Psicologia Generale 2 Esame - Stress e Reazioni Psicofisiche PDF

Summary

Questo documento riassume i concetti di stress e reazioni psicofisiche in psicologia generale. Analizza le diverse fonti di stress, come eventi traumatici, incontrollabili, e conflitti interni, descrivendo le fasi e le conseguenze di risposta allo stress, come l'attivazione dell'asse HPA e la risposta di attacco o fuga. Si discute inoltre del ruolo del controllo percepito e dei fattori di stress cronici, con riferimento alle malattie fisiche associate allo stress.

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PSICOLOGIA GENERALE 2 ESONERO STRESS E REAZIONI PSICOFISIOLOGICHE Lo stress e una reazione fisiologica che le persone sperimentano quando devono fronteggiare situazioni che minacciano il loro benessere fisico o psicologico. Esso e di fatto una disponibilita maggiore di energia del nostro organismo,...

PSICOLOGIA GENERALE 2 ESONERO STRESS E REAZIONI PSICOFISIOLOGICHE Lo stress e una reazione fisiologica che le persone sperimentano quando devono fronteggiare situazioni che minacciano il loro benessere fisico o psicologico. Esso e di fatto una disponibilita maggiore di energia del nostro organismo, dovuta alla nostra reazione che ci consente di affrontare una certa situazione. E utile a livello evolutivo perche prepara la persona all’evento del pericolo Possibili situazioni stressanti: - eventi traumatici (uno dei piu intensi e il divorzio) apprendimento di - eventi incontrollabili impotenza indotto - eventi imprevedibili (nel condizionamento, per esempio, abbiamo visto come un evento imprevedibile possa Steinner causare conseguenze negative; quando, nell’esperimento di Pavlov, il cane nella gabbia elettrificata sapeva prevedere l’arrivo della scossa elettrica era relativamente calmo), infatti l’aspettativa che si possa mantenere il controllo su quello che sta accadendo e associata all’efficacia nel fronteggiare lo stress - conflitti interni (quindi non necessariamente deve esserci un qualcosa proveniente dall’esterno) - frustrazione, ovvero non riuscire a raggiungere un determinato risultato nonostante gli sforzi - cambiamenti nella propria vita - situazioni legate a particolari ambienti (affollamento, inquinamento…) e relazioni sociali (discriminazione…). Holmes e Rahe suggerirono che i cambiamenti di vita causano stress e l’aumento di stress causa malattie. Per indagare la loro ipotesi chiesero a delle persone di indicare quanto fosse difficile o stressante adattarsi a diversi eventi della vita. Hanno creato un elenco di questi eventi, assegnando un punteggio a ciascuno in base al livello di stress che comporta. Hanno poi scoperto che, sommando questi punteggi per una persona, si poteva prevedere la possibilita che questa si ammalasse. C’e una versione di questa lista che include gli eventi di vita stressanti per gli studenti universitari (CUSS, college undergraduate stress scale). In queste liste sono inclusi anche gli eventi positivi, non solo quelli negativi. Questo perche nonostante spesso la felicita riesce a neutralizzare gli effetti degli eventi negativi, a volte richiedono una preparazione (ad es. matrimonio) che le persone possono trovare stressante. FATTORI DI STRESS CRONICI sono fonti di stress che avvengono continuamente o ripetutamente che persistono nel tempo e che causano problemi psicologici e fisici. Molti di questi sono collegati alle relazioni sociali (ad esempio venire escluso, essere etichettato). Possono essere anche legati a particolari ambienti come in una citta traffico, rumore o in un’area rurale mancanza di servizi. (da qui nasce la psicologia ambientale che studia gli effetti dell’ambiente sul comportamento e la salute). Anche la discriminazione puo essere una causa. CONTROLLO PERCEPITO SUGLI EVENTI STRESSANTI I fattori di stress sfidano l’individuo a fare qualcosa, a mettere in atto delle azioni per eliminare o sconfiggere la fonte di stress. Gli eventi sono piu stressanti quando non c’e niente che l’individuo possa fare. La sensazione di poter controllare cio che accade intorno a noi aiuta a gestire lo stress in modo piu efficace. Glass e Singer (1972) hanno studiato come il controllo percepito influisca sulla capacità di gestire lo stress. Hanno scoperto che il rumore riduceva le prestazioni delle persone nei compiti, ma solo se queste non avevano la possibilità di controllarlo. Ai partecipanti che potevano interrompere il rumore con un pulsante (anche se non lo usavano), il senso di controllo li proteggeva dagli effetti negativi del rumore. Studi successivi hanno confermato che la mancanza di controllo percepito è una fonte di stress, come nel caso dell’affollamento, che diventa più tollerabile quando si sa di poter lasciare l’ambiente. Le reazioni allo stress: come si manifestano L’11 settembre 2001 ha rappresentato un evento traumatico con un impatto significativo e duraturo sul benessere fisico e psicologico delle persone. Gli attacchi terroristici hanno causato un forte stress a livello individuale e collettivo. - Effetti sul cervello: Le persone che vivevano vicino al World Trade Center mostrarono una riduzione della materia grigia in aree cerebrali cruciali per emozioni, memoria e decisioni, come l’amigdala e l’ippocampo - Effetti sui bambini: I bambini che guardarono i reportage degli eventi manifestarono maggiori sintomi di stress post-traumatico - Effetti sul cuore: Le persone con forti risposte di stress acuto durante l’attacco ebbero un aumento del 53% del rischio di problemi cardiaci nei tre anni successivi Reazioni fisiche - ansia: essere in continua agitazione - rabbia e aggressivita: rispondere ad eventi stressanti con ostilita ha probabilita di sviluppare effetti negativi sul sistema cardiovascolare. Personalita di tipo A: avere una tendenza verso l’ostilita, l’impazienza il senso d’urgenza e una forte competitivita verso gli obiettivi professionali. - apatia e depressione (es. esperimento del cane di Pavlov) - deterioramento cognitivo: situazione di confusione tale per cui la persona appare disorientata al punto di essere incapace di mettere in atto delle azioni efficaci per fronteggiare la situazione (non permanente conseguente : - invecchiamento - deficit del sistema immunitario Psiconeuroimmunologia: studio di come il sistema immunitario risponde alle variabili psicologiche, quali la presenza dei fattori di stress - effetti negativi sul sistema cardiovascolare La risposta di attacco e fuga (fight or flight) e una reazione emozionale che aumenta la prontezza all’azione (Cannon 1929). Sotto stress il corpo si prepara ad affrontare in modo automatico una situazione di pericolo, preparandosi a fuggire oppure a reagire. In entrambi i casi e probabile che il proprio corpo abbia bisogno di forza muscolare - cio che rende piu efficienti i nostri muscoli e il glucosio che viene portato ad essi - cio che rende disponibile maggiore quantita ai muscoli e un maggior afflusso sanguigno - cio che rende possibile un maggior afflusso sanguigno e un maggior battito cardiaco - cio che rende possibile un maggior battito cardiaco e maggior ossigeno Quindi un evento stressante innesca reazioni metaboliche fisiologiche nel nostro organismo senza che noi ne abbiamo consapevolezza (aumento battito cardiaco, respirazione…). Questo e di per se positivo e adattativo, in quanto e bene che in una situazione vissuta come potenzialmente pericolosa noi abbiamo la possibilita di mettere in atto tutta una serie di risposte fisiologiche (ad esempio, aumento del battito cardiaco, frequenza respiratoria). Cio che poi a lungo termine e negativo e disadattivo e il protrarsi di questa situazione stressante nel tempo: puo portare a malattie croniche al cuore e deficit del sistema immunitario. Fattori di stress cronici→ fonti di stress che avvengono continuamente o ripetutamente Stress e Malattie infettive E risaputo che in situazione di stress e piu facile ammalarsi, effettivamente lo stress provoca una riduzione del funzionamento del sistema immunitario e quindi rende piu probabile l’insorgenza di malattie. Il grafico mostra infatti la percentuale di soggetti con il raffreddore, in funzione dell’indice di stress psicologico. Esistono dei questionari in grado di misurare lo stress, valutare quanto un soggetto si senta stressato e quindi di quantificare l’impatto che certi eventi stressanti hanno sull’individuo. Utilizzando questi metodi, alcuni studi mettono in evidenza la relazione che c’e tra l’indice di stress psicologico percepito dai soggetti e la percentuale di soggetti che hanno il raffreddore. CHolmesee) Questo grafico mostra una correlazione positiva. Esistono anche studi che mettono in relazione il livello di stress con l’incidenza La e dei tumori. Risposta allo stress mediata dal sistema ipotalamo-ipofisi- surrene (ASSE HPA). che rilascia L’attivazione cerebrale in risposta ad una minaccia avviene nell’ipotalamo CHR che stimolando l’ipofisi fa avvenire il rilascio di ACTH (acetilcolina), un ormone che attiva una serie di risposte a cascata, tra cui la ghiandola surrenale (cortisolo e catecolamine) arrivando fino ai reni. Il cortisolo e un ormone che aumenta la concentrazione del glucosio nel sangue, per dare “combustibile” ai muscoli. C’e quindi una reazione a catena a livello del sistema nervoso centrale, che rilascia cortisolo. catecolamine = - supportano risposta sistema neroso simpatico Un’attivita prolungata a livello fisiologico puo interferire con altri aspetti del funzionamento del sistema nervoso. L ’attivazione di questo sistema provoca: & - aumento frequenza cardiaca - alterazione della termoregolazione della sudorazione - inibizione della digestione e della secrezione di insulina - stimolazione rispetto alla produzione di adrenalina (sostanza eccitante) A livello endocrino la reazione allo stress provoca l’attivazione dell’asse HPA, le ghiandole surrenali vengono stimolate per rilasciare degli ormoni tra cui le catecolamine (epinefrina e norepinefrina) adrenalina e noradrenalina A livello nervoso la reazione allo stress provoca l’attivazione del sistema nervoso simpatico e una diminuzione di attivazione del sistema parasimpatico. Le ghiandole surrenali rilasciano anche il cortisolo, un ormone che aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue. (lucocorticoide) Questi meccanismi mettono in atto il sistema di maggiore disponibilita a livello sanguigno, di ossigeno, di glucosio e questi cambiamenti aiutano l’organismo a sostenere un’attivita prolungata a spese di una ridotta attivita del sistema nervoso. Sindrome Generale di adattamento (GAS, general adaptation system), Hans Selye (anni ‘30) Consiste in una risposta fisiologica allo stress caratterizzata da tre stadi che compare a prescindere dalla fonte di stress. La GAS e non-specifica, cioe la risposta non varia, non importa quale sia la fonte di stress ripetuta. Tre fasi: 1. fase di allarme: richiede molte energie, il corpo mobilita le sue risorse per rispondere alla minaccia. La fase di allarme equivale alla risposta di attacco o fuga di Cannon 2. fase di resistenza: in cui il corpo prova a fronteggiare fattori di stress, si adatta allo stato di attivazione e si assoggetta ad esso, bloccando tutti i processi inutili in quel momento, come la digestione, la crescita, gli istinti sessuali, mestruazioni, produzione di testosterone e spermatozoi. 