Lezione 4 - Apparato Cardiovascolare - Semeiotica dei Piccoli Animali PDF

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Documenti di lezione sulla semeiotica dei piccoli animali, con particolare attenzione all'apparato cardiovascolare. Vengono descritti i segni, i sintomi e le valutazioni in caso di potenziali cardiopatie nei piccoli animali.

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22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini BENESSERE ANIMALE Ogni veterinario è tenuto a conoscere i principi cardine del benessere animale. Il veterinario ha il dover di segna...

22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini BENESSERE ANIMALE Ogni veterinario è tenuto a conoscere i principi cardine del benessere animale. Il veterinario ha il dover di segnalare agli organi competenti (ATS) le condizioni di benessere di un dato ani- male. Come conseguenza, possono essere emesse delle sanzioni fino al sequestro dell’animale. Valutazione del comportamento - Comportamento sociale; - Rapporto uomo/animale; - Assenza di paura. Valutazione dell’alimentazione e delle esigenze idriche - Soddisfacimento delle esigenze nutrizionali e idriche. Valutazione dei parametri di stabulazione - Comfort durante il riposo (area di riposo pulita); - Comfort termico (temperature non troppo alte o basse); - Facilità di movimento. Valutazione dello stato sanitario - Assenza di lesioni esterne (ad esempio, create dal filo spinato nel bovino o dalla catena nel cane); - Assenza di stati morbosi (malattie); - Assenza di dolore indotto dal sistemi di allevamento. APPARATO CARDIOVASCOLARE Inizialmente, si considerano le condizioni anamnestiche importanti da valutare in un soggetto potenzial- mente cardiopatico, per poi passare all’esame clinico. CONDIZIONI ANAMNESTICHE Gli aspetti fondamentali legati alle cardiopatie sono: 1. Scarso accrescimento (cardiopatie congenite): Una cardiopatia congenita non determina uno squilibrio emodinamico, ossia non determina un alterazione del normale funzionamento di un organismo. Le cardiopatie congenite sono sempre caratterizzate da soffi cardiaci, ma è possibile che non vengano percepiti se l’animale è molto agitato (soprattutto nel cucciolo). Un soffio è un rumore cardiaco perce- pibile all’auscultazione, causato da turbolenze del flusso sanguigno. Un esempio di una patologia congenita che non dà quasi mai equilibri emodinamici è la stenosi della valvola semilunare polmonare nel Boxer, che non comporta alcun deficit di crescita del soggetto o la comparsa di sintomatologia reale. 2. Dispnea (++ conseguente ad esercizio fisico – Immagine 1): Alterazione di due o più caratteri del respiro; Può indicare anche la presenza di un’affezione respiratoria; Dipende dal tipo di vita dell’animale: la diagnosi di patologia cardiaca sarà più precoce in un Bracco tedesco abituato alla caccia rispetto a un Maltese che rimane sempre sul divano, perché l’animale verrà sforzato maggiormente all’esercizio fisico; L’anamnesi generale sul paziente deve essere aggiornata se mi manifestano altri sintomi (nel caso dell’esame clinico cardiaco: da quanto tempo sono comparsi i sintomi? Il paziente si stanca più facilmente? L’animale presenta colpi di tosse?). → È necessario capire se la dispnea dipende da un problema cardiaco o respiratorio. Soprattutto nel gatto, le patologie cardiache possono manifestarsi anche con versamento pleurico. *Una possibile causa di tromboembolismo polmonare (TEB) è la sindrome di Cushing (Immagine 1). 1 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini Immagine 1 3. Tosse (Immagine 2): Può comparire nelle fasi avanzate di patologie cardiache. È prevalentemente notturna nelle fasi iniziali della cardiopatia, successivamente è determinata dallo sforzo e diventa pressoché continua nelle fasi terminali. Indica insufficienza cardiaca sinistra. Prevalentemente debole, umida, non produttiva, facilmente provocabile (= lo stimolo applicato è lieve), soprattutto conseguente ad esercizio fisico o a decubito prolungato. In quest’ultimo caso, infatti, è più difficile il recupero di sangue dalla parte più declive del polmone. Una stasi venosa polmonare porta ad un aumento di trasudazione dal circolo polmonare a quello inter- stiziale (perialveolare→ peribronchiolare → peribronchiale). La tosse facilmente provocabile durante l’esame clinico non indica solamente un processo patologico a carico della trachea, ma anche a carico di vie aeree più profonde (bronchi). 