Dispensa di Diritto Privato PDF
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Summary
Questa dispensa riassume i concetti fondamentali del Diritto Privato secondo l'ordinamento giuridico italiano. Sono trattati i concetti di interpretazione analogica e sistematica, le fonti del diritto, il Codice Civile, e i soggetti di diritto, sia persone fisiche che giuridiche. Il documento presenta una struttura divulgativa e sistematica dei concetti a un pubblico studentesco universitario.
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Dispensa di Diritto Privato Il Diritto e le Regole Giuridiche Il diritto è un sistema di regole che garantisce l'ordinato svolgimento della vita sociale e la sua stessa istituzione. Il termine "diritto" può essere inteso in due sensi: oggettivo, come insieme di regole vigenti in un determina...
Dispensa di Diritto Privato Il Diritto e le Regole Giuridiche Il diritto è un sistema di regole che garantisce l'ordinato svolgimento della vita sociale e la sua stessa istituzione. Il termine "diritto" può essere inteso in due sensi: oggettivo, come insieme di regole vigenti in un determinato settore, e soggettivo, come posizione di vantaggio riconosciuta ad un determinato soggetto. Entrambe le accezioni comprendono Regole Giuridiche, che appartengono ad un determinato contesto detto Ordinamento e devono essere oggetto di un determinato procedimento per essere ufficiali. Le Regole Giuridiche sono chiamate Norme Giuridiche e contengono una prescrizione o regola di comportamento. Caratteristiche e Interpretazione delle Norme Giuridiche Le Norme Giuridiche sono caratterizzate da generalità, astrattezza e possibilità di applicazione a diverse fattispecie. L'interpretazione della legge è un processo necessario per attribuire un significato preciso alle disposizioni normative, che possono avere più significati. I criteri dell'interpretazione sono forniti dalle Disposizioni Preliminari e includono il criterio letterale e logico, descritto nell'articolo 12 delle Disposizioni Preliminari. L'interpretazione può essere estensiva o restrittiva a seconda del campo di applicazione della norma risultante. Interpretazione Sistematica e Analogica Il criterio sistematico e analogico è un metodo di interpretazione giuridica che si basa sull'articolo 12, II comma, delle Disposizioni Preliminari, che prevede di ricorrere a disposizioni simili o materie analoghe per decidere una controversia non regolata da una precisa disposizione. L'ordinamento giuridico è considerato un sistema organico, in cui ogni componente ha un ruolo specifico e il fine è comune e unitario, e quindi l'interpretazione sistematica consiste nell'inserire la scelta del significato da attribuire a una regola nel tessuto più ampio del complesso di norme a cui essa appartiene. L'interpretazione analogica si divide in due tipi: Analogia Legis, che consiste nell'applicare una regola analoga a un caso non regolato da una norma esplicita, e Analogia Iuris, che si basa sui principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato quando non esiste una disposizione a cui fare riferimento. L'Analogia Legis non può essere applicata in caso di regole penali o norme eccezionali, mentre l'Analogia Iuris si basa sui principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, come la libertà di iniziativa economica o la libertà di matrimonio. Criteri di Interpretazione Esistono diversi criteri di interpretazione, tra cui il criterio autentico, che è fornito direttamente dal legislatore, il criterio giudiziale, che è fornito dal giudice e non è vincolante, il criterio amministrativo, che è attuato da un organo amministrativo e divulgato mediante circolari, e il criterio dottrinale, che sono proposte di interpretazione avanzate dagli studiosi del diritto. Diritto Pubblico e Privato Il diritto privato e il sistema delle fonti sono parte di un ordinamento giuridico complesso, che comprende un'enorme quantità di regole, e quindi è necessario dividerle in settori distinti e ordinati per poterle meglio disciplinare. Il diritto si suddivide in due rami principali: il diritto pubblico, che persegue interessi di carattere generale e appartiene alla collettività, e il diritto privato, che regola i rapporti tra i singoli o enti di carattere privatistico, ponendosi su un piano di parità e autonomia. Lo studio del diritto pubblico si scompone in una pluralità di materie, tra cui il diritto costituzionale, che ha ad oggetto la fondamentale struttura dell'organizzazione e dei poteri statali, anche in relazione alle libertà garantite ai cittadini e ai soggetti dell'ordinamento. Il Diritto Amministrativo regola l'organizzazione amministrativa e i rapporti tra i soggetti e la pubblica amministrazione, mentre il Diritto Penale riguarda i comportamenti vietati come reati. Il Diritto Processuale civile disciplina e studia lo svolgimento dei processi. Il Diritto Privato si scompone in diversi rami, tra cui il Diritto Civile, il Diritto Commerciale, il Diritto del Lavoro, il Diritto Agrario e il Diritto privato della Navigazione. Fonti del Diritto Le Fonti del Diritto sono i blocchi formativi da cui il Diritto Privato trae l'origine delle proprie disposizioni, e includono il Codice Civile. Il Codice Civile italiano è stato influenzato dai Codici Napoleonici e dal codice germanico, e la sua prima codificazione risale al 1865, con una revisione nel 1942. Il Codice Civile attuale è organizzato in sei libri: Delle Persone e della Famiglia, Delle Successioni, Della Proprietà, Delle Obbligazioni, Del Lavoro e Tutela dei Diritti. La pratica commerciale ha origine nel Medioevo con le Corporazioni, e la tutela legale era inizialmente basata sullo status sociale, ma con la commercializzazione del diritto privato, la regola che prevale è quella che governava i rapporti di carattere commerciale. Il Codice del Consumo è stato introdotto per tutelare i consumatori nei rapporti con i professionisti, e il Diritto Commerciale è stato inglobato nel Codice Civile, eliminando la rilevanza dello status sociale. Il Codice Civile italiano è stato emanato nel 1942 e può essere modificato mediante leggi ordinarie, subendo costantemente mutamenti per adattarsi alla realtà sociale ed economica in continua evoluzione. La modifica del testo di alcune norme del Codice Civile è chiamata Novellazione del codice, mentre il rinnovamento di interi comparti può avvenire attraverso Leggi Speciali che non rientrano nel Codice. La Costituzione italiana, nata dopo la seconda guerra mondiale, contiene regole che determinano la fisionomia del regime economico-sociale e fornisce indicazioni per il Diritto Privato, che si esplicano attraverso tre strade: interpretazione delle regole del Codice Civile, riferimento ai principi generali dell'ordinamento e applicazione diretta della norma costituzionale. Le Leggi Speciali, aumentate notevolmente dagli anni '70, non rientrano nel Codice Civile e rischiano di diventare troppe e disorganizzate, ma possono essere riorganizzate in codici di settore. La Legislazione Comunitaria, basata sui Trattati istitutivi della Comunità Europea, prevede Regolamenti Europei direttamente applicabili e Direttive europee che devono essere attuate dagli Stati membri entro una determinata scadenza. La Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea (Lisbona 2007) fornisce ulteriori indicazioni riguardo a situazioni giuridiche tutelate dal diritto privato e i diritti della persona, e le norme del diritto privato non possono porsi in contrasto con le disposizioni presenti in essa. Le Consuetudini rappresentano la regolamentazione ufficiale nei paesi non codificati, mentre negli altri paesi hanno valenza di regola giuridica solo se richiamate dalla legge, e possono esistere anche a livello internazionale nei rapporti tra ordinamenti diversi, regolati dalla Lex Mercatoria. I Soggetti del Diritto I soggetti del diritto sono individui o gruppi che, all'interno dell'ordinamento giuridico, sono titolari di diritti e obblighi e sono detti Soggetti di Diritto. L'ordinamento giuridico decide quali componenti siano considerati Soggetti di Diritto, escludendo entità come la famiglia che non ha obblighi e diritti come gruppo. Non solo gli individui possono essere considerati Soggetti di Diritto, ma anche gruppi di essi, come stabilito nel Codice Civile. Il Codice Civile distingue tra Persone Fisiche e Persone Giuridiche: le prime sono esseri umani sempre considerati Soggetti di Diritto, mentre le seconde sono gruppi di persone con autonomia patrimoniale perfetta. La qualità di Soggetto di Diritto è indicata dalla Capacità Giuridica, descritta nell'articolo I del Codice Civile, che si acquista con la nascita e si perde con la morte. La Capacità Giuridica è una prerogativa costituzionale dell'individuo e rappresenta l'attitudine del soggetto di essere titolare di diritti e obblighi. Il principio di uguaglianza descritto nel Codice Civile stabilisce che non esistono persone caratterizzate da incapacità giuridica, salvo alcune limitazioni. La nascita si ha con la separazione di un feto vivo dal corpo materno e un individuo concepito ma non ancora nato non è ancora considerato Persona Fisica e Soggetto di Diritto. La morte naturale determina la perdita della Capacità Giuridica, accertata dal medico legale dopo un determinato lasso di tempo dal decesso. Accertamento della Morte e Casi Particolari Accertamento precoce della morte: nel caso di espianto di organi, la morte deve essere accertata da un collegio di medici e si considera tale nel momento della cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo (morte cerebrale). Casi di impossibilità di accertamento della morte: esistono tre casistiche: Dichiarazione di Scomparsa: può essere chiesta al tribunale quando la persona non è più comparsa nel luogo del suo ultimo domicilio o della sua ultima residenza e non si hanno più sue notizie; il tribunale nomina un curatore che amministri il patrimonio dello scomparso. Dichiarazione di Assenza: può essere emessa se la scomparsa dura da almeno due anni; si ha una parziale anticipazione degli effetti della successione e coloro che dovrebbero essere gli eredi vengono delegati del possesso temporaneo del patrimonio dell'individuo. Dichiarazione di morte presunta: avviene dopo dieci anni dalla scomparsa ed ha gli stessi effetti della morte naturale; gli eredi diventano ufficialmente tali ed il coniuge può risposarsi. Morte in operazioni belliche, sciagure, infortuni, incidenti: la morte presunta può essere anticipata (bastano 2-3 anni a seconda dei casi). Commorienza: nel caso in cui più persone muoiano assieme, ma non si sappia chi è deceduto prima, si applica il principio di commorienza, descritto nell'articolo 4, secondo cui tutte le persone si considerano morte nello stesso momento. Caratteristiche di Identificazione del Soggetto Caratteristiche di identificazione del soggetto del diritto: Nome: composto da prenome e cognome; esiste una diatriba sulla possibilità di attribuire al figlio i cognomi di entrambi i genitori. Domicilio: descritto nell'articolo 43, I comma, come il luogo in cui la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi; può essere imposto dalla legge (domicilio legale) o eletto un "domicilio speciale" per singoli affari e interessi. Residenza: descritta nell'articolo 43, II comma, come il luogo in cui la persona ha dimora abituale; è oggetto di pubblicità nei registri anagrafici e può spesso coincidere con il domicilio. Cittadinanza: l'appartenenza ad un determinato ordinamento; può essere acquisita mediante procedure che dipendono da Stato in Stato; chi non ha la cittadinanza è detto straniero. La disposizione che garantisce gli stessi diritti ai cittadini italiani anche agli stranieri, a prescindere dalla reciprocità, è estesa anche alle persone giuridiche straniere. Lo straniero che acquisisce il permesso di soggiorno può godere del medesimo trattamento del cittadino italiano, mentre esiste un'altra serie di regole che riguarda i cittadini comunitari. Ogni soggetto, indipendentemente dalla nazionalità, gode dei diritti che spettano