Filologia Germanica - Studio delle Lingue Germaniche PDF

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Università degli Studi di Padova

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Questo documento esplora la filologia germanica, una scienza incentrata sullo studio delle lingue germaniche antiche e delle loro attestazioni scritte. Vengono analizzate le lingue coinvolte, come inglese, tedesco e altre, e la loro storia. Si discute inoltre dell'approccio interdisciplinare alla materia, utilizzando fonti archeologiche e linguistiche per ricostruire la realtà storica.

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FILOLOGIA Filologia = onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, trarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un’arte e una perizia di ora della parola, che deve compiere un nissimo attento lavoro e non raggiunge nulla se non...

FILOLOGIA Filologia = onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, trarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un’arte e una perizia di ora della parola, che deve compiere un nissimo attento lavoro e non raggiunge nulla se non lo raggiunge lento. Per una tale arte non è tanto facile sbrigare una qualsiasi cosa, essa insegna a leggere bene, cioè a leggere lentamente, in profondità, guardandosi avanti e indietro, non senza secondi ni lasciando porte aperte, con dita e occhi delicati. (Nietsche) FILOLOGIA GERMANICA Filologia germanica = scienza che si occupa dello studio delle lingue germaniche antiche e delle loro attestazioni scritte = scienza dei testi, studia le manifestazioni letterarie delle lingue (e delle culture) considerate. Le lingue coinvolte = inglese, tedesco, olandese, frisone, danese, svedese, norvegese, islandese, gotico e longobardo Filologo germanico : si deve basare sulle fonti scritte pervenuteci dai periodi antichi, non abbiamo più parlanti nativi : a partire dal testo studia la lingua e la cultura delle popolazioni germaniche. I “GERMANI” “Germani” = insieme di popolazioni parlanti lingue che derivano da una radice comune. (Giulio Cesare, de bello gallico). Assieme ai Celti (o Galli), sono stati per secoli in contatto con l’impero romano, per il quale, costituivano una minaccia ai con ni settentrionali e una risorsa nei tempi di pace. (Publio Cornelio Tacito, De origine et situ Germaniae) Germani : in tempi molto più recenti sono stati resi oggetto di ricostruzioni pseudo-storiogra che e mitiche volte a consolidare l’ideale nazionalista che nacque nell’800 con il Romanticismo tedesco. Germani : associabili a una serie di società etnicamente disomogenee disseminate sul territorio centro-settentrionale europeo, che, dalla 2˚ metà del 1˚ millennio a.n.e., concorsero a formare agglomerati uidi, interagendo in misura non accertabile con i Celti e, più tardi, con i Romani. Storici e gli intellettuali romantici : li de niscono come un’entità etnica e culturale ben distinta e identi cabile Studiosi moderni : molte meno certezze al riguardo. Germanico = lingua a sé stante/ben caratterizzata rispetto alle altre lingue dell’antichità, il dato archeologico dimostra una situazione molto uida, che non favorisce a atto l’identi cazione di una etnia propriamente germanica. Marco Battaglia : “I Germani. Genesi di una cultura europea”, Roma Cultura “germanica” : resta valore largamente ttizio che copre una molteplicità di manifestazioni limitate alla condivisione di singoli elementi. Schutzsta el (squadre di protezione) = simbolo deriva dalla doppia runa ᛇ, chiamata Sig, “vittoria”. Ideale dell’uomo ariano = caratteristiche siche descritte da Cesare e da Tacito riguardo ai guerrieri germanici. DA DOVE PROVENIVANO? Punto di origine = “cerchia nordica”, area corrispondente alla zona costiera del Mare del Nord, la Danimarca e nella parte meridionale della penisola scandinava. Da quest’area : avuto inizio la migrazione di vari gruppi che avrebbero dato vita alle popolazioni germaniche. APPROCCIO INTERDISCIPLINARE Filologia : materia multidisciplinare che si avvale di diversi approcci al ne di permettere una ricostruzione il più fedele possibile alla realtà storica (Archeologia/Linguistica) LE FONTI ARCHEOLOGICHE Siti archeologici = testimoniano il passaggio di determinati gruppi etnici in un determinato territorio o fenomeni di contatto (commerciale o bellico) tra le varie popolazioni. Manufatti recanti iscrizioni (pietre, oggetti) = molto numerosi e testimoniano l’uso da parte dei Germani della scrittura runica dal II sec. d.C. no al XIII sec. fi ff fi fl fi fi fi fi ff fi fi fi fl fi fi fi LO STUDIO DEL GERMANICO Romanticismo : mirava alla riscoperta delle radici popolari delle culture europee, in contrasto con l’egemonia del modello classico greco e romano. Eminenti linguisti : iniziano a studiare le origini delle lingue, individuando una forma primigenia da cui quasi tutte le lingue dall’India all’Europa sarebbero derivate. L’indoeuropeo. IL GERMANICO: LINGUA RICOSTRUITA Non disponiamo di testimonianze scritte in germanico. Come facciamo a conoscere le caratteristiche di questa lingua? Studiando le lingue germaniche a ritroso : si può notare che sembrano convergere sempre più verso un antenato comune. Più si risale nel tempo = più evidenti si manifestano caratteristiche comuni alle varie lingue germaniche, che spingono gli studiosi a identi carle come tratti propri della loro lingua madre (Germanico, che esiste solo a livello teorico, è sempre segnalata con un *). PERCHÉ STUDIARE LA LINGUISTICA GERMANICA? Ricostruzione linguistica : molto utile a chi studia le lingue straniere del ceppo germanico perché solo in questo modo si comprendono determinati fenomeni che vengono tradizionalmente etichettati come “eccezioni” o “irregolarità”. ingl. mouse > pl. mice vs. *mouses / ingl. foot > pl. feet vs. *foots / ingl. child > pl. children vs. *childs LINGUE GERMANICHE Linguistica Germanica : si occupa dello studio delle lingue moderne e delle lingue antiche e del loro sviluppo storico. LE LINGUE GERMANICHE NEL CONTESTO INDOEUROPEO Lingue germaniche antiche e moderne : appartengono alla famiglia delle lingue germaniche, che vede il Germanico come lingua ricostruita e non attestata Germanico : costituisce un’ipotesi di lavoro e di cui non abbiamo alcuna prova della sua e ettiva esistenza, si risale attraverso la comparazione linguistica. Famiglia lingue germaniche : rientra nella più grande famiglia delle lingue indoeuropee (ha indoeuropeo come lingua ricostruita e non attestata) LE LINGUE INDOEUROPEE NB : non tutte le lingue “sorelle” del germanico sono note (o ipotizzate) attraverso la ricostruzione linguistica. Latino e Greco = stesso livello del Germanico rispetto all’indoeuropeo, ma attestazioni numerosissime. Celtico = ricostruito alla pari del Germanico. LA RICOSTRUZIONE DEL GERMANICO: COME FUNZIONA? Confronto termini di 2 lingue germaniche moderne (inglese e tedesco) : somiglianze evidenti. ingl. man ted. Mann “uomo” / ingl. (To) sing ted. singen “cantare” / ingl. mouse ted. Maus “topo” Somiglianze : evidenziate a livello lessicale, fonetico-fonologico e morfologico. Di erenze : alcune/piccole che ci fanno capire che non siamo di fronte alla stessa lingua. Lingue Germaniche : collegate tra loro geneticamente e quindi, attraverso metodo comparativo, si può giungere a ricostruire le forme del germanico. LA RICOSTRUZIONE DEL GERMANICO: LE LEGGI FONETICHE Aspetto fonetico = più rilevante nella comparazione indoeuropeo/germanico, e germanico/lingue germaniche. Formulazione di leggi fonetiche : che avrebbero regolato l’evoluzione delle lingue nel corso della storia. Legge fonetica = descrizione e la formalizzazione a posteriori di una serie regolare di corrispondenze a livello fonetico. E cacia comparazione linguistica : necessario che confronto sia tra termini corrispondenti/di signi cato/di radice. Radice = elemento indivisibile che esprime il signi cato di una parola. ffi ff fi fi ff fi 1 Got. Aisl. Ags. Aat. Germ. a) fadar faðir fæder fatar *faðer “padre” b) fōtus fótr fōt fuoz *fōtuz “piede” Confronto 1˚ consonante: f- per tutte le lingue > germ. *f- Confronto vocale radicale: a) solo ags. presenta un esito particolare in æ < germ. *a b) solo aat. presenta un esito particolare in uo < germ.*о̄ Secondo la legge della maggioranza : si ricostruisce il fonema attestato più frequentemente. Gli esiti particolari sono da ricondurre a fenomeni tipici di quella determinata lingua, che verranno studiati singolarmente. Confronto della 2˚ consonante: b) solo aat. presenta un esito particolare in z < germ. *t a) gli esiti sono di erenti nelle varie lingue; studi più approfonditi ipotizzano germ. *ð, corrispondente al got. (la gra a qui è fuorviante) e aisl. 2 Germ. Gr. Lat. Sanscr. IE. *fōtuz pódia pes, pedis pād- *PŌ’DS Confronto della 1˚ consonante: mentre gr. e lat. condividono p, germ. ha *f, esito di un fenomeno che vedremo a breve. Confronto della 2˚ consonante: mentre gr. e lat. condividono d, germ. ha *t, esito di un altro fenomeno. Conclusione : Germanico, pur essendo una lingua indoeuropea, sviluppa a livello fonetico delle caratteristiche proprie, che lo distinguono dalle altre lingue. ALCUNI ACCENNI TEORICI Prime teorie linguistiche comparative = XIX sec. August Schleicher (“teoria dell’albero genealogico”) = approccio “genetico”, lingue di una stessa famiglia sono fatte risalire ad un antenato comune. Rappresentazione però troppo rigida e non tiene conto dello sviluppo delle lingue anche alla luce della di usione dei fenomeni linguistici nello spazio, attraverso i contatti fra parlanti diverse lingue. Neogrammatici = hanno formalizzato ulteriormente i rapporti genealogici tra le varie lingue e sono giunti a determinare una serie di leggi. Jacob Grimm ha formalizzato la 1˚ Mutazione consonantica (Erste Lautverschiebung) e la 2˚ Mutazione consonantica (Zweite Lautverschiebung).Nonostante la loro rigidità, queste leggi sono tuttora utilizzate per spiegare i fenomeni fonetici delle varie lingue e hanno funto da base per approfondimenti o correzioni. Per il germ., ad esempio, Karl Verner ha formulato una legge che spiega esiti della 1˚ Mutazione consonantica che inizialmente parevano costituire eccezioni o irregolarità. Johann Schmidt = proposto la “teoria delle onde” (Wellentheorie, 1872), che prende in considerazione lo sviluppo e il di ondersi dei fenomeni linguistici nello spazio attraverso fenomeni di contatto. Come un sasso che lanciato