4. Facile affaticabilità: Il cane da caccia con una cardiomiopatia presenta una sindrome da minor rendi- mento. Un’altra causa possibile di questa sindrome può essere la presenza di una parassitosi intesti- nale, che determina minore riserve di glicogeno (depauperamento da parte dei parassiti) e, quando queste vengono esaurite, aumenta l’acido lattico nei muscoli, con conseguenti crampi. Durante lo sforzo aumentano la FC e la FR. A un certo punto, l’animale non riesce più a compiere lo sforzo (FC è troppo elevata) e si deve fermare: dopo circa 15/20 minuti l’animale è pronto a correre di nuovo. 5. Febbre intermittente o febbre di origine sconosciuta: Possono indicare patologie immunomediate o infezioni croniche non individuate immediatamente. 6. Zoppie migranti: Potrebbero suggerire la presenza di una poliartrite, la cui eziopatogenesi può essere di tipo immunomediato o di tipo batterico. In quest’ultimo caso, si potrebbe determinare la formazione di complessi antigene-anticorpo, che creano reazioni ipertrofiche a livello cardiaco. Si generano, così, alterazioni della superficie dei lembi valvolari, che condizionano la chiusura più o meno corretta della valvola, generando un soffio cardiaco. Gli stessi emboli settici della poliartrite potrebbero provocare anche un’infezione dell’endocardio valvolare. Un’altra possibilità patogenetica nei cani è legata al tartaro in cavità orale (deposizione di sali sulla superficie dentale, che a lungo andare creano periodontiti, ovvero infezioni batteriche delle gengive alla base dei denti). Da questo livello possono partire emboli settici che, poi, determinano endocarditi 2 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini batteriche. Una delle cause più comuni di endocardite è, quindi, la presenza di tartaro o anche la rimo- zione del tartaro in modo non adeguato (rimuoverlo grossolanamente senza curarsi di eventuali lesioni generate facilita il passaggio in circolo di batteri e la partenza possibile di emboli settici). 7. Episodi sincopali: Una sincope è una perdita improvvisa, completa e temporale del tono muscolare con perdita di coscienza (svenimento). Il cane cade a terra improvvisamente, poi progressivamente si ri- prende. Può anche rimanere sdraiato per qualche ora. È importante non confonderla con una lipotimia, che può essere riferita correttamente solo all’uomo: perdita del tono muscolare non necessariamente accompagnata dalla perdita dello stato di coscienza. Ad esempio, quando ci si alza velocemente dal letto la mattina e si offusca la vista/si perde l’equilibrio. La sincope è dovuta ad una improvvisa caduta della pressione: la pressione torna ad alzarsi dopo 1-2 giorni e dopo qualche giorno sembra non sia accaduto mai nulla. L’animale riprende coscienza grazie alla vasocostrizione periferica e successivamente con il recupero dei globuli rossi e della pressione. Immagine 2 Non si deve confondere una sincope con una crisi convulsiva! In quest’ultimo caso, l’animale perde la stazione quadrupedale e la coscienza anche per alcuni minuti, ma non perde il tono muscolare Si associano contrazioni tonico-croniche degli arti e del collo e la perdita del tono degli sfinteri. Durante una sincope, non è presente il trisma mandibolare, cioè la contrattura prolungata dei muscoli ma- sticatori. Nella maggioranza dei casi, le crisi convulsive si associano a crisi epilettiche (manifestazioni tonico- cliniche, apertura degli sfinteri, scialorrea, disturbi neurologici più o meno persistenti. → La sintomatologia è molto diversa!). 