Psicologia dello Sviluppo Avanzato 1 PDF
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Francesca Roggero
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Questi appunti trattano lo sviluppo motorio e percettivo nei primi anni di vita (0-3 anni), con attenzione a diverse tematiche come i riflessi neonatali e il ruolo attivo del neonato nello sviluppo. Vengono discussi anche lo sviluppo del linguaggio e della percezione.
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Francesca Roggero ESAME scritto 32 domande a risposta multipla con 4 alternative: -Esonero 25 ottobre sulla parte spiegata dalla Re -Esonero 28 novembre sulla parte spiegata dalla Giannotta ! Entrambe devono essere sufficienti, altrimenti si rifà tutto l'esame intero in una volta ! ! Iscriversi al...
Francesca Roggero ESAME scritto 32 domande a risposta multipla con 4 alternative: -Esonero 25 ottobre sulla parte spiegata dalla Re -Esonero 28 novembre sulla parte spiegata dalla Giannotta ! Entrambe devono essere sufficienti, altrimenti si rifà tutto l'esame intero in una volta ! ! Iscriversi all'appello ufficiale scrivendo se vuoi accettare il voto o no ! LIBRO Vianello, Gini, Lanfranchi “Psicologia dello Sviluppo” (UTET) + Eventuali approfondimenti caricati su Moodle + Slide caricate su Moodle 1^ e 2^ lezione: 03/10 e 04/10 LO SVILUPPO MOTORIO E PERCETTIVO NEI PRIMI ANNI DI VITA (0-3 anni) Il periodo neonatale ed i primi mesi di vita sono il miglior periodo per capire quali processi siano innati e quali vengano invece appresi. -Diversi anni fa sicuramente l'idea del bambino e del neonato era completamente diversa e ciò aveva influenze sul sistema educativo: nel '900 si fasciava il bambino lasciandogli fuori solo la testa, come a rappresentare il ventre materno; infatti lui stava buono perché si sentiva come nella pancia della mamma. L'idea all'inizio era che il neonato non fosse in grado di fare nulla (=tabula rasa) e che apprendesse tutto in seguito, anche perché non vi erano strumenti che consentissero di studiare le competenze del neonato. -Oggi invece si considera che il neonato ha un ruolo attivo fin dalla nascita e per studiare i processi di apprendimento si sfruttano le poche competenze che il neonato possiede (e già quando è un feto): il riflesso della suzione, il movimento delle braccia, delle mani, dei piedi, degli occhi, della testa (anche se non sono movimenti sempre coordinati e volontari inizialmente). Le tecniche + usate sono l'abituazione, il condizionamento, l'osservazione. Sviluppo motorio Grazie alle tecniche ecografiche è stato possibile studiare i movimenti del feto, che compaiono già nell'8°-9° settimana di gravidanza, in cui è ancora un embrione e muove le braccia -> non considerati riflessi (perché non ci sono stimoli che possano stimolare dei riflessi) ma movimenti spontanei, e alcuni di questi sono identici a quelli osservabili nel neonato, come succhiare il pollice. Funzionalità dei movimenti del feto: contribuire al suo benessere, prepararsi alla vita post-natale, sviluppo muscolo-scheletrico, preparazione al momento del parto, specializzazione di midollo spinale ed encefalo. I riflessi -> indice di una buona salute del bambino e di un buon sviluppo. Alcuni compaiono subito e altri dopo, quindi il pediatra controlla che compaiano e poi scompaiano alla corretta età. Questi riflessi sono detti neonatali ma esistono riflessi che da adulti permangono e sono chiamati permanenti (es: chiudere gli occhi davanti a una luce intensa, sbadiglio, starnuto, singhiozzo -> quest'ultimo prepara alla respirazione). Tra i riflessi neonatali: -Rooting: quanto sente una leggera stimolazione sulla guancia volge la testa in quella direzione e apre la bocca; ciò facilita la capacità di nutrirsi dal seno materno (che all'inizio per lui è difficile, ma è il suo secondo obiettivo dopo la respirazione). Francesca Roggero -Suzione: succhia quando si introduce qualcosa in bocca (anche i