Processi Cognitivi: Teoria Giannini PDF
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Giannini
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This document presents a theory of cognitive processes, by Professor Giannini. It details the scientific method in psychology, covering different research methods like descriptive, correlational and experimental, and discussing variables and experimental designs. It also introduces the concept of differentiating between scientific and naive theories. The document uses the study of Clive Wearing as a case study for exploring human behavior and the complexity of cognitive processes.
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**PROCESSI COGNITIVI** **TEORIA** PROF. GIANNINI **CAP 1 - INTRODUZIONE** Forever Today è un documentario che racconta la storia di **Clive Wearing** e dell'infezione cerebrale che lo ha reso incapace di memorizzare qualsiasi nuova cosa o di ricordare episodi del passato. Questo documentario ra...
**PROCESSI COGNITIVI** **TEORIA** PROF. GIANNINI **CAP 1 - INTRODUZIONE** Forever Today è un documentario che racconta la storia di **Clive Wearing** e dell'infezione cerebrale che lo ha reso incapace di memorizzare qualsiasi nuova cosa o di ricordare episodi del passato. Questo documentario rappresenta una dimostrazione importante di quale sia il ruolo della memoria nella vita di ogni giorno e cosa può accadere nel momento in cui un'area cerebrale viene danneggiata. La storia vera di Clive Wearing ci permette di ragionare e riflettere su diversi aspetti: 1.**Comportamento umano** a\. Cosa guida il nostro comportamento? b\. Gli effetti di lesioni come quella di Clive Wearing, lo hanno reso una persona diversa? 2.**Complessità dei processi cognitivi** (linguaggio, decisione, memoria,\...) a\. Come sono legati fra loro questi processi? b\. Il danno ad uno solo di questi processi può influenzare il funzionamento degli altri? **[Che cos'è la psicologia? ]** Il termine psicologia deriva da due parole greche: Psyche (anima) e logos (parola, discorso). L'unione fra queste due parole nel significato moderno è traducibile con psiche = mente e logos = scienza e, di conseguenza, come studio della mente. La mente, però, non può essere osservata e, quindi, studiata. Ciò che possiamo fare è spostare la nostra attenzione al comportamento, chiaramente osservabile. La psicologia può essere quindi definita come lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali. Che cosa significa affermare che la psicologia è una scienza? Fare scienza consiste nel tentare di risolvere problemi rilevanti attraverso la raccolta e l'analisi sistematica dei dati. Ricorda: La psicologia può essere definita come lo studio scientifico del comportamento e dei processi mentali. **[Lo studio del comportamento]** Per poter studiare il comportamento s i utilizzano diverse fasi: 1. 2. 3. 4. 5. Possiamo dire di aver spiegato un comportamento osservato solo se riusciamo ad individuare le **cause più probabili** che lo hanno generato. Le cause del comportamento possono essere molteplici: Gli **eventi casuali**, ovvero che causano a loro volta altri eventi, tra i quali il comportamento, possono essere ricondotti a **livelli di spiegazione** diversi. Infatti, uno stesso comportamento può essere spiegato a livello **fisiologico** ma anche attraverso l\'osservazione degli **stati mentali** (come rabbia, paura, curiosità) **[Le cause del comportamento possono essere molteplici]**: Gli eventi causali, ovvero che causano a loro volta altri eventi, tra i quali il comportamento, possono essere ricondotti a **livelli di spiegazione** diversi. Infatti, uno stesso comportamento può essere spiegato a livello fisiologico ma anche attraverso l'osservazione degli stati mentali (come rabbia, paura, curiosità). Fare scienza consiste nel tentare di risolvere problemi rilevanti **attraverso la raccolta e l'analisi sistematica dei dati**. - **CAP 2 - METODI E PROCEDURE DELLA PSICOLOGIA** **[Il metodo scientifico ]** L'obiettivo globale della Psicologia come scienza è la spiegazione del comportamento. Come scienziati, numerosi psicologi sperimentali sono convinti che il comportamento, come altri fenomeni naturali, possa essere studiato oggettivamente. **Ipotesi** → affermazione generale da verificare riguardante la relazione causa effetto tra due o più eventi. L' ipotesi è la fase preliminare della teoria. Elaborazione di una teoria che spieghi le relazioni sistematiche esistenti in un particolare campo (descrivere e predire). **Teoria** → ipotesi generale elaborata/asserzione riguardante le relazioni fra variabili → se è una singola relazione: legge. Le teorie che non hanno alla base un metodo scientifico sono definite teorie ingenue e si basano sull'esperienza personale. **[Metodi e procedure per arrivare alla formulazione di una teoria]** I metodi forniscono strumenti per tradurre le idee del ricercatore in azioni. Metodo scientifico → insieme di regole (basate su: logica e senso comune) e procedure da seguire durante la ricerca scientifica per rispondere ad una domanda/ verificare un'ipotesi. **[Tipi (livelli) di ricerca]** **Descrittiva**. Obiettivo: osservare e registrare la frequenza con cui si verifica un determinato evento (Metodo osservativo, inchieste demoscopiche, etc), (no intervento variabili) **Correlazionale**. Obiettivo: scoprire in che misura le variazioni in un certo comportamento (una certa variabile) sono sistematicamente collegate alle variazioni di altre variabili. Si cercano relazioni, (no intervento variabili) **Sperimentale**. Obiettivo: fornire informazione causale. Possiamo comprendere perché avvengono (causa) certi fenomeni agendo su alcuni aspetti dell'ambiente/alcune variabili (indipendenti) per studiare le variazioni in altre variabili (dipendenti) individuandone la causa, (si intervento variabili) Il ricercatore modifica deliberatamente alcuni aspetti dell\'ambiente in cui avvengono: le variazioni in A provocano variazioni in B. **Tipologie di disegno di ricerca** **Descrittivo** → Visione televisione. Numero di ore trascorse davanti alla TV. Descrizione dell'esperienza. Osservazione del comportamento. **Correlazionale** → Più tempo i bambini passano davanti alla TV più sono presenti comportamenti violenti (correlazione positiva). **Sperimentale** → In laboratorio si suddividono a caso i bambini in tre gruppi. Ogni gruppo vede la TV per tempi diversi. Si riprendono con la videocamera mentre giocano. Analisi del filmato per quantificare i comportamenti violenti tra i tre gruppi. **[La psicologia come scienza]** La scienza psicologica si pone come obiettivo a\) la definizione della **relazione tra determinate variabili** (e.g. comportamento di aiuto e situazioni di gruppo) b\) **sistematizzare** tale relazione **nel corpo di conoscenze** proprie alla psicologia (e.g.: differenze di comportamento individuo vs gruppo) **[Psicologia scientifica e psicologia ingenua]** Scienza e senso comune **Teoria ingenua**: teoria fondata non su controlli scientifici ma sull\'esperienza personale Esse possono essere: a. b. Differenza tra teoria scientifica dalla teoria ingenua: metodo di controllo sperimentale. Esempio Un bambino corre in una stanza perlustrando ogni pertugio e nascondiglio. Perché? Il senso comune interpreta con alta probabilità un comportamento di questo tipo (esplorazione) come dovuto alla perdita di un oggetto, trascurando altre possibili spiegazioni La teoria ingenua viene usata per spiegare il comportamento del bambino; osservando il comportamento del bambino la teoria ingenua può essere: 1\. **confermata** se subito dopo avere scoperto il suo giocattolo preferito il bambino si rilassa e smette di cercare 2\. **respinta** se entra un amico e vi rendete conto che stavano facendo un gioco La differenza tra una teoria ingenua e una teoria scientifica consiste fondamentalmente nel **metodo di controllo delle spiegazioni**; per le teorie scientifiche il metodo principale è il **metodo sperimentale**. **[Il metodo sperimentale]** Metodo sperimentale → si basa su osservazioni oggettive (dipende da valutazioni e esperienze personali). Una caratteristica fondamentale del metodo sperimentale è che il tentativo di acquisire conoscenze si deve basare su **osservazioni oggettive**, cioè su tutto ciò che non dipende da valutazioni e da esperienze personali. È oggettiva qualunque osservazione ottenuta attraverso uno **strumento di misura**. Se un'osservazione è **oggettiva** significa che è anche **replicabile**, nel senso che può essere ripetuta da altre persone, in altri luoghi ed in altri tempi, ottenendo risultati sostanzialmente identici. Il raggiungimento di questo obiettivo è ostacolato dalla: 1\. impossibilità (frequente) di misurare direttamente le variabili di indagine 2\. variabilità intra-individuale e inter-individuale Per superare questi ostacoli il metodo sperimentale si articola in 5 passaggi: 1\. **operazionalizzare** le variabili di cui si vuole studiare la relazione, Identificazione problema e formulazione ipotesi sulle relazioni causa-effetto fra le variabili: osservazione e descrizione di fenomeni e sviluppo di ipotesi e teorie; 2\. Progettazione esperimento: costruire **situazioni controllate** per lo studio di tale relazione, considerare variabili sperimentali (dipendenti e indipendenti) 3\. Condurre l'esperimento: agire e manipolare le variabili indipendenti per rilevare cambiamenti nelle variabili dipendenti 4\. analizzare la relazione di studio in maniera **statistica** 5\. Comunicare i risultati alla comunità scientifica **[1° Fase: identificazione del problema]** Durante la prima fase di una ricerca scientifica bisogna prendere in considerazione un problema da indagare. Tale indagine si caratterizza per: **1. Osservazione →** l'osservazione consente di descrivere fenomeni e registrare informazioni permettendo di formulare ipotesi. L'osservazione può essere di due tipi: a. b. **2. Ipotesi:** è il punto di partenza di ogni studio. L'ipotesi risulta dall'accumulo di esperienze di studio e di ricerca poiché una buona ricerca svolge il compito di rispondere a delle domande e di generarne altre; **3. Teoria:** è un'ipotesi elaborata. Una teoria scientifica genera nuove ipotesi VERIFICABILI: le ipotesi possono essere comprovate o falsificate. **[2° fase: progettazione esperimento]** 3 elementi: rilevazione delle variabili, definizione operazionale e procedure di controllo: **1. rilevazione delle variabili** → Le variabili: grandezze di valore o categorie in cui vengono classificati una serie di comportamenti. Le variabili si distinguono in: - - Manipolare: stabilire i valori di una variabile per esaminare l'effetto che ha su un'altra variabile. Misurare: registrare le variazioni di una variabile. I risultati delle manipolazioni sperimentali e delle misurazioni delle variabili ci aiutano a verificare le ipotesi; **2. definizione operazionale** → passaggio dal generale (teoria) al particolare (variabile): la definizione delle variabili indipendenti e dipendenti in termini di operazioni che un ricercatore mette in atto per stabilirne il valore o misurarle e quindi per verificare un'ipotesi/teoria. La definizione operazionale deve prendere in considerazione 3 elementi: - - - Caratteristica delle definizioni operazionali: - **3. controllo delle variabili** → durante l'esperimento bisogna: - - **[3° Fase: conduzione dell'esperimento]** **1. sviluppare misurazioni attendibili** → una procedura descritta da una definizione operazionale che genera risultati coerenti in condizioni coerenti viene definita molto attendibile. Caratteristiche: - - - - **2. selezionare i partecipanti** → i soggetti partecipanti ad un esperimento vengono divisi in due gruppi: - - Variazioni: - - Assegnazione casuale: ciascun partecipante ha la stessa probabilità di venir assegnato a una delle due condizioni dell'esperimento. In questo modo si evita che le caratteristiche dei soggetti si confondano con i valori manipolati della v.i.. **3. effetti dell'aspettativa** → **effetto Hawthorne:** l'osservazione può indurre un cambiamento in ciò che si osserva: i partecipanti di un esperimento che sanno di essere osservati saranno influenzati nel loro comportamento. Una spiegazione di questo effetto è che i soggetti consapevoli dell'ipotesi sviluppano una cooperazione con i ricercatori tale che tenderanno a comportarsi come se l'ipotesi fosse vera. Tecniche di sperimentazione **→** per: - - - - **4° Fase: valutare le ipotesi esaminando i dati della ricerca** Le teorie scientifiche devono prendere in considerazione caso e probabilità. Per verificare un'ipotesi di ricerca bisogna formulare un'ipotesi nulla di cui bisogna dimostrare la falsità. **Ipotesi nulla**: ipotesi di falsità dell'ipotesi di ricerca (falsificabilità). Regione critica: insieme dei risultati che ci permette di respingere l\'ipotesi nulla. Una volta stabilita la regione critica, è possibile stabilire se il rapporto critico è significativo**,** se cioè non è dovuto al caso. **[5° Fase: comunicare i risultati]** Comunicare i risultati **[Costruzione della situazione sperimentale]** Distinzione delle variabili: - - es. Ansia: battito cardiaco, misuro la frequenza dei battiti **[Costruzione del piano sperimentale]** partecipanti → gr. 05 THC → misuro il battito cardiaco risultati: il battito cardiaco è di 160 battiti/1min Il risultato è attendibile? Necessità di costruire un gruppo di controllo: gr 1 partecipanti → gr. 05 THC + tabacco → misuro il battito cardiaco gr 2 partecipanti → gr. 05 tabacco → misuro il battito cardiaco Esercizio L'esperimento precedente ci dimostra che per essere sicuri della relazione tra THC e ansia è necessario avere almeno due livelli di una VI (livello 1: THC + tabacco; livello 2: tabacco). \*Esercizio: costruite un disegno sperimentale per verificare come l'assunzione di caffè alteri la vigilanza: 1. 