LABORATORIO INFERMIERISTICA I PDF

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This document provides an overview of infections, particularly healthcare-related infections, explaining their causes, means of transmission, and prevention strategies. It discusses morbidity and mortality rates, the development of antibiotic resistance, and theoretical contributions from Nightingale and Semmelweis. The document also details different types of infections, including those related to surgical sites, bloodstream infections, urinary tract infections, and pneumonia, and examines the characteristics of the pathogens involved.

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LABORATORIO INFERMIERISTICA I Laboratorio 7/01/2025 INFEZIONI Nei contesti di cura,il paziente può andare incontro a danni causati in modo involontario dalle procedure e dagli ambienti. Es. rischio di caduta o rischio infettivo Nei contesti di cura...

LABORATORIO INFERMIERISTICA I Laboratorio 7/01/2025 INFEZIONI Nei contesti di cura,il paziente può andare incontro a danni causati in modo involontario dalle procedure e dagli ambienti. Es. rischio di caduta o rischio infettivo Nei contesti di cura — diffusione di microrganismi (nell’ambiente ospedaliero vi sono soggetti malati che favoriscono la diffusione di microrganismi e sono maggiormente suscettibili a entrare in contatto con questi e ammalarsi) Morbilità : possibilità di sviluppare dei processi patologici Per diminuire morbilità e mortalità — igiene ambientale e della persona, pratiche di disinfezione e processo di sterilizzazione per evitare il rischio infettivo L’Italia detiene un primato nella mortalità prevista per il 2050 e nelle infezioni ospedaliere. Dal punto di vista epidemiologico abbiamo un trend in aumento, questo perché: -​ Oggi aumenta la sopravvivenza a patologie gravi (prima morivano ora sopravvivono a fronte di malattie e traumi gravi producendo però fragilità) -​ Utilizzo di indiscriminato di antibiotici e disinfettanti -​ Nuove tecnologie sanitarie; esposizione a metodiche diagnostiche e terapeutiche sempre più invasivi (strumenti di sopravvivenza) -​ Diffusione di microrganismi resistenti Antibiotico - Resistenza L’uso di questi antibiotici ha favorito lo sviluppo di microrganismi resistenti a molteplici formulazioni antibiotiche tanto da ritornare in un epoca in cui non abbiamo modo di combattere questi microrganismi —> ciò procura mortalità e morbilità Il problema delle infezioni è dunque attuale, in virtù dei cambiamenti che ci sono stati. Teorica Florence Nightingale “non bisogna dimenticare quello che ordinariamente si chiama infezione. La vera assistenza ignora l’infezione se non per prevenirla” Arriva a capire che: L’ambiente era il responsabile delle morti (in questo caso dei soldati) Teorico Ignaz Philipp Semmelweis Ha inventato il lavaggio delle mani. Si rese conto che le donne dopo aver partorito in ospedale sviluppavano una febbre puerperale e questo non succedeva nel reparto delle ostetriche o in casa. Questo perché i medici praticavano metodi diversi, infatti ispezionavano i cadaveri e poi andavano a visitare le donne in gravidanza. Perciò iniziò a far lavare le mani ad medici che passavano da un reparto all’altro e notò che le morti diminuirono —> L’OMS ha pubblicato un documento tecnico sulle strategie globali per prevenire l’epidemia di infezioni resistenti e correlate all’assistenza. INFEZIONI CORRELATE ALL'ASSISTENZA Le infezioni portano: -​ all’aumento dei costi sanitari -​ Uso di farmaci -​ Giornate di degenza -​ Sofferenza per il paziente Infezione ospedaliera IO Si intende un'infezione contratta durante il ricovero, che non è presente o in incubazione al momento dell’ingresso in ospedale che si può manifestare durante la degenza o anche dopo la dimissione Il concetto di infezione ospedaliera si evolve negli anni con il cambiamento di setting ossia la cura si estende anche al di fuori dell’ospedale (a domicilio o nelle residenze per anziani, hospice…) INFEZIONE CORRELATA ALL’ASSISTENZA: ICA-ICPA LE INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA SONO INFEZIONI ACQUISITE IN OSPEDALE O IN ALTRI AMBITI ASSISTENZIALI (STRUTTURA RESIDENZIALE DI LUNGODEGENZA, AMBULATORIO, CENTRO DI DIALISI, DAY-SURGERY, DOMICILIO), CORRELATE ALL’EPISODIO ASSISTENZIALE (OSSIA NON CLINICAMENTE MANIFESTE O IN INCUBAZIONE AL MOMENTO DELL’INIZIO DELL’EPISODIO ASSISTENZIALE STESSO). POSSONO INSORGERE DOPO LA DIMISSIONE DALLA STRUTTURA DI ASSISTENZA. —> Le infezioni correlate alle pratiche assistenziali comprendono infezioni che derivano dall’esposizione dei pazienti (MA ANCHE OPERATORI O ALTRE PERSONE CHE FREQUENTANO LA STRUTTURA) ad agenti infettivi che possono derivare DAL CONTATTO DIRETTO CON UNA PERSONA (MANI CONTAMINATE DEL PERSONALE DI ASSISTENZA) O DAL CONTATTO DIRETTO CON DISPOSITIVI MEDICI RIUTILIZZABILI (STRUMENTARIO CHIRURGICO) O CON L’AMBIENTE INANIMATO (SUPERFICI) -​ Deve esserci cultura anche per quanto riguarda la sicurezza e l’igiene. Infezioni più frequentemente riportate 1.​ Infezioni del basso tratto respiratorio (polmoniti) 22,3% 2.​ Infezioni del sangue 3.​ Infezioni delle vie urinarie 4.​ Infezioni del sito chirurgico I microrganismi più frequentemente riportati -​ ESCHERICHIA COLI -​ KLEBSIELLA PNEUMONIAE (11,6%) -​ PSEUDOMONAS AERUGINOSA (8,2%) Antibiotico resistenza Enterobatteri Stafilococchi Enterococco Cos’è un infezione? Quando un microrganismo generico, un agente infettivo penetra all'interno di un organismo, lo colonizza e può rimanere lì all’interno di questa persona senza provocare alcuna malattia, la fase successiva è l’ infezione, ossia si manifestano segni e sintomi. Le infezioni possono essere classificate 1.​ in base all’agente che le procura: -​ infezione esogena: l’agente infettivo proviene dall’esterno -​ infezione endogena: l’agente infettivo sta già nell’organismo, questi microrganismi stazionano sulla cute o siti della persona e in un momento non preciso decidono di manifestarsi (ferite, lesioni) Il MICROBIOTA Gli organi interni vengono definiti sterili, mentre invece molti microbi colonizzano le superfici corporee esposte e le mucose comunicanti con l’esterno (si parla di microrganismi residenti, la colonizzazione avviene dalla nascita per via dei batteri vaginali) La flora transitoria invece la prendiamo durante la nostra esistenza perché sta nell’ambiente CUTE è facilmente colonizzata da molti batteri dell’ambiente circostante Concorrenza vitale ( laddove ci sono i microrganismi residenti, quelli transitori che arrivano vengono cacciati dai residenti) Laddove c’è una ferita, i microrganismi che stanno sulla cute entrano dentro la ferita e sono attaccati dai microrganismi di difesa residenti all'interno dell’organismo —> I batteri innocui possono divenire pericolosi quando entrano in contatto con siti che sono sterili Bocca e naso : numerosi i microrganismi sia aerobi che anaerobi che vi sono residenti. Tratto intestinale : una delle zone che ha il maggior numero di microrganismi Tratto urogenitale: troviamo i lactobacilli che mantengono il pH acido, se questo subisce un innalzamento esso può favorire la proliferazione di agenti patogeni come la candida Vantaggi della flora residente -​ concorrenza vitale -​ Produzione di vitamine -​ Stimolazione e maturazione del sistema immunitario Svantaggi della flora residente 1.​ Spostamento dei microrganismi dal loro sito normale 2.​ Proliferazione eccessiva 3.​ Mancanza dell’antagonista microbico in caso di diminuzione della flora residente Infezioni correlate all’assistenza Possono essere classificate in : -​ INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO -​ BATTERIEMIE - SEPSI -​ INFEZIONI DELL’APPARATO RESPIRATORIO -​ IVU: INFEZIONE DELLE VIE URINARIE L’AUMENTO DELLE INFEZIONI SISTEMICHE È LA CONSEGUENZA DI UN GRADUALE AUMENTO DEI FATTORI DI RISCHIO SPECIFICI, IN PARTICOLARE L’USO ABBONDANTE DI ANTIBIOTICI E DI CATETERISMI VASCOLARI. INFEZIONI DEL SITO CHIRURGICO: Surgical Site Infection (SSI) Si verificano entro 30-90 giorni dopo un qualsiasi intervento chirurgico in cui ci sia stata incisione della cute. Queste infezioni possono rimanere superficiali o interessare gli strati profondi della cute, gli organi o i device impiantati. Sono in relazione con la condizione clinica dei pazienti, il tipo e la durata di intervento chirurgico. POLMONITE ASSOCIATA A VENTILATORE: Si sviluppa nei soggetti ventilati artificialmente tramite il trasferimento degli agenti patogeni nei polmoni attraverso il tubo endotracheale. È la seconda infezione correlata all’assistenza più comune nelle unità di terapia intensiva INFEZIONI ASSOCIATE A DISPOSITIVI VASCOLARI: a centraline- associated bloodstream infection (CLABSI) E catheter-related bloodstream infection (CRBSI). Dispositivi associati a linee centrali o periferiche. Il rischio di sviluppare una batteriemia associata al catetere è particolarmente elevato nei pazienti di cure intensive. Le batteriemie associate al catetere sono all’origine di ospedalizzazioni prolungate, maggiori costi e mortalità INFEZIONI DEL TRATTO URINARIO ASSOCIATE A CATETERE: CATHETER-ASSOCIATED-URINARY TRACT INFECTIONS (CAUTI) Dovuti a fenomeni di trasporto all’ interno del sistema urinario nel momento dell’ inserimento del cratere stesso o nella gestione quotidiana dei circuiti di flusso delle urine. Caratteristiche degli AGENTI PATOGENI PATOGENICITÀ: CAPACITÀ DI PRODURRE UN DANNO, UNA MALATTIA TOSSICITÀ: ENTITÀ DELLA PRODUZIONE DI SOSTANZE TOSSICHE (ESOTOSSINE) DA PARTE DEL MICRORGANISMO INVASIVITÀ: CAPACITÀ DI MOLTIPLICAZIONE IN VIVO DEL MICRORGANISMO CONTAGIOSITÀ: CAPACITÀ DI TRASMETTERSI DA UN OSPITE AD UN SOGGETTO RECETTIVO VIRULENZA: CAPACITÀ DI UN MICRORGANISMO DI SUPERARE I SISTEMI DI DIFESA DELL’OSPITE PER POI MOLTIPLICARSI E PRODURRE DANNO SERBATOIO: L’ habitat ​ INDIVIDUO, ANIMALE, PIANTA O SUBSTRATO INANIMATO IN CUI UN AGENTE INFETTIVO DI NORMA RISIEDE E SI MOLTIPLICA E DA CUI DIPENDE PRIMARIAMENTE PER LA SOPRAVVIVENZA ​ I SERBATOI UMANI SONO DEFINITI PORTATORI: - SANI - AMMALATI - PRECOCI (quel soggetto che può diffondere il microrganismo in fase di incubazione) - CRONICI ​ LA SORGENTE D’INFEZIONE È IL SITO DAL QUALE IL MICRORGANISMO PASSA IMMEDIATAMENTE AD UN OSPITE, PUÒ COINCIDERE CON IL SERBATOIO O ESSERE UN VEICOLO PORTE DI USCITA O VIA DI ELIMINAZIONE: È la via attraverso cui il microrganismo abbandona un serbatoio,corrisponde al sito in cui esso si trova MODALITÀ DI TRASMISSIONE -​ modalità dirette : c’è un passaggio diretto -​ Modalità indiretta: c’è un tramite Modalità dirette PASSAGGIO DIRETTO DEL MICRORGANISMO DALLA SORGENTE DI INFEZIONE ALL’OSPITE SUSCETTIBILE ​ PERSONA – PERSONA: CUTE – CUTE; FLUIDI CORPOREI; MADRE - FETO ​ TRASMISSIONE ATTRAVERSO DROPLET: PARTICELLE DI GRANDI DIMENSIONI SUPERIORE A 5 MICRON CHE, EMESSE DALLA SORGENTE, SI DEPOSITANO SULL’OSPITE (MUCOSE, FERITE) Modalità indirette ​ VEICOLI: mani del personale, dispositivi di cura, strumentario, indumenti, oggetti ​ ALIMENTI, ACQUA, SUOLO, ARIA ​ TRASMISSIONE PER VIA AEREA: MICRORGANISMI CHE SOPRAVVIVONO NELL’ARIA E VENGONO TRASMESSI A DISTANZA (PARTICELLE DI DIAMETRO INFERIORE A 5 MICRON CHE CONTENGONO L’AGENTE INFETTANTE) ​ VETTORI OBBLIGATI (MALARIA) E NON OBBLIGATI (MOSCA, ZECCA...) VIE DI TRASMISSIONE: -​ VIA DI TRASMISSIONE PARENTERALE: EPATITI B, C E AIDS -​ VIA DI TRASMISSIONE RESPIRATORIA: TUBERCOLOSI, INFLUENZA E SIMILI, MENINGITE, SCARLATTINA, MALATTIE ESANTEMATICHE (MORBILLO, ROSOLIA, VARICELLA, ETC) DISPERSIONE DI GOCCIOLINE DA UOMO MALATO A UOMO SANO -​ VIA DI TRASMISSIONE ORO – FECALE -​ VIA DI TRASMISSIONE SESSUALE: GONORREA, SIFILIDE, ULCERA VENEREA, AIDS, EPATITE B -​ VIA DI TRASMISSIONE VERTICALE -​ VIA DI TRASMISSIONE PER CONTATTO CUTANEO: SCABBIA, PEDICULOSI, MICOSI, VERRUCHE -​ VIA DI TRASMISSIONE PER VEICOLI: MALARIA, FEBBRE GIALLA, DENGUE, CHIKUNGUNYA, ETC PORTE D’INGRESSO: ​ LA PORTA DI INGRESSO O VIA DI PENETRAZIONE È LA VIA ATTRAVERSO LA QUALE UN MICRORGANISMO RIESCE A PENETRARE IN UN OSPITE ​ I MICRORGANISMI POSSONO PENETRARE ATTRAVERSO LE STESSE VIE DI USCITA (CUTE NON INTEGRA, APPARATO RESPIRATORIO, APPARATO GASTROINTESTINALE...) ​ I PRESIDI MEDICO CHIRURGICI IN SITU POSSONO FAVORIRE LA PENETRAZIONE DI UN MICRORGANISMO, INOLTRE IL TEMPO DI PERMANENZA È CORRELABILE ALLA PROBABILITÀ DI SVILUPPARE INFEZIONE INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA, OSPITE SUSCETTIBILE e FATTORI FAVORENTI: CONTROLLARE LE INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA ​ INTERROMPERE LA CATENA DELLE INFEZIONI: azioni diversificate a seconda dell’anello sul quale si agisce ( es: proteggere l’ospite suscettibile rafforzandone le difese, eliminare gli agenti infettivi, controllare le sorgenti ​ MISURE GENERALI PER PREVENIRE LA TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI: Precauzioni standard o aggiuntive in base alla via di trasmissione ​ MISURE SPECIFICHE: Raccomandazioni per la gestione dei dispositivi (catetere vescicale, gestione dei dispositivi vascolari, della ventilazione e della ferita chirurgica) PER INTERROMPERE LA CATENA - PRECAUZIONI STANDARD ​ SONO INTERVENTI DI CARATTERE PREVENTIVO PER RIDURRE IL RISCHIO DI TRASMISSIONE DI MICRORGANISMI IN OSPEDALE DA FONTI NOTE E NON NOTE( tratto tutte le persone come fonti di infezione,come se fossero tutti potenzialmente infetti) VANNO APPLICATE A TUTTI I PAZIENTI CHE RICEVONO ASSISTENZA A PRESCINDERE DALLA LORO DIAGNOSI E CONDIZIONE CLINICA ​ L’OBIETTIVO È DI PREVENIRE LE INFEZIONI NOSOCOMIALI SIA NEI PAZIENTI SIA NEGLI OPERATORI SANITARI ​ SI APPLICANO A SANGUE, TUTTI I LIQUIDI ORGANICI (ECCETTO IL SUDORE), CUTE NON INTEGRA, MUCOSE. PREVEDONO PRINCIPALMENTE L’IGIENE DELLE MANI, L’UTILIZZO DI DPI (ES. GUANTI, SOVRACAMICE, MASCHERINA CHIRURGICA), LA DISINFEZIONE/SANIFICAZIONE DELLE SUPERFICI CONTAMINATE, LA RIMOZIONE SICURA DI RIFIUTI (COMPRESI I TAGLIENTI), DELLA BIANCHERIA SPORCA E IL RICONDIZIONAMENTO DEI DISPOSITIVI MEDICI RIUTILIZZABILI IN PRESENZA DI SPECIFICHE PATOLOGIE INFETTIVE ACCERTATE SI ADOTTANO PRECAUZIONI AGGIUNTIVE DISTINTE IN BASE ALLA DIVERSA MODALITÀ DI TRASMISSIONE PRECAUZIONE BASATE SULLA MODALITÀ Sono misure aggiuntive alle precauzioni standard basate sulla modalità di trasmissione e si classificano in: ​ PRECAUZIONI PER MALATTIE A TRASMISSIONE AEREA «A» e precauzioni aggiuntive per tubercolosi polmonare attiva ​ PRECAUZIONI PER MALATTIE TRASMESSE ATTRAVERSO DROPLET/GOCCIOLINE «D» ​ PRECAUZIONI PER MALATTIE TRASMISSIBILI PER CONTATTO «C» Utilizzare le regole di ASEPSI MEDICA O ASEPSI CHIRURGICA ASEPSI MEDICA INSIEME DI PRATICHE O TECNICHE PULITE CHE LIMITANO O RIDUCONO IL NUMERO DI MICRORGANISMI E NE IMPEDISCONO LA DIFFUSIONE: ​ LAVAGGIO DELLE MANI ​ PULIZIA ​ DISINFEZIONE ​ UTILIZZO DI DPI ASEPSI MEDICA – PRINCIPI BASE ​ I MICRORGANISMI SONO ONNIPRESENTI, TRANNE CHE SUI DISPOSITIVI STERILIZZATI ​ DETERMINATE ZONE SONO PIÙ CONTAMINATE DI ALTRE ​ FLUIDI BIOLOGICI, CELLULE E TESSUTI SONO DA CONSIDERARSI IMPORTANTI SERBATOI DI MICRORGANISMI ​ I DPI SONO UTILIZZATI COME MEZZI BARRIERA ​ LA PULIZIA RIDUCE LA DIFFUSIONE DI MICRORGANISMI ASEPSI CHIRURGICA PROCEDURE O TECNICHE PER RENDERE E MANTENERE MATERIALI E SUPERFICI STERILI ​ STERILIZZAZIONE ​ PREPARAZIONE DEL CAMPO STERILE ​ INDOSSARE GUANTI STERILI Infezioni correlate all’ assistenza Procedure semplici da seguire per il bene dell’operatore e del paziente Comunicazione, informazione in Ospedale La Comunicazione ha assunto un ruolo chiave nel rapporto cittadino-sanità È frutto di due diversi processi di riforma: -​ interno -​ Esterno È legata al processo di crescita democratica del nostro paese Si suddivide in 4 aree: 1.​ Comunicazione istituzionale 2.​ Comunicazione sociale 3.​ Comunicazione politica 4.​ Comunicazione interna o organizzativa La normativa di settore fa riferimento alla legge 150 del 2000 fissa i requisiti per lavorare nella comunicazione. Comunicato = articolo che i giornalisti fanno per far conoscere una specifica novità dell’ospedale LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, DIRITTO ALLA RISERVATEZZA E TUTELA DELLA REPUTAZIONE REATI DI STAMPA & REATI A MEZZO STAMPA REATI DI STAMPA: sono violazioni alla Legge 47/1948 e, sostanzialmente, possono essere commessi solo da chi esercita la professione giornalistica (o l’editore, o il proprietario, ecc.). Sono omesse o false registrazioni, omessa rettifica, asportazione o distruzione degli stampati, reato di stampa clandestina. Si procede con rito direttissimo REATI A MEZZO STAMPA: sono i reati commessi attraverso il mezzo della stampa (o anche attraverso qualsiasi altro mezzo di comunicazione) Possono essere commessi da chiunque. Il direttore responsabile risponde solo di omesso controllo ed ha responsabilità civili in solido con l'editore DIFFAMAZIONE (Art. 595 C.P.) Principale reato a mezzo stampa INGIURIA: Si offende l’altrui reputazione in presenza dell’altra persona VILIPENDIO: L’offesa alle alte cariche dello stato CALUNNIA: Chi denuncia all’autorità una persona, sapendola innocente e attribuendole o simulando un reato (è anche reato contro A.G.) DIFFAMAZIONE: Chi, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione DIFFAMAZIONE AGGRAVATA: Se tale offesa comporta un pregiudizio nei confronti della vittima e/o se è effettuata tramite stampa o social network INTERFERENZE ILLECITE NELLA VITA PRIVATA (Art. 615-bis C.P.) Reato perseguibile a querela di parte quando qualcuno si procura immagini attinenti alla sua vita privata o mentre compie atti nella sua abitazione o in altri luoghi privati Art. 10 Codice Civile: «Qualora l’immagine di una persona o dei genitori o dei figli sia stata esposta e pubblicata fuori dai casi in cui è consentita per legge (…), A.G. su richiesta interessata può disporre che cessi abuso e risarcimento danni» Artt. 96-97 Legge 633/1941 – sul DIRITTO D’AUTORE «Il ritratto di una persona non può essere esposto senza suo consenso» «Non occorre consenso quando immagine è giustificata da funzione pubblica ricoperta, necessità di giustizia/polizia, scopi scientifici/didattici/culturali, quando è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico» Laboratorio 8/01/2025 PULIZIA e DISINFEZIONE L’igiene dell’ambiente riveste un ruolo importante nel garantire il mantenimento di adeguati livelli di sicurezza nelle strutture sanitarie per degenti, operatori e visitatori. Esistano evidenze che dimostrano la contaminazione delle superfici intorno all’unità di degenza; svolge un ruolo cruciale nella trasmissione di numerosi microrganismi Recenti studi dimostrano che: ​ Molti microrganismi sopravvivono nell’ambiente circostante il paziente per lungo tempo ​ Le superfici intorno al paziente (compresi gli oggetti) sono pulite in maniera insufficiente rispetto alle indicazioni e ai protocolli aziendali ​ La camera precedentemente occupata da un paziente con multiresistenza antibiotica aumenta il rischio di trasmissione al paziente che successivamente occupa lo stesso letto ​ La sanificazione seguita dalla disinfezione riduce l’acquisizione di microrganismi patogeni ​ Alcuni superfici e i singoli oggetti (telefoni, apparecchiature elettromedicali) sono contaminate da agenti patogeni nosocomiali,singoli oggetti e non c’è una chiara definizione a chi compete la pulizia PULIZIA: Operazione volta all’eliminazione dai substrati di qualsiasi traccia di sporco presente, in modo da renderli otticamente puliti, tramite un’azione chimica, un’adeguata azione meccanica ed un determinato tempo d’azione, senza alterarne le caratteristiche fisiche. Un detergente è una sostanza chimica che favorisce l'allontanamento dello sporco, e quindi dei microrganismi, da un qualsiasi substrato. Il grasso e lo sporco in genere sono adesi alle superfici con forze superficiali sulle quali agisce il detergente. Il detergente agisce diminuendo tale tensione superficiale che lega lo sporco con il substrato. La pulizia accurata, unita all'uso dei detergenti, abbassa notevolmente la carica batterica. ​ Azione meccanica ​ Azione chimica ​ Tempo di azione ​ Temperatura I detergenti possono agire: -​ diminuendo la tensione superficiale -​ ammorbidendo lo sporco o sciogliendolo -​ Aumentando la penetrazione negli interstizi tra superfici e sporco -​ Emulsionando olii e grassi -​ Disperdendo e inglobando lo sporco -​ Limitandone il ritorno Indicazioni per la pulizia ​ Pulire prima le zone meno sporche e poi quelle più sporche ​ Utilizzare panni umidi ​ Utilizzare panni monouso ​ Utilizzare DPI ​ Rimuovere i residui di detergente ​ Asciugare La pulizia se operata in modo corretto, assicura buoni standard igienici e può ridurre la carica batterica fino all’80% —> la pulizia è fase indispensabile e imprescindibile per le successive fasi di sanificazione (disinfezione-sterilizzazione) La flora transitoria è più facile da eliminare con una pulizia approfondita, quella residente invece, tenderà a formarsi di nuovo. IGIENE DEL CORPO ​ È PREMESSA ESSENZIALE PER TUTTI COLORO CHE LAVORANO IN OSPEDALE ​ LA FREQUENZA DELLA DOCCIA È UNA DECISIONE CHE PUÒ DIPENDERE DALL’AMBIENTE DI LAVORO E DALLE CARATTERISTICHE PERSONALI IGIENE DEI CAPELLI E BARBA ​ La più frequente contaminazione dei capelli avviene attraverso le proprie mani per questo è particolarmente importante non toccarli durante il lavoro. ​ I capelli devono essere puliti e curati. ​ I capelli lunghi devono essere raccolti e non devono ricadere sul viso né sulle spalle. ​ anche la barba deve essere protetta con le mascherine UNGHIE Le unghie artificiali contribuiscono alla trasmissione di agenti patogeni durante la pratica assistenziale Nei semipermanenti e nei gel alcuni studi dimostrano una maggiore contaminazione, resistono di più ai lavaggi IGIENE DEL VESTIARIO La divisa svolge la sua azione protettiva solo se: ​ Viene cambiata ogni giorno; ​ Quando è sporca viene riposta al più presto nell’apposito sacco porta-biancheria; ​ Viene indossata solo in ospedale ​ Per l’assistenza a malati settici o infetti è opportuno indossare sopra la divisa camici a maniche lunghe da chiudere dietro ​ Capi in lana non devono essere indossati nei reparti La divisa è estremamente contaminata (soprattutto le maniche), di fatti sotto le divise non si possono mettere le maniche lunghe. —> La divisa va indossata solo in ospedale Non indossare, sopra la divisa, capi in lana: perché rilasciano fibre, raccolgono polvere, non sono lavabili ad alte temperature; Gli indumenti personali indossati sotto la divisa devono essere puliti e completamente coperti dalla stessa La divisa sporca deve essere riposta al più presto nell’apposito sacco porta biancheria. IGIENE DELLE SCARPE ​ Provvedere alla disinfezione giornaliera delle scarpe indossate durante il servizio ​ Tomaia liscia, da poter pulire facilmente ​ Suola di gomma ​ Devono essere indossate solo in ospedale -​ Le scarpe devono essere usate solo in ambito ospedaliero I CELLULARI : sono altamente contaminati, e va tenuto fuori dalle tasche della divisa DISINFEZIONE Un’altro elemento fondamentale per la prevenzione e il controllo delle ICA è rappresentato dalla scelta appropriata dei preparati ad azione disinfettante/antisettica e dal loro corretto utilizzo. Negli ambienti sanitari sono utilizzati molti disinfettanti, gli operatori devono possedere le informazioni necessarie per identificare di volta in volta quello appropriato e usarlo nel modo più sicuro ed efficace. Attenzione : L’USO