-attentivi e inconsapevoli esistono aspetti del funzionamento mentale che non controlliamo e di cui non abbiamo piena consapevolezza -> ritorno ai processi controllati e automatici ​ processi controllati: lenti, richiedono attenzione sforzo mentale, flessibili al cambiamento ​ processi automatici: rapidi, spontanei, poco faticosi, difficilmente frenabili e rigidi; molte azioni quotidiane sono svolte senza diretto controllo dell’azione: sono talmente frequenti e ripetute da essere diventate automatiche (parliamo di elaborazione automatica NON di inconscio) PROCESSI PRE-ATTENTIVI I processi pre-attentivi automatici esaminano le caratteristiche primarie degli stimoli (ad es colore, movimento) Alcune informazioni vengono elaborate anche se non richiesto (ad es informazioni con valenza emotiva) In merito ai processi pre-attentivi e inconsapevoli si sono riscontrati in alcune condizioni cliniche: in cui si verifica uno scollamento tra ricezione di informazioni sensoriali e percezione consapevole. Es: ​ angoscia visiva: percezione dell’oggetto, ma mancato riconoscimento, nonostante la conoscenza semantica dello stesso sia intatta ​ visione cieca: condizione clinica per cui una parte del campo visivo non viene percepita consapevolmente (anche se sotto la soglia visiva consapevolmente “vede” l’immagine intera, qualcosa dell’informazione completa passa comunque) questi processi inconsapevoli pre-attentivi avvengono anche nelle persone sane, non per forza nelle condizioni cliniche. Anche in assenza di condizioni cliniche, il comportamento può venir influenzato da elementi di cui non siamo consapevoli ma che la nostra mente elabora -> in questo caso parliamo di priming: l’esposizione a uno stimolo influenza la reazione a stimoli successivi. Si tratta di una pre-attivazione inconsapevole il priming portato all’estremo diventa: priming subliminali, recepiti senza consapevolezza, predispongono alle risposte successive fenomeno della cecità inattentiva: la nostra attenzione è talmente focalizzata che diventiamo ciechi agli altri stimoli Il fenomeno dell’attenzione selettiva indica la capacità di concentrarci sull’oggetto di interesse. Teorie strutturali dell’attenzione selettiva: -​ Teoria della selezione precoce di Broadbent (1958): la selezione dell’informazione avviene prima dell’elaborazione del contenuto semantico, e l’informazione non rilevante decade progressivamente. -​ Teoria della selezione tardiva di Deutsch e Deutsch (1963): tutti i messaggi, rilevanti e irrilevanti, sono elaborati a livello semantico. Il filtro selettivo opera solo quando bisogna emettere la risposta. Condividono l’idea che l’attenzione selettiva si basi su filtri. AUTOMATISMO Comportamento che, una volta iniziato, si mantiene indipendentemente dalla volontà e dall’attenzione del soggetto. SONNO E SOGNI Studio del sonno : ​ Elettroencefalogramma (EEG), che registra l'attività elettrica dei neuroni della corteccia cerebrale L'elettroencefalogramma che rileva l'attività elettrica del vostro cervello mostrerebbe delle onde beta quando siete svegli e vigili. Quando chiudete gli occhi sentendoti rilassati o insonnoliti le vostre onde cerebrali rallentano e subentrano le onde alfa. Quando inizia il sonno, si intensificano le più lente onde theta. Adesso ci troviamo nella fase 1. Il sonno diventa profondo e abbiamo i fusi del sonno che ci indicano che siamo nella fase 2. Il sonno diventa ancora più profondo quando entriamo nella fase 3, caratterizzata dalla presenza costante di onde delta. Aserinsky e Kleitman identificarono una fase particolare chiamata sonno REM dove l'attività della corteccia cerebrale è molto vicina a quella della veglia. ​ Elettro-oculogramma (EOG), che registra i movimenti oculari tramite elettrodi ​ Elettromiogramma (EMG), che misura le scariche elettriche dei muscoli DEPRIVAZIONE DEL SONNO Da studi è emerso che la deprivazione del sonno causa: difficoltà di concentrazione, confusione, anomie, tremolio alle mani, disturbi di attenzione, irritabilità. Lo scopo principale del sonno è di permetterci un recupero fisico e mentale, inoltre è molto importante per il processo di consolidamento della memoria. DISTURBI Insonnia E’ il disturbo del sonno più comune, si manifesta con difficoltà cronica ad addormentarsi, difficoltà a dormire bene e risvegli continui durante le ore notturne. Il primo sintomo è l’eccessiva attività mentale successivamente si presentano frustrazione e rabbia per incapacità di addormentarsi. Evitare stimolanti e fare esercizio fisico e assumere amidi che contengono una sostanza associata al sonno. Narcolessia È il problema più grave legato al sonno, ovvero attacchi di sonno improvvisi e irresistibili che hanno una durata variabile. Ereditaria e al momento senza cura. Sonnambulismo Presenza di comportamenti diurni riprodotti nel sonno. il comportamento migliore da attuare è riportarlo a letto. Potrebbe essere ereditario. Terrori Notturni si verificano durante la fase 4 del sonno. Sono differenti dagli incubi; gli incubi si verificano nella fase REM del sonno, i terrori notturni nella fase NREM. Apnea Notturna durante l’apnea del sonno il respiro si ferma per periodi che possono andare da 20 sec a 2 minuti, quando il bisogno di ossigeno diventa impellente la persona si sveglia e poi torna a dormire. I SOGNI I sogni si presentano maggiormente durante la fase REM e appaiono più lunghi. La teoria psicanalitica di Freud: sogno come realizzazione di un desiderio. I sogni esprimono la soddisfazione dei nostri desideri e conflitti inconsci. Capire un sogno significa dunque analizzare il contenuto manifesto (ovvio e visibile) al fine di scoprirne il contenuto latente (occulto). La teoria dell’attivazione-sintesi: teoria biologica che cerca di dare un senso all’attività dei neuroni che caratterizzano il sonno REM. Secondo questa teoria, il cervello attinge informazioni dai ricordi passati creando così un sogno. Modelli del problem solving onirico Non essendo vincolati dalla realtà, i sogni possono aiutarci a trovare soluzioni creative per i nostri problemi. Teorie dei processi cognitivi onirici Queste teorie ipotizzano che i sogni e i pensieri sviluppati nella veglia siano prodotti dagli stessi sistemi cerebrali. Sogni ad occhi aperti e fantasie da svegli I sogni e le fantasie non sono appannaggio esclusivo della notte. I sogni a occhi aperti fanno parte integrante della coscienza vigile, perché ci stimolano. L'ipnosi E' uno stato di accresciuta suggestionabilità in cui le persone possono vivere situazioni immaginarie come se fossero reali. L'induzione ipnotica è il processo mediante il quale una persona mette un'altra persona in stato di ipnosi. L’obiettivo è rilassare il soggetto e aumentare la concentrazione. L'induzione dell'ipnosi si potrebbe ottenere con la fissazione dello sguardo usando un qualunque oggetto come punto focale. Si potrebbe ottenere anche con il rilassamento progressivo e l'immaginazione.Un terzo approccio è l'induzione rapida, in cui l'ipnotizzatore parla con tono autoritario e convincente. Le teorie sull'ipnosi Le teorie della dissociazione considerano l'ipnosi uno stato di alterazione basato su una divisione (dissociazione) della coscienza. Le teorie cognitive sociali affermano invece che l'esperienza ipnotica deriva dalle aspettative di persone che vogliono essere ipnotizzate. CAPITOLO 7 L'apprendimento è processo attraverso il quale l’esperienza produce un cambiamento relativamente duraturo e adattivo nella capacità di comportamento di un organismo. L'apprendimento è un cambiamento che si determina nella capacità di comportamento. Il concetto di apprendimento richiama l'attenzione sull'importanza dell'adattamento all'ambiente. l'apprendimento è un processo di adattamento strettamente personale. Cinque principali tipi di apprendimento: 1.​ Abituazione: apprendimento che si focalizza sui cambiamenti dei comportamenti in risposta a stimoli ripetuti L'abituazione è un calo progressivo di intensità della risposta a uno stimolo ripetuto. 2.​ sensibilizzazione: apprendimento che si focalizza sui cambiamenti dei comportamenti in risposta a stimoli ripetuti La sensibilizzazione è invece un incremento progressivo di intensità della risposta a uno stimolo ripetuto. 3.