2. Attendibile? **Vigilanza**: prontezza nel rispondere ad uno stimolo; presento uno spot luminoso e chiedo al PP di schiacciare un bottone. Il tempo impiegato per eseguire il compito (RT) è misurabile ed è un buon indicatore della vigilanza (variabile dipendente) Disegno sperimentale: partecipanti → 20 cl di caffè → RT partecipanti → 20 cl di H2O → RT Effetto ambiguo delle variabili indipendenti: al potenziale effetto delle VI (scelta dallo sperimentatore) si sovrappone un altro potenziale effetto di una VI confusa con quella precedente. Verifica: è l'assunzione di caffè vs. assunzione di H2O, oppure la somministrazione di qualcosa ai partecipanti aumenta di per sé la vigilanza? Disegno sperimentale: partecipanti → somministrazione: 20 cl di caffè → RT partecipanti → somministrazione 20 cl di H2O → RT partecipanti → no somministrazione → RT Esperimento = studio delle relazioni tra due (o più) variabili, cioè tra due entità che variano, al fine di individuare una relazione di causa-effetto. In un esperimento: \- una variabile, detta indipendente, deve essere controllata (o manipolata) dallo sperimentatore; \- dalla variazione di questa dipende la prestazione psicologica misurata, cioè la variabile dipendente Due fonti di **variazione**: \- variazione tra i gruppi indotta dalla variabile indipendente \- variazione entro ciascun gruppo **[Esempio]**: Secondo il senso comune (ipotesi ingenua) ricordiamo di più le cose che di ricordare (memoria intenzionale), quindi la memoria intenzionale dovrebbe sempre essere superiore alla memoria incidentale. Disegno sperimentale Quattro gruppi di soggetti sperimentali: **leggere e memorizzare** una lista di parole (memoria intenzionale) **solo leggere** (memoria incidentale) Due tipi di compiti **ripetere** le parole della lista **raggruppare** le parole di una stessa categoria Totale quattro gruppi a seconda del **tipo di memorizzazione** sollecitata (intenzionale oppure incidentale) e del **tipo di istruzioni** (ripeti oppure raggruppa in categorie) Si consideri l\'**esperimento di Mandler** (1967): Tipo di Memoria Istruzioni **Incidentale** **Intenzionale** **Ripeti** Prestazione più bassa Prestazione più bassa **Raggruppa** Prestazione buona Prestazione buona Conclusione: il fattore rilevante non è l\'intenzionalità (una teoria ingenua della memoria è quindi insufficiente) ma l\'attivazione di processi volti a integrare le informazioni in arrivo. **Esempio:** Un santone cura 18 malati: 12 sono guariti e 6 no. Il santone sa che la sua cura non funziona sempre ma il fatto che ci riesca due volte su tre lo incoraggia. Il pubblico, nel giudicare l'efficacia, si basa su: Rapporto tra guariti e non guariti \- I primi sono molti di più dei secondi e quindi è facile convincersi che la cura è la causa della guarigione \- Ne consegue che le guarigioni vengono "spiegate" dalla somministrazione della cura. Cura del santone Guariti Si A:12 B:6 Bisognerebbe invece raccogliere informazioni relative a coloro che non fanno la cura del santone La cura è irrilevante. Infatti 6 persone, su un totale di 27 esaminate, che non hanno ricevuto la cura sono guarite. La percentuale di guariti è sempre di due terzi (6 su 9 equivale a 12 su 18, cioè due terzi). Il senso comune non si preoccupa dei valori contenuti nelle celle B e D. **[Rischi da evitare]** \- Il rischio di controllare la propria teoria partendo dal presupposto che sia vera; \- la focalizzazione, cioè la concentrazione su un aspetto parziale di un problema. Quindi: nel costruire la psicologia come scienza, bisogna liberarsi delle teorie ingenue **[Decidere su una teoria alla luce dei dati]** Caso e probabilità sono diventati ingredienti di ogni teoria scientifica: [Esempio]: lancio di una moneta (esempio più tipico di un processo generato dal caso) Possibili sequenze di otto lanci di una moneta: - - Quale delle due sequenze è più probabile? Per il punto di vista ingenuo la sequenza 1 è più probabile della 2; il caso viene visto come un processo di auto-correzione. [Esempio]: Vogliamo controllare se è vera o falsa l\'ipotesi \"la moneta non è truccata\" Come ragiona lo scienziato? Per dimostrare l\'ipotesi di ricerca (cioè che la moneta non è truccata) deve dimostrare che l\'ipotesi nulla (e cioè che la moneta è truccata) è falsa **Regione critica**: insieme dei risultati che ci permette di respingere l\'ipotesi nulla Una volta stabilita la regione critica, è possibile stabilire se il rapporto critico è significativo, se cioè non è dovuto al caso La ricerca in psicologia e nelle altre discipline sperimentali procede così: - - L\'**ipotesi nulla** viene formulata se costituisce un plausibile punto di partenza Uno sperimentatore esperto divide i volontari a caso in due gruppi differenti: [Gruppo sperimentale]: - [Gruppo di controllo]: - - Come mai i punteggi di autovalutazione salgono da 4.3 a 6.1 anche nel gruppo di controllo? farmaco placebo Prima 4,3 4,3 Dopo 6,1 6,1 **Effetto placebo** = le persone rispondono ai farmaci e alle terapie nel modo in cui pensano di \"dover\" rispondere **Attenzione**: anche il metodo sperimentale ha i suoi limiti. In psicologia vengono chiamati artefatti i risultati dovuti a qualcosa di diverso da quello che si credeva di manipolare attraverso la variabile indipendente. **[Ricerca non sperimentale]** La parola esperimento viene usata per riferirsi a qualsiasi studio scientifico. In realtà molti studi sono **non-sperimentali** (che non significa non-scientifico!). Quando la variabile indipendente NON viene manipolata dallo sperimentatore si parla di RICERCHE NON SPERIMENTALI. Ricerca non sperimentale: \- Descrittiva \- Correlazionale **[Il metodo osservativo]** Due tipi di tecniche osservative → partecipante → non partecipante \- L'osservazione "non partecipante" o naturalistica: osservare dall'esterno cercando di non interferire in alcun modo con la situazione osservata (analogia con l'etologia). **L'osservazione "partecipante":** Si entra come parte attiva della situazione che si vuole studiare (tipica della ricerca etnografica). Partecipazione per un periodo alle normali attività del gruppo da osservare (gruppo di lavoro, sportivo, etc.) **Rispetto all'osservazione partecipante vi sono sia vantaggi che svantaggi:** Possibilità di modificare il comportamento dei soggetti osservati (col tempo diviene normale). Mantenere il giusto distacco In che misura ci si può fidare delle osservazioni di un unico osservatore ? Occorre verificare il grado di accordo fra differenti giudici indipendenti e possibilmente ignari delle ipotesi del lavoro di ricerca (osservatori "blind" ovvero "ciechi"). **[Gli studi correlazionali]** Gli studi correlazionali hanno lo scopo di scoprire se esistono delle **relazioni tra due o più variabili oggetto di studio**. Se viene trovata una relazione tra due variabili si dice che sono **correlate**. Il ricercatore cerca una relazione fra due (o più) variabili che possono essere osservate e misurate ma che non possono essere controllate. Il concetto di correlazione indica che al crescere di una variabile si modifica anche il valore dell'altra. Se al crescere di una variabile cresce anche l'altra si ha una **correlazione positiva**. Se al crescere di una l'altra diminuisce si ha una **correlazione negativa**. Titolo di giornale: Il 95% dei tossicodipendenti ha fatto uso di droghe leggere Qual'è la causa e quale l'effetto? Correlazione e causalità non sono la stessa cosa !! Le ricerche correlazionali **non permettono** di fornire risposte certe circa i rapporti causali **Limiti** degli studi correlazionali - **Vantaggi** degli studi correlazionali - **[Metodo clinico]** \- Klìne = letto, giaciglio \- Raccolta sistematica di informazioni rivolta al paziente (anamnesi) \- Contro le ristrettezze dell'oggetto di studio della psicologia accademica \- Metodo che consentiva di individuare e descrivere fenomeni patologici. Therapéia: servizio, cura. Inteso soprattutto come i servizi resi agli Dei nel culto, agli uomini col trattamento medico,alle piante con la loro coltivazione. Dal sostantivo therapon, servo scudiero. Terapia: insieme di provvedimenti impiegati o prescritti allo scopo di guarire o curare una malattia o di attenuarne la gravità Raccolta di informazioni sulla storia del soggetto, chiamata anamnesi: \- Famiglia di origine \- Eventi significativi \- Vita affettiva \- Relazioni sociali \- Vita professionale \- Tempo libero \- Situazione economica \- Rapporti nel proprio nucleo familiare **Esempi di due metodi clinici** Freud (1908) -- PSICOANALISI → origine psichiatrica, posizione neutrale dell'analista, associazioni libere, lapsus, sogni, per arrivare ai conflitti inconsci Piaget (1926) -- EPISTEMOLOGIA GENETICA → il clinico si pone problemi, formula ipotesi, osserva le reazioni provocate dalla conversazione. Joseph Breuer pubblicò nel 1895 delle osservazioni che sono state fondamentali per comprendere e trattare i disturbi nevrotici la paziente Anna O. soffriva di gravi sintomi isterici e Breuer scoprì che questi sintomi potevano essere alleviati quando la paziente riviveva sotto ipnosi certe esperienze traumatiche del suo passato le osservazioni di Breuer furono la scintilla del lavoro di Freud e condussero allo sviluppo della teoria e del metodo psicanalitico. Ricerche e studi di Freud → 1886 -- Breuer -- Charcot (interesse per l'ipnosi poi abbandonata, per il metodo catartico\*, che a sua volta fu superato dal metodo delle libere associazioni) \*il paziente parlando dei propri problemi esprime le proprie emozioni liberandosene Metodo psicoanalitico → la psicoanalisi nacque quando Freud rinunciò all'ipnosi come valida tecnica di trattamento. Altro importante passo fu il passaggio dal metodo catartico a quello delle libere associazioni. Psicoanalisi è il nome: \- Di un procedimento per l'indagine dei processi psichici \- Di un metodo terapeutico (basato su tale indagine) per il trattamento dei disturbi nevrotici \- Di una serie di conoscenze psicologiche acquisite per questa disciplina **[Il codice etico ]** La ricerca e le sue procedure sono vincolate al rispetto di un codice etico. Dal momento che gli psicologi studiano le persone, devono rispettare le regole che fanno parte del codice etico e non solo seguire le regole scientifiche. Il rispetto del codice etico è OBBLIGATORIO nella ricerca sugli uomini e sugli animali A -- la principale cautela da applicare è relativa alla tutela del danno secondario che può derivare dalla ricerca, con lo scopo di evitare conseguenze negative ai soggetti che partecipano alla ricerca B -- nei codici a cui le principali società scientifiche si riferiscono sono riportati valori ampiamente condivisi che regolano le relazioni quotidiane C -- Es.: Codice etico dell'Associazione Italiana di Psicologia (AIP) - cfr. http://www.aipass.org/node/26 La premessa al