INDISCRIMINATO DI ANTISETTICI E DISINFETTANTI.FAVORISCE LE RESISTENZE MICROBICHE ALLE DIVERSE SOSTANZE! La disinfezione si può ottenere attraverso metodi ​ Naturali ​ Artificiali E mezzi ​ Chimici : sono disinfettanti e antisettici ​ Fisici DISINFEZIONE Il DISINFETTANTE è un composto chimico in grado di eliminare, dopo il trattamento, i microrganismi presenti su materiale inerte con la sola eccezione delle SPORE BATTERICHE (protezione che il microrganismo si fa per sopravvivere in situazioni a lui avverse) ANTISEPSI L’ANTISETTICO è un composto chimico capace di prevenire o arrestare la crescita o l’azione dei microrganismi attraverso l’inibizione o la distruzione degli stessi DAI TESSUTI VIVENTI Per questo è importante valutare anche il rispetto che le sostanze antisettiche hanno nei confronti dei tessuti umani. AZIONE AZIONE BIOCIDA (battericida/germicida): capacitá di aggredire ed uccidere i microrganismi contro i quali è impiegato AZIONE BATTERIOSTATICA: capacitá di prevenire lo sviluppo di microrganismi inibendone la moltiplicazione FATTORI CHE INFLUENZANO L’ATTIVITÀ DEI DISINFETTANTI -​ Caratteristiche Del Substrato Da Trattare (materiale, forma) -​ Caratteristiche Del Microrganismo (specie, carica microbica, resistenze) es.il bacillo tubercolare e i gram negativi più difficili da eliminare -​ Presenza di materiale organico -​ Concentrazione (a seconda della disinfezione che c’è da fare) -​ Temperatura -​ pH -​ Tempo di contatto -​ Stabilità delle soluzioni REQUISITI DEL DISINFETTANTE IDEALE ​ Attività biocida ​ Ampio spettro di azione (capacità di una sostanza di agire su più microrganismi) ​ Azione rapida e persistente (clorexidina e alcol sono soluzioni ottime per disinfettare) ​ Non tossicità per l’uomo alle concentrazioni di uso ​ Innocuità sui materiali da trattare ​ Maneggevolezza ​ Elevato potere di penetrazione ​ Stabilità chimica ​ Economicità di gestione ​ Non essere irritante per i tessuti ​ Non ostacolare i processi di cicatrizzazione ​ Non indurre resistenze IL DISINFETTANTE IDEALE NON ESISTE! LA CORRETTA CONOSCENZA DEI VARI PRINCIPI ATTIVI MIGLIORA LA CAPACITÁ DI SCELTA DEL PRODOTTO IDONEO PER OGNI SPECIFICA SITUAZIONE IN TUTTA SICUREZZA LIVELLO DI ATTIVITÁ dei disinfettanti ​ Alto livello: processo che porta alla distruzione di tutti i microrganismi ad eccezione delle spore ​ Livello intermedio: processo in grado di inattivare il BK, la maggior parte dei batteri, virus, funghi ad eccezione delle spore ​ Basso livello: Processo che elimina la maggior parte dei batteri, alcuni virus e funghi, ma non elimina i bacilli tubercolari e le spore La differenza tra questi, la fa la qualità dei microrganismi che vengono distrutti con l’azione di questi. PRINCIPI PER UN CORRETTO UTILIZZO ​ L’antisepsi e la disinfezione devono essere precedute da una accurata pulizia ​ Far seguire la pulizia da risciacquo e asciugatura ​ Rispettare sempre la concentrazione/diluizione e tempo di contatto indicate per ogni sostanza ​ Non miscelare mai due sostanze chimiche ​ Evitare che la bocca o l’erogatore di contenitori venga a contatto con le mani o altra superficie ​ Chiudere le bottiglie di sostanze e conservarle al riparo dalle luce, dal calore in locali appositi e armadi chiusi ​ Non travasare sostanze in contenitori diversi da quelli originali ​ Non rabboccare disinfettanti aperti ​ La diluizione di soluzioni antisettiche deve avvenire con soluzione fisiologica sterile o acqua bidistillata sterile DECONTAMINAZIONE Il processo di decontaminazione: protezione per il virus dell’ HIV ​ Il DM 28.9.90 prevede che i materiali riutilizzabili venuti a contatto con liquidi potenzialmente infetti debbano, prima della manipolazione da parte del personale sanitario, essere decontaminati mediante immersione in una soluzione di riconosciuta efficacia per il virus HIV. La decontaminazione deve essere fatta prima della detersione, prima della manipolazione. PRECAUZIONI I disinfettanti/antisettici sono agenti chimici che possono comportare rischi per la salute dei lavoratori. Le informazioni riguardanti le proprietà di tali sostanze possono essere conosciute tramite: ​ L’etichetta ​ La scheda di sicurezza ETICHETTA ​ Permette di identificare immediatamente i rischi chimico- fisici e tossicologici noti ​ Si trovano i simboli di pericolo:sicurezza salute e ambiente ​ Si trovano “frasi di rischio” e consigli di prudenza SCHEDA DI SICUREZZA ​ Contiene informazioni più dettagliate. ​ Le schede di sicurezza dei prodotti utilizzati in una unità operativa devono essere conservate e disponibili alla consultazione nella U.O. stessa Laboratorio 8/01/2025 STERILIZZAZIONE IN AMBITO OSPEDALIERO Tutti i presidi che devono essere introdotti in cavità sterili necessitano di essere sterilizzati. Mezzo fondamentale L'impiego di dispositivi sterili è una delle condizioni essenziali per la prevenzione delle infezioni in ambiente sanitario per quei pazienti che si sottopongono a interventi diagnostici invasivi e/o terapeutici Infatti, in base alla classificazione di Spaulding, il processo di sterilizzazione è l’intervento di prima scelta per garantire la sicurezza microbica in tutte le situazioni di rischio elevato STERILIZZAZIONE È... RISULTATO FINALE DI PROCEDIMENTI FISICI E/O CHIMICI CHE ATTRAVERSO METODOLOGIE STANDARDIZZATE, RIPETIBILI E DOCUMENTABILI, HANNO COME OBIETTIVO LA DISTRUZIONE DI OGNI MICRORGANISMO VIVENTE, SIA ESSO PATOGENO O NO, IN FASE VEGETATIVA E DI SPORA STERILITY ASSURANCE LEVEL (LIVELLO DI SICUREZZA DI STERILITÀ) STERILIZZAZIONE È UN PROCESSO CHE ASSICURA UNA PROBABILITÀ ACCETTABILMENTE BASSA CHE UNO DEGLI ARTICOLI TRATTATI NON SIA STERILE CONDIZIONE IN CUI LA SOPRAVVIVENZA DI UN MICRORGANISMO è ALTAMENTE IMPROBABILE Probabilità =/< 10 -6 PROCESSO di STERILIZZAZIONE 1.​ PREPARAZIONE DEL MATERIALE 2.​ CONFEZIONAMENTO 3.​ STERILIZZAZIONE 4.​ GESTIONE DEL MATERIALE Le diverse fasi avvengono in ambienti diversi e ben distinti AMBIENTI SPORCHI -​ decontaminazione -​ Lavaggio materiali sporchi AMBIENTI PULITI -​ sterilizzazione -​ Confezionamento -​ Stoccaggio 1.​ PREPARAZIONE DEL MATERIALE RACCOLTA STRUMENTI -​ DECONTAMINAZIONE -​ LAVAGGIO -​ RISCIACQUA -​ ASCIUGATURA -​ CONTROLLO -​ SELEZIONE INDOSSARE I DPI : -​ GUANTI IN GOMMA DA LAVORO; -​ OCCHIALI; VISIERA PARASCHIZZI; -​ CAMICE IMPERMEABILE RACCOLTA STRUMENTI ​ RECUPERARE NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE; ​ COLLOCARE IN UN CONTENITORE CON GRIGLIA; ​ COLLOCARE IL CONTENITORE SOLO NELL’AREA PREVISTA PER LA DECONTAMINAZIONE DECONTAMINAZIONE ​ NEL CONTENITORE CON GRIGLIA DILUIRE UN DISINFETTANTE DI RICONOSCIUTA EFFICACIA CONTRO L’HIV ( SEKUSEPT PLUS-glucoprotamina); ​ TUTTO IL MATERIALE DEVE ESSERE IMMERSO senza che l’operatore lo manipoli; ​ TRASCORSO IL TEMPO NECESSARIO SCIACQUARE SOTTO ACQUA CORRENTE; LAVAGGIO APRIRE GLI STRUMENTI, SMONTARE LE PARTI COMPOSTE, ASSICURARSI CHE LE PARTI CAVE SIANO PER VIE -​ LAVAGGIO IN LAVASTRUMENTI; -​ LAVAGGIO A ULTRASUONI;(il materiale viene immerso in un liquidò con un detergente e questo liquidò viene attivato con gli ultrasuoni e si ottiene il lavaggio) -​ LAVAGGIO MANUALE; LAVAGGIO MANUALE IMMERGERE PER 10 MINUTI IL MATERIALE IN SOLUZIONE DI ACQUA E DETERGENTE DI NATURA ENZIMATICA (DIALZIMA) E PROCEDERE AL LAVAGGIO DI OGNI SINGOLO STRUMENTO CON APPOSITE SPAZZOLE -​ ATTENZIONE ALLE ZIGRINATURE, INCASTRI, CAVITÀ, DENTI ETC… RISCIACQUO DEVE ESSERE EFFETTUATO CON ACQUA CORRENTE LA PRESENZA DI RESIDUI DI DETERGENTE, COME DI MATERIALE BIOLOGICO, PUÒ OSTACOLARE LA STERILIZZAZIONE ASCIUGATURA TUTTO IL MATERIALE DEVE ESSERE PERFETTAMENTE ASCIUTTO utilizzare: 1.​ ARIA COMPRESSA, PER I PRESIDI CAVI 2.​ PANNI MONOUSO CHE NON RILASCIANO FILAMENTI O POLVERE —> I luoghi e gli strumenti che vengono utilizzati per la decontaminazione e la pulizia devono essere mantenuti puliti e talvolta anche sterilizzati Inoltre : PULIRE, DISINFETTARE LA VASCA DI DECONTAMINAZIONE E DETERSIONE NONCHÉ GLI STRUMENTI UTILIZZATI PER LA PULIZIA (SPAZZOLINI, SPAZZOLE ETC...SE NECESSARIO VANNO STERILIZZATI) SELEZIONE ➔​ ASSICURARSI CHE IL MATERIALE SIA PERFETTAMENTE ASCIUTTO INTEGRO E FUNZIONANTE ➔​ SELEZIONARE IL MATERIALE SECONDO IL METODO DI STERILIZZAZIONE ➔​ SELEZIONARE IL MATERIALE SECONDO LA TIPOLOGIA DI CONFEZIONAMENTO 2. CONFEZIONAMENTO ​ PERMETTERE LA RIMOZIONE DELL'ARIA; ​ PERMETTERE LA PENETRAZIONE DELL'AGENTE STERILIZZANTE; ​ CONSERVARE LA STERILITÀ; ​ ESSERE PRIVO DI TOSSICITÀ; ​ RESISTERE ALLA MANIPOLAZIONE DURANTE E DOPO IL PROCESSO; ​ FORNIRE UNA PRESTAZIONE ASETTICA DURANTE L’APERTURA; Il confezionamento può essere diverso in base al metodo di sterilizzazione -​ CARTA MEDICAL GRADE: le piegature servono per avere un’apertura asettica (non sono trasparenti) -​ CARTA KRAFT E POLIPROPILENE (STERILBUSTA): sono trasparenti, si può vedere il contenuto che è imbustato 2 volte. -​ CONTAINER CON FILTRI O VALVOLA: hanno valvole che permettono il passaggio d’aria, dell’agente sterilizzante e si chiudono nel momento in cui escono dall’ autoclave. -​ BUSTE IN TYVEK per gas plasma: sono sintetiche, non contengono cellulosa, in quanto inattiverebbe il processo di sterilizzazione Per il confezionamento: ​ VERIFICARE L’INTEGRITÀ DEL MATERIALE DI IMBALLAGGIO ​ I CONTENITORI NON MONOUSO DEVONO ESSERE PULITI AD OGNI UTILIZZO ​ EFFETTUARE CONFEZIONI DOPPIE PER IL MATERIALE DA UTILIZZARE SU DI UN CAMPO STERILE ​ I TUBI NON DEVONO AVERE STROZZATURE ​ IL CONFEZIONAMENTO DEVE ESSERE EFFETTUATO IN CONDIZIONI DI PULIZIA DELL’AMBIENTE E DEL PERSONALE ​ RILAVARE GLI STRUMENTI CADUTI A TERRA E GETTARE LE GARZE QUALSIASI CONFEZIONE DI MATERIALE CHE DOVRÀ ESSERE UTILIZZATO STERILE DEVE ESSERE ETICHETTATA CON I SEGUENTI DATI: ❖​ DATA DI STERILIZZAZIONE E SCADENZA; ❖​ CODICE DELL’OPERATORE DI STERILIZZAZIONE; ❖​ NUMERO PROGRESSIVO DI CICLO DI STERILIZZAZIONE; ❖​ NUMERO DI MACCHINA STERILIZZATRICE; ❖​ CONTENUTO (SE NON VISIBILE) Il confezionamento protegge il materiale, ma ovviamente è necessario anche un adeguato trasporto di esso. 3.