Summary

Questo documento fornisce una panoramica sull'infermieristica preventiva, coprendo i tre livelli di prevenzione: primaria, secondaria e terziaria, e i rischi professionali per il personale sanitario. Il testo si concentra anche sulle malattie infettive e sulle relative fasi, fattori e meccanismi.

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INFERMIERISTICA PREVENTIVA PREVENZIONE PREVENZIONE: insieme di attività, interventi ed opere, attuati al fine di conservare e promuovere lo stato di benessere del singolo e della collettività ed evitare l’insorgenza di malattie (sia infettive che non). La prevenzione agisce in tre ambiti: 1 - p...

INFERMIERISTICA PREVENTIVA PREVENZIONE PREVENZIONE: insieme di attività, interventi ed opere, attuati al fine di conservare e promuovere lo stato di benessere del singolo e della collettività ed evitare l’insorgenza di malattie (sia infettive che non). La prevenzione agisce in tre ambiti: 1 - prevenzione primaria: è rivolta a soggetti sani che non hanno né malattia infettiva nè cronico-degenerativa. Ha come obiettivo il mantenere lo stato di salute del singolo ma anche della collettività. Livelli di intervento della prevenzione primaria: - Intervento di primo livello: potenziare fattori utili alla salute. # soddisfacimento delle esigenze ottimali dell’organismo umano (stile di vita sano e ciò che fa in modo che questo stile di vita sia sano); # potenziamento di difesa nei confronti dei fattori nocivi sia ambientali che comportamentali tramite educazione alla salute (partendo dalle scuole primarie) e profilassi immunitaria (vaccinazioni). - Intervento di secondo livello: allontanando o correggendo dei fattori casuali e/o di rischio. # interventi sull’ambiente e sulle attività umane: igiene dell’ambiente, igiene degli alimenti, medicina del lavoro. # interventi sull’uomo: riconoscimento e correzione di norme di vita e comportamento inadeguate (es campagne contro il fumo, l’uso di droghe,..). - Intervento di terzo livello: selezionano e trattano delle condizioni di rischio. # identificazione e bonifica dei portatori di infezione (es soggetti non vaccinati che vengono in contatto con il virus, non manifestano la malattia, ma hanno in corpo il virus, pericolosi nei confronti di coloro che non sono protetti da quel virus). # rilevamento e correzione degli stati di rischio e/o predisposizione per la patologia non infettiva. 2 - prevenzione secondaria: rivolta a soggetti malati, in fase iniziale di malattia. Viene effettuata una diagnosi precoce di malattia in fase asintomatica e iniziale, al fine di instaurare un trattamento adeguato (es screening). 3 - prevenzione terziaria: agisce sul soggetto malato, che ha già una malattia cronico- degenerativa. La prevenzione interviene per rallentare lo stato di malattia, senza però guarirlo; limita la comparsa di complicanze (es diabete, ipertensione,..). _______________________________________________________________________________________ RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO Esistono diversi tipi di rischio: Rischio fisico: radiazioni ionizzanti, campi elettromagnetici. Rischio biologico: dato da malattie infettive (epatite b/c, Hiv, tbc), scabbia, morbillo, parotite,.. Rischio allergologico: dermatiti da contatto (latex). Rischio ergonomico: patologie del rachide, del polso e della spalla (movimentazione dei pazienti e dei carichi); si potrebbe incorrere in una patologia a carico del rachide. Rischio stress correlato al lavoro. Rischio chimico: dato da gas anestetici, farmaci antiblastici, detergenti/disinfettanti, solventi/ acidi. Pagina 1 di 17 1) RISCHIO BIOLOGICO CAUSATO DA MALATTIE INFETTIVE STORIA NATURALE DELLE MALATTIE INFETTIVE Malattia infettiva: è causata da un agente patogeno (batterio o virus), capace di trasmettersi, con modalità diverse da un individuo ad un altro, causando una malattia definita infettiva. Il compito dell’epidemiologia è studiare con quali modalità le malattie infettive insorgono e diffondono nella collettività ed analizzare le condizioni che ne favoriscono l’insorgenza e la propagazione. ANDAMENTO DELLE MALATTIE INFETTIVE NELLA COLLETTIVITA’ L’andamento delle malattie infettive può essere vario all’interno della stessa popolazione. - Andamento sporadico: la malattia che si manifesta raramente ed i cui casi accertati sono indipendenti gli uni dagli altri senza tendenza alla diffusione (es un caso a roma, uno a brescia, uno a torino). - Andamento endemico: la malattia costantemente presente in un dato territorio con un numero non eccezionale di casi. - Andamento epidemico: la malattia si manifesta con numerosi casi in un breve periodo, che però tendono ad esaurirsi in breve tempo fino a portarsi ai valori endemici di base (es influenza). - Andamento pandemico: malattia che si estende a più nazioni e spesso poi a tutto il mondo. FASI DELLE MALATTIE INFETTIVE Contaminazione: contatto tra agente eziologico e individuo. Penetrazione dell’agente patogeno attraverso la cute e le mucose. Localizzazione: tappa che consente al patogeno di raggiungere il tessuto o organo nel quale troverà le condizioni favorevoli al suo sviluppo. Infezione: tappa nella quale il patogeno e l’organismo parassitato si contrappongono e cercano di avere il sopravvento. Infezione non è sinonimo di malattie infettiva. Il tempo che trascorre tra la penetrazione dell’agente infettante