​ Condizionamento classico :l’organismo apprende che ad un evento ne segue un altro Pavlov:un organismo impara ad associare due stimoli in modo tale che l'uno venga a suscitare una reazione che in origine veniva suscitata solo dall'altro. I meccanismi alla base delle reazioni condizionate: -​ Stimolo Neutro (SN): non tira fuori una risposta in un organismo -​ Stimolo Incondizionato (SI): stimolo che suscita una risposta riflessa o innata (RI) indipendentemente da ogni apprendimento precedente -​ Risposta Incondizionata (RI): risposta riflessa o innata indotta da uno SI in assenza di un apprendimento precedente -​ Stimolo Condizionato (SC): stimolo che, tramite ripetute associazioni a uno SI, viene a suscitare una risposta condizionata (RC) simile alla RI originaria -​ Risposta Condizionata (RC): risposta suscitata da uno SC Maggiore è la somiglianza tra stimoli, maggiore è la probabilità che si determini una RC. Questo fenomeno è noto con il termine di generalizzazione dello stimolo. Il condizionamento classico influenza ciò che ci attira e ci stimola piacevolmente. Il condizionamento classico può anche ridurre la nostra eccitazione e la nostra attrazione per determinati stimoli. Questo principio viene usato nella terapia di avversione che, attraverso l'abbinamento con uno SI sgradevole, tenta di condizionare un'avversione (repulsione) a uno stimolo che induce un comportamento indesiderato. Le terapie di avversione sono state usate per ridurre comportamenti impropri e socialmente indesiderati. 4.​ Condizionamento operante, l’organismo apprende che una sua risposta avrà una certa conseguenza Effetto di Thorndike:gabbia, denominata puzzle box (scatola misteriosa).Thorndike chiamò questo processo apprendimento strumentale, perché il comportamento di un organismo è strumentale al conseguimento di certi risultati. Formulò quindi la legge dell'effetto, secondo la quale, data una determinata situazione, una risposta seguita da una conseguenza soddisfacente diventerà più probabile. Skinner box: Skinner progettò quella che poi avrebbe preso il nome di Skinner box, una gabbia concepita ad hoc per lo studio del condizionamento operante. Le conseguenze sono il rinforzo e la punizione. Il rinforzo si determina quando una risposta viene rafforzata dai risultati che ne derivano. La punizione si determina quando una risposta viene indebolita dai risultati che ne derivano. Il rimodellamento (o modellamento per approssimazioni successive) si basa sul rinforzo di approssimazioni successive in direzione di una risposta finale. La concatenazione (o rimodellamento per sequenze successive) si usa per sviluppare una sequenza di riposte rinforzando ogni risposta con la possibilità di mettere in atto la risposta successiva. Rinforzo: -​ continuo: si rafforzano tutte le risposte -​ parziale: si rinforza solo una percentuale Come vengono dati questi rinforzi e punizioni e come condizionano l’apprendimento tramite condizionamento operante: -​ Programma di rinforzo continuo -> si viene premiati o puniti ogni volta che si mette in atto un determinato comportamento ! si verifica raramente in natura o nella vita umana -​ Programmi di rinforzo parziale/intermittente (più efficace) -> il rinforzo è presente solo alcune volte che il comportamento si manifesta Quando un comportamento è rinforzato saltuariamente è più resistente all’estinzione Meno è prevedibile per l’organismo ricevere il rinforzo, più è forte l’apprendimento tramite condizionamento operante perché non sapendo quando arriva il rinforzo io continuo con quel comportamento appreso (ad es gioco d’azzardo) Condizionamento di fuga: l'organismo apprende una risposta per mettere fine a uno stimolo negativo. I comportamenti di fuga si acquisiscono o si mantengono attraverso il rinforzo negativo Condizionamento evitante: l'organismo apprende una risposta per evitare lo stimolo negativo. La cognizione e il condizionamento I primi comportamentisti erano convinti che l'apprendimento comportasse la formazione relativamente automatica di legami tra stimoli e risposte. Questo punto di vista ha preso il nome di modello S-R (stimolo-risposta). Affermando che tra lo stimolo e la risposta c'è qualcos'altro: la rappresentazione cognitiva del mondo che caratterizza l'organismo (O). E' il cosiddetto modello S-O-R. 5.​ Apprendimento osservazionale, l’organismo apprende attraverso l'osservazione del comportamento degli altri Per imparare oltre al rinforzo c’è anche l’apprendimento osservazionale, quello che si determina osservando il comportamento di un modello. La teoria socio-cognitiva di Bandura, detta anche teoria dell’apprendimento sociale, afferma che le persone imparano osservando il comportamento dei modelli e acquisendo la convinzione di poter mettere in atto dei comportamenti. Per Bandura, la modellizzazione è un processo in quattro fasi che include vari fattori cognitivi: -​ Attenzione: dobbiamo dedicare attenzione al comportamento -​ Ritenzione: dobbiamo trattenere quelle informazioni nella memoria in modo da poterle ricordare quando è necessario -​ Riproduzione: dobbiamo esser fisicamente in grado di riprodurre il comportamento -​ Motivazione: dobbiamo essere motivati -​ autoefficacia: cioè convinzione I modelli possono produrre effetti, e questi effetti possono essere positivi o negativi. La violenza per esempio Fornisce modelli aggressivi che intensificano la tendenza degli spettatori ad agire aggressivamente. Il cervello adattivo A metà del XX secolo, Donald Hebb affinò questa idea ipotizzando che i cambiamenti che intervengono nella forza delle connessioni cellulari dipendessero da un’attività contestuale che si svolge su una connessione o sinapsi del cervello. Questo meccanismo è stato poi denominato regola di Hebb. Dove avviene l’apprendimento nel cevello? L’apprendimento coinvolge numerose regioni del cervello e numerosi circuiti neuronali: ​ L’ipotalamo e i percorsi neuronali che coinvolgono la dopamina hanno un ruolo importante nel regolare la nostra capacità di apprezzare le ricompense ​ Il cervelletto ha un ruolo fondamentale nell’acquisizione di alcuni movimenti classicamente condizionati, come il battito delle palpebre ​ L’amigdala ha un ruolo centrale nell’acquisizione delle paure condizionate CAPITOLO 8 La memoria è «una funzione psichica molto complessa, definita come la capacità di immagazzinare, conservare e recuperare informazioni acquisite in precedenza». l’insieme dei meccanismi di base ai quali gli eventi passati influenzano le risposte future. la mente come un sistema di elaborazione che codifica, immagazzina e recupera le informazioni. La codifica è l’inserimento delle informazioni nel sistema mediante la traduzione in un codice neuronale che viene processato dal cervello. L’archiviazione, o immagazzinamento, permette la conservazione delle informazioni nel tempo. Infine, il recupero si concretizza nei processi che accedono alle informazioni archiviate. MODELLO A TRE STADI Il modello sviluppato da Atkinson e Shiffrin suddivide la memoria in tre componenti principali: memoria sensoriale, a breve termine o memoria di lavoro e memoria a lungo termine. 1.​ La memoria sensoriale recepisce brevemente le informazioni sensoriali in arrivo. Il nostro registro sensoriale visivo è detto magazzino iconico (memoria iconica). 2.​ La memoria a breve termine è un magazzino mnemonico che conserva temporaneamente un numero limitato di informazioni. I codici di memoria sono rappresentazioni mentali di informazioni o stimoli di vario tipo. Nella memoria a breve termine per la prima volta le informazioni acquistano significato e vi permangono per circa 15-20 sec. 3.​ La memoria a lungo termine (vedere i tipi più sotto) è un vasto deposito che potrebbe essere definito illimitato, capace di mantenere tutte le informazioni di cui dispone. Le informazioni vengono registrate e codificate in modo da essere recuperate quando si presenta la necessità. Effetto di posizione seriale: la capacità di ricordare una voce dipende dalla posizione che occupa all’interno di una serie. L’effetto di posizione seriale ha due componenti: un effetto primacy, che riflette il maggiore impatto mnemonico delle prime voci, e un effetto recency, che riflette il maggior impatto mnemonico delle ultime, ossia le più recenti. Il modello a tre stadi vedeva la memoria a breve termine come un passaggio temporaneo tra la memoria sensoriale e quella a lungo termine. Oggi gli scienziati cognitivi rfiutano questa versione. Considerano invece la memoria a breve termine una memoria di lavoro (working memory). La memoria di lavoro (ML) ha diverse componenti: 1.​ Loop fonologico, archivia brevemente le rappresentazioni mentali dei suoni. E’ formato da due componenti, un archivio fonologico e un sistema articolatorio di ripetizione 2.​ Taccuino visuo-spaziale: archivia brevemente informazioni visive e spaziali 3.​ Episodic buffer: offre uno spazio temporaneo di archiviazione in cui le informazioni proveniente dalla memoria a lungo termine si possono integrare e manipolare 4.​ Esecutivo centrale che dirige FORME DI CODIFICA -​ elaborazione volontaria cioè attenzione conscia -​ Elaborazione automatica cioè involontaria e richiede una minima attenzione ESPOSIZIONE E RIPETIZIONE La sola esposizione a uno stimolo implica un’elaborazione solo superficiale. La ripetizione va oltre l’esposizione. Gli attori utilizzano la ripetizione di mantenimento, questa tecnica è un esempio di ripetizione elaborativa cioè lo fa focalizzare sul significato e sulla sua elaborazione. Uno schema è il quadro di riferimento mentale, cioè un approccio mentale strutturato che riguarda un aspetto del mondo. Lo sviluppo di schemi che aiutano a codificare le informazioni in modelli significativi è detto expertise. MEMORIA COME NETWORK alcune teorie affermano che la memoria a lungo termine si può rappresentare come una rete associativa. In questo network ogni concetto è rappresentato da un nodo e le linee raggiungono le associazioni tra concetti. TIPI DI MEMORIA A LUNGO TERMINE 1.