ad ogni essere umano. Nel nostro ordinamento è ammesso il mutamento del sesso, a cui segue una sentenza che muta l'identità del soggetto, anche se non si è eseguita l'operazione chirurgica. Lo stato civile è un insieme di qualità rese pubbliche nei quattro registri dello Stato Civile: nascita, matrimonio, morte e cittadinanza, e ciò che è documentato nel registro è considerato provato. Capacità di Agire La capacità di agire è l'attitudine di un soggetto a compiere attività aventi rilevanza giuridica e viene concessa se l'individuo è idoneo a provvedere ai propri interessi. La capacità di agire comprende due aspetti: la capacità naturale di agire (intendere e volere) e la capacità legale di agire (idoneità a provvedere ai propri interessi, acquisita con la maggiore età). La maggiore età è fissata al compimento del diciottesimo anno e con essa si acquista la capacità di compiere tutti gli atti per i quali non sia stabilita un'età diversa. Esistono ambiti in cui l'ordinamento tiene conto solo della capacità naturale di agire, come la responsabilità civile e la rappresentanza. Incapacità di Agire L'incapacità di agire può essere di due tipi: incapacità legale di agire (non raggiungimento della maggiore età) e incapacità naturale di agire (incapacità di intendere e di volere). Lo Stato tutela i soggetti incapaci rendendone gli atti annullabili. La regola sull'incapacità legale si modula diversamente a seconda del tipo di incapacità riscontrata. Gli atti compiuti dall'incapace legale sono annullabili facilmente, senza la necessità di dimostrare che l'altra parte sapesse dell'incapacità legale del soggetto o che l'atto arrechi un pregiudizio al soggetto stesso. Gli atti compiuti dall'incapace naturale (con capacità legale) possono essere annullati solo se si dimostra l'incapacità del soggetto, il pregiudizio arrecato dall'atto e, in caso di contratto, la malafede della parte contraente. Lo stato di incapacità legale è stabilito dalla legge ed è collegato a tre elementi: età, condizioni di salute e condotta morale. L'età è un fattore importante, poiché tendenzialmente è considerato incapace legale il minore di anni 18, ma esistono eccezioni per cui la capacità legale è riconosciuta ad età diverse. Le condizioni di salute possono ostacolare l'attitudine a provvedere ai propri interessi, come ad esempio infermità mentale grave ed abituale, soggetti ciechi e sordomuti dalla nascita, soggetti alcolizzati o consumatori abituali di sostanze stupefacenti. La condotta morale può essere un fattore di incapacità legale, come ad esempio soggetti condannati per reati gravi con reclusione non inferiore ai cinque anni. Tradizionalmente si distinguevano due tipologie di incapacità: incapacità assoluta e incapacità relativa. A partire dal 2004 è stata attuata una novellazione nel I libro del Codice Civile che definisce una nuova figura di incapace, mai caratterizzata da incapacità assoluta, e seguita dal nuovo istituto dell'Amministrazione di sostegno. Tipi di Incapace I diversi tipi di incapace si distinguono a seconda delle caratteristiche, come ad esempio il minore, considerato incapace legale salvo alcune eccezioni. Il minore, in passato considerato "incapace assoluto", oggi è riconosciuto come capace di discernimento, il che gli consente di compiere atti validi come quelli della vita quotidiana e quelli riguardanti l'esercizio di diritti inviolabili. Gli atti della vita quotidiana, come comprare il giornale o andare al cinema, sono considerati validi in quanto legati alla capacità di discernimento del minore. Gli atti riguardanti l'esercizio di diritti inviolabili, come il consenso al trattamento medico o l'orientamento religioso, sono anch'essi validi in quanto derivano dalla capacità di discernimento del minore. L'Interdetto Giudiziale è una condizione che colpisce i soggetti considerati incapaci a causa delle loro condizioni di salute, come la grave infermità mentale o la sordomutità dalla nascita, e viene accertata davanti al giudice. L'Interdetto Giudiziale può prevedere aspetti di capacità ristretti ad atti di ordinaria amministrazione, ma può essere revocato se il soggetto guarisce. L'Interdetto Legale è una condizione che colpisce i soggetti condannati penalmente all'ergastolo o con una pena detentiva superiore a 5 anni, e ha scopo punitivo, limitando la capacità di compiere atti di natura patrimoniale. L'Inabilitato è una condizione che colpisce i soggetti con malattie mentali non gravi, ciechi e sordomuti dalla nascita con una bassa educazione, prodighi e consumatori abituali di alcool e droghe, e li rende parzialmente incapaci. L'Inabilitato perde la capacità legale per quanto riguarda atti di straordinaria amministrazione senza curatore, ma può essere assistito da un curatore. Il Minore Emancipato rientra nella categoria dell'Inabilitato. Il Beneficiario dell'amministrazione di sostegno è una figura nata con la novellazione del 2004, che sostituisce o assiste il soggetto debole in condizione di inferiorità che precludono l'attitudine a compiere determinati atti. L'amministratore di sostegno può sostituire o assistere il soggetto, il quale non ne ha la capacità legale, solo per gli atti specifici per cui è stato nominato. Tutela degli Incapaci La tutela degli incapaci legali è garantita da diversi sistemi di protezione, tra cui la Responsabilità Genitoriale, la Tutela, la Curatela e l'Amministrazione di Sostegno. La Responsabilità Genitoriale si esercita di comune accordo tra i genitori e prevede determinate posizioni di diritti-doveri, come la cura della persona, l'amministrazione dei beni, la rappresentanza legale e l'usufrutto legale dei beni del figlio. I genitori devono mantenere, istruire ed educare i figli, tenendo conto delle loro capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli, proteggendone la sicurezza, la salute e la morale e sorvegliandoli. In caso di conflitto tra i genitori, il criterio è paritario e ci si rivolge al giudice, che lascerà la decisione al genitore ritenuto più idoneo a perseguire gli interessi del figlio. La Tutela è esercitata dal giudice tutelare, che nomina un Tutore per interdetti legali o minori privi di genitori, affiancato dal Pro-Tutore, per curare la persona e amministrarne i beni. La Curatela è prevista nei confronti dell'inabilitato e prevede la nomina di un curatore che fornisce assistenza nel compimento degli atti di straordinaria amministrazione e nell'amministrazione del patrimonio. L'Amministrazione di Sostegno racchiude in sé tutela e curatela e si applica per soggetti "deboli" che, per effetto di un'infermità, una menomazione fisica o psichica, si vedono impediti nell'occuparsi dei propri interessi. Il giudice definisce quali siano gli atti che saranno devoluti all'Amministratore di Sostegno e quali necessitano solo di assistenza, privando il soggetto della capacità legale solo per alcuni atti. I Diritti della Persona I diritti della persona sono correlati ad ogni persona umana e prescindono da tutto il resto, poiché vengono assicurati a tutti in quanto persone. La Costituzione italiana è basata su un ideale personalistico, che mira a garantire la piena realizzazione della personalità di ogni individuo. Il Codice Civile, nonostante sia stato aggiornato nel 1942, mantiene una visione ottocentesca del diritto privato, focalizzata sull'aspetto patrimoniale. Negli anni '70, si è avvertita l'esigenza di estendere la protezione della persona anche al diritto privato, garantendo la parità e la tutela dei diritti individuali. I principi fondamentali che regolano la materia sono enunciati nella Costituzione, in particolare negli articoli 2 e 3, che riconoscono i diritti inviolabili dell'uomo e la pari dignità sociale di tutti i cittadini. Esistono due teorie sull'attribuzione dei diritti: la teoria monistica, che prevede un unico grande diritto generale, e la teoria pluralistica, che riconosce molti diritti inviolabili, quest'ultima è la teoria preferita dal nostro ordinamento. Le fonti di tutela dei diritti della personalità sono frammentarie e sparse in diversi ambiti, tra cui la Costituzione, le fonti di rilevanza internazionale, le norme penali, il Codice Civile e le leggi speciali. I diritti della personalità sono diritti soggettivi assoluti, innati, intrasmissibili, imprescrittibili e caratterizzati dal principio di indisponibilità. La tutela dei diritti della personalità deve essere preventiva, al fine di impedire lesioni, e può essere garantita attraverso la sentenza di condanna, il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, e la pubblicazione della sentenza. Diritto alla Vita e alla Salute Il diritto alla vita è un diritto fondamentale, implicitamente riconosciuto dalla Costituzione e esplicitamente enunciato nella Carta di Nizza, e viene tutelato attraverso una duplice azione civile e penale. Il diritto alla salute è un diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, come stabilito dall'articolo 32 della Costituzione, che garantisce cure gratuite agli indigenti e tutela la salute come diritto assoluto. Il diritto alla salute è stato riconosciuto come primario e assoluto, coprendo anche l'ambito dei rapporti privati, e ha valenza anche sul piano pubblicistico. La lesione del diritto alla salute è tutelata dal risarcimento del danno biologico, e il diritto è protetto anche dalle determinazioni pregiudizievoli riguardanti atti lesivi che può compiere lo stesso titolare del diritto. È vietato diminuire permanentemente la propria integrità psicofisica con atti contrari alla legge, all'ordine pubblico o al buon costume, e tutti i trattamenti subiti devono basarsi sulla regola del Consenso Informato. Il concetto di Autodeterminazione, derivato dall'articolo 32, implica che ogni soggetto decide della propria sorte con riguardo all'esercizio di ciascun diritto, e si fonda sul diritto alla gestione del proprio corpo. Il diritto alla salute implica anche la possibilità di rifiutare un trattamento medico, ma questo aspetto è ancora oggetto di dibattito. Le Direttive Anticipate, che non hanno ancora valenza giuridica, sono indicazioni formulate da un soggetto su possibili situazioni in cui non avrà le capacità di decidere su attuazione o rifiuti di trattamenti. Diritto al Nome e all'Immagine Il diritto al nome è definito nell'articolo 7 del Codice Civile, e tutela la persona dal pregiudizio derivante dall'uso indebito del proprio nome da parte di altri. Il nome è il mezzo necessario per individuare una persona, e deve essere tutelato giudizialmente, con la possibilità di richiedere la cessazione del fatto lesivo e il risarcimento dei danni. L'articolo 9 estende la protezione anche allo pseudonimo, se esso ha acquisito la stessa importanza del nome, e può essere tutelato ai sensi dell'articolo 7. La tutela avviene nei casi di reclamo e usurpazione, ovvero quando un terzo contesta l'uso di un certo nome o lo utilizza in modo indebito e pregiudizievole. Il diritto all'immagine è regolato dall'articolo 10 del Codice Civile, che protegge la rappresentazione delle sembianze fisiche del soggetto e richiede il consenso per l'utilizzo della propria immagine. Tuttavia, esistono casi in cui l'interesse del singolo viene sacrificato per l'interesse della collettività, come la notorietà della persona per ufficio pubblico, casi di giustizia o di polizia, e interessi e cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico. In questi casi, il consenso non è necessario, ma l'utilizzo dell'immagine non deve essere lesivo del decoro e della reputazione e non deve avere scopo di lucro. Se il consenso non viene interpellato, il soggetto ha diritto a un risarcimento. Diritto all'Identità Personale, all'Integrità Morale e alla Riservatezza Il concetto di "Immagine" può comprendere anche il piano morale, sociale ed intellettuale, ma in Italia questa estensione non ha avuto luogo ed è tutelata in un diritto autonomo e distinto. Il diritto all'identità personale garantisce che la persona si veda riconosciuta la paternità delle proprie azioni e che non si veda riconosciuta la paternità delle azioni che non ha commesso. Questo