nell’organismo ed il manifestarsi della sintomatologia si definisce periodo di incubazione. FATTORI CHE INFLUISCONO SUL MANIFESTARSI DELLE MALATTIE INFETTIVE 1- condizioni legate all’agente patogeno (com’è l’agente patogeno) 2 - condizioni legate Soggetto infettato (soggetto sano o soggetto debilitato) 3- condizioni ambientali e climatiche (non igienicamente idonee, sporco,..) Alcuni termini….. - Patogenicità: capacità di recare all’ospite un danno che si esprime come uno stato di malattia. - Invasività: capacità di diffondersi nell’organismo. - Virulenza: diverso grado di patogenicità manifestato dall’agente infettivo in relazione al diverso stipite preso in considerazione. - Carica infettante: numero minimo di microrganismi necessari per dare il via ad un’infezione. - Infettività: dipende dalla carica infettante ed è la capacità del patogeno di penetrare, sopravvivere e moltiplicarsi nell’ospite. Pagina 2 di 17 PATOGENI OPPORTUNISTI Microrganismi ambientali o commensali in grado di determinare uno stato di malattia solo in presenza di una diminuzione delle difese immunitarie dell’individuo. (es Escherichia Coli). TRASMISSIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE - TRASMISSIONE VERTICALE: alcune infezioni contratte durane la gravidanza possono passare per via placentare dalla madre al feto provocando aborti, gravi malformazioni o infezioni. - TRASMISSIONE ORIZZONTALE TRASMISSIONE DIRETTA: il patogeno si trasferisce dal malato al soggetto sano senza passaggio nell’ambiente (es malattie sessuali) TRASMISSIONE INDIRETTA: avviene tramite veicoli (materiali o soggetti inanimati) o vettori (organismi animati es zanzare). SERBATOI E FONTI DI INFEZIONE SERBATOIO di infezione: si intende la persona, l’animale o il substrato inanimato in cui il patogeno ha il suo habitat naturale nel quale si moltiplica e si perpetua nel tempo e dal quale può essere trasmesso ad un ospite. FONTE o SORGENTE di infezione: è rappresentata dall’uomo o dall’animale infetto che eliminando i microrganismi patogeni consentono la loro trasmissione ai soggetti ricettivi. VEICOLI DI INFEZIONE: si intende tutto ciò che è in grado di trasportare gli agenti infettanti, mantenendo la vitalità, dalla fonte di infezione l’uomo sano. Qualsiasi oggetto può divenire veicolo di infezione: - veicoli inanimati: acqua, aria, alimenti, suolo. Aria: i patogeni sopravvivono negli ambienti confinati contenuti nelle goccioline di saliva, nei granuli di polvere in sospensione. Acqua: permette la sopravvivenza dei microbi per tempi abbastanza lunghi. Alimenti: possono favorire o ostacolare la moltiplicazione o essere indifferenti. Suolo: ospita spesso batteri sporgenti molto pericolosi. Effetti d’uso: biancheria, indumenti, in genere utilizzati dall’ammalato o portatore di una malattia contagiosa. - veicoli animati o vettori: vettori passivi o attivi -> vettori passivi (mosche), vettori attivi (zanzara). VIE DI INGRESSO DEGLI AGNETI INFETTANTI Per l’insorgenza di una malattia infettiva i microrganismi responsabili devono venire in contatto con l’organismo recettivo. Le principali vie di ingresso nell’ospite sono: MUCOSE: (placentare, digerente, respiratoria, genitourinaria, conguntivale). - via placentare: modalità di trasmissione delle malattie infettive dalla madre alla prole. Le principali sono: sifilide, toxoplasmosi, epatite B, AIDS. - via digerente: attraverso la cavità orale possono penetrare microrganismi attraverso gli alimenti o portati alla bocca con le mani o con gli oggetti contaminati. Le principali sono: tifo, colera. - vie respiratorie: attraverso l’albero respiratorio penetrano numerosi batteri e virus respiratori. Le principali malattie sono: influenza, morbillo, rosolia, TBC. - via genito-urinaria: costituisce la via di ingresso di malattie trasmesse per contagio sessuale. Le principali: sifilide, gonorrea, epatite B, AIDS. Pagina 3 di 17 - Via congiuntivale: i patogeni che penetrano attraverso questa via possono determinare affezioni locali (tracoma) o generali (brucellosi). CUTE LESA: la cute integra in genere non può essere attraversata dai patogeni. VIE DI ELIMINAZIONE DEGLI AGNETI INFETTANTI Le vie attraverso le quali gli ammalati o i portatori eliminano gli agenti di malattia sono in stretto rapporto con la sede dove si è manifestato il processo morboso. Le vie principali sono: cutanea, orale o nasale, rettale, genito-urinaria, ematica. DESTINO DEI PATOGENI NELL’AMBIENTE ESTERNO Il periodo di sopravvivenza dei patogeni nell’ambiente è variabile, anche se nella maggioranza dei casi vanno incontro a distruzione. Sono molto resistenti i Batteri Sporigeni. Fattori che ostacolano la sopravvivenza dei parassiti nell’ambiente esterno: essiccamento, luce solare, temperatura, concorrenza vitale, batteriofagia. MODALITA’ DI TRASMISSIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI CONTATTO (diretto e indiretto): cute-cute: scabbia. CIRCUITO ORO-FECALE: attraverso le feci: salmonella, clostridium. DROPLET e VIA AEREA: meningite, TBC. VEICOLI COMUNI DI TRASMISSIONE VETTORI VIA EMATICA: epatite B, C, HIV. TRASMISSIONE PER VIA EMATICA - epatite b/c -> come proteggersi? - HIV Epatite b = vaccino Epatite c e hiv = prevenzione e sicurezza: isolamento solo quando sono presenti emorragie o altri rischi. TRASMISSIONE PER VIA AEREA - TBC polmonare - per inalazione di microrganismi presenti nell’aria dove sono - Influenza immessi. - Morbillo - droplet= goccioline tramite tosse, starnuti, e linguaggio parlato. (esistono a lungo nell’aria) La presenza di questi organismi viene verificata attraverso l’analisi di un espettorato spontaneo o broncoscopia. Come comportarsi con pz affetto da TBC? -> indossare DPI, isolare il pz (stanza con pressione negativa, l’aria entra ma non esce; cambio d’aria ogni 6 ore), avvisare la direzione sanitaria e il servizio di medicina preventiva attraverso la scheda di notifica di malattia infettiva (mettere cartello sulla porta, indicazioni di isolamento respiratorio, dpi: mascherina FFP2, guanti, occhiali, camice). ————————————————————— PREVENZIONE TUBERCOLOSI In caso di paziente affetto da TBCO deve essere allestita camera di degenza. In caso di infezione trasmissibile per via aeree è necessaria maschera (FFP2S/L), guanti, occhiali, camice prima di entrare nella stanza. Pagina 4 di 17 PRECAUZIONI STANDARD - Lavaggio delle mani ( che può essere con antisettico, sociale acqua+sapone o chirurgico). - Utilizzo dei DPI. - Smaltimento degli aghi e dei taglienti e dei rifiuti. - Modalità di trasporto dei campioni biologici. - Gestione dell’ambiente (sapere come pulire/quando e con quali prodotti l’ambiente). - Gestione della biancheria (da mettere in un sacchetto la biancheria del paziente isolato, pulizia di tutta la biancheria a 100°). - Educazione sanitaria al degente (soprattutto nei pazienti costretti all’isolamento permanente, come in caso di stomia). - Norme di comportamento per i visitatori. SCABBIA Parassitosi cutanea causata da acari si trasmette per contatto diretto di cute con cute. Malattia che sta riemergendo. Come diagnosticarla? - Metterlo subito in isolamento appena si evidenzia un segno/sintomo. - Il soggetto inizia a grattarsi fino a procurarsi lesioni, si può evidenziare anche prurito nei famigliari o gente che sta molto a contatto con il soggetto. - Dermatologo colui che effettua diagnosi. - Si mette in trattamento anche la sua famiglia e in trattamento anche tutti gli operatori venuti a contatto con il paziente. il trattamento consiste in una doccia immediata utilizzando un bagnoschiuma specifico e crema efficace a debellare il parassita. Questo trattamento deve essere ripetuto qualche giorno dopo. - L’isolamento del paziente dee essere mantenuta anche per i 4 giorni seguenti al trattamento. - DPI sono il camice, cuffia, guanti, mascherina. Limitare le visite. - Scabbia norvegese è un tipo di scabbia altamente contagiosa. PIDOCCHI Anche in questo caso isolamento immediato. Trattamento con shampoo (a tutti coloro che son venuti a contatto con egli) e isolamento prolungato di 4 giorni dopo il trattamento. Habitat naturale del pidocchio sono le zone con molti peli (es. pube e ascelle) o sui capelli. Anche questa situazione deve essere trasmessa al territorio. ISOLAMENTO ENTERICO Deve essere applicato a pazienti riconosciuti o sospetti di essere infetti o colonizzati da patogeni epidemiologicamente importanti, che possono essere trasmessi attraverso contatti diretti o indiretti con feci contaminate. (es. epatite A, infezioni enteriche da clostridium difficile, da rotavirus, salmonella ecc…) tutte malattie che devono essere segnalate al territorio. Malattie a trasmissione oro-fecale. 2) RISCHIO CHIMICO - Rischio chimico causato da gas anestetici Gas anestetici per inalazione: protossido d’azoto: gas presente nelle sale operatorie che viene utilizzato per l’induzione dell’anestesia generale, come altri gas alogenati che sono presenti in sala solo se l’anestesista richiede l’utilizzo di tali gas per il mantenimento dell’anestesia. Gas che si trovano in forma liquida che vengono nebulizzati e collegati ad una cannula per essere insufflati al paziente. Vie di penetrazione: inalazione, ingestione, contatto con cute e mucose. Pagina 5 di 17 Effetti dei gas anestetici sugli operatori sanitari: possono causare danni alle cellule del SNC, SNP, sistema emopoietico, fegato, reni. Effetti dell’esposizione: legati all’entità dell’esposizione, legati a esposizioni per dosi elevate, rischio che si può confondere con altre sostanze. Effetti sul sistema nervoso centrale e periferico: alterazioni della vigilanza, concentrazione, memoria. Irritabilità e maggiore affaticabiàita, cefalea ed insonnia, neuropatia sensivo-motoria. Effetti sulla funzionalità epatica: eccesso di epatokpatia nel passato, fenomeni di induzione enzimatica, fenomeni di citolisi. Esposizione gas per inalazione: dosi inferiori a quelle necessarie per l’anestesia del paziente, ma protratte nel tempo. Assorbimento per via inalatoria. Effetti sulla salute riproduttiva: aumento aborti spontanei, aumento malformazioni fetali. Effetti sul rene: lesioni di tipo degenerativo del tubulo contorto prossimale. RISCHI LAVORATIVI IN SALA OPERATORIA Gas anestetici Infezioni Radiazioni ionizzanti Infortuni - Rischio chimico causato da utilizzo di farmaci antiblastici Farmaci antiblastici: alchilanti, antimetaboliti, antibiotici, antibiotici, enzimi (molti di questi usati in oncologia). I chemioterapici antifrastici sono farmaci in grado di inibire la crescita cellulare con morte delle cellule in replicazione. Effetti su cute e mucose: irritativi: arrossamento, edema, ulcere necrotiche. Vescicanti: reazioni orticarioidi immediate prurito, rush, eruzioni orticarioidi. Allergici: edema palpebrale, dispnea