codice etico della principale Associazione di ricerca italiana, l'AIP, sottolinea che il testo ha l'obiettivo di regolamentare gli aspetti etici dell'attività di ricerca e di insegnamento della Psicologia. Mentre le responsabilità di chi opera in Psicologia in altro ambito (ad esempio libero professionale o sanitario pubblico) sono regolamentate dall'Ordine Professionale degli Psicologi alla cui normativa si rimanda. La Repubblica tutela **la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività**, e garantisce cure gratuite agli indigenti (art. 32 costituzione) Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Anche in funzione del dettato costituzionale, i limiti dell'operare del medico -- sanitario sono fissati da una parte dall'obbligo di tutela e salvaguardia della vita, della salute, dell'integrità psicofisica e della dignità personale del paziente e dall'altra dall'obbligo di rispettarne la volontà e di raccoglierne il consenso al trattamento. Anche in funzione del dettato costituzionale, i limiti dell'operare del **medico-sanitario** sono fissati da una parte dall'obbligo di tutela e di salvaguardia della vita, della salute, dell'integrità psicofisica e della dignità personale del paziente e dall'altra dall'obbligo di rispettarne la volontà e di raccoglierne il consenso al trattamento. **[Nell'ambito della psicologia: la struttura ordinistica]** Le attività sanitarie in ambito psicologico in Italia hanno ottenuto il riconoscimento e la strutturazione ordinistica con la **Legge n° 56/89 "Ordinamento della professione di Psicologo"**. Come per tutte le professioni riconosciute rilevanti per la difesa dei diritti fondamentali dei cittadini, ne è stato regolamentato l'accesso, previsto un codice deontologico e la funzione di controllo del buon operare degli iscritti da parte dell'Ordine, con potere di sanzione. **[Novità recenti]** La legge n° 163/2021 recante Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti ha reso la laurea in psicologia Laurea Abilitante rimuovendo, di fatto, la necessità di un esame di stato e prevedendo la formazione professionalizzante attraverso il tirocinio durante lo svolgimento del percorso di studi. Sono poi stati pubblicati i decreti attuativi per chi ha già effettuato il tirocinio o conseguito il titolo di dottore in Psicologia e per chi, invece, si iscrive ai corsi di laurea, in particolare il Decreto Interministeriale n° 654 del 5 luglio 2022, disposizioni in merito al nuovo tirocinio pratico -- valutativo, alla successiva prova pratica e che adegua i corsi di laurea alla finalità nella norma. Perché è importante? → si tratta del primo approccio a tematiche etiche e legali che riguardano la professione ma anche gli studenti in prima persona già dal primo anno di corso universitario **Nella ricerca i codici etici dispongono che il ricercatore si attenda a** \- Minimizzare i danni fisici o psicologici procurati ai partecipanti \- Massimizzare i benefici che la ricerca può avere sui partecipanti e sulla società in generale \- Informare i partecipanti della natura dello studio in cui sono coinvolti, inclusi i rischi e i benefici \- Ottenere, in modo volontario, il consenso dei partecipanti al trattamento (consenso informato) \- Non utilizzare l'inganno, anche se può essere tollerato in certe specifiche circostanze opportunamente motivate \- Non interferire con le vite private dei partecipanti \- ottenere l'autorizzazione al trattamento dei dati personali \- garantire la riservatezza dei dati raccolti, ossia garantire ai partecipanti che le informazioni raccolte resteranno anonime o strettamente confidenziali \- riservare alle categorie a rischio (bambini, anziani, malati gravi, persone con deficit cognitivi, ecc\...) un'attenzione particolare nel condurre una ricerca scientifica ci si deve ispirare al rispetto dei valori quotidiani condivisi etica della ricerca = etica quotidiana occorre cioè che lo sperimentatore identifichi e utilizzi delle metodologie etiche e, allo stesso tempo, massimamente valide sul piano scientifico. **[Il ricercatore]** Il ricercatore, per poter svolgere il suo lavoro seguendo i corretti principi etici e con il giusto rigore metodologico deve avere alcune caratteristiche: - - - **[Il problema delle informazioni sulla ricerca]** A volte dire tutta la verità sulla natura della ricerca ai partecipanti, prima dell'esperienza, potrebbe invalidare i risultati della ricerca stessa. Ipotesi: "il divertimento che si prova svolgendo l'attività preferita diminuisce se si viene pagati" rivelare prima l'ipotesi di ricerca potrebbe indurre inconsapevolmente i partecipanti a comportarsi come se l'ipotesi fosse vera. Questo inficerebbe i risultati dell'indagine scientifica che porterebbero ad ipotizzare che l'ipotesi sia vera, anche se potrebbe essere falsa Pertanto, il ricercatore può utilizzare l'inganno, ossia tenere nascosta l'ipotesi di ricerca solo se NON ci sono ipotizzabili danni ai partecipanti e se è possibile ripristinare in seguito il rapporto di fiducia. La fase di **debriefing**, che conclude l'esperimento, può essere utilizzata dal ricercatore e dal partecipante come momento in cui si possono rivelare alcuni aspetti dell'esperimento o dell'esperienza a cui si è preso parte, nonché chiarire i motivi per cui si sono scelte alcuni metodi e procedure. **[Ulteriori aspetti da tenere in considerazione]** Chi partecipa alla ricerca deve essere esplicitamente informato della libertà di ritirarsi in ogni momento, senza dover dare giustificazioni, inoltre deve essere in grado di fornire un libero consenso che, nel caso dei minori, va richiesto a chi ne ha la responsabilità (ad entrambi i genitori o a chi ne ha la tutela legale). Nel caso in cui vi sia una relazione esplicitamente asimmetrica fra chi partecipa e chi effettua l'indagine è necessario chiarire il rifiuto di partecipare non comporti esiti negativi **[L'esperimento dei seminaristi di Princeton]** 40 seminaristi di un seminario di Princeton furono coinvolti, a loro insaputa, in un famoso esperimento sull'altruismo, previamente valutato attraverso dei questionari. Fu detto loro che dovevano preparare un sermone su un argomento del nuovo o del vecchio testamento. A 20 furono assegnati argomenti biblici, ad altri 20 la parabola del buon samaritano. I 40 seminaristi aspettavano il loro turno in una sala comune e ogni 15 minuti ne veniva chiamato uno che doveva recarsi in un'altra ala del seminario per parlare davanti ad una commissione che avrebbe giudicato la qualità del sermone che ciascuno dei 40 di loro aveva preparato. Nel tragitto che dovevano percorrere incontravano una persona, appositamente ingaggiata per l'esperimento, che si trovava stesa per terra e che si lamentava e chiedeva aiuto solo 16 seminaristi si fermarono a soccorrere la persona e non vi fu differenza tra quelli avevano studiato la parabola del buon samaritano e quelli che avevano studiato altri brani. Il fattore che apparve più determinante rispetto al comportamento di aiuto non fu la caratteristica psicologica delle singole persone, ma il tempo a loro disposizione. Ad alcuni, infatti, fu detto che avevano poco tempo per raggiungere la sala della prova ad altri fu dato più tempo. Dei 10 che avevano poco tempo solo 1 si fermò a soccorrere la persona mentre tra i 10 cui fu detto che avevano più tempo se ne fermarono 6. **[Codice etico per la ricerca in psicologia ]** **Preambolo**: Il Codice Etico per la ricerca in psicologia (d'ora in avanti Codice Etico), costituito da 11 articoli, definisce gli standard di comportamento che gli iscritti all'Associazione Italiana di Psicologia (AIP) condividono e osservano per garantire la corretta realizzazione delle attività di ricerca e diffusione della conoscenza, proteggere i diritti dei partecipanti e delle persone coinvolte, promuovere una riflessione critica sulle implicazioni etiche della ricerca in ambito psicologico. Chi svolge ricerca in psicologia è tenuto a conoscere e a far conoscere il presente Codice Etico, a ispirarsi ad esso nel proprio lavoro e a rispettarlo e farlo rispettare; la sua mancata conoscenza non può essere usata come giustificazione di una condotta eticamente inappropriata. **[Principi Generali ]** **Integrità**: Chi svolge attività di ricerca in psicologia agisce con onestà, lealtà, trasparenza, autonomia ed equità, nel rispetto di tutte le persone coinvolte e nell'interesse di partecipanti, colleghi, studenti, istituzione di appartenenza, comunità scientifica, gruppi sociali di riferimento e opinione pubblica. Essere integri significa evitare comportamenti opportunistici o ambigui e non abusare del proprio ruolo istituzionale e delle situazioni di asimmetria informativa e decisionale; significa prevenire e rimuovere le situazioni di conflitto di interessi, oltreché resistere ad ogni forma di pressione che si prefigga di condizionare o alterare i progetti di ricerca e i loro risultati. **Rispetto della dignità della persona**: Chi svolge attività di ricerca in psicologia rispetta la dignità, la libertà e il benessere dei partecipanti, degli studenti, dei colleghi e dei collaboratori, e tutela i loro diritti all\'autodeterminazione e alla riservatezza. Evita e contrasta ogni forma di discriminazione basata su genere, orientamento sessuale, età, livello di istruzione, nazionalità, etnia, religione, stato socio-economico, opinioni politiche e sindacali, condizioni psico-fisiche. Nell'interazione con i partecipanti, tiene conto della loro specificità linguistica e culturale, delle eventuali condizioni di vulnerabilità e delle capacità di comprendere e comunicare. **Competenza:** Chi svolge attività di ricerca in psicologia è consapevole dei limiti della propria competenza e utilizza solo metodi e tecniche per cui possiede un'adeguata preparazione scientifica e metodologica. Si impegna ad aggiornare continuamente le proprie competenze tecniche e professionali, dedicando particolare attenzione ai temi di natura etica e agli eventuali cambiamenti nella normativa nazionale e internazionale. Agisce affinché coloro che lavorano sotto la sua supervisione mantengano un adeguato livello di preparazione e operino riconoscendo i limiti delle loro competenze. **Responsabilità sociale:** Chi svolge attività di ricerca in psicologia è consapevole della responsabilità sociale che deriva dai propri indirizzi di ricerca, dalle scelte metodologiche e dalle modalità di diffusione dei risultati che possono essere diversamente interpretati e usati nei diversi contesti di applicazione. Agisce affinché la ricerca possa sempre incrementare la conoscenza, le possibilità di intervento, l'offerta di strumenti di comprensione e soluzione dei problemi. In nessun caso, presta la sua attività e la sua competenza per generare o giustificare sofferenza e oppressione. **Tutela del benessere:** Chi svolge attività di ricerca in psicologia si impegna a non compromettere il benessere psico-fisico dei partecipanti e a non alterare il loro grado di sicurezza e autostima. Garantisce che la partecipazione alle ricerche non determini un peggioramento delle condizioni attuali e non esponga a situazioni di rischio, disagio o sofferenza. **[Il codice deontologico degli psicologi italiani]** Il Codice deontologico degli Psicologi Italiani, approvato con Referendum dagli iscritti all'Ordine, é entrato in vigore il 16/02/1998 Un CODICE DEONTOLOGICO è un corpus di regole di autodisciplina predeterminate dalla professione, vincolanti per gli iscritti all'ordine, che a quelle norme devono quindi adeguare la loro condotta professionale. **Il Codice deontologico degli Psicologi Italiani** è costituito da 42 articoli così suddivisi: CAPO I "Principi generali" (artt. da 1 a 21) CAPO II "Rapporti con l'utenza e con la committenza" (artt. da 22 a 32) CAPO III "Rapporti con i colleghi" (artt. da 33 a 38) CAPO IV "Rapporti con la Società" (artt. 39 e 40) CAPO V "Norme di attuazione (artt. 41 e 42) **Le quattro finalità del Codice deontologico degli Psicologi Italiani** \- Tutela del cliente (es.: artt.4 -- 9 -- 11 -- 17 e 22) \- Tutela del professionista nei confronti dei Colleghi (es.: artt. 35 -- 36) \- Tutela del gruppo professionale (es.: artt. 6 -- 8) \- Responsabilità nei confronti della Società (es.: artt. 3 --34) **I sei principi fondamentali del Codice deontologico degli Psicologi Italiani** 1\. Rispetto della dignità, autonomia e autodeterminazione dell'individuo artt. 4, 9,10,14,16,17,18, 24, 31 e 32. 