diritto è nato in Italia all'inizio degli anni '70 con un caso particolare e tutela l'identità morale, intellettuale e sociale. La Legge sul Trattamento dei Dati Personali prevede il diritto a controllare e rettificare le notizie che non corrispondono al vero. Il diritto all'identità personale protegge dalle notizie false, anche se non disonorevoli, mentre il diritto all'integrità morale interviene quando le notizie in circolazione pregiudicano l'onore e la reputazione del soggetto. Il diritto all'integrità morale è protetto anche a livello penalistico e reagisce ad atti di ingiuria e diffamazione, ma deve essere bilanciato con il diritto di cronaca, che consente la diffusione di notizie lesive alla reputazione se sono vere e rispettano determinate condizioni. Il risarcimento in caso di diffamazione è molto esoso e copre anche danni non patrimoniali, ma non è ancora stato formalizzato nell'ordinamento. Il diritto alla riservatezza fa riferimento ad un aspetto della personalità che comprende la zona di intimità e il controllo sulle informazioni personali, e nasce negli anni '50 con la diffusione delle fotografie. Nel corso del tempo, la riservatezza è stata estesa anche alla protezione dei dati personali, compresi quelli sensibili, e i sistemi che li manipolano sono governati da regole di valenza civilistica. Il concetto di dignità è considerato fondamentale e trasversale a tutti gli altri diritti, e la sua violazione può essere causa di revoca di decisioni lesive, come nel caso di un licenziamento per assenza dal posto di lavoro per motivi personali. Le Persone Giuridiche Le persone giuridiche sono organizzazioni autonome portatrici di interessi di carattere collettivo, e possono essere classificate in enti pubblici e enti privati. Gli enti pubblici sono creati dalla legge per soddisfare gli interessi della collettività, mentre gli enti privati sono costituiti attraverso l'espressione di volontà dei singoli e perseguono scopi ed interessi particolari. La possibilità di aggregarsi liberamente senza autorizzazione per fini non illeciti deriva dall'articolo 18 della Costituzione. Le associazioni segrete e quelle che perseguono scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare sono proibite. Gli enti privati possono avere due categorie di scopi: scopo di lucro e scopo no-profit. Gli enti con scopo di lucro sono regolamentati nel Diritto Commerciale (V libro del Codice Civile) e perseguono vantaggi patrimoniali. Gli enti con scopo no-profit sono oggetto di studio del Diritto Civile (I libro) e perseguono scopi ideali senza trarne profitto economico. Gli enti no-profit si distinguono in enti riconosciuti (associazioni e fondazioni) ed enti non riconosciuti (associazioni non riconosciute e comitati). La soggettività giuridica è attribuita all'ordinamento sulla base di tre elementi: pluralità di persone fisiche, presenza di un patrimonio e scopo da perseguire. Un ente collettivo è dotato di soggettività giuridica quando è un soggetto distinto dai suoi membri e ha capacità giuridica e capacità di agire. La capacità giuridica definisce il centro autonomo di imputazione di diritti e obblighi e non è legata allo scopo dell'ente. La capacità di agire è l'attitudine del soggetto a modificare la propria sfera giuridica e si esercita attraverso gli organi dell'ente. Il patrimonio dell'ente è autonomo e distinto da quello dei partecipanti e può essere di vario grado, a seconda della responsabilità in caso di debiti. L'autonomia patrimoniale perfetta implica che l'ente ha un patrimonio insensibile alle vicende che riguardano il patrimonio dei singoli partecipanti e viceversa. L'autonomia patrimoniale imperfetta implica che il patrimonio è comunque autonomo, ma se non è sufficiente a far fronte ai debiti dell'organizzazione, la regola di responsabilità per debiti coinvolge anche il patrimonio dei partecipanti. Non tutti i soggetti giuridici sono persone giuridiche, caratteristica tipica di enti con autonomia patrimoniale perfetta. I metodi di acquisto della personalità giuridica sono due: sistema normativo per enti con scopo di lucro e sistema concessorio per enti no-profit. Il sistema normativo prevede l'acquisto della personalità giuridica mediante l'adozione degli schemi della costituzione di società di capitali e l'iscrizione nel registro delle imprese. Il sistema concessorio prevede l'acquisto della personalità giuridica mediante il riconoscimento concesso con decreto del presidente della Repubblica. Il sistema di riconoscimento delle persone giuridiche è stato modificato nel 2000, sostituendo la concessione del Presidente della Repubblica con l'iscrizione ad un registro delle persone giuridiche tenuto presso le prefetture o la Regione. Per ottenere il riconoscimento, è necessario soddisfare tre requisiti: scopo possibile e lecito, patrimonio adeguato al perseguimento dello scopo e permane una quota di discrezionalità nel concetto di "adeguatezza" del patrimonio. Associazioni e Fondazioni Le associazioni sono organizzazioni di persone che perseguono uno scopo comune di carattere non economico, avvalendosi di un patrimonio comune, e si costituiscono attraverso un Contratto Plurilaterale. Il contratto deve essere redatto in forma di atto pubblico per ottenere il riconoscimento, e le figure partecipanti sono dette Associati, che hanno il diritto di accedervi o di uscirvi. L'accesso di nuovi associati è regolato dalle norme stabilite dagli associati originari, mentre l'uscita può avvenire per scelta del singolo o per esclusione del singolo per motivi gravi. Gli organi dell'Associazione sono l'Assemblea, che riunisce gli associati e ha il potere legislativo, e gli Amministratori, che hanno il potere esecutivo e governano l'ente per perseguire lo scopo sociale. Le associazioni non riconosciute hanno le medesime caratteristiche strutturali delle associazioni, ma non hanno richiesto il riconoscimento e quindi non sono considerate persone giuridiche, non hanno autonomia patrimoniale perfetta e non sono soggette ai controlli pubblici e al regime di pubblicità. Dal 2000 non è più necessario richiedere autorizzazioni per compiere atti come l'acquisto di beni immobili, l'accettazione di donazioni e l'accettazione di lasciti testamentali. Le associazioni non riconosciute non sono soggette a controlli governativi, ma non possono acquisire beni immobili e accettare doni e lasciti testamentali senza autorizzazione, anche se dal 1985 è possibile l'acquisizione dei beni immobili e dal 2000 non è più necessario richiedere l'autorizzazione per ottenere doni e lasciti testamentali. In caso di debiti non coperti dal patrimonio dell'organizzazione, non rispondono gli associati o gli amministratori, ma la persona che agisce in nome e per conto dell'ente. Le fondazioni sono istituzioni create da uno o più fondatori attraverso un atto pubblico o testamento, con lo scopo di destinare un patrimonio per uno scopo socialmente rilevante, e lo scopo può essere modificato solo se diventa impossibile per qualche motivo. L'unico organo presente nelle fondazioni è il Consiglio di Amministrazione, e il patrimonio può essere destinato alla costituzione dell'ente attraverso un atto pubblico o per testamento. I comitati sono organizzazioni che uniscono un gruppo di persone per raccogliere fondi da impiegare per uno scopo temporaneo, e l'autonomia patrimoniale è imperfetta, poiché alle obbligazioni rispondono personalmente e solidalmente tutti i componenti del comitato. La lista degli enti no-profit comprende associazioni, fondazioni e comitati, anche se in futuro potrebbe cambiare. Tutela delle Situazioni Giuridiche La tutela delle situazioni giuridiche è fondamentale per ogni ordinamento, e consiste nel garantire l'attuazione dei diritti e delle situazioni giuridiche soggettive. Il sistema giuridico deve prevenire le liti e risolvere efficacemente le controversie, e assicurare l'attuazione coattiva del risultato desiderato. È fatto divieto di autotutelarsi privatamente, e il sistema di tutela dei diritti è regolamentato nel VI libro del Codice Civile. Per ovviare ai problemi dell'incertezza delle situazioni giuridiche, vengono forniti strumenti come la pubblicità, la prescrizione e la decadenza. La Pubblicità La pubblicità è l'insieme degli strumenti che il legislatore predispone per rendere un certo fatto o un atto giuridico conoscibile. La pubblicità assume tre forme a seconda delle finalità: Pubblicità Notizia, Pubblicità Dichiarativa e Pubblicità Costitutiva. La Pubblicità Notizia rende conoscibile un determinato fatto sul piano legale, come ad esempio l'annotazione dell'interdizione o dell'inabilitazione di un soggetto a lato dell'atto di nascita. La Pubblicità Dichiarativa rende l'atto conoscibile e lo trascrive per renderlo opponibile ai terzi, come nel caso di un contratto di compravendita immobiliare che deve essere trascritto per essere opponibile. La Pubblicità Costitutiva condiziona la nascita stessa del diritto e in assenza di questa pubblicità il diritto non esiste. Prescrizione e Decadenza Gli istituti di prescrizione e decadenza regolano l'incidenza del decorso del tempo sui rapporti giuridici. La prescrizione è regolata dall'articolo 2934 del Codice Civile e stabilisce che ogni diritto si estingue se non viene esercitato per un tempo determinato dalla legge. La prescrizione non si applica ai diritti indisponibili e ad altri diritti indicati dalla legge, come i diritti della personalità e il diritto di proprietà. I termini di prescrizione sono stabiliti dal legislatore e non possono essere modificati dai singoli. È possibile rinunciare alla prescrizione, ma la rinuncia può avvenire solo da parte dell'interessato e non può essere rilevata d'ufficio dal giudice. La rinuncia può avvenire anche in maniera tacita, come nel caso in cui il debitore chieda una dilazione di pagamento al creditore. La sospensione della prescrizione può avvenire in determinate situazioni, come l'esistenza di rapporti tra le parti o la particolare condizione del titolare del diritto. Le cause di sospensione della prescrizione sono considerate tassative e non ammettono analogie. La prescrizione è una regola che stabilisce un termine entro il quale un diritto deve essere esercitato, altrimenti decade. L'interruzione della prescrizione avviene quando cessa lo stato di inerzia, ad esempio quando è esercitato il diritto o quando il titolare dell'obbligo riconosce il diritto al soggetto che ne è titolare. Il termine ordinario di prescrizione è di dieci anni, ma possono esserci termini più brevi (Prescrizioni Brevi) o più lunghi (ad esempio, vent'anni per i Diritti Reali Minori). Le Prescrizioni Brevi non vanno confuse con le Prescrizioni Presuntive, che sono posizioni regolate dalla legge che possono essere estinte in breve tempo attraverso la modifica dell'Onere della Prova. La decadenza è una regola che stabilisce un termine perentorio entro il quale un diritto deve essere esercitato, senza riguardo alle circostanze soggettive che abbiano determinato l'inutile decorso del termine. La decadenza non tiene conto dei fattori soggettivi e non si applicano le norme relative all'interruzione e alla sospensione, salvo che sia disposto altrimenti. Il Processo Civile Il processo civile è lo strumento che garantisce l'esercizio di un diritto, fatto valere verso terzi, attraverso l'apparato giudiziario. Il titolare del diritto può tutelarsi in via giurisdizionale, attraverso l'Azione in Giudizio, che è la possibilità di far valere in giudizio il proprio diritto. La situazione giuridica riconosciuta al titolare del diritto è detta Legittimazione ad Agire, che rende possibile esercitare il diritto. Il soggetto che vuole esercitare l'Azione in Giudizio è detto Attore, mentre il soggetto contro cui l'azione è rivolta è detto Convenuto. Il processo civile utilizza l'Eccezione come mezzo per contestare una domanda, e il Convenuto può anche presentare una Domanda Riconvenzionale per contrapporre una richiesta relativa alla stessa situazione. Il processo civile si basa su due principi fondamentali: l'Iniziativa di Parte, che stabilisce che