​ MEMORIA DICHIARATIVA 2.​ MEMORIA PROCEDURALE MEMORIA DICHIARATIVA coinvolge le conoscenze fattuali e si divide in: -​ episodica: custodisce esperienze personali -​ Semantica: contiene le conoscenze generali sul mondo e sul linguaggio MEMORIA PROCEDURALE Memoria che si riflette nelle competeste e nelle azioni Ricordo Implicito: il nostro comportamento è influenzato dalla memoria in maniera inconsapevole Esplicito: recupero consapevole del ricordo ( riconoscimento, ricordo facilitato e richiamo alla mente) Recupero L indizio per il recupero è uno stimolo che attiva delle informazioni che sono contenute nella MLT. Principio della specificità della codifica: Il ricordo viene potenziato quando le condizioni presenti nel recupero sono simili a quelle presenti durante la codifica Ricordo dipendente dal contesto È più facile da ricordare qualcosa nello stesso ambiente Ricordo dipendente dallo stato psicologico Afferma che la nostra capacità di recuperare le informazioni è maggiore quando il nostro stato psicologico al momento del recupero coincide con quello in cui ci trovavamo nel momento dell’apprendimento. Dimenticare Dimentichiamo per vari motivi come: -​ una codifica inadeguata nella MLT e una mancanza di attenzione nell’elaborazione profonda -​ Teoria del deterioramento: con il tempo la traccia si affievolisce -​ Interferenza prosttivs: il materiale appreso in passato interferisce con quello nuovo -​ Interferenza retroattiva: le informazioni recenti interferiscono con la capacità di ricordare -​ Ricordo sulla punta della lingua: non riusciamo a ricordare precisamente ma sentiamo di poterlo fare -​ Rimozione: processo motivazionale che ci protegge bloccando ricordi che generano ansia Memoria prospettica: ricordo di attività da svolgere in futuro Memoria retrospettiva: ricordo di eventi pregressi e possiamo recuperare ricordi e fatti dal passato L’amnesia L’amnesia è la perdita di memoria a lungo termine dovuta a particolari condizioni: una lesione cerebrale, una malattia o un trauma psicologico. Ci sono due tipi di amnesia: retrograda cioè perdita di memoria degli eventi precedenti, oppure anterodrogra cioè perdita degli eventi successivi. La demenza include la perdita di memoria e altri deficit cognitivi. Il morbo di Alzheimer è un decadimento progressivo del cervello che costituisce la causa principale di demenza tra gli ultra 65enni. L’amnesia infantile è l’incapacità di ricordare le esperienze personali dei primi anni di vita. LA DISTORSIONE DEI RICORDI E GLI SCHEMI MNEMONICI Frederic Bartlett (1932) sviluppò, il concetto di schema, base per svolgere gli eventi e costruire i ricordi. Tuttavia spesso questi ‘schemi’ tendono a distorcere i nostri ricordi e ci inducono a recuperare solo determinate informazioni in linea con la visione del nostro mondo. Se i ricordi vengono costruiti, allora delle informazioni successive a un evento potrebbero influenzare quel processo di costruzione. L’effetto di disinformazione, distorsione di un ricordo causata da informazioni successive fuorvianti.Gli effetti di disinformazione si devono anche alla confusione tra le fonti. BAMBINI COME TESTIMONI OCULARI I bambini sono molto più suggestionabili e più sensibili forse perché i bambini non mentono mai intenzionalmente e credono di dire sempre il vero. FALSE CONFESSIONI Kassin suddivide le false confessioni in: -​ False confessioni spontanee, di solito queste confessioni vengono rese per attirare l’attenzione -​ False confessioni estorte, vengono fatte pur di mettere fine a un interrogatorio estenuante, o per ottenere qualcosa di cui l’interrogato ha un disperato bisogno come il sonno -​ False confessioni interiorrizate, in questi casi la persona confessa un crimine che non ha commesso ed è veramente convinta di averlo fatto. STRATEGIE DI MEMORIA (più frequenti): ​ ripetizione/rehearsal: ripetizione ad alta voce o silenziosa degli elementi -> poco efficacie ​ categorizzazione: organizzazione degli elementi in base a categorie, spesso semantiche. Ad es si possono raggruppare gli articoli della spesa sulla base delle categorie di appartenenza: frutta, verdura ecc -> efficace ​ serializzazione: organizzazione degli elementi in base ad un ordine prestabilito. Ad es alfabetico. La lista della spesa può quindi essere memorizzata in funzione della lettera iniziale degli articoli: ananas, acciughe, carne, ecc -> efficace ​ costruzione di frasi/storie: costruzione di frasi/storie che associano 2/+ elementi che possono non essere collegati tra loro. Ad es per memorizzare prodotti quali acqua, pane, gelato si può creare una breve frase -> molto efficace ​ immagini mentali: costruzione di immagini mentali che associano 2/+ elementi. Sono spesso immagini visive. Possiamo vedere nella nostra mente una tavola apparecchiata con acqua, pane e gelato -> molto efficace descrizione delle mnemotecniche più frequenti: ​ loci: memorizzare una serie di luoghi ai quali associare, attraverso un’immagine mentale, un’informazione ​ acrostici: creare una breve storia o frase in cui le lettere iniziali forniscono un suggerimento utile per il recupero del materiale. Ad es “come quando fuori piove” per ricordare la sequenza delle carte: cuori, quadri, fiori, picche ​ acronimi: creare parole artificiali le cui lettere costituiscono un suggerimento per recuperare le informazioni. Ad es ONU ​ rime: creare una struttura artificiale in grado di dar maggior significato alle informazioni che vengono così ad essere collegate tra loro MNEMOTECNICA DEI LOCI Fasi: 1.​ decidere e memorizzare una serie di luoghi (= loci) di un percorso noto e automatizzato 2.​ segmentare il percorso in un numero di passaggi ben definito, associando a ciascun luogo un’informazione, attraverso la creazione di un’immagine mentale 3.​ nel momento della rievocazione, ripensare a ciascun luogo, recuperare l’immagine creata e di conseguenza l’informazione immagazzinata tutte le strategie di memoria si basano su: -​ prestare attenzione (= sforzo mentale) durante la fase di apprendimento -​ attribuzione di significato al materiale che si vuole apprendere -​ organizzazione del materiale strategie e mnemotecniche sono utili e efficaci perché: -​ producono una codifica più profonda -​ favoriscono un immagazzinamento strutturato -​ aiutano nella fase di recupero è importante usare le strategie sia durante la codifica (inizio) che durante il recupero (fine) IMMAGAZZINAMENTO: tenere le informazioni nella MLT Permette di trattenere le informazioni nel tempo. Le informazioni sono archiviate in maniera ordinata e tra loro interconnessa e organizzate continuamente Proposte degli studiosi per la struttura organizzativa: ​ reti associative: le informazioni sono come “nodi” tra loro uniti da “fili” di significato. I fili possono essere più lunghi se i concetti sono molto lontani tra loro mentre corti se i concetti sono affini (es cane-gatto; cane—pelliccia; cane---stelle) questa visione spiega bene come reagiamo e agiamo nel mondo reale: siamo veloci a collegare concetti affini e lenti nel collegare concetti distanti. Quando un’informazione è attivata, quelle connesse ad essa sono pre-attivate e si recuperano meglio è una funzione che funziona bene ma non benissimo e per questo è stata elaborata la teoria successiva ​ reti neurali: le informazioni sono “codificate” da un insieme di neuroni interconnessi; ogni neurone non contiene una sola informazione, bensì si “accende” per diverse informazioni. Ogni ricordo consiste in uno specifico pattern di attivazione della rete fenomeno di pre allerta e pre-attivazione si ritrova anche nel concetto di priming semantico PRIMING SEMANTICO Cioè un effetto di facilitazione prodotto da una informazione sul recupero di un’altra informazione semanticamente connessa -​ implica l’attivazione di concetti immagazzinati in memoria semantica -​ non dipende dalla modalità sensoriale di presentazione degli stimoli ma dal loro significato ->questo dimostra che la MLT non è semplicemente un insieme disordinato di informazioni ma un archivio organizzato di elementi dotati di significato questo concetto di ordine e organizzazione fa riferimento al concetto di SCHEMI MENTALI cioè raggruppamenti organizzati e strutturati di informazioni, costruiti sulla base delle esperienze e che vengono usati per interpretare le nuove informazioni (per leggere il mondo) si memorizza meglio ciò che viene inserito in schemi già esistenti Può capitare