asmatiforme. Effetti sistemici: nausea, cefalea, vertigini, reazioni cutanee allergiche. Effetti teratogeni: abortività spontanea, malformazioni congenite, gravidanze ectopiche. Manipolazione farmaci antiblastici: - norme igieniche e comportamentali -> UMACA unità di manipolazione chemioterapici/ antiblastici. Zona a manipolazione controllata (l’infermiere prepara i farmaci che devono essere somministrati al pz). Vietato utilizzo cosmetici, fumare, mangiare, conservare cibi, bere mentre si preparano questi farmaci. -> Zona filtro. Prima di accedere alla zona dei farmaci (umaca): igiene mani, toglie monili, indossa DPI. non è consentito uscire dalla zona filtro indossando i DPI. Gettare gli indumenti nell’apposito contenitore. DPI: guanti in lattice con spessore da 0,35 a 0,5 mm, devono essere lunghi da indossare sopra i polsini del camice, vanno sostituiti ogni 30’. Occhiali. Camice sterile in tnt e pantaloni. Maschera filtrante ffp2, cuffia, sovrascarpe. Confezionamento e trasposrto farmaci: il farmaco viene etichettato ed identificato, posizionato in appositi contenitori a tenuta, dopodiché viene somministrato. Pagina 6 di 17 Somministrazione: endovenosa, orale, installazione vescicale: usato per coloro che hanno tumore alla vescica, il farmaco viene lasciato in sede per 2h. Intramuscolare, intratumorale (all’interno del tumore), intrarteriosa, intrapleurica-peritoneale, intratecale, topica, sottocute. PROCEDURE IN CASO DI CONTAMINAZIONE ACCIDENTALE: rottura accidentale di flaconi o sacche contenuti farmaci antiblastici. Vi è un kit precostituito contenete i presidi da usare in caso di spargimento. L’infortunio va notificato alla direzione sanitaria e al servizio di medicina preventiva + medico del lavoro. Dopo 3 mesi il lavoratore viene controllato. Sospetto di contaminazione: il primo sintomo è la perdita dei capelli. - Rischio chimico causato da detergenti/disinfettanti/sterilizzanti Uso corretto di antisettici cutanei: standardizzare le indicazioni d’uso dei prodotti. Eliminare prodotti non corrispondenti alle evidenze scientifiche. Razionalizzare i consumi in rapporto alla sicurezza per operatori e pazienti, economicità, facilità d’uso. CLASSIFICAZIONI TECNICO – NORMATIVE ☞ Presidi medico chirurgici (PMC) : disinfettanti, per il trattamento di cute sana (senza lesioni) e disinfettanti per uso ambientale (utilizzati per la santificazione dell’ambiente). ☞ Marcatura CE con indicazione d’uso: disinfettanti o detergenti per Dispositivi Medici (DM). ☞ Numero AIC: specialità per antisepsi della cute lesa e mucosa, specialità medicinali di automedicazione. ANTISETTICI IN USO Iodopovidone + clorexidina: lavaggi antisettici delle mani e lavaggio chirurgico delle mani. Derivati fenolici: elemento costituente del prodotto che viene usato per igienizzare le mani. (i fenoli v e n g o n o u s a t i a n c h e p e r l a s a n t i fi c a z i o n e dell’ambiente). Perossido di H (h2o ossig): disinfettante. Acido borico: usato per la detersione delle ferite infette. Merbromina (mercurio cromo): disinfettante. Violetto di genziana: per micosi della cute. Pagina 7 di 17 PRINCIPI PER UN CORRETTO UTILIZZO DEGLI ANTISETTICI A. Fattori che condizionano “l’efficacia” degli antisettici ☞ Caratteristiche del preparato ☞ Corretta indicazione d’uso ☞ Modalità di utilizzo B. Fattori che influenzano “la qualità” dell’antisepsi (riduzione agenti patogeni su cute e tessuti). ☞ la scelta del prodotto. ☞ il periodo di contatto dell’antisettico in funzione dell’impiego. ☞ il rispetto delle procedure da parte degli operatori. CARATTERISTICHE DELLE SOSTANZE ANTISETTICHE Stato fisico, azione antibatterica, pericolosità, tollerabilità, tossicità. L’ANTISETTICO IDEALE ☞ ampio spettro d’azione (deve agire su gram +/-). ☞ rapidità d’azione. ☞ azione prolungata nel tempo. ☞ buone caratteristiche di stabilità chimica, buon potere di penetrazione. ☞ attività anche in presenza di sostanze organiche (sangue, secrezioni,..). ☞ atossicità per l’uomo alle concentrazioni d’uso e non possedere azione irritante sui tessuti. ☞ non indurre sensibilizzazioni, resistenza e non ostacolare il processo di cicatrizzazione. ☞ costo non elevato. ☞ facile maneggevolezza. REGOLE FONDAMENTALI - igiene delle mani. - Una concentrazione maggiore di antisettico non ne aumenta l’efficacia. - Rispettare il tempo di contatto previsto in funzione dell’impiego. - Tutti gli antisettici usati in modo improprio possono determinare effetti indesiderati su pz e operatori. - ogni volta che si apre una confezione contenente antisettico ricordarsi di scrivere sempre la data di apertura. - non rabboccare mai le soluzioni. - non lasciare i contenitori aperti e, ogni volta che si aprono non contaminare la parte interna del tappo (poggiare il tappo sempre rovesciato). - evitare l’impiego di, garza, gomma o altro al posto del tappo. - privilegiare l’impiego di contenitori monouso e di ridotta capacità. - conservare ben chiusi e al riparo dalla luce, lontano da fonti di calore ed in un apposito armadietto se richiesto (infiammabili). - il prodotto deve essere sempre mantenuto nel contenitore originale a meno che non si renda necessaria la diluizione, che andrà fatta seguendo le modalità concordate e utilizzando solventi non inquinanti, riportando n° di lotto e data di scadenza. - per non contaminare il prodotto, evitare di portare a contatto l’imboccatura del contenitore