2\. Promozione e tutela del benessere psicologico: artt. 3, 22, 29, 34 e 39 3\. Competenza e responsabilità professionale: artt. 5, 7,19, 25, 26, 27, 28 e 37; 4\. Integrità relazionale e professionale: artt. 6, 11,12,13, 15,20,21,23,30,35 e 36; 5\. Identità professionale: artt. 1,2,8,33,38 e 40; 6\. Responsabilità sociale: art. 41. **CAP 5 - COMPORTAMENTO E APPRENDIMENTO** Pavlov e gli studi sul condizionamento 1\. apprendimento e relazioni con le condizioni che modificano il comportamento 2\. come le esperienze modificano il comportamento **Procedure per lo studio dei processi di apprendimento** Pavlov e Thorndike cercarono di identificare i processi bio -- comportamentali fondamentali utilizzando degli animali, perché consentivano un maggiore controllo sperimentale. Anche loro erano alla ricerca di un principio che descrivesse come l'ambiente individuale modifica il comportamento e i meccanismi neuronali responsabili del comportamento (come Darwin aveva cercato di spiegare come l'ambiente ancestrale avesse influenzato i meccanismi di ereditarietà) Riflessi → specifiche risposte che derivano dalla selezione naturale (es. salivazione) Osservazione → necessità di avere osservazioni controllate Il condizionamento classico // STIMOLO -- RISPOSTA (Pavlov) Il comportamento appreso può essere un'indicazione del processo di apprendimento Ad esempio esperimento cane → cibo porta alla salivazione, suono no. Cibo + suono? Lo stimolo suono è uno STIMOLO CONDIZIONATO (SC)\*, invece il cibo è uno stimolo elicitante e quindi INCONDIZIONATO (SI)\*\* \*SC → la capacità di evocare la risposta è condizionata, e quindi dipende, dall'associazione con lo stimolo elicitante (il cibo) \*\*SI → la capacità di evocare la risposta non è condizionata e non dipende da nulla Durante l'esperimento → ripetuta serie di associazioni fra lo stimolo incondizionato (cibo) e lo stimolo condizionato (suono) che generano per lo stimolo condizionato una RISPOSTA CONDIZIONATA (RC) e per lo stimolo della salivazione una RISPOSTA INCONDIZIONATA (RI). Il condizionamento operante // STIMOLO -- RISPOSTA -- RINFORZO (Thorndike) L'introduzione di uno stimolo che evocava un comportamento aveva promosso l'apprendimento (strumentale) → la risposta opera sull'ambiente per produrre lo stimolo elicitante. Con entrambe le procedure, l'ambiente può essere considerato come una sequenza di stimoli (S) in costante cambiamento e il comportamento una serie di risposte anch'esse in continuo cambiamento (R). Pavlov → stimolo elicitante (cibo) a seguito di un altro stimolo (metronomo) Thorndike → stimolo elicitante (cibo) a seguito di una risposta (azionamento apertura) Apprendimento e comportamento Nella procedura di Thorndike qualunque risposta può essere potenzialmente rinforzata, mentre nella procedura di Pavlov, vengono rinforzate solo le risposte già elicitate da altri stimoli. Rinforzo e comportamento → quando uno stimolo elicitante rafforza il controllo dell'ambiente sul comportamento funziona da **rinforzo** (rinforzo e stimoli appetitivi). La relazione tra rinforzo e comportamento è più complessa di quanto non appaia dalle procedure del condizionamento classico e operante Condizioni necessarie all'apprendimento → contiguità temporale (effetto sul comportamento umano stimolo elicitante = rinforzo) **Fobie** → oggetto fobico e stimolo avversivo, influenzati anche dalla selezione naturale e dall'esperienza.Se analizziamo il comportamento dei soggetti fobici, spesso individuiamo delle esperienze in cui l'oggetto fobico si è associato a uno stimolo avversivo. L'associazione di un oggetto con uno stimolo che evoca dolore o paura fa sì che l'oggetto stesso venga temuto, anche quando la paura è irrazionale. Le ricerche dimostrano che alcuni oggetti fobici diventano Stimoli Condizionati più rapidamente di altri stimoli neutrali se accoppiati ad uno stimolo avversivo (es. disturbo da attacchi di panico stimolo + rinforzo + stimolo incondizionato avversivo) Cfr. anche le **tossicodipendenze** → riduzione dei neurotrasmettitori per presenza di sostanze assunte attraverso la droga. La produzione ridotta di neurotrasmettitori funge da Risposta Incondizionata o Stimolo Incondizionato nella dipendenza dalla droga e può diventare Stimolo Condizionato o Risposta Condizionata responsabile dell'astinenza quando la persona si trova in un ambiente in cui faceva uso di droghe La contiguità temporale tra una risposta e il rinforzo (condizionamento operante) è anche alla base della superstizione Discrepanza del comportamento Procedura del blocking: il condizionamento dello S1 ha bloccato la RC a seguito della pur contemporanea presentazione dello S2, non presentando nessuna RC (sia procedura classica che operante). SOLO UNO STIMOLO CHE EVOCA UN COMPORTAMENTO DISCREPANTE O UN CAMBIAMENTO NEL COMPORTAMENTO PUÒ FUNGERE DA RINFORZO. normale procedura → S1 + R = RC successivamente → S1 + S2 + R = RC tuttavia → S2 + R ≠ RC quando associamo uno stimolo (S1) ad un rinforzo, otteniamo una RC. Se dopo l'apprendimento presentiamo un altro stimolo (S2) non otteniamo la RC alla sola presenza dello S2. **Acquisizione** → L'apprendimento di una risposta, o acquisizione, si verifica quando una risposta viene seguita da un rinforzo e diventa più forte nell'ambiente in cui si è verificata. Nell'acquisizione i rinforzi modificano il modo in cui l'ambiente guida il comportamento **Economia dell'apprendimento** → il condizionamento si verifica solo se chi apprende non si sta già comportando in modo adatto a un dato ambiente. Inoltre, lo stesso stimolo elicitante funziona nuovamente come rinforzo se presentato in un altro ambiente in cui la risposta non si verifica già. L'apprendimento si verifica solo quando il rinforzo potenziale induce un cambiamento nel comportamento. Uno stimolo elicitante funziona da rinforzo SOLO se lo stimolo in quanto tale e il comportamento sorprendono chi apprende. Il meccanismo di apprendimento sembra innescarsi quando l'ambiente non conferma le aspettative. **Apprendimento e effetto sorpresa** → minore è la familiarità con lo stimolo, maggiore è l'importanza del comportamento evocato da quello stimolo e maggiore sarà l'efficacia dello stimolo come rinforzo **Abituazione** → forma semplice di apprendimento che si verifica quando gli stimoli ambientali evocano delle risposte che tendono a scomparire e non generano conseguenze precise. La condizione sperimentale assicura che la forza delle risposte di orientamento che potrebbero competere con l'apprendimento si abbassi **Modellamento** → nella vita reale prevalgono le contingenze naturali. Alcune tecniche, come la concatenazione delle risposte, favoriscono il modellamento **Estinzione** → una risposta, precedentemente rinforzata, cessa di essere seguita da un rinforzo con il risultato che il comportamento si indebolisce progressivamente **Insight** → fissità funzionale e pensiero produttivo Dunker si è interessato all'influenza esercitata dalle esperienze precedenti sui processi di soluzione dei problemi. Il modo più semplice per risolvere il problema è far ricorso alla memoria; spesso ci chiediamo come mi sono comportato in passato in una situazione simile? Attraverso questa analisi che Dunker ha chiamato analisi della situazione, si cerca di determinare quali siano le funzioni che gli oggetti possiedono in una data situazione e in che modo quegli oggetti possono essere usati per risolvere il problema. Definisce fissità funzionale quando ci capita di non renderci conto che uno specifico oggetto possa eseguire le funzioni necessarie per risolvere il problema. Per dunker quindi INSIGHT → scoperta di queste nuove relazioni, prodotto del processo che ci porta a scoprire quello che deriva necessariamente da ciò che già conosciamo. **CAP 6 - LA SENSAZIONE** Le azioni umane sono indotte, guidate e informate dagli eventi che avvengono nell\'ambiente, quindi sono sempre contestualizzate. **Importanza dell'input sensoriale**:\ Senza input sensoriale, il cervello sarebbe inutile: non imparerebbe, non penserebbe e non farebbe esperienze. Gli stimoli esterni influenzano i movimenti del corpo attraverso i sistemi sensoriali. **Esperienza sensoriale**:\ La conoscenza del mondo deriva dall\'accumulo di esperienze sensoriali e successivi apprendimenti.\ Tutte le esperienze sensoriali derivano dalla **trasduzione** dell'energia di un evento in attività di **cellule recettoriali** (neuroni specializzati).\ La trasduzione modifica l'attività degli assoni dei nervi sensoriali, fornendo informazioni al cervello sugli eventi ambientali. **Sensazione**:\ Processo di detezione (rilevamento) delle proprietà dello stimolo, come intensità e posizione.\ Gli organi sensoriali (vista, udito, gusto, olfatto, tatto) rilevano lo stimolo e trasmettono informazioni al cervello. **Percezione**:\ Uso dell'informazione sensoriale da parte del cervello per produrre una risposta.\ La funzione primaria degli organi sensoriali è fornire informazioni utili a guidare il comportamento. **Trasduzione**:\ Processo attraverso il quale gli organi sensoriali convertono l'energia degli eventi ambientali in attività neurale (impulsi nervosi o potenziali d'azione). - - Le informazioni sensoriali vengono codificate attraverso due principali sistemi neurali: 1. 2. #### **Codifica anatomica** - - - - - #### **Codifica temporale** - - - - - ### **La psicofisica** La psicofisica è lo studio sistematico della relazione tra le caratteristiche fisiche di uno stimolo e le risposte psicologiche (percezioni) che ne derivano. Viene definita anche "fisica della mente". - - - - ### **Il principio della soglia differenziale** - - - **Teoria della detenzione del segnale** - - - - - - - - - - - - - - ### **Percezione subliminale** - - - - - **La visione\ ** La visione è resa possibile dall'interazione tra luce (stimolo visivo) e strutture specializzate nell'occhio, culminando nella percezione grazie all'elaborazione cerebrale. **La luce\ ** La luce è una radiazione elettromagnetica percepita dall'occhio. L'intervallo visibile è chiamato spettro visibile, e le lunghezze d'onda diverse corrispondono a colori differenti. Lo spettro elettromagnetico comprende: - - **L'occhio e le sue funzioni\ ** L'occhio è protetto fisicamente da cavità ossee, palpebre, ciglia e sopracciglia. Riflessi come la chiusura delle palpebre o l'allontanamento della testa forniscono ulteriore protezione. Le principali strutture coinvolte nella visione sono: 1. 2. 3. 4. **Retina e fotorecettori\ ** La retina è composta da tre strati principali: 1. 2. 3. La luce attraversa i primi due strati per raggiungere i fotorecettori. I segnali generati da questi ultimi viaggiano attraverso le cellule gangliari, che formano il nervo ottico, il quale collega l'occhio al cervello. Esistono due tipi di fotorecettori: 1. - - - 2. - - - **Funzionamento visivo\ ** La transduzione della luce avviene quando i fotopigmenti nei fotorecettori assorbono la luce e la convertono in segnali neurali. Gli occhi compiono movimenti involontari per evitare che le immagini svaniscano dalla retina e movimenti volontari per direzionare lo sguardo. La retina elabora i segnali attraverso una rete di sinapsi tra fotorecettori, cellule bipolari e gangliari. Le cellule gangliari raccolgono informazioni da più fotorecettori, migliorando la sensibilità in condizioni di bassa luce. **Visione e colori\ ** La percezione del colore è possibile grazie ai coni, ciascuno sensibile a una diversa lunghezza d'onda (rosso, verde, blu). I deficit visivi derivano dall'assenza di uno di questi fotopigmenti. Nella visione notturna predominano i bastoncelli, che offrono una percezione meno dettagliata e priva di colore. **La trasduzione della luce a cura dei fotorecettori\ ** La trasduzione della luce in attività neurale avviene grazie a una molecola derivata dalla vitamina A, che si combina con una proteina per formare un fotopigmento. Esistono quattro tipi di fotopigmenti nei fotorecettori umani: uno nei bastoncelli (rodopsina) e tre nei coni. Quando un fotone colpisce un fotopigmento, questo si scinde nelle due molecole costituenti, innescando reazioni chimiche che stimolano il fotorecettore. Questo processo porta all\'invio di segnali neurali attraverso la catena: 1. Un fotopigmento intero ha un colore caratteristico (ad esempio, la rodopsina è rosa). Quando esposto alla luce, il fotopigmento perde colore (\"sbianca\"), fenomeno osservato da Boll e collegato alla trasduzione della luce. **Adattamento alla luce e al buio** - - **I movimenti oculari\ ** Gli occhi compiono sia movimenti involontari che movimenti volontari per mantenere la visione stabile e chiara: 1. - 2. - - - **La visione del colore\ ** Solo i primati tra i mammiferi hanno una visione completa del colore. La luce visibile, con lunghezze d'onda tra 380 e 760 nm, viene percepita come colori differenti. Nell'occhio umano, tre tipi di coni contengono fotopigmenti sensibili a specifiche lunghezze d'onda: - - - Quando la luce stimola un fotopigmento, questo si scinde e avvia il processo neurale. La combinazione dell'attività dei tre tipi di coni permette la percezione di un\'ampia gamma di colori. **Colori e lunghezze d'onda\ ** La lunghezza d'onda è associata al colore, ma non tutti i colori sono nello spettro visibile (ad esempio, marrone, rosa, argento, oro). Questo indica che fattori oltre alla lunghezza d'onda contribuiscono alla percezione del colore. Ecco una versione organizzata e semplificata del testo per una migliore chiarezza e leggibilità: **Le dimensioni del colore\ ** Il colore può essere descritto attraverso tre dimensioni fisiche e le loro corrispondenti percezioni: 1. 