suoi stessi piedini) o gli si toccano le labbra; consola il bambino (infatti gli si dà anche il ciuccio). -Prensione: afferra saldamente qualsiasi cosa venga premuta contro il palmo della sua mano; l'ipotesi è che questo derivi dal bisogno di sopravvivenza e che quindi derivi dai primati (aggrapparsi alla mamma). -Moro (accade meno spesso): se si sorprende il bambino con un forte rumore, allarga le braccia e poi le richiude contro il proprio corpo come per stringere qualcosa; la funzione si pensa sia la stessa della prensione. -Marcia automatica: quando è sorretto verticalmente e i suoi piedi toccano terra esegue dei passi; è una predisposizione alla deambulazione. Lo sviluppo motorio segue 2 direzioni 1). Sviluppo motorio in direzione cefalo-caudale: ◦ Controllo dei movimenti del capo: la testa è la parte + importante perché gli consente di mettersi nella posizione + comoda per nutrirsi nel miglior modo possibile; ◦ Controllo dell’asse corporeo; ◦ Movimenti braccia, mani, gambe. 2). Sviluppo motorio in direzione prossimo-distale (dalla parte centrale del corpo a quella periferica) ◦ Prima c'è il controllo dei movimenti delle parti più centrali degli arti e poi delle parti più periferiche, ovvero prima gambe e braccia, e poi piedi, mani, e dita di entrambi. General movement = movimenti globali, intesi come movimenti spontanei che coinvolgono tutto il corpo; durano da pochi secondi a un minuto e sono osservabili durante lo stato di veglia; hanno carattere armonioso e fluente. Il movimento di prensione consente al bambino di afferrare un oggetto. ◦ Non avviene automaticamente ma grazie a una serie di tentativi che il bambino opera; ◦ si sviluppa intorno ai 4 mesi, perché per svolgerlo è necessario che abbia acquisito certe competenze; ◦ si divide in due componenti: Francesca Roggero a. Reaching: la sequenza di movimenti di raggiungimento, che consentono l’approccio e l’avvicinamento de braccio e della mano all’oggetto. --> reaching precoce: già dalla nascita è possibile osservare dei comportamenti in cui il bambino cerca di raggiungere un oggetto di interesse (movimenti di preavvicinamento del braccio e della mano); con ripetuti tentativi e piccoli aggiustamenti il bambino infine riesce ad afferrare l’oggetto. b. Prensione: l’abilità di coordinare e modulare i movimenti della mano e delle dita in relazione alle specifiche caratteristiche dell’oggetto. -A 4 mesi il comportamento è ancora poco sviluppato, non sempre il bambino riesce ad afferrare. Tipico è il raggiungimento dell’oggetto «a rastrello» (opposizione tra le dita e il palmo). -A 6 mesi il bambino afferra opponendo il palmo alle prime 3 dita e inizia a integrare le informazioni percettive per cogliere le proprietà dell’oggetto e regolare meglio il movimento, calibrando anche la forza. Lanciare l'oggetto è un modo per scoprire gli oggetti intorno a sé e imparare ad afferrarli con la giusta forza e con movimenti precisi. -A 9 mesi il comportamento è completo e la prensione avviene come negli adulti ed emerge la presa a pinza (opponendo il pollice e l’indice) che consente maggiore precisione. Comincia anche la manipolazione bilaterale e la preferenza per l’uso di una mano per le attività che richiedono maggiore precisione (predominanza manuale). -A 12 mesi il bambino comincia anche ad afferrare oggetti in movimento e solo più avanti a prendere un oggetto che gli viene lanciato, come la palla. I primi 3 anni di vita Quando prende > consapevolezza di sé verso i 5-6 mesi, il bambino ha due grossi obiettivi legati alla conquista dell'ambiente: 1. raggiungere una sempre maggiore mobilità nello spazio; 2. tendenza a raggiungere la stazione eretta per avere libere le mani -> poter afferrare gli oggetti, scoprire e manipolare cose nuove. In questo c’è comunque una grande variabilità interindividuale. Nei primi mesi e anni non si stanca mai di ripetere un gesto/movimento, di provare e riprovare, ha voglia di