con mani, garze, cotone, ferite, ciotole. - Le soluzioni antisettiche, destinate ad essere usate su mucose, ferite oin cavità corporee, devono essere preparate in contenitore sterile utilizzando soluzione fisiologica sterile o acqua bidistillata sterile. Pagina 8 di 17 - NON conservare MAI i BATTUFOLI già imbevuti di antisettico in quanto le fibre di cotone, assorbendo il principio attivo, riducono il potere antibatterico dell’antisettico. - Rischio chimico causato da solventi /acidi ___________________________________________________________________________________ RIFIUTI OSPEDALIERI Le fasi di gestione dei rifiuti ed in particolare quella di raccolta dei rifiuti possono comportare dei rischi per la salute degli operatori stessi. Smaltimento dei rifiuti: raccolta, cernita, trasporto, trattamento dei rifiuti. La gestione dei rifiuti in ospedale viene normata dal DPR 254/2003. Normativa: DPR 15 LUGLIO 2003, N.254, ALLEGATO 1 -> disciplina la gestione dei rifiuti sanitari e degli altri rifiuti allo scopo di garantire elevati livelli di tutela dell’ambiente e della salute pubblica e controlli efficaci. I rifiuti disciplinati dal presente regolamento comprendono: - rifiuti a rischio infettivo (cateteri, guanti monouso, provette,), rifiuti assimilabili agli urbani, pericolosi non a rischio infettivo, a rischio infettivo, che richiedono particolari modalità di smaltimento, derivanti da esumazioni e da estumulazioni, prodotti al di fuori delle strutture sanitarie ma analoghi poiché anche essi a rischio infettivo. RISCHI CONNESSI CON LA GESTIONE DEI RIFIUTI RISCHIO INFETTIVO: componente di pericolosità più rilevante dei rifiuti ospedalieri. Materiali venuti a contatto con liquidi biologici, secreti o escreti, come sangue urina o feci. I rischi sono essenzialmente conseguenti a infortuni con conseguenti ferite da taglio o punta. CAUSE DI INFORTUNI DA RISCHIO BIOLOGICO: manipolazione poco attenta del rifiuto, effettuata senza l’ausilio di DPI. RISCHIO CHIMICO: dovuto alla presenza nei rifiuti di sostanze chimiche (disinfettanti e farmaci, soprattutto quelli tumorali). RISCHIO NELLA MOVIMENTAZIONE DEI CONTENITORI per i rifiuti. CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI SANITARI. Non pericolosi.. Assimilabili ai rifiuti urbani.. Pericolosi non a rischio infettivo.. Pericolosi a rischio infettivo.. Rifiuti taglienti pungenti.. Rifiuti taglienti non pungenti. ______________________________________________________________________________ DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Si intende per dispositivo di protezione individuale (D.P.I.) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. NORMATIVE DI RIFERIMENTO - D.Lgs 81/2008 uso dei dispositivi di protezione individuale. - D.Lgs 626/94 - titolo IV - uso dei dispositivi di protezione individuale. Pagina 9 di 17 - D.M. 2/5/2001 criteri per l’individuazione e l’uso dei dispositivi principali di protezione individuale. - D.Lgs 475/92 e s.m.i. (destinato al fabbricante di DPI): Fissa i criteri di fabbricazione e produzione dei D.P.I. Stabilisce i requisiti che devono avere e che sono a carico dei fabbricanti. (DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’, MARCATURA CE, NOTA INFORMATIVA). CATEGORIE DI DPI 1° CATEGORIA: DPI di semplice progettazione per proteggere la persona da RISCHI DI MINOR ENTITA’ (es mascherine di carta). 2° CATEGORIA: DPI per proteggere la persona da RISCHI CORRENTI (di tutti i giorni). 3° CATEGORIA: DPI di progettazione complessa per proteggere la persona da RISCHI DI MAGGIOR ENTITA’, RISCHI MORTALI o CAUSA DI INVALIDITA’ (es mascherina facciale filtrante categoria 2 e 3). CRITERI DI SCELTA DEI DPI REQUISITI DEI DPI - Conformi al D.L. 475/92. - Adeguati al rischio. - Non devono comportare un rischio maggiore. - Esigenze ergonomiche e di salute. - Compatibili tra loro in caso di rischi multipli (possono essere indossati diversi tipi di dpi contemporaneamente). OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Prima di mettere in uso i DPI: - Occorre accertarsi che i DPI possiedono tutti i requisiti richiesti. - Informare e formare, e se necessario addestrare i lavoratori circa il corretto uso dei DPI. - Provvedere a curare la manutenzione e la gestione. - Vigilare affinché i dispositivi siano effettivamente impiegati dal lavoratore per l’intero periodo in cui sono esposti al rischio. ART 44 (DPI) OBBLIGHI DEI LAVORATORI I LAVORATORI: ! Si sottopongono al programma di addestramento e formazione organizzato dal datore di lavoro. ! Utilizzano i DPI messi loro a disposizione conformemente all’informazione e formazione ricevute. ! Hanno cura dei DPI e non vi apportano modifiche di loro iniziativa. ! Al termine dell’utilizzo riconsegnano i DPI seguendo le procedure aziendali. ! Segnalano immediatamente al datore di lavoro e ai preposti qualsiasi difetto o inconveniente nei DPI messi a disposizione. _______________________________________________________________________________________ Pagina 10 di 17 VACCINAZIONI - ANTITETANICA - ANTIEPATITE B - ANTI INFLUENZALE - TEST TUBERCOLINICO SECONDO MANTOUX Segnalazione !Una volta che si è identificato un soggetto affetto da tubercolosi, l’ospedale deve informare il territorio che tale soggetto ne è affetto. Vaccinazione anti tubercolare ! obbligatoria per il personale sanitario esposto a rischio elevato e che presenta test tubercolinico NEGATIVO