nell’acqua produce cerchi che si allargano sempre di più e contemporaneamente perdono forza, così secondo Schmidt si produrrebbero e propagherebbero i fenomeni linguistici. Più si è vicini al centro, più il fenomeno è forte; più ci si allontana, più i suoi e etti si indeboliscono no a scomparire. Isoglosse : aree in cui questi fenomeni si veri cano, e possono intersecarsi tra una lingua e un’altra. Esempio 1 : Caduta della nasale con allungamento vocalico di compenso Isoglossa del Mare del Nord: ags. fīf > ingl. ve MA aat. mf > ted. fünf got. mf < germ. *fem Eempio 2 Rotacismo Isoglossa del germanico nord-occidentale: germ. *z > r ags. deor > ingl. deer aat. tior > ted. Tier MA got. dius < germ. *dheus ff fi ff ff fi fi fi fi ff fi fi “teoria del sostrato” : postula l’in uenza di lingue preesestenti su quella dominante, parlata dalle popolazioni che si sono insediate in un dato territorio. Sulla base di questi ultimi due approcci, ormai si tende ad adottare una prospettiva che vede il germanico non più come una lingua unitaria e indi erenziata da cui si sarebbero distinte le lingue germaniche antiche, ma come un insieme di varietà dialettali. I fenomeni comuni sarebbero da attribuire a un periodo in cui le varie popolazioni vissero in stretto contatto nella cerchia nordica. CARATTERISTICHE DEL GERMANICO 1˚ Mutazione Consonantica / Rizotonia / Vocalismo (breve e lungo) / Verbi deboli / Innovazioni lessicali (ingl. hand, ted. Hand; ingl. blood, ted. Blut; germ. *līka, “corpo”, come su sso per formazione di aggettivi o avverbi ingl. –ly; ted. –lich) LA RICOSTRUZIONE DEL GERMANICO: LE LINGUE GERMANICHE ANTICHE 2500 a.C : popolazioni indoeuropee si stabiliscono in modo de nitivo nella cerchia nordica. Periodizzazione di Frans Van Coetsem: Proto-Germanico , Germanico Comune , Lingue Germaniche Germanico Orientale : Gotico = 1˚ lingua germanica attestata, IV sec. d.C., vescovo Wul la traduce Bibbia dal greco. Germanico settentrionale : Antico nordico = l’unica lingua attestata nella fase antica. Testimonianze sono comunque molto tarde (XII-XIII sec.), anche se fanno riferimento a testi molto più antichi tramandati no a quel momento per via orale. Esistono anche delle testimonianze molto più antiche, scritte in caratteri runici, prodotte dal V sec. d.C., molto importanti per ricostruire la fonetica e la morfologia delle fasi più antiche delle lingue germaniche. Germanico occidentale : Antico inglese, Antico alto-tedesco, Antico sassone IL CONSONANTISMO DEL GERMANICO Il sistema consonantico indoeuropeo era strutturato come segue: COMPARIAMO LE VARIE LINGUE a) Fish have no feet / b) Fische haben keine Füße / c) Fiskar har inga fötter a) I pesci non hanno piedi / b) Les poissons n’ont pas de pieds / c) Los peces no tienen pies 1˚ MUTAZIONE CONSONANTICA (ERSTE LAUTVERSCHIEBUNG) / 1˚ LEGGE DI GRIMM Mutazione fondamentale nel Germanico Occlusive indoeuropee > germaniche mutando il modo di articolazione, ma mantenendo il luogo di articolazione. I isoglossa Indoeuropeo occlusive sorde > germanico fricative sorde /p/ /f/ /t/ /θ/ /k/ /x/ Esempio: indoeuropeo PISK- > germanico * sk-az “pesce” L’occlusiva labiale sorda dell’indoeuropeo diventa in germanico fricativa labiale sorda L’occlusiva labiale sorda dell’indoeuropeo si conserva in lat. piscis e poi in it. pesce In germanico il nesso SK non subisce mutazione ff fl fi ffi fi fi fi N.B. Non subiscono la mutazione i nessi SP, ST, SK (occlusiva sorda preceduta da spirante). Esempio: ie. STER- germ. *sternon > ingl. star, ted. Stern II isoglossa Indoeuropeo occlusive sonore aspirate > 1. germanico occlusive sonore (posizione iniziale, dopo nasale) 2. germanico fricative sonore (altre posizioni) 1. occl. sonore 2. fricative sonore /bh/ /b/ /ß/ /dh/ /d/ /ð/ /gh/ /g/ /γ/ Esempio: indoeuropeo BHRATER < germanico *broþar L’occlusiva sonora aspirata diventa occlusiva sonora perché in posizione iniziale L’occlusiva sorda diventa fricativa dentale sorda (I isoglossa) III isoglossa Indoeuropeo occlusive sonore > germanico occlusive sorde /b/ /p/ /d/ /t/ /g/ /k/ Esempio: indoeuropeo DUO- > germanico *twa- “due” L’occlusiva dentale sonora dell’indoeuropeo diventa in germanico occlusiva sorda dentale sorda L’occlusiva dentale sonora dell’indoeuropeo si conserva in lat. duo e poi in it. due Germanico *twa- > ags. twegen (che continua nell’ingl. two). In aat., invece, l’occlusiva dentale sorda subisce la seconda mutazione consonantica con esito zwene (che continua nel ted. zwei) Cfr. it. dieci ingl. ten it. dente ingl. tooth it. domare ingl. tame Ad un’analisi complessiva, si può notare come questi fenomeni portino ad un riaggiustamento del sistema consonantico: alcuni fonemi, mutati per motivi sconosciuti, determinano la trasformazione di altri per ristabilire l’equilibrio La III isoglossa si veri ca per riequilibrare un sistema che aveva perso temporaneamente le occlusive sorde (I isoglossa), mentre i cambiamenti determinati dalla II isoglossa servono ad eliminare la serie di aspirate sonore (non più produttivo) introducendo fricative sonore e ristabilendo la serie di occlusive sonore persa nella III isoglossa. Questa dinamica di riaggiustamento è stata individuata da André Martinet nel secolo scorso. Per questo il fenomeno è anche detto rotazione consonantica, che rende in modo più e cace il ted. Lautverschiebung. DATARE LA 1˚ MUTAZIONE CONSONANTICA La Pietra di Einang (Norvegia), datata al IV secolo, riporta già gli esiti della 1˚ Mutazione Consonantica: “Ek goðagastiz runo faihido” “Io Godagast scrissi/dipinsi le rune” ek < ie. *EGO (lat. ego) faihido < ie. *POIKO- (gr. poikìlos) Sulla base di alcune fonti documentarie, però, possiamo stabilire una data anteriore per lo sviluppo della 1˚ Mutazione Consonantica: Cesare, De bello gallico, IV: “silva [...] que appellatur Bacenis” fi ffi Bacenis < germ. *bak- (faggio, ingl. beech) < ie. *BHAG- (lat. fagus) II isoglossa 1˚ Mutazione Consonantica Studi linguistici più approfonditi registrano questo cambiamento tra il V e il III secolo a. C MA Perché alcune ricostruzioni non coincidono con la legge fonetica? lat. pater ingl. father /ð/ e NON /θ/ germ. *faðer > got. fadar, aisl. faðir, ags. fæder, (aat. fatar “padre”) Ie. PƎTḖR gr. pat ’r , lat. pater LEGGE DI VERNER Complementare alla 1˚ Mutazione Consonantica, questa legge (Karl Verner 1877) postula che: le occlusive sorde dell’indoeuropeo (P, T, K) e la sibilante S danno esito in germanico di fricative sonore, se si trovano all’interno di parola, in contesto sonoro e se l’accento originario non cadeva sulla sillaba precedente. Questo fenomeno doveva quindi essere avvenuto quando l’accento era ancora mobile e non rizotonico (periodo “protogermanico”). 1˚ MUTAZIONE CONSONANTICA E LEGGE DI VERNER ESERCIZIO lat. pes, pedis – germ. *? > ingl. ?, ted. ? lat. tu – germ. *? > ingl. mod. ? lat. cornu, cornus – germ. *? > ingl. ?, ted. ? lat. labeus – germ. *?- > ingl. ?, ted. ? lat. genus, generis – germ. *? > ags. cyning (colui che appartiene alla stirpe) > ingl. ?, ma anche got. qino “donna” e ingl. cwene > ingl. ? I GERMANI: CHI SONO? Sulla patria originaria dei Germani ci dà notizia già Giordane nella sua Storia dei Goti (Getica, VI sec.), che de nisce la Scandinavia (“Scandzia”) come “un’o cina di genti, una culla di popoli” (4.25). Secondo lo storico Reinhard Wenskus (1961), piuttosto che di etnia, stirpe o popolo, sarebbe più opportuno parlare per i Germani di un “nucleo di tradizione”, che avrebbe sviluppato alcune caratteristiche linguistiche e culturali proprie. La cerchia nordica coincide grosso modo con la zona in cui si sviluppò tra il VI e il I secolo a.C. la cosiddetta cultura di Jastorf, che rivela in uenze evidenti con le culture più meridionali (La Tène, Halstatt e Przeworsk). Secondo alcuni studiosi, proprio qui si sarebbe sviluppata la 1˚ Mutazione consonantica. Cesare ci fornisce una descrizione dei Germani (o di parte di essi) che avrebbe in uenzato la visione romantica di ne Ottocento (De bello gallico, 4.1). fl ē ffi fl fi fi Gli antichi etnogra davano una spiegazione precisa tanto delle caratteristiche siche dei Germani, quanto della loro numerosità. LA SOCIETÀ GERMANICA Data la scarsità di indizi archeologici e la mancanza di fonti scritte dirette, non è possibile fornire un quadro preciso delle caratteristiche della società germanica. Ciò che sappiamo per certo è che il sistema sociale germanico era organizzato (o meglio, suddiviso) in clan tribali, spesso in lotta tra loro ma talvolta soggetti a conquista o assorbimento da parte di altri. Gli storici antichi fanno riferimento alla gura del rex, che designa però quello che sembra essere più un condottiero che un leader politico. Cesare de nisce il suo nemico Ariovisto come rex Germanorum (De bello gallico, 1.31). I miti di fondazione di popoli o di insediamento germanici fanno sovente riferimento ad una mitica coppia (probabilmente un tòpos di origine indeoeuropea): Hengest e Horsa per gli Anglosassoni Ibor e Agio per i Longobardi Raos e Raptos per i Vandali (la migrazione verso l’Africa fu guidata da Gunderico e Genserico) In Cesare e Tacito leggiamo che non esistono strati cazioni sociali marcate. Non vi erano élite ricche né esisteva la proprietà terriera, essendo tribù fondamentalmente nomadi. Sembra vigesse una sorta di distinzione tra potere politico e militare, che dà vita ad una diarchia di tipo elettivo. Il capo militare veniva eletto per le sue gesta. La giustizia veniva amministrata dai sacerdoti, non secondo un sistema legislativo codi cato ma per consuetudini o per ispirazione divina (Tacito, Germania, 7). Tuttavia, altrove (Germania, 13) Tacito fa riferimento al lignaggio come elemento a favore della progressiva formazione di una forma di potere ereditaria. LA SIPPE Un istituto fondamentale della società germanica è costituito dalla famiglia o, usando una terminologia speci ca nel campo della lologia germanica, Sippe. Questi clan famigliari costituiscono i nuclei originari dei gruppi germanici; il termine rappresenta un sinonimo di “parente, parentela”. Si tratta di un sostantivo germanico che esprime consanguineità. ags. sibb “rapporto (di parentela)”, aat. sipp(e), “consanguineità” La dea Sif, moglie di Thor, è la protettrice della famiglia. Il legame famigliare è un concetto centrale nella società germanica. Tacito fa riferimento al mito di origine dei Germani, i quali (secondo lui) vantano una discendenza divina comune. Il valore del vincolo famigliare si rivela anche nell’istituto della faida (Tacito, Germania, 21), cioè la vendetta di sangue. Questo che diventerà un vero e proprio istituto giuridico sarà successivamente modi cato tra le popolazioni germaniche attraverso la pratica del guidrigildo (wer-geld = “il valore monetario di un uomo”). Un ruolo molto importante nella società germanica è giocato dalla donna (Tacito, Germania, 7; 8). IL CONSIGLIO Tacito : ci parla di un’istituzione assembleare di tipo oligarchico che sembra richiamare il senatus già citato in Cesare. Questo consiglio, formato dalle gure di spicco del gruppo sociale, sarà mantenuto anche tra le popolazioni scandinave con l’istituto del Thing. La Rupe del Consiglio (Thingvellir), in Islanda. Il Thing islandese : considerato la forma parlamentare più antica del mondo (Ancora oggi parlamento islandese = Thing). Nell’anno 1000 da questa rupe gli Islandesi hanno deciso la conversione al Cristianesimo. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi IL COMITATUS Comitatus = Tacito racconta di un altro istituto, di tipo militare Secondo gli studiosi : nascita di questo istituto determinato da un cambiamento nella società germanica da un tipo di economia agricola/pastorale a militare. Questo si ripercuoterà anche sull’aspetto religioso. Struttura di tipo clientelare : un soldato entra al servizio di un capo e da esso riceve premi e ricompense a seconda del suo comportamento sul campo di battaglia. Generosità del capo = elemento che frequentenella letteratura (epica o celebrativa) germanica. Hrothgar = re dei Danesi che Beowulf libererà da Grendel, è spesso de nito beahgiva, “donatore di anelli”. L’ACCENTO Accento : in indoeuropeo prevalentemente musicale e con posizione variabile, funzione distintiva a livello morfologico / lessicale. (It. meta vs. metà : il loro signi cato si distingue per la posizione dell’accento) Nella sua fase più antica (“protogermanico”) : germanico conservava ancora una posizione variabile, come visto con la Legge di Verner. In un periodo successivo (“germanico comune”) : l’accento si ssa sulla sillaba radicale e diviene di tipo espiratorio/ intensivo = Rizotonia, fenomeno caratteristico delle lingue germaniche moderne Fissazione dell’accento sulla sillaba radicale non signi ca che l’accento si trovi sempre nella prima sillaba di una parola: ingl. gìve, for-gìve, for-gìve-ness L’ACCENTO: CONSEGUENZE Rizotonia : causa la progressiva perdita di forza articolatoria nelle sillabe successive. Livello fonetico : modi cazioni della pronuncia delle vocali in sillaba tonica e atona. Livello morfologico : progressiva scomparsa dei su ssi. Comporta la trasformazione a vari livelli delle lingue germaniche da lingue sintetiche (casi) a lingue analitiche. Livello stilistico : la poesia germanica è caratterizzata dall’allitterazione (ripetizione di un suono in posizione iniziale di parola all’interno di un verso) IL VOCALISMO Teniamo presente il triangolo vocalico: /i/: palatale alta /e/: palatale media /a/: centrale bassa /o/: velare media /u/: velare alta IL VOCALISMO NEL GERMANICO E NELLE LINGUE GERMANICHE Vocalismo in sillaba tonica (= accentata) Triangolo vocalico indoeuropeo Vocali brevi Vocali lunghe fi fi ffi fi fi fi Triangolo vocalico germanico (II-I sec. A.C.) Vocali brevi Vocali lunghe Evoluzioni : ie /o/ > germ. /a/ ie. /a:/ (ā) > germ. /o:/ (ō) ESERCIZI Data la forma indoeuropea, identi care la vocale radicale corrispondente in germanico: 1. ie. AGROS > *_kraz > ingl. acre : *akraz 2. ie. OKTO > *_hto > ted. acht : *ahto 3. ie. MĀTĒR > *m_ðer > ingl. mother : *mōðer 4. ie. MŪS- > *m_s > ingl. mouse : *mūs 5. ie. BHLŌ- > *bl_mon > ingl. bloom : *blōmon Date le forme nelle lingue germaniche, identi care la vocale radicale corrispondente in germanico: 1. got. sunus; aisl. sunr; ags, sunus; aat. sunus > germ. *_____ : *sunuz 2. got. swein; aisl. svín; ags. swin; aat. swin > germ. *_____ : *swina(n) 3. got. fadar; aisl. faðir; ags. fæder; aat. fatar > germ. *_____ : *faðer LA RELIGIONE È bene operare una distinzione tra le notizie che risalgono agli autori antichi e la codi cazione a posteriori che è stata proposta dagli autori scandinavi, che scrissero molti secoli dopo. Tacito : fornisce informazioni interessanti, di cui abbiamo qualche riscontro anche nell’attualità. I giorni della settimana: Martedì < lat. Martis dies —> Tuesday < ags. *Tiwas dæg (Tiw è una variante per Tyr) / Mercoledì < lat. Mercurii dies —> Wednesday < ags. Wodens dæg / Giovedì < lat. Iovis dies —> Thursday < ags. Thors dæg / Venerdì < lat. Veneris dies —> Friday < ags. *Friggs dæg Le principali fonti per la religione delle popolazioni germaniche: 1. Adamo da Brema, Gesta Hammaburgensis Ecclesiae Ponti cum (1070) 2. Saxo Grammaticus, Gesta Danorum (1185) 3. Edda poetica 4. Snorri Sturluson, Edda in prosa (1220) e Ynglinga Saga (1225) 5. Formule magiche in varie lingue germaniche (alcune molto antiche) LA COSMOLOGIA (SECONDO I MITI NORDICI) Dal nulla cosmico (Ginnungagap) la materia si concentra in Ni heimr (terra del freddo, a nord) e Muspellsheimr (terra del fuoco, a sud). L’incontro tra freddo e caldo genera il gigante Ymir e la mucca Auðumla. Dal ghiaccio salato di cui si nutre Auðumla nasce Buri che genera Borr. Quest’ultimo si unisce con la gigantessa Bestla e genera Odino, Vili e Vé. I 3 fratelli uccidono Ymir e le varie parti del suo corpo formano il mondo. Dalle sue sopracciglia nasce Miðgarðr, la “terra di mezzo” che si trova tra Ásgarðr e Ni heimr. L’universo è retto dal frassino Yggdrásill. LE DIVINITÀ Gli dei del pantheon germanico Asi: Odino, Frigg, Thor, Tyr, Heimdall, Loki = Vivono in Ásgarð e sono associati alla guerra e alla sovranità. fi fi fi fl fi fl Vani: Njörðr, Freyr, Freyja = Vivono in Vanaheim e sono associati alla magia e alla fecondità. Odino Considerato il padre degli dei e di tutta l’umanità (Allafaðir). Signore dalla magia e della conoscenza, autosacri cato impiccanadosi su Yggdrasil per 3 giorni per acquisire capacità magica e conoscenza delle rune. Ha ottenuto una grande saggezza dopo aver bevuto un sorso dalla fonte custodita dal gigante Mimir, in cambio di un occhio. Poiché ha sottratto dai giganti il sacro idromele che rende poeta chi lo beve, parla sempre in versi. La tradizione lo vuole vestito di un manto con cappuccio e con una folta barba, si aggira tra l’umanità come un viandante misterioso che dispensa saggezza. Dato che accoglie i guerrieri morti nella Valhalla, Odino è anche chiamato Valfaðir (“padre dei morti in battaglia”). La sua connessione con l’aspetto militare è evidente anche nel suo rapporto con lupi e corvi. Sarà divorato dal lupo Fenrir nel Ragnarök. Frigg Sposa di Odino, condivide con lui la regalità sugli dei e sugli umani. Di lei non si sa molto, ma assai nota è la sua costante infedeltà al marito. isl. Friggjarstjarna, pianeta Venere, in accordo con la interpretatio romana Thor É uno degli dei più amati e venerati nel pantheon germanico, agli inizi fu lui ad essere opposto al “Cristo bianco”. Principe degli Asi e per questo è anche chiamato Ásaþórr. Figlio di Odino, possiede il martello Mjöllnir, prodotto dai Nani, per usarlo deve indossare dei guanti di ferro. Ha anche una cintura della forza, che raddoppia la sua potenza divina. É il dio del tuono, come è chiaro anche dalla interpretatio romana. sved. thoråk (“Thor va sul carro”), “tuono” norv. toredønn (“fracasso di Thor”), “tuono” Arcinemico di Loki, che punisce e imprigiona in nome degli dei. Tyr Figlio di Odino, è il dio che presiede all’assemblea. Sul vallo di Adriano (Inghilterra) sono state trovate due iscrizioni dedicate a Mars Thingsus (“dio dell’assemblea”) nord. þing, “assemblea” dan. Tislund, “bosco di Tyr”, luogo dove si teneva l’assemblea Riesce ad incatenare il lupo Fenrir, ma a costo della sua mano destra. Heimdall Figlio di Odino, è il guardiano degli dei e di Ásgarð. Ha una vista ed un udito nissimi. Abita nei pressi dell’arcobaleno Bifröst, il ponte che collega il mondo terreno a quello divino. Conosce con esattezza il momento in cui avrà inizio la ne del mondo, poi so erà nel corno Gjallarhorn, il cui suono si sente in tutti i mondi. Loki Sebbene appartenga agli Asi, Loki è una gura controversa e ambivalente. Soccorre gli dei in momenti di pericolo ma è anche il nemico dell’ordine cosmico. Sarà lui a guidare le forze del male alla ne del mondo. Ha quattro gli: Hel, la custode del mondo infero; Fenrir, il lupo cosmico che ucciderà Odino alla ne del mondo; Jormurgand, il serpente che avvolge Miðgarð; e Sleipnir, il destriero di Odino. Per la sua natura, Loki non risulta oggetto di culto. Njörðr fi fi fi fi fi fi ffi fi Dio di spicco della famiglia dei Vani. Dopo la battaglia con gli Asi, fu mandato in ostaggio presso di loro. Secondo alcune leggende toccherà a lui succedere al trono di Odino dopo la morte di quest’ultimo. Padre di Freyr e Freyja, è la divinità dei mari. Tuttavia, Tacito sembra riferirsi proprio a lui quando accenna alla venerazione della dea Nerthus, patrona della fecondità. Freyr Dio della fecondità, governa la pioggia, lo splendore del sole e la ricchezza della terra. Era un dio molto venerato. Adamo di Brema riferisce di un tempio ad Uppsala dove Freyr (chiamato Fricco) veniva adorato assieme a Odino e a Thor. Freyja Secondo la leggenda, fu accolta tra gli Asi perché fu la prima a insegnare loro la magia. La sua propensione alla magia è evidenziata anche dal carro su cui viaggia, trainato da gatti (gli animali magici per antonomasia). A lei spetta la metà dei caduti in battaglia (l’altra metà, invece, è di Odino). Molto venerata, è patrona della fertilità e dell’amore carnale. LE RUNE Rune = forma di scrittura pseudo-alfabetica, di tipo prevalentemente epigra co, usata per redigere testi molto brevi. (preghiere, invocazioni, note di proprietà (o di produzione) di oggetto, antroponimi Uso : scomparirà con l’introduzione del Cristianesimo tranne in Scandinavia (sopravvivrà no al XIII), e in Inghilterra, dove restano alcune tracce molto interessanti. Carattere di sacralità delle rune è comprovato da alcuni importanti fattori, tra cui: 1. Etimologia, “run”, “runa” è un termine presente in tutte le lingue germaniche che signi ca “segreto, mistero, sussurro”, utilizzato specialmente in un ambito rituale-religioso. 2. Sono elementi preesistenti a Odino e di cui lui è il più grande conoscitore. 