solo il soggetto interessato può decidere di agire in giudizio, e il Principio Dispositivo, che richiede al giudice di decidere sulla base delle prove portate dalle parti. Dal principio di Iniziativa di Parte discendono due corollari: il Divieto di Ultra-Petizione, che impedisce al giudice di andare oltre la domanda presentata, e il Principio del Contraddittorio, che richiede che entrambe le parti siano messe nella condizione di far valere le loro ragioni. Le parti devono dimostrare l'esistenza dei fatti che sono determinanti per la soluzione della controversia, e l'Onere della Prova è regolato dall'articolo 2697 del Codice Civile, che stabilisce che chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. La regola sulla distribuzione dell'onere della prova non è senza eccezioni, e in alcuni casi l'ordinamento giuridico può "favorire" un interesse, trasferendo l'onere della prova sull'altra parte, attraverso l'Inversione dell'Onere della Prova. I mezzi di prova sono forniti dal legislatore e si dividono in due categorie: Prove Documentali, che sono precostituite e si basano su un mezzo materiale, e Prove Semplici, che non sono precostituite e si formano nel corso della causa. Le prove sono valutate liberamente dal giudice, ma in alcuni casi previsti dalla legge, il giudice è vincolato a considerare provati alcuni fatti, dandoli per scontati, attraverso la Prova Legale. Mezzi di Prova I principali mezzi di prova sono: Atto Pubblico, Scrittura Privata, Testimonianza, Presunzioni, Confessione e Giuramento. L'Atto Pubblico è un documento redatto da un pubblico ufficiale che attribuisce pubblica fede e fa piena prova della provenienza del documento, delle dichiarazioni delle parti e di tutti i fatti attestati dal pubblico ufficiale. La Scrittura Privata è un documento redatto e firmato dalla parte o dalle parti, che fa piena prova della provenienza delle dichiarazioni ivi effettuate, ma richiede il riconoscimento della provenienza da parte di colui per cui la scrittura è prodotta. La Scrittura Privata Autenticata è un documento redatto dalle parti e autenticato da un pubblico ufficiale, che risolve problemi di riconoscimento e data del contratto. La Testimonianza consiste nelle dichiarazioni rese al giudice da un testimone che conosce i fatti per via diretta, con limiti previsti per contratti di valore inferiore a lire 5000 e per documenti con stipulazioni temporanee. Le Presunzioni sono deduzioni tratte da un fatto noto per risalire a un fatto ignoto, possono essere semplici o legali, assolute o relative. La Confessione è una dichiarazione che la parte fa sulla verità dei fatti ad essa sfavorevoli e favorevoli all'altra parte, può essere giudiziale o stragiudiziale, e costituisce prova legale. Il Giuramento è una dichiarazione solenne e impegnativa davanti alla legge, può essere decisivo e viene considerato prova legale, estrema ratio. Nel caso di falso giuramento, se la sentenza è già stata emessa, quest'ultima non si può revocare, ma ci saranno conseguenze di carattere penale e civilistico, come il risarcimento del danno. I Beni e i Diritti Reali I diritti reali di possesso includono i beni, che sono definiti nell'articolo 810 del Codice Civile come "cose" che possono formare oggetto di diritti. Il concetto di bene è inteso in senso ampio e comprende anche le energie con valore economico, come l'energia elettrica, ma non l'energia eolica. Per essere considerati beni giuridici, devono avere l'attitudine a formare oggetto di diritti, influenzati dalla scarsità della risorsa. Il concetto di bene si è evoluto nel tempo e comprende anche le utilità economiche, come l'opera dell'ingegno, che costituiscono oggetto di diritto. I beni non sono necessariamente oggetti fisici e materiali, ma possono essere anche intangibili, come i software, le radiofrequenze e le banche dati. L'articolo 813 del Codice Civile fornisce una prospettiva più ampia, secondo cui ogni diritto può essere considerato un bene, poiché fa parte di un patrimonio. Classificazione dei Beni I beni si distinguono principalmente in due classi: beni immobili e beni mobili. I beni immobili sono definiti nell'articolo 812 del Codice Civile e comprendono il suolo, le sorgenti e i corsi d'acqua, gli alberi, gli edifici e le altre costruzioni. I beni immobili sono soggetti a obblighi di forma e la loro circolazione è sottoposta ad un regime di pubblicità. I beni mobili sono tutto ciò che non sono i beni immobili e non sono soggetti a formalità o vincoli, quindi possono circolare liberamente. Tra i beni mobili si identificano alcuni sottoinsiemi rilevanti, come i beni mobili registrati, che comprendono autoveicoli, natanti e aeromobili, e le universalità di mobili, che riguardano una pluralità di cose appartenenti alla stessa persona con destinazione unitaria. L'articolo 817 considera il rapporto di pertinenza tra cose, ovvero quando una cosa è destinata in modo durevole a servizio o ad ornamento di un'altra cosa. La destinazione può essere effettuata dal proprietario della cosa principale o da chi ha un diritto reale sulla medesima, e riguarda beni di qualsiasi categoria, sia mobili che immobili. I rapporti che hanno per oggetto la cosa principale hanno, se non diversamente disposto, come oggetto anche la cosa di pertinenza, che ne seguirà il destino. Tuttavia, si tratta pur sempre di cose distinte, e perciò ciascuna può formare oggetto di diversi atti. Una distinzione importante è quella tra cose che insieme formano una Cosa Composta e quelle che sono solo pertinenze, in quanto la prima richiede la compresenza di tutti gli elementi essenziali. Le cose possono essere classificate in Generiche e Specifiche, a seconda che l'identità della cosa sia o meno importante per le parti. Un'altra distinzione è quella tra cose Fungibili e Infungibili, a seconda che siano sostituibili o meno. Le cose fungibili sono sempre generiche, mentre le cose specifiche non sono sempre infungibili. La distinzione tra cose Consumabili e Inconsumabili dipende dalla normale utilizzazione della cosa, che può implicare o meno la sua estinzione. I Beni Fruttiferi sono beni da cui è possibile trarre dei frutti, che possono essere Naturali o Civili. I Frutti Naturali sono quelli che provengono direttamente dalla cosa, mentre i Frutti Civili sono il corrispettivo che si ricava da una cosa in cambio del godimento che si cede ad altri. Diritti Reali I Diritti Reali sono strettamente correlati allo sfruttamento del bene e sono contrapposti ai Diritti di Credito, in quanto sono relativi alla "res" e consistono nel diritto di trarre dalla cosa tutte le sue utilità economiche o alcune di esse. I Diritti Reali possono essere attivati anche per quanto riguarda i beni pubblici, che possono essere tutelati con mezzi di carattere civilistico. I consociati non possono impedire che i diritti reali vengano esercitati, che comprendono la proprietà e i diritti reali minori. La proprietà include lo sfruttamento di tutte le utilità del bene, mentre i diritti reali minori si dividono in diritti di godimento e diritti di garanzia. I diritti reali minori di godimento permettono al soggetto di sfruttare solo alcune utilità economiche del bene, mentre i diritti reali minori di garanzia garantiscono un diritto di credito con la possibilità di soddisfarsi in via preferenziale sul valore del bene. I diritti reali sono caratterizzati da immediatezza, assolutezza e tipicità: non prevedono l'intermediazione di un terzo soggetto, il titolare del diritto non può essere impedito da terzi nell'esercizio del diritto e sono a numero chiuso. La Proprietà La proprietà è un diritto soggettivo assoluto che rappresenta il modello principale del diritto soggettivo e viene introdotto nell'articolo 832 del Codice Civile. L'articolo 832 del Codice Civile può essere diviso in due parti: la prima parte trasmette un'idea giusnaturalistica della proprietà, mentre la seconda parte sottolinea che i poteri del proprietario non sono illimitati, ma devono essere esercitati entro i limiti stabiliti dal legislatore. Il concetto di proprietà si è evoluto nel tempo, passando da un'idea di proprietà esclusiva e inviolabile a una visione più sociale e funzionale, come espresso nella Costituzione. La proprietà non è più considerata un diritto della personalità, ma un diritto di carattere economico con una funzione sociale e un'osservanza dell'interesse del titolare. La proprietà non deve collidere con gli interessi della collettività, quindi la sua esercizio deve essere mitigato per assicurare la funzione sociale e renderla accessibile a tutti. Le fonti principali che regolamentano la proprietà sono la Costituzione, il Codice Civile e le Leggi Speciali. L'articolo 42 della Costituzione stabilisce che la proprietà è pubblica o privata e che la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi d'acquisto, di godimento e i limiti. La proprietà privata può essere espropriata per motivi di interesse generale, previo indennizzo, e la legge stabilisce le norme e i limiti della successione legittima e testamentaria. Il Codice Civile dedica un intero libro alla proprietà, ma solo pochi articoli ne riguardano l'effettivo contenuto, mentre il resto è dedicato ai modi d'acquisto, alle azioni a difesa della proprietà e alla proprietà fondiaria. L'articolo 832 del Codice Civile stabilisce che il contenuto del diritto di proprietà è l'insieme delle facoltà che permettono di godere e disporre della cosa, compreso il godimento e il potere di disporre. Il godimento permette al proprietario di ricavare utilità economica dalla cosa senza rinunciare al suo diritto, mentre il potere di disporre permette di destinare la cosa ad un certo uso o trasformarla. Questi poteri sono esercitabili in modo pieno ed esclusivo, nel senso che non ci sono norme che stabiliscono cosa si possa fare, ma solo dei limiti, e che queste facoltà spettano solo al proprietario. L'articolo 833 del Codice Civile stabilisce che il proprietario non può fare atti che non abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri, e che la proprietà è imprescrittibile. Proprietà Fondiaria e Rapporti di Vicinato La Proprietà Fondiaria è considerata la proprietà per eccellenza e può formare oggetto di diritto solo ciò che può essere sfruttato in maniera utile. Un tempo la proprietà del suolo si concepiva come proprietà di tutto ciò che sta sotto il suolo e nello spazio sopra il suolo, ma oggi la proprietà si estende in alto e in basso solo fino a quanto essa risulta utile al proprietario e in modo da non collidere con interessi di terzi. Per impedire ingerenze di terzi nella proprietà esiste il diritto di escludere, mediante divieti d’accesso, ma ci sono determinate eccezioni come: Il proprietario non si può opporre nei confronti di chi esercita la caccia, a meno che il fondo sia chiuso nei modi che regolano l’esercizio della caccia, o quando l’ingresso dei cacciatori può arrecare danno alle colture. Non si può escludere il vicino di casa che deve riparare il muro o altra opera sua o di proprietà comune. Non vale il divieto per chi voglia entrare nel fondo per recuperare un oggetto o un animale, a meno che non sia lo stesso proprietario a consegnarglielo. Rapporti di Vicinato e Immissioni I Rapporti di Vicinato sono limitazioni nei confronti dell’esercizio della proprietà del fondo e riguardano tutte le norme che riguardano l’urbanistica o la proprietà agricola. Le norme dei Rapporti di Vicinato sono caratterizzate da automaticità, reciprocità e gratuità. Le Immissioni sono un limite generale della proprietà fondiaria e sono regolate nell’articolo 844, che stabilisce che il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo o di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità. La tollerabilità delle immissioni è strettamente legata alle condizioni dei luoghi e spetta al giudice valutare la soglia reale sulla base di alcuni parametri-guida forniti dalla legge. La condizione dei luoghi influisce sulla tollerabilità delle immissioni e il contemperamento delle ragioni della proprietà con l’esigenza della produzione è fondamentale per valutare la