3 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini La sincope nasce da mancanza di ossigenazione a livello del SNC: si potrebbero avere condizioni locali a livello cranico che determinano una sincope. Delle diagnosi differenziali legate ad altri tipi di sincopi possono essere: crisi ipoglicemiche o gli stati di grave ipossiemia. Un paziente con un’emoglobina in stato di metaemoglobinemia non riesce più a rilasciare l’ossigeno: può essere una conseguenza della somministrazione di alcuni farmaci, come il paracetamolo. Immagine 3 La sincope genera una diminuzione della gittata cardiaca, che ha come possibili conseguenze (Immagine 3): - Mixoma atriale, ovvero neoformazione di tessuto mixoide (costituisce le valvole cardiache); - Grave deplezione volumetrica: emorragia; - Eccessivo uso di farmaci diuretici. Un tamponamento cardiaco è un accumulo di fluido nello spazio pericardico. La parte di cuore con la minore forza muscolare è il cuore destro, per cui la pressione esterna rende più difficile la distensione del ventricolo destro. Di conseguenza, la quantità di sangue che entra al suo interno e viene mandata poi in circolo è minore. Stenosi della mitrale: la valvola non si apre completamente ed entra poco sangue nel ventricolo sinistro; Trombi atriali o neoformazioni atriali determinano l’ingresso di poco sangue in atrio e poi nel ventricolo; Stenosi sub-aortica: la stenosi aortica viene classificata in base al fatto che il punto di stenosi si trovi poco prima della semilunare aortica, a livello di valvola o subito dopo la valvola. Una stenosi sub-aortica (alla base della valvola) impedisce un maggiore passaggio di sangue nel circolo sistemico. ARITMIE - Bradiaritmie: la gittata cardiaca diminuisce, quindi c’è meno sangue in circolo; - Tachiaritmie: la FC è così elevata che il sangue non fa in tempo a riempire il ventricolo prima di essere eiettato. Si ha, quindi, bassa gittata cardiaca e ipossigenazione periferica. Esistono, poi, condizioni più periferiche e generali, come l’impiego di farmaci vasodilatatori, che diminui- scono la resistenza periferica dei vasi. 4 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini Potenziali cause di perdita di resistenza vascolare sono: 1. Mediazione neurologica (sincope riflessa): patologie della defecazione/della minzione (per esempio legate a una iperstimolazione del nervo vago), tosse, stress emotivi, dolore; 2. Emorragie: il più grave caso di emorragia è legato alla rottura della milza. Spesso cani di grossa taglia presentano masse a carico della milza: un locus minoris resistentiae che, a seguito di un minimo trauma, può determinare una rottura della milza. Le masse della milza NON sono tutte dei tumori maligni (emangiosarcoma- circa il 30% dei casi). La rottura della milza, quindi, determina un’improvvisa sincope, dalla quale il cane si riprende nell’arco di pochi minuti (intervengono dei meccanismi di compenso che fanno rialzare la pressione); il proprie- tario potrebbe riferire che il cane sia “debole” nei giorni successivi e potrebbe notare una leggera de- formazione del profilo dell’addome. Dopo qualche giorno, il cane torna a stare bene come prima; 3. Affezioni del sistema nervoso autonomo: diabete mellito. Segni e atteggiamenti particolari 1) Perdita di peso e di trofismo muscolare; 2) Difficoltà di deambulazione (anche per disturbi di circolo periferico a livello degli arti); 3) Edemi e/o versamenti: nel cane si può riscontrare ascite. Nel gatto le cardiopatie si esprimono con la comparsa di versamenti pleurici. Una delle cause di chilotorace nel gatto può essere una cardiopatia. Il chilo arriva al cuore attraverso il dotto toracico, che sbuca nella vena cava. Una cardiopatia determina più precocemente un problema di stasi venosa a livello del cuore, con minore capacità di riversare la linfa dal dotto toracico al cuore destro. Un minimo aumento di pressione determina la rottura del dotto tora- cico e la comparsa di versamento chiloso; 4) Ortopnea: condizione in cui l’animale che mantiene la stazione quadrupedale con arti anteriori divaricati per permettere una maggiore estensione della gabbia toracica e testa estesa sul collo per cercare di in- camerare più ossigeno possibile. Quando si sdraia, l’animale fa fatica a respirare; 5) Tachipnea. ESAME CLINICO ESAME DELLE MUCOSE Mucose pallide: non indicano solo anemia, ma anche vasocostrizione periferica e minore gittata cardiaca (TRC); Mucose