3. Il loro contesto d’uso. IL FUTHARK (fuþark) Futhark = alfabeto runico utilizzato in lingue germaniche antiche come il norreno e l'antico sassone. Composto da 24 caratteri : divisi in 3 gruppi di 8 rune ciascuno. Termine "futhark" : primi 6 caratteri dell'alfabeto runico (F,U,Þ,A,R,K), proprio come l'alfabeto latino IL CORNO DI GALLEHUS Corno d’oro, risalente al 400 circa. Rinvenuto nel 1734 in Danimarca, nel 1802 fu trafugato e fuso per recuperare il metallo prezioso. Fortunatamente ci restano varie riproduzioni, che registrano la presenza di un’iscrizione runica : “Ek Hlewagastiz Holtijaz horna tawido”: Io Hlewagastir di Holti feci il corno LAMA DI COLTELLO GIOCATTOLO, NORVEGIA Museo Archeologico di Bergen. “Hakon mi ha creato, ma il ragazzo mi possiede. Bard mi possiede. Ha avuto molto di cui lamentarsi della persona che mi ha creato” LE RUNE ANGLOSASSONI = (fuþorc) LA CROCE DI RUTHWELL Risalente all’VIII secolo, si trova in Dumfriesshire (Scozia). fi fi fi 2 parti laterali del monumento : incise iscrizioni in rune simili al poema inglese antico The Dream of the Rood IL COFANETTO FRANKS (VIII SEC) Sinistra: storia del fabbro Weland (letteratura anglosassone, Beowulf e Deor, e in quella islandese, Völsunga Saga). Al servizio del re Niðhad, quest’ultimo lo fa imprigionare per averlo con sé per sempre. Weland si vendica uccidendo i 2 gli maschi del re e, fabbricate due coppe con i loro teschi, facendo bere Niðad da essi. Oltre a ciò, violenta la glia di quest’ultimo. Fugge dalla sua prigione fabbricando ali di uccello che gli permettono di volare. Destra: l’episodio dei Magi in visita a Gesù I FENOMENI FONETICI NELLE LINGUE GERMANICHE Migrazione dei Germani dalla “cerchia nordica” : allontanamento della lingua comune, sviluppo di tratti linguistici propri per ciascuna delle varietà. Teoria delle onde di Schleicher : postula l’esistenza di contatti tra le lingue germaniche durante la diaspora, probabilmente è per questo motivo che le isoglosse che vedremo sono comuni solo ad alcune delle lingue germaniche e non a tutte. Fenomeni più rilevanti nello sviluppo della lingua inglese = Metafonia palatale / Palatalizzazione delle velari Fenomeno caratterizzante lingua tedesca = 2˚ mutazione consonantica METAFONIA PALATALE “metafonia” = fenomeno fonetico di tipo combinatorio (la vocale radicale assume alcuni tratti caratteristici della vocale che si trova nella sillaba successiva),e etto dell’indebolimento progressivo delle sillabe non accentate, che però lasciano e etti su quella radicale. A seguito della metafonia palatale : vocali posteriori /u, o, a/ (brevi /lunghe) e alcuni dittonghi in sillaba radicale hanno modi cato la pronuncia assumendo il tratto palatale di /i, j/ presenti nella sillaba seguente. In pratica, le vocali si avvicinano alla pronuncia della vocale palatale corrispondente nel triangolo vocalico. Particolarmente interessante : trova piena realizzazione nell’anglosassone e ha ricadute anche sull’inglese moderno. Esiti principali: /a/ > /e/ (germ. *þankjan(an) > ags. þencean, aat. denken “pensare”) /o:/ > /e:/ (germ. *fōt > ags. fōt > ingl. foot “piede” ma germ. *fōt-iz > ags. fēt > ingl. feet “piedi”) /u/ > /y/ > /i/ (germ. *mus > ags. mus > ingl. mouse “topo” ma germ *mus-iz > ags. mys > ingl. mice “topi” PALATALIZZAZIONE DELLE VELARI Palatalizzazione = isoglossa che caratterizza l’anglosassone e l’antico frisone. Anglosassone : in seguito a questo fenomeno nasce una serie di palatali che non sono presenti nelle altre lingue germaniche. Occlusive velari /k/ e /g/ si palatalizzano dando esito, rispettivamente, /t∫/ e /j/ se si trovano davanti (e più raramente dopo) vocale palatale /e, i/ o dopo semivocale palatale /j/. Questo fenomeno coinvolge anche il nesso /sk/. /k/ > /t∫/ (gr. kyrikón > ags. cirice) /g/ > /j/ (germ. *dagiz > ags. dæg > ingl. day) /g:/ > /dʒ/ (germ. *agjo > ags. ecg > ingl. edge) /sk/ > /∫/ (germ *skip- > ags. scip > ingl. ship) 2˚ MUTAZIONE CONSONANTICA Isoglossa che caratterizza unicamente l’antico alto-tedesco (parlato nella zona sud dell’attuale Germania). Questo fenomeno giusti ca la di erenza a livello fonetico che sussiste tutt’oggi tra inglese e tedesco: ingl. water > ted. Wasser / ingl. daughter > ted. Tochter / ingl. apple > ted. Apfel Attestato intorno al VII-VIII sec: ma Theo Vennemann ha recentemente cercato di confutare questa posizione (teoria della biforcazione). Linea di Benrath = divide trasversalmente la Germania e distingue l’alto-tedesco (sud) dal basso-tedesco (nord). Zona alto-tedesca : contiene “tedesco superiore" (alemanno,bavarese) dove tutte le isoglosse della II MC si sono realizzate rispetto ai dialetti centrali (francone). fi fi ff fi ff ff fi 1˚ ISOGLOSSA (a) germ. occlusive sorde > fricative sorde se all’interno di parola, o alla ne dopo vocale */p/ /f/ */t/ /s/ o */k/ /x/ o Es. germ. *slepan(an) > ags. slæpan > ingl. (to) sleep aat. slafan > ted. schlafen “dormire” germ. *hwat > ags. hwæt > ingl. what aat. hwaz > ted. was “che cosa” germ. *ek > ags. ic > ingl. I aat. ih > ted. ich “io” 1˚ ISOGLOSSA (b) germ. occlusive sorde > a ricate se in posizione iniziale o dopo consonante, o quando geminate */p/ /pf/ */t/ /ts/ o */k/ /kx/ o Es. ags. æppel > aat. apful “mela” germ. *tehun > ags. tien > ingl. ten aat. zehan > ted. zehn “dieci” germ. *hert- > ags. heorte > ingl. heart aat. herza > ted. Hertz “cuore” 2˚ ISOGLOSSA germ. occlusive sonore > occlusive sorde */b/ /p/ */d/ /t/ */g/ /k/ , o Es. germ. *dohtor > ags. dohtor > ingl. daughter aat. tohter > ted. Tochter “ glia” germ. *fadar > ags. fæder > ing. father aat. fatar > ted. Vater “padre” I RAGGRUPPAMENTI DELLE LINGUE GERMANICHE Teorie (l’albero genealogico, la teoria delle isoglosse e quella del sostrato) : contribuiscono a creare ipotesi di ricostruzione dell’evoluzione delle lingue germaniche a partire dalla protolingua comune. Teoria Albero Genealogico (Schleicher) = vantaggio di essere molto lineare e chiara, ma non rende conto tanto di di erenziazioni tra le lingue appartenenti allo stesso ramo, quanto di caratteristiche comuni tra alcune lingue appartenenti a rami diversi. Teoria Isoglosse = fornisce buona integrazione a quella dell’albero, riesce a spiegare questi tratti comuni attraverso fenomeni di contatto tra le popolazioni parlanti queste varietà in vari stadi della loro evoluzione linguistica. LE ISOGLOSSE DELLE LINGUE GERMANICHE Isoglosse goto-nordiche = rappresenterebbero tratti fonetici e morfologici che risalgono ad un’epoca in cui i Goti erano in contatto con le popolazioni nordiche, prima di migrare verso l’Europa orientale. Isoglosse gotico – antico alto-tedesche Isoglosse del germanico settentrionale e occidentale Isoglosse del germanico occidentale Isoglosse del Mare del Nord o “ingevoni” = quelle più rilevanti nel nostro caso poiché riguardano l’inglese antico. I RAPPORTI TRA I GERMANI E ROMA Cesare vs Ariovisto Declino dell’egemonia celtica nell’Europa continentale : gruppi eterogenei a guida germanica cercarono di impossessarsi dei territori che erano sotto il controllo dell’impero romano. ff ff fi fi Ariovisto = capo militare di una compagine mista germano-celtica, intorno al 70 a.C. conquista parte della Gallia. Giulio Cesare = proconsole delle Gallie, interviene militarmente. Nel 58 a.C.scon gge l’esercito di Ariovisto e massacra guerrieri e famiglie. Ariovisto, ferito gravemente, fugge e sparisce dalla storia. Spedizioni successive a guida imperiale : sottomissione tribù germaniche (Batavi, Frisi, Cherusci, Bructeri, Semnoni, Longobardi, ecc.) al controllo romano. Alcuni capi germanici furono inseriti nel tessuto sociale, culturale e politico romano al ne di attuare una forma di controllo indiretta sulle popolazioni ai con ni, ma talvolta la cosa non fu e cace. Maraboduo (rex dei Marcomanni) = cresciuto come ostaggio a Roma e cittadino romano, guida un esercito intertribale contro l’impero, senza successo. Arminio = principe cherusco e u ciale romano, tradisce Roma e nel 9 d.C. organizza un agguato alle legioni di stanza in Germania (guidate da Varo) nella foresta di Teutoburgo. Fu il peggiore disastro militare della storia dell’impero. Il legame sempre più stretto tra Roma e le popolazioni germaniche fece sì che queste ultime entrassero gradualmente nel sistema economico e militare dell’impero, soprattutto sotto Marco Aurelio e Commodo (II sec.). Scambi commerciali, manodopera per i grandi latifondisti Soldati per l’esercito Impero = divenuto un’attrattiva di benessere e di una vita più facile. Varie etnie germaniche : si coalizzano in gruppi più ampi, che si consolidano e formeranno la base delle popolazioni che conosciamo (Longobardi, Goti, Franchi, Angli, Sassoni, ecc.). Avanzata degli Unni guidati da Attila = spinse le tribù gotiche (Ostrogoti e Visigoti) verso il limes romano. Battaglia Adrianopoli: i Visigoti, capeggiati da Fritigerno, scon ggono le legioni romane. Imperatore Valente muore. Sacco di Roma = i Visigoti di Alarico, in contrasto con Stilicone (tutore vandalo di Onorio per l’impero d’Occidente), entra in Roma per rivendicare i diritti del suo popolo. DAI “GERMANI” ALLE POPOLAZIONI GERMANICHE Nei primi secoli a.C : gruppi distinti di popoli germanici si spostarono dalla “cerchia nordica” verso sud, occupando la parte occidentale dell’odierna Germania. Secondo la tassonomia tradizionale, popolazioni germaniche distinte in 3 gruppi principali: i Germani orientali, i Germani settentrionali e i Germani occidentali. Germani Orientali = Burgundi , Vandali , Gepidi , Goti (Visigoti e Ostrogoti) I Germani Settentrionali = Norvegesi , Danesi , Svedesi I Germani Occidentali = Franchi (“Germani del Reno-Weser”) , Frisoni, Angli, Sassoni, Iuti (“Germani del Mare del Nord”) , Anglosassoni (Angli, Sassoni, Iuti) , Alamanni, Bavaresi, Longobardi (“Germani dell’Elba”) LE FONTI STORICHE Maggiori fonti per conoscenza delle popolazioni germaniche sono: Jordanes (Giordane), Storia dei Goti (Getica) (VI sec. d.C.) / Paolo Diacono, Storia dei Longobardi (Historia Langobardorum) (VIII sec. d.C.) / Beda, Storia ecclesiastica degli Anglosassoni (Historia ecclesiastica gentis Anglorum) (VIII sec. d.C.) / Gregorio di Tours, Storia dei Franchi (Historia Francorum) (VI sec. d.C.) I REGNI ROMANO-GERMANICI (VI SEC.) Queste entità politiche costituiscono l’embrione di quelli che diventeranno i grandi regni europei del Medioevo. Quest’epoca : rapporto con impero romano (Oriente) stretto e controverso, molti scontri armati (guerre greco -gotiche). L’EREDITÀ CULTURALE DI ROMA “invasioni barbariche” = non hanno determinato la cancellazione del patrimonio classico. Nei regni germanici : nascita programmi culturali volti a far proprio il sapere degli antichi, con mediazione della Chiesa. Alfabetizzazione popoli germanici causata da : Imitazione del sistema burocratico e legislativo imperiale per l’amministrazione del regno / Conversione al Cristianesimo, “religione del libro” ffi fi fi ffi fi fi Chiesa = monopolio del sapere e si propone come canale preferenziale per la di usione del sapere nell’Europa altomedievale. Regni vandalici e gotici = l’eredità culturale di Roma è molto forte Regni settentrionali = la cultura viene importata dalle missioni monastiche Generi preferiti = Documentazione amministrativa e legislativa / Origo Gentis / Testi agiogra ci (per favorire la conversione al Cristianesimo) / Trattatistica su modello classico ITALIA REGNO OSTROGOTO Boezio) = funzionario alla corte di Teoderico, scrive la De consolatione Philosophiae Cassiodoro = ministro di quattro re goti, è autore di numerosissime epistole che diverranno modello di eloquenza REGNO LONGOBARDO Papa Gregorio Magno = scrive la Regula (o Cura) pastoralis SPAGNA VISIGOTICA Isidoro di Siviglia = autore delle Etymologiae (sintesi enciclopedica del sapere del tempo), consigliere del re Sisebut, con cui collabora all’opera di evangelizzazione del regno. Scrive anche una storia dei re goti, vandali e suebi. FRANCIA MEROVINGIA E CAROLINGIA Venanzio Fortunato = vescovo di Poitiers, protetto dalla regina Radegunda, moglie di Clotario I e scrive numerose opere erudite, di carattere sacro ma non solo. Gregorio di Tours = scrive una storia dei Franchi (Historiarum Libri X). Alcuino di York = a capo della schola palatina di Carlo Magno, autore di numerose opere esegetiche e di poesie. INGHILTERRA Aldhelm = scrive il Carmen de virginitate, più opere di metrica e vari enigmi Wynfrith/Bonifacio = evangelizzatore della Germania e fondatore di conventi (tra cui Fulda), autore di trattati, tra cui una Ars grammatica Beda il venerabile = citato anche da Dante nel Paradiso, fu un autore proli co. La sua opera maggiore è la Historia ecclesiastica gentis Anglorum, storiogra a da Giulio Cesare all’anno 731. I GOTI: ETNOGENESI Da Iordanes, De origine actibusque Getarum (Getica) (551 d.C.) Nel I secolo d.C. i Goti, sotto il comando del re Berig, si spostano dalla Scandinavia alle coste baltiche della Pomerania (tra le attuali Germania e Polonia) e poi, con il re Filimer, verso la Scizia (odierna Ucraina). Da lì cacciano le streghe Haliurunnae, le quali, fuggite nelle steppe orientali e accoppiatesi con spiriti malvagi, danno origine agli Unni. Iordanes narra di canti eroici e panegirici che celebrano le gesta degli Amali, nobile stirpe da cui discenderà re Teoderico. Questa vanta legami con gli A(n)ses (= Asi) I GOTI: ORIGINI E STANZIAMENTO Goti = lasciano le coste baltiche alla ne del II sec. d.C. dirigendosi verso sud-est no al Mar Nero. Goti = suddivisione in Ostrogoti (Goti dell’Est) e Visigoti (Goti dell’Ovest). I VISIGOTI IV - VIII SEC 378, Battaglia di Adrianopoli. Nel territorio dei Goti Minores (Goti stanziati nell’attuale Bulgaria) = inizia la conversione a Cristianesimo ariano. Vescovo Vul la = promuove la traduzione della Bibbia in gotico. fi fi fi fi ff fi fi 410 = Sacco di Roma per mano di Alarico. Nel tentativo di scendere in Africa, Alarico muore in Calabria. I Visigoti risalgono la penisola e una parte si ferma nella Gallia meridionale (regno di Tolosa, annientato dai Franchi nel 507) e una parte scende in Iberia (regno di Toledo, scon tto dagli Arabi nel 711). GLI OSTROGOTI IV - V SEC Sotto re Ermanarico = occupano l’attuale Ucraina e coste del Mar Nero, subiscono le incursioni unne. Gli Amali intrattengono rapporti alterni con Attila e gli imperatori bizantini. Fine del V sec = imperatore d’Oriente invia gli Ostrogoti in Italia settentrionale a combattere contro Odoacre, re degli Eruli, che si insedia come re d’Italia. Teoderico l’Amalo scon gge Odoacre e nel 493 si insedia a Ravenna e diviene a sua volta re d’Italia. Il regno ostrogoto durerà 60 anni e avrà ne con l’intervento dell’imperatore d’Oriente Giustiniano e le guerre greco-gotiche (535-553). I rapporti con la Chiesa romana non saranno mai buoni. Anche gli Ostrogoti, infatti, erano ariani. VULFILA E LA SCRITTURA GOTICA Vul la = l’inventore della forma alfabetica gotica, per tradurre la Bibbia dal greco. I TESTI IN GOTICO La documentazione pervenuta è costituita quasi totalmente da testi religiosi ed è conservata in manoscritti provenienti dall’Italia settentrionale, centro culturale promosso da Teoderico (IV-V sec.). Molti manoscritti sono poi diventati palinsesti (codici erasi e poi riscritti). Bibbia di Vul la (incompleta) Skeireins, commento al Vangelo di Giovanni (proveniente dal monastero di Bobbio, ora conservato all’Ambrosiana di Milano) CODEX ARGENTEUS Codex Argenteus = antico manoscritto contenente una parte della Bibbia in lingua gotica. Uno dei più importanti manoscritti medievali sopravvissuti, unico esempio rimasto della traduzione della Bibbia in lingua gotica. Conservato presso la Biblioteca Universitaria di Uppsala, in Svezia. I LONGOBARDI: ETNOGENESI Dalla Origo Gentis Langobardorum (prologo dell’editto di Rotari) e Paolo Diacono, Historia Langobardorum (789 d.C.) Il popolo dei Winnili, guidato da Ibor e Agio e dalla madre, la sacerdotessa Gambara, giunse nell’isola di Scadanan (Scandinavia?). I due re dei Vandali Ambri e Assi pretendono la riscossione di tributi, ma gli arrivati rispondono con le armi. I Vandali si a dano a Odino (Godan), che proclama di dare al vittoria al primo esercito che vedrà all’alba. Gambara allora si rivolge a Frigg (Frea), che le consiglia uno stratagemma: le donne del suo popolo avrebbero dovuto disporsi davanti ai propri uomini così da coprire il viso dei guerrieri con i loro capelli. All’alba del mattino dopo Odino nota Ibor e Agio e chiede a Frigg chi siano quegli uomini dalla lunghe barbe. La moglie risponde che, così come aveva forgiato un nuovo nome per i Winnili, ora avrebbe dovuto concedere loro la vittoria. Ecco l’origine mitica dell’etnonimo “Longobardi”. I LONGOBARDI: ORIGINI E SPOSTAMENTI Longobardi = raggruppamento di tribù chiamata “Germani dell’Elba”,con Alamanni e i Bavari (o Bavaresi). Prendono il nome dal ume, presso le cui sponde decidono di stanziarsi inizialmente. Longobardi : scendono verso la Pannonia (attuale Ungheria) e, guidati dal re Alboino, nel 568 arrivano in Italia, dove il regno ostrogoto era ormai terminato da qualche anno. fi fi fi fi ffi fi fi I LONGOBARDI IN ITALIA Occupazione longobarda dell’Italia : non sarà totale Tutto il nord Italia sarà conquistato e parte del centro-sud (ducati di Spoleto,Benevento). Il Lazio, la Romagna e il sud Italia rimarranno bizantini. Capitale Pavia e rimane tale no arrivo dei Franchi di Carlo Magno, che la conquisteranno (774). Solo il ducato di Benevento avrà vita più lunga, ma perderà presto i suoi tratti di germanicità, conformandosi alla lingua e alla cultura romanze. L’EDITTO DI ROTARI Composto nel 643 = codice di leggi, sul modello grandi raccolte imperiali (come il Corpus iuris civilis di Giustiniano). Presenza di numerosissimi termini longobardi = dicono molto sulla lingua e usi tipicamente germanici dei Longobardi. DALL’EDITTO DI ROTARI Faida : Per quanto riguarda il risarcimento di lesioni o ferite che si veri chino tra uomini liberi, si risarcisca secondo le misure indicate di seguito, ponendo ne alla faida, cioè l’inimicizia Wergild (guidrigildo) : Della cospirazione per uccidere. Se degli uomini liberi tramano fra loro per uccidere un altro senza il consenso del re e la vittima non rimane uccisa in seguito al complotto, ciascuno dei cospiratori paghi una sanzione di 20 solidi; ma se la vittima rimane uccisa in seguito alla cospirazione, allora l’omicida paghi una sanzione per il morto secondo quanto è valutato, cioè il guidrigildo Fara : Dell’uomo libero, a nché gli sia consentito di spostarsi. Se un uomo è libero, abbia la facoltà di migrare con la sua fara dove vuole all’interno del dominio del nostro regno, purché gli venga concesso il permesso dal re; e se un duca o un qualsiasi uomo libero gli ha donato qualche bene ed egli non vuole rimanere con lui e con i suoi eredi, il bene ritornino al donatore o ai suoi eredi Thinx, gairethinx e gisel : Del thinx, cioè della donazione. Se qualcuno vuole donare legalmente ad un altro i propri beni, non faccia tale gairethinx di nascosto, ma in presenza di uomini liberi, a patto che chi fa la donazione e chi è gisel siano liberi, a nché non sorga poi nessuna controversia ETIMOLOGIA Faida, germ *fahiþō (sost.), *faiha- (agg.) “ostile” ags. gefa > ingl. foe “nemico” Wergeld, germ. *weraz/wiraz “uomo” (< ie. WIR- > lat. vir) ags. wer > ingl. werewolf “licantropo” + *gelða “compenso”, “ricchezza” ted. Geld “denaro” Fara, germ. *faran(an) “viaggiare” aat. faran ags. gefera “compagno” (anche rif. agli Apostoli) it. Farra di Soligo (TV), Farra d’Isonzo (GO), etc. Thinx, germ. *þinga “assemblea”, “procedimento legale” isl. thing, “parlamento” Si tratta della forma abbreviata di gairethinx Gairethinx, germ. *gar- “lancia”, da associarsi alla solennità del thinx, composto cioè dalla élite guerriera cfr. ags. gar-Dena, “Danesi della lancia” in Beowulf + thinx Gisil, germ. *gisalaz “garante”, “testimone” ags. gisel “ostaggio” ffi ffi fi fi fi L’ITALIA DAI LONGOBARDI AI FRANCHI Re Desiderio (Daufer) = re d’Italia dal 757 al 774, ultimo longobardo a governare nella penisola. Dà in moglie sua glia (di cui non conosciamo il nome e che Manzoni chiamerà Ermengarda) a Carlo Magno, il quale però la ripudierà presto in risposta alla politica espansionista troppo aggressiva del suocero. 