però che vengo a conoscenza di un’informazione che o va a contraddire quelle che ho già acquisito in merito ad un concetto o è un’ulteriore informazione che non entra più nel mio schema mentale preesistente. Posso muovermi in 2 modi: -​ aggiungo a forza l’informazione allo schema, se è uno schema mentale pregresso ben radicato, ma la rimodello, “taglio” l’informazione -​ andrò a modificare lo schema CAPITOLO 9 Gli esseri umani hanno la capacità di creare rappresentazioni mentali del mondo e di elaborarle sotto forma di linguaggio. Le rappresentazioni mentali comprendono immagini, idee, concetti e principi. Ogni lingua umana consiste in un sistema di simboli e regole per combinare questi simboli in modo da generare un numero infinito di possibili messaggi e significati. Linguaggio= si dovrebbe indicare la funzione cognitiva che permette agli esseri umani di imparare e usare una o più lingue, ma spesso il termine è usato per indicare il prodotto stesso di questa funzione. La psicolinguistica è lo studio scientifico degli aspetti psicologici del linguaggio, ovvero come le persone comprendono, producono e acquisiscono il discorso. Il pensiero e il comportamento umano dipendono da qualcosa di più della semplice struttura fisica del cervello. Alcuni teorici evoluzionisti ritengono che il linguaggio si sia evoluto quando gli uomini si riunirono per costruire unità sociali più ampie. Il linguaggio è una forma di comunicazione basta sui simboli, non diretta ma simbolica. Inoltre è: (caratteristiche tipiche) ​ arbitrario e convenzionale (costruito da noi e varia da società a società) (ogni lingua si sceglie lo stesso simbolo sonoro per ogni oggetto) ​ combinatorio (grazie alla caratteristica successiva è possibile combinando i vari suoni creare combinazioni infinite) ​ scomponibile in unità discrete (scomponibile in piccole unità discrete; ci riferiamo a radici delle parole scomponibili a loro volta in suoni) ​ decontestualizzato (permettere al linguaggio di esistere anche senza la presenza del suo oggetto materiale -> a livello estremo questo ci permette di parlare di cose che non esistono, (il linguaggio in quanto astratto, a differenza dei gesti, ci permette di sganciarci dal concreto) (il linguaggio ci permette di pensare in maniera più complessa) ​ strutturato (fa riferimento ad una grammatica) LINGUAGGIO SIMBOLICO Non è altro se non una serie di convenzioni e simboli socialmente e culturalmente determinati Simbolo: elemento che ha un rapporto puramente convenzionale con il suo referente. Non è la parola scritta ma è quella orale, il suono per identificare un oggetto. Questo discorso porta alla nascita delle lingue e della loro “somiglianza” (gatto, cat, chat) Caratteristiche del linguaggio: ​ è scomponibile in unità definite di suono e significato (discreto) ​ si possono ricombinare le unità singole in parole e espressioni complesse e potenzialmente infinite (combinatorio) ​ si possono dire e capire frasi nuove, mai pronunciate o sentite precedentemente (generativo) ​ le parole mantengono il loro significato aldilà del contesto (decontestualizzato) Le lingue umane sono generative e consentono la dislocazione Generativismo significa che è possibile combinare i simboli della lingua per generare un numero infinito di messaggi che hanno un significato nuovo. Dislocazione si riferisce al fatto che è possibile parlare di eventi e di oggetti che non sono fisicamente presente. La struttura delle lingue Gli psicolinguisti riconoscono che le lingue umane hanno una struttura gerarchica. Fonemi= unità minima di suono Morfemi= unità composte da fonemi e dotati di significato Parole, frasi e poi discorso Comprendere e produrre il discorso Il contesto ha un ruolo molto importante. Esattemente come gli altri compiti percettivi, trarre informazioni dagli stimoli linguistici comporta l’influenza congiunta dell’elaborazione bottom-up e di quella top-down. ​ Nell’elaborazione bottom-up Si analizzano i singoli elementi di uno stimolo per poi combinarli a formare una percezione unificata ​ Nell’elaborazione top-down le informazioni sensoriali vengono interpretate Alla luce di conoscenze, idee e aspettative esistenti FUNZIONI DEL LINGUAGGIO Le funzioni del linguaggio sono distribuite in diverse aree del cervello, ma alcune regioni sono particolarmente importanti. ​ L’area di Broca, che si trova nel giro frontale inferiore dell'emisfero sinistro, è quella più coinvolta nella produzione e nell'articolazione delle parole. ​ L'area di Wernicke, che si trova nella parte postero-superiore del lobo temporale, è cruciale per la comprensione del discorso. Le persone che hanno riportato lesioni a una o entrambe le aree, soffrono tipicamente di afasia, un impedimento nella comprensione e nella produzione dell'eloquio. Diverse evidenze suggeriscono che l’acquisizione del linguaggio abbia una base biologica. Il primo è che i bambini, malgrado le loro limitate abilità di pensiero, cominciano a padroneggiare la lingua madre già in tenera età senza alcuna istruzione formale. Il linguista Chomsky ha avanzato la proposta che gli esseri umani siano nati con un dispositivo di acquisizione linguistica (LAD), un meccanismo biololgico innato che fornisce le regole generali della grammatica comuni a tutte le lingue. Il processo di approfondimento sociale Il comportamentista B.F. Skinner ha spiegato il processo di acquisizione delle competenze linguistiche nei termini propri del condizionamento operante. La premessa era che lo sviluppo del linguaggio dei bambini è fortemente condizionato dal rinforzo positivo di un linguaggio corretto da parte degli adulti e dal mancato rinforzo o correzione delle verbalizzazioni inappropriate. Gli psicolinguisti più moderni, tuttavia, dubitano che i soli principi del condizionamento operante possano giustificare lo sviluppo di queste competenze. l'apprendimento sociale contribuisce in modo molto importante all'acquisizione del linguaggio e i teorici più moderni danno per scontata l'interazione tra fattori biologici e ambientali. Lo psicologo Jerome Bruner ha proposto il termine sistema di supporto all'acquisizione delle competenze linguistiche (LASS) per rappresentare i fattori dell'ambiente sociale che facilitano l'apprendimento di una lingua. Le tappe di sviluppo 1-3 mesi, distingue i suoni verbali da quelli non verbali 4-6 mesi, cominciano i suoni balbettanti che contengono virtualmente suoni di tutte le lingue 7-11 mesi, i suoni balbettanti si limitano ai soli fonemi che sente nella lingua parlata dagli altri 12 mesi, prime parole riconoscibili 12-18 mesi, il bambino acquisisce maggiore conoscenza del significato delle parole 18-24 mesi, il vocabolario si espande fino a comprendere un numero di parole che va da 50 a 200 2-4 anni, il vocabolario si espande rapidamente a ritmo di diverse centinaia di parole ogni sei mesi. 4-5 anni, il bambino imparato le regole grammaticali basilari per unire nomi, e verbi. Il bilinguismo, ovvero l’uso di due lingue nella vita quotidiana, è comune in tutto il mondo.I bambini bilingui rendono meglio di quelli monolingui nei compiti percettivi che richiedono loro di inibire l’attenzione verso una caratteristica irrilevante di un oggetto e di prestare attenzione a un’altra caratteristica. TEORIE SULLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO (correnti che si sono occupate nello studiare come l’essere umano fa a parlare dal bambino all’adulto) 1.​ TEORIA DEL COMPORTAMENTISMO Studia solo quello che si può vedere cioè il comportamento e il linguaggio viene visto come un comportamento. Il linguaggio è appreso grazie a stimolazioni ambientali. Il bambino è un passivo recettore, impara quel che sente, grazie all’imitazione (grazie anche al condizionamento tramite il rinforzo e le punizioni) ​ Critiche a questa teoria: ​ adulti danno una stimolazione incompleta/scorretta (-> nonostante ciò i bambini parlano comunque bene quindi non si può trattare solo di imitazione) ​ carico mnestico eccessivo (squilibrio; risorse cognitive ridotte in confronto a tutte le stimolazioni provenienti dall’esterno) ​ bambini usano parole nuove, ipercorrettivismi (se non le hanno mai sentite da dove le tirano fuori parole nuove? Com’è possibile se l’apprendimento avviene tramite imitazione?; ipercorrettivismi: quando il bambino sbaglia le parole ma comunque seguono una logica, quella grammaticale Chomsky parla di una grammatica universale alla base dell’apprendimento linguistico comune a tutte le lingue. Si parla di un bambino attivo nella scoperta della propria lingua, guidato dal LAD. Il bambino nasce con un set grammaticale di regole implicite del funzionamento della lingua e man mano che viene esposto al suo contesto linguistico (lo ascolta) estrapola le regole specifiche della sua lingua -> il bambino impara il linguaggio a prescindere dall’adulto/ambiente Ecco perché riesce in tempi ridotti (2/3 anni) a