3. fase di esaurimento, se la GAS continua per un lungo periodo: in cui la resistenza del fisico collassa ed esso diventa quindi suscettibile a infezioni, tumori, invecchiamento o morte di alcuni organi. Stress e invecchiamento Lo stress accelera in modo significativo il processo di invecchiamento. Come? - nel nostro corpo le cellule si dividono continuamente e i cromosomi vengono ripetutamente copiati, in modo da trasmettere le informazioni genetiche a nuove cellule. Questo processo e facilitato dai telomeri: - le parti finali dei cromosomi sono definite telomeri che impediscono la fusione dei cromosomi e ogni volta che una cellula si divide essi diventano sempre piu corti e se diventano troppo corti le cellule non possono piu dividersi, producendo così invecchiamento e morte cellulare. Esiste pero un enzima, la telomerasi, che ha il compito di ricostruire i telomeri (non del tutto) - gli eventi stressanti giocano un ruolo importante in questo processo. Le persone esposte a stress cronico hanno telomeri piu corti e le telomerasi meno attive, in quanto studi di laboratorio suggeriscono che il cortisolo possa diminuire l’attivita delle telomerasi, producendo a sua volta un accorciamento dei telomeri. Attivita come esercizio fisico possono aiutare a diminuire lo stress cronico. Lo stress cronico ha effetti sul sistema immunitario (sistema delle risposte complesse che protegge il corpo da batteri, virus e altre sostanze estranee) perche si producono ormoni che invadono il sistema, rendendolo meno abile nel combattere gli invasori. Comprende i leucociti (producono anticorpi che combattono le infezioni), i linfociti. Lo stress ha effetti sulla salute cardiovascolare: la pressione sanguigna aumenta e tende a rimanere d sotto alta, creando un accumulo di placche che portano a probabili malattie cardiovascolari (aterosclerosi: graduale gruppo restringimento delle arterie che avviene a causa di depositi di grasso). Friedman e Rosenman (1974) leucocitiscoprirono il concetto di personalita di Tipo A (comportamento tendente all’ostilita, all’impazienza e al senso di spec urgenza, con forte competitivita rispetto agli obiettivi professionali) che, messa a confronto con quella di Tipo B. nella (comportamento meno competitivo), ha una maggiore probabilita di contrarre malattie cardiache. rispostarecifica Reazioni psicologiche La risposta del corpo allo stress e correlata alle risposte della mente. L’interpretazione dello stress e un processo a due fasi: - VALUTAZIONE PRIMARIA e l’interpretazione di uno stimolo come stressante o meno - VALUTAZIONE SECONDARIA (secondary appraisal) determina se il fattore di stress puo essere gestito o meno, se e possibile avere il controllo su quell’evento. Il corpo risponde diversamente se il fattore di stress e percepito come una minaccia (fattore di stress che si crede di non poter superare) o una sfida (fattore di stress u che si sente di poter controllare). N.B. La minaccia puo essere convertita in sfida e viceversa: reinterpretare l’ansia come un’attivazione che ci permette di performare meglio favorisce l’attivazione positiva. Stress e Burnout L’appraisal è il processo di valutazione cognitiva con cui una persona interpreta un evento, attribuendogli un significato che determina l’emozione provata. Ad esempio, percepire un cane che abbaia come pericoloso genera paura; percepirlo come innocuo no. Lo stress cronico puo condurre a burnout, ovvero uno stato di esaurimento fisico, emotivo e mentale che e la conseguenza di essere stato coinvolto per molto tempo in una situazione emotivamente impegnativa ed e accompagnato da una bassa motivazione e una bassa performance. La sindrome da burnout e un problema particolarmente presente nelle professioni in cui si aiuta il prossimo (insegnanti, dottori, psicologi, poliziotti…). Infatti, tali professionisti possono essere investiti di problemi che coinvolgono la sfera emotiva e riescono ad essere efficienti per un tempo limitato; alla fine molti soccombono nel burnout (distacco, cinismo, senso di inefficacia). Uno dei fattori responsabili che puo provocare burnout consiste nell’usare il proprio lavoro per dare senso alla propria vita. Se le persone definiscono loro stesse solo sulla propria carriera e valutano la loro autostima in base al successo lavorativo, rischiano che non gli resti nulla quando falliscono sul lavoro. La gestione dello stress: come fronteggiarlo GESTIRE LA MENTE Gli eventi stressanti vengono amplificati nella nostra mente. Controllare i propri pensieri non e semplice, ma alcune persone sono piu abili nello scacciare i pensieri negativi. Questo stile per fronteggiare lo stress viene chiamato COPING REPRESSIVO: evitare pensieri, sentimento o situazioni che ricordano un fattore di stress e mantenere un punto di vista artificialmente positivo. Non tutti sono in grado di farlo, anzi alcune persone hanno uno stress maggiore causato dalla preoccupazione di non riuscire ad evitare tali pensieri. A queste persone e consigliato il coping razionale. COPING RAZIONALE: affrontare il fattore di stress e lavorare per superarlo, quindi e opposto al coping repressivo. Ha tre fasi: accettazione (fattore di stress esiste e non puo essere spazzato via), esposizione (intervenendo sullo stress, pensando ad esso e cercandolo), comprensione (trovare un significato allo stress nella propria vita). RICONTESTUALIZZAZIONE: trovare un nuovo modo di pensare allo stress che ne riduca la minaccia. Una tecnica di ricontestualizzazione e il training di inoculazione dello stress (SIT) che aiuta a sviluppare modi positivi per pensare alle situazioni. GESTIRE IL CORPO Lo stress si manifesta spesso attraverso sintomi fisici, quindi tecniche fisiche possono essere utili nel gestirlo. La meditazione e la pratica di contemplazione intenzionale. E una tecnica associata a diverse religioni. Alcune forme di meditazione cercano di liberare la mente dai pensieri, altre richiedono di focalizzarsi sui singoli pensier, altre ancora richiedono di concentrarsi sulla respirazione e sul mantra (om). Sicuramente migliorano il controllo dell'attenzione consapevole. Per esempio, con la mindfulness rimaniamo concentrati sulle nostre esperienze e le accettiamo. Jacobson sviluppo le tecniche di rilassamento per ridurre la tensione rilassando in modo consapevole i muscoli. Veniva chiesto di rilassare specifici muscoli uno alla volta e di immaginare il calore che attraversa il corpo o situazioni rilassanti. Questa attivita conduce a una risposta di rilassamento, una condizione di riduzione di tensione muscolare, attivita corticale, battito cardiaco, ritmo respiratorio e pressione sanguigna. Il biofeedback e l’uso di un dispositivo di monitoraggio esterno per ottenere informazioni su una funzione fisica e possibilmente controllarla. Esso aiuta le persone a controllare le loro funzioni fisiologiche di cui non sono consapevoli; quindi, permette di accedere a feedback visivi o acustici che mostrano i loro livelli di funzioni psicofisiologiche come il battito cardiaco, la respirazione, l’attivita elettrica cerebrale, la temperatura cutanea che non sarebbero in grado di percepire direttamente. Un’altra tecnica e l’esercizio aerobico, quindi che aumenta il battito cardiaco e l’assorbimento di ossigeno per un periodo prolungato. Esso e associato a un benessere psicologico, riducendo lo stress e inducendo felicita. Le ragioni di questi effetti non sono chiare. Forse per l’aumento del corpo di serotonina o di endorfine. Ha anche effetti sulla salute. Le tecniche di rilassamento sono altre pratiche utili al rilassamento muscolare consapevole. Il biofeedback e l’uso esterno di macchinari che ci permettono di monitorare una funzione per provare a controllarla. L’esercizio aerobico e associato al benessere psicologico: riduce lo stress e aumenta la felicita. Cause non chiare, probabilmente collegate ad una maggiore produzione di serotonina. GESTIRE LA SITUAZIONE I modi per gestire una situazione puo includere cercare supporto sociale, cercare forza nella fede o in pratiche spirituali e trovare uno spazio nella propria vita per sorridere. Il supporto sociale: fornisce aiuto attraverso l’interazione con gli altri. Esperienze religiose: un’enorme quantita di ricerche ha esaminato l’associazione tra religiosita (affiliazione con un coinvolgimento nelle pratiche di una religione) e spiritualita (credere nella partecipazione a un potere superiore, non per forza legato ad una religione) ed esiti sulla salute. I benefici della religiosita e della spiritualita sono stati osservati in un’ampia gamma di aree. L’umorismo: c’e un nocciolo di verita nella teoria che sostiene che l’umorismo puo aiutarci a fronteggiare lo stress. Per esempio, l’umorismo puo ridurre la sensibilita al dolore e il disagio. Programmare, fare qualcosa. PSICOLOGIA DELLA MALATTIA Gli effetti psicologici della malattia non sono casuali, ma sono frutto dell'evoluzione poiche aiutano il corpo a risparmiare energia. Ricordiamo che la risposta immunitaria inizia con l’attivazione dei globuli bianchi che “mangiano” i microbi rilasciando citochine. Questa risposta puo essere attivata anche solamente con lo stress. E bene notare che quando una persona e annoiata si focalizza maggiormente su cio che accade nel corpo e nello specifico nei sintomi fisici (es. le persone tossiscono con piu facilita se qualcun altro sta tossendo). Ma le persone che lamentano molti sintomi fisici hanno veramente dei problemi? Usando la fMRI si e vista la comparazione tra livello di dolore dichiarato e area cerebrale colpita, ed effettivamente risultano vere le dichiarazioni. Chi, invece, si lamenta meno sottostima i sintomi (questo pero puo rallentare il processo di cura). La malattia psicosomatica e un’interazione tra mente e corpo che puo produrre malattia. La