2. 3. **La mescolanza del colore** - - Un oggetto appare di un determinato colore perché i suoi pigmenti assorbono alcune lunghezze d'onda e ne riflettono altre. **La codifica del colore nella retina\ ** La visione umana del colore è spiegata da due teorie principali: 1. - - 2. - - **Immagini postume negative\ ** Le immagini postume negative si verificano quando un\'esposizione prolungata a un colore provoca un effetto opposto nella visione. Questo fenomeno è dovuto all'adattamento della frequenza di scarica delle cellule gangliari retiniche. Ad esempio, osservare un oggetto verde per molto tempo può generare un'immagine postuma rossa. Questo effetto è collegato al \"rimbalzo\" delle cellule gangliari dopo una stimolazione prolungata. **Deficit nella visione del colore\ ** Circa 1 uomo su 20 presenta anomalie o deficit nella visione del colore, più comuni nei maschi per la localizzazione dei geni legati ai fotopigmenti sul cromosoma X. I principali tipi di daltonismo sono: 1. 2. 3. Le donne sono meno colpite perché possiedono due cromosomi X, che compensano eventuali difetti genetici. **CAP 7 - LA PERCEZIONE** Lo studio della percezione rappresenta uno dei più antichi temi di ricerca della psicologia sperimentale. La percezione è definita come un'organizzazione immediata, dinamica e significativa dei dati della realtà. Essa conduce a segmentare il flusso continuo dell'esperienza in unità distinte (singoli oggetti, frasi, parole, ecc) con le loro proprietà e relazioni immediatamente evidenti. Percezione e ambiente Evitare: \- **errore dello stimolo →** attribuire al percetto ciò che si sa del corrispettivo fisico \- **errore dell'esperienza** **→** attribuire alla realtà fisica certe proprietà che sono proprie del vissuto ingenuo \- **errore del processo** **→** descrivere meccanismi fisiologici reali o presunti anziché i vissuti nella loro autenticità definizione **→** processo che ci consente di acquisire l'informazione sul mondo esterno catena psicofisica -- l'esempio della vista trasmissione neurale **→** vie tra la retina e il cervello. L'informazione visiva si dirige verso la corteccia visiva (lobo occipitale) **→** incrocio nel chiasma ottico: la metà destra del campo visivo si proietta sulla metà sinistra di ogni retina **→** occhi frontali con una buona visione stereoscopica (profondità) Quando percepiamo è come se fotocopiassimo la realtà? **→** realismo ingenuo. Problema della dissociazione tra mondo percepito, fenomenico, e mondo reale. Secondo la psicologia del senso comune le immagini percettive (precetti) corrisponderebbero fedelmente alla realtà fisica, come una fotografia o una fotocopia. Quindi come se esistesse una perfetta corrispondenza tra realtà fisica e realtà percettiva **→** REALISMO INGENUO (il mondo percettivo NON È LA COPIA DIRETTA dell'ambiente, ma il risultato di una serie di MEDIAZIONI svolte dall'organismo). Kohler ha proposto una interessante analogia del rapporto tra oggetto -- stimolo e oggetto -- percepito. L'oggetto stimolo può essere paragonato al foro della canna del fucile, mentre l'oggetto percepito al foro che il proiettile fa nel bersaglio; l'uno e l'altro sono separati da una lunga catena di processi: l'uscita del proiettile, la traiettoria dello stesso, l'impatto tra il materiale del proiettile e quello di cui è costituito il bersaglio. Il foro nel bersaglio dipende non solo dal calibro del proiettile ma dal materiale del bersaglio stesso. Così l'oggetto percepito porta le tracce non solo dell'oggetto stimolo ma anche del soggetto percipiente. Questo esempio mostra come il rendimento di una percezione, ossia ciò che un soggetto cosciente vive percettivamente di fronte a una situazione fisica, sia il prodotto dell'azione concorrente di una molteplicità di fattori. Gli organi di senso rappresentano la base biologica della percezione. Nell'uomo concludono la loro maturazione entro i primi 4-5 mesi di vita. Le informazioni registrate dagli organi di senso che sono specie-specifiche, vengono integrate attraverso il processo percettivo, che a sua volta funziona in modo pre-programmato in base alle caratteristiche biologiche. **Occhio** Formazione delle immagini \- cornea **→** pellicola esterna, dove entra la luce \- cristallino **→** cambia forma per focalizzare oggetti vicini (sferico) o lontani (più piatto) \- pupilla **→** diametro più largo con luce fioca \- retina **→** dove le cellule sensibili alla luce trasformano le luci proiettate in attività neuronali \- 2 tipi di recettori **→** bastoncelli (anche con luce bassa) e coni (nella fovea, al centro solo con buona luce, sensibili ai colori -- 3 tipi: rosso, verde, blu) **Le caratteristiche del sistema visivo** La retina contiene i neuroni coinvolti nella foto-trasduzione e nell'elaborazione dell'informazione visiva. L'unica uscita dalla retina è costituita dagli assoni delle cellule gangliari retiniche che formano il nervo ottico. La retina è costituita da strati che contengono i 5 tipi di neuroni, all'interno stanno le cellule gangliari, all'esterno i fotorecettori; quindi, la luce attraversa gran parte della retina prima di arrivare ai fotorecettori. La fovea è una struttura specializzata per la massima risoluzione spaziale. **Le vie visive** Macula **→** Parte della retina in cui le fibre nervose vanno a formare il nervo ottico e in cui non ci sono recettori. Pertanto, se l'oggetto cade in quell'area non lo percepiamo Gli occhi sono posti a 6.5 cm di distanza l'uno dall'altro **→** la disparità binoculare è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dell'oggetto dall'osservatore, divenendo pressoché nulla a grandi distanze. Possiamo cogliere il grado di lontananza di un oggetto attraverso l'accomodazione del cristallino, oppure dei muscoli esterni che regolano la convergenza, ossia la rotazione simmetrica dei globi oculari verso l'interno **Problemi diretti e problemi inversi** \- 6 \* 4 = ? è un problema diretto che ammette un'unica soluzione: 24 \- 24 = x \* y è un problema inverso \- Nei problemi inversi (in senso matematico mal posti) la soluzione è parzialmente indeterminata Indeterminazione della grandezza [Ottica inversa (dall'immagine retinica al percetto)] **→** la grandezza visiva è parzialmente indeterminata / determinabile solo conoscendo la distanza [Ottica inversa (dall'oggetto fisico all'immagine retinica)] **→** l'immagine è univocamente determinata dall'ottica geometrica Dal realismo ingenuo al realismo critico Il passaggio da un atteggiamento di realismo ingenuo ad un atteggiamento di realismo critico può essere facilitato richiamando, a scopo dimostrativo, alcune situazioni 1\. Situazioni di assenza fenomenica in presenza di oggetti fisici **→** situazioni in cui le realtà fisiche non hanno il loro corrispondente percettivo (assenza fenomenica), come nel caso della luce ultravioletta o delle radiazioni elettromagnetiche ASSENZA DI CORRISPONDENZA OGGETTO FENOMENICO -- OGGETTO FISICO **→** non c'è corrispondenza tra oggetto fenomenico percepito e oggetto fisico // casi in cui si percepisce più di quanto ci sia nello stimolo fisico (es. triangolo di Kanizsa) 2\. Situazioni di presenza fenomenica in assenza di oggetti fisici **→** situazioni in cui si hanno esperienze percettive nettissime in assenza di realtà fisiche corrispondenti, come nel caso del silenzio, buio, ecc ASSENZA DI CORRISPONDENZA OGGETTO FENOMENICO -- OGGETTO FISICO **→** casi in cui vediamo meno di quanto c'è nello stimolo (es candelabro o volti umani) 3\. Situazioni di discrepanza fra oggetto fenomenico e corrispondente oggetto fisico **→** è il caso delle illusioni che ci permettono di comprendere come all'atto percettivo siano collegate anche le attività autoctone dell'individuo ASSENZA DI CORRISPONDENZA OGGETTO FENOMENICO -- OGGETTO FISICO **→** casi in cui vediamo in maniera distorta ciò che è fisicamente presente nello stimolo Le osservazioni in campo sperimentale e le soluzioni teoretiche proposte per il problema del costituirsi dell'oggetto sono state diverse (von Helmholtz, 1867; Wundt, 1874) ma il metodo fenomenologico ha offerto delle utili interpretazioni Indici che caratterizzano la visione **Disparità binoculare (parallasse binoculare)** **→** le informazioni sulla tridimensionalità e sulla vicinanza sono date dal grado di diversità dell'immagine ottenuta con l'occhio destro rispetto al sinistro (fusione). Se un oggetto è situato ad una distanza da noi non molto grande, esso apparirà diverso se visto con l'occhio destro o l'occhio sinistro Parallasse **→** termine astronomico che indica lo spostamento apparente di un astro legato ad uno spostamento dell'osservatore **Disparità monoculare (parallasse monoculare o parallasse di movimento)** **→** l'indice è dato dal grado di diversità dell'immagine che precede rispetto a quella che segue, quando l'osservatore o l'oggetto cambiano di posizione. L'osservatore in visione monoculare ha meno indicazioni relative alla profondità **Prospettiva lineare** **→** uno degli indici principali utilizzati per conferire il senso della profondità partendo da composizioni in realtà bidimensionali **Prospettiva dimensionale** **→** se due o più oggetti di ugual forma hanno dimensioni diverse, si determina il vissuto di oggetti identici ma dislocati a distanze differenti **Prospettiva cromatica (o aerea)** **→** gli oggetti maggiormente contrastanti con lo sfondo appaiono più vicini rispetto a quelli meno contrastanti (costanza di chiarezza e tonalità) mentre l'attenuazione è attribuita al mezzo interposto (nebbia, fumo, ecc) **Chiaro -- scuro e ombre** **→** gli indici forniti dalle ombre proprie (che appaiono dipendere dalla posizione delle parti rispetto alla sorgente di luce, ossia il chiaroscuro) e dalle ombre portate (che sono o sembrano proiettate dall'intero oggetto sulle zone circostanti) danno luogo al calcolo inconsapevole di aspetti del volume e della posizione spaziale **Interposizione** **→** vengono coercitivamente situati in posizione anteriore gli oggetti che possono apparire completi mentre risultano retroposti o sottoposti gli oggetti che ottengono una regolarizzazione della loro forma grazie al completamento amodale (vs. incompletezza o frammentazione) **Altezza del campo visivo** **→** vengono percepite come più lontane le immagini che compaiono nelle zone superiori del campo visivo, rispetto a quelle collocate inferiormente (tendenza che rispetta la normale strutturazione del campo visivo) **Tessitura degli oggetti →** informa sugli aspetti del volume, dell'orientamento e della distanza in base alla forte tendenza a mantenere costante tale tessitura **Tessitura ambientale** **→** è un indice molto attivo in condizioni naturali ma ottenibile anche con l'impiego di trame grafiche, oggettivamente raffigurate sul piano fronto -- parallelo, dà luogo al vissuto illusorio di profondità con orientamenti delle superfici risultanti che dipendono dai gradienti impartiti alle tessiture **Significato** **→** le sagome di