CICLO VACCINALE: 1 dose. Test di Mantoux ! Permette di individuare i soggetti che sono affetti da tubercolosi. Si effettua nell’avambraccio e dopo 72 ore deve essere osservato il ponfo. - ANTI PAPILLOMA VIRUS: dal 2008. È rivolto a ragazze 12-26 anni, con somministrazione a pagamento. Protegge dal Papilloma virus in particolare modo 2 tipi di virus causano tumori alla cervice nella donna. Inoltre l’organo bersaglio è l’esofago, causando cancro. ______________________________________________________________________________ LA STERILIZZAZIONE STERILIZZAZIONE : metodo per prevenire le infezioni I SISTEMI DI STERILIZZAZIONE IN OSPEDALE La sterilizzazione è la pratica rivolta alla eliminazione di ogni forma vivente, patogena e non, da un substrato; essa include anche l’eliminazione delle forme microbiche più resistenti, come le spore batteriche. Spore: sono patogeni, quindi esseri viventi che possono causare malattia. La differenza fra un patogeno da uno non patogeno è che la forma non patogena la posso eliminare con un processo di alta disinfezione (es prodotti chimici), mentre la patogena viene distrutta solamente con la sterilizzazione. L’habitat naturale delle spore è il terreno. La norma UNI EN 556 stabilisce il livello di assicurazione di sterilità che deve corrispondere alla probabilità teorica inferiore o uguale ad 1 su 1 milione di trovare un microrganismo sopravvivente all’interno del lotto di sterilizzazione. PROPRIETA’ IDEALI DI UN PROCESSO DI STERILIZZAZIONE Il metodo deve essere sicuro ed efficace ed i cicli devono essere brevi. La penetrazione della sterilizzazione nelle confezioni deve essere ottimale. I residui del prodotto usato per sterilizzare devono essere tutti rimuovibili con la semplice aerazione. Il monitoraggio del processo deve essere facile ed accurato. Il metodo deve essere adattabile a tutte le condizioni prevedibili, sia di installazione che di uso. Il metodo deve essere di facile manutenzione. Il metodo deve essere non dannoso per i materiali da sterilizzare, anche dopo cicli ripetuti. SISTEMI DI STERILIZZAZIONE 1. MEZZI FISICI: calore secco, calore umido (autoclave a vapore), radiazioni gamma (le utilizza il fabbricante di tutti i prodotti che poi entreranno nell’ospedale; questo metodo garantisce 5 anni di sterilità). Pagina 11 di 17 2. MEZZI CHIMICI GASSOSI: autoclave ad Eto (ossido di etilene = gas, sicurezza di sterilità per mesi, ma aveva un problema: sulla gomma rimaneva un residuo di gas), autoclave a gas plasma (percorso veloce per alcuni tipi di materiali). -> temperature lo richiede il sistema economico europeo; ogni anno in Italia 900mila infortuni e 50mila nuove malattie professionali. OBIETTIVI: ricevere un’adeguata e specifica formazione e fornire un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. Educare alla sicurezza - principali attori Pagina 12 di 17 # datori di lavoro. # medico competente: soggetto deputato alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori + valutazione dei rischi lavorativi presenti nell’azienda del datore di lavoro. # servizio di prevenzione protezione. # dirigenti (primario) e preposti (caposala) e lavoratori. 1. datore di lavoro -> è colui che organizza e detiene il potere di spesa. 2. dirigenti -> attuano le direttive impartite dal datore di lavoro. 3. preposto -> sorvegliano che venga attuato ciò che il dirigente dispone. 4. Lavoratori -> svolgono l’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione 5. Medico competente -> collabora con addetti servizio prev e prot (addetti emergenza e primo soccorso) + attua la sorveglianza sanitaria e collabora alla valutazione dei rischi. 6. Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) -> si interfacciano fra lavoratore e datore di lavoro, e collaborano con rspp e medico competente. Obblighi dei lavoratori: - si prendono cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro. - osservano le disposizioni impartite dal datore di lavoro ai fini della protezione collettiva - Utilizzano correttamente le apparecchiature e i dispositivi di sicurezza e ne segnalano al datore di lavoro le deficienze di tali dispositivi. - Non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza. - Si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti. - Si sottopongono al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore di lavoro. Obblighi del datore di lavoro: - valutare i rischi presenti in ospedale (DVR). - Organizzare le squadre di sicurezza e di emergenza. - Nomina il medico competente. - Forma e informa i lavoratori sui rischi presenti nella sua azienda. - Nomina rspp. Obblighi del medico competente: - collabora con datore di lavoro e spp. - Effettua la sorveglianza sanitaria. - istituisce, aggiorna, costudisce una cartella sanitaria per ogni lavoratore - Informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria. - Visita gli ambienti di lavoro almeno una volta l’anno. Servizio prevenzione e protezione: - individua e valuta i fattori di rischio - Individua misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro - Elabora misure preventive e protettive - Propone programmi di formazione per lavoratori Il decreto legislativo 3 agosto 2009 n°106, che ha modificato il decreto 81/08, rende obbligatorio un corso di formazione apposito per i dirigenti. -> Preposto (caposala, coordinatore di area): persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti di poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli. Pagina 13 di 17 Coordinatore di area che coordina le unità operative. Su ogni unità operativa c’è un dirigente (medico). - sovrintende all’attività lavorativa: verifica l’operato del suo personale. - Garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori. - Vigila che i lavoratori rispettino i propri obblighi di legge. - Vigila che i dpi vengano usati correttamente. - Verifica che i lavoratori abbiano ricevuto adeguate istruzioni. - Astenersi, salvo eccezioni motivate, dal richiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato. - Vigila affinché il personale faccia corsi di formazione per la salute e la sicurezza. SIGNIFICATO DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO (dvr) È l’insieme di tutte quelle operazioni, conoscitive ed operative, che devono essere attuate per addivenire ad una “stima” del rischio di esposizione ai fattori di pericolo per la sicurezza e la salute del personale, in relazione allo svolgimento delle lavorazioni. Operazione che prevede: - identificazione delle sorgenti di rischio presenti nel ciclo lavorativo - Individuazione dei potenziali rischi di esposizione in relazione allo svolgimento delle lavorazioni - Stima dell’entità dei rischi di esposizione connessi con le situazioni di interesse prevenzionistico individuate. DVR: relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l’attività lavorativa. ——————————————————————————————————————————— DLGS 81/08 “TESTO UNICO” IN MATERIA DI TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO -> sorveglianza sanitaria (in base al rischio di esposizione del lavoratore). Medico competente: collabora con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi, viene nominato dal datore di lavoro, è in possesso di uno dei titoli e dei requisiti formativi e professionali. AMBITI OPERATIVI del medico competente: - collaborazione e partecipazione: valutazione dei rischi, attua misure per la tutela della salute dei lavoratori, attività di formazione/informazione dei lavoratori, controllo dell’esposizione dei lavoratori, collabora all’organizzazione del servizio di primo soccorso. - sorveglianza sanitaria: obbligatoria, atti medici finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa. (visite specialistiche, questionari clinici, esami strumentali, indagini di laboratorio o diagnostiche). La sorveglianza include: accertamenti preventivi (pre assunzione), periodici, su richiesta del lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, in occasione del cambio di mansione. La sorveglianza include: idoneità, idoneità parziale, temporanea o permanente (con prescrizioni o limitazioni). La sorveglianza include accertamenti in: fase preassuntiva, per accertare gravidanza, verificare stati di sieropositività per HIV, finalizzati a verificare il possesso di particolari requisiti e non correlati ai rischi cui il lavoratore è esposto. Solo per una categoria di lavoratori (mulettisti), ogni Pagina 14 di 17 anno vi è un obbligatorietà di testare s vengono assunte sostanze psicotrope e stupefacenti e per gli autisti se esistono problemi alcol-correlati. Soggetti della sorveglianza sanitaria: lavoratori. Cartella sanitaria e di rischio: aggiornata periodicamente dal medico competente in fase di visita e dal personale che ci lavora all’interno per gli aggiornamenti riguardanti il lavoratore, custodite sotto la responsabilità del medico competente; una volta terminato il periodo lavorativo del lavoratore viene rilasciata a lui una copia. Per lavoratori sottoposti a agenti cancerogeni/mutageni o biologici vengono inviati all’ISPESL, il quale deve archiviare la cartella per 30 anni. Sopralluogo in azienda: a cura del medico competente+RSPP+rappresentante eletto dai lavoratore periodicamente, con cadenza diversa in base alla valutazione dei rischi. Riunione periodica: viene fatta 2 volte all’anno, indetta dal datore di lavoro. Viene fatta una sintesi su infortuni, che tipo di infortuni, dinamica del fatto, persone coinvolte. Partecipano il datore di lavoro, RSPP, medico competente e rappresentante dei lavoratori. Alla fine viene fatta una relazione sanitaria. - informazione e formazione. SORVEGLIANZA SANITARIA DEI LAVORATORI RADIOESPOSTI (Medici e infermieri esposti a rischio fisico da radiazioni ionizzanti). - visita preventiva per vedere l’idoneità alla mansione. - Eco+mammografia (per le donne). - Verifica del cristallino per vedere che non vi siano lesioni. (organo bersaglio delle rad). - Ecotiroide per vedere che la ghiandola abbia un’iniziale patologia. - Visita dermatologica. CLASSIFICAZIONE a cura del fisico sanitario: i lavoratori radioesposti vengono classificati in A o B in base all’attività che i lavori vanno a fare e in base al luogo. A: lavoratore quotidianamente esposto a dosi elevate di radiazioni (accertamenti semestrali). La sorveglianza deve essere fatta da medico autorizzato; indennità di rischio radiologico più 15 gg di ferie per smaltire le radiazioni. B: tecnici in radiologia esposti a dosi minori di radiazioni, accertamenti annuali. La sorveglianza deve essere fatta dal medico competente. —> obbligo di fornire al lavoratore il dosimetro. Vengono forniti mensilmente o bimestralmente e vengono consegnati dal lavoratore all’azienda. Inoltre ci sono anche dosimetri ambientali per vedere che i fasci della rad siano