parlare una lingua in maniera fluente (un adulto ci mette più tempo ma il bambino in confronto ha ridotte capacità cognitive perché si stanno ancora formando) -​ usa parole nuove, mai sentite/inesistenti -​ povertà dello stimolo (il bambino riceve una stimolazione linguistica povera e non stimolata ma nonostante ciò parla in maniera più ricca di quello che riceve) universali linguistici: Chomsky parla di questi principi universali comuni a tutte le lingue -> formazione di una grammatica universale (l’esistenza costante di verbi, aggettivi e nomi in tutte le lingue, tutte le lingue ordinate sempre in un certo modo) il LAD (language acquisition device) permette al bambino di percepire i principi grammaticali della propria lingua (sono delle aspettative implicite che il bambino ha e su cui basa la sua acquisizione linguistica) Chomsky quando parlava del LAD non considerava per esso una posizione nel cervello: è una funzione più che una struttura (una specie di pannello di controllo identico per tutti gli esseri umani ma quando nasce un bambino i suoi “tasti” vengono modellati dalla lingua di riferimento che il bambino sta apprendendo) la grammatica universale è una sorta di pannello di controllo che contiene una serie di informazioni “universali” e non modificabili (ad es le parole hanno funzioni diverse (verbi vs sostantivi; le frasi hanno un soggetto)) (ci riferiamo al bambino che va da 0 a 2 anni) I parametri vengono settati in base alla lingua a cui il neonato viene esposto (ad es l’ordine delle parole nelle domande; declinazione dei pronomi) 3.​ TEORIA DELL’INTERAZIONISMO SIMBOLICO E FUNZIONALISMO (introduzione delle componenti sociali nell’acquisizione linguistica, trascurato nelle correnti precedenti) L’attenzione è posta sulla funzione del linguaggio e sulla sua interazione simbolica Il linguaggio è un’abilità legata allo sviluppo del sistema cognitivo generale (il linguaggio serve per comunicare) Piaget spiega che il linguaggio emerge come manifestazione della capacità rappresentazionale e segna l’inizio dello stadio preoperatorio (finché il bambino non è in grado di staccare in mondo fisico/reale da quello mentale non riuscirà ad usare simboli linguistici funzione sociale Il bambino comunica prima di saper parlare (ad es piangere) Il linguaggio si sviluppa a partire dal gesto comunicativo (lo usa come se fosse una parola) (poi con l’acquisizione del linguaggio sposta su di esso la sua comunicazione, sviluppa una forma più raffinata di comunicazione umana) -> continuità nello sviluppo Un teorico particolarmente rilevante in questo contesto è Bruner che parla in maniera provocatoria di un modulo di supporto al sistema di linguaggio: LASS Spiega che il contesto sociale è fondamentale per lo sviluppo del linguaggio -> LASS (language acquisition support system) supporta l’acquisizione del linguaggio: consiste nelle relazioni sociali, scambio comunicativo precoce. Permette l’attivazione del LAD Format: copioni (traccia sempre uguale e costante di interazione sociale) o sequenze di interazioni sociali strutturate e ripetute col care-giver (permette di sviluppare al bambino organizzazione, struttura e ripetitività presenti poi anche nel linguaggio) (ad es la messa a letto o il momento della pappa, momenti accompagnati dalla struttura narrativa che descrivono la sequenza di azioni sempre uguali messe in atto dal care-giver -> aiutano ad estrapolare ed estrarre il significato il senso) La ritualizzazione permette la costruzione di significati, intenzioni, turni e regole che anticipano il linguaggio CAPITOLO 10 Il pensiero può apparire come un linguaggio interno della mente. Un certo tipo di pensiero prende la forma di frasi verbali che diciamo o sentiamo nella nostra mente. Abbiamo tre tipi di pensiero che concorrono alla nostra capacità di ragionare: -​ pensiero proposizionale: prende la forma di frasi verbali che diciamo nella nostra mente -​ pensiero per immagini, consiste nelle immagini che possiamo vedere, ascoltare o percepire nella nostra mente. -​ il pensiero motorio, si riferisce alla rappresentazione mentale di movimenti motori come, per esempio, il lancio di un oggetto. Possiamo concepire però il pensiero come estensione della percezione: la creazione di rappresentazioni mentali che non sono nel nostro ambiente immediato. Alla base di questa definizione troviamo il concetto di rappresentazione mentale, ovvero il modo in cui la nostra mente riproduce il mondo esterno. Le rappresentazioni mentali sono simboliche. Concetti e proposizioni Gran parte del nostro pensiero prende la forma di proposizioni, ossia dichiarazioni che esprimono idee. Tutte le proposizioni sono formate da concetti combinati in modo particolare. I concetti sono unità basilari della memoria semantica, categorie mentali nelle quali collochiamo oggetti, attività, astrazioni. Secondo Eleanor Rosch, molti concetti sono definiti da prototipi, ossia gli elementi più tipici e familiari appartenenti a una categoria o classe. Immagini mentali Un’immagine mentale è la rappresentazione analogica di uno stimolo che ha origine all’interno del cervello e non deriva da un input sensoriale esterno. Psicologia del pensiero Lo studio del pensiero umano va oltre il problema delle rappresentazioni mentali. Ci sono quattro ambiti di ricerca, che rappresentano aspetti del pensiero che si sovrappongono e si influenzano nel determinare i processi del pensiero: 1.​ Soluzioni di problemi 2.​ Ragionamento 3.​ Pressa di decisione 4.​ Natura della conoscenza La risoluzione dei problemi avviene tipicamente in quattro fasi. Il successo nel risolvere il problema è determinato da quanto bene viene eseguita ciascuna frase. A.​ Inquadrare il problema B.​ Generare soluzioni C.​ Verificare le soluzioni D.​ Valutare i risultati Nel risolvere i problemi, spesso le persone imparano a utilizzare scoricatoie che si applicano a situazioni specifiche. Gli schemi di risoluzione dei problemi sono come piantine mentali. Gli algoritmi e le euristiche sono due importanti stategie di risoluzione dei problemi. -​ Gli algoritmi sono formule, o procedure, che generano automaticamente le soluzioni corrette. -​ Le euristiche comprendono le strategie generali per risolvere i problemi che applichiamo a determinate classi di situazioni. Nell’analisi mezzi-fini noi identifichiamo le differenze fra la situazione attuale e lo stato desiderato, o obiettivo, e poi apportiamo i cambiamenti che ridurranno tali differenze. Invece approccio diverso, detto analisi dei sotto-obiettivi, ovvero formulare sotto-obiettivi, o fasi intermedie, verso una soluzione. La cosa migliore che possiamo fare per verificare le nostre idee è cercare le prove che le smentiscono e non quelle che le supportano. Le persone tendono a cadere nella trappola della distorsione della conferma ossia tendono a cercare le prove che confermano quello in cui credono anziché cercare quelle che lo smentiscono. L’eccessiva sicurezza, ovvero la tendenza a sovrastimare la correttezza della propria conoscenza dei fatti, è un altro motivo per cui le persone non mettono in dubbio le proprie convinzioni. Il ragionamento Una delle caratteristiche del pensiero intelligente è la capacità di ragionare, ovvero di costruire rappresentazioni mentali affidabili dell’ambiente. -​ ragionamento deduttivo: da principi generali per giungere a conclusioni specifiche (La distorsione da credenza (il bilief bias, in inglese) è la tendenza ad abbandonare le regole della logica in favore delle nostre credenze personali) -​ Ragionamento induttivo: cominciando da fatti specifici per sviluppare un principio generale. Euristiche e bias ( Kahneman e Tversky) le euristiche sono alla base di gran parte delle nostre decisioni induttive ma il loro impiego può portare a errori sistematici di ragionamento (bias). ​ Utilizziamo l’euristica della rappresentatività per stimare quanto qualcosa o qualcuno si adegua al nostro prototipo di un concetto o di una classe particolare, quindi quanto sia probabile che appartenga a quella classe. ​ La fallacia della congiunzione è un errore di ragionamento che consiste nel violare il principio secondo cui la combinazione di due eventi non può essere più probabile di ciascun evento preso a sé. ​ l’euristica della disponibilità, che ci porta a fondare i nostri giudizi e decisioni sulla facilitrà nel recuperare informazioni disponibili nella nostra memoria. Tendiamo a ricordare quegli eventi che per noi sono più importanti e significativi. Ragionamento casuale Capacità di cogliere i nessi causali tra gli eventi. L’affermazione del conseguente è l’errore logico in cui dall’affermazione di un effetto si evince la causa. Questo ragionamento si presenta in: -​ ragionamento predittivo= ragionare avanti cioè dalle cause agli effetti -​ Ragionamento diagnostico = ragionare all’indietro cioè risalire dagli effetti alle cause Teoria del doppio processo Fenomeni