patologia psicosomatica e data da un insieme di disturbi psicologici nei quali una persona con almeno un sintomo fisico mostra un livello di ansia significativo nei riguardi dei propri sintomi, e dedica eccessivo tempo ed energia a preoccuparsi (disturbi somatoformi = patologie psicosomatiche con focus sul timore di una malattia fisica). Secondo Parson, il cosiddetto “ruolo di malato” viene riconosciuto dalla societa come un insieme di diritti e obblighi legati alla malattia. Questo puo essere inconsciamente simulato, basti pensare ad un bambino che pur di avere vicini i genitori si finge malato a letto, o ancora quando prima di un esame ci sentiamo ammalati e ci convinciamo di poter rimanere a riposo. La simulazione pero puo sfociare in altri disturbi (chi non mangia potrebbe avere un disturbo alimentare), per questo e difficile da diagnosticare e da trattare. PSICOLOGIA DELLA SALUTE La personalita incide sulla salute. La presenza di aspettative positive predice risultati di salute positivi. L’ottimismo, infatti, non va a migliorare direttamente la salute fisica, bensì indirettamente, migliorando la salute psicologica, incide. E provato che anche i piu pessimisti possono essere addestrati all’ottimismo. Resilienza: commitment (senso del dovere), control (capacita di controllo), challenge (accettare le sfide). I comportamenti che promuovono la salute come mangiare sano, fare sesso protetto e smettere di fumare sono conoscenze comuni, eppure la stragrande maggioranza non segue tali conoscenze. Fare cio che e buono per se stessi non e necessariamente facile: implica l’autoregolazione, cioe il controllo volontario su di se. Questo e limitato, quindi per usarlo in modo saggio andrebbero ben valutate le situazioni di reale necessita di tale mezzo Certamente! Proviamo a organizzare le informazioni e chiarire meglio i concetti: PSICO MALHIA 1. Effetti psicologici della malattia e risparmio energetico Gli effetti psicologici della malattia (es. stanchezza, apatia) non sono casuali, ma si pensa abbiano una base evolutiva. Questi sintomi aiutano il corpo a risparmiare energia, indirizzandola verso il sistema immunitario per combattere la malattia. La risposta immunitaria inizia con l’attivazione dei globuli bianchi (fagociti), che rilasciano citochine, molecole che scatenano l’infiammazione e producono i sintomi della malattia (es. febbre, dolore). Tuttavia, anche lo stress può attivare questa risposta, simulando gli effetti della malattia e influendo sul corpo come se fosse effettivamente malato. 2. Attenzione ai sintomi e suggestione Quando siamo annoiati o non distratti, tendiamo a focalizzarci di più sui segnali provenienti dal corpo (es. piccoli fastidi o sintomi fisici). Un esempio è la tosse sociale: sentire o vedere qualcuno tossire ci rende più consapevoli della nostra gola e può farci tossire, anche senza una reale necessità. Le persone che riportano molti sintomi fisici non stanno simulando: studi con tecniche come la fMRI (risonanza magnetica funzionale) hanno dimostrato che il livello di dolore dichiarato corrisponde all’attivazione delle aree cerebrali legate al dolore. Chi si lamenta meno, invece, può sottovalutare i sintomi, ma ciò può essere rischioso perché rallenta la diagnosi e il trattamento. 3. Malattia psicosomatica La malattia psicosomatica è il risultato dell’interazione tra mente e corpo, dove fattori psicologici (es. ansia, stress) possono produrre sintomi fisici reali. Un esempio sono i disturbi somatoformi, in cui una persona: Manifesta sintomi fisici (es. dolori, affaticamento) senza una causa medica apparente. IPOCONDRIA Sviluppa una preoccupazione eccessiva per questi sintomi, dedicando molto tempo ed energia a cercare soluzioni. Ha un’ansia significativa legata alla possibilità di avere una grave malattia fisica. 4. Il “ruolo di malato” secondo Parson Talcott Parson ha introdotto il concetto del “ruolo di malato”, che si riferisce ai comportamenti e alle aspettative sociali legate alla malattia. Secondo questa teoria: La società riconosce al malato alcuni diritti (es. essere esentato dal lavoro o dalle responsabilità). Tuttavia, il malato ha anche degli obblighi (es. cercare cure e collaborare per guarire). Questo “ruolo” può essere simulato inconsciamente: Ad esempio, un bambino può fingersi malato per attirare l’attenzione dei genitori. Anche gli adulti, in situazioni di stress (es. prima di un esame), possono convincersi di essere malati per giustificare la necessità di riposo. 5. Simulazione e diagnosi La simulazione (cioè fingere o esagerare sintomi fisici) può essere un comportamento temporaneo e innocuo, ma in alcuni casi può essere un segnale di disturbi più complessi (es. disturbi alimentari, depressione). Diagnosticarla è difficile perché i sintomi possono essere reali, anche se hanno una base psicologica. Questo richiede attenzione sia alla componente fisica che a quella psicologica del disturbo per un trattamento efficace. Spero che ora tutto sia più chiaro! Fammi sapere se vuoi approfondire qualche punto in particolare. Certamente! Proviamo a riorganizzare e spiegare meglio i punti: Psico SALTE 1. Personalità e salute La personalità influisce sulla salute, specialmente attraverso fattori psicologici: Ottimismo: Le persone ottimiste non migliorano direttamente la loro salute fisica, ma beneficiano di una salute psicologica migliore (es. meno stress, maggiore resilienza), che a sua volta incide positivamente sul corpo. Gli studi dimostrano che anche i pessimisti possono imparare l’ottimismo attraverso tecniche di addestramento psicologico. 2. Resilienza La resilienza è la capacità di affrontare e superare le difficoltà mantenendo un atteggiamento positivo. Si basa su tre caratteristiche fondamentali (le “3 C”): 1. Commitment (impegno): Avere un senso del dovere verso i propri obiettivi e valori. 2. Control (controllo): La capacità di percepire di avere il controllo sulle proprie azioni e reazioni, anche in situazioni difficili. 3. Challenge (sfida): Vedere le difficoltà come opportunità di crescita piuttosto che come ostacoli insormontabili. Queste caratteristiche aiutano le persone a rimanere psicologicamente forti, proteggendo anche la loro salute. 3. Comportamenti salutari e autoregolazione Conoscenze comuni: Tutti sanno che mangiare sano, smettere di fumare e fare sesso protetto sono comportamenti salutari, ma la maggior parte delle persone non li mette in pratica. Difficoltà nell’autoregolazione: Fare ciò che è giusto per sé stessi (es. seguire una dieta, evitare cattive abitudini) richiede autocontrollo: la capacità di controllare volontariamente i propri impulsi. Tuttavia, l’autoregolazione è una risorsa limitata: usarla in modo continuo e senza pause può portare a esaurimento (fenomeno noto come “ego depletion”). Per ottimizzarla, è importante valutare attentamente quando utilizzarla e adottare strategie intelligenti. 4. Effetti del controllo forzato Quando proviamo troppo intensamente a non fare qualcosa, spesso accade il contrario: finiamo per farlo. Questo fenomeno è chiamato effetto paradosso del controllo o ironia del controllo mentale. Esempio: Una persona a dieta che si sforza di non pensare ai cibi non sani può finire per desiderarli ancora di più. Strategia migliore: Concentrarsi su ciò che si può fare (es. mangiare cibi sani) piuttosto che su ciò che si deve evitare. Questo riduce lo stress e aumenta la probabilità di successo. 5. Illusione di invulnerabilità Le persone che corrono i maggiori rischi per la salute sono spesso quelle che credono di essere invulnerabili (“a me non succederà nulla”). Questa convinzione porta a comportamenti rischiosi, come non usare il preservativo o ignorare i segnali di allarme di una cattiva salute. 6. Akrasia (debolezza di volontà) Gli antichi Greci usavano il termine akrasia per descrivere la condizione in cui una persona conosce cosa è giusto fare, ma non riesce a farlo perché è sopraffatta dagli impulsi. Esempio: Sapere che fumare è dannoso, ma continuare comunque a fumare. L’akrasia è legata alla difficoltà nell’autoregolazione e all’incapacità di bilanciare il controllo sugli impulsi a lungo (strategia). Notiamo che provare fortemente a non fare qualcosa, ci indurrà molto probabilmente a fare quella cosa, anche in modo maggiore. Ad esempio, questo è quello che succede quando una persona dice di voler fare la “dieta”: è preferibile concentrarsi sull’enfatizzare i cibi sani, piuttosto che sull’eliminare dalla propria mente quelli non sani, perché alla lunga lo stress prenderebbe il sopravvento. Spesso chi intercorre nei maggiori rischi è chi ha l’illusione unica di invulnerabilità. Gli antichi greci attribuivano i problemi di autocontrollo all’akrasia (debolezza di volontà ). PENSIERO E RAGIONAMENTO PENSIERO Il pensiero è un’attività mentale in grado di elaborare e sviluppare le relazioni tra informazioni. Si divide principalmente in tre sotto-aree, che si occupano di diversi “compiti”: 1. Ragionamento: dato un insieme di osservazioni/descrizioni del mondo (premesse), in che modo riusciamo a inferirne informazioni nuove (conclusioni)? Quindi, si parla di ragionamento sillogistico. Per spiegare come ( questo accade, sono state formulate diverse teorie: dedurre - teorie delle regole astratte - teorie delle regole concrete - teorie dei modelli mentali 2. Risoluzione di problemi: data una situazione-problema, come arriviamo alla sua soluzione. Per spiegare come questo accade, sono state formulate diverse teorie: - teoria comportamentista - teoria della Gestalt - teoria cognitivista 3. Presa di decisioni: quando non si hanno a disposizione informazioni complete e/o non vi è una singola risposta corretta ai problemi proposti, in che modo prendiamo una decisione? Usiamo diverse tecniche: ~ scorciatoie mentali rapide e intuitive, si basano sull'esperienza - le euristiche: si distinguono dall’algoritmo (che prende in considerazione tutte le possibili risposte/soluzioni di una determinata situazione) perché sono strategie e prendono in considerazione altri aspetti come lepersone scelgono in basecontesta - il decision making: come le persone possono prendere decisioni in un determinato contesto. Gli esseri umani sono soggetti a bias cognitivi, cioè la tendenza a dare un determinato tipo di risposta anche senza un rapporto logico. erron digiudizio causati da scorciatoie mentali che il cervello usa X semplificare la realtà RAGIONAMENTO Il ragionamento è la capacità di trarre informazioni nuove (de inite conclusioni) a partire da un insieme di osservazioni/descrizioni del mondo (de