773 = Guerra Longobardi vs Franchi. Carlo scende in Italia e trova Desiderio ad attenderlo in Val di Susa e il glio e coreggente Adelchi in Valle d’Aosta. Carlo vince. Longobardi : rifugiano a Pavia, che cade nel 774. Desiderio viene esiliato in un monastero in Francia, mentre Adelchi si rifugia a Bisanzio. Carlo si proclamerà rex Francorum et Langobardorum. L’ADELCHI DI ALESSANDRO MANZONI (1822) La principessa Longobarda Ermengarda, glia del re Desiderio e moglie di Carlo Magno, viene ripudiata come sposa da quest’ultimo per ragioni politiche. Per vendicarsi, Desiderio decide di far incoronare dal Papa i gli di Carlomanno, fratello defunto di Carlo Magno. Carlo Magno manda un ultimatum a Desiderio, il quale ri uta e gli dichiara guerra. Grazie al tradimento dei duchi longobardi, l’esercito di Carlo Magno avanza verso Pavia, capitale del regno Longobardo. Ermengarda, che si era rifugiata presso la sorella Ansberga (Anselperga) nel monastero di San Salvatore a Brescia, viene a conoscenza delle nuove nozze di Carlo Magno e, in preda al delirio, muore. Carlo riesce a conquistare Pavia ed a fare prigioniero Desiderio. Adelchi, principe Longobardo fratello di Ermengarda e Ansberga, che aveva cercato inutilmente di opporsi alla guerra contro i Franchi, combatterà poi no alla morte. Condotto in n di vita alla presenza di Carlo Magno e del padre prigioniero, invoca, prima di morire, clemenza per il padre e lo consola per aver perduto il trono. I FRANCHI: ETNOGENESI Dalla Cronaca di Fredegario (668-670), Libro II Nella sua storia del mondo, quando giunge al racconto della città di Troia e alla guerra contro i Greci, l’autore dichiara: Exindeorigo Francorum fuit (“da ciò ebbero origine i Franchi”) Dopo la distruzione della città, un gruppo si stabilì in Macedonia dando inizio alla stirpe di Alessandro Magno. Altri invece, guidati da Francione, descritto come fortissimus in bellum, mettono a ferro e fuoco le regioni dell’Asia che attraversano e si stabiliscono tra Reno e Danubio. La prima dinastia regnante è quella dei Merovingi. Nella necessità di attribuire ai Franchi una dignità di popolo pari a quella dei Romani, Fredegario ha voluto insistere sull’origine mitica. Nel Libro III racconta che il capostipite dei Merovingi, Meroveo, sarebbe stato concepito dalla moglie del re franco Chlodio con un animale marino chiamato Quinotaurus, probabilmente da identi carsi con il Minotauro della tradizione classica. Più tardi, invece, intellettuali carolingi come Rabano Mauro (VIII sec.) riportano l’origine dei Franchi alla Scandinavia. I FRANCHI: ORIGINI E SPOSTAMENTI L’etnonimo “Franchi” non delinea un insieme tribale coeso e de nito, tanto che questo popolo appare assai tardi nei resoconti storici latini (III sec.). I FRANCHI IN EUROPA Mentre sotto i re Merovingi Carlo Martello pone ne all’espansione araba in Europa (Poitiers 732), toccherà alla dinastia dei Carolingi una volta divenuti sovrani dei Franchi creare le basi del regno franco con una politica di espansione verso est e verso sud. Grazie al forte legame con la Chiesa di Roma, re Carlo (che sarà poi detto “Magno”) sarà incoronato imperatore del Sacro Romano Impero nel Natale dell’800. fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi CARLO MAGNO: IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO Carlo (742-814), re dei Franchi e Imperatore dal Natale dell’800 è considerato il padre dell’Europa. Le sue campagne di conquista erano giusti cate dalla necessità di cristianizzare la parte settentrionale del continente, all’epoca ancora pagana. Tristemente famosa è la sua campagna di sterminio dei Sassoni, ancora pagani, e la loro conversione forzata al Cristianesimo. Promotore di un programma di rinascita culturale, creò la famosa schola palatina. Con l’aiuto di Alcuino di York favorisce la di usione capillare dei testi sacri in tutto l’impero e la creazione di una forma di scrittura chiara e univoca: la minuscola carolina. L’IMPERO DISGREGATO: IL TRATTATO DI VERDUN (843) I tre gli di Ludovico il Pio, glio di Carlo e nuovo imperatore, dopo vari scontri arrivano ad una spartizione dell’impero. Lotario I (primogenito di Ludovico) eredita anche il titolo di imperatore. Ha qui origine la suddivisione del regno franco tra la parte germanica (impero tedesco) e quella romanza (Francia). GIURAMENTI DI STRASBURGO Promulgati nel 14 febbraio 842, registrano il patto di fedeltà tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico e la promessa che nessuno dei due si sarebbe alleato con Lotario. Giuramento di Ludovico Giuramento di Carlo Per l'amore di Dio e per la salvezza del popolo Per l'amore di Dio e del popolo cristiano e per la cristiano e nostra comune, da oggi in avanti, in quanto salvezza di entrambi, da oggi in poi, in quanto Dio Dio sapere e potere mi concede, così salverò io questo mi concede sapere e potere, così aiuterò io questo mio fratello Carlo e col (mio) aiuto e in ciascuna cosa, mio fratello, così come è giusto, per diritto, che si così come si deve giustamente salvare il proprio aiuti il proprio fratello, a patto ch’egli faccia fratello, a patto ch'egli faccia altrettanto nei miei altrettanto nei miei confronti, e con Lotario non confronti; e con Lotario non prenderò mai alcun prenderò mai alcun accordo che, per mia volontà, accordo che, per mia volontà, rechi danno a questo possa recargli danno [a Ludovico]. mio fratello Carlo. Analizziamo la versione tedesca (di Carlo): In Godes minna ind in thes christianes folches ind unser bedhero gehaltnissi, fon thesemo dage frammordes, so fram so mir Got gewizci indi mahd furgibit, so haldih thesan minan bruodher, soso man mit rehtu sinan bruodher scal, in thiu thaz er mig so sama duo, indi mit Ludheren in nohheiniu thing ne gegango, the mīnan willon imo ce scadhen werdhen. WYNFRID/BONIFACIO: L’APOSTOLO DELLA GERMANIA Saranno le missioni inglesi e irlandesi a favorire, ancora prima di Carlo Magno, la conversione al Cristianesimo dei Germani continentali (Alamanni, Bavaresi, Sassoni, Frisoni). L’opera evangelizzatrice di Wynfrid (chiamato poi Bonifacio) dal 716 al 754 risulta fondamentale anche da un punto di vista culturale. Fonderà l’abbazia di Fulda, uno dei centri di irradiazione culturale più importanti della Germania medievale. LA LETTERATURA ANTICO ALTO-TEDESCA Come in tutte le realtà culturali germaniche, la trasmissione scritta della letteratura avviene solo successivamente all’introduzione del Cristianesimo e, quindi, dell’alfabeto latino. Fino ad allora la letteratura (soprattutto in forma di poesia) veniva trasmessa esclusivamente per via orale. fi ff fi fi Eginardo (o Einhardt), biografo di Carlo Magno, nella sua Vita Karoli Magni racconta che lo stesso sovrano avesse trascritto e imparato a memoria “item barbara et antiquissima carmina, quibus veterum regum actus et bella canebatur” (“antichissimi carmi barbari, in cui si cantavano le gesta e le guerre dei re di tempi remoti”). La circolazione di questo tipo di letteratura in forma orale è testimoniata anche dai numerosi passi in documenti di concili e sinodi del IX secolo che proibiscono ai membri del clero di cantare o recitare “carmina trivialia” (“canti popolari”), molto probabilmente composizioni risalenti ai periodi antecedenti al Cristianesimo e incentrati sulle gure di eroi e dèi del passato. Le opere principali: Hildebrandslied (o Carme di Ildebrando), poema eroico allitterante, incompleto, IX sec. Muspilli, poema allitterante di tema escatologico costruito su stilemi eroici, IX sec. Wessobrunner Gebet (o Preghiera di Wessobrunn), breve componimento che unisce un inno alla creazione a una preghiera, IX sec. Merseburger Zaubersprüche (o Incantesimi di Merseburgo), due formule magiche inserite all’interno di un manoscritto religioso, IX sec. Sono invocazioni per la cura del cavallo, dove compaiono anche Odino e Frigg. Hildebrandslied Si tratta di una delle più antiche testimonianze di poesia eroica del medioevo germanico. Si trova trascritta sul primo e ultimo foglio di guardia di un manoscritto teologico ed è scritto in antico alto tedesco. Conservata a Kassel, Universitätsbibliothek, LMB, 2° Ms. theol. 54 Il poema canta del tragico incontro/scontro degli eroi Hildebrand e Hadubrand, sullo sfondo del con itto tra gli eserciti di Teoderico e Odoacre. I due eroi si staccano dalle rispettive schiere e si incontrano al centro del campo, per battersi tra loro in duello. Il più giovane rivela il suo nome, Hadubrand, e racconta di essere stato abbandonato in tenera età dal padre Hildebrand, il quale aveva seguito Teoderico in esilio, quando questi era stato cacciato dall'Italia dall'usurpatore Odoacre. Hildebrand, tornato in patria dopo vent'anni, comprende di avere di fronte a sé il glio: non gli svela di essere suo padre ma cerca di riconciliarsi con lui facendogli dono della propria armilla. Ma Hadubrand ri uta il dono, a ermando che suo padre è morto e accusa il vecchio guerriero di tramare qualche tranello. Hildebrand si trova dunque costretto – secondo il codice guerriero dei Germani – a non ri utare lo scontro con il suo avversario, pur riconoscendo che questi è suo glio. Lamenta il tragico destino che lo costringe a essere ucciso dal glio o a ucciderlo a sua volta, ma si rassegna. Il vecchio e il giovane eroe si gettano allora l'uno contro l'altro e inizia il combattimento... e qui nisce il carme. GLI ANGLOSASSONI: ETNOGENESI Dalla Historia ecclesiastica gentis Anglorum di Beda il Venerabile Nell’anno del Signore 449, Marziano divenne imperatore con Valentiniano. [...] A quel tempo gli Angli (o Sassoni) giunsero in Britannia su tre grandi navi invitati da re Vortigern, che promise loro le terre orientali dell’isola a condizione che lo aiutassero a difendere il paese; in realtà, la loro vera intenzione era quella di prenderne il pieno possesso. [...] I nuovi arrivati appartenevano alle tre razze più forti della Germania: I Sassoni, gli Angli e gli Iuti. [...] I loro primi comandanti si dice fossero Hengest e Horsa. [...] Erano i gli di Wictgils, il cui padre era Witta, il cui padre era Wetta glio di Woden, dalla cui progenie derivano le stirpi reali di molti paesi GLI ANGLOSASSONI: ORIGINI E SPOSTAMENTI 449 d.C, Angli, Sassoni, Iuti e Frisoni migrano in Britannia dallo Jutland, dalle coste della Germania settentrionale e dell’Olanda, occupando quel vuoto di potere che si è creato con l’abbandono dell’isola da parte dei Romani. Le popolazioni locali, formate da Celti in parte romanizzati, non erano abbastanza forti per contrastare questa occupazione (ciò ri ette quanto raccontato da Beda) I SETTE REGNI ANGLOSASSONI Presto verranno a crearsi sette regni (eptarchia): Kent, Sussex, Wessex, Essex, East Anglia, Mercia, Northumbria. Resteranno celtiche le zone del Galles, la Scozia e la Cornovaglia. ff fi fl fi fi fi fi fi fi fl fi fi Il primato politico e culturale è inizialmente detenuto dalla Northumbria, ma si sposterà progressivamente verso sud, dove assumeranno sempre più potere la Mercia e, nel IX -X sec., il Wessex. LA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO 597 d.C, Papa Gregorio Magno invia in