come la distorsione da credenza e la fallacia da congiunzione suggeriscono che le risposte fornite sono influenzate sia dagli aspetti formali del problema sia dalle proprie credenze. => teoria del doppio processo del pensiero secondo cui i nostri ragionamenti sono determinati da due processi distinti: i processi veloci e i processi lenti. -​ I pensieri veloci sono poco impegnativi e automatici, si basano sull’esperienza personale e vengono rafforzati dagli stati affettivi. -​ Al contrario, i pensieri lenti richiedono impegno, sono controllati e si basano sulla manipolazione di simboli Uno schema è una struttura mentale, un modello organizzato di pensiero riguardo a qualche aspetto del mondo. Un altro genere di schema, definito script, è una struttura mentale che riguarda una sequenza di eventi che, in genere, si svolgono in un ordine regolare e quasi standardizzato. La nostra conoscenza ha però dei limiti: ci illudiamo della profondità esplicativa cioè ci illudiamo di sapere come funzionano gli oggetti che ci circondano ma siamo profondamente ignoranti. Per lo psicologo tedesco Paul Baltes e i suoi colleghi, la saggezza rappresenta un repertorio di conoscenze sul significato e il modo di condurre la vita. CAPITOLO 11 L’intelligenza è la capacità di acquisire conoscenza, pensare e ragionare efficacemente per interagire adattivamente con l'ambiente. Contributo di Galton e Binet. Galton Lui è il fondatore di una nuova disciplina da lui denominata «eugenetica». Eugenetica Disciplina che, basandosi su considerazioni genetiche e applicando i metodi di selezione naturale, ha come obiettivo il miglioramento della specie umana. Binet psicologo francese, inventore del primo test di intelligenza utilizzabile, base dell'odierno test QI.Nello sviluppo dei suoi test, Binet partì da due presupposti teorici: le abilità mentali si sviluppano con l'età e il ritmo di acquisizione è proprio dell’individuo e costante nel tempo. Il risultato del test era un punteggio denominato età mentale. Il concetto di età mentale fu successivamente ampliato dallo psicologo tedesco Wilhelm Stern. Il quoziente intellettivo (QI) ideato da Stern era dato dal rapporto tra età mentale ed età cronologica per 100. Il concetto di età mentale funziona bene per i bambini ma non per gli adulti. La natura dell’intelligenza Gli psicologi hanno usato principalmente due approcci per studiare l’intelligenza. L’approccio psicometrico tende a definire la struttura dell’intelletto e scoprire le competenze mentali che stanno alla base della performance ottenuta nei test. L’approccio dei processi cognitivi studia i processi di pensiero che stanno alla base di quelle competenze mentali. 1.Approccio psicometrico La psicometria è lo studio statistico dei test psicologici. L’approccio psicometrico all’intelligenza mira a identificare e a misurare le capacità. L’analisi fattoriale è una tecnica utilizzata per studiare, riassumere e semplificare le relazioni in un insieme di variabili. Spearman arrivò alla conclusione che la performance nei test che valutano le abilità mentali è determinata in parte da un fattore g, o intelligenza generale, e in parte dalle abilità specifiche necessarie per svolgere un determinato compito. Thurston aveva notato che le correlazioni erano tutt’altro che perfette. Si era convinto che la performance mentale degli esseri umano non dipendesse da un solo fattore generale, ma da varie abilità specifiche, che chiamò abilità mentali primarie. 1. Abilità spaziale 2. Comprensione verbale 3. Fluidità verbale 4. Abilità numerica 5. Velocità percettiva 6. Memoria 7.Ragionamento Cattel e Horn Divisione dell’intelligenza in due sottotipi: -​ L’intelligenza cristallizzata (gc) è la capacità di applicare a problemi attuali conoscenze acquisite in precedenza. -​ l’intelligenza fluida (gf), ossia la capacità di affrontare nuovi problemi che non si possono risolvere risolvere in base all’esperienza pregresse. Gli approcci che si basano sui processi cognitivi Quello che non spiegano le teorie psicometriche è perché l’intelligenza varia da una persona all’altra. Le teorie cognitive analizzano le variazioni nel modo in cui le persone recepiscono le informazioni. La teoria triarchica dell’intelligenza identifica tre tipi di intelligenza (analitica, pratica e creativa) e i processi cognitivi, che li supportano. Questi tre processi sono: -​ Le metacomponenti indicano i processi intellettivi necessari per pianificare e regolamentare la performance operativa. Esse includono capacità di problem-solving. -​ Le componenti della performance sono i processi mentali usati effettivamente per svolgere un determinato compito. Includono l’elaborazione percettiva, il recupero di ricordi -​ le componenti di acquisizione delle conoscenze ci permettono di imparare dalle nostre esperienze, di immagazzinare informazioni Mentre i tre tipi di intelligenza sono: -​ analitica: coinvolge le capacità di problem solving di tipo accademico -​ Intelligenza pratica: fa riferimento alle competenze necessarie per affrontare le esigenze della vita quotidiana. -​ Intelligenza creativa: include le capacità mentali necessarie per affrontare adattivamente problemi. Altri tipi di intelligenza Garder ha formulato una teoria delle intelligenze multiple che ha incontrato particolare fortuna. Il numero di intelligenze si è modificato con il progredire del suo lavoro; attualmente distingue otto tipi diversi di abilità adattive. Secondo Mayer e Salovey, l’intelligenza emotiva ha quattro componenti o branche. 1. La percezione delle emozioni si misura in base alla capacità delle persone di giudicare le espressioni emotive 2. L’uso delle emozioni per facilitare il pensiero viene misurato chiedendo di indicare le emozioni che più favorirebbero un certo tipo di pensiero 3. Per misurare la comprensione delle emozioni, si chiede ai soggetti indagati di spiegare le condizioni in cui le loro emozioni si modificano. 4. Infine, la gestione delle emozioni si misura chiedendo di spiegare come si possono modificare le proprie emozioni o quelle altrui per facilitare il successo La misurazione dell’intelligenza Scale Wechsler: valutano competenze verbali e parformance. Generano tre punteggi: QI verbale, QI di perfomance e QI complessivo. Lo Stenberg Triarchic Ability Test (STAT) misura l’intelligenza: analitica, pratica e creativa. Test di livello: misura il livello di conoscenze acquisite fino a quel momento. Test attitudinale: sottopone ai candidati dei problemi originali che dovrebbero prescindere dall’ apprendimento pregresso Affidabilità dei test L’affidabilità fa riferimento alla coerenza della misurazione. -​ affidabilità test-retest, che viene misurata somministrando l’indicatore allo stesso gruppo di partecipanti in due (o più) occasioni separate -​ la coerenza interna, attiene alla congruenza della misurazione all’interno del test -​ l’affidabilità intergiudici fa riferimento alla coerenza della misurazione nel caso in cui diversi valutatori osservino lo stesso evento o attribuiscano un punteggio allo stesso test. Il QI e la performance accademica. I test di intelligenza sono correlati con il L’intelligenza correla lo raggiunto L’elevato QI correla una durata di vita maggiore I punteggi ottenuti dal SAT (Scholastic Aptitude Test) prediconoi i voti universitari Misurare l’intelligenza nelle culture non occidentali o in gruppi diversi Particolari difficoltà si porrebbero a chi si proponesse di misurare l’intelligenza nelle culture non occidentali. Sia i geni che l’ambiente influenzano l’intelligenza, ma non operano quasi mai l’uno indipendentemente dall’altro. L’ambiente può influenzare le modalità di espressione dei geni, fattori genetici possono influenzare gli effetti prodotti dall’ambiente. Ci sono differenze basate sulla classe sociale e differenze tra maschi e femmine. Gli uomini generalmente vanno meglio in compiti che richiedono: competenze spaziali, competenze motorie dirette su un obiettivo e ragionamento matematico. Le donne in media vanno meglio nelle prove di: -velocità percettiva, -capacità verbale, e calcolo matematico. Le abilità cognitive non sono le uniche determinanti mentali della performance ottenuta sugli indicatori intellettivi e accademici. Contano molto anche le convizioni. CAPITOLO 12 La motivazione è un processo che influenza la direzione e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo. Secondo la teoria di Darwin, il nostro comportamento è spinto dall’istinto che è una caratteristica ereditaria comune a tutti i membri di una specie. L’omeostasi → uno stato di equilibrio fisiologico interno che il corpo cerca di mantenere, richiede però un meccanismo sensoriale che rilevi i cambiamenti dell’ambiente interno. Il punto prefissato è il livello prefissato che mantiene l’omeostasi. Le pulsioni sono stati di tensione interna che motivano un organismo a comportarsi in un modo tale da ridurre