cianotiche: indicano minore ossigenazione (insufficienza respiratoria, che a sua volta può essere conseguenza di insufficienza cardiaca o anche anemia); Mucose congeste: sono indice di un quadro di iperemia passiva. Possono indicare rallentato ritorno ve- noso (valutare vasi episclerali); Mucose iperemiche: quasi sempre associate a stato infiammatorio, ma possono indicare policitemia (au- mento abnorme del numero dei globuli rossi, con conseguente aumento dell’ematocrito e maggiore vi- scosità del sangue). La policitemia è una risposta dell’organismo ad un’ipossia cronica. Le policitemie possono essere espressioni di condizioni patologiche dei reni con masse di varia natura che, determinando un aumento di pressione renale, possono causare una maggiore produzione di eri- tropoietina e di conseguenza di globuli rossi. Non si deve escludere il doping! N.B: Le mucose vaginali o epitelio-penieno cianoti- che in un soggetto giovane possono indicare dotto ar- terioso pervio con shunt destro-sinistro. Il tempo di riempimento capillare (Immagine 4) in- dica lo stato di perfusione dei tessuti periferici. Immagine 4 5 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini VALUTAZIONE DELLO STATO DI DISIDRATAZIONE (Immagine 5): Immagine 5 TOSSE Video: tosse dei canili (ADENOVIROSI) Nei video vengono mostrati dei casi di tosse dei canili, dovute ad Adenovirus. In questo caso l’animale continua a muoversi ed è tipica l’espettorazione finale. In un altro video viene mostrato un caso di tosse cardiaca: l’animale resta fermo e le zampe anteriori sono leggermente abdotte per favorire l’apertura della cassa toracica. La tosse nasce molto più “profonda”. Non solo la sonorità è importante, ma anche l’atteggiamento dell’animale contribuisce alla diagnosi! VALUTAZIONE DELL’ADDOME Le patologie del cuore destro spesso danno luogo a versamento pe- ritoneale, che purtroppo è clinicamente riconoscibile quando è già molto importante. - L’RX riesce a identificarlo quando si accumulano almeno 20 mL/kg di liquido in cavità addominale; - L’ecografia riesce a indentificarlo quando si raggiungono i 7 mL/kg di liquido in addome. Clinicamente, si riscontra un aumento del volume dell’addome con un allargamento della parte più ventrale. Una manovra semiologica che si può effettuare è la soccussione (Im- magine 6): si appoggia il piatto di una mano sul fianco dell’animale a lato dell’addome e con le dita dell’altra mano si effettua una per- cussione a livello della parete addominale controlaterale; si sente sulle dita della mano l’onda di movimento del liquido in addome. Immagine 6 VALUTAZIONE DELLE VENE Vena safena; Vena giugulare: più visibile nei cani a pelo corto. Quando si riscontra edema a livello di un solo arto, nella maggior parte dei casi, si tratta di problemi di tipo linfatico, ma a volte esso può essere determinato da trombosi venosi periferica. Video: polso venoso giugulare Gatto con pelo rasato: si osserva l’onda sfigmica a livello della giugulare. Non è normale vedere l’onda sfigmica a questo livello, ma è osservabile in caso di stasi localizzata. Anatomia: la giugulare porta il sangue dal cervello al cuore destro. Si osserva il sollevamento sfigmico a livello di una vena quando sono presenti delle masse toraciche in sede mediastinica craniale: queste determinano una compressione sulla giugulare. I movimenti del cuore, determinando uno spostamento della massa, fanno trasmettere l’onda sfigmica attraverso la giugulare. 6 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini In alternativa, si può osservare una situazione del genere in qualsiasi condizione definita come pseudo-peri- cardite. In buiatria, si usava questo termine per indicare una patologia che determina un qualsiasi genere di compressione a livello del cuore destro. POLSO (Immagine 7) Il polso arterioso (dal latino pulsus: colpo, battito) è dato dalla variazione pressoria corrispondente all’onda sfigmica generata dalla sistole cardiaca, trasmessa nel sistema vasale e percepibile a livello dei vasi periferici sotto forma di pulsazione. È caratterizzato da: 1. Frequenza (bpm): numero di onde sfigmiche al minuto, ovvero numero