tentare, imparare, infatti se cade e l'adulto ride, anche lui ride invece di spaventarsi. La postura Il controllo della postura e il movimento di afferramento sono strettamente correlati, così come il fatto di stare seduto e la socialità, perché lo stare seduto oltre a permettere di manipolare gli oggetti con più facilità consente anche di guardare gli altri in viso, ad esempio quando la mamma parla; così il bambino impara ad alternare le conversazioni. Nel neonato la postura sia supina che prona orizzontale è quella più frequente. Per arrivare alla postura seduta autonomamente sono necessari diversi step: 1. bambino seduto con supporto di un adulto; 2. bambino seduto con tronco inclinato in avanti per avere il sostegno delle mani e delle braccia; 3. bambino seduto in maniera autonoma senza supporto -> 6 mesi; 4. bambino seduto che può muovere le braccia liberamente senza perdere l’equilibrio. Francesca Roggero La locomozione 3-5 mesi: il bambino inizia a rotolare da prono a supino, striscia sul pavimento, afferra i giochi grazie alla capacità di prensione intenzionale e di controllo visivo dell’oggetto. 6-9 mesi: raggiunge la posizione seduta e il gattonamento*. 9-10 mesi: sa stare in piedi con sostegno. 10-12 mesi: raggiunge autonomamente la posizione eretta e comincia a rimanere in piedi senza sostegno mentre si sposta aggrappandosi a mobili e oggetti. 12-18 mesi: compie i primi passi, che permettono lo sviluppo dell’orientamento spaziale e temporale, della consapevolezza del proprio corpo nello spazio, della pianificazione motoria. 18-24 mesi: esplora l’ambiente attraverso ricche esperienze senso-motorie, maturano gli schemi motori di base, il controllo posturale e prassico-manuale. 24-36 mesi: sviluppa le coordinazioni cinetiche semplici quali correre, calciare la palla, afferrarla e lanciarla. *Il gattonamento: -verso i 4 mesi e mezzo se lo si mette sul tappetone lui si sposta rotolando: il rotolamento è il primo movimento che sa fare da solo ed è propedeutico al gattonamento. -verso i 6 mesi può iniziare a gattonare: il gattonamento classico è a 4 zampe, ma molti strisciano o gattonano solo con una gamba. Funzione importante del gattonamento è andare a prendere gli oggetti a cui sono interessati. Ma poi si rendono conto che hanno bisogno di avere le mani libere per tenere l'oggetto e quindi provano a tirarsi su, cominciando dal lettino in cui hanno le sbarre, poi camminando di lato; dopo provano vicino a mobiletti della loro altezza in modo da potersi appoggiare. Quando poi sono in grado di camminare lo fanno senza preoccuparsi degli ostacoli. Teoria dei sistemi dinamici (Thelen, 1995) Secondo Thelen, la genesi e lo sviluppo della locomozione sono il frutto di processi di coordinazione tra più sistemi dinamici: il sistema nervoso, il corpo e le caratteristiche biomeccaniche proprie di ognuno. Per lui la locomozione non dipende dall’acquisizione dei meccanismi e delle strategie del passo che possediamo già (riflesso della marcia automatica), ma da vincoli fisici che quando scompaiono consentono al bambino di camminare. --> Quindi per Thelen il bambino ha già insito in sé il processo di camminare, ma è impossibilitato: la testa è troppo pesante, gli arti poco sviluppati, la posizione del baricentro del corpo troppo alta. Durante il primo anno avvengono poi grandi cambiamenti fisici che consentono un abbassamento del baricentro e un incremento della massa muscolare degli arti. Francesca Roggero Alla nascita: riflesso della marcia automatica; -scomparsa del riflesso entro i 4 mesi; -ricompare la capacità di camminare come comportamento appreso, mirato e controllato. DOPO I 3 anni Dai 3 anni in poi il bambino ha acquisito molte abilità motorie e il fatto di compiere movimenti sempre più complessi (es. saltare, arrampicarsi ecc.) è fonte di grande soddisfazione per lui. Al contrario, la consapevolezza di non essere in grado di compiere certi movimenti può portare a senso