inite premesse). I principali tipi di ragionamento studiati sono: - Ragionamento induttivo: si parte da osservazioni speci iche/particolari (es. tutti gli universitari che conosco hanno conseguito la laurea) per trarne un principio, una conclusione generale (tutti gli universitari conseguono la laurea). Dato che si basa su casi speci ici, in certe circostanze può rivelarsi falsa (infatti, alcuni universitari non si laureano, quell’osservazione non tiene conto dell’intero mondo universitario ma solo di quello che conosce): non dà certezze Il ragionamento quotidiano è quello che utilizziamo tutti i giorni per affrontare situazioni comuni. A differenza del ragionamento logico => formale, spesso ci mancano tutte le informazioni necessarie per arrivare a una conclusione certa. Per questo motivo, usiamo: - Ragionamento quotidiano: tipico 1. della vita quotidiana, Le informazioni conFacciamo che già conosciamo: aumento di informazione affidamento e uso sulla nostra esperienza e sulla di conoscenza conoscenza generale del mondo. Esempio: Se vediamo il cielo grigio, ci aspettiamo che piova, anche se non abbiamo controllato le previsioni meteo. generale. Il ragionamento quotidiano 2. tratta situazioni Stereotipi in Utilizziamo o schemi mentali: cui i dati necessari modelli di situazioniper produrre già vissute conclusioni per fare previsioni o prendere decisioni. Esempio: Entrando in un ristorante, ci aspettiamo di trovare un menu e di dover pagare dopo aver mangiato, perché questo informative non sono completamente esplicitati; schema è comune. è pertanto indispensabile attingere alla conoscenza del mondo per generare aspettative in base alla conoscenza In sostanza, di situazioni il ragionamento quotidiano stereotipate. si basa sul riempire i vuoti di informazione con ciò che già sappiamo o ci aspettiamo. È un modo pratico e veloce di affrontare la realtà, ma non sempre accurato. Possiamo distinguere due fondamentali ambiti di conoscenza nel ragionamento quotidiano: Conoscenza sui fenomeni isici del mondo, cioè fatti ed eventi isici, nonché le loro relazioni causali e temporali. Conoscenza su stati mentali temporanei intenzionali e no, nonché sulle loro relazioni causali e temporali. Il nucleo di una relazione causale è costituito da un legame causa-effetto fra eventi. Stabilire una relazione causale è perciò per l'organismo un'attività creativa, basata su un'interpretazione degli eventi: es. Cleopatra fu morsa da un serpente. Cleopatra morı̀. Questo passaggio richiederà di individuare il sussistere di alcune condizioni: es. Cleopatra era di debole costituzione. Il serpente era velenoso. - Ragionamento deduttivo: Opera indipendentemente dai contenuti, seguendo regole astratte. E la base della razionalità dell’individuo. Va dal generale al particolare, senza aumento di informazione. Si parte da affermazioni generali ritenute vere (es. i pesci fuori dall’acqua muoiono + Nemo è un pesce) per giungere ad una conclusione necessariamente vera (Nemo fuori dall’acqua muore). In pratica, date delle premesse vere ne segue una conclusione necessariamente vera: dà certezze. In particolare, gli esperimenti sul ragionamento deduttivo consistono per la maggior parte nel presentare ai soggetti sperimentali dei sillogismi (argomentazioni che consistono in due premesse e una conclusione, che deve essere necessariamente vera; es: tutti i greci sono uomini, tutti gli uomini sono mortali, tutti i greci sono mortali). Se le premesse portano a più soluzioni, allora il sillogismo non è valido. Si possono avere diversi tipi di sillogismi in base al quanti icatore che viene utilizzato (l’utilizzo di un tipo di quanti icatore de inisce il modo della premessa): quanti icatore universale affermativo (tutti), universale negativo (nessuno), particolare affermativo (alcuni), particolare negativo (alcuni non). Quindi il ragionamento deduttivo non aggiunge nulla alle informazioni già presenti nelle premesse, ma consente di rendere esplicite delle informazioni già contenute nelle premesse. > - - Teoria delle regole astratte (da Braine, Rips, Rumain): la mente umana è dotata di un set di regole logiche (astratte). Quando ci troviamo di fronte alle premesse di un’argomentazione, la regola pertinente si attiva, viene La mente umana possiede un insieme di regole logiche astratte che ci permettono di ragionare e trarre conclusioni valide. Quando ci troviamo di fronte alle premesse di un’argomentazione (cioè affermazioni di partenza), la regola logica appropriata si attiva automaticamente. Questa regola viene poi applicata alle premesse, consentendoci di arrivare a una conclusione coerente e valida. applicata alle premesse in questione cosı̀ che noi possiamo trarne una conclusione valida. Le regole della nostra Le regole sono definite astratte perché non dipendono dal contenuto specifico delle premesse, ma operano a un livello sintattico. In altre parole, Significa ragionare seguendo solo le regole logiche della struttura di un’argomentazione, ignorando il significato specifico delle parole o il contesto. Ad esempio, se diciamo: Premessa 1: Tutti gli X sono Y. manipolano mente sono astratte nel senso che tengono conto del contenuto delle premesse bensı̀ si limitano a manipolare le Premessa 2: Z è un X. le premesse in Conclusione: Z è un Y. modo sintattico premesse in modo sintattico. Quindi il soggetto che prende una decisione è razionale. La conclusione è valida indipendentemente da cosa rappresentino “X”, “Y” o “Z”. Questa capacità logica mostra che il soggetto che ragiona in questo modo viene considerato razionale, in quanto applica regole coerenti per elaborare informazioni e prendere decisioni. Secondo questa teoria allora il seguente esercizio risulterebbe equivalente: “Nessun A è B “Nessuna ragazza è un ragazzo Tutti i B sono C Tutti i ragazzi sono esseri umani Nessun A è C” Nessuna ragazza è un essere umano” Questo piccolo esempio dimostra quanto l'uomo faccia più fatica a ragionare su qualcosa di astratto; pertanto, la teoria delle regole astratte è errata in quanto il contenuto va ad in luenzare la prestazione del ragionamento. Si forma cosı̀ l’effetto atmosfera: i soggetti sono in luenzati dal modo delle premesse. Infatti, il ripetersi di una premessa induce le persone a considerare vere le conclusioni. Quando il compito è proposto in forma concreta le persone non sbagliano. Le persone sono in luenzate dal tipo di contenuto quando devono compiere un ragionamento di questo tipo. Limiti della teoria delle regole astratte: - le persone sono in luenzate dal contenuto del problema - spesso le persone traggono conclusioni sbagliate quando ragionano su un materiale astratto Gli studi hanno anche evidenziato quello che viene chiamato il compito di selezione di Wason (1966), cioè la selezione delle varie variabili. - Versione astratta Alle persone vengono proposte quattro carte che hanno delle lettere o dei numeri su una facciata. Ciascuna carta porta stampata una lettera su di un lato e un numero sull’altro lato. Viene chiesto di indicare il numero minimo di carte che devono essere girate per veri icare la seguente regola: se da un lato c’è una vocale, dall’altro lato c’è un numero pari. Ai soggetti viene chiesto di voltare solo quelle carte che sono ritenute necessarie e suf icienti. La risposta corretta è di girare solo due carte: la carta “E” e la carta “7”. Infatti, se dietro la carta “E” c’è un numero dispari, la regola è falsa o se dietro la carta 7 c’è una vocale, la regola è falsa: qualunque carta che abbia una vocale su lato e un numero dispari sull’altro viola la regola. Invece, scegliere la carta “4” e la carta “B” non serve perché la regola dice “se c’è una vocale, allora c’è un numero pari” e non “solo se c’è una vocale”, per cui dietro la carta “4” potrebbe esserci sia una vocale che una consonante, cosı̀ come dietro la carta B potrebbe esserci sia un numero dispari che un numero pari. 1. Versione concreta Busta chiusa: Deve essere controllata per verificare se ha il francobollo da 800 lire. Busta con francobollo da 500 lire: Deve essere controllata per vedere se è aperta, perché una busta con un francobollo diverso da 800 lire non dovrebbe essere chiusa secondo la regola. Si chiede alle persone di immaginare di lavorare in un uf icio postale e di dover scoprire se qualcuna delle buste viola la regola seguente: se una busta è chiusa, deve avere un francobollo da 800 lire Le buste da controllare sono: la busta chiusa e la busta con francobollo da 500 lire. Mediamente le persone fanno più errori quando il compito è presentato nella versione astratta, quella in cui ci sono lettere e numeri, mentre fanno meno errori quando il compito è presentato nella versione concreta. Allo stesso modo, le persone fanno meno errori quando il sillogismo ha un contenuto reale piuttosto che quando ha un contenuto astratto - Teorie delle regole concrete (da Cheng, Holyoak): la mente umana è dotata di un set di regole logiche. Ma queste regole non sono astratte né applicabili a qualsiasi premessa. Esse sono concrete e speci iche per classi di situazioni. Per portare prove a favore di queste teorie sono stati condotti diversi esperimenti, utilizzando il compito di selezione di Wason e sue varianti. si è notato che : - SiNella è notato versioneche, mentre astratta quasiletutti del compito, persone i soggetti sbaglianoerrori tendono a commettere nella versione perché non hannoastratta del compito, uno schema la maggior mentale chiaro da parte applicare. Invece, nella versione concreta, il compito attiva uno schema di permesso che comprende una precondizione (se la fornisce le carte e unacorrette nella avereversione concreta. Secondo i sostenitori delle teorie delle regole concrete, questo mentea ~ busta è chiusa) azione (deve il francobollo da 800 lire), si spiega perchè la versione concreta attiva lo schema di permesso, il che aiuta a fare inferenze teduzioni corrette. il quale comprendeStruttura una precondizione p e Quindi, mentre nelle situazioni astratte mancano gli schemi pratici per ragionare, nella versione concreta gli schemi familiari un’azione e permette permettono alle di compiere persone di fare le inferenze corrette. Per la versione astratta, i soggetti non hanno a scelte più logiche. disposizione alcuno schema mentale, quindi sbagliano. L’uomo non è considerato un essere logico, quindi In generale, l’uomo non è sempre un essere razionale. Quando prende decisioni, specialmente in contesti economici, tende a quando deve prendere usare meccanismi decisioni che coinvolgono in ambitoemotive, anche componenti