Inghilterra il missionario Agostino, che converte Ethelberht, re del Kent. La conversione di tutti i regni sarà completata nel corso del VII sec. I missionari giungono da due direttive: dall’Irlanda, già fortemente cristianizzata e, appunto, da Roma. Le due componenti di eriscono in alcuni aspetti legati alla liturgia (come il calendario e il calcolo della Pasqua), ma il Sinodo di Whitby in Northumbria (664) sancirà la supremazia del metodo romano. LE INVASIONI VICHINGHE Dalla Cronaca Anglosassone: Anno 793 I n quell’anno terribili portenti si abbatterono sulla Northumbria terrorizzando gli abitanti: enormi lampi di luce si videro nel cielo e draghi infuocati volavano nell’aria. A questi segni seguì una grande carestia. In quello stesso anno il giorno 8 gennaio [più probabilmente giugno] un’incursione dei pagani distrusse la chiesa di Dio a Lindisfarne, dove ci fu grande massacro e rapina. ALFREDO DEL WESSEX (“IL GRANDE”) Alfredo fu l’unico sovrano che riuscì ad arrestare l’avanzata danese in Inghilterra e a recuperare anche alcuni territori. Un accordo tra quest’ultimo e il danese Guthrum porterà alla costituzione del Danelaw (ags. Danelagu). Si potrà parlare di un regno inglese unitario solamente con il successore di Alfredo, Edoardo. LA RINASCENZA ALFREDINA Alfredo si distinse anche per la politica culturale che portò avanti durante il suo regno, prendendo a modello la schola palatina di Carlo Magno. Il re inglese si fece promotore di una serie di traduzioni di opere che egli riteneva indispensabili per la formazione culturale tanto dei suoi burocrati, quanto degli uomini di Chiesa. Soliloquia di Sant’Agostino Cura Pastoralis di Gregorio Magno De consolatione Philosophiae di Boezio Historia di Beda Historia adversus paganos di Orosio LA LETTERATURA INGLESE ANTICA Oltre alle traduzioni volute da Alfredo, la tradizione letteraria inglese antica è estremamente ricca tanto in termini di tipologie testuali, quanto dal punto di vista degli argomenti. Poesia Epica (derivante dalla tradizione orale): Beowulf, la Battaglia di Brunanburh, la Battaglia di Maldon, Widsith, ecc. Poesia Religiosa: Il sogno della croce, Cristo e Satana, Giuditta, San Cristoforo, ecc. Cronache Storiogra che: la Cronaca anglosassone Indovinelli Traduzioni di numerosi testi religiosi e profani LA FINE DELL’INGHILTERRA ANGLOSASSONE Dopo re Edoardo, alterne vicende portano sul trono d’Inghilterra dinastie anglosassoni e danesi. Nel 1036 torna al potere un re inglese. Ora l’Inghilterra può veramente chiamarsi un regno unito, con la capitale che si sposta da Winchester (Wessex) a Londra. ff fi 1066, l’ultimo re anglosassone, Harold Godwinson, respinge un’incursione norvegese ma non riuscirà ad ostacolare i piani di Guglielmo, duca di Normandia, il quale pochi giorni dopo sbarcherà in Inghilterra e vincerà la battaglia di Hastings il 14 ottobre. Questo giorno segnerà la ne del regno anglosassone e l’inizio dell’occupazione normanna. IL MANOSCRITTO COTTON VITELLIUS A.XV Il Cotton Vitellius A.xv, conservato a Londra (British Library), è uno dei quattro principali codici poetici in antico inglese. Possibile datazione: intorno all’anno Mille. Il codice contiene due manoscritti, probabilmente rilegati insieme molto più tardi. Il più importante e più antico è il secondo, anche noto con il nome codice Nowell, dal nome del suo proprietario nel XVI secolo. Data la fama del Beowulf, questo codice viene anche chiamato manoscritto di Beowulf. Successivamente fu acquistato da Sir Robert Cotton. IL MANOSCRITTO DI BEOWULF San Cristoforo, agiogra a di San Cristoforo, cinocefalo. Meraviglie d’Oriente, trattato teratologico. Lettera di Alessandro ad Aristotele, epistola in cui Alessandro Magno racconta ad Aristotele del suo viaggio in India. Beowulf, poema eroico della tradizione germanica. Giuditta, frammento in versi che racconta della decapitazione di Oloferne, episodio biblico. Le Meraviglie d’Oriente Questo testo, una traduzione di un testo latino, riporta tutte le stranezze che un viaggiatore diretto verso l’oriente avrebbe incontrato nel suo percorso. Blemmye, galline che prendono fuoco, serpente a due teste.. Beowulf Il testo più importante della letteratura anglosassone Materia scandinava Intorno all’VIII-IX secolo Sassone occidentale tardo 3182 versi Suddiviso in 43 tts Senza titolo Prima riga in capitale rustica, tutto il resto in minuscola quadrata Scriptio continua “Hwæt we Gardena in geardagum, Þeodcyninga þrym gefrunon, hu ða æþelingas ellen fremedon.” La tradizione orale era ancora viva durante la composizione del poema. Gli anglosassoni chiamavano il cantore “scop” ed era una gura molto importante, che aveva il ruolo di ricordare e tramandare la conoscenza della tradizione. “Hwæt we Gardena in geardagum, Þeodcyninga þrym gefrunon, hu ða æþelingas ellen fremedon.” “Attenzione! Sappiamo della gloria, in giorni lontani, dei Danesi con l’Asta, dei re della nazione; che grandi cose fecero quei principi, nel passato.” La storia è ambientata in Danimarca e nella Terra dei Geati, presumibilmente nel VI secolo. La Terra dei Geati era una regione che adesso corrisponde al sud della Svezia. Beowulf è un geata, re Hrothgar è danese. Il regno di quest’ultimo viene attaccato dal mostro Grendel. fi fi fi fi IL VERSO LUNGO GERMANICO Il verso lungo germanico è formato da due semi-versi (versi brevi o emistichi), che normalmente si identi cano con A e B. I due semi-versi sono separati da una pausa metrica, o cesura, ma sono uniti dall’allitterazione. L’allitterazione è la ripetizione nel verso dello stesso fonema nella sillaba tonica. L’elemento che porta l’allitterazione di solito si trova nel secondo semi-verso e allittera con elementi del primo semi- verso. L’ALLITTERAZIONE Grendel gongan, Godes yrre bær Venne Grendel: portava la furia di Dio Wand to wolcnum wælfyra mæst Si attorse no alle nuvole l’immenso fuoco dei morti LO STILE FORMULARE L’unità principale con cui si costruisce la poesia è la “formula” poetica, un sintagma di estensione variabile, che permette al cantore di ricordare e improvvisare componimenti anche molto lunghi. La teoria orale-formulare è stata elaborata dagli studiosi Parry e Lord, al ne di dimostrare come la poesia orale sia stata in grado di sopravvivere a lungo anche senza la scrittura. Esempio: mid minra secga gedriht mid thinra secga gedryht mid his eorla gedriht ond minra eorla gedryht mid his hælethagedryht æthelinga gedriht Un sistema formulare è un gruppo di versi che seguono gli stessi schemi metrici e sintattici e hanno almeno un elemento in comune. CARATTERISTICHE POESIA ANGLOSASSONE Ripetizione / Contrasto / Variazione, ricchezza lessicale (sinonimi, composti, kenning, ecc.) La kenning : una composto con valore metaforico, che sostituisce il nome di una persona o di una cosa. Esempio: hronrad > “sentiero della balena”, mare. LA VARIAZIONE “Dead is Æschere “Morto è Æschere, Yrmenlafes yldra broþor, fratello maggiore di Yrmenlaf, min runwita ond min rædbora, il mio esperto di rune, il mio eaxlgrstealla.” consigliere, un compagno al mio anco.” LE POPOLAZIONI SCANDINAVE: ETNOGENESI La conversione molto tardiva al Cristianesimo e la conseguente trasmissione orale più prolungata rispetto alle altre popolazioni ha portato alla proliferazione di leggende diverse, che non è possibile riassumere in modo sintetico e che, più che riferirsi ad una etnogenesi comune, diventa il mito di origine di famiglie aristocratiche distinte. Qui ci limiteremo a riportare le tradizioni più signi cative. La “Saga di Olaf il Santo” identi ca ciascun regno scandinavo con un dio o un eroe della tradizione germanica: “Re Olaf battezzò tutto il regno: egli distrusse tutti gli idoli e gli dèi, come Thor, dio degli Inglesi, Odino, dio dei Sassoni, Skjold, dio degli Scani, Freyr, dio degli Svedesi e Godorm, dio dei Danesi” fi fi fi fi fi fi La “Skjöldunga Saga” (ripresa anche da alcune storiogra e in latino) racconta che gli Asi, provenienti dall’Asia, si insediarono in Scandinavia guidati da Odino, il quale mise Skjöld come sovrano della terra dei Danesi e l’altro glio Ingo a capo degli Svedesi. Da qui le stirpi degli Skjöldungar e degli Inglingar. Una versione simile è raccontata anche nell’ “Edda” di Snorri. Re Hrothgar è uno Scyld, appartenente quindi alla famiglia reale degli Skjöldungar, come raccontato nel “Beowulf”. Alcune leggende danesi raccontano addirittura che Scyld fosse il progenitore dei re anglosassoni. Alcune fonti come la “Íslendingabók” (Libro degli Islandesi) a ermano che Yngvi (Ingo), capostipite degli Svedesi, fosse re dei Turchi e quindi di Troia, in linea con i miti di origine romani e franchi. LE POPOLAZIONI SCANDINAVE: ORIGINI E SPOSTAMENTI Contrariamente agli altri popoli germanici, le popolazioni scandinave non furono coinvolte negli grandi spostamenti (o “invasioni”) nel continente europeo. Si sposteranno solo molto più tardi, a partire dell’VII sec. I Danesi si insediano nell’attuale Svezia meridionale e sulle isole danesi e solo nel V-VI sec. si estenderanno nella penisola dello Jutland I Geati sono stanziati nella parte meridionale della Svezia più a nord rispetto ai Danesi (da cui Göteborg). Il popolo degli Svíar, che occupa la parte centrale della Svezia, scon gge i Geati e prende possesso del loro territorio. Sono gli antenati degli Svedesi. I Norvegesi si insediano già da subito nell’attuale Norvegia. Il più noto fenomeno di spostamento delle popolazioni scandinave è quello della cosiddetta età vichinga. Norvegesi, verso ovest, alla ricerca di terre da colonizzare. 793, attaccano il monastero di Lindisfarne in Northumbria IX sec, occupano le isole atlantiche a nord della Scozia e poi le coste scozzesi; da qui attaccheranno anche l’Irlanda e l’Inghilterra settentrionale. 874, alcuni esuli norvegesi che fuggono dalla politica accentratrice di Harald Hárfagri (“bellachioma”) e colonizzano le coste dell’Islanda. Nasce la repubblica più antica d’Europa, amministrata dall’assemblea annuale, l’Althing. Come accade sempre, i coloni mantengono meglio la lingua e le tradizioni rispetto alla madrepatria. Saranno l’ultimo popolo ad essere cristianizzato (1000) e da quella terra derivano tutte le saghe e la maggior parte dei racconti mitologici. Resterà indipendente no al 1262. Danesi, verso sud-ovest, per conquista e saccheggio. Dal IX sec, attaccano ripetutamente le coste inglesi e francesi. Fermati da Alfredo del Wessex, nell’886 stabiliscono una spartizione del territorio che dà vita al Danelaw e poi ad un vero e proprio regno danese, con capitale York. Nel 1016 re Cnut (Canuto) il Grande riunisce sotto il suo dominio tutta l’Inghilterra, la Danimarca e la Norvegia. Ma questo impero durerà solo no alla sua morte nel 1036. 