mirati nel punto. Lavoratrici in stato di gravidanza in luoghi soggetti a radiazione vengono allontanate. DPI: camice piombato, guanti con piombo, occhiali alti rx e collari anti rx. Precauzioni: utilizzo di schermature anti x quando previste, aumento della distanza dalla sorgente, diminuzione del tempo di esposizione. _______________________________________________________________________________________ I SERVIZI TERRITORIALI DELLA RETE DI ASSISTENZA ALL’ANZIANO - cosa deve saper fare l’ospedale per sostenere pz e famiglie nella scelta dei percorsi più approppriati: - riconoscere in fase di ammissione o nel corso del ricovero le situazioni che necessitano di aiuto. Pagina 15 di 17 - garantire la tempestività nella valutazione dei bisogni e pianificare gli interventi in accordo con pz e famiglia. Nel 2015 viene riformato in servizio sanitario: riordino della riabilitazione, residenzialità L’ASL diventa AST (attività di sorveglianza per la tutela della salute), mentre gli ospedali ASST è stata divisa in rete territoriale e polo ospedaliero. Dimissione protetta: quando avviene almeno 3 giorni prima della dimissione ed il caregiver è stato adeguatamente informato e istruito e gli ausili e presidi sono al domicilio. Servizi presenti ad oggi sul territorio per far fronte alle esigenze del paziente che si ha in carico: Persona ospedalizzata -> trasferimento. - RGG (riabilitazione generale geriatrica)/cure intermedie e riabbia polispecialistica. - Servizio di assistenza farmaceutica, protesica/ausili. - Servizi di assistenza domiciliare (ADI assistenza domiciliare integrata con inf, fisioter, SAD prestazione prettamente alberghiera coma il pasto a casa,..). - Servizi di specialistica ambulatoriale. - Hospice residenziali. (accompagna il pz neoplastico prossimo allo stato terminale). - Servizi di assistenza residenziale e semiresidenziale. SERVIZI TERRIRORIALI - erogati dal comune: SAD,CDI,RSA, alloggio protetto, casa famiglia, telesoccorso, buoni sociali. - Erogati dalla ex ASL (ASST): ADI, ADI voucher, RSA, hospice, cure palliative domiciliari, riabilitazoni, cure intermedie. _______________________________________________________________________________________ EDUCAZIONE SANITARIA E PROMOZIONE ALLA SALUTE - Educazione sanitaria: secondo l’OMS ha lo scopo di aiutare la popolazione ad acquisire la salute attraverso il proprio comportamento e i propri sforzi.. Essa è costituita da un insieme di interventi rivolti al singolo o al gruppo, mirati a far conoscere, accettare e acquisisce dei comportamenti utili a mantenere e migliorare la propria salute. - attività di comunicazione intesa ad incrementare la salute, ad eliminare i fattori di rischio ed a prevenire le malattie. - Si realizza influenzano positivamente: conoscenze, atteggiamenti e comportamenti del cittadino - Protezione della salute: controlli legali ed amministrativi di regole, procedure e codici di autoregolamentazione indirizzati a influenzare in modo diretto o indiretto la salute del singolo. - Promozione della salute: per informare ed educare i cittadini circa l’opportunità di adottare stili di vita sani. La dichiarazione ALMA ATA (OMS 1978) La conferenza ribadisce che la salute è stato di completo benessere fisico, mentale e sociale; è un diritto umano fondamentale e riafferma che il raggiungimento del maggior livello di salute possibile è un risultato sociale estremamente importante, la cui realizzazione richiede il contributo di altri settori economici e sociali in aggiunta a quello sanitario. Pagina 16 di 17 La carta di Ottawa per la promozione della salute (1986) - i prerequisiti per la salute: pace, abitazione, istruzione, cibo, reddito, ecosistema stabile, risorse sostenibili, giustizia sociale ed equità. _______________________________________________________________________________________ EDUCAZIONE TERAPEUTICA RUOLO DELL’INFERMIERE: - Educatore sanitario con ruolo di facilitatore di apprendimenti e stimola il pz nella conoscenza della sua malattia, consapevolezza, potenzialità e capacità. L’obiettivo è mantenere e migliorare la salute individuale, familiare e di gruppi omogenei. - portatore di conoscenze specifiche - esecutore di pratiche di cura e prevenzione Infermiere educatore sanitario -> utente: sano o malato -> approccio educativo = metodo + capacità relazionali. L’obiettivo dell’infermiere è far capire al paziente l’errore del suo comportamento e portare ad un cambiamento del comportamento stesso, del suo pensiero e del suo atteggiamento nei confronti della malattia. L’educatore sanitario non può imporre il proprio sapere. Educazione sanitaria può essere: - educazione alla salute: educatore ->rivolta a persona, famiglia, professionisti, comunità, società. - Educazione terapeutica: educatore -> rivolta al malato cronico. È centrata sul paziente e caregiver e viene erogata dalle strutture sanitarie territoriali e domiciliari. Comprende attività di sensibilizzazione, informazione della malattia, far apprendere ad autogestire la propria malattia e sostegno psicologico. Ha come obiettivo la prevenzione terziaria: allo scopo di ridurre la gravità e le complicanze di malattie croniche. L’educazione terapeutica deve essere attuata in ospedale (l’infermiere deve stimolare il pz a gestire la propria malattia) ma anche in ambulatorio e a domicilio. Pagina 17 di 17

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