di inadeguatezza e frustrazione. Sviluppo motorio, sociale e linguistico Interazione triadica bambino-oggetto-adulto: è necessario sia possedere l’intenzionalità di condivisione dell’interesse per l’oggetto ma anche la capacità di afferrare l’oggetto e porgerlo all’adulto. Sviluppo del linguaggio: il bambino seduto o che cammina ha le mani libere e può produrre gesti comunicativi per interagire con l’adulto. Postura seduta: consente di stare faccia a faccia con l’adulto facilitando la comunicazione e lo sviluppo del linguaggio. Ricorda: nell'autismo NO intersoggettività/pointing/attenzione condivisa (intenzione comunicativa). ABILITÀ MOTORIE E RENDIMENTO SCOLASTICO Importanza della motricità fine e della coordinazione visuo-motoria per disegnare, scrivere, colorare: man mano che il bambino riesce sempre più a controllare la motricità fine sa utilizzare bene le 3 dita che servono a impugnare correttamente la penna e scrivere, ma partendo prima dal pennarello grande per poi arrivare alla penna più fine. Prima il bambino automatizza i gesti grafo-motori che gli consentono di scrivere in maniera rapida e fluente maggiori saranno le risorse cognitive necessarie per aspetti più complessi della scrittura, come ad esempio l’ideazione o l’organizzazione delle idee. ATTENZIONE: quando il bambino afferma di «non amare il disegno» o «odiare gli sport» potrebbe nascondersi una difficoltà motoria. GLI STATI DEL NEONATO IL SONNO -Nelle prime 2 settimane dorme 16 ore al giorno divise in 7-8 intervalli, con pause per mangiare. Il neonato non ha ancora sviluppato il ritmo circadiano quindi non sa distinguere giorno e notte. -Intorno ai 6-7 mesi dovrebbe dormire per l'intera notte, anche se per molti bambini non è così. Dipende dal bambino stesso e dalle culture. -Nel neonato il sonno REM (rapid eye movement) ricopre il 50% del sonno del bambino, mentre nell’adulto il sonno REM è il 21%. Perché? Ipotesi: il sonno REM è necessario per rielaborare tutte le stimolazioni ottenute durante la veglia. (Durante l'adolescenza si sposta il ritmo circadiano, infatti gli adolescenti hanno sonno solo più tardi, ma per la scuola devono svegliarsi molto presto e ciò li mette in difficoltà). Francesca Roggero Il pianto -È la prima forma di interazione col mondo e, insieme a vocalizzazioni e balbettio, costituisce un precursore del linguaggio, perché ha un’intenzione comunicativa, seppur non intenzionale. -Comunica disagio (il neonato ha fame, ha sonno). -Elicita una risposta empatica nell’adulto. -Ha una grande importanza per la sopravvivenza del bambino ma anche per lo sviluppo sociale. -Ha caratteristiche diverse a seconda della causa e i diversi pianti sono distinguibili da un’analisi delle onde sonore emesse dal pianto stesso. Di solito la madre (o comunque il caregiver) è in grado di distinguere i vari tipi di pianto. LA VEGLIA INATTIVA Il neonato sembra inattivo ma osserva e scopre molto, impara, quindi la veglia inattiva è uno stato di tranquilla attenzione diffusa. Questo stato permette l'apprendimento e la relazione con gli altri. -> All'inizio è poco frequente e dura una decina di minuti circa, poi più il bambino cresce, si rafforza, più i momenti di veglia diventano frequenti e lunghi, perciò egli apprende sempre di più. IL SORRISO Può essere di diversi tipi: ◦ Sorriso endogeno (primo mese di vita) -> dovuto a una reazione interna involontaria, senza relazione con l’ambiente, come smorfie, che vengono scambiate per sorrisi. ◦ Sorriso esogeno (dal secondo mese di vita) -> in risposta a eventi esterni (es. vista di un volto conosciuto e voce). ◦ Dal terzo mese -> sorriso a stimoli statici (es. oggetti familiari come il biberon). ◦ Dai cinque mesi -> espressione di uno stato interno di piacere. L'ATTENZIONE I neonati sono capaci di percepire i cambiamenti che si verificano nell’ambiente e di esplorare gli oggetti che possono mettere a fuoco. -> La presenza di attenzione selettiva è dimostrata