tollerabilità. L'esigenza produttiva delle industrie deve essere contemperata con l'interesse pubblico, e la priorità va ad un determinato uso, inibendo le immissioni intollerabili e prevedendo un risarcimento in caso di danno. La norma tutela il proprietario, ma in passato fu azionata anche per la tutela della salute e dell'ambiente, ora demandata ad altre norme di carattere civilistico. Distanze e Modi di Acquisto della Proprietà Le distanze sono la seconda fonte di limiti di vicinato, trattata negli articoli 873 e seguenti, che stabiliscono norme complesse e puntuali su distanze minime e massime, altezze, vedute e luci. Le norme sulle distanze sono poste a tutela dei privati, ma esistono leggi speciali e disposizioni comunali che tutelano il terreno pubblico. La proprietà si può acquisire secondo due modalità generali: a titolo derivativo e a titolo originario. I modi d'acquisto a titolo derivativo prevedono una relazione di dipendenza tra il diritto del dante causa e quello dell'avente causa, per cui l'avente causa acquista il diritto così com'era in capo all'autore o dante causa. I modi d'acquisto a titolo originario si originano dall'esistenza di una certa fattispecie, a prescindere del rapporto con il precedente proprietario, e comprendono diverse modalità: occupazione, invenzione, accessione, unione o commistione, specificazione, usucapione e possesso-vale-titolo. Modi di Acquisto a Titolo Originario L'occupazione è un modo di acquisto delle cose mobili che non sono di proprietà di alcuno (res nullius), e riguarda solo beni mobili, in quanto i beni immobili non sono mai res nullius. L'invenzione deriva dal verbo latino "invenire", ossia "trovare", e riguarda le cose smarrite, per cui chi le trova ha il dovere di restituirle al proprietario o di consegnarle al sindaco, e trascorso un anno senza che il proprietario la reclami, si diventa titolari del bene per invenzione. L'ipotesi di invenzione si applica anche al ritrovamento del tesoro, che appartiene al proprietario del fondo in cui si ritrova, ma se il ritrovatore è una persona diversa dal proprietario, spetta per metà all'uno e per metà all'altro. Leggi speciali regolano i ritrovamenti delle cose gettate dal mare sulla spiaggia o dei relitti aeronautici e spaziali. L'accessione si verifica quando un bene viene in rapporto con un altro, che lo incorpora, così che il tutto diventa proprietà del bene principale. L'accessione di bene mobile a bene immobile avviene quando sul fondo vengono eseguite piantagioni, costruzioni o altre opere, anche da un soggetto diverso dal proprietario, che ne acquisisce la proprietà sotto il pagamento di un prezzo. L'accessione invertita si verifica quando un proprietario, in buona fede, costruisce un'opera che va a sconfinare sul suolo altrui, e può acquisire quella parte di suolo pagando il doppio del suo valore e risarcendo eventuali danni. L'accessione di immobile a immobile riguarda fenomeni idrogeologici che provocano determinati cambiamenti sul fondo, come l'alluvione e l'avulsione. L'alluvione provoca un incremento infinitesimale nel fondo, che viene acquisita a titolo originario. L'avulsione è la staccatura di una porzione considerevole e riconoscibile di terra da un fondo e il suo trasporto a ridosso di un altro fondo, che spetta al proprietario del fondo cui si è unita, il quale deve pagare un'adeguata indennità. L'unione o commistione avviene quando beni mobili vengono uniti o mescolati in maniera irreversibile, e il proprietario della cosa principale acquisisce la proprietà del bene formatosi pagando un prezzo al proprietario della cosa minore. La specificazione avviene quando una persona adopera una materia che non le appartiene per formare una cosa nuova, e il lavoro prevale sulla proprietà dei materiali, così che il proprietario della cosa nuova è colui che l'ha costruita, sotto pagamento del valore dei materiali. L'acquisizione dei beni al patrimonio dello Stato e degli altri enti pubblici può avvenire secondo i modi d'acquisto della proprietà di diritto comune o, in certi casi, attraverso l'esercizio dell'autorità pubblica. Espropriazione L'espropriazione è una modalità di acquisto a titolo originario dello Stato, regolata dall'articolo 834 del Codice Civile, che consente di privare un individuo dei suoi beni solo per causa di pubblico interesse, legalmente dichiarata e contro il pagamento di una giusta indennità. La norma sull'espropriazione è stata oggetto di studio e modifiche nel tempo, in particolare dopo che lo Stato occupò un bene privato senza i presupposti legali e senza completare l'opera pubblica, dando luogo ad un'occupazione illegittima. La nuova normativa impone di esperire i presupposti legali prima di procedere all'occupazione, e consente la requisizione di beni immobili solo in via temporanea e in caso di gravi necessità di carattere pubblico. Diritti Reali Minori di Godimento I diritti reali minori di godimento sono diritti diversi dalla proprietà, che attribuiscono poteri di utilizzazione economica inferiori a quelli attribuiti dalla proprietà, e sono definiti secondo una struttura specifica della fattispecie. I diritti reali minori sono a numero chiuso e sono previsti solo alcune figure dalla legge, mentre ogni diritto simile ma con caratteristiche diverse è considerato un diritto di credito. Il diritto reale minore può andare in prescrizione se l'inerzia dura vent'anni, a differenza della proprietà, e può comprimere il diritto di proprietà, ma la proprietà tornerà ad espandersi quando il diritto reale minore si estinguerà. Usufrutto I diritti reali minori di godimento possono essere classificati in sei figure, tra cui l'usufrutto, che consente di godere della cosa con la possibilità di sfruttarne tutte le utilità economiche, sia direttamente che indirettamente. Il potere dell'usufruttuario è limitato dalla destinazione economica della cosa, che non può essere alterata attraverso atti materiali o giuridici. L'usufruttuario può introdurre miglioramenti alla cosa, ma deve indennizzare il proprietario. Finché dura l'usufrutto, il proprietario è "spogliato" del proprio diritto e non può godere della cosa, si parla quindi di Nuda Proprietà. L'usufruttuario può dare in locazione la cosa, ma il rapporto stabilito continua solo fino al termine stabilito o per un massimo di cinque anni dalla data di cessazione dell'usufrutto. L'usufrutto ha una durata limitata: se il titolare è una persona fisica, non può eccedere la vita dell'usufruttuario, se è una persona giuridica, non può superare i trent'anni. Il diritto dell'usufrutto può essere ceduto, ma la sua durata è sempre legata alla durata della vita dell'usufruttuario originale. Alla scadenza, la cosa deve essere restituita inalterata nella sostanza, o in caso di cose consumabili, bisognerà restituire un valore corrispondente in denaro o la stessa quantità di cose della stessa qualità. L'usufrutto si estingue per prescrizione dopo vent'anni, per confusione quando la posizione del proprietario e dell'usufruttuario coincidono, e per perimento della cosa. Uso, Abitazione e Superficie L'uso attribuisce al titolare il diritto di servirsi della cosa e di goderne i frutti, limitatamente ai bisogni suoi e della sua famiglia, ed è personalissimo e incedibile. L'abitazione attribuisce la facoltà d'uso di un immobile al solo scopo di abitarvi, ed è anch'esso incedibile e si estingue con la morte del titolare. Il diritto di superficie consente di mantenere la proprietà di una costruzione separata dalla proprietà del suolo, e può essere previsto a tempo indeterminato o determinato. Quando si estingue il diritto di superficie, torna in vigore il diritto di accessione e la costruzione viene acquisita dal proprietario del suolo. Il diritto di superficie consente la ricostruzione di una costruzione entro la prescrizione di vent'anni, ma non si applica alle piantagioni. Enfiteusi L'enfiteusi è un diritto reale minore di contenuto più ampio, originato nel Diritto Romano, che consente lo sfruttamento produttivo di un fondo con l'obbligo di migliorarlo, pagando un canone annuo in denaro o in natura. L'enfiteusi è stata introdotta per porre rimedio all'abbandono dei terreni agricoli, combinando l'interesse del proprietario con quello di un coltivatore, e ha una durata minima di vent'anni. Il diritto di enfiteusi è cedibile per non più di venti anni, ma può anche essere perpetuo, e l'enfiteuta ha il diritto di affrancazione, ovvero di acquistare la proprietà del fondo pagando una somma corrispondente a 15 volte il canone annuo. Il concedente ha il diritto di far cessare l'enfiteusi se l'enfiteuta deteriora il fondo o non paga il canone per almeno due anni. Servitù Prediale La servitù prediale è un peso imposto su un fondo per l'utilità di un altro fondo appartenente a un diverso proprietario, e consiste nella limitazione dei poteri del fondo servente a favore del fondo dominante. La servitù prediale non implica un obbligo di fare, ma un obbligo di non fare o di lasciar fare, e la sua caratteristica principale è la predialità, ovvero il fatto di essere prevista a favore di un fondo e non di una persona. La servitù prediale può essere costituita in modi diversi, tra cui la servitù coattiva, che è imposta dal legislatore in situazioni specifiche, come la servitù di passaggio per un fondo intercluso o per il passaggio di un acquedotto. Le servitù possono nascere anche contro la volontà del fondo servente, e in tal caso l'avente diritto può chiedere al giudice una sentenza costitutiva che stabilisce il pagamento di un'indennità. Le servitù volontarie non hanno obbligo di costituzione, mentre le servitù apparenti possono essere costituite per contratto, testamento, usucapione o destinazione del padre di famiglia. Le servitù si estinguono per confusione, prescrizione o inerzia superiore ai vent'anni, ma non basta il mero venire a mancare dell'utilità del fondo per estinguerle. Comunione e Condominio La comunione ordinaria regola la situazione in cui la proprietà o altro diritto reale spetta in comune a più persone, e l'oggetto della comunione non è la porzione fisica della cosa, ma la porzione di poteri e facoltà. La comunione può originarsi in vari modi, tra cui comunione volontaria, comunione incidentale e comunione forzosa, e ciascun partecipante ha poteri proporzionali alla propria quota di partecipazione. Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto. Ciascun partecipante ha il potere di disporre della propria quota, ma lo scioglimento della comunione può essere richiesto solo con un limite di tempo e con il consenso degli altri partecipanti. Le regole della maggioranza prevedono parametri diversi a seconda della natura dell'atto, tra cui atti di ordinaria amministrazione e atti di straordinaria amministrazione. Il condominio è una forma di proprietà che combina la proprietà individuale e la comunione, dove le parti comuni sono di proprietà comune forzosa e irrinunciabile. La proprietà individuale non può essere ceduta separatamente dalla proprietà in comune e segue i destini della proprietà comune. La nomina di un amministratore è obbligatoria quando le parti individuali sono più di otto e un regolamento condominiale è necessario quando le parti individuali sono più di diece. Il supercondominio è una molteplicità di condominii con strutture in comune. Multiproprietà La multiproprietà è un istituto ibrido in cui un immobile viene venduto a più acquirenti con diritto di utilizzazione esclusiva per un determinato periodo di tempo. La multiproprietà può essere qualificata come una comunione o come una proprietà individuale, ma entrambe le teorie presentano problemi e limitazioni. Altre teorie sostengono che la multiproprietà sia una nuova forma di diritto reale, ma ciò si scontra con la tipicità dei diritti reali. La multiproprietà azionaria è una diversa configurazione di diritto in cui l'immobile è di proprietà di una società per azioni e il multiproprietario acquista solo la posizione di socio azionista. La multiproprietà pone problemi di certezza e di tutela del consumatore, risolti uniformando le discipline nazionali. In Italia, la multiproprietà è poco diffusa. Tutela della Proprietà e Azioni Petitorie I diritti reali, compresa la proprietà, hanno il carattere di diritti assoluti e possono essere esercitati verso chiunque interferisca nell'esercizio del diritto. Il diritto reale minore può essere trasmesso a titolo derivativo e fatto valere anche nei confronti di un altro titolare, a differenza del diritto di proprietà che è a titolo originario. La tutela della proprietà è garantita dalle azioni petitorie, che comprendono la rivendicazione, la negatoria, il regolamento di confini e l'apposizione di termini. La rivendicazione è disciplinata dall'articolo 948 del Codice Civile e consente al proprietario di rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene, anche se non è l'autore della perdita del bene rivendicato. Il proprietario che rivendica ha l'onere della prova di essere proprietario della cosa, ottenuta solo a titolo originario, per evitare la probatio diabolica. La negatoria è disciplinata dall'articolo 949 del Codice Civile e consente al proprietario di far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando ha motivo di temerne pregiudizio. La prova della proprietà nella negatoria è meno rigorosa rispetto alla rivendicazione e può essere acquisita anche a titolo derivativo. Il regolamento di confini e l'apposizione di termini sono azioni petitorie che consentono ai proprietari di stabilire o segnalare i confini dei loro fondi. La difesa della servitù è regolata dall'articolo 1079 e consente al titolare della servitù di farne riconoscere l'esistenza e di far cessare gli eventuali impedimenti e turbative. L'azione confessoria può essere applicata anche ad altri diritti reali per analogia. Esistono azioni petitorie anche per i titolari della proprietà superficiaria. Il Possesso Il concetto di possesso deriva dalla distinzione tra la situazione di diritto e la situazione di fatto, dove la situazione di diritto si riferisce ai poteri legali su un bene garantiti da un diritto di proprietà o un altro diritto reale, mentre la situazione di fatto si riferisce all'esercizio effettivo del potere sulla cosa. La nozione di possesso ruota intorno alla rilevanza che, in via eccezionale, viene riconosciuta sul piano giuridico l'esercizio del potere di fatto, indipendentemente dall'esistenza di un diritto sul bene. La definizione di possesso si trova nell'articolo 1140 del Codice Civile, che stabilisce che il possesso è il potere sulla cosa che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale. Il possesso può essere Legittimo (la situazione di fatto si accompagna alla situazione di diritto) o Illegittimo (non c'è un diritto sul bene), ma in entrambi i casi il possesso è giuridicamente tutelato. Perché si possa parlare di possesso bisogna che ci siano le seguenti condizioni: potere materiale sulla cosa, esercizio di un potere di fatto, e comportamento analogo a quello del titolare di un diritto reale manifestato esternamente (manifestazione dell'"animus possidendi"). L'animus possidendi distingue la situazione del possessore da quella del detentore, il quale esercita il potere materiale, ma non si comporta come il proprietario, perché riconosce il diritto altrui. Il possesso può essere esercitato direttamente o indirettamente, per mezzo di una terza persona, che risulterà essere detentore. La legge stabilisce una Presunzione di possesso, definita nell'articolo 1141, che presume il possesso in colui che esercita il potere di fatto, quando non si prova che ha cominciato ad esercitarlo semplicemente come detenzione. Il detentore può diventare possessore, ma questo meccanismo non si attua con un semplice cambiamento di volontà del detentore, il mutamento deve palesarsi con elementi che ne comprovino la situazione. Il cambiamento può avvenire anche per una causa proveniente da un terzo o per opposizione dei diritti del possessore. Acquisto e Mutamento del Possesso Il possesso può nascere da diverse situazioni, principalmente per apprensione, consegna, traditio brevi manu e costituto possessorio. La consegna può avvenire senza che ci sia la consegna materiale della cosa, principalmente in due istituti: traditio brevi manu e costituto possessorio. Il possesso può mutare da una tipologia di possesso ad un'altra per le stesse condizioni di cui sopra, si parla in questo caso di Interversione del Possesso. Successione e Accessione del Possesso Quando c'è la consegna della cosa, si applicano due possibilità per il nuovo possessore: successione del possesso e accessione del possesso. La successione del possesso è a titolo universale, dove il soggetto che muore nomina degli eredi che subentrano nell'intero patrimonio o una quota di esso, acquisendone il possesso. L'accessione del possesso avviene quando il possesso viene trasmesso in successione a titolo particolare, ossia quando uno o più beni vengono trasmessi singolarmente per successione o anche per atto tra vivi. Rilevanza Giuridica ed Effetti del Possesso La rilevanza giuridica del possesso viene riconosciuta in via eccezionale anche se il possesso è una mera situazione di fatto, a prescindere se l'esercizio sia legittimo o meno. Gli effetti giuridici del possesso sono di due specie: tutela possessoria e possibilità di trasformare la situazione di fatto in una situazione di diritto. Il possessore in mala fede è colui che possiede o ha ottenuto il possesso con la consapevolezza di ledere il diritto altrui, mentre il possessore in buona fede è colui che possiede ignorando di ledere l'altrui diritto. La malafede sopravvenuta non nuoce, conta lo stato soggettivo del possessore nel momento in cui ha acquisito l'oggetto. Non occorre dimostrare la buona fede, in quanto è presunta, e spetta al controinteressato provare l'altrui condizione di malafede. La buona fede non giova se viziata da colpa grave, se infatti è eclatante l'evidenza della lesione di un diritto altrui durante l'acquisizione del possesso. Lo stato soggettivo è presunto, seppur il possesso non faccia mai presumere la titolarità di un diritto. Esistono due presunzioni: presunzione di possesso intermedio e possibilità di presumere il possesso anteriore. Possesso Vale Titolo e Usucapione Tra gli effetti del possesso troviamo due istituti che completano l'elenco dei modi d'acquisto della proprietà: regola del possesso-vale-titolo, definita nell'ex articolo 1153 del Codice Civile. La proprietà si acquista libera da diritti altrui sulla cosa se questi non risultano dal titolo e vi è la buona fede dell'acquirente, garantendo sicurezza nell'acquisto delle situazioni giuridiche per beni mobili non registrati. Il possessore diventa proprietario del bene mobile a titolo originario, anche se chi ha trasferito il bene non lo era, se sussistono le condizioni di possesso, buona fede e titolo astrattamente idoneo al trasferimento della proprietà. Il titolo astrattamente idoneo implica che si pensa che chi ha trasferito il bene avesse il diritto di farlo, ma non è necessario che l'idoneità sia concreta. La regola tutela anche la condizione di affidamento del bene e si applica per decidere chi prevale sul titolo di un bene che è stato venduto a più persone, prevale l'acquisto di colui che ha conseguito per primo il possesso in buona fede. Una volta nato il nuovo diritto di proprietà, questo sarà scevro da eventuali diritti minori che sussistevano sul bene, e libero da vincoli. Usucapione L'usucapione è un ulteriore modo d'acquisto della proprietà a titolo originario, che si consegue attraverso l'esercizio del possesso continuato nel tempo. Per usucapire un bene il possesso deve essere pacifico, pubblico, continuato nel tempo e non interrotto. Se il possesso è stato acquisito in modo violento o clandestino, può comunque essere esercitato ai fini dell'usucapione a patto che cessino la violenza e la clandestinità. Esistono due fondamentali tipologie di usucapione: l'usucapione ordinaria, che si manifesta in vent'anni di possesso, e l'usucapione abbreviata, che si basa sulla buona fede e si conforma in maniera diversa a seconda delle varie categorie di beni. L'usucapione abbreviata si applica in dieci anni per i beni immobili, in tre anni per i beni mobili registrati con trascrizione del titolo, in dieci anni per i beni mobili registrati senza trascrizione del titolo, e in dieci anni per le universalità di mobili. I beni mobili possono essere usucapiti in dieci anni anche solo con la buona fede, mentre se sussiste anche un titolo si acquisiscono immediatamente. Tutela Possessoria La tutela possessoria è volta a garantire la pace sociale e prevenire l'autotutela privata, proteggendo il possessore anche se il suo possesso è illegittimo. Le azioni principali di tutela del possesso sono le azioni di spoglio o reintegrazione, la manutenzione e le azioni di nunciazione. Le azioni di spoglio o reintegrazione possono essere esercitate dal possessore o dal detentore qualificato entro un anno per essere reintegrati nel possesso in caso di spoglio violento o clandestino. La manutenzione spetta ai possessori di beni immobili e universalità di mobili che hanno i requisiti dell'usucapione e tutela il possessore rispetto a molestie esercitate da altri sul suo possesso. Le azioni di nunciazione sono volte a far valere i diritti del proprietario su una cosa che è stata illegittimamente posseduta da un altro e a stabilire cosa sarà dei frutti prodotti dalla cosa. La regola per la restituzione dei frutti è differente a seconda che il possessore sia in buona fede o in mala fede, con il possessore in buona fede che deve restituire solo i frutti maturati dal giorno della domanda giudiziale. Il possessore ha diritto ad indennità per le spese di ottenimento dei frutti e di miglioramento e manutenzione, e il possessore in buona fede può trattenere la cosa finché l'indennità non viene pagata. Le azioni di denunzia di nuova opera e di danno temuto sono azioni non puramente possessorie che agiscono in via preventiva per evitare danni a un immobile. Pubblicità Immobiliare La pubblicità immobiliare è disciplinata nel VI libro e governa la circolazione di beni immobili, garantendo l'opponibilità del diritto a terzi e la certezza della titolarità dei diritti reali. La pubblicità immobiliare si realizza attraverso i Registri Immobiliari, che rendono conoscibili ed opponibili gli atti, permettendo la circolazione del diritto di proprietà o la costituzione di diritti reali limitati. La trascrizione non condiziona il trasferimento della proprietà o la costituzione del diritto reale, ma ne assicura l'opponibilità verso chi non ha trascritto o ha trascritto in seguito. L'acquisto del diritto non può essere fatto valere contro chi ha trascritto in precedenza, e la priorità spetta al primo che ha trascritto l'atto, indipendentemente dalla data di sottoscrizione del contratto. La mala fede di chi procede alla trascrizione non rileva ai fini della priorità, ma può essere rilevante per un'eventuale responsabilità extracontrattuale. Il contraente che perde la possibilità di diventare proprietario può agire per via contrattuale verso l'alienante e in via extracontrattuale se questi ha commesso un illecito. Il regime della pubblicità dichiarativa vale per tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle ex province dell'Impero Austro-Ungarico (Trento, Trieste...), dove si applica il Sistema Tavolare, che prevede una pubblicità costitutiva. Nel Sistema Tavolare, la proprietà si acquista solo dopo la trascrizione sui libri tavolari, mentre nel regime della pubblicità dichiarativa la proprietà si acquista già dalla sottoscrizione del contratto. Registri Immobiliari e Trascrizione I registri immobiliari sono organizzati su base personale e seguono il principio di continuità, per cui la trascrizione successiva non produce effetto se manca qualche anello precedente. Gli atti soggetti a trascrizione seguono il principio di tipicità e sono a numero chiuso, individuato dal legislatore, tra cui: Il contratto preliminare non trasferisce ancora il diritto reale, ma si trascrive per avere funzione di "prenotazione" e non è opponibile