oggetti noti cui viene attribuita una dimensione piuttosto fissa vengono collocate visivamente nella terza dimensione anche in funzione del loro significato **Movimento →** il moto di un oggetto sul piano fronto -- parallelo può contribuire a fornire un maggior risalto oltre a consentire o potenziare l'intervento di altri indici come la disparità monoculare, l'altezza del campo visivo, l'interposizione, il significato Secondo la psicologia del senso comune le immagini percettive (precetti) corrisponderebbero fedelmente alla realtà fisica, come una fotografia o una fotocopia. Quindi come se esistesse una perfetta corrispondenza tra realtà fisica e realtà percettiva (REALISMO INGENUO). Ma in questo la psicologia scientifica ci aiuta a comprendere che il mondo percettivo non è la copia diretta dell'ambiente, ma il risultato di una serie di mediazioni svolte dall'organismo. Abbiamo già sottolineato come, nella percezione noi classifichiamo ciò che vediamo come figura e come sfondo **→** non dipende da qualcosa di intrinseco all'oggetto ma dal comportamento dell'osservatore Una delle caratteristiche che danno origine alla percezione degli oggetti è la presenza di un bordo che delinea la figura. Tuttavia, se il campo visivo presenta cambiamenti definiti nella luminosità, nel colore o nella tessitura, noi percepiamo la presenza di un bordo. Se il bordo è continuo, probabilmente tendiamo a scegliere lo spazio all'interno del bordo come figura e non come sfondo. Anche se la maggior parte delle figure vengono definite come tali in base alla presenza di un bordo, questo non è necessario per la percezione di un oggetto **→** i teorici della psicologia della Gestalt hanno sviluppato una teoria della percezione basata sulla tendenza ad organizzare gli elementi e gli spazi in modo coerente Teorie di Kohler, Koffka, Wertheimer **→** la percezione della forma è una proprietà innata del sistema visivo: un'immagine visiva viene automaticamente organizzata in una figura che rompe l'omogeneità del campo percettivo costituito dallo sfondo. **La percezione di pattern** Gli oggetti stimolo possono presentarsi simultaneamente o in tempi successivi e, come tali, formano dei pattern. Gli psicologi che studiano i pattern visivi appartengono alla corrente teorica del cognitivismo e sono interessati ai passaggi che si verificano fra il tempo in cui l'occhio è esposto ad uno stimolo e il tempo in cui si forma la percezione di un dato pattern, raccogliendo dati comportamentali e facendo inferenze sulla natura dei processi che si attivano. Le sagome sono un tipo di pattern visivo utilizzato per produrre una serie di oggetti simili. Quando il sistema visivo incontra un particolare pattern di stimoli visivi, ricerca le sagome disponibili e le confronta con il pattern. Questo viene riconosciuto come familiare se si trova una corrispondenza con le sagome note. Tuttavia anche una sagoma come quella della mano, dovrebbe prevedere diverse sagome per le diverse modalità in cui può essere vista una semplice mano (posizione frontale, dorsale, laterale, chiusa in un pugno, ecc). la memoria dovrebbe cioè contenere una grande quantità di sagome per lo stesso oggetto **→** pertanto un modello più flessibile e più semplice suggerisce che il sistema visivo proceda confrontando i pattern con prototipi, piuttosto che con sagome. I prototipi (modelli originali) sono definiti pattern ideali, nel senso che contengono un richiamo al modello, accettando un certo grado di diversità (come nel caso della mano vista da punti di osservazione differenti). Probabilmente molti oggetti debbono essere rappresentati da più do un prototipo e forse esistono anche prototipi generici (es albero) e prototipi specifici (es tipologia di albero). Infatti, la familiarità con alcuni tipi di oggetti porta allo sviluppo di specifici prototipi. Caratteristiche distintive **→** insieme di caratteristiche fisiche salienti specifiche degli oggetti. La nostra capacità di percepire il significato di stimoli visivi potrebbe basarsi sulla presenza di alcune caratteristiche **→** tale capacità deriva dal riutilizzo innovativo di sistemi cerebrali che originariamente servivano per il riconoscimento di oggetti nel mondo naturale, espressione del riciclaggio neurale di alcune capacità cognitive **La percezione visiva** 1\. La luce che viene riflessa dall'oggetto arriva all'occhio dell'osservatore 2\. Forma un'immagine sulla retina 3\. Genera impulsi elettrici nei recettori 4\. Gli impulsi nervosi viaggiano attraverso le fibre nervose 5\. Raggiungono il cervello 6\. Vengono elaborati 7\. L'osservatore vede l'oggetto **Elaborazione bottom -- up** **→** dal basso verso l'alto, ipotizza una modalità di elaborazione guidata dai dati sensoriali, ossia dalle singole parti dello stimolo **Elaborazione top -- down** **→** ipotizza che la percezione sia guidata dalla conoscenza o dai concetti, cioè basata sulle rappresentazioni contenute in memoria es. possiamo riconoscere un'automobile a partire dalla proprietà fisica oppure partendo dal concetto di automobile l'informazione sensoriale è un concetto relazionale **→** l'informazione non deve essere considerata come una proprietà materiale indipendente da un osservatore in grado di utilizzarla. Le costanze percettive L'ambiente visivo si modifica sulla base dei movimenti che compiamo (con il corpo, con la testa e con gli occhi), come anche dalle diverse condizioni di luce **Costanza di chiarezza** **→** tendenza a riconoscere il grado di illuminazione, anche quando questo cambia. Un foglio bianco viene individuato come bianco, sia alla luce del sole che in penombra (anche se l'intensità del colore si modifica a livello retinico) **Costanza di forma o grandezza** **→** suggerisce che la grandezza relativa di un oggetto più vicino rimane costante e non varia quando questo oggetto è collocato più vicino all'osservatore; si deduce che l'oggetto ha forma e grandezza costante, ma risulta collocato più vicino all'osservatore pur in presenza di un'immagine retinica più grande. **CAP 8 - LA MEMORIA** Memoria **→** capacità di un organismo vivente di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per relazionarsi al mondo e agli eventi futuri. La funzione in cui si esprime la memoria è il ricordo\* Esprimendosi tecnicamente è un termine molto generale, bisogna fare alcune specifiche per definire ciò a cui si riferisce. \*quello che io apprendo viene riutilizzato in una circostanza analoga che riprenda quel tipo di apprendimento Alcune definizioni: \- **Reminiscenza →** ricomparsa nella memoria di eventi che avevano resistito a tentativi di rievocazione \- **Oblio →** diminuzione o scomparsa del ricordo \- **Interferenza retroattiva →** di nuovo materiale su materiale già appreso \- **Interferenza proattiva →** di vecchi materiali su materiale da apprendere -**Transfer** **→** facilitazione dell'apprendimento da parte di un apprendimento precedente **Il modello di Atkinson e Shiffrin (1968)** L'informazione entra attraverso il deposito sensoriale, dove scompare quasi subito a meno che non venga ripetuta; a questo punto può succedere che venga inviata nella memoria a breve termine e quindi a quella a lungo termine. I materiali recuperati dalla memoria a breve termine vengono elaborati, di ritorno, tramite la memoria a breve termine Il sistema di elaborazione delle informazioni acquisisce nuove informazioni, le trattiene e successivamente le recupera // ACQUISIZIONE -- RITENZIONE \-- RECUPERO \- L'informazione passa dal deposito sensoriale al deposito a breve termine, che può contenere da 4 a 7 elementi per un periodo che varia da 15 a 20 secondi. Se viene ripetuta, elaborata e messa in funzione in maniera adeguata, si può passare al deposito a lungo termine, dove si può conservare indefinitivamente L'informazione entra a far parte del deposito a lungo termine solo in seguito ad una ripetizione di mantenimento o ad una ripetizione elaborativa. La ripetizione aumenta le probabilità che una nuova informazione entri a far parte del deposito a lungo termine. Nel primo caso è consentito il mantenimento nella memoria a breve termine per un tempo indefinito, ma non produce oil trasferimento di alcuna parte nel materiale del deposito a lungo termine Imparare a memoria serve ad esercitare le funzioni, soprattutto nei bambini // negli adulti invece non serve ad apprendere. Il secondo tipo di elaborazione, la ripetizione elaborativa, agisce sulla nuova informazione, creando un qualche tipo di elaborazione, facendo delle associazioni, cercando di immaginarla o tentando di metterla in relazione con altri elementi presenti nella memoria a lungo termine. Questo processo è stato studiato in passato sotto l'etichetta generale di ORGANIZZAZIONE (Bousfield, 1953) → metodo valido per imparare UNA nuova informazione consiste nell'organizzarla, nell'imporle una struttura e nel crearle dei riferimenti con le conoscenze preesistenti **[La memoria sensoriale]** [Memoria iconica] → memoria sensoriale visiva. Persistenza della traccia visiva: Sperling (1960) e presentazione di stimoli visivi attraverso il tachiscopio [Memoria ecoica] → memoria sensoriale uditiva. Particolarmente utile soprattutto in relazione alla comprensione e codifica dei segnali linguistici SPERLING → le lettere venivano mostrate per un tempo brevissimo (50 millisecondi) ed i ss ricordavano solo alcune delle lettere. Se immediatamente dopo la scomparsa delle lettere si metteva un segnale luminoso in corrispondenza di una lettera o un segnale sonoro con tonalità diverse (alto, medio, basso), i ss riuscivano sempre a ricordare quale fosse la lettera (segnale luminoso) o le lettere di ogni rigo (segnale sonoro) **[La memoria a breve termine]** Ha una capacità limitata e gran parte delle informazioni che vi entrano vengono in seguito dimenticate. Poiché la memoria a breve termine contenente informazioni richiamate dalla memoria a lungo termine, alcuni la definiscono memoria di lavoro // non ha esistenza autonoma, serve a qualcos'altro **[Memoria di lavoro (Baddeley e Hitch)]** Il termine memoria di lavoro implica un sistema per il mantenimento temporaneo e per la manipolazione dell'informazione durante l'esecuzione di differenti compiti cognitivi, come ad esempio la comprensione, l'apprendimento e il ragionamento. La memoria a breve termine non è semplicemente una stazione tra percezione e memoria a lungo termine. L'informazione può entrare nella STM (memoria a breve termine) dalla memoria sensoriale o dalla LTM (memoria a lungo termine). Per questo si parla di memoria di lavoro, perché essa opera sulle percezioni come una sorta di comportamento che ha luogo nella mente MODELLO DELLA WM → Esecutore centrale // una specie di meccanismo organizzatore che sincronizza vari processi: articolatorio (voce interna), informazioni visive e magazzino fonologico (suoni) [CODIFICA DELL'INFORMAZIONE] → integrazione con la memoria a lungo termine. \- Ipotesi semplice → l'informazione passa dalla memoria sensoriale alla memoria a breve termine, dove viene immagazzinata per un breve periodo, poi il ripasso trattiene la traccia abbastanza a lungo perché venga trasferita nella memoria a lungo termine Tipologie di memoria di lavoro \- FONOLOGICA → la maggior parte delle informazioni viene elaborata a livello verbale \- VISIVA → la maggior parte delle informazioni che riceviamo dal sistema visivo non sono verbali **Effetto primacy** → tendenza a ricordare le parole iniziali e che vengono presentate per prime **Effetto recency** → tendenza a ricordare le parole che sono presentate per ultime L'apprendimento e la codifica nella LTM Passaggio attraverso il consolidamento → dalla STM alla LTM. Le prove a favore di ciò sono date ad esempio dall'amnesia retrograda // amnesia riguarda una caduta amnestica importante: tipicamente dopo l'incidente stradale una persona perde dei ricordi relativi a prima dell'incidente Dalla STM c'è un ripasso di mantenimento (dato dalla ripetizione) e un ripasso di elaborazione, tesi al consolidamento, perché costituiscono un'elaborazione sia superficiale che profonda. **Com'è organizzata la LTM** \- MEMORIA DICHIARATIVA \- MEMORIA PROCEDURALE → registro delle informazioni comportamentali (abitudini, schemi cognitivo -- comportamentali) // indistruttibile, l'apprendimento viene ricordato anche senza esercizio \- Conoscenze generali