economico, piuttostonon utilizza che seguire le regole ladella rigorosamente logica, ma altri logica. meccanismi Situatione con componenti emotive. Esempio: - Premesse: tutti i cuochi sono fotogra i, tutti i fotogra i sono sub. Conclusione: tutti i cuochi sono sub. E vero? Si - Premesse: alcuni cuochi sono fotogra i, alcuni fotogra i sono sub. Conclusione: alcuni cuochi sono sub. E vero? Non è necessariamente vera. Limite della teoria delle regole concrete: non spiegano perché alcuni sillogismi sono più facili da risolvere rispetto ad altri. Per risolvere questa cosa nasce la teoria dei modelli mentali. Teoria dei modelli mentali (Johnson-Laird): nella mente umana non ci sono regole, piuttosto, la mente umana è in grado di costruire e manipolare rappresentazioni della realtà. Di fronte ad una descrizione/osservazione della realtà , le persone costruiscono uno o più modelli mentali: immagini mentali che rispecchiano gli elementi salienti della situazione e le loro relazioni (es. un aereo al decollo). Ognuno ha un proprio modello mentale, con le proprie caratteristiche, ma è fondamentale che essi ci aiutino a svolgere determinati compiti cognitivi. Questa teoria riuscı̀ a dare una soluzione laddove la teoria delle regole concrete mancò : La maggiore o minore dif icoltà di un compito di ragionamento dipende dal numero di modelli mentali che è necessario costruire per raggiungere la conclusione: i compiti che richiedono di costruire un numero minore di mentali e nessun modello alternativo sono più facili, anche perché mantenere i modelli mentali nella working memory richiede notevole concentrazione. Quindi un sillogismo astratto è più dif icile da risolvere in quanto richiede la creazione di più modelli mentali. Questo modello è computabile, cioè si può utilizzare per spiegare un tipo di risoluzione di un’operazione mentale anche tramite una simulazione su calcolatore. Concretamente un soggetto svolge 4 step diversi quando è posto davanti alle premesse di un sillogismo. Ad esempio, se ad un soggetto vengono presentate le seguenti premesse: tutti gli artisti sono banditi (A) e tutti i banditi sono cuochi (B) - 1^ step: a. il soggetto costruisce un modello mentale della prima premessa; b. il soggetto costruisce un modello mentale della seconda premessa - 2^ step: si integrano i modelli delle due premesse - 3^ step: il soggetto osserva mentalmente che relazione c’è tra artisti e cuochi (unica relazione su cui le premesse non dicono nulla. Si giunge cosı̀ alla conclusione: tutti gli artisti sono cuochi - 4^ step: un buon ragionatore, prima di dare per certa una conclusione, deve sempre cercare dei metodi alternativi nello svolgimento del compito per arrivare ad un’eventuale soluzione diversa da quella precedentemente ottenuta. Solo nel momento in cui non sarà possibile trovare un’altra soluzione, quella precedentemente ottenuta sarà certamente vera. In alcuni sillogismi questa quarta fase è fondamentale e solo se viene fatta si può rispondere correttamente. La dif icoltà della risoluzione del sillogismo risiede nel sillogismo stesso e alcuni richiedono più modelli mentali, ad esempio: - Premesse: a. Alcuni cuochi sono fotogra i b. Alcuni fotogra i sono sub - Conclusione: a. Alcuni cuochi sono sub Generalmente le persone non si costruiscono modelli alternativi che potrebbero falsi icare le loro conclusioni. Infatti, in un ragionamento sillogistico, se esiste un modello alternativo, la conclusione è da rigettare. Le conclusioni sono: - I compiti che richiedono di costruire modelli alternativi sono più dif icili: in questo caso le persone spesso sbagliano perché si fermano al terzo step, non rendendosi conto che esistono anche altre combinazioni di modelli mentali. - Le persone sbagliano nel ragionamento sillogistico perchè non ricercano modelli alternativi, accontentandosi del primo modello costruito. - perrori digiudizio - Le persone hanno dei bias cognitivi (pattern sistematici di deviazione dalla norma o dalla razionalità nel - giudizio) che le porta a veri icare le proprie ipotesi più che a falsi icarle. - Ci potrebbe essere un problema di working memory. Questa teoria ha però un problema: la versione attuale della teoria dei modelli mentali richiede ulteriori revisioni e approfondimenti, specialmente per quei processi che richiedono la manipolazione di materiale astratto (quindi pecca nella concezione astratta), etichette o negazioni. Tuttavia, sembra oggi la spiegazione più plausibile di come le persone ragionano. Risoluzione dei problemi (problem solving) Due tipi di problema complicano la nostra vita quotidiana: 1. problema mal de inito: un problema che non ha un obiettivo chiaro o un percorso ben de inito per arrivare ad una soluzione; 2. problema ben de inito: un problema che ha obiettivi speci icati in modo chiaro e le possibili soluzioni de inite anch'esse in modo chiaro. Data una situazione-problema, la “risoluzione di problemi” è come si arriva alla soluzione di quel determinato problema. Consiste nel passaggio da uno stato iniziale ad uno stato inale designato come meta. Per capire come avviene, sono state formulate diverse teorie: - Teoria comportamentista (negli anni ’20): i problemi vengono risolti per tentativi ed errori. Si va a tentativi ino a quando si arriva alla soluzione desiderata. I nuovi problemi vengono affrontati con una strategia e le soluzioni corrette fornite per caso vengono riprodotte quando viene presentato lo stimolo appropriato. Le persone provano a risolvere un compito, riescono a trovare una strategia che porta alla risoluzione del compito, e questa stessa strategia verrà poi messa in atto in situazioni analoghe (ad esempio gli esperimenti con gli animali dei comportamentisti). - Teoria della Gestalt (negli anni ’30): il processo di soluzione di un problema è più che una semplice riproduzione di risposte apprese, esso implica un processo di riorganizzazione degli elementi del problema. Tale riorganizzazione non avviene per caso, né per tentativi ciechi né per associazioni, bensı̀ grazie all’insight, ovvero un’intuizione che si veri ica all’improvviso sulla struttura del problema e ristrutturare il problema in modo diverso. Esempio candela sul muro Abbiamo a nostra disposizione una candela, una scatola di puntine da disegno ed una bustina di iammiferi. Il nostro compito è quello di attaccare la candela al muro sopra al tavolo, in modo tale che la cera sciolta non goccioli sopra il tavolo. I soggetti sottoposti all’esperimento inizialmente non riuscivano a risolvere il problema perché erano “ issati” sulla funzione normale della scatola (contenere le puntine) e questo impediva loro di riconcettualizzarla in modo diverso. Quando lo sperimentatore toglieva le puntine dalla scatola e le disponeva sparse sul tavolo accanto alla scatola vuota, i soggetti avevano un’intuizione improvvisa: riconcettualizzano la funzione della scatola (non è solo un contenitore, ma può anche essere usata come sostegno per la candela). Nasce il concetto di issità funzionale: la dif icoltà di un soggetto di vedere un oggetto con una funzione diversa da quella normalmente svolta A volte l’esperienza passata è di intralcio nello svolgimento dell’esperimento, ma dopo un suggerimento per un uso diverso, i partecipanti riescono a risolverlo. Per risolvere il problema bisogna ristrutturarlo in modo diverso (esperimenti con scimmie Kohler). Questa teoria, però , ha anche dei limiti: - L’insight non spiega i passaggi che si fanno per arrivare alla soluzione; quindi, non dà informazioni sul reale funzionamento della mente umana e non è computazionale. - Non sempre l’uso diretto dell’esperienza passata facilita il raggiungimento della soluzione di un problema (si possono anche commettere errori). - Quando si affronta un problema che è simile ad altri già incontrati in passato, si tende a risolverlo con lo stesso meccanismo che è stato in precedenza (trasferimento dell’apprendimento). - Quando l'apprendimento antecedente è applicabile ef icacemente al nuovo problema, il trasferimento della strategia utilizzata in precedenza facilita la risoluzione del nuovo problema. Un esempio ne è la issità funzionale: il soggetto rimane issato sulla funzione abituale di un oggetto e non riesce a riconcettualizzarlo in modo diverso. Insight e cervello Il processo funziona pressappoco cosı̀: l'insieme di indizi che costituisce il problema attiva inconsciamente le informazioni rilevanti nella memoria. Questa attivazione si diffonde poi nella rete della memoria, reclutando ulteriori informazioni rilevanti. Una volta che è stato attivato un numero di informazioni suf iciente, il lusso supera la soglia della coscienza e noi sperimentiamo improvvisamente l'insight con la soluzione del problema. Quando risolviamo un problema per insight oppure con una strategia analitica, nel cervello accade qualcosa di diverso. Vennero fatti studi sia con l’elettroencefalogramma (EEG), sia con l’fMRI. Questa attività era localizzata nella regione anteriore del lobo temporale destro, poco sopra l'orecchio destro. Quando questo studio fu ripetuto usando la tecnica della fMRI per misurare l'attività cerebrale, si trovò che quest'area del lobo temporale destro era l'unica regione del cervello che mostrava. Louis Pasteur si rese conto che le intuizioni scienti iche improvvise non scaturiscono dal nulla: occorre una mente preparata per poter cogliere a pieno l'opportunità. Ispirati da questa osservazione, alcuni ricercatori si sono posti la domanda se l'attività cerebrale che precede la soluzione di un problema abbia la capacità di in luenzare il fatto che quel problema sia risolto tramite l'insight o invece tramite strategie analitiche. →Ebbene sı̀, un attimo prima che un problema venisse risolto tramite insight, si osservava un aumento dell'attività neuronale nella profondità dei lobi frontali, in una regione detta giro del cingolo anteriore che controlla i processi cognitivi, come la capacità di spostare l'attenzione da una cosa all'altra. Secondo la spiegazione proposta dai ricercatori, questo aumento dell'attività nella corteccia cingolata anteriore avrebbe consentito ai partecipanti di prestare attenzione e di individuare associazioni attivate anche solo debolmente, forse a livello subconscio, e ciò avrebbe facilitato l'insight improvviso. - Teoria cognitivista: (Newell e Simon, anni 60): si trova dif icoltà nel dare una “spiegazione procedurale” del funzionamento dell’insight, non si riesce a dargli una teoria scienti ica in quanto è dif icilmente spiegabile. Quindi Newell e Simon formulano la General Problem