​ STERILIZZAZIONE Ottenere asetticità assoluta con il massimo riguardo per il materiale da sterilizzare -​ sterilizzare a VAPORE -​ sterilizzazione A OSSIDO DI ETILENE -​ sterilizzazione A GAS PLASMA DI PEROSSIDO DI IDROGENO STERILIZZAZIONE A VAPORE Campo di applicazione: ➔​ Strumentario ch, vetreria, strumenti metallici ➔​ Materiale tessile ➔​ Materiale di gomma ➔​ Strumentario endoscopico a fibre ottiche ➔​ Dispositivi che il fabbricante dichiara idonei CONTROLLI DI STERILIZZAZIONE Per capire se il materiale confezionato è sterile dobbiamo effettuare dei: -​ CONTROLLI CHIMICI: indicatori di processo, indicatori di sterilizzazione -​ CONTROLLI FISICI:preriscaldamento, tenuta della camera (VT), penetrazione del vapore (BOWIE-DICK), parametri fisici -​ CONTROLLI BIOLOGICI CONTROLLI CHIMICI Il principio di funzionamento si basa sull'uso di inchiostri o cere in grado di reagire se esposti a stimoli quali calore, vapore e pressione Indicatori di processo: nastri, etichette, o prestampati su steril buste che reagiscono alla sola esposizione al ciclo per poter distinguere il materiale processato da quello ancora da processare Indicatori di esito o di sterilizzazione: indicano la penetrazione dell'agente sterilizzante, sono sensibili ai parametri di sterilizzazione, virano in luogo di temperatura, pressione, tempo e umidità. Vanno posti al centro di ciascuna confezione da sterilizzare TEST DI PENETRAZIONE DEL VAPORE (Bowie/Dick) Ha lo scopo di verificare la capacità di penetrazione dell'agente sterilizzante e la conseguente rimozione dell'aria da un carico standard attraverso il viraggio uniforme del foglio impregnato di inchiostroo. STERILIZZAZIONE A ETO GAS TOSSICO, INFIAMMABILE ED ESPLOSIVO CHE DEVE ESSERE ELIMINATO DAI MATERIALI PRIMA DELL’UTILIZZO. ​ MATERIALE TERMOSENSIBILE ​ MATERIALE DELICATO NON RISTERILIZZARE A EtO IL MATERIALE PRECEDENTEMENTE STERILIZZATO A RAGGI GAMMA STERILIZZAZIONE CON GAS PLASMA ATTIVAZIONE DI PEROSSIDO DI IDROGENO VAPORIZZATO ATTRAVERSO UN CAMPO ELETTROMAGNETICO ALLO STATO DI GAS PLASMA. ​ MATERIALE TERMOSENSIBILE ASSOLUTAMENTE PRIVO DI CELLULOSA ​ PER IL CONFEZIONAMENTO UTILIZZARE TYVEK TRASPORTO -​ CARRELLI O CONTENITORI APERTI PULITI E ASCIUTTI PER TRAGITTI BREVI; -​ CARRELLI O CONTENITORI CHIUSI PULITI E ASCIUTTI PER TRAGITTI LUNGHI O BREVI MA TRAFFICATI; CONSERVAZIONE PRIMA DI RIPORRE IL MATERIALE : ➔​ L'INDICATORE ESTERNO DEVE ESSERE EVIRATO; ➔​ IL CONFEZIONAMENTO DEVE ESSERE INTEGRO; ➔​ I PIANI D'APPOGGIO PULITI E ASCIUTTI; ➔​ IL MATERIALE POSTO IN ORDINE CRONOLOGICO SECONDO LA DATA DI SCADENZA PORRE IL MATERIALE : ​ ALTEZZA 30 cm DAL PAVIMENTO o ALTEZZA 50 cm DAL SOFFITTO ​ DISTANZA DI 5 cm DALLA PARETE Umidità< al 50% Temperatura 18 -22°C PORRE IL MATERIALE IN LUOGHI O CONTENITORI CON LE SEGUENTI CARATTERISTICHE: -​ NON PERMETTERE LA PENETRAZIONE DI POLVERE O INSETTI; -​ LONTANO DA FONTI DI CALORE; -​ PERMETTERE LE OPERAZIONI DI PULIZIA DISINFEZIONE RINTRACCIABILITÀ CONDIZIONE PER CUI, PER QUALSIASI DISPOSITIVO UTILIZZATO SUL PAZIENTE, SI POSSA RISALIRE ALLE FASI DELLA PROCEDURA CHE HANNO PORTATO IL PRESIDIO STESSO ALLA CONDIZIONE DI UTILIZZO. -​ RECUPERARE INFORMAZIONI SULL’INTERO PROCESSO; -​ DARE RISPOSTE CHIARE E DOCUMENTABILI IN CASO DI EVENTO AVVERSO; SU CIASCUNA CONFEZIONE DEVONO ESSERE RIPORTATI: ​ Il contenuto e le caratteristiche di esso ​ Il numero del ciclo di sterilizzazione ​ Il numero dell’autoclave utilizzata ​ La data di sterilizzazione ​ La data di scadenza ​ L'operatore responsabile di quel ciclo di sterilizzazione UTILIZZO PRIMA DI UTILIZZARE IL MATERIALE STERILE: -​ LAVARSI LE MANI; -​ VERIFICARE CHE L'INDICATORE CHIMICO ESTERNO SIA VIRATO; -​ VERIFICARE L'INTEGRITÀ DELLA CONFEZIONE; -​ VERIFICARE LA DATA DI SCADENZA; -​ EFFETTUARE L'APERTURA DELLA CONFEZIONE IN MODO ASETTICO CONCLUSIONI PROPRIO PERCHÉ IL PROCESSO DI STERILIZZAZIONE È UN INSIEME DI FASI TRA LORO COMPLEMENTARI, CIASCUNA DI ESSE È IN GRADO DI CONDIZIONARE IL RISULTATO FINALE INTESO COME RAGGIUNGIMENTO E MANTENIMENTO DELLA STERILITÀ Laboratorio 9/01/2025 LESIONI DA PRESSIONE Aspetti di prevenzione e fondamenti di cura Le lesioni della cute possono avere diverse cause fisiopatologiche o condizioni cliniche che ne predispongono la genesi A livello ospedaliero spesso più rilevante e gestite sono quelle correlate all’allettamento,cioè lesioni da pressione Slide Il problema è legato anche al contesto di cura —> Le lesioni da pressione sono prevedibili e dunque prevenibili. Prima di applicare una medicazione bisogna guardare la qualità del paziente -​ Esiste un set di esiti comunemente come nursing sensitive La definizione di lesione da pressione(ulcera da pressione) è :area localizzata di danno della cute e dei tessuti sottocutanei causata da forze di pressione,trazione,frizione o da combinazione di questi fattori che si formano normalmente, in prominenza ossee e la cui gravità è classificata in stadi Lesione tissutale ad evoluzione necrotica che interessa l’epidermide,il derma e gli strati sottocutanei SLIDE FATTORI DI RISCHIO Dobbiamo capire la fisiopatologia dei fattori di rischio 1.​ Fattori locali : pressione, forza di taglio/stiramento, attrito/frizione/sfregamento 2.​ Fattori generali : tolleranza tissutale, età avanzata 3.​ Fattori ambientali Fattori LOCALI Pressione : comprime i capillari, provoca una chiusura dei capillari con assenza di sangue (necrosi) Taglio: agisce sulle giunzioni epidermiche Frizione/sfregamento Cono di pressione: la formazione di tessuto necrotico si realizza negli strati profondi prima che il problema si manifesti in superficie (tipo un iceberg : in superficie non sembra niente ma nei tessuti sottostanti può esserci un danno) -​ La pressione arteriosa 32 mmHg -​ La pressione venosa 12 mmHg Dobbiamo valutare in base alla pressione ogni quanto il paziente deve cambiare posizione = RAPPORTO PRESSIONE/TEMPO Attrito/ frizione/ sfregamento La formazione di una LdP quindi non è determinata solo dalle forze di pressione esercitate dall'esterno, ma anche da quelle di stiramento, di torsione a carico delle strutture vascolari e di attrito. Tali forze si realizzano ad esempio quando: ​ il paziente è seduto sulla sedia senza sufficiente appoggio per le gambe ​ la testata del letto è sollevata (posizione seduta o semiseduta), con tendenza alla caduta del tronco e allo scivolamento dei segmenti corporei da una posizione all'altra. ​ il paziente viene spostato in maniera inadeguata, traumatizzando il reticolo vascolare sottocutaneo I fenomeni attrito e stiramento si verificano anche quando la persona: -​ in modo autonomo, scivola sul letto o sulla sedia -​ si sposta sul letto spingendosi con gomiti e talloni Macerazione - calore La macerazione è un fenomeno provocato dalla permanenza di liquidi biologici. La cute macerata è molto più fragile dunque il paziente non va lasciato con pannolone bagnato o sudato nel letto Fattori GENERALI Tolleranza tissutale L’entità del danno tissutale dipende anche dallo spessore locale della cute Età L’anziano ha la cute molto più fragile, più disidrata e sono più soggetti a lesioni, rispetto a un bambino ma non a un neonato Riduzione della mobilità La riduzione della mobilità può essere determinata da -​ Cause neurologiche sensoriali e motorie -​ Slide Malnutrizione La nutrizione è fondamentale, la maggior parte dei pazienti che hanno lesioni da pressioni hanno problemi di nutrizioni —> Generalmente il paziente è mal nutrito sulle proteine Dosano a tutti la proteina albumina per verificare il grado di nutrizione Fattori AMBIENTALI Umidità e Temperatura ambiente,e Importante per il benessere del paziente, dunque vanno modificati in base alle necessità di quest’ultimo —> Detto questo, la maggior parte delle lesioni da pressione sono : PREVENIBILI Prevenzione delle LdP Vi sono 4 pilastri fondamentali per prevenire le lesioni da pressione 1.​ Valutazione del rischio, tutti i soggetti devono essere valutati, vanno messe poi in atto delle linee guida 2.​ Valutazione della cute 3.​ La promozione dell’integrità cutanea 4.​ Protezione della pelle dal danno Fattori di rischio e valutazione del rischio ​ Condurre uno screening del rischio di lesioni da pressione il prima possibile, dopo l'accesso al servizio sanitario e, successivamente, a intervalli periodici per identificare i soggetti a rischio di sviluppo di lesioni da pressione ​ Condurre una valutazione completa del rischio di lesioni da pressione, guidata dai risultati dello screening post-accesso e a seguito di qualsiasi variazione di stato Nella conduzione di una valutazione del rischio di lesioni da pressione: ​ Usare un approccio strutturato ​ Includere una valutazione clinica approfondita dello stato cutaneo ​ Affiancare all'uso di uno strumento di valutazione del rischio, la valutazione di ulteriori fattori di rischio ​ Interpretare i risultati della valutazione usando un giudizio clinico Slide Scala BRADEN La Scala di Braden è una scala di valutazione del rischio di insorgenza di LdP che tiene conto di 6 fattori ➔​ percezione sensoriale (capacità di rispondere al disagio dettato dalla compressione); ➔​ umidità della cute (sudorazione, umidità legata ad eventuale incontinenza urinaria e/o fecale); ➔​ attività motoria (livello di attività fisica); ➔​ mobilità (capacità di controllo/modifica della posizione del corpo); ➔​ nutrizione (è fondamentale un adeguato apporto di calorie, proteine, vitamine e minerali per contrastare l’insorgere di nuove lesioni) ➔​ frizione e scivolamento (la forza d’attrito che si crea con la superficie solida e/o con la biancheria può accelerare l’insorgenza di LdP). 2. Valutazione della cute e dei tessuti slide 3. Cure preventive della cute slide -​ pH della cute è 5.5 dunque il detergente deve essere compatibile a esso 4. Valutazione del trattamento slide 5.​ Riposizionamenti e mobilizzazione precoce : riposizionare il paziente in modo che la pressione sia ridotta o ridistribuita 6.​ Lesioni da pressione del tallone : seconda sede anatomica più frequente per lo sviluppo di lesioni da pressione, il tallone deve galleggiare , non deve toccare da nessuna parte utilizzando cuscini, o supporti 7.​ Lesioni da pressione correlate a dispositivo (es.cateteri) 8.​ Le superfici di supporto : il paziente va valutato per il rischio e la superficie deve essere adatta ad esso Le superfici di supporto hanno delle caratteristiche -​ densità -​ Altezza ( tenere il corpo sospeso dal piano del corpo) -​ Memoria (scarsa,o lenta in quanto ricordato la forma del corpo esercitano minor pressione sulla zona corporea adagiata) -​ Resistenza -​ Affondamento -​ Effetto amaca ( si ha quando una superficie di supporto viene resa tesa e quindi non ha più il suo obiettivo né di ridurre né di eliminare le pressioni) Slide CLASSIFICAZIONE DELLE LESIONI DA PRESSIONE (EPUAP) = valuta il danno -​ non può né aumentare né diminuire Ci sono 5 stadi 1.​ STADIO I - Eritema non sbiancabile = L’area può essere dolorosa, solida morbida, più calda o più fredda rispetto al tessuto adiacente. Può essere difficile da rilevare nei soggetti con tonalità di pelle scura. 2.​ STADIO II – Perdita parziale di spessore cutaneo = Ferita a spessore parziale, che coinvolge l’epidermide e/ il derma; la lesione è superficiale con un letto della ferita rosso/rosa. Clinicamente si presenta come abrasione, vescicola o cratere poco profondo. 3.​ STADIO III - Perdita a tutto spessore cutaneo = Ferita a tutto spessore, che implica danno o necrosi del tessuto sottocutaneo e che può estendersi fino alla fascia muscolare senza attraversarla. 4.​ STADIO IV - Perdita di tessuto a tutto spessore = Ferita a tutto spessore, con estesa distruzione dei tessuti, necrosi o danno ai muscoli, ossa o strutture di supporto (tendini, capsule, piani ossei). 5.​ STADIO V - Non stadiabile ; Sospetto danno profondo del tessuto PROFONDITÀ SCONOSCIUTA Classificazione SCALA COLORE = valuta il colore del tessuto A seconda del colore si stabilisce il trattamento -​ verde : infezione -​ Marrone : necrosi (necrosi secca) -​ Giallo: necrosi umida -​ Rosso : granulazione -​ Rosa : neo-epitelio -​ Bianco : macerazione Lesione: cosa valutiamo 1.​ Localizzazione : tessuto 2.​ Forma 3.​ Dimensioni 4.​ Profondità (la misuro con un cotton fioc sterile) 5.​ Margini 6.​ Bordi 7.​ Sottominature SLIDE biofilm = batteri che creano una rete di polisaccaridi alla quale si attaccano e agiscono Il processo di guarigione -​ processo di coagulazione -​ Processo infiammatorio -​ Processo di migrazione e proliferazione -​ Processo di rimodellamento Il monitoraggio della guarigione lo si misura con la : Push Tool 3.0 Ci permette di capire se la lesione sta andando verso la guarigione oppure il contrario Si tratta 1.​ La persona 2.​ La causa 3.​ La lesione Utilizzando un approccio identificato come WOUND BED PREPARATION (prima di agire devo preparare il letto della ferita fino ad arrivare a una guarigione) Approccio —> TIME : tessuti,infezione,macerazione,epidermide Il primo passo per preparare il letto della ferita in situazioni di necrosi ecc è il debridement : serve a rimuovere tessuti morti o infetti e promuovere la guarigione del tessuto circostante. Una volta fatto , la ferita va detersa, con soluzioni isotoniche Antisettici Chat Wound hygiene : riesce ad agire anche sul biofilm Lo si fa in 4 passaggi 1.​ Detergere 2.​ Sbrigliare 3.​ Riattivazione dei margini e bordi (i bordi sono importanti perché i cheratinociti si riparano dai bordi verso il centro) 4.