o semantiche // MEMORIA SEMANTICA → riguarda informazioni concettuali; magazzino a lungo termine di dati, fatti e informazioni, incluso il vocabolario \- Aspetti episodici // MEMORIA EPISODICA → detta anche memoria autobiografica, registro delle nostre esperienze personali, ricordi di cose specifiche che abbiamo visto, fatto, sentito, ecc La memoria è un processo ricostruttivo e può essere fortemente indotta. Rischi: \- Ipnosi e memoria → attraverso le pratiche ipnotiche noi possiamo indurre dei cosiddetti falsi ricordi (mind gap) \- Testimonianza oculare → non indurre falsi ricordi Intervista cognitiva tecnica utilizzata per interrogare un testimone oculare e si basa sulle conoscenze e teorie della psicologia cognitiva, in particolare si concentra sui processi della memoria. È stata elaborata da Fisher e Geiselman per offrire agli ufficiali di polizia e professionisti in ambito legale uno strumento affidabile durante l'interrogatorio dei testimoni oculari. Viene utilizzata soltanto per quei testimoni che vogliono collaborare e fornire una dichiarazione veritiera, poiché essa risulta inefficace per chi invece si rifiuta di cooperare Le varie rassegne su questa tecnica dimostrano come essa sia superiore rispetto a quella standard, sia per la quantità di informazioni raccolte, sia per la loro qualità e attendibilità. Si basa su 4 tecniche cognitive fondamentali: 1\. RICOSTRUZIONE AMBIENTALE del luogo in cui è stato commesso il reato e dello stato psicologico vissuto durante l'evento, ciò che il testimone stava facendo e pensando 2\. FAR RIFERIRE QUALSIASI DETTAGLIO IL SOGGETTO RICORDI DELL'EVENTO, anche quello che può apparire più stupido e insignificante 3\. RIEVOCAZIONE LIBERA DELL'EVENTO (iniziare a raccontare dalla fine, da un evento particolare, da metà, ecc), non utilizzando un ordine cronologico, poiché questo potrebbe scatenare la tendenza che gli individui hanno di compensare le lacune mnesiche con la ricostruzione delle inferenze compiute sugli eventi simili a lui familiari 4\. CAMBIARE PROSPETTIVA, per esempio dal punto di vista di un altro testimone, per ampliare la quantità di dettagli, facendo però attenzione al possibile rischio di evocare ricordi fittizi Tecniche che l'intervistatore può utilizzare per migliorare lo stato emotivo del soggetto, senza scatenare ansia e stress: \- **Personalizzare l'intervista** → sintonizzarsi con l'intervistato utilizzando il linguaggio che più si avvicina al suo modo di esprimersi e adattando il suo comportamento, mostrando empatia e chiamarlo per nome \- **Minimizzare l'ansia** → l'intervistatore deve mostrarsi calmo e rilassato, parlare in maniera semplice e lentamente, per far si che l'intervistato si adatti emotivamente con il suo stato positivo e riduca al minimo il livello d'ansia \- **Trasferimento del controllo** → dare la sensazione che sia il testimone a condurre l'intervista, ad essere il protagonista e a giocare il ruolo più attivo, per facilitare la comunicazione. L'intervistatore dovrà soltanto mostrarsi partecipe, ascoltare attivamente e porre le domande I 5 passaggi dell'intervista cognitiva: 1\. Introduzione, si instaura una relazione con il testimone 2\. Narrazione libera 3\. Richiesta di ulteriori informazioni (attraverso la tecnica della ricostruzione ambientale) 4\. Cambio di prospettiva 5\. Chiusura Da cosa riconosciamo la memoria? → dal suo opposto, l'oblio. Perché dimentichiamo? → la perdita di informazioni permette al sistema mentale di agire più efficacemente, un uomo che ricordasse tutto avrebbe degli enormi problemi nella gestione delle informazioni. Trucchi per combattere l'oblio → MNEMOTECNICHE. Si dividono in due categorie: \- **Codifica** → insegnano a trasformare le informazioni in entrata in modo da facilitarne il successivo recupero // mnemotecniche comuni sin dall'antichità classica. Tale tecnica tradizionale consente di trasformare sequenze di cifre in parole, a loro volta traducibili in immagini visive il fatto che parole associate ai numeri possano essere facilmente traducibili in immagini permette di ricordare la sequenza di parole e dei corrispondenti numeri. \- **Organizzazione** → forniscono uno schema cognitivo in cui inserire le informazioni da apprendere. Metodo dei loci: associo una mappa mentale a me nota ad una serie di concetti Metodo delle immagini vivide: associo concetti ad immagini mentali forti e significative Organizzazione della memoria a lungo termine **Memoria semantica** → registro delle informazioni concettuali, magazzino a lungo termine di dati, fatti e informazioni, incluso il vocabolario **Memoria episodica** → registro delle nostre esperienze personali, ricordi di cose specifiche che abbiamo fatto, visto, sentito e assaporato, ecc **Memoria esplicita** (detta anche memoria dichiarativa) → memoria di cui siamo consapevoli, sappiamo di aver appreso una cosa e possiamo parlare di ciò che abbiamo appreso con gli altri **Memoria implicita** (detta anche memoria procedurale o non dichiarativa) → conoscenze acquisite inconsapevolmente che riguardano soprattutto il saper fare **Fenomeno sulla punta della lingua** → rievocazione attraverso recollection, favorita da variabili legate al contesto tra cui oggetti fisici, indicazioni o altri stimoli verbali La ricostruzione: il ricordo come processo creativo \- **Interferenza retroattiva** → informazioni apprese più recentemente interferiscono con il ricordo \- **Interferenza proattiva** → la capacità di ricordare nuove informazioni è ridotta a causa di informazioni apprese precedentemente l'organizzazione può cancellare alcune parti occultandole o mimetizzandole. TRANSFER → facilitazione dell'apprendimento da parte di un apprendimento precedente Il complesso di conoscenze che formano le nostre aspettative sono il contesto in cui viene inserito il messaggio da comprendere sono nozioni grazie alle quali acquistano unità spezzoni di discorsi, di immagini, di eventi Quali effetti produce il contesto cognitivo sul ricordo? Viene presentata una lista di parole: aspro, zucchero, amaro, buono, gusto, dente, carino, miele, soda, cioccolata, cuore, pasticcino, mangiare, torta. Nell'elenco precedente apparivano queste parole: Gusto, punto, dolce? nella maggior parte dei casi (80-90%) i soggetti che si sottopongono a questa prova non solo affermano che "dolce" era nella lista, ma ne sono pienamente convinti SUGGESTIONABILITÀ → prestazione di memoria inferiore dopo aver ricevuto una informazione errata. Si parla di misleading post information, ossia l'aggiunta di una informazione errata successiva all'evento che può portare a distorcere il ricordo **CAP 9 - LA COSCIENZA** Attenzione → mezzo attraverso il quale diventiamo coscienti delle nostre esperienze // mobilitare specificamente un processo cognitivo su un elemento che può essere sia interno che esterno. Guidata da alcuni aspetti connessi all'interesse della persona "Insieme delle attività che modulano l'efficienza dell'attività mentale mediante processi di amplificazione (benefici) o attenuazione (costi) del materiale da elaborare" Attenzione selettiva → Non siamo coscienti di tutti gli stimoli che i nostri sensi individuano. Il processo che controlla la nostra consapevolezza di particolari categorie di evento che accadono nell'ambiente, escludendone altre, viene chiamato attenzione selettiva. Attenzione divisa → processo grazie al quale poniamo la nostra attenzione su due o più compiti per portarli a termine simultaneamente. Essa è principalmente il risultato di un processo decisionale del cervello che si spiega come la nostra consapevolezza sarà suddivisa in diverse esperienze. Le risorse attentive sono limitate. Metafora del filtro → tanti stimoli che passano attraverso un filtro diminuendo. \- Consente il bilanciamento di costi e benefici \- riduce il materiale che supera la soglia della consapevolezza \- agisce proprio come un filtro nell'attenzione divisa troviamo la spiegazione del perché alcune azioni sono compatibili e altre sono incompatibili // è compatibile scrivere e ascoltare, incompatibile guidare e usare il telefono, ambiguo studiare e ascoltare musica → variabilità individuale (alcune persone hanno necessità di azzeramento di stimoli da fuori, altri riescono ad operare ignorando gli stimoli esterni) il meccanismo del filtro sarebbe basato sull'elaborazione periferica: \- coinvolto l'organo sensoriale (visivo / uditivo) \- proprietà superficiale dello stimolo ascolto dicotico (diviso in due parti) Cherry fece un test di attenzione selettiva → due messaggi separati alle due orecchie. Il messaggio disatteso non passa il filtro (il soggetto non sa riferire il significato, talvolta nemmeno il timbro di voce, o il cambiamento di lingua) fenomeno del cocktail party Metafora dello spotlight → immaginare un campo buio con dentro una torcia spenta o accesa. Quando è spenta non risalta nulla, se viene accesa proietta uno spazio di luce che diventa evidente Il meccanismo di filtro sarebbe basato su meccanismi centrali per: \- spostare l'attenzione verso un punto preciso \- allocare risorse attentive in quel punto **L'esperimento di Posner (1980)** Questo studio mostra che l'attenzione selettiva può influenzare l'individuazione di stimoli visivi: se uno stimolo si presenta nel luogo in cui ce lo aspettiamo lo percepiamo più velocemente; se invece si verifica dove non ce lo aspettiamo lo percepiamo più lentamente due ipotesi sull'attenzione: \- basata sulle collocazioni // dove si trovano nel campo visivo \- basata sull'oggetto **Attenzione e natura degli oggetti** Cecità disattentiva → l'esperimento suggerisce che il sistema visivo sia incline a casi sorprendenti di cecità disattentiva, ossia la mancata percezione di un evento quando dirigiamo l'attenzione in un altro punto situazioni che generano cecità al cambiamento: \- cambi di scena \- interruzioni \- cambiamenti graduali che cos' è la coscienza? \- Consapevolezza degli eventi ambientali e cognitivi come i ricordi, i pensieri, i sentimenti e le sensazioni corporee \- Il concetto di capacità limitata vale anche per la coscienza -- possiamo essere consapevoli di una cosa per volta \- Molto legata al concetto di attenzione, ma non si identifica con essa, non sono la stessa cosa Elaborazione senza coscienza L'informazione può essere elaborata in assenza di consapevolezza elaborazione / apprendimento IMPLICITO È in favore di una selezione relativamente tardiva dell'informazione. Può essere elaborato senza coscienza: \- Informazione percettiva \- Azioni (guidare, lavarsi i denti, ecc.) \- Pensiero e problem solving \- Decision making (non c'è un accesso privilegiato dell'informazione cosciente) **Masking** → Un breve stimolo può essere mascherato da un pattern immediatamente successivo. A certi intervalli temporali, lo stimolo non entra nella consapevolezza, non diventa cosciente e non viene percepito. Marcel ha dimostrato che uno stimolo inconscio o mascherato può essere elaborato fino ad estrarne il suo significato **Priming** → risposte migliori a uno stimolo se preceduto da uno stimolo simile // DOMANDA D'ESAME (frutta -- arancia / risposta veloce \| bicicletta -- arancia / risposta lenta). È un modo efficace per sondare l'elaborazione e la memoria implicita **L'ipnosi** È una tecnica verbale che permette ad un tecnico specialista di controllare alcuni comportamenti, pensieri e percezioni di un soggetto, che consente di fornire delle ipotesi sulla natura della coscienza; ha anche dei risvolti applicativi in ambito medico e psicoterapico. Il fenomeno è stato scoperto da Franz Mesmer, da qui la parola mesmerismo, un medico austriaco che noto che passando dei magneti sul corpo di alcuni pazienti questi avevano delle convulsioni ed entravano in uno stato di trance (il tentativo era quello di stabilire dei flussi magnetici per curare alcune patologie), questi avevano delle convulsioni ed entravano in uno stato di trance. Il soggetto non risponde agli stimoli esterni e viene utilizzata a scopo curativo // no attenzione. Oggi l'ipnosi viene ancora utilizzata ma prevalentemente sulle dipendenze (non tutti sono facilmente ipnotizzabili // il soggetto deve fidarsi facilmente). Mesmer scoprì in seguito che i pazienti non erano influenzati dal magnetismo delle bacchette, ma rispondevano alla sua personalità carismatica e persuasiva → effetto legato alla suggestione. Ora sappiamo