Solver, che è rappresentativo di quale sia, in ambito cognitivista, la spiegazione della risoluzione di un problema. Rompicapo della torre di Hanoi Per risolvere questo rompicapo bisogna disegnare una tavoletta in cui sono in issi tre pioli. Nel primo piolo sono in ilati, in ordine decrescente di diametro, un numero variabile di dischi forati al centro, cosı̀ che il disco più grande stia sotto tutti gli altri ed il più piccolo stia in cima alla pila. Obiettivo: trasportare tutti i dischi dal primo al terzo piolo, nello stesso ordine. Regole: si può spostare un solo disco alla volta e un disco più grande non può essere collocato sopra un disco più piccolo. Tale paradigma si basa sull’ipotesi dell’indipendenza dal dominio, l’assunto che sia possibile costruire un insieme inito di procedure generali in grado di risolvere qualunque tipo di problema: non bisogna farsi in luenzare da domini speci ici di applicabilità , ma trovata una buona euristica, essa sarà valida per risolvere ogni problema. strategia Newell e Simon si focalizzano su problemi ben de initi (es. scacchi) e chiedono ai soggetti di parlare mentre risolvono i problemi, per avere indicazioni sui passaggi verso la soluzione e poterli portare in un modello computazionale. Le euristiche (tecniche generali di problem solving) sono indipendenti dal dominio di applicazione, quindi applicabili ad ambiti diversi. Uno dei metodi euristici più utilizzati è l’analisi mezzi- ini, che consiste nei seguenti passi: 1. Inizialmente bisogna notare le differenze tra stato attuale e stato inale, cioè l’obiettivo desiderato (riconoscere che c’è un problema vedendo che lo stato inale non corrisponde a quello iniziale) 2. Creare una sotto-meta, per ridurre la differenza tra i due stati (una stazione intermedia) 3. Bisogna selezionare un operatore che risolverà questo sotto-meta Nel passaggio da ciascun stato al successivo sono possibili numerosi percorsi alternativi; quindi, è possibile attuare un grande numero di mosse diverse. Si tratta di procedure approssimate, che non speci icano ogni azione, ma guidano la ricerca e la sequenza delle azioni da fare. A differenza degli algoritmi (serie di regole speci iche che, seguite in modo sistematico, portano de initivamente alla soluzione del problema), le euristiche non garantiscono di arrivare alla soluzione ma se hanno successo implicano un risparmio di tempo e fatica. L’applicazione di un algoritmo a questo stato del problema comporterebbe analizzare sistematicamente tutte le mosse consentite: spostare il disco piccolo sul secondo piolo, spostare il disco intermedio sul secondo piolo, spostare il disco piccolo sul terzo piolo. Solo dopo averle analizzate tutte, verrebbe scelta l’ultima di queste mosse perché consente la soluzione. Soluzione di un problema per analogia: risolvere un problema trovandone un altro simile di cui sia stata nota la soluzione e applicando la stessa soluzione al problema attuale. La procedura classica per risolvere un problema prevede quattro fasi: Riconoscimento Un problema rappresenta un desiderio (oggetto isico, astratto, intermedio) non immediatamente raggiungibile. Per una macchina il riconoscimento del problema è dif icile, perché implica intenzionalità. Si ritiene che l’individuazione del giusto problema sia un aver intravisto la soluzione. Questa prima fase, perciò , non è per nulla ovvia (in laboratorio i problemi sono già formulati). De inizione Nella de inizione il problema individuato viene reso trattabile con gli strumenti che l’individuo possiede, cioè stabilire condizioni, vincoli, regole per risolverlo e criteri di validità e valutazione della soluzione. Simon introduce il concetto di razionalità limitata, per cui l’uomo è limitato nel trarre inferenze basate sui dati, limitato dalla limitatezza dell’attenzione e dall’emozione. Una buona descrizione formale del problema equivale a rendere ovvia la soluzione o quantomeno a facilitarla di molto. Al contrario, una rappresentazione cattiva o solo fuorviante può impedire ai soggetti di trovare la soluzione. Risoluzione E la fase centrale del problem solving e consiste nella ricerca o costruzione di un algoritmo tale da permettere di passare da uno stato iniziale ad uno inale designato come meta. agio Soluzionelea ~ Il modo meno faticoso di risolvere un problema è quello di stabilire se può essere considerato analogo a un altro di cui si conosce già la soluzione: questa è quella adottata comunemente dagli esseri umani, perché permette di risparmiare energia cognitiva, anche a rischio di uno spreco in termini assoluti. Le persone tendono consapevolmente ad adottare soluzioni non ottimali, se questo evita loro di fare sforzi cognitivi come quelli necessaria a costruire una soluzione originale. Prima di entrare nel dettaglio dei vari metodi è necessario de inire alcuni concetti generali, utili per orientarsi in un dominio piuttosto complicato: Lo spazio degli stati corrisponde ad un approccio particolare al problem solving, secondo il quale ogni problema dello stesso tipo corrisponde a un particolare stato. Per passare da uno stato all'altro sono necessari gli operatori che consentano di effettuare la trasformazione di un problema in un altro, all'interno della stessa classe di problemi. Lo spazio degli stati se si considera un singolo problema, può essere visto anche come l'insieme di tutte le sue possibili variazioni, connesse fra loro dagli operatori di trasformazione. Il processo di risoluzione consiste dunque in una sequenza di stati, collegati fra loro attraverso gli opportuni operatori, che segnano il cammino fra lo stato iniziale e quello inale. Un modo ef icace di rappresentare uno spazio degli stati è attraverso un albero che si deve percorrere. Le diramazioni sono di due tipi: - Diramazioni AND → Contrassegnate da un semicerchio che collega gli operatori stessi. Qui lo stato meta è raggiunto solo se sono raggiunti entrambi gli stati terminali. Eseguire un solo stato terminale non è suf iciente, anche se presumibilmente ci avvicina in modo rilevante all'obiettivo inale. Questa diramazione ci permette di introdurre il metodo di problem solving detto “riduzione a sottoproblemi”. Tale tecnica consiste nella scomposizione di un problema in sottoproblemi più semplici che, una volta risolti separatamente e poi ricomposti, diano la soluzione del problema originario. - Diramazioni OR → Collegano fra loro problemi di dif icoltà equivalente Normalmente abbiamo a che fare con alberi AND e OR contemporaneamente. I tipi di ricerca della soluzione sono: >> Ricerca in avanti: si parte dallo stato iniziale (di solito uno), per espandersi verso gli stati meta (possibili soluzioni). Una volta individuati potenziali stati inali (soluzione ritenute valide, possono essere di più ), si determinano i passi necessari per realizzarli. >> Ricerca all’indietro: si parte dallo stato meta, per espandersi verso gli stati iniziali. Il sistema ha un unico stato inale (soluzione reale). Es. dimostrare un teorema matematico. >> Analisi mezzi- ini (Newell Simon): utilizzato nel GPS. Essa si basa sulla risoluzione delle parti principali e poi sullo scioglimento delle incongruenze insorte: si individuano le differenze signi icative tra stato iniziale e meta per cercare di ridurle sempre di più , con 4 passi: 1. individuazione delle differenze tra stato iniziale e meta con un confronto 2. selezione dell’operatore ef icace nel ridurre la differenza principale 3. applicazione dell’operatore scelto; se non è possibile, considerazione del sottoproblema di trasformare lo stato attuale per applicare l’operatore 4. ripetizione della procedura ino ad eliminare tutte le differenze individuate. X I momenti cruciali sono tre: la generazione dei sottoproblemi, un'attività essenzialmente analitica che comporta una capacità di comprensione profonda di quello che è l'obiettivo e delle strade magari non ovvie che ad esso si avvicinano; la risoluzione vera e propria dei singoli sottoproblemi, e in ine l'assemblaggio delle T soluzioni parziali, un'attività di sintesi che deve permettere la transizione da una serie di nodi terminali staccati a una catena operativa luida e coerente. Il problem solving continuerà inché non si sarà trovata la soluzione ef icace a tutti i sottoproblemi. Controllo della soluzione E l’ultimo passo, consiste nel controllo della soluzione ottenuta. Ci sono due casi: - soluzione nota a priori: interessa scoprire se il problema è in grado di raggiungerla, confrontando la soluzione ottenuta con quella giusta. - soluzione non nota in anticipo: nella vita reale, le cui soluzioni non sono mai note in anticipo: si tratta dunque di inventarle autonomamente. E necessario applicare i criteri di validità stabiliti nella de inizione. Se essa è valida, la ricerca inisce. N.B. Non è intelligente rimandare inde initamente l’accettazione di una soluzione per cercarne una sempre più precisa, sia per i tempi, sia perché bisogna tenere conto delle risorse limitate possedute. Non sempre c’è una soluzione accettabile. PIANIFICAZIONE Consiste nel generare rappresentazioni del comportamento futuro (anticipandolo), per poterle usare per controllare quel comportamento. Tra risoluzione di problemi e piani icazione non c’è una distinzione netta. La piani icazione assume che si conosca già la soluzione al problema, la vera dif icoltà sta nello strutturare un piano d’azione ef icace. Un piano è una serie coerente di azioni volti a raggiungere uno scopo. La piani icazione ha due parti: - attiva (costruire i piani): scelta degli obiettivi, determinazione delle azioni per raggiungerli, esecuzione - passiva (comprendere i piani altrui): comprensione delle intenzioni e di spiegazioni plausibili per il loro comportamento, strutturazione delle azioni in unità signi icative. Se gli obiettivi altrui sono negativi per il sistema, esso può ostacolare le azioni dannose. La capacità di piani icare è legata alla capacità di muoversi mentalmente nel futuro ed è un tentativo di realizzare ciò che è più conveniente. Il meccanismo base utilizzato nella piani icazione è la proiezione. Principi generali di come un piano d’azione viene costruito: o ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse o raggiungimento di più obiettivi possibili o massimizzazione del valore degli obiettivi (se non è possibile raggiungere tutti gli obiettivi si scelgono i più importanti) Wilensky propone un 4° principio (ma esso può essere un caso particolare del 1°): evitamento degli obiettivi impossibili. Un elemento di cui ogni piani icatore deve tenere conto sono le risorse