​ Medicare Caratteristiche delle medicazioni -​ mantenere un ambiente umido -​ Controllare l’essudato -​ Essere impermeabile ai liquidi -​ Permettere lo scambio dei gas -​ Favorire l’isolamento termico -​ Proteggere da contaminazioni -​ Non lasciare residui sulla ferita -​ Consentire cambi meno frequenti -​ Essere atraumatiche -​ Conformarsi alle superfici irregolari -​ Donare sollievo al dolore Laboratorio 9/01/2025 LAVAGGIO DELLE MANI Igiene delle mani Le mani del personale sanitario sono il veicolo più frequentemente implicato nella trasmissione dei patogeni nosocomiali ​ è la misura più importante ed efficace per la prevenzione della trasmissione delle infezioni associate all’assistenza negli ambienti sanitari Vi è un’ampia conoscenza delle misure per la prevenzione delle infezioni associate alle pratiche assistenziali, da molti anni.Tuttavia, per ragioni diverse, la loro applicazione è spesso disattesa ​ Una motivazione importante è la scarsa aderenza/educazione alla pratiche di provata efficacia come ad esempio l’igiene delle mani ​ La scarsa attenzione per una corretta applicazione delle misure di controllo favorisce la diffusione dei germi patogeni. Da Semmelweis all’OMS: Da Florence Nightingale all’OMS: Una delle misure più efficaci per la prevenzione delle infezioni legate alle pratiche assistenziali ​ Sul tema dell’igiene Nightingale ritorna più e più volte a sottolineare il lavaggio delle mani come elemento imprescindibile della pratica quotidiana: Ogni infermiera deve badare a lavarsi le mani frequentemente nella giornata; tanto meglio, se si lava anche la faccia. Taglia corte le unghie; che tu le abbia sempre, come le dita e le mani, scrupolosamente pulite. -​ 5 maggio (2005): Giornata mondiale della lavaggio delle mani LA FLORA MICROBICA DELLE MANI ​ Microrganismi RESIDENTI (convivono senza provocare nessun tipo di infezione) ​ Microrganismi abituali presenti sulla superficie dell’organismo e che non sono causa di malattia per l’organismo stesso. ​ Microrganismi TRANSITORI ​ Microrganismi Acquisiti durante il contatto con pazienti o con secrezioni contaminate. Essi possono essere patogeni, ma possono essere facilmente rimossi con il lavaggio di routine. FLORA RESIDENTE ​ Rappresenta Il 20%della flora presente sulle mani ​ È costituita da microrganismi che colonizzano stabilmente gli strati più profondi della cute (staphylococcus epidermidis...) ​ Funzione Protettiva ​ Debole Virulenza ​ Meno Raggiungibile Dai Mezzi Detersione E disinfezione ​ Può Essere Responsabile Di Infezioni Successivamente A manovre invasive La flora residente è formata da microrganismi residenti sotto le cellule superficiali dello strato corneo e reperibili anche sulla superficie cutanea. Lo Staphylococcus epidermidis è la specie dominante. Tra gli altri batteri residenti ricordiamo lo Staphylococcus hominis e altri stafilococchi coagulasi negativi, i batteri corineformi (propionibacterium, corynebacterium, batteri epidermici e micrococchi) FLORA TRANSITORIA ​ Rappresenta l’80% della flora presente sulle mani che contaminano gli strati più superficiali della cute ​ È costituita da microrganismi vari acquisiti durante le attività ​ Sono facilmente ceduti durante le attività ​ Sono patogeni, non patogeni e antibiotico resistenti ​ Maggiormente responsabile di infezioni ​ Facilmente Rimovibili La flora transitoria, che colonizza gli strati superficiali della cute, è più facile da eliminare con i lavaggi delle mani di routine. I microrganismi transitori solitamente non si moltiplicano sulla cute, ma sopravvivono e si moltiplicano sporadicamente sulla superficie cutanea. Vengono spesso contratti dal personale ospedaliero tramite contatto diretto con i pazienti o con superfici ambientali contaminate in prossimità dei pazienti e sono i microrganismi più spesso associati alle infezioni correlate all'assistenza sanitaria (ICA) IGIENE DELLE MANI La modalità corretta di igiene delle mani deve essere definita in base al tipo di pratica assistenziale da eseguire La pratica di igiene delle mani deve essere applicata a tutti gli ambiti assistenziali Gli operatori sono tenuti a fare educazione sanitaria anche sull’igiene delle mani a pazienti familiari e caregiver Il personale sanitario dovrebbe educare il paziente all’igiene delle mani in particolare: ​ dopo l’uso del bagno ​ prima di uscire dalla stanza ​ prima di mangiare Il personale sanitario dovrebbe educare il visitatore all’igiene delle mani in particolare: ​ dopo l’uso del bagno ​ prima di entrare nella stanza ​ prima di uscire dalla stanza ​ prima di mangiare REGOLE GENERALI Leregolegeneraliperunacorrettaigienedellemaniprevedonodi: ​ rimuovere anelli, bracciali e orologi, che non devono quindi essere indossati durante l'attività lavorativa ​ rimboccare le maniche al gomito se necessario ​ tenere le unghie corte e ben curate ​ evitare l'utilizzo di unghie artificiali o ricostruite ​ mantenere la cute elastica usando creme emollienti, con frequenza almeno quotidiana ​ usare salviette monouso per asciugare le mani. Tutto il personale sanitario ha la responsabilità di effettuare in maniera corretta l'igiene delle mani. Il personale infermieristico ha inoltre la responsabilità di informare i docenti e familiari sull'igiene delle mani. Tutte le procedure sul paziente vanno effettuate subito dopo avere effettuato l'igiene delle mani. Se dopo l'igiene delle mani e prima di venire in contatto con il paziente si toccano oggetti(telefono, maniglie delle porte,ecc.),o parti del proprio corpo(viso,capelli,ecc.)che possono ricontaminarle,è necessario lavarle di nuovo. Lavaggio delle mani -​ Prima del contatto col paziente -​ Prima di una manovra asettica -​ Dopo l’esposizione a liquidi corporei -​ Dopo il contatto col paziente -​ Dopo il contatto con oggetti intorno al paziente L’uso dei guanti non rende superflua l’igiene delle mani perché ❖​ Le mani possono essere contaminate mentre si toglie il guanto ❖​ Durante l’uso possono lacerarsi, anche in modo non visibile (effetto pistone) ❖​ I micropori presenti sul guanto, all’aumentare del tempo di indossaggio, si dilatano ❖​ La temperatura e l’umidità presenti tra la mano e il guanto favorisce la proliferazione dei residenti ❖​ Una piccola percentuale di guanti esce con difetti di fabbrica non visibili MODALITÀ DI TRASMISSIONE 1.​ Presenza di microrganismi sulla cute del paziente o sugli oggetti ad esso circostanti 2.​ Trasferimento degli organismi sulle mani degli operatori sanitari 3.​ Sopravvivenza dei microrganismi sulle mani 4.​ Contatto diretto delle mani contaminate con un altro paziente o con oggetti che vengono a contatto con il paziente Fattori di rischio per una scarsa aderenza: ​ turni di mattina e festivi ​ essere un medico ​ lavorare in una unità di terapia intensiva Motivi principali di non-compliance riferiti dagli operatori sanitari: ​ Troppo occupato ​ Irritazione della pelle ​ Uso dei guanti ​ “Non ci penso” TIPI DI LAVAGGIO ​ LAVAGGIO SOCIALE (40,60 secondi) ​ LAVAGGIO ANTISETTICO (90 secondi) ​ FRIZIONAMENTO ANTISETTICO (Almeno 30 secondi) Cambia il prodotto usato e il tempo di contatto ​ LAVAGGIO CHIRURGICO (5 minuti circa) CURA DELLE MANI -​ Tenere unghie corte e curate, arrotondate e limate -​ Non usare smalto -​ Non usare unghie finte -​ Non portare anelli, bracciali, orologio da polso -​ Mantenere la cute idratata -​ Medicare e coprire ferite o abrasioni Importante anche la CURA DELLA CUTE ​ Lozioni o creme per le mani contribuiscono a ridurre al minimo l’incidenza di dermatiti irritanti da contatto dovute alla frequente igiene delle mani Inoltre… ​ Non portare unghie finte quando siete a contatto diretto con il paziente ( IA) ​ Tenere le unghie naturali lunghe (II) ​ Raccomandato di tenere le unghie senza smalto ​ Non indossare gioielli come bracciali , anelli, orologi in quanto impediscono una corretta igiene delle mani LAVAGGIO SOCIALE SCOPO: Prevenire la trasmissione delle infezioni, attraverso le mani, ai pazienti e agli altri operatori allontanando fisicamente lo sporco e la maggior parte della flora transitoria QUANDO: -​ Inizio e fine turno di lavoro -​ Dopo ogni gesto di vita quotidiana -​ Per l’applicazione e sostituzione di mascherine facciali -​ Dopo aver toccato oggetti venuti a contatto con i pazienti PRIMA E DOPO: -​ La distribuzione di alimenti -​ Il rifacimento letti -​ La somministrazione di terapie -​ L’uso dei guanti -​ Contatti puliti con pazienti: rilevazione parametri vitali, somm.ne dei pasti, etc DETERGENTE: Sapone liquido per le mani (Ph fisiologico) TEMPO DI CONTATTO: Almeno 15-30 secondi con il detergente, risciacquo prolungato, durata complessiva dai 40 ai 60 secondi. LAVAGGIO SOCIALE 1. Bagnare Le Mani Prendere Una Dose Di Prodotto(sapone) 2. Strofinare Palmo Contro Palmo 3. Strofinare il palmo della mano destra sul dorso della mano sinistrae viceversa intrecciando le dita 4. Strofinare(di nuovo)palmo contro palmo intrecciando le dita 5. Strofinare Le dita serrate la punta delle dita Contro il palmo opposto strofinando con movimenti rotatori 6. Massaggiare Con Movimento Rotatorio Le dita chiuse della mano destra sul palmo della mano sinistra e viceversa 7. Massaggiare Con Movimenti Rotatori il Pollice destro con il palmo della mano sinistra e viceversa 8. Sciacquare Con Acqua Corrente 9. Asciugare Con Salviette Monouso LAVAGGIO ANTISETTICO SCOPO: Prevenire la trasmissione delle infezioni, attraverso le mani, ai pazienti e agli altri operatori eliminando rapidamente tutta la flora transitoria e riducendo la flora residente QUANDO: ​ PRIMA DI PROCEDURE INVASIVE/ASETTICHE Cateterismi, punture esplorative, utilizzo di guanti sterili ​ IN AMBIENTI A RISCHIO T.I., sala operatoria, per assistere pz immunodepressi ​ DOPO CONTATTI A RISCHIO Con medicazioni infette, manipolazione di materiali biologici, contatti con pz colonizzati da microrganismi antibiotico resistenti ANTISETTICO Antisettico in soluzione saponosa 5 ml a base di iodopovidone o clorexidina TEMPO DI CONTATTO: Non meno di 30 secondi fino a 1-2 minuti REGOLE COMUNI ​ Usare acqua tiepida ​ Rispettare i tempi di lavaggio ​ Risciacquare bene le mani ​ Asciugare tamponando con materiale monouso ​ Usare l’ultima salvietta per chiudere il rubinetto ​ Utilizzare divisa da lavoro con maniche corte FRIZIONAMENTO ANTISETTICO SCOPO: Prevenire la trasmissione delle infezioni, attraverso le mani, ai pazienti e agli altri operatori eliminando rapidamente tutta la flora transitoria e riducendo la flora residente Si usa QUANDO: ​ È scomodo il lavaggio con acqua ​ in caso di intolleranza al detergente antisettico ​ Può sostituire il lavaggio sociale e quello antisettico: SOLO SE LE MANI NON SONO VISIBILMENTE SPORCHE O BAGNATE ANTISETTICO Gel alcolico 5 ml TEMPO DI CONTATTO: Almeno 30 secondi —> Frizionare le mani con gli stessi movimenti del lavaggio delle mani fino a farle asciugare completamente prima di indossare i guanti LAVAGGIO CHIRURGICO SCOPO: ​ Rimuovere lo sporco e la flora transitoria da unghie, mani e avambracci ​ Ridurre al minimo la flora residente ​ Inibire la rapida crescita dei microrganismi mantenendo il risultato ottenuto il più a lungo possibile (ATTIVITÀ RESIDUA) QUANDO: ​ PRIMA DI UN INTERVENTO CHIRURGICO TRA UN INTERVENTO E L’ALTRO ​ In CASO DI ROTTURA DEI GUANTI N.B: Se, dopo la procedura, si toccano oggetti o parti non sterili con le mani o gli avambracci la procedura va ripetuta dall’ inizio Antisettico in soluzione saponosa 5 ml a base di iodopovidone o clorexidina TEMPO DI CONTATTO: Da 3 A 5 Minuti Laboratorio 10/01/2025 D.P.I : dispositivo di protezione individuale PRECAUZIONI STANDARD SONO INTERVENTI DI CARATTERE PREVENTIVO PER RIDURRE IL RISCHIO DI TRASMISSIONE DI MICRORGANISMI IN OSPEDALE DA FONTI NOTE E NON NOTE LE PRECAUZIONI STANDARD COMPRENDONO: ​ IGIENE DELLE MANI ​ IMPIEGO DPI ​ GESTIONE BIANCHERIA ​ GESTIONE STUMENTI/ATTREZZATURE ​ IGIENE AMBIENTALE ​ SMALTIMENTO DEI RIFIUTI Le precauzioni standard sono pratiche essenziali di prevenzione delle infezioni da utilizzare in tutti i contesti assistenziali e in tutti i momenti dell’assistenza, indipendentemente dalla conferma o sospetto di infezione. Includono: 1.