dalla capacità di “inseguire” con lo sguardo oggetti grandi e/o in movimento. LA PERCEZIONE DEL NEONATO -Direzione dello sguardo e tempi di fissazione sono parametri che indicano la capacità di selezionare, elaborare e immagazzinare informazioni. -Con l’aumentare dell’età aumenta la velocità di analisi ed elaborazione delle informazioni. LA PERCEZIONE VISIVA L'apparato visivo è completo alla nascita ma al neonato mancano le reti neurali che consentono di elaborare l'immagine che viene trasmessa dalla retina; non ha la muscolatura adeguata per coordinare gli occhi (coordinamento binoculare). -Riesce solo a mettere a fuoco oggetti distanti 25 cm (distanza tra seno e volto della mamma). -Già attorno al 7° mese di gravidanza il feto reagisce agli stimoli luminosi, infatti se si punta una fonte luminosa nel ventre materno e nel mentre si fa l'ecografia, si vede che il feto chiude le palpebre. -Alla nascita il riflesso pupillare consente al neonato di reagire alla luce e al buio. Francesca Roggero Inoltre: -Riesce ad orientare lo sguardo verso la fonte luminosa. -È in grado di compiere movimenti oculari che gli consentono di esplorare il campo visivo. -Riesce a seguire uno stimolo che si sposta lentamente dal centro verso l’esterno. -Preferisce: oggetti di grandi dimensioni, curvilinei, strutturati e complessi, in movimento. --> Studio di Robert Fantz, anni '60: i neonati di fronte a due stimoli di diversa complessità (es. disco a cerchi concentrici vs disco colorato), preferiscono quelli più complessi, ovvero il primo cerchio. Inoltre i neonati preferiscono guardare il volto umano e in seguito riconoscono i volti familiari. Distinguono anche un volto da altro volto che invece ha i vari elementi disposti in maniera asimmetrica. --> Si tratta di un fenomeno innato ma anche adattivo, perché permette di stabilire le relazioni primarie coi caregivers e favorisce l'attaccamento. -A 2/3 mesi la messa a fuoco è di 150 cm e a 3 mesi si sviluppa la convergenza binoculare. -Iniziano ad esplorare non solo il contorno ma anche l’interno dell’oggetto (compreso il volto umano). -A 2 mesi di vita il numero dei movimenti saccadici (degli occhi) è più del doppio rispetto a 1 mese, quindi controllano meglio i loro occhi. Per quanto riguarda il colore, la percezione è precoce: a 1 mese percepiscono delle macchie di colore in movimento; a 3 mesi differenziano il rosso, il verde e il blu; a 4 mesi la percezione del colore è uguale a quella dell’adulto. => Il neonato sa discriminare luminosità, movimento, colori. Costanze percettive Perché ci sia riconoscimento degli oggetti, il bambino deve essere capace non solo di discriminare, ma anche di generalizzare gli attributi, sempre mutevoli, degli oggetti. -Costanza della forma: riconosce l'oggetto se viene ruotato/inclinato? -Costanza della dimensione: l’oggetto nella testa del bambino mantiene la sua dimensione anche se si allontana o si avvicina? Oppure lui pensa che se questo gli appare più piccolo quando viene allontanato, allora l'oggetto sia effettivamente più piccolo? ◦ Slater e Morrison (1985) dimostrano che il neonato è in grado di identificare come forme identiche due sagome presentate da angolature diverse a partire dai due mesi. Francesca Roggero ◦ Inoltre, gli oggetti mantengono la stessa grandezza nonostante cambi la dimensione della loro immagine retinica. ◦ Esperimenti di Bruner: verifica se bambini di pochi mesi spostano la testa indietro o interpongono le mani se un oggetto si avvicina loro, e vede che: -questa risposta è presente per oggetti piccoli, a 30 cm di distanza; -questa risposta non è presente per oggetti grandi, ma a 1 m di distanza, perché la dimensione retinica è la stessa dell’oggetto piccolo, ma quest'ultimo è stato messo più vicino al bambino. => I bambini percepiscono la distanza e la costanza dell'oggetto LA PERCEZIONE DELLA PROFONDITÀ: Gibson e Walk, il "precipizio visivo" L'esperimento vuole vedere