che ha a disposizione per raggiungere un determinato obiettivo. Ma cosa sono le risorse? In generale si tratta di qualcosa che è necessario per eseguire il piano, e di cui va tenuto conto nella valutazione dei costi di ogni azione prevista. E necessario tener conto delle risorse a disposizione per raggiungere l’obiettivo. Il limite della piani icazione è che nella vita reale non si può prevedere esattamente il futuro. PRESA DI DECISIONI Quando non si hanno a disposizione informazioni complete e/o non vi è una singola risposta corretta, in che modo l’uomo tende a prendere una decisione? mmm Gli economisti ritengono che, se fossimo pienamente razionali e liberi nelle nostre decisioni, seguiremmo la teoria della scelta razionale. Questa teoria afferma che, per prendere una decisione, valutiamo: 1. Le probabilità che un certo evento accada. I Gli economisti sostengono che, se siamo razionali e liberi di prendere le nostre decisioni, ci comporteremo 2. Il valore che attribuiamo all’esito di quell’evento. come è3.previsto dalla teoria Moltiplichiamo della per i due fattori scelta nazionale: ottenere il “valorela decisione atteso” viene e scegliamo presa stabilendo l’opzione quali con il valore più alto.probabilità ha una certa cosa di accadere, giudicando il valore dell'esito e poi moltiplicando tra loro i due fattori. Questo signi ica In base a questa teoria, i nostri giudizi e decisioni dipendono dal valore che attribuiamo ai possibili risultati. Tuttavia, chenella i nostri realtà giudizi varieranno quotidiana, in funzione il nostro processo delèvalore decisionale che assegniamo spesso molto meno accurato ai possibili e razionale di esiti. quantoMa in realtà previsto da nella vita il processo decisionale non è cosı̀ accurato. questo modello. Le ricerche hanno dimostrato che siamo molto bravi a stimare la frequenza, ovvero semplicemente il numero di volte in cui una cosa accade, un'abilità molto importante quando si tratta di prendere una decisione. Ce la caviamo molto peggio nei compiti che ci richiedono di pensare in termini di probabilità , ovvero di stima delle possibilità che una cosa possa accadere. Distorsione da accessibilità →la tendenza a ritenere che gli elementi più facilmente accessibili in memoria siano il cervello tende presentati con maggiore frequenza. La distorsione da accessibilità in luenza le nostre stime perchè la forza del ricordo e la frequenza di occorrenza sono direttamente correlate. Dunque, ne traiamo la conclusione che gli acore Con cui qualcosa accade. elementi che ricordiamo più spesso devono essere stati i più frequenti. In questo caso il ricordare meglio non era dovuto a una maggiore frequenza ma a una maggiore familiarità. Euristiche Per prendere una decisione, quindi quando non ci sono certezze, l’uomo utilizza delle euristiche (strategie rapide per la risoluzione di un problema che non garantiscono la soluzione). Al contrario un algoritmo è una sequenza ben de inita di procedure o regole che garantisce una soluzione a un problema. La fallacia della congiunzione →in generale si pensa che due eventi abbiano più probabilità di veri icarsi insieme di quante ne abbiano di veri icarsi singolarmente. La fallacia consiste nel credere che, aumentando il numero di elementi di informazione, aumentino le probabilità che siano tutti veri. In realtà le probabilità diminuiscono rapidamente. Ci sono diversi tipi di euristiche in base alla decisione che dobbiamo prendere: - Euristica delle disponibilità: le persone tendono a valutare la probabilità che un certo evento accada in base alla facilità con cui viene in mente loro un esempio. Esempio: è più probabile che una parola del vocabolario inglese, composta di tre o più lettere inizi con la “r”, o che la stessa lettera sia la terza lettera della parola? - Euristica della rappresentatività: viene utilizzata quando si deve stimare, attraverso un giudizio di somiglianza, in quale proporzione un evento appartiene alla categoria dal quale è stato estratto (la tendenza a I emettere un giudizio di probabilità confrontando un oggetto o un evento con il prototipo dell’oggetto o dell’evento). Un soggetto ritiene che piccoli campioni di un determinato evento siano rappresentativi dell’intero universo a cui essi appartengono. Esempio: in una scuola ci sono due sezioni con ugual numero di classi. Nella sezione A i ragazzi sono in maggioranza, nella sono in minoranza. Supponete di entrare in una classe a caso e di vedere che il 55% degli studenti sono ragazzi, ritenete più probabile di essere entrati in una classe della prima o della seconda sezione? STEREOTIPO - Euristica dell’aggiustamento ed ancoraggio: nei problemi che necessitano di stime di grandezza o che richiedono il risultato di calcoli numerici, la risposta è spesso in luenzata dai valori che vengono presentati come elementi di confronto. Esempio: viene chiesto a dei soggetti quale fosse la percentuale del numero degli stati africani che sono membri dell’ONU. Se gli veniva chiesto “il numero è maggiore o minore del 10%? Mi indichi il valore” la risposta media che veniva data era del 25%, ma se gli veniva chiesto “il numero è maggiore o minore del 65%? Mi indichi il valore” la risposta media era del 45%. Quindi le risposte si ancoravano sempre al valore di riferimento che veniva dato. - Euristica (effetti) del contesto (o di framing): si veri icano quando le persone danno risposte differenti allo stesso problema in base al modo in cui il problema stesso è espresso L’euristica della rappresentatività è una scorciatoia mentale in cui giudichiamo la probabilità che qualcosa appartenga a una categoria basandoci su quanto somiglia a un esempio tipico di quella categoria, ignorando spesso dati statistici o probabilità reali. Ad esempio: Se incontriamo una persona timida e meticolosa, potremmo pensare che sia un bibliotecario perché corrisponde allo stereotipo, anche se ci sono molti più avvocati che bibliotecari. Uno degli effetti del contesto più sorprendenti è la fallacia dei costi irrecuperabili, che si veri ica quando le decisioni su una situazione in atto sono prese in base a quanto si è già investito in quella situazione - Bias dell’ottimismo: Spesso in luenza il processo di decisione umana. E la tendenza delle persone a credere di avere, in confronto alle altre, più probabilità di esperire in futuro eventi positivi, e meno probabilità di esperire eventi negativi. Sebbene l'ottimismo sia spesso una cosa buona per la nostra salute mentale e isica, un eccesso di ottimismo può essere dannoso perchè può impedire di fare passi necessari per raggiungere un obiettivo. Quindi le persone troppo ottimiste possono pensare di poter raggiungere un obiettivo anche quando non ne hanno le capacità. m · a - Teoria del prospetto: Per spiegare perchè facciamo questi errori gli psicologi hanno sviluppato varie teorie. Amos Tversky e Daniel Kahnenman hanno sviluppato la teoria del prospetto, secondo cui le persone scelgono di La teoria del prospetto, sviluppata da Tversky e Kahneman, spiega perché le persone prendono decisioni irrazionali rispetto assumersi rischi quando valutano le potenziali perdite, e di evitare i rischi quando valutano i potenziali a guadagni e perdite. Secondo questa teoria: guadagni. Questi 1. Rischio perprocessi le perdite:avvengono in due fasi: Le persone accettano di correre rischi per evitare una perdita. 2. Evitare rischi per i guadagni: Le persone evitano rischi quando si tratta di proteggere un guadagno certo. 1. Nella prima fase, sempli ichiamo l'informazione disponibile. - Il processo decisionale avviene in due fasi: 2. Nella seconda fase, scegliamo Prima si semplifica l'opzione l’informazione che crediamo offra la migliore prospettiva di un vantaggio. disponibile. Poi si sceglie l’opzione con il miglior vantaggio percepito. La teoria del prospetto avanza altre ipotesi per spiegare le nostre modalità di decisione. Un'ipotesi, il cosiddetto La teoria certezza, effetto introduce anche l’effetto certezza, presuppone per cuiprendiamo che quando gli esiti sicuridecisioni hanno piùattribuiamo peso nelle decisioni un pesorispetto a quelliagli maggiore incerti. esiti sicuri. Inoltre, confrontiamo sempre le scelte con un termine di riferimento e mostriamo una preferenza asimmetrica: siamo più La teoria motivati del prospetto a evitare ipotizza perdite che che a ottenere nel valutare guadagni le diverse opzioni di scelta, le confrontiamo con un termine di equivalenti. riferimento. Inoltre, ipotizza che siamo più disposti ad assumerci rischi per evitare perdite, che non per ottenere guadagni. Questa asimmetria nelle preferenze relative ai rischi dimostra che siamo disposti ad assumerci un rischio se pensiamo che esso possa servire a evitare una perdita, ma siamo contrari al rischio se ci aspettiamo di prendere qualche vantaggio. Processi decisionali e cervello In uno studio i ricercatori hanno esaminato le differenze tra volontari sani e persone con un danno al lobo prefrontale nello svolgere un compito di gambling (giochi d'azzardo) che comportava prendere decisioni rischiose. La prestazione dei giocatori con danni al lobo prefrontale era scarsa, essi sceglievano le carte dai mazzi più rischiosi e da quelli più sicuri con uguale frequenza, un comportamento che iniva per portare la maggior parte di loro alla rovina. I partecipanti sani gradualmente spostavano la scelta sui mazzi più sicuri, mostrando reazioni emozionali anticipatorie anche al solo pensare di estrarre dal mazzo rischioso. I pazienti con danno non mostravano queste emozioni anticipatorie. Durante i compiti di gambling, quando il partecipante prende decisioni rischiose, si osserva in una regione della corteccia prefrontale un aumento dell'attivazione rispetto a quando prende decisioni sicure. Presi nel loro complesso, questi studi di neuroimmagine e quelli su pazienti con lesioni cerebrali dimostrano chiaramente che i processi con cui formuliamo le decisioni rischiose dipendono in maniera critica dall'attività della corteccia prefrontale. Decision making ed economia Come prendiamo le decisioni in ambito economico? h Il modello standard di homo oeconomicus sostiene che il comportamento umano sia sempre basato su un pensiero intenzionale, razionale e privo di errori, Il modello orientato standard a massimizzare di homo i benefici oeconomicus personali, senza esseresuggerisce influenzato dache il comportamento emozioni umanonella o contesti sociali. Tuttavia, è basato universalmente realtà, l’interazione sul sociale non è pensiero guidata intenzionale esclusivamente e controllato, privo