​ igiene delle mani 2.​ uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) 3.​ etichetta respiratoria (specifici comportamenti da mettere in atto per tenere sotto controllo il rischio di trasmissione di microrganismi, da persona a persona, ad esempio: proteggere la bocca e il naso durante starnuti o colpi di tosse utilizzando fazzoletti di carta o, starnutire o tossire nel gomito) 4.​ sicurezza dei taglienti (ad esempio manipolazione attenta dei taglienti e un appropriato smaltimento di questi ultimi) 5.​ pratiche di iniezione sicure (prevenire il rischio che l’esecuzione di un’iniezione arrechi danno al paziente o all’operatore) 6.​ sterilizzazione di strumenti e dispositivi 7.​ disinfezione e pulizia delle superfici ambientali DPI servono per: ​ APPLICAZIONI ​ CONTATTO LIQUIDI CORPOREI ​ CONTATTO MUCOSE ​ PRESENZA DI SANGUE ​ CUTE LESA I DPI , SI APPLICANO IN PRESENZA DI SPECIFICHE PATOLOGIE INFETTIVE DISTINTE IN TRE CATEGORIE IN BASE ALLA MODALITA’ DI TRASMISSIONE -​ AEREA -​ DROPLET -​ CONTATTO Le Precauzioni basate sulla trasmissionerappresentanoil secondo livello di controllo e devono essere utilizzate quando le precauzioni standard non sono sufficienti a impedire la trasmissione del microrganismo. Vengono scelte in base alla tipologia di trasmissione (contatto, goccioline o via aerea). d.p.i. DEFINIZIONE D.P.I. (art. 74 D.Lgs 81/08 ) “Si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.”. L’art. 76 D.Lgs. N.81/08 relativamente ai requisiti dei DPI prevede che i DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto I DPI devono inoltre: -​ essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore; -​ essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; -​ tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; - poter essere adattati all'utilizzatore secondo le sue necessità. -​ In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti. L'addestramento al loro corretto impiego e' indispensabile per ogni DPI. Sono classificati in base alle parti del corpo che devono proteggere (allegato VIII D.Lgs. N.81/08). Inoltre si dividono in tre categorie: 1°a categoria – DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità; (es.:occhiali da sole ecc.)( 2°a categoria – DPI che non rientrano nelle altre due categorie; (quasi tutti i DPI per la protezione durante il lavoro) 3°a categoria – DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Il lavoratore I lavoratori provvedono alla cura del DPI messi a loro disposizione e NON vi apportano modifiche di loro Iniziativa. I lavoratori SEGNALANO IMMEDIATAMENTE al Datore di Lavoro o al Dirigente o al Preposto qualslasi DIFETTO ​ INCONVENIENTE da essi rilevato nel DPI messi a loro disposizione. Sono dispositivi di protezione individuale: ➔​ Guanti ➔​ Camici ➔​ Cuffie ➔​ Occhiali ➔​ Maschere facciali ➔​ Soprascarpe SI INDOSSANO PER PROTEGGERSI DA POTENZIALI INFEZIONI TRASMESSE CON IL SANGUE ED I LIQUIDI BIOLOGICI (urine, vomito, liquido pleurico,....) UTILIZZO DEI GUANTI: RACCCOMANDAZIONI A.​ L’utilizzo dei guanti non è sostitutivo all’igiene delle mani con frizione alcolica o lavaggio. B.​ Utilizzare i guanti tutte le volte che ci si aspetti di venire a contatto con sangue o altro materiale potenzialmente infetto, membrane mucose o cute non intatta. C.​ Rimuovere i guanti dopo aver assistito un paziente. Non indossare lo stesso paio di guanti per assistere più di un paziente. D.​ Quando si indossano i guanti, rimuoverli nel passare da un sito del corpo contaminato ad un altro pulito durante l’assistenza allo stesso paziente o all’ambiente. E.​ Evitare di riutilizzare i guanti. -​ Rimuoverli in caso di puntura accidentale (rottura!). I guanti non rappresentano una protezione totale dalla contaminazione -​ Indossare i guanti quando si prevede un contatto con sangue o liquidi biologici.....Non servono i guanti per toccare la cute intatta di un paziente !!! È consigliabile che il personale sanitario indossi i guanti per due principali motivi: -​ impedire la trasmissione dei microrganismi potenzialmente patogeni, veicolati come commensali (flora residente) o presenti temporaneamente sulle mani del personale, ai pazienti e da paziente a paziente -​ ridurre il rischio che gli operatori sanitari acquisiscano le infezioni dai pazienti. È importante che il personale sanitario sia in grado di: -​ selezionare correttamente il tipo di guanti più adatto, e distinguere le situazioni cliniche specifiche in cui i guanti dovrebbero essere indossati e cambiati, e quelle in cui il loro impiego non è indicato. L’uso dei guanti durante l’assistenza ai pazienti non deve -​ portare gli operatori sanitari a tralasciare l’importanza del lavaggio delle mani TIPOLOGIA DI GUANTI 1.​ guanti medicali ( dispositivi medici : DM) -​ guanti chirurgici (surgical gloves) : sterili, per chirurgia e manovre invasive. -​ guanti da esame (medical gloves) : sterili o non , con o senza forma anatomica, per visite mediche, procedure di diagnosi e terapia scopo dell’uso : Protezione crociata paziente / cute mani dell’operatore. 2.​ guanti dispositivi di protezione individuali (DPI) scopo dell’uso : ​ Protezione della cute delle mani dell’operatore dal contatto con sostanze chimiche, agenti biologici, forze fisiche. ​ manipolazione di materiale biologico in assenza di contatto del paziente (pulizia di ambienti strumenti ed attrezzature varie, raccolta di rifiuti, preparazione antiblastici) GUANTI......possono ​ Provocare disagio all’operatore per compressione e/o per eccessiva sudorazione ​ Causare danno alla cute per macerazione da sudore e/o irritazione meccanica da polvere lubrificante ​ Causare sensibilizzazione (eritema da contatto da sostanze chimiche additive, orticaria, rinite, asma bronchiale, anafilassi da proteine del lattice) ​ Infine l’abuso di guanti in condizioni non appropriate causa costi non giustificati GUANTI TEMPI D’USO DEI GUANTI SANITARI Guanti non chirurgici ❖​ Cambiare i guanti subito in caso di imbrattamento o rottura. ❖​ Cambiare i guanti tra un paziente e l’altro. ❖​ Cambiare i guanti durante l’assistenza ad un paziente se si deve passare da una parte del corpo contaminata ad una parte pulita. GUANTI ​ guanti monouso sterili in lattice, vinile, nitrile per le procedure che determinano il contatto con aree del corpo normalmente sterili; ​ guanti monouso non sterili in lattice, vinile, nitrile per le procedure diagnostiche o assistenziali che non richiedono tecniche asettiche; ​ Non riutilizzare i guanti monouso e non lavarli. CAMICE -​ Indossare un camice con le maniche lunghe ed elastici ai polsi per proteggere la cute e per prevenire l’imbrattamento di indumenti durante le procedure e le attività di laboratorio che possono generare schizzi di sangue, liquidi corporei, secreti o escreti. -​ Scegliere un camice che sia appropriato per le attività e la quantità di liquidi corporei che si possono produrre accidentalmente. -​ Rimuovere il camice sporco il più presto possibile e lavarsi le mani. SOPRASCARPE ​ Le soprascarpe devono essere indossate se si prevede un contatto con materiale contaminante presente a terra. È consigliabile comunque indossarle sempre in presenza di pazienti con diarrea profusa e/o incontinenza in quanto non è prevedibile il grado di contatto. ​ Le soprascarpe devono essere tolte dopo aver tolto il camice, ma prima di togliere i guanti CUFFIA/CAPPELLO E MASCHERINA: -​ devono essere indossate solo per le manovre e le situazioni, previste dalle precauzioni standard, che possono generare schizzi o spruzzi di sangue, liquidi corporei, secreti o escreti. MASCHERINA CHIRURGICA ​ Non è considerato un dispositivo di protezione individuale per il rischio di trasmissione di microrganismi per via aerea; i droplet nucleari possono passare attraverso lo spazio tra maschera e cute. ​ È monouso, dopo l’utilizzo non va tenuta in tasca della divisa, né al collo CUFFIA FFP FFP1-FFP2-FFP3 CUFFIA/CAPPELLO E MASCHERINA: -​ devono essere indossate solo per le manovre e le situazioni, previste dalle precauzioni standard, che possono generare schizzi o spruzzi di sangue, liquidi corporei, secreti o escreti. Così come la VISIERA / OCCHIALI PROTETTIVI FACCIALI FILTRANTI/RESPIRA TORI ​ Per ridurre l’esposizione a contaminanti trasmissibili per via aera ​ Devono aderire bene alla faccia: l’aria deve passare attraverso il filtro e non attraverso lo spazio tra mascherina e cute ​ Formazione e addestramento del personale EDUCAZIONE SANITARIA DEGENTE: -​ Istruire il degente sulle norme igieniche da osservare per prevenire la diffusione di microrganismi ad altre persone o all’ambiente come lo scrupoloso lavaggio delle mani dopo ogni contatto con materiale biologico. VISITATORI: Regolamentare l’accesso dei visitatori e informarli sulle norme igieniche da osservare durante la permanenza nella camera -​ uso dei guanti, se necessario -lavaggio delle mani OPERATORE: -​ se possibile, riservare dispositivi (fonendoscopio, sfigmomanometro, padella, pappagallo, termometro) a ciascun paziente -​ se questo non è possibile, è necessario trattare adeguatamente il materiale prima dell’uso su un altro paziente. -​ portare nella stanza solo i dispositivi monouso medico/chirurgici che servono. Campo sterile Un campo sterile è la preparazione di un campo ritenuto assolutamente privo di microrganismi (asepsi) in cui verrà adoperato e preparato tutto il materiale sterile e asettico necessario per una procedura, generalmente invasiva, terapeutica o diagnostica che deve garantire un elevato grado di sterilizzazione. La preparazione del materiale per un cateterismo vescicale si fa su un campo sterile. Quando viene usato un campo sterile? Riguarda Tutte Quelle Procedure Incuisivienea contatto con il torrente circolatorio e quelle in cui si viene a creare una soluzione di continuità nel tessuto (dove al massimo si esegue antisepsi) o negli organi, esempio: -​ Introduzione di Catetere venoso centrale -​ Puntura lombare -​ Paracentesi Quali sono le regole fondamentali di un campo sterile? 1.​ il piano su cui viene allestito il campo sterile deve essere pulito e asciutto; 2.​ deve essere allestito in zone dove non ci siano correnti d’aria o passaggio di persone; 3.​ I bordi fino a 2,5 cm devono essere ritenuti non sterili. 4.​ Il materiale che può entrare nel campo deve essere necessariamente sterile quindi il suo impacco deve essere asciutto e integro 5.​ Evitare di bagnare il campo 6.​ Non occupare con le braccia la colonna d’aria del campo a meno che non si indossino DPI sterili 7.​ I ferri bagnati dal disinfettante devono essere mantenuti con la punta verso il basso perchè, tenendola verso l’alto, i liquidi potrebberero venire a contatto con i guanti e riutillizzando il ferro potrebbero venire contaminati. 8.​ Qualunque materiale o presidio scenda al di sotto del livello del piano del campo sterile non sarà ritenuto sterile 9.​ Quasiasi materiale o presidio venga smarrito dal proprio campo visivo non deve essere ritenuto sterile 10.