quanto il genitore influenza il comportamento del bambino, e consiste nel far gattonare alcuni bimbi tra 9 e 12 mesi su un pavimento di plexiglass che dà l'illusione che ci sia un precipizio da attraversare per raggiungere il giocattolo messo dal lato opposto del tavolo. In realtà il plexiglass continua, senza quindi alcun pericolo reale. Il sorriso della mamma e il suo incoraggiamento conducono il bimbo ad attraversare tranquillo il pavimento, mentre la mamma angosciata comunica al bimbo un senso di timore che bloccano il suo incedere. (In ogni caso il gradino visivo porta i bambini ad affrontarlo non in avanti ma col sederino, in modo da sentirsi più tranquilli.) Sincretismo percettivo = fenomeno per cui la percezione della struttura di insieme ostacola l’individuazione delle singole parti, quindi difficoltà ad analizzare strutture forti e unitarie e scomporle nelle loro unità. ◦ Esperimento di Heiss e Sander (1948): "sostituire un elemento tratteggiato, inserito in una certa struttura, con lo stesso elemento con la stessa forma ma un altro colore inserito in un’altra struttura”. Ovvero: Sostituire l’elemento grigio con l’elemento uguale inserito in A (insieme non organizzato) o B (insieme organizzato). -> Per i bambini è più facile estrarre l’elemento da A, infatti bambini sotto i 7 anni ci mettono il doppio del tempo con B rispetto a A. Perché? Difficoltà ad analizzare strutture percettivamente forti e unitarie. L’insieme unitario dello stimolo B polarizza l’attenzione. Francesca Roggero LA DISCRIMINAZIONE UDITIVA I neonati discriminano: - la voce materna dalle altre (già ad 1 giorno di vita). Non c’è la stessa preferenza per la voce paterna, forse perché nella pancia sentono già quella della mamma dall'interno; - le note di una scala tonale; - la voce umana da altri suoni; - “ba” vs “pa” o “ma” vs “na” (1-2 mesi). Inoltre: - localizzano il suono nello spazio (spostano lo sguardo verso la fonte del suono); - hanno una soglia uditiva alta (quindi dormono anche se c'è caos) ma buona; - apprezzano non il silenzio totale ma i suoni bianchi perché simili a quelli che sentono nel ventre materno. I seguenti studiosi hanno dimostrato che i bambini: ◦ possono regolare la suzione col ritmo del battito materno -> De Casper e Sigafoos (1983) ◦ preferiscono un racconto letto durante la gravidanza --> De Casper e Spence (1986) ◦ discriminano suoni umani e non --> Hutt, Lenard e Prechtl (1969) ◦ preferiscono il suono della lingua materna --> Moon, Panneton-Cooper e Fifer (1993) ◦ preferiscono la voce materna alla nascita --> De Casper e Fifer (1980) (Infatti, se quando nasce viene messo in braccio alla mamma e questa gli parla, smette di piangere). --> Esperimento: il neonato succhia su un ciuccio collegato a un dispositivo che misura il ritmo della suzione. Quando succhia, sente la voce della madre che racconta una storia, imparando ad associare il suo comportamento (suzione) alla ricompensa (la voce materna) attraverso il principio di condizionamento operante. Quando la voce viene sostituita da quella di un'altra donna, il neonato cambia il ritmo della suzione, mostrando una preferenza per la voce della madre. GUSTO E OLFATTO I neonati così come gli adulti preferiscono sapori dolci e odori gradevoli (espressione di soddisfazione) piuttosto che sapori amari/acidi, e odori sgradevoli (espressione di disgusto). Esperimento: si fanno assaggiare diversi tipi di sapore a neonati per vedere le loro espressioni facciali 1= assenza di stimolo 2= acqua 3= soluzione dolce 4= soluzione acida 5= soluzione amara (Steiner) Francesca Roggero Esperimento: si pone sui due lati del viso del neonato (di pochi giorni) una garza divisa in due: una metà imbevuta di latte materno di una donna estranea e l'altra metà con il latte della sua mamma. Il neonato, già in grado di riconoscere l'odore specifico della madre, tende a girarsi verso la parte imbevuta del latte della propria madre. (Mac Farlane)