atti cardiaci/minuto; 2. Ampiezza: ampio – piccolo (entità del sollevamento); 3. Celerità: celere/ipercinetico - lento/ipocinetico (velocità del sollevamento); 4. Ritmo: regolare – irregolare (espressione del ritmo cardiaco); 5. Durezza: duro - molle o flebile (forza necessaria da esercitare per comprimere e far scomparire il polso a livello di arteria femorale); 6. Simmetria (trombosi aa. iliache, soprattutto nel gatto). Non necessariamente la trombosi deve essere completa e bilaterale: si potrebbe avere un polso normale su un lato e uno più piccolo sul contro-late- rale perché passa un minore quantitativo di sangue. Il polso va palpato contestualmente all’auscultazione del cuore, con indice e medio. Frequenza - Ritmo: dovrebbero riflettere la frequenza ed il ritmo cardiaci. o Deficit di polso: F cardiaca > F sfigmica. Ciò indica la presenza di extrasistoli, ovvero contrazioni ventricolari premature non efficaci emodinamicamente. Ampiezza: indica il volume di sangue che passa nel vaso ad ogni onda sfigmica. o Polso ampio: ipotensione diastolica (es. insufficienza aortica); o Polso piccolo: può indicare vasodilatazione periferica (ipovolemia, insufficienza cardiaca sinistra, tamponamento cardiaco, stenosi subaortica). Celerità: indica la resistenza vascolare periferica. o Polso celere: diminuzione resistenze periferiche (febbre, anemia, insufficienza mitralica); o Polso lento: aumento resistenze periferiche (diminuzione della gittata cardiaca). Durezza: indica un aumento della pressione sistolica e una diminuzione della pressione differenziale sisto-diastolica. Un polso duro si ha in un soggetto iperteso con aumento sia della pressione sistolica che di quella diastolica. Immagine 7 7 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini Alcuni tipi di polso 1. Polso scoccante (a martello) = ampio, celere, duro. In corso di insufficienza mitralica, difetti del setto 2. interventricolare, dotto di Botallo pervio; 3. Polso normale: nell’insufficienza tricuspidale pura (rara); 4. Polso piccolo, difficilmente rilevabile: nella stenosi aortica; 5. Polso piccolo, filiforme: nello shock, nei versamenti pericardici e nella diminuita contrattilità cardiaca. ITTO L’itto è la vibrazione a bassa frequenza determinata dalla contrazione e rotazione del cuore durante la fase iniziale della sistole. È sincrono con il I tono cardiaco. In condizioni normali il punto di massima intensità va dal 4° al 6° spazio intercostale a sinistra, lateralmente al margine dello sterno. Può risultare: Spostato o affievolito per masse toraciche, versamenti pleurici o pericardici, ernie diaframmatiche; Accentuato in corso di ipertrofia sinistra o tachicardie; Può essere possibile percepire un fremito precordiale: percezione tattile di vibrazione in corrispon- denza dell’itto. Indica la presenza di soffi cardiaci ad alta intensità. Area di proiezione cardiaca (immagine 8): Immagine 8 AUSCULTAZIONE DEI TONI CARDIACI (Immagine 9) I toni cardiaci sono quattro, di cui normalmente quelli udibili sono solo due (T1 e T2). Primo tono (T1): è determinato dalla chiusura delle valvole atrio-ventricolari ed è normalmente più in- tenso all’apice. È più lungo, forte e di tonalità più bassa rispetto a T2. Il polso arterioso compare subito dopo T1 ed è composto di 4 fasi: - Contrazione ventricolare precoce; - Decelerazione della massa ematica alla chiusura delle valvole atrio-ventricolari; - Oscillazione del sangue tra le arterie principali; - Vibrazioni associate alla spinta del sangue. Secondo tono (T2): è dato dalla chiusura delle valvole semilunari, aortica e polmonare; Terzo tono (T3): è dato dal riempimento rapido ventricolare in proto-diastole. Solitamente non è udibile, ma, quando lo è, è collocato subito dopo T2; Quarto tono (T4): è il tono di contrazione atriale. Solitamente non è udibile, ma, quando lo è, precede immediatamente T1. Possono esistere sdoppiamento dei toni T1 e T2 dovuti a chiusura asincrona delle valvole atrio-ventricolari o semilunari. Normalmente la chiusura delle valvole non è sincrona, ma l’intervallo di tempo di chiusura è di 8 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini circa 4 centesimi di secondo, quindi non percepibile dall’orecchio umano. Nel momento in cui questa sfasa- tura di tempo aumenta per un’alterazione pressoria, T1 può apparire sdoppiato. La stessa cosa accade per T2. Sdoppiamento di T1: è dato dalla chiusura asincrona di mitrale e tricuspide. Quando la chiusura delle valvole mitrale e tricuspide non avviene contemporaneamente, fisiologicamente nei cani di grossa taglia e in patologie come la stenosi mitralica e della tricuspide, il blocco di branca (ritardo della conduzione dello stimolo elettrico a livello ventricolare), con contrazioni ventricolari premature, nella cardiostimola- zione elettrica. Sdoppiamento di T2: chiusura asincrona di polmonare e aortica. Può essere fisiologico nei cani di grossa taglia per un ritardo della chiusura della valvola polmonare in inspirazione in quanto è prolungata dalla fase di eiezione (espulsione del sangue) del ventricolo destro. Lo sdoppiamento è presente in condizioni patologiche sempre per un ritardo nella chiusura della valvola polmonare nell’ipertensione polmonare, nel blocco di branca destro (ritardo nella conduzione dell’im- pulso elettrico del cuore), nei difetti del seno atriale e ventricolare, in presenza di complessi ventricolari prematuri, di stenosi polmonare, con cardiostimolazione elettrica. Può essere sdoppiato per prematura chiusura della valvola aortica nella stenosi e nell’insufficienza mi- tralica. Lo sdoppiamento fisso, non dipendente dalle fasi respiratorie, è presente nel difetto del setto atriale. Lo sdoppiamento paradosso si manifesta quando la valvola aortica si chiude dopo la polmonare in pre- senza di grave ipertensione sistemica, stenosi subaortica, blocco di branca sinistro, insufficienza del ven- tricolo sinistro. Possono anche comparire stabilmente il terzo e quarto tono. Comparsa di T3: galoppo proto-diastolico o ventricolare. Rapido riempimento diastolico ventricolare, solitamente non udibile. È associato a ICC (malattia valvo- lare cronica e filariosi). Determina un suono di bassa frequenza all’apice sinistro e segue S2; https://www.youtube.com/watch?v=whsBKxc0Usg Comparsa di T4: galoppo atriale o presistolico. È legato alla contrazione atriale e solitamente non è udibile. È associato a gravi dilatazioni atriali (CMP ipertrofica) e blocco cardiaco di III grado. Genera una sonorità bassa, alla base sinistra, subito prima di S1; Comparsa di T3 e T4: galoppo addizionale (cardiomiopatie nel gatto). https://www.youtube.com/watch?v=6StYVx6BVLo Immagine 9 9 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini SOFFI CARDIACI Si distinguono in base a: Tempi di produzione: o Sistolico: è determinato da un’insufficienza delle atrio-ventricolari o da una stenosi delle semilunari; o Diastolico: è dovuto a una stenosi delle atrio-ventricolari o a un’insufficienza delle semilunari; o Sisto-diastolico: si avverte in sistole e in diastole ed è difficile distinguerlo da un soffio continuo; o Continuo (PDA). Un soffio sul primo tono è sistolico. Un soffio sul secondo tono è diastolico. Un soffio continuo (PDA) generalmente non è legato alle valvole. Esempi: a) Soffio sul primo tono auscultato in corrispondenza della valvola mitrale → insufficienza valvola mitrale; b) Soffio sul secondo tono auscultato in corrispondenza della valvola aortica → insufficienza aortica; c) Soffio sul primo tono in corrispondenza di un focolaio semilunare aortico → stenosi aortica. Durata o Proto-, Meso-, Tele-, Olo; o -sistolico, -diastolico. Esempi: a) Insufficienza mitralica e difetto setto inter-ventricolare: olosistolico b) Stenosi aortica e polmonare: mesosistolico c) Soffi anemici e fisiologici: protosistolico d) PDA: olosistolico-olodiastolico Intensità In medicina umana si utilizzano 6 gradi. In veterinaria è difficile: non si può far trattenere il fiato al cane. o Dolce: ▪ 1/6: quasi impercettibile (1° grado); ▪ 2/6: dolce, ma definito (2° grado). o Medio: ▪ 3/6: facilmente udibile, ma non palpabile (3° grado); ▪ 4/6: sonorità, senza fremiti precordiali (4° grado). o Forte: ▪ 5/6: forte, presenza di fremito palpabile (5° grado); ▪ 6/6: fremito palpabile ed udibile senza