le tensioni. Di solito abbiamo un’incongruenza cioè ci comportiamo in modo tale da aumentare e non diminuire gli stati di attivazione o le pulsioni. Tra i primi approcci della motivazione troviamo l’impotenza appresa, alla base di cui c’è il rapporto tra comportamento dell’individuo e esiti di quel comportamento. La motivazione ci spinge verso alcune cose e ci allontana da altre. Queste tendenze rifletono attività di due diversi sistemi del cervello: -​ sistema di attivazione comportamentale (BAS): stimolato ad agire da segnali di ricompensa e gratificazione -​ sistema di inibizione comportamentale (BIS): risponde a stimoli che segnalano potenziale dolore o punizione Processi cognitivi -​ incentivi: cioè stimoli ambientali che attirano l’organismo verso un obiettivo -​ teoria aspettativa - valore: il comportamento delle persone è diverso anche se si basano sullo stesso incentivo e questo è determinato da forza dell’aspettativa e valore incentivante ( motivazione= aspettativa x valore incentivante) -​ motivazione intrinseca: eseguire un’attività per il piacere di farla -​ motivazione estrinseca: eseguire un’attività per ottenere una ricompensa esterna Gerarchia dei bisogni (Maslow) Progressione dei bisogni fisiologici che contiene alla base i bisogni fisiologici mentre al vertice i bisogni di crescita sociale, nella quale troviamo l’autorealizzazione cioè necessità di soddisfare il nostro potenziale. Teoria dell’autodeterminazione (Deci e Ryan) Si concentra su tre fondamentali bisogni psicologici: 1.​ competenza cioè padroneggiare nuove sfide per perfezionare le capacità 2.​ autonomia: bisogno di maggiore libertà 3.​ relazioni: creare legami significativi con altri Concetto di reward o ripompensa al quale sono collegati tipi di apprendimento come il condizionamento operante. Le funzioni della ricompensa sono la capacità di far apprendere attraverso il condizionamento classico e il rinforzo. Una delle motivazoni più basilari: la fame Il metabolismo è il tasso di utilizzazione energetica del corpo, ci sono molti meccanismi che tengono il corpo in omeostasi energetica regolando l’assunzione di cibo. Set point: standard determinato biologicamente intorno al quale è regolato il peso corporeo Glucosio:zucchero semplice che funge da carburante immediato Leptina: ormaone abitualmente recreto dalle cellule adipose (importante per il mantenimento di un peso normale). Meccanismi celebrali: -​ nucleo ipotalamico laterale comprende la fame attivata -​ nucleo ventromediale dell’ipotalamo comprende la fame disattivata -​ nucelo paraventricolare neuroni che stimolano o riducono l’appetito Aspetti psicologici della fame Stimoli associati al cibo possono creare la fame anche se non siamo affamati come le norme culturali che influenzano quello che mangiamo. → obesità: rischio per chi ne soffre ma l’indice di massa corporea delle persone obese varia da un paese all’altro. L’ereditarietà influenza il metabolismo basale di una persona e la tendenza ad immagazzinare energia sottoforma di grasso o di tessuto magro. → disturbo alimentare (cause: norme culturali sulla magrezza): -​ anoressia nervosa cioè intensa paura di essere grassi -​ bulimia nervosa: paura di ingrassare, chi ne soffre mangia in modo incontrollato Il significato psicologico del sesso dipende dai contesti culturali, si parla di pornografia come legame ambiguo tra essa e la violenza sessuale, e si parla di mito dello stupro correlato a questo. Motivazione sociale→ Ci affiliamo ad altri per il nostro bisogno di appartenenza Bisogno di realizzazione→ desiderio positivo di riuscire in un compito McClelland e Atkinson hanno proposto che il comportamento per realizzarsi derivi da una motivazione positiva per il successo e una negativa quella di evitare di fallire. Per comprendere la motivazione del successo ci si basa: a.​ sulla teoria del conseguimento dell’obiettivo: si concentra sul modo in cui il successo viene definito sia dal singolo che dalla situazione stessa. La teoria si concentra su orientamento dell’ego per rendere meglio di altri e sul clima motivazione che incoraggia il raggiungimento dello scopo. b.​ sull’esame degli obiettivi che le persone cercano di conseguire come: -​ obiettivi della padronanza di un compito -​ obiettivi basati sull’ego che riflettono la competizione -​ obiettivi di evitamento della padronanza che riflettono la paura di non essere all’altezza -​ obiettivi di evitamenteo dell’ego che tentano di evitare di fare peggio degli altri Questi quattro obiettivi sono in una struttura chiamata teoria del conseguimento degli obiettivi. La motivazione per il successo è influenzata da genitori, insegnanti ma anche dalla cultura (quelle individualistiche tendono a sottolineare i successi personali mentre quelle collettivistiche hanno il desiderio più forte di essere accettati nella famiglia e nel gruppo). Conflitto motivazionale -​ approccio-approccio: quando ci troviamo di fronte a due buone alternative e scegliere una vuol dire rinunciare all’altra -​ evitamento-evitamento: dobbiamo scegliere tra due alternative indesiderabili -​ approccio-evitamento cioè essere insieme attratti e respinti dallo stesso obiettivo. CAPITOLO 13 L’emozione è uno stato o un vissuto personale che comporta un quadro di reazioni fisiologiche, comportamentali e cognitive agli eventi. A tale proposito, Richard Lazarus, teorico delle emozioni, ritiene che motivazione ed emozione siano sempre collegate, perché abbiamo reazioni emotive solo quando le nostre motivazioni e i nostri obiettivi vengono gratificati, minacciati o frustrati. Potremmo riassumere e schematizzare la regolazione del nostro mondo affettivo in tre componenti fondamentali: -​ sistema di allerta, automatico e veloce e ci consente di rispondere in maniera immediata e spesso inconsapevole a una situazione di minaccia. Il rovescio della medaglia di un sistema così efficiente e spesso automatico è che, per mille motivi, se subisce uno squilibrio, allora possiamo avere situazioni psicopatologiche di stress o sviluppare dei disturbi d’ansia. -​ sistema di ricompensa Abbiamo detto che agiamo per raggiungere uno scopo, obiettivi dai più semplici ai più complessi, quali, per esempio, realizzare un progetto, avere dei successi ecc. Questo sistema della motivazione è legato alla ricerca di gratificazione, che ci produce gioia e senso di benessere. Se questo sistema è in equilibrio, agiamo in modo da ottenere un reward (ricompensa). -​ Sistema affettivo ci rende felici nel provare affetto o amore o attaccamento per qualcuno. Questo sistema libera ossitocina che ci stimola un comportamento prosociale e un senso di appagamento e felicità. Deriva in parte dalle prime esperienze che viviamo appena nati, con le prime figure di attaccamento, e poi continua a svilupparsi durante la nostra vita e nell’esperienza di affetto verso se stessi e verso gli altri. Problematiche di attaccamento e affettive portano a delle risposte di malfunzionamento emotivo e in generale di disregolazione emotiva e sociale. Molte di queste problematiche legate agli affetti sono responsabili dello sviluppo di psicopatologie. Tipi di attaccamento sono sicuro e insicuro Le funzioni principali di un’emozione sono tre: 1.​ adattiva, La funziona adattiva ci permette di trovare e impiegare energia sufficiente per avvicinarci o allontanarci dal nostro obiettivo. 2.​ sociale La funzione sociale: un’emozione comunica il nostro stato affettivo o d’animo 3.​ motivazionale la relazione che si crea tra la motivazione e l’emozione è bidirezionale, perché si nutrono in modo costante e reciproco. Da una parte, il comportamento motivato produce una reazione emotiva positiva; dall’altra, le emozioni sono il combustibile della motivazione. Quando gli psicologi usano il termine “emozione”, si riferiscono alle risposte elicitate da uno stimolo, relativamente brevi e spesso molto intense (gioia, rabbia, tristezza); Il termine umore viene utilizzato in riferimento a stati meno intensi e più stabili. Ekman ha sostenuto che le emozioni di base sono sei o sette, altri affermano che sono di più: Plurchick ne suggerisce otto e Izard fino a dieci. Il punto di vista alternativo è l’approccio dimensionale, nel quale le emozioni non sono considerate separatamente e non derivano da sistemi neurali unici e indipendenti, ma da attività collocate in due diverse dimensioni: attivazione e valenza. Questa nozione viene espressa nel modello circonflesso. La valenza varia dal piacere al disgusto e l’attivazione da attivata a disattivata; il principio è che tutte le emozioni si collochino in qualche punto di attivazione all’interno di queste dimensioni. Gli stati emotivi condividono quattro caratteristiche comuni: 1.​ Emozioni scatenate da stimoli elicitanti (Gli stimoli elicitanti scatena valutazioni cognitive e risposte emotive e possono essere interni o esterni. I fattori biologici innati ci aiutano a determinare quali stimoli hanno il maggiore potenziale di risvegliare emozioni) 2.