con nessun effetto reale. Il contratto definitivo può essere reso opponibile già dalla data di trascrizione del contratto preliminare, mentre per rendere opponibile una sentenza del giudice bisogna trascrivere la domanda giudiziale. La pubblicità sanante è un meccanismo che può impedire la decadenza della posizione di un soggetto che ha acquisito un bene per un atto poi dichiarato nullo, a condizione che l'atto sia stato trascritto prima della domanda di nullità e siano trascorsi più di cinque anni dal momento in cui è trascritta la domanda giudiziale. L'acquisto di un bene immobile per usucapione può essere fatto valere su chiunque senza il bisogno della pubblicità e quindi senza il bisogno della sentenza, in questo caso la funzione della pubblicità è solo quella di pubblicità-notizia. Atti di Destinazione e Obbligazioni Gli atti di destinazione sono atti che prevedono la destinazione di beni a favore di soggetti meritevoli di tutela, con un vincolo di destinazione del bene che viene inserito in un patrimonio separato. Le obbligazioni sono diritti relativi che possono essere fatti valere solo contro la persona legata al rapporto obbligatorio, e sono caratterizzate dal principio di atipicità. L'oggetto del diritto di credito è la prestazione, che può avere contenuti vari e si può enucleare in tre diverse tipologie: obbligazioni di dare, obbligazioni di fare e obbligazioni di non fare. Fonti e Caratteristiche delle Obbligazioni Le fonti delle obbligazioni sono gli atti o i fatti giuridici che fanno nascere delle obbligazioni, e sono individuate nell'articolo 1173 del Codice Civile come contratto, fatto illecito o ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. La visione moderna della materia è diversa dalla prospettiva statica del Codice del 1865, dove il contratto era visto solo in maniera ancillare all'acquisto della proprietà, e oggi il ruolo centrale delle obbligazioni è fondamentale per l'economia. La ricchezza è smaterializzata e i diritti di credito fanno parte del patrimonio, quindi il contenuto della prestazione può essere molto vario, a condizione che ci siano l'interesse del creditore e la patrimonialità della prestazione. L'interesse del creditore può essere di qualsiasi genere, patrimoniale o meno, e delinea il contenuto della prestazione, mentre la patrimonialità verte su due profili: ideale, dove solo comportamenti di carattere economico sono incanalati nello schema dell'obbligazione, e pratico, dove bisogna poter misurare il risarcimento qualora la prestazione non fosse eseguita. Queste caratteristiche delimitano il confine tra l'obbligazione e altri tipi di rapporti, come gli obblighi non patrimoniali e i rapporti di cortesia. Gli effetti prodotti dall'obbligazione includono la giustificazione della prestazione ad essa legata e il potere del creditore di agire in giudizio contro il debitore inadempiente. Esistono obbligazioni naturali che si differenziano per la mancanza del secondo requisito, ossia la possibilità di far valere il proprio diritto in giudizio, e sono caratterizzate da un dovere non giuridico, ma solo morale o sociale. Obbligazioni Naturali e Comportamento delle Parti Il rapporto obbligatorio è neutrale e indifferente al fenomeno che ha generato l'evento, e non esistono classi di creditori/debitori, anche se nel tempo sono emerse la necessità di tener conto di determinate motivazioni suscettibili di rilevanza sociale. L'articolo 1175 stabilisce che le parti devono comportarsi secondo correttezza, ponendo in gioco la buona fede oggettiva, che implica correttezza e onestà nel comportamento del debitore e del creditore. La buona fede è un principio fondamentale che impone obblighi al debitore che vanno al di là della prestazione principale, come ad esempio la tutela e la sorveglianza di un bambino in ospedale dopo il parto. La buona fede rappresenta il principio di solidarietà e vale anche per il creditore, che deve rispettare le condizioni del debitore, come ad esempio la necessità di assistere un figlio malato. Adempimento dell'Obbligazione L'adempiere un obbligo significa tenere una condotta corrispondente a quella imposta dall'obbligazione, che si concretizza nella prestazione. Quando la prestazione è adempiuta, il diritto di credito si estingue e il debitore può richiedere una quietanza, ossia una dichiarazione scritta che dimostra l'adempimento. L'adempiere non implica una semplice esecuzione, ma l'esatta esecuzione della prestazione, che è definita dal legislatore mediante criteri come la diligenza. La diligenza è definita nell'articolo 1176 del Codice Civile come la cura ragionevole di un buon padre di famiglia, che non fa le cose male ma neppure si vota alla perfezione. Nel caso di prestazioni professionali, si usa la diligenza tecnica, che è valutata secondo le regole tecniche di esercizio dell'attività. Gli interpreti del diritto hanno distinto due categorie di obbligazioni: obbligazioni di risultato, in cui il debitore è tenuto a produrre un certo risultato concreto, e obbligazioni di mezzi, in cui il debitore adempie già solo con una condotta diligente. Esempi di obbligazioni di risultato sono i debiti di trasporto, in cui il creditore si aspetta che la cosa venga trasportata integra e con diligenza, ma soprattutto che arrivi a destinazione. Il creditore non può pretendere che il risultato sia effettivamente ottenuto, ma solo che ci sia l'impegno e la diligenza per raggiungerlo, come ad esempio nel caso di un medico o di un avvocato. Modalità di Adempimento Si parla di Adempimento Esatto quando tutte le modalità quantitative, qualitative, di tempo e di luogo sussistono, e qualsiasi discrepanza di queste modalità costituisce inadempimento. Il debitore può liberarsi dalla prestazione attraverso una Dazione di Pagamento, che consiste nel fornire una prestazione diversa da quella inizialmente concordata, a patto che il creditore l'accetti e che questa sia effettivamente eseguita. Le modalità di tempo dell'esecuzione della prestazione sono intese in quanto Termine, che è il momento in cui il debito diventa esigibile. Se non viene indicato alcun termine, il debito può essere esigibile immediatamente, salvo che ciò venga escluso dagli usi o la natura della prestazione. Il termine può essere previsto a favore del debitore, del creditore o di entrambi, e in assenza di dichiarazioni di questo genere, il termine è automaticamente fissato a favore del debitore. Il luogo dell'adempimento è quello indicato dal titolo oppure quello desumibile dalla natura della prestazione, e se il luogo non è stabilito, si applicano i criteri della legge. Quando un debitore ha più debiti della medesima specie verso un creditore, la legge dà al debitore il vantaggio di poter dichiarare quale debito intende soddisfare, e se il debitore non dichiara quale debito vuole estinguere, si applica un ordine stabilito nell'articolo 1193. L'articolo 1193 stabilisce che il pagamento deve essere imputato al debito scaduto, tra più debiti scaduti, a quello meno garantito, tra più debiti ugualmente garantiti, al più oneroso per il debitore, e tra più debiti ugualmente onerosi, al più antico. In alternativa ai criteri di legge, il creditore può scegliere la quietanza. Soggetti dell'Adempimento I soggetti dell'adempimento possono essere il debitore o il creditore, e in alcuni casi possono essere diverse persone. Se il debitore è incapace legale o naturale, l'adempimento è considerato regolare ed efficace, poiché si tratta di un atto dovuto che il debitore deve eseguire indipendentemente dalla sua volontà. Se il creditore è incapace, l'adempimento non vale, a meno che il debitore non riesca a dimostrare che la cosa è rimasta integra e capace di soddisfare gli interessi del creditore, o se la prestazione è stata eseguita verso un rappresentante dell'incapace legale. La prestazione può essere eseguita da un soggetto diverso dal debitore, come un collaboratore, solo se la prestazione non è infungibile. Se la prestazione è eseguita da un terzo, il debitore estingue l'obbligazione anche se il creditore vi si oppone, a meno che il creditore non pretenda che la prestazione venga eseguita personalmente dal debitore. La prestazione può essere eseguita nei confronti di un soggetto diverso dal creditore, ma solo se questo soggetto è legittimato a ricevere la prestazione. Se il debitore esegue la prestazione nei confronti di un soggetto non legittimato, l'adempimento non vale, a meno che il creditore non ratifichi l'operazione o non ne tragga vantaggio. Inadempimento e Mora del Debitore L'inadempimento si verifica quando il debitore non esegue esattamente la prestazione dovuta, anche se la prestazione è eseguita in ritardo o non è esatta. In caso di inadempimento, il creditore può attivare la Mora del Debitore o richiedere il risarcimento del danno da parte del debitore. La Mora del Debitore si costituisce quando la prestazione non è stata eseguita entro il termine e può essere eseguita in un momento successivo, e il debitore è costituito in mora mediante intimazione o richiesta di adempiere fatta per iscritto dal creditore. La costituzione in mora non è necessaria in tre casi specifici: quando il debito deriva da un fatto illecito, quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler adempiere e quando il termine è scaduto e la prestazione deve essere eseguita al domicilio del creditore. Gli effetti della mora del debitore includono il risarcimento dei danni provocati dal ritardo nell'adempimento, la produzione di interessi moratori calcolati al tasso legale o al tasso concordato, e l'assunzione del rischio della impossibilità sopravvenuta anche per causa non imputabile al debitore. Il debitore è responsabile di provare che l'impossibilità sopravvenuta sarebbe comunque avvenuta anche se avesse pagato a tempo debito. Mora del Creditore La mora del creditore si verifica quando il creditore non offre la propria collaborazione per garantire al debitore l'esecuzione della prestazione, e può essere costituita con un'offerta formale solenne o secondo gli usi seguita dal deposito delle cose dovute. Gli effetti della mora del creditore includono la liberazione del debitore dai danni dell'inadempimento, il diritto del debitore di richiedere il risarcimento dei danni causati dal rifiuto dell'adempimento, e il trasferimento del rischio dell'impossibilità di adempimento sul creditore. La liberazione coattiva del debitore può avvenire attraverso il deposito dei beni mobili o il sequestro dell'immobile affidato ad un soggetto sequestratorio, ma non è possibile per le prestazioni "di fare". Responsabilità e Risarcimento del Danno La responsabilità e il risarcimento del danno sono sempre a carico del debitore in caso di mancato adempimento, e includono non solo la perdita per il creditore ma anche il mancato guadagno. L'obbligo di risarcimento del danno è definito come Responsabilità per Inadempimento per obbligazioni, che è un concetto più ampio rispetto alla Responsabilità Contrattuale. La responsabilità tiene conto di entrambe le posizioni del rapporto obbligatorio, valutando la possibilità di esecuzione della prestazione da parte del debitore e l'adeguatezza dello sforzo necessario per eseguirla. La principale regola di responsabilità è dettata dall'articolo 1218 del Codice Civile, che stabilisce che il debitore è tenuto al risarcimento del danno se non prova che l'inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. L'impossibilità della prestazione si riferisce alla fattispecie in cui la prestazione richiede mezzi che vanno al di là di quanto ragionevolmente richiesto. L'impossibilità è oggettiva e non si tiene conto delle condizioni soggettive del debitore. Ai fini dell'imputabilità operano due criteri: Responsabilità per Colpa e Responsabilità Oggettiva. La Responsabilità per Colpa riguarda le Obbligazioni di Mezzi e si basa sulla violazione dello standard di condotta del "Buon Padre di Famiglia". La colpa può assumere diverse gradazioni, tra cui Colpa Ordinaria o Lieve, Colpa Grave e Dolo. La Responsabilità Oggettiva riguarda le Obbligazioni di Risultato e si basa sulla