fonendoscopio (6° grado). Per sentire un soffio lieve serve un ambiente molto silenzioso e un animale tranquillo, che magari sopporti anche qualche secondo di apnea. Per sentire un soffio moderato basta poggiare il fonendoscopio sul focolaio di auscultazione interessato e non c’è bisogno di mettere l’animale in apnea. Un soffio grave si sente immediatamente, in alcuni casi estremi si percepisce un fremito alla palpazione (fremito percordiale, si percepisce una vibrazione del punto in cui c’è il battito). La presenza di un soffio NON determina con certezza la presenza di una patologia cardiologica! Inoltre, non esiste correlazione tra intensità del soffio e gravità della malattia. Il quadro clinico di insufficienza cardiaca è una condizione in cui l’omeostasi del sistema cardio-circolatorio non riesce a essere mantenuta dai meccanismi di compenso dell’organismo. Ad esempio, un animale può avere un soffio cardiaco ma nessun problema di insufficienza cardiaca. 10 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini L’insufficienza cardiaca congestizia presenta i seguenti sintomi: letargia, debolezza, tosse, dispnea, intolle- ranza all’esercizio, disoressia, perdita di peso, distensione addominale e sincope. In questo caso, si interviene farmacologicamente. Intervenire farmacologicamente nel caso in cui non sia sicuramente presenza un’insuf- ficienza cardiaca non fa altro che aumentare il lavoro del cuore e diminuire l’aspettativa di vita dell’animale. Un’insufficienza cardiaca congestizia può portare a un deficit sistolico (valvulopatie, miocardiopatie, aritmie) o a un deficit diastolico (tamponamento cardiaco). DOG or CAT HEART SOUNDS https://www.youtube.com/watch?v=czfar-nXyXA https://vetcpd.co.uk/audio-heart Ndr: I prossimi argomenti non sono stati trattati a lezione! Pericardiocentesi (Immagine 10) Con il paziente in decubito sternale o laterale sinistro, si esegue una tricotomia e una disinfezione dell’emitorace destro ven- trale, con anestesia locale nel sito d’ingresso. L’ingresso dell’ago avviene perpendicolarmente alla parete to- racica a livello di IV-VI spazio intercostale destro, in corrispon- denza della giunzione costo-condrale, avanzando lentamente mentre si esercita una leggera pressione negativa sulla siringa, fino ad entrare nello spazio pericardico (aspirazione fluido). Principi di elettrocardiografia (Immagine 11) Immagine 10 1. Ampiezza onda P = da linea di base 2. Durata onda P = da inizio a fine onda P 3. Tratto PR (o PQ) = da inizio onda P a inizio complesso QRS 4. Ampiezza onda R = da linea di base 5. Durata QRS = da inizio onda Q a fine onda S 6. Tratto ST = da fine QRS a inizio ST 7. Tratto QT = da inizio complesso QRS a fine onda T Immagine 11 11 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini Onda P: onda di depolarizzazione atriale. Caratterizza il ritmo sinusale; Onda Q: prima onda negativa dopo l’onda P; Onda R: prima onda positiva dopo l’onda Q; Onda S: prima onda negativa dopo l’onda R; Onda T: onda di depolarizzazione ventricolare; Tratto PR: indica il tempo di trasmissione dell’impulso dal nodo del seno al nodo atrio- ventricolare. Un allungamento del tratto PR (> 0,14 sec.) indica un blocco atrio-ventrico- lare: - BAV 1° = aumento costante del tratto PR (onda P sempre presente); - BAV 2° = tratto PR aumenta progressiva- mente fino ad un complesso in cui non si visualizza onda P, che ricompare al suc- cessivo; - BAV 3° = dissociazione atrio-ventrico- lare. L’impulso parte dal nodo del seno ma non raggiunge i ventricoli che si con- traggono su impulso di focolai ectopici (nodo SA, focolai ventricolari). Esempi nell’immagine 12. Immagine 12 ECOCARDIOGRAFIA (Immagine 13) Immagine 13 12 22.03.2023 – Lezione 4 – Semeiotica dei piccoli animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Fusco Revisore: Lupo Stanghellini Finestre acustiche: 1. Parasternale destra (IV-V sp. i.c. dx, giunzione c-s) 2. Parasternale craniale sx (III-IV sp. i.c. sx) 3. Parasternale caudale sx (V-VI sp. i.c. sx) 4. Retroxifoidea Misurazioni ecocardiografiche: 1. Rapporto atrio sx/aorta (normale

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