911, il re francese deve concedere in feudo ai vichinghi Danesi (con alcuni Norvegesi e Islandesi) la Francia settentrionale, che verrà chiamata Normandia. Il primo duca è Hrólfr (Rollone). Essi ben presto perderanno la lingua e le tradizioni scandinave, adattandosi alle tradizioni locali. Nel 1066 un successore di Rollone invaderà l’Inghilterra. Svedesi, verso est, per conquista, saccheggio e commercio. In questo contesto i vichinghi svedesi sono anche conosciuti come Varenghi o Variaghi. Scendono nell’attuale Russia e Ucraina, dove fondano contri commerciali come Novgorod e Kiev, per scendere ancora verso il Mar nero, instaurando rapporti con Bizantini e Arabi. Chiamati dai locali Rus’, essi daranno un impulso fondamentale per la nascita della futura Russia. LA LETTERATURA SCANDINAVA La letteratura scandinava è estremamente ricca e variegata. Noi ci so ermeremo sui principali generi: la poesia eddica, la poesia scaldica e le saghe. ff fi fi fi fi ff fi Poesia Eddica Si tratta di testi poetici di contenuto mitologico/religioso, raccolti in gran parte nella cosiddetta Edda Poetica, contenuta nel Codex regius, un manoscritto conservato alla Biblioteca Reale di Copenhagen. Esistono altre poesie della stessa tipologia, conservate in pochi altri manoscritti (tra di esse anche il “Canto funebre di Ildebrando”). L’Edda poetica raccoglie 29 carmi, i quali costituiscono, insieme alle saghe e all’Edda di Snorri, una fonte preziosissima per la mitologia scandinava e, per estensione, germanica. Oltre alla “Völuspá” (il canto della ne del mondo), la raccolta contiene molti carmi sui personaggi di Sigurðr, Fáfnir, Guðrún e Brunhilðr, tutti personaggi che si trovano nella “Saga dei Volsunghi” e, in ambito tedesco, nel “Nibelungenlied”. Naturalmente, non possono mancare carmi su Attila. Il metro epico, il verso tipico con cui viene scritta l’Edda poetica è il fornyrðislag (“metro di storie antiche”). Come il verso lungo germanico, si tratta di un verso lungo diviso in due semi-versi, e un pattern allitterativo più o meno regolare. Hljóðs bið ek allar helgar kindir, Ascolto io chiedo, a tutte le sacre stirpi meiri ok minni mögu Heimdallar; i maggiori e minori gli di Heimdall, viltu, at ek, Valföðr! Vel fram telja Tu vuoi da me, Padre di Tutti, che io racconti bene forn spjöll fíra, þau er fremst um man. Antichi racconti di uomini, quelli sui primi uomini. Völuspá, Edda poetica Poesia Scaldica È la poesia encomiastica, una creazione aristocratica che sopravvive per mezzo millennio (dal IX al XV sec.). Deriva il proprio nome dallo scaldo (skáld), un termine per designare il poeta al servizio dei nobili nel mondo scandinavo. La maggior parte erano poeti professionisti, ma non mancano esempi di nobili divenuti scaldi per passione. Sköld kalla mik, Scaldo mi chiamano, skapsmið Viðurs, fabbro del ‘pensiero di Viður (Odino)’ Gauts gjafrötuð, svelatore del ‘dono di Gautr’, grepp óhneppan, poeta non sprovveduto, Yggs ölbera, dispensatore della ‘birra di Yggr (Odino)’, öðs skap-Móða, Móði della creazione poetica, hagsmið bragar, provetto artigiano di versi. Hvat’s skáld nema þat? Cos’è uno scaldo se non questo? Heiti e Kenningar, sono due gure retoriche molto utilizzate nella poesia scaldica e, anche se con caratteristiche leggermente di erenti, in altri ambiti germanici, soprattutto nella poesia anglosassone. Heiti (da heita “chiamare”, “chiamarsi”), sinonimi poetici, solitamente arcaici, usati per designare parole-chiave del testo poetico. Ad esempio, “mare” è indicato con varianti come “ ordo”, “onda”, “abisso”, “lago”, “profondità”, “corrente”, “ ume”, “palude”. Kenningar (da kenna “conoscere”), sintagma metaforico o metonimico, usato per sostituire una parola-chiave del testo poetico. Ad esempio, “re” o “signore” è indicato con “distributore/distruttore di anelli” e “guerra/battaglia” con “assemblea delle spade/lance”, “pioggia di dardi”, “volo/canzone delle lance”, “festa delle aquile” e “mare” con “la strada delle balene”. L’ Edda di Snorri è un trattato teorico dedicato all’arte della poesia scaldica, attribuito a Snorri Sturluson (XIII sec.), poeta e politico islandese. Si dice sia autore di altre opere, come la Heimskringla (una raccolta delle saghe di re) e della famosa Saga di Egill. Prologo (Formáli), che racconta dell’origine del mondo in chiave cristiana L’Inganno di Gyl (Gylfagynning), che racconta di un certame tra Gyl (travestito da viandante) e l’Alto, l’Ugualmente Alto e il Terzo, tutti epiteti per Odino, sulla mitologia norrena La lingua della poesia (Skáldskparmál), un manuale sulla corretta dizione poetica attraverso l’analisi delle gure retoriche, come heiti e kenningar fi ff fi fi fi fi fi fi fi Il computo metrico (Háttatal), un poema encomiastico suddiviso in tre parti, ognuna dedicata ad un personaggio politico del tempo. Si con gura come un’applicazione di quanto teorizzato nella sezione precedente. Saga Etimologicamente correlata a segja “parlare”, “narrare”, è una composizione in prosa di estensione variabile che racconta le vicende legate a un personaggio una famiglia, con moltissime deviazioni narrative. Jorge Luis Borges (1966) la de nì come l’antenato dell’attuale romanzo moderno. Le saghe possono essere catalogate in vari tipi, a seconda del contenuto: Saghe dei re (Konungasögur) Saghe familiari o degli antichi Islandesi (Íslendingasögur) Saghe dei tempi antichi (Fornaldarsögur) Saghe dei vescovi (Biskupasögur) Saghe dei contemporanei (Samtíðasögur) Saghe dei cavalieri (Riddarasögur) Saghe dei santi (Heilagra manna sögur) LA VÖLSUNGA SAGA Völsunga saga = saga che spiega le origini mitiche del clan dei Völsung, famiglia di rilievo nelle leggende germaniche. Storia dei Völsung : presente anche nella tradizione gotica (viene sviluppata nella stessa corte di re Teodorico a Ravenna), franca e, soprattutto, tedesca La versione più antica della storia di Sigurðr, Fáfnir, Guðrún e Brunhilðr è contenuta nel Nibelungenlied, un poema epico scritto in alto tedesco medio nel XIII secolo. La Völsunga saga è quindi una parafrasi e una reinterpretazione in chiave nordica del Nibelungenlied, mantiene gli stessi soggetti, gli stessi personaggi e le stesse vicende. Völsunga Saga vs Nibelungelied Le due versioni della storia sono abbastanza simili e, a parte le parti sempli cate, le di erenze principali sono imputabili a due diversi contesti sociali e religiosi. 1. Contesto sociale, a Sud, si sta passando da una società pagana a una cristiana, in cui al centro della famiglia sta il nucleo marito-moglie. A Nord, invece, vige ancora il principio germanico della Sippe, la famiglia tribale. (Esempio: nella tradizione franca, Crimilde si vendica contro il fratello per l’uccisione di Sigfrido. Nella tradizione scandinava, Guðrún si riconcilia coi fratelli prima che vengano uccisi, per poi vendicarsi del marito Attila) 2. Contesto religioso, nel Nibelungelied si tende a eliminare l’elemento pagano, mentre nella Völsunga saga lo si mantiene. Il Manoscritto La saga è conservata nel manoscritto Nks. 1824b, 4°, nella Biblioteca Reale di Copenhagen. L’origine è norvegese e la composizione è databile al XIII secolo, mentre il manoscritto viene copiato in Islanda nel XIV secolo. L’intento del compositore era quasi sicuramente di tipo encomiastico, ovvero di celebrazione dell’allora re di Norvegia, Hákon. La storia della Völsunga saga viene ripresa anche in altri testi come, per esempio, l’Edda Poetica (Codex Regius GKS 2365, 4°) Nell’Edda poetica, la storia viene raccontata in poesia, ma in maniera incompleta – al manoscritto mancano infatti ben 8 fogli. Anche l’Edda di Snorri racconta le vicende di Sigurðr, con minime aggiunte rispetto alla controparte poetica. Trama = Schema dell’Incisione di Ramsund, Svezia. Racconta dell’uccisione del drago Fafnir e di Reginn per mano di Sigurðr. fi fi fi ff Temi Vendetta, tema principale della saga, ricollegabile alla faida germanica. Quella della Völsunga saga è però una vendetta inconcludente, forse sintomo dei cambiamenti sociali e morali che stavano avvenendo a causa della cristianizzazione. Imperfezione dell’eroe, Sigurðr non è l’eroe perfetto delle leggende. È un glio adottato, non è un nobile, e continua a commettere errori per tutto l’arco della storia. Il Drago Medievale Tra l’ 11˚ e il 13˚ secolo si ha il picco nell’interesse medievale per i draghi, che vengono popolarizzati anche attraverso i racconti dei santi, come San Giorgio o Santa Margherita di Antiochia. Nella tradizione scandinava il drago prende il nome di wyrm. Famosi draghi nordici sono Níðhöggr, Jörmungandr e Fáfnir, e possono essere collegati al concetto di circolarità. L’uccisione del drago Tradizione scandinava (e germanica in generale) : ricchissima di episodi con draghi, solo nei manoscritti islandesi se ne contano una quarantina. Storie di draghi medievali = tutte storie di uccisione di draghi, e seguono tutte una struttura prestabilita e codi cata. Ci sono 3 tipologie di immagini che si possono riscontrare in queste storie, che spesso vengono sovrapposte ( 1. La battaglia con il drago, 2. Il drago in volo (presagio) 3. Il drago che protegge il tesoro ) La tipica storia di uccisione del drago, come quella raccontata nella Saga di Ragnar Lothbrok (Ragnarssaga loðbrókar), è divisa in questo modo: L’eroe viaggia dalla civiltà a un luogo selvaggio, Combatte molti nemici, Incontra un drago che terrorizza la regione, Combattimento con il drago, Uccisione del drago, Ricompensa per l’eroe Il drago in Beowulf e nella Völsunga saga Nel caso di Beowulf e della Völsunga saga, questa rappresentazione tipica viene sovvertita. Queste due opere rappresentano, infatti, una eccezione, in cui il rapporto tra eroe e drago viene trattato in maniera non convenzionale. Beowulf: l’eroe muore a causa della sua battaglia col drago. Völsunga saga: la battaglia tra l’eroe e il drago è una battaglia verbale, più che sica. Inoltre, il drago Fáfnir non è un serpente trasformato in wyrm, ma un umano che si è trasformato in drago a causa delle sue azioni. Caso di Beowulf e della Völsunga saga = tentativo ironico/critico di sovvertire e capovolgere la narrazione tipic

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