responsabilità del debitore per tutti i rischi tipici calcolabili dell'attività svolta. Il debitore non risponde per eventi imprevedibili ed inevitabili, come il Caso Fortuito. La responsabilità sarà sempre di carattere oggettivo quando ci si avvale di ausiliari, poiché il fatto di aver scelto un terzo per eseguire la prestazione rende il soggetto responsabile per tutti gli eventi di carattere colposo o doloso del terzo. L'articolo 1228 stabilisce che il debitore è responsabile anche dei fatti dolosi o colposi di terzi che ha coinvolto nell'adempimento dell'obbligazione, salvo diversa volontà delle parti. Responsabilità per Inadempimento e Onere della Prova L'articolo 1218 introduce la regola dell'Inversione dell'Onere della Prova, secondo cui il debitore deve dimostrare che non c'è imputabilità per l'inadempimento, anziché il creditore che deve dimostrare l'inadempimento, il danno e l'imputabilità. Tuttavia, per le Obbligazioni di Mezzi, l'inadempimento va dimostrato dal creditore e non si applica l'Inversione dell'Onere della Prova. Risarcimento del Danno Il risarcimento consiste in una somma di denaro proporzionale al danno subito e può comprendere la perdita (Danno Emergente) e il mancato guadagno (Lucro Cessante). L'articolo 1223 stabilisce che il risarcimento deve comprendere la perdita subita dal creditore e il mancato guadagno, in quanto ne siano conseguenza immediata e diretta. L'articolo 1225 stabilisce che il risarcimento è limitato al danno che poteva essere previsto nel momento in cui è nata l'obbligazione, a meno che l'inadempimento non sia doloso. L'articolo 1226 stabilisce che se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con Valutazione Equitativa. L'articolo 1227 tratta il Concorso di Colpa del creditore e stabilisce che se il creditore ha contribuito al danno, il risarcimento sarà diminuito in base alla colpa del creditore e alle conseguenze provocate. Il risarcimento non è dovuto per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l'ordinaria diligenza. Modi di Estinzione Diversi dall'Adempimento I modi di estinzione diversi dall'adempimento possono essere distinti in due categorie: modi di estinzione satisfattivi e modi di estinzione non satisfattivi. I modi di estinzione satisfattivi sono quelli in cui il creditore trae utilità dall'estinzione, e includono: Compensazione: può avvenire in tre ipotesi (compensazione legale, compensazione giudiziale e compensazione volontaria) e richiede che i debiti reciproci siano fungibili, omogenei, liquidi ed esigibili. Confusione: si verifica quando le qualità di creditore e debitore si riuniscono nella stessa persona. I modi di estinzione non satisfattivi sono quelli in cui il creditore non trae utilità dall'estinzione, e includono: Compensazione e Confusione Compensazione: può avvenire in tre ipotesi (compensazione legale, compensazione giudiziale e compensazione volontaria) e richiede che i debiti reciproci siano fungibili, omogenei, liquidi ed esigibili. Confusione: si verifica quando le qualità di creditore e debitore si riuniscono nella stessa persona. Novazione, Remissione e Impossibilità Sopravvenuta Novazione: si ha quando le parti si accordano per sostituire all'obbligazione esistente una nuova obbligazione, e richiede l'esistenza di una vecchia obbligazione, l'accordo delle parti e la modifica dell'oggetto e del titolo. Remissione: è l'atto con cui il creditore rinuncia al proprio credito, e richiede la comunicazione al debitore e l'accettazione da parte di quest'ultimo. Impossibilità sopravvenuta della prestazione: si verifica quando l'impossibilità di eseguire la prestazione è definitiva e non imputabile al debitore, e non richiede l'obbligo succedaneo di risarcimento. Modifica dei Soggetti nel Rapporto Obbligatorio La modifica dei soggetti in un rapporto obbligatorio può avvenire sul lato attivo o sul lato passivo, influenzando l'interesse delle parti coinvolte. La successione sul lato attivo può realizzarsi attraverso due meccanismi: il pagamento con surrogazione e la cessione del credito. Successione nel Lato Attivo La successione sul lato attivo può realizzarsi attraverso due meccanismi: il pagamento con surrogazione e la cessione del credito. Il pagamento con surrogazione avviene quando un terzo paga il debito al creditore originario e subentra come nuovo creditore, il che può avvenire per volontà del creditore o del debitore, o in modo automatico mediante la surrogazione legale. La cessione del credito è un meccanismo in cui il creditore originario trasferisce il suo diritto di credito al cessionario, il quale è vietato per crediti strettamente personali e per crediti dichiarati incedibili dalla legge. La cessione del credito si perfeziona a prescindere dall'accordo col debitore ceduto, ma ha effetto nei confronti del debitore solo se egli l'abbia accettata o che gli sia stata notificata. I rapporti tra cessionario e debitore sono regolati dalla notificazione e dall'accettazione della cessione, che servono anche per regolare il diritto tra più cessionari. I rapporti tra cedente e cessionario sono regolati dal codice, che si preoccupa di risolvere la questione se il debitore non paga, a seconda che la cessione sia pro soluto o pro solvendo. Successione nel Lato Passivo La successione sul lato passivo può avvenire aggiungendo un nuovo debitore a quello vecchio o sostituendo il vecchio debitore con un nuovo debitore, il che richiede l'assenso del creditore. I meccanismi di sostituzione sul lato passivo sono l'espromissione e l'accollo, che richiedono l'accordo tra il terzo e il creditore o il debitore originario. La sostituzione del debitore può estinguere le garanzie annesse al precedente debitore. L'accollo è un istituto giuridico che consente al creditore di accettare o rifiutare l'operazione e di decidere la liberazione del debitore originario. La delegazione è un istituto giuridico che coinvolge il debitore, il creditore e il terzo, e prevede tre ipotesi: il debitore chiede a un terzo di assumersi il proprio debito, il terzo accoglie la richiesta e si obbliga verso il creditore, e il creditore non deve rifiutare. Il terzo diventa debitore delegato e si obbliga perché esiste un rapporto obbligatorio che lo rende debitore nei confronti dell'altro debitore (Rapporto di Provvista). Il debito principale è detto Rapporto di Valuta. Esempio di delegazione: A è debitore di B (Rapporto di Valuta), C è debitore di A (Rapporto di Provvista), allora A delega C di pagare B per lui, sciogliendo così entrambi i debiti. Obbligazioni Pecuniarie Le obbligazioni pecuniarie sono i debiti che hanno per oggetto una somma di denaro, qualificati come obbligazioni "di dare". Il Principio Nominalistico stabilisce che i debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato e al tempo del pagamento e per il suo valore nominale. Il Principio Nominalistico favorisce il debitore, poiché non si tiene conto della perdita di potere d'acquisto della moneta. Per ovviare a questo problema, il creditore può prevedere clausole che impongono di rivalutare il credito ai dati ISTAT o che il pagamento avvenga pari al valore dell'oro in quel momento. Il principio nominalistico non vale per tutti i debiti espressi in denaro, ma solo per quelli in cui la somma di denaro è l'oggetto del debito (Debito di Valuta). In alcuni casi, l'obbligazione ha per oggetto di trasferire all'altra parte un certo valore, che nel momento dell'adempimento dovrà necessariamente tradursi in una somma di denaro (Debiti di Valore). I crediti liquidi ed esigibili di somme di denaro prevedono interessi di pieno diritto, salvo che sia disposto diversamente. Gli interessi hanno la funzione di remunerare il creditore e vengono chiamati Interessi Corrispettivi. La misura degli interessi corrisponde al Tasso d'Interesse Legale, fissato annualmente. Le parti possono derogare e fissare interessi diversi e convenzionali, ma non possono essere previsti interessi usurari. La tabella dei tassi di usura prevede tassi variabili a seconda del tipo di operazione. Gli interessi scaduti diventano un debito in denaro e producono ulteriori interessi, ma la norma sull'Anatocismo prevede che queste somme non producano interessi se non dal giorno della domanda giudiziale o per accordo successivo alla scadenza. Esistono interessi con funzione sanzionatoria, gli Interessi Moratori, che riparano al danno dovuto al ritardo di pagamento, ma il creditore potrebbe ottenere una somma superiore se dimostra di aver subito un danno non coperto dagli interessi. Classificazione delle Obbligazioni in Base alla Prestazione Le obbligazioni possono essere classificate in base alla prestazione in: Obbligazione Semplice, Obbligazione Cumulativa, Obbligazione Alternativa e Obbligazione Facoltativa. L'Obbligazione Semplice si estingue quando il debitore assolve la prestazione, mentre l'Obbligazione Cumulativa richiede l'adempimento di tutte le prestazioni. L'Obbligazione Alternativa consente al debitore di scegliere quale prestazione eseguire, ma se la scelta diventa impossibile, l'obbligazione si estingue. L'Obbligazione Facoltativa prevede che il debitore possa liberarsi eseguendo una prestazione diversa, ma non è la stessa cosa della Dazione in Pagamento. Obbligazioni con Pluralità di Soggetti Le obbligazioni possono avere una pluralità di soggetti, con più debitori sul lato passivo, e possono essere classificate in Obbligazione Parziaria e Obbligazione Solidale. L'Obbligazione Parziaria richiede che ciascun debitore paghi solo la frazione spettante del debito, mentre l'Obbligazione Solidale consente al creditore di chiedere l'adempimento dell'intera prestazione a ciascun debitore. La legge o l'accordo possono stabilire un ordine tra i debitori, con il Beneficio di Escussione, ma vale il principio di Sussidiarietà, che consente al creditore di scegliere un altro debitore su cui rivalersi se il primo non è solvibile. L'azione di Regresso non può essere esercitata se chi ha pagato è il condebitore nel cui interesse esclusivo è sorta l'obbligazione. In caso di pluralità di creditori, la regola generale è che ciascuno di essi può chiedere solo una parte della prestazione, a meno che la legge o l'accordo non preveda la Solidarietà sul lato attivo. Garanzia Patrimoniale La Garanzia Patrimoniale è un meccanismo di tutela dei diritti del creditore di soddisfarsi sui beni del debitore in caso di inadempimento, come descritto nel libro VI del Codice Civile. Il debitore risponde all'adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri, come stabilito dall'articolo 2740 del Codice Civile, e si parla di Garanzia Patrimoniale Generica. La Responsabilità Patrimoniale è Illimitata, ma ci sono alcune eccezioni, come i beni essenziali per la vita e il lavoro del debitore e i Patrimoni Separati. In caso di insufficienza del patrimonio del debitore, l'articolo 2741 stabilisce il principio di Par Condicio Creditorum, ma in pratica il debitore può scegliere tra i creditori chi pagare o sarà soddisfatto il creditore che per primo avrà reclamato la propria spettanza. Il principio di Par Condicio Creditorum trova applicazione effettiva solo in Procedure di carattere Concorsuale, in cui ai creditori è fornita solo una quota del loro credito, in modo da soddisfare tutti. L'articolo 2741 ammette Cause Legittime di Prelazione, che consistono nell'attribuire ad uno dei creditori il diritto di soddisfarsi a preferenza di altri. Le Cause di Prelazione sono Privilegio, Pegno e Ipoteca, che attribuiscono al creditore il privilegio di precedenza rispetto agli altri creditori, detti chirografari. Cause di Prelazione Le Cause di Prelazione sono Privilegio, Pegno e Ipoteca, che attribuiscono al creditore il privilegio di precedenza rispetto agli altri creditori, detti chirografari. Il Privilegio è accordato in considerazione della causa del credito e può essere di due tipi: Generale e Speciale. Il Privilegio Generale ha come oggetto tutti i beni mobili del debitore e non è opponibile a terzi, mentre il Privilegio Speciale è esercitato solo su alcuni beni determinati, connessi all'obbligazione sorta. Pegno e I