che le convulsioni e lo stato di trance non necessariamente accompagnano l'ipnosi e che l'ipnosi non cura le malattie fisiche Possono essere usate molte tecniche per indurre l'ipnosi e caratteristica essenziale per indurre questo stato di coscienza sembra essere quella connessa all'accettazione del partecipante di sottoporsi al trattamento. In generale si distinguono tre tipi di suggestione ipnotica: \- Suggestione ideomotoria → sollevare un braccio \- Suggestioni di sfida → incapacità di svolgere una normale azione motoria volontaria \- Suggestioni cognitive / sensoriali → non sentire dolore, non essere in grado di ricordare qualcosa Il sonno → definito come uno stato alterato della coscienza. Temporanea soppressione della coscienza con modificazione delle seguenti funzioni corporee: \- Muscolatura liscia \- Movimenti oculari \- Riflessi muscolari \- Frequenza respiratoria e cardiaca \- Temperatura corporea Il sonno fisiologico è costituito da due fasi distinte, che si presentano in forma ciclica: \- Sonno attivo REM → movimenti oculari/corporali rapidi, movimenti respiratori e battiti cardiaci irregolari \- Sonno quieto NREM → senza movimenti oculari rapidi, attività cardiaca e respiratoria regolare 3 stadi: dal facile risveglio al sonno profondo Funzioni del sonno REM → periodo di intensa attività fisiologica ed è pertanto ragionevole aspettarsi che svolga funzioni diverse dal sonno calmo \- Favorisce lo sviluppo cerebrale e l'apprendimento Animali trattati, durante lo sviluppo, con farmaci che inibiscono il sonno REM hanno mostrato, da adulti, anomalie nel comportamento. Tali animali, inoltre, avevano la corteccia cerebrale ed il tronco encefalico di dimensioni ridotte rispetto ai controlli non trattati \[Smith, 2004\] Funzioni del sonno NREM → è correlato alla conservazione e al ristoro di funzioni vegetative di base. Sembra avere una relazione, forse regolata da una componente istintuale, con la veglia che l'ha preceduto e con le necessità metaboliche, termoregolatorie e omeostatiche ad essa correlate. Una corretta omeostasi tra i vari stadi del sonno porta ad un miglior utilizzo dei processi di apprendimento Il sogno → esperienza anche molto vivida che si può verificare durante il sonno. **La scoperta del sogno per Freud** "Mi sono dedicato per anni, a scopo terapeutico, a dissolvere nei loro elementi varie formazioni psicopatologiche... cioè sin da quando ho imparato, da un'importante comunicazione di Josef Breuer, che per queste formazioni, intese come sintomi patologici, dissolverle nei loro elementi significativi significa risolverle (\...). Nel corso di questi studi psicoanalitici mi sono imbattuto nell'interpretazione del sogno. I pazienti che io avevo impegnato a raccontarmi tutte le idee e i pensieri che si imponevano loro di fronte a un determinato argomento, mi raccontavano i loro sogni, dimostrando che un sogno è inseribile nella concatenazione psichica che, partendo da un'idea patologica, va inseguita a ritroso nella memoria. Non ci volle dunque che un passo per trattare il sogno stesso come un sintomo e per applicare al sogno il metodo di interpretazione già elaborato per il sintomo" Il sogno per Freud è il risultato di un complesso lavoro psichico destinato a preservare lo stato di sonno, ad appagare il desiderio di dormire che rischia di essere turbato dall'emergere di un antico desiderio inconscio risvegliato da qualche impressione del giorno precedente (residuo diurno) Questo desiderio di origine infantile durante la vita vigile è interdetto e rimosso, approfitta dello stato di sonno per cercare di farsi strada verso la coscienza, ma una censura, rappresentante psichico della morale, si oppone **CAP 11 - INTELLIGENZA** Capacità di una persona di apprendere e ricordare le informazioni, di riconoscere i concetti, le relazioni tra i concetti e le classi e di applicare queste informazioni e questo riconoscimento comportandosi in modo adattivo. Secondo Wechsler, l'intelligenza rappresenta la capacità globale o complessa dell'individuo di agire per uno scopo determinato, di pensare in modo razionale e di avere rapporti adeguati con il proprio ambiente. Necessario è un ampliamento della definizione universalmente accettata di intelligenza che includa un gran numero di abilità. Intelligenza emotiva importante tanto quanto quella cognitiva, infatti oggi le aziende chiedono soprattutto quella **Intelligenza globale o multicomponente?** L'intelligenza è un tratto singolo, fondamentale e globale che influenza tutte le prestazioni intellettuali (QI) oppure è un insieme di abilità distinte e indipendenti? L'intelligenza nel tempo è stata molto stigmatizzata, portando all'isolamento dei cosiddetti individui ritardati, ossia che non presentavano un livello di intelligenza in alcuni ambiti, pari a quello degli altri. L'impostazione tesa a ricavare un'unica misura dell'intelligenza, presuppone che questa sia una capacità generale e omogenea per i diversi campi a cui l'individuo si applica. In uno studio ancora più importante, Spearman riferì la prima analisi fattoriale delle abilità umane. Egli sosteneva che ogni abilità era spiegabile in base ad un fattore generale di abilità (g) -- che varia da individuo a individuo -- e a un fattore specifico (s) a quelle abilità Fattore generale G → tre principi qualitativi della cognizione: \- Apprendimento dall'esperienza \- Deduzione di relazioni \- Deduzione di correlazioni (deduzione = inferenza ricavata da fatti) Spearman ha sviluppato il concetto di intelligenza intesa come fattore generale e per quanto rudimentale, i moderni test di intelligenza si propongono ancora di misurare g (ipotesi fattorialista). Come Spearman è giunto ad ipotizzare l'esistenza di un fattore comune nell'intelligenza? Attraverso l'utilizzo dell'analisi fattoriale **Analisi fattoriale** → una procedura statistica che identifica fattori comuni (fattori intellettivi) alla base della prestazione nei test di intelligenza e determina quali test possono essere raggruppati Ad esempio, nella scala d'intelligenza di Weschler (WAIS) 11 differenti subtest\*, attraverso il calcolo delle correlazioni tra i test e la successiva applicazione dell'analisi fattoriale hanno permesso di elaborare tre fattori: A -- intelligenza generale B -- memoria a breve termine e manipolazione dei numeri C -- abilità spaziali \*informazione, memoria di cifre, vocabolario, ragionamento aritmetico, comprensione, analogie, completamento di figure, riordinamento di storie figurate, disegno con i cubi, ricostruzione di oggetti, associazione di stimoli a numeri Partendo dalla teoria di Spearman, Cattell propone una bipartizione tra intelligenza: \- Fluida (gf) ossia le capacità di base indipendenti dall'esperienza \- Cristallizzata (gc) che risentirebbe degli effetti dell'acculturazione acquisita attraverso l'esperienza **La teoria triarchica di Stenberg** \- Intelligenza analitica INTELLIGENZA \- Intelligenza creativa (combatte la fissità funzionale) → EFFICACE \- Intelligenza pratica **La teoria delle capacità primarie di Thurstone** L'intelligenza consiste in sette capacità primarie \- Comprensione verbale \- Capacità numeriche \- Memoria \- Velocità percettiva \- Fluidità verbale \- Visualizzazione spaziale \- Ragionamento Le moderne impostazioni tendono a concordare con la posizione di Thurstone secondo la quale l'intelligenza consiste in un piccolo numero di capacità differenti **La teoria delle intelligenze multiple di Gardner** Gardner rileva i limiti di una concezione dell'intelligenza ridotta a quella che si misura i test e che rileva una singola o di pochi tipi primari di intelligenza. Considera l'esistenza di diverse competenze intellettuali, o intelligenze umane che possono combinarsi in vario modo in ogni individuo e il cui sviluppo è influenzato dai diversi contesti culturali, i quali tendono generalmente a privilegiare un determinato tipo di intelligenza a scapito degli altri 1\. Intelligenza logico -- matematica → abilità implicata nel confronto e nella valutazione di oggetti concreti o astratti, nell'individuare relazioni e principi 2\. Intelligenza linguistica → abilità che si esprime nell'uso del linguaggio e delle parole, nella padronanza dei termini linguistici e nella capacità di adattarli alla natura del compito 3\. Intelligenza spaziale → abilità nel percepire e rappresentare gli oggetti visivi, manipolandoli idealmente anche in loro assenza 4\. Intelligenza musicale → abilità che si rivela nella composizione e nell'analisi di brani musicali, nonché nella capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi 5\. Intelligenza cinestetica → abilità che si rivela nel controllo e nel coordinamento dei movimenti del corpo e nella manipolazione degli oggetti per fini funzionali o espressivi 6\. Intelligenza interpersonale → abilità di interpretare le emozioni, le motivazioni e gli stati d'animo degli altri 7\. Intelligenza intrapersonale → abilità di comprendere le proprie emozioni e di incanalarle in forme socialmente accettabili **L'approccio psicometrico** I test di intelligenza sono fra i test psicologici più antichi. La loro iniziale comparsa si deve all'avvento della scolarizzazione nei paesi industrializzati, dopo la metà del XIX secolo. Ancora prima dell'inizio del 900, le scuole pubbliche di Parigi avevano messo a punto una didattica differenziata per allievi: 1\. In grado di seguire i normali programmi didattici 2\. Che avevano bisogno di un sostegno speciale 3\. Ricordati che richiedevano scuole speciali all'esterno delle scuole pubbliche Dopo il 1895 per Binet e i suoi colleghi, in Francia, fu l'istruzione obbligatoria a finanziare la ricerca per individuare le differenze esistenti nelle capacità degli studenti. Nel 1905 Binet e Simon fornirono un test, la scala Binet-Simon, in grado di classificare gli individui in base alle differenze riscontrate nelle abilità mentali misurabili (età mentale) Nel 1912 Stern compì il passo logico successivo negli studi di Binet e Simon, calcolando il QI, universalmente riconosciuto come l'indice dell'aspetto misurabile dall'intelligenza QI = EM (età mentale) / EC (età cronologica) x 100 Esempio → il QI di un bambino di 8 anni il cui rendimento è identico a quello di un bambino di 10 anni verrà calcolato così 10/8 x 100 // DOMANDA D'ESAME Gli adattamento e le revisioni apportate da Terman e collaboratori dell'università di Stanford, hanno dato origine a quello che sarebbe diventato il test d'intelligenza più utilizzato, noto come Stanford -- Binet Scale. Nel 1996 è stata pubblicata una nuova versione della scala Stanford-Binet: un'importante innovazione introdotta è data dalla sostituzione del QI -- Rapporto con una valutazione del QI in deviazioni standard → media = 100, deviazione standard = 16 Il risultato tiene conto dell'età mentale e cronologica di un individuo → QI = MA (età mentale) / CA (età cronologica) X100. Questo consentiva di evitare una serie di problemi connessi con l'aiuto dell'utilizzo del QI rapporto, come il fatto che negli adulti l'età mentale tende a stabilizzarsi, mentre quella cronologica continua a salire. Il QI-Deviazione (Wechesler), consente di confrontare il punteggio ottenuto in un test con quelli ottenuti da altri soggetti con la medesima età cronologica !!! Il QI non è mai una misura assoluta; riflette invece la posizione relativa di un soggetto rispetto alle prestazioni degli altri individui di pari età nel campione standardizzato. Per ovviare alcune delle limitazioni operative ed alcune riserve della scala di stanford-binet, venne messa a punto da Weschler una scala più idonea per misurare l'intelligenza, nella speranza di comprendere meglio le sue componenti. La Weschler-Bellevue Intelligence Scale (1939) era concepita come un reattivo di intelligenza per adulti, che poneva il focus più sulla composizione e sulla stabilità nello stadio adulto che sugli aspetti evolutivi. Questa fu sottoposta ad una prima revisione nel 1955 e venne denominata Weschler Adult Intelligence Scale (WAIS), e poi ancors nel 1981 divenendo la Weschler Adult Intelligence Scale-Revised (WAIS -- R). Queste misurano l'intelligenza di individui di età compresa tra i 16 e i 75 anni, mentre un'altra versione, la Weschler Intelligence Scale for Children (WISC) valuta l'intelligenza di bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni (1949). La WAI