​ Le reazioni emotive derivano da valutazioni che facciamo degli stimoli 3.​ Il corpo risponde fisiologicamente alle nostre valutazioni 4.​ Le emozioni comprendono tendenze comportamentali La componente cognitiva Le cognizioni (pensieri, immagini, ricordi, interpretazioni) sono coinvolte in ogni aspetto delle emozioni. I processi mentali possono evocare risposte emotive e influenzano il modo in cui agiamo e le esprimiamo. Le valutazioni cognitive sono le interpretazioni ed i significati che attribuiamo agli stimoli sensoriali. Possono essere: consce o inconsce. Influenzano il modo in cui esprimiamo le nostre emozioni. Le valutazioni che scatenano emozioni di base sono influenzate e connesse al background culturale. Le differenze culturali determinano diverse valutazioni e risposte allo stesso stimolo. La rabbia è un’emozione molto comune nelle culture occidentali. La componente fisiologica Le emozioni coinvolgono importanti interazioni fra diverse aree del cervello. La Corteccia ha molti collegamenti con le strutture del Sistema Limbico soprattutto con Amigdala e Ipotalamo. La valutazione Cognitiva coinvolge la Corteccia cerebrale. La corteccia Prefrontale, che si trova immediatamente dietro la fronte, regola le Emozioni. quando il talamo (il centro di elaborazione sensoriale del cervello) riceve un input dai sensi, può inviare messaggi attraverso due vie neurali: una “via alta” che sale fino alla corteccia e una “via bassa” che conduce direttamente all’amigdala. La strada bassa permette all’amigdala di ricevere direttamente l’input dai sensi e generare reazioni emotive prima ancora che la corteccia cerebrale abbia avuto il tempo di interpretare appieno che cosa stia provocando la reazione. La via alta provoca l’attivazione dell’emisfero destro: legata all’origine di emozioni negativa e l’attivazione dell’emisfero sinistro: legata a emozioni positive. CORRELATI NEUROANATOMICI (dove sono situate le emozioni nel cervello) C’è da tener presente che le emozioni sono un fenomeno complesso molto vasto => anche a livello cerebrale ricopre diverse aree Quindi le emozioni nascono dall’interazione tra diverse aree del cervello, sia regioni sottocorticali (ipotalamo, amigdala) che corticali Tra i modelli sviluppati per studiare la posizione anatomica delle emozioni, il modello a 2 vie è una proposta di modello abbastanza riconosciuta secondo cui l’esperienza emotiva passa attraverso 2 strade: una via bassa e una alta Modello a 2 vie: il talamo riceve le informazioni sensoriali e può inviare messaggi attraverso 2 vie neurali indipendenti: ​ Via bassa: conduce direttamente all’amigdala. Chiamata così perché per il fatto che rimane nella zona sottocorticale. Permette all’amigdala di ricevere direttamente l’input dai sensi. Permette di generare reazioni emotive prima ancora che la corteccia cerebrale abbia avuto il tempo di interpretare lo stimolo favorendo la reazione rapida -> quindi ci permette di dare risposte rapide e automatiche (impulso) (le emozioni tipiche di questa via sono la rabbia e la paura) ​ Via alta: parte sempre dal talamo ma sale fino a raggiungere diverse aree della corteccia. È responsabile dei processi di valutazione cognitiva e della regolazione emotiva. Implica la componente di ragionamento cognitivo, per questo interviene leggermente dopo, ed è legata alle aree frontali che si occupano della regolazione emotiva Integrando questo modello con il carattere della multicomponenzialità delle emozioni, a seguito dell’evento, esso per essere letto e tradotto in risposta emotiva segue queste due vie La componente comportamentale Comportamenti espressivi: manifestazioni emotive osservabili di una persona. Tali manifestazioni possono essere comprese e suscitare in noi risposte simili grazie all’empatia. Da dove derivano le espressioni delle emozioni? Nel suo classico libro “l’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali”, Charles Darwin affermava che l’espressione delle emozioni è un prodotto dell’evoluzione e contribuisce alla sopravvivenza della specie. Izard; Plutchik: valore adattivo delle emozioni. Esiste un set di risposte emotive fondamentali, o reazioni emotive innate. L’uomo, a differenza degli altri animali, possiede una muscolatura facciale ben sviluppata, grazie alla quale riesce a produrre un numero elevato di espressioni. Il FACS, Facial Action Coding System, ha consentito di studiare con precisione le espressioni del volto. Comportamento i strumentali: azioni conseguenti alle risposte emotive per raggiungere un obiettivo rilevante per le emozioni. Le teorie fisiologiche delle emozioni Negli anni 1884-1885, William James e uno psicologo danese, Carl Lange. teoria di James e Lange (o teoria somatica):Secondo questa teoria sono le reazioni del nostro corpo a determinare l’emozione che proviamo. Walter Cannon: Cannon mise in evidenza che gli organi viscerali sono strutture relativamente insensibili, scarsamente fornite di nervi. Per questo motivo, le modificazioni viscerali son più lente delle modificazioni degli stati emotivi. La teoria di Cannon-Bard (Bard suo collega) proponeva che l’esperienza soggettiva dell’emozione e l’attivazione fisiologica non fossero una la causa dell’altra, bensì risposte indipendenti a una situazione che provoca emozione. Quando ci troviamo in unza situazione di questo tipo, le informazioni sensoriali vengono inviate al talamo che, simultaneamente, invia messaggi alla corteccia cerebrale e agli organi interni del corpo. La felicità La felicità, o la sua definizione più tecnica di benessere soggettivo, si può definire come l’insieme delle risposte emotive soggettive delle persone e il grado di soddisfazione per i vari aspetti della loro vita.Tuttavia si pensa che ci siano altri fattori che debbano essere presi in considerazione e che influenzino positivamente il soggetto nel cercare di dare un senso alla vita. Tra questi abbiamo: il contesto ambientale e la religiosità. In conclusione, anche se ancora non si è stabilito un nesso di casualità tra la felicità e i vari fattori finora indagati, si pensa che aiutare gli altri conferisca senso e significato all’esistenza. Confronto verso il basso: ci consideriamo in posizione migliore rispetto alla media, la nostra soddisfazione aumenta. Confronto verso l’alto: ci consideriamo in posizione peggiore rispetto alla media, ci provoca insoddisfazione. Il cervello emotivo è l’insieme delle aree neurali, corticali e sottocorticali coinvolte nelle emozioni. Una delle strutture cerebrali fondamentali che ci consentono una rapida valutazione dei segnali emotivi è l’amigdala. Si tratta di una piccola struttura situata nel lobo temporale mediale adiacente alla porzione anteriore dell’ippocampo. L’amigdala ha un ruolo fondamentale nell’elaborazione delle emozioni. Il solco temporale superiore è una struttura coinvolta nel riconoscimento delle espressioni facciali e della direzione dello sguardo. L’insula è una struttura che controlla le sensazioni viscerali e di dolore, coinvolta anche nelle dipendenze e nell’emotività sociale. Il principio edonico (o di piacere) è una teoria secondo la quale le persone sono motivate a provare piacere e a evitare il dolore. Il nucleus accumbens è una struttura che riceve connessioni che rilasciano dopamina, responsabile della sensazione di piacere. La corteccia anteriore del cingolo (ACC) è una struttura coinvolta nella valutazione degli stimoli, nel monitoraggio del comportamento e nel rilevamento di pericoli e problemi a cui vengono date risposte inadeguate. La corteccia orbifrontale (OFC) è una struttura con la funzione primaria di valutare gli stimoli, stimando il piacere che possono procurare. Il marcatore somatico è una sensazione fisiologica di una risposta emotiva, che indirizza il ragionamento sull’esito a cui può portare una scelta. CLASSIFICAZIONE DELLE EMOZIONI Storicamente ci sono stati 2 approcci dello studio e classificazione delle emozioni: 1.​ APPROCCIO DIMENSIONALE Secondo cui ha più senso studiare e classificare le emozioni sulla base di un modello che si fonda su più dimensioni. Un modello che rispecchia questo ragionamento è il MODELLO CIRCONFLESSO: tutte le emozioni sono descrivibili in base alla loro collocazione su 2 dimensioni: -​ Attivazione/disattivazione -​ Piacevole/spiacevole Le emozioni qui sono rappresentate in un grafico su un piano cartesiano dove le emozioni si possono verificare tra un intervallo di spazio di attivazione/disattivazione e un altro intervallo che va tra piacevole e spiacevole -> questo ci fa notare che ci sono dei punti di contatto tra le emozioni (ad es l’essere annoiato e rilassato sono alla stessa altezza più o meno, allo stesso livello di disattivazione, la differenza la fa la piacevolezza e spiacevolezza)

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