di errori e volto alla massimizzazione dei bene ici personali dalla razionalità. indipendentemente Le dal contesto nostre decisioni, specialmente sociale in situazioni e da in illuenze che coinvolgono dare o ilemotive. Maspesso ricevere, sono in realtà , l’interazione influenzate sociale da stati emotivi umana momentanei, è affetto, come raramente guidata esclusivamente dalla ragione (razionalità ): il nostro comportamento in situazioni che empatia o rabbia, o dal senso di appartenenza a un gruppo. Per questo motivo, sono state sviluppate teorie che cercano di spiegare come le persone prendano decisioni economiche tenendo conto di fattori emotivi e sociali. coinvolgono il dare o il ricevere è guidato da stati momentanei, come l'affetto, l'empatia o la rabbia, = l’appartenenza ad un gruppo. Sono state create delle teorie per spiegare come le persone prendano decisioni in ambito economico. La teoria dei giochi La teoria dei giochi iniziò ad essere fonte di interesse scienti ico dopo il 1944, data in cui venne pubblicato il volume “Theory of Games and Economic Behavior”, risultato della collaborazione di John Von Neumann e Oskar Morgenstern. · Questa La teoriateoria assume dei giochi una si basa su teoria matematica che una rappresentazione intende descrivere matematica che descrivelacome scelta razionale i giocatori dei giocatori (individui, famiglie,(individui, imprese, ecc.) famiglie, imprese...) in situazioni di interazione strategica, cioè in situazioni in cui il comportamentopossono prendono decisioni razionali in situazioni di interazione strategica, ovvero quando le scelte di un giocatore di un influenzare il comportamento e/o il benessere degli altri. Questa teoria utilizza modelli semplificati per rappresentare giocatorereali, situazioni puòaiutandoci in luenzare il comportamento a capire e/o il benessere meglio come avvengono di un altro giocatore. La teoria dei giochi si basa su certe decisioni. modelli, cioè rappresentazioni sempli icate di situazioni reali che ci aiutano a comprendere meglio le nostre In ambito economico, osservazioni la teoria e le nostre dei giochi analizza vari tipi di giochi che dimostrano come le decisioni siano influenzate da esperienze. fattori interpersonali ed emotivi, oltre che dalla razionalità. Tversky e Kahneman hanno approfondito le strategie decisionali in ambito Ci sono diversi economico, giochi mostrando che vengono attraverso studiati i loro studie tre in letteratura chefenomeni psicologicamente mostrano come duranteinteressanti decisioni diche tipo evidenziano come il comportamento umano non sia sempre razionale. economico le persone siano in luenzate da aspetti interpersonali ed emotivi. Tversky e Kahneman sono i maggiori studiosi che si sono occupati delle strategie, della decision making in ambito economico e in letteratura sono notipiù Ecco una spiegazione trechiara fenomeni interessanti e sintetica dal punto di vista psicologico, che dimostrano come le persone dei tre fenomeni: ~del non sono solo esseri 1. Punizione razionali: altruistica: Le persone puniscono chi si comporta in modo scorretto o non cooperativo, anche s se questo comporta un costo personale e non porta alcun vantaggio diretto. Secondo le teorie evoluzionistiche, anche 1. Punizione altruistica: questa tendenza le persone ha una funzione puniscono adattativa: un comportamento promuove non cooperativo- la cooperazione, fondamentale unfair-senza guadagno e per la sopravvivenza condella specie.personale un costo Punire chi (Stroebel si comportaatinal.2011). modo scorretto aiuta a mantenere La punizione altruisticaunviene comportamento tipicamente cooperativo spiegatanelcome un gruppo. risultato adattativo della nostra specie, perché molte teorie mostrano come la nostra specie sia aiutata nella sua · 2. Altruismo parrocchiale: La tendenza a punire comportamenti scorretti è più forte se il colpevole è un sopravvivenza dal concetto membro del proprio gruppo.di Alcooperazione. contrario, se la Se quindi persona una persona scorretta mostra appartiene un comportamento a un gruppo diverso, la unfair, può essere disadattivo propensione per quella a punirla specie. diminuisce. Dunque, Questo secondo fenomeno gli evoluzionisti, evidenzia come il senso noi abbiamo la al di appartenenza tendenza gruppo a punire chi si influenziinlemodo comporta decisioni. scorretto. 3. Punizione antisociale: In situazioni di competizione, alcune persone puniscono comportamenti cooperativi oparrocchiale: 2. Altruismo equi, anche se ciò comporta tendenza un costoun a punire personale. Questo comportamento comportamento potrebbe derivare non corretto/cooperativo neidaconfronti di invidia o dal desiderio di danneggiare chi si comporta meglio di loro. qualcun’altro, è più forte se è messo in atto da un membro del proprio gruppo (Feher e Fischbacher 2004; Bernhard et al 2006). Invece, nel gioco di spartizione del denaro, se chi si comporta in modo non cooperativo è una persona non appartenente al proprio gruppo, si è meno propensi a punire. 3. Punizione antisociale: punire, anche con un costo personale, il comportamento cooperativo-fair di un’altra persona; di solito capita quando si creano situazioni di competizione. (Hermann, 2008, Goette et al. 2012) Questi comportamenti riguardano tutti gli esseri umani, ma ci sono delle differenze culturali. La tendenza a punire in contesti economici è in luenzata dalla cultura di appartenenza: - culture collettiviste: il benessere della collettività viene messo prima di quello dei singoli (come la società cinese) - culture individualistiche: l’indipendenza e l’autonomia personale sono percepite come più importanti di quelle comuni (cultura italiana) Esempio di gioco economico: Third Party Punishment, ovvero punizione da parte di una terza parte. Ci sono 3 giocatori A B C: A deve spartire una quantità di denaro tra 1 e 10 con B, mentre C osserva; ha a disposizione 20 unità monetarie e può decidere di darne quante vuole a B. E considerata: - unfair se spartisce 6 o meno di 6 unità monetarie - neutra se spartisce 7 unità - fair/adeguata quando le persone spartiscono con B una cifra maggiore o uguale a 8 unità B ha un ruolo passivo, ovvero non può fare niente se non accettare la decisione di A. C osserva il comportamento di A e può decidere se punirlo o meno usando le sue unità monetarie, quindi punire ha un costo. Di solito si fa credere a C di star osservando una situazione reale, quando in realtà la situazione è preregistrata. Spesso le persone, quando sono nella condizione di vedere un comportamento non corretto, non puniscono sempre, ma si è visto che si può mettere in atto la punizione altruistica, cioè C decide di punire A ad un costo personale. Ciò accade più comunemente nelle culture collettiviste rispetto a quelle individualiste. Immaginiamo che prima del gioco le persone vengano munite di una maglietta, o rossa o verde, e che i due diversi colori formino i due rispettivi gruppi. Allora, quando C vede A essere unfair nei confronti di un B, e tutti e tre appartengono al gruppo rosso, C sarà più propenso a punire A, rispetto alla situazione in cui C appartiene al gruppo rosso e A e B a quello verde. In questo caso si parla allora di altruismo parrocchiale. In modo casuale capitava anche che C mettesse in atto il comportamento di punizione antisociale, cioè puniva a suo costo personale anche un comportamento corretto di A. Una possibile spiegazione di questo comportamento è che in qualche modo C entra in competizione con A e quindi vuole vincere rispetto ad A. La punizione sembra signi icare una sorta di vincita, anche se in realtà le due persone non erano state messe in competizione. Questo è un comportamento maggiormente presente nelle culture individualiste. Questi esempi indicano quindi che nel decision making in ambito economico, le scelte delle persone non sono supportate da razionalità , in quanto non c’è motivo che una persona punisca un’altra perdendo lei stessa dei soldi, se lo scopo del gioco è massimizzare il proprio guadagno. MOTIVAZIONE La motivazione è de inita come stato interiore che orienta e sostiene l’individuo verso uno scopo. Fa anche riferimento ad un insieme di processi che iniziano, guidano, supportano e concludono una sequenza di comportamenti volti ad uno scopo. In molti meccanismi che riguardano la motivazione è coinvolta la sensazione di piacere. Il piacere serve a modulare il comportamento di un individuo, inducendolo a ripetere comportamenti che accrescono il nostro vantaggio biologico. Il piacere può quindi può essersi evoluto come un mezzo di cui il cervello si serve per conservare traccia delle conseguenze bene iche o meno di un certo 6 comportamento comportamento. Quindi un comportamento piacevole tenderà ad essere ripetuto dal nostro organismo. che aumenta la Due modelli concettuali nel considerare la motivazione: Probabilità di sopravvivenza - l’individuo è spinto a fare qualcosa (es. teoria pulsionale di Freud) - l’individuo è attratto o attivato dal mettere in atto un particolare comportamento (es. teoria dell’arousal) Teoria dell’arousal, Yerkes e Dodson L’individuo è attratto o attivato dal mettere in atto un particolare comportamento. E la principale teoria che riguarda l’attivazione. Afferma che la prestazione ottimale si ha in presenza di attivazioni moderate. Loro mettono in relazione quanto noi siamo attivati e quindi motivati nello svolgere un compito e l’esito di quest’ultimo. Mettono in relazione l'attivazione e la prestazione → Troppa attivazione (come essere agitati) e attivazione troppo bassa causano prestazioni scadenti. L’attivazione ottimale è quindi quella media. Teoria pulsionale di Freud Da un altro punto di vista l’individuo è spinto a fare qualcosa. Secondo Freud gli uomini sono in luenzati nel loro agire da due pulsioni innate, ovvero la libido (piacevolezza) e la destrudo (distruzione). Esse hanno la loro sede nell’es, nell’inconscio e tendono continuamente ad emergere e a trovare soddisfazione. Gli uomini non possono soddisfare direttamente tutte le proprie pulsioni, quindi, agiscono dei meccanismi (di difesa) per renderle accettabili. Ad esempio, le persone: - rimuovono quelle che ritengono inaccettabili o irraggiungibili (temiamo conseguenze esterne, socialmente inaccettabili) - sostituiscono l’oggetto verso il quale queste sarebbero dirette (teorie della sublimazione, si sostituisce la spinta pulsionale in qualcosa di socialmente accettabile) - razionalizzazione, cercare una spiegazione razionale per avere una spiegazio

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