​Ogni materiale o presidio che si sospetti aver perso la sterilità deve essere ritenuto non sterile Cos’è un campo sterile? Un campo sterile è un’area di lavoro data dalla superficie interna di un telino sterile che, una volta aperto, conterrà i dispositivi sterili, in cui non sono presenti microrganismi. ​ Materiale occorrente ​ Superficie piana di lavoro ​ Materiale sterile necessario (garze, ciotole, soluzioni, forbici, pinze) ​ Teli sterili ​ Confezione di guanti sterili Laboratorio 10/01/2025 SMALTIMENTO DEI RIFIUTI LA NORMATIVA -​ D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi) -​ D. Lgs 03.04.2006 n° 152 Codice dell'ambiente -​ D.P.R. N° 254 15 luglio 2003 Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell’art. 24 della legge 31 luglio 2002, n° 179 D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi) Prima “legge quadro” sulla gestione dei rifiuti; si è passati da una logica ancorata all’emergenza ed incentrata sullo “smaltimento” alla “gestione” dei rifiuti valutando gli aspetti relativi alla riduzione e al recupero in sicurezza per l’uomo e per l’ambiente. Art. 2 - Finalità La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata dal presente decreto al fine di assicurare un’elevata protezione dell’ambiente (….) I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare: ​ Senza determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora; ​ Senza causare inconvenienti da rumori o odori; ​ Senza danneggiare il paesaggio (…) D.P.R. N° 254 15 luglio 2003 Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari a norma dell’art. 24 della legge 31 luglio 2002, n° 179 E’ la norma che disciplina in particolare i rifiuti derivanti da attività sanitarie Tali rifiuti sono suddivisi in: ​ rifiuti sanitari non pericolosi ​ rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani ​ rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo ​ rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo ​ rifiuti sanitari che richiedono particolari modalità di smaltimento ​ rifiuti da esumazioni e da estumulazioni D. Lgs 03.04.2006 n° 152 Codice dell'ambiente “Il presente decreto legislativo ha come obiettivo primario la promozione dei livelli di qualità della vita umana, da realizzare attraverso la salvaguardia ed il miglioramento delle condizioni dell’ambiente e l’utilizzazione accorta delle risorse naturali” Art. 184 - Viene mantenuta la classificazione dei rifiuti -​ secondo l’origine in urbani e speciali -​ secondo la pericolosità in pericolosi e non pericolosi Tra i rifiuti speciali rientrano “i rifiuti derivanti da attività sanitarie” D. Lgs 03.04.2006 n° 152 Codice dell'ambiente ​ L'articolo 188-bis stabilisce i requisiti del sistema di tracciabilità dei rifiuti e del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti ​... 2009 Parte il SISTRI (sistema di controllo di tracciabilità dei rifiuti) poi naufragato (2018).... ​ D.L. 14/12/18 n° 135 convertito in Legge n° 12 del 11/02/2019 sopprime definitivamente il SISTRI da 1/1/2019 e contestualmente istituisce il RENTRI (Registro Elettronico Nazionale sulla Tracciabilità dei Rifiuti) D.M: 4/04/2023 n°59 «Disciplina del sistema di tracciabilità dei rifiuti e del registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti ai sensi dell'art. 188 bis del D.Lgs 03/04/2006 n° 152 ​ Il RENTRI diventa un contenitore di dati ambientali strutturato in due sezioni: -​ Sezione anagrafica alimentata dai dati dei soggetti iscritti e le relative autorizzazioni -​ Sezione tracciabilità alimentata dai dati relativi alla compilazione dei registri cronologici e dei formulari ​ Il decreto contiene i modelli del registro cronologico e del formulario con le indicazioni delle modalità di compilazione, vidimazione, e tenuta ​ Modalità di adesione al RENTRI e relativi adempimenti da parte dei soggetti obbligati o per adesione volontaria ​ Dal momento di iscrizione al RENTRI il registro sarà digitale, vidimato digitalmente Il regolamento è entrato in vigore il 15 giugno 2023 e da tale data decorrono le scadenze per l'iscrizione al RENTRI -​ PRIMO SCAGLIONE: dal 15/12/2024 al 13/02/2025 produttori iniziali di rifiuti pericolosi e non pericolosi con più di 50 dipendenti e tutti i soggetti diversi dai produttori ​ SECONDO SCAGLIONE: dal 15/6/2025 al 14/08/2025 produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi con più di 10 dipendenti ​ TERZO SCAGLIONE: dal 15/08/2025 al 13/02/2026 tutti i restanti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi. Anche chi non è obbligato potrà iscriversi volontariamente ​ Dal 13 febbraio 2025 entrano in vigore i nuovi modelli di formulario e la tenuta in formato digitale del registro di carico e scarico. Il formulario sarà in 2 copie una rimane al produttore una al destinatario. Il trasportatore ne avrà una riproduzione. DEFINIZIONE DI RIFIUTO “ Qualsiasi sostanza od oggetto (fuori norma, scaduto, inutilizzabile, inadatto all’impiego, residui di lavorazione o di altri processi, sostanze contaminate, etc) di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi” (D.L.vo 22/97) PRINCIPI ISPIRATORI DELLA LEGGE 1)​ Produrre meno rifiuti possibile attraverso la raccolta differenziata e il riciclo 1° Ridurre la quantità dei rifiuti prodotti 2° Riutilizzare ciò di cui ci si vuole disfare per altri scopi 3° Riciclare i rifiuti, trasformandoli in altri prodotti(riciclo di materia) 4° Recuperare i rifiuti dal punto di vista energetico La discarica è l’ultimo gradino: solo se non sono possibili altre soluzioni e solo per i rifiuti non pericolosi 2)​ Smaltire in sicurezza i rifiuti pericolosi CODICI C.E.R. (CATALOGO EUROPEO RIFIUTI) Tutti i rifiuti vengono codificati in un elenco chiamato Catalogo Europeo Rifiuti Ogni tipo di rifiuto è identificato da un codice C.E.R. sequenza numerica composta da sei cifre riunite in tre coppie che ne indicano la categoria, la provenienza e la tipologia. FORMULARIO ​ Ogni rifiuto quando viene conferito a ditta specializzata per lo smaltimento deve essere accompagnato da un documento di trasporto chiamato FORMULARIO ​ Il formulario è attualmente compilato in 4 copie: la prima resta al produttore, la seconda resta al trasportatore, la terza resta all'impianto che fa lo smaltimento o il recupero e la quarta deve essere riconsegnata al produttore a garanzia del buon esito dell'operazione. Sarà sostituito dalla versione digitale in 2 copie: una per il produttore e una per il destinatario COMPITI E RESPONSABILITÀ La gestione dei rifiuti, in base al decreto legislativo n°152/2006 costituisce attività di pubblico interesse ed è disciplinata in modo tale da assicurare un'elevata protezione dell'ambiente, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi. Tutti gli operatori ognuno per il proprio livello di competenza, sono responsabili ​ della corretta cernita dei rifiuti, ​ del loro corretto confezionamento ​ della loro custodia fino al ritiro da parte del personale addetto Esistono sanzioni stabilite della Legge per -​ abbandono rifiuti -​ Arrecare danno all’ ambiente con uno smaltimento non corretto -​ Arrecare danno alla salute degli altri -​ Mescolare risulti pericolosi con rifiuti non pericoloso Come è organizzato il servizio rifiuti nella nostra azienda? PA.95.DS - Procedura operativa aziendale per la gestione dei rifiuti Rev.2 del 10/06/2016 DEPOSITO TEMPORANEO ​ Il “deposito temporaneo” è definito all’articolo 10 comma 1 lett. b del D. Lgs. 205/2010 come “…raggruppamento dei rifiuti e deposito preliminare alla raccolta ai fini del trasporto…in un impianto di trattamento, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti” ​ il “deposito temporaneo” deve essere effettuato per categorie omogenee di rifiuti e nel rispetto delle relative norme tecniche, di confezionamento, etichettatura e gestione. COME MANIPOLARE I RIFIUTI IN SICUREZZA? In ospedale circolano molti agenti infettivi patogeni e non patogeni ma epidemiologicamente importanti. VIE DI TRASMISSIONE: -​ aerea -​ attraverso droplets -​ per contatto -​ per via ematica LE PRECAUZIONI STANDARD Includono una serie di pratiche di prevenzione da applicare a tutti i pazienti: ​ Igiene delle mani ​ Utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale ​ Igiene respiratoria ​ Garanzia di sicurezza nelle pratiche iniettive ​ Corretta gestione di attrezzature, biancheria, campioni biologici, superfici ambientali, rifiuti IL RISCHIO INFETTIVO DOVUTO AI RIFIUTI È LEGATO AD UNA MODALITÀ DI TRASMISSIONE PER CONTATTO Rifiuti sanitari a rischio infettivo ​ rifiuti provenienti da ambienti di isolamento infettivo ​ materiale contaminato da sangue ed altri liquidi biologici (provette, siringhe, etc) ​ feci ed urine nel caso sia ravvisata dal medico una patologia trasmissibile attraverso tali escreti ​ materiale contaminato da agenti biologici (piastre, terreni di colture, etc) ​ rifiuti provenienti da attività diagnostica o di ricerca contaminati da agenti patogeni o venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico o escreto infetto ​ contenitori rigidi resistenti alla puntura che contengono aghi e taglienti. LA BIANCHERIA DENTRO AL BIDONE NERO NO!! AGGIUNGE SLIDE SU COMPORTAMENTI DA SUGGERIRE AGHI E TAGLIENTI CER 18 01 03* Aghi di qualsiasi tipo (intramuscolo, sottocutanei, da biopsia, butterfly, ago cannula etc.) -​ lame di bisturi -​ lancette pungidito -​ rasoi -​ fialette di vetro rotte -​ qualsiasi altro oggetto piccolo appuntito e/o tagliente ANCHE SE NON CONTAMINATI DA MATERIALE BIOLOGICO ​ Riempire per tre quarti (fino al segno presente sul contenitore) ​ Chiudere accuratamente ​ Gettare all’interno del contenitore per rifiuti a rischio infettivo Tutti gli operatori sanitari devono adottare le misure di sicurezza necessarie al fine di prevenire incidenti quali punture e tagli Da non fare…. -​ Reincappucciare gli aghi -​ Rimuovere manualmente gli aghi dalle siringhe -​ Abbandonare in giro o portare in tasca strumenti taglienti e/o appuntiti -​ Smaltire aghi e taglienti direttamente nei sacchi SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE ​ CER 180106* (solventi organici) ​ 160506* (reagenti di laboratorio) ​ 090101* (soluzioni di sviluppo) ​ 090104* (soluzioni fissative) ​ 150110* (Imballaggi che hanno contenuto sostanze pericolose) e altri Il produttore resta il responsabile della classificazione del rifiuto, solo lui conosce il processo produttivo da cui origina il rifiuto stesso Non tutta la carta può essere riciclata ​ Involucri plastificati (es involucri di siringhe, presidi, confezioni di farmaci, di ferri chirurgici, di guanti sterili) ​ Carta monouso per lettini ambulatoriali ​ Salviette monouso per l’asciugatura delle mani ​ Carta crespata verde (tipo medical grade) ​ Carta carbone ​ Carta plastificata ​ Carta cerata ​ Carta per elettrocardiografo ​ Carta chimica per fax o scontrini ​ Carta sporca anche da residui alimentari > Se la carta contiene dati sensibili prima di buttarla va distrutta Vetro piano o frammenti di vetro ​ Altro materiale di vetro che non sia un imballaggio (cioè un contenitore) deve essere raccolto separatamente. ​ Se si tratta di materiale di grandi dimensioni, verrà raccolto come ingombrante ​ Se si tratta di materiale di piccole dimensioni può essere messo nei contenitori per taglienti Nel caso di vetri rotti possono essere confezionati in contenitori di cartone robusto ben chiusi con su scritto «Attenzione vetro rotto» e messo nel deposito rifiuti del reparto PLASTICA SANITARIA ​ Non abbiamo più una raccolta differenziata della plastica sanitaria a causa di una nostra cattiva differenziazione ​ Non possiamo buttarla nei rifiuti assimilati agli urbani ​ Problema generale in tutte le altre aziende sanitarie DIFFERENZIARE PERCHE’ Lo spirito della legge è ridurre al massimo la quantità di rifiuti. Una cattiva differenziazione di fatto impedisce il riciclo dei materiali con: -​ Aumento dei costi per lo smaltimento -​ Problemi organizzativi poiché la ditta non ritira o rimanda indietro il rifiuto in quanto non conforme -​ Pericolo di inquinamento in caso di rifiuti pericolosi -​ Sanzioni legislative in caso di controllo degli organi competenti Laboratorio 13/01/2025 ERGONOMIA DELLA POSTURA E DEL MOVIMENTO (EPM) e TECNICHE DI MOVIMENTAZIONE EPMIES : ha lo scopo principale di diffondere in tutto il mondo le conoscenze più avanzate dell’ergonomia della postura e del movimento in termini di prevenzione Ergonomia : adattamento ottimale del sistema uomo macchina ambiente di lavoro alle capacità e ai limiti psico fisiologici dell’uomo In ambito ospedaliero: l'aspetto centrale nell'approccio ergonomico alla movimentazione dei pazienti riguarda le strategie proponibili per prevenire l'insorgenza di patologie del rachide negli operatori sanitari esaminando quindi i fattori di rischio, che possono provocare l'insorgenza di lombalgia, in rapporto alla movimentazione di oggetti in generale e di pazienti in particolare. — > Gli studi ergonomici prendono in considerazione i fattori di rischio sopra descritti, cercando di offrire soluzioni efficaci e agevolmente realizzabili, al fine di tutelare la salute degli operatori. ➔​ operare secondo la concezione di ergonomia significa ottimizzare le attività lavorative, le condizioni ambientali, le posture e le modalita di sollevamento e trasporto dei carichi, le attrezzature, alle esigenze psicofisiche ed alle caratteristiche individuali dell'uomo Ergonomia significa assumere dei comportamenti sicuri capaci ed efficaci per muovere e muoversi in sicurezza DECRETO LEGISLATIVO D.L.81/08 TITOLO VI MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI (MMC) ​ la norma UNI ISO 11228-1 ​ la norma UNI EN 1005 Operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico. ​ Obblighi del datore di lavoro: misure organizzative e mezzi appropriati, formazione e informazioni, attrezzature adeguate e istruzioni d'uso ​ Fattori che rappresentano le criticità: caratteristiche del carico, sforzo fisico richiesto, caratteristiche dell'ambiente di lavoro, esigenze connesse all'attività, fattori individuali di rischio Metodi INDEX E NIOSH : coefficienti che danno il grado di rischio nell’effettuare una manovra o caratteristiche dell’ambiente VENGONO PREVALENTEMENTE UTILIZZATI: ​ PER ACCRESCERE L'INDIPENDENZA (OVE POSSIBILE) ​ PER MANTENERE LA DIGNITÀ DEL PAZIENTE ​ PER ELIMINARE O MINIMIZZARE I RISCHI ASSOCIATI ALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI NON AUTOSUFFICIENTI Alcuni macchinari per gli ausili -​ Sollevatore Movimentazione di pazienti gravi (non collaboranti) o pesanti Incolla slide -​ Cinture ergonomiche servono da presa quando il paziente è a sedere e serve un minimo aiuto per farlo alzare -​ Tavole sagomate = facilitano i passaggi da carrozzina a letto o wc o automobile , si usa per pazienti parzialmente collaboranti con sufficiente controllo del tronco -​ Tavole a rullo o roller : dentro alla tavola sagomata vi sono i roller che servino a far scruvolare il paziente -​ Disco rotante : due dischi che ruotano l’uno sull’altro e sono antiscivolo e permettono la rotazione totale del busto della persona -​ Letto ergonomico : è smontabile, le ruote sono piroettanti, ci sono le sponde (che possono essere tolte), si regola in altezza -​ Carrozzine : braccioli estraibili o ribaltabili; poggiapiedi estraibile o piegabile; TECNICHE DI MOVIMENTAZIONE 1.UTILTILARE ABBIGLIAMENTO ADEGUATO 2, CREARSI LO SPAZIO ADEGUATO 3. VALUTARE LA COLLABORAZIONE DEL PAZZENTE 4. ALLARGARE LA BASE D'APPOGGIO 5. PIEGARSI SULLE GINOCCHIA 6. MANTENERE LA ZONA LOMBARE IN LIEVE ESTENSIONE (ALLINEAMENTO DEI CORPI VERTEBRALI) 7. UTILIZZARE GLI ARTI SUPERIORI E INFERIORI AL POSTO DELLA SCHIENA 8. EVITARE MOVIMENTI DI ROTAZIONE ED INCLINAZIONE LATERALE 9. TENERE IL PESO VICINO AL CORPO 10, UTILIZZARE PUNTI DI PRESA SPECIPICI 11. SFRUTTARE IL PESO DEL PROPRIO CORPO 12. SINCRONIA FRA OPERATORI SOLLEVAMENTO DI UN PESO > AVVICINARSI AL PESO E STARE CON LE GAMBE LEGGERMENTE DIVARICATE > FLETTERE LE GINOCCHIA E CERCARE DI TENERE LA SCHIENA DRITTA > SOLLEVARE PESI PESANTI CON TUTTI E DUE GLI ARTI E, QUANDO NON È POSSIBILE, ALTERNARNE IL TRASPORTO SPOSTAMENTO VERSO LA TESTATA DEL LETTO PZ NON COLLABORANTE CON IL TELO AD ALTO SCIVOLAMENTO O LA TRAVERSA ​ Operatori posizionati ai lati del letto con le ginocchia flesse e la schiena diritta ​ Presa della traversa o del telo ad alto scivolamento ​ Avvio del movimento sincrono e coordinato PZ NON COLLABORANTE SOLLEVAMENTO PARALLELO ​ Operatori ai lati del letto con le ginocchia flesse e la schiena diritta ​ Braccia a monte sotto le spalle del paziente e a valle sotto il bacino ​ Spostamento verso la testata con movimento sincrono. PZ SEDUTO SUL LETTO ​ Paziente seduto sul letto con il tronco flesso in avanti ​ Ciascun operatore pone un ginocchio sul letto ed effettua una presa crociata sulle braccia del paziente, mentre l'altra mano sorregge le gambe sotto il cavo popliteo ​ Da questa posizione si spinge il paziente verso la testata del letto. PZ COLLABORANTE O PARZIALMENTE COLLABORANTE PRESA SCAPOLARE ​ Operatore posizionato alla testa del paziente con ginocchio sul letto e mani con presa sulle scapole del paziente ​ Paziente con uno o entrambi gli arti inferiori flessi e presa del triangolo ​ Il paziente e l'operatore compiono la manovra simultaneamente verso la testata. SPOSTAMENTO VERSO IL BORDO DEL LETTO PZ NON COLLABORANTE TELO AD ALTO SCIVOLAMENTO O TRAVERSA ​ Operatori posti ai lati del paziente ​ Con movimento sincrono e coordinato, viene effettuato lo spostamento verso il lato desiderato SPOSTAMENTO PARALLELO ​ Operatori posizionati dal lato verso il quale deve essere spostato il paziente ​ Un operatore posiziona il braccio a monte sotto le spalle e quello a valle sotto la zona lombare ​ Il secondo operatore pone il braccio a monte sotto i glutei e quello a valle sotto il polpaccio ​ Gli operatori spostano il paziente simultaneamente verso il bordo del letto SPOSTAMENTO BACINO-SPALLE ​ Paziente con ginocchia flesse e bacino sollevato ​ Operatore posizionato dal lato del trasferimento con un ginocchio sul letto facilita il paziente prima accompagnandolo nello spostamento del bacino, poi, accompagnandolo nello spostamento delle spalle verso il bordo del letto. TRASFERIMENTO LETTO- BARELLA ​ Avvicinare il paziente al bordo del letto e inserire la tavola a rullo (roller) facendo ruotare lo stesso in decubito laterale ​ Un operatore spinge il paziente a livello dei cingoli scapolare e pelvico ​ l'altro operatore, con l'eventuale aiuto di una traversa preventivamente inserita sotto il paziente, tira verso il lato del trasferimento. MOVIMENTAZIONE DA SUPINO A DECUBITO LATERALE OPERATORI OMOLATERALI ALLO SPOSTAMENTO ​ Posizionare le braccia del paziente al centro del corpo in modo che non rimangano schiacciate durante la rotazione ​ Flettere le gambe del paziente ​ Gli operatori eseguono il movimento con una leggera trazione a livello della cresta Iliaca e della scapola. Laboratorio 14/01/2025 COMPETENZA RELAZIONE INFERMIERISTICA C’è una legge la 219 del 2017 che dà la possibilità alle persone di dichiarare come vogliono condurre il loro fine vita, come vogliono essere trattate (fare una giusta morte); in questa legge c’è sviluppato il tema del tempo di relazione e tempo di cura, articolo 4 del codice deontologico. L’infermiere imposta il suo lavoro sulla relazione, il nostro paziente è l’attore principale ed ha il diritto e la responsabilità di prendere decisioni, noi dobbiamo avere la possibilità di creare un confronto col paziente, quando tutto questo viene creato col paziente, si chiama “ relazione di cura o relazione di aiuto” Codice deontologico: serie di articoli che ci indirizzano sul nostro operato, su come un infermiere deve lavorare. Questo codice è uno strumento fondamentale per gli infermieri che non è l’identità professione ( non basta per valutarci come buoni professionisti) perché la nostra identità professionale è data anche dalle conoscenze scientifiche e quelle personali. Tutto questo parte dal patto infermiere-cittadino (accordo che avviene tra la cittadinanza e gli operatori socio sanitari) e questo patto ha come scopo quello di creare una relazione di aiuto tra infermiere e l’utente. Il codice deontologico è composto da almeno metà degli articoli che riguardano la relazione. Ciò significa che non basta saper muovete le mani ma si estende a coprire anche quella spirituale, psicologica, si parla infatti di interventi autonomi di natura tecnica, relazionale ed educativa. Gli interventi che rientrano nella sfera relazionale sono degli interventi personalizzati (ossia noi eroghiamo una assistenza personalizzata, la persona che ci troviamo di fronte non è uguale a nessun altro pur avendo la stessa patologia.) Per relazione di aiuto intendiamo un rapporto asimmetrico (non siamo alla pari come ruoli) non paritario cioè, tra un soggetto che per maturità, salute, conoscenza capacità SLIDE È una relazione che creiamo in maniera professionale con un altra persona Veri e propri interventi di di natura relazionale -​ ascolto attivo: prestare attenzione e dare significato ai messaggi della persona, verbale e non -​ Potenziamento del coping : aiutare il cliente a far fronte ad agenti di stress -​ Supporto emotivo : fornire rassicurazione,accettazione e incoraggiamento in momento di stress ASCOLTARE : è dato dalla capacità di comprendere una prospettiva diversa dalla propria, di considerare le caratteristiche dell’altro e i suoi attributi di ruolo, Slide ASCOLTO ATTIVO : richiede la capacità di ascoltare veramente l’altro e non solo nelle parole ma nell’ insieme del suo essere nella relazione. È importante cogliere quanto dice l’altro dimostrando di averlo compreso con riformulazioni,sottolineando gli aspetti che sembrano significativi Inserire delle domande, rispettare le pause dell’altro. -​ adatttarsi allo stile comunicativo dell’utente evitando di imporre il proprio -​ Accogliere il messaggio così da come arriva evitando correzioni di scorrettezze grammaticali, ortografiche e sintattiche Sono molte le occasioni in cui non ascoltiamo, sembra ma in realtà non stiamo ascoltando ​ Si ascolta solo ciò che si vuole sentire ​ Si pensa a cosa dirà ​ Si cambia troppo rapidamente mostrando disinteresse ​ Non viene praticato un ascolto attivo Comportamenti coerenti di chi ascolta -​ formula domande specifiche -​ Lasciar parlare e concludere -​ Approfondire i fatti -​ Chiedere conferma sulle proprie percezioni -​ Apprezzare contributi utili Comportamenti incoerenti di chi ascolta -​ controbattere -​ Cercare auto conferme personali -​ Giustificare -​ Rinunciare al disaccordo -​ Subire informazioni errate Per fare tutto questo l’individuo deve imparare ad avere un atteggiamento ASSERTIVO : singhifica che di sicuro non deve essere un atteggiamento passivo e tantomeno non deve essere un atteggiamento aggressivo, quindi il nostro atteggiamento per una buona relazione e comunicazione è un comportamento assertivo. Essere assertivi significa essere padroni di se stessi. Essere assertivi significa: -​ Avere un contatto oculare diretto,discreto -​ Espressione facciale ( plastica (che si modella ) espressiva e corrispondente -​ Tono di voce: sicuro, modulato, congruente alla comunicazione verbale -​ Postura: spalle dritte e andatura risoluta -​ Gestualità: aperta e cordiale -​ Distanza interpersonale: contatto facilitato,rispetto e simpatia -​ Imparare a dire no, la capacità di porre limiti chiari è fondamentale per mantenere il proprio benessere emotivo -​ È importante imparare a gestire le emozioni e il conflitto in modo costruttivo -​ Empatia : significa entrare

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