LEZIONE 5 - ESAME OBIETTIVO DELL'APPARATO GASTROENTERICO - SEMEIOTICA MEDICA DEI PICCOLI ANIMALI (1) PDF
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This document details the clinical examination of the digestive system in small animals, covering topics like acute and chronic symptoms, anamnesis details, diagnostic approaches, and common pathologies. Specific examples of diseases like pancreatic diseases and intestinal diseases are discussed, and the importance of complete anamnesis in veterinary medicine is highlighted.
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29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso ESAME CLINICO DELL’APPARATO DIGERENTE Le strutture e gli organi che compongono l’apparato digerente sono: 1. Bocca 2. Faringe 3. Esofago 4. Stomaco 5. Intestino...
29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso ESAME CLINICO DELL’APPARATO DIGERENTE Le strutture e gli organi che compongono l’apparato digerente sono: 1. Bocca 2. Faringe 3. Esofago 4. Stomaco 5. Intestino tenue 6. Colon-retto 7. Fegato 8. Pancreas La maggior parte delle patologie che colpiscono queste strutture si manifestano con pochi e generici sintomi: anoressia, vomito, diarrea, dimagramento; per cui è estremamente importante caratterizzare al meglio le informazioni che il proprietario riferisce. Il supplemento anamnestico in questo apparato riveste un ruolo fondamentale anche perché, essendo “nascosto” (ad eccezione di bocca e ano), per giungere ad una diagnosi è quasi sempre necessario ricorrere ad esami collaterali, i quali però sono numerosi e relativamente costosi. È, inoltre, necessario essere in grado di selezionare i più utili per il caso in questione. In generale, l’apparato digerente, come tutti gli apparati, può essere interessato da: Sintomatologia acuta: nella maggior parte dei casi, per quanto riguarda cane e gatto, è autolimitante e ha un significato difensivo da parte dell’organismo. I mezzi utilizzati dall’organismo a tale scopo sono vomito e diarrea che quindi, entro certi limiti, non vanno contrastati. Infatti, ad oggi, l’approccio medico a vomito e diarrea acuti nel cane e nel gatto è limitato ad un supporto delle funzioni dell’animale poi- ché, quando profusi, possono dare disidratazione e perdita di sali con pericolo di scompensi generali. Sintomatologia cronica. Supplemento anamnestico 1. Durata della malattia: è importante capire se si tratta di un problema acuto o cronico. Diarrea e vomito si definiscono cronici quando sono presenti da almeno 2-3 settimane. 2. Piano vaccinale: controllare che il piano vaccinale sia rispettato; infatti, le patologie per le quali vengono vaccinati gli animali hanno dei riscontri anche a livello gastroenterico, soprattutto per i soggetti giovani. Oggi esistono test rapidi per identificare la parvovirosi nel cane, che però talvolta possono dare anche falsa positività. 3. Controllare se l’animale è stato sottoposto a esame coprocitologico: importante verificare che tutte le profilassi siano state eseguite nel modo corretto. L’ivermectina a basso dosaggio era usata nella profilassi per la filariosi cardiopolmonare. In seguito, si è scoperto che la somministrazione di questo farmaco a dosaggi più alti portava anche all’eliminazione di nematodi gastrointestinali. Di conseguenza, tra i vete- rinari si è diffusa la falsa attesa che un animale con una corretta profilassi per la filaria cardiopolmonare si potesse considerare anche naturalmente privo di parassiti intestinali. Consuetudine sbagliata in quanto l’apparato intestinale dei cani e dei gatti può essere colpito anche da cestodi e coccidi, che possono es- sere veicolati, ad esempio, dalle pulci. I parassiti, dunque, rappresentano una delle possibili cause di pa- tologie gastroenteriche, che spesso sono occulte: possono portare a condizioni lievi, come il semplice dimagrimento, oppure dare sintomi più gravi, quali la diarrea cronica. Inoltre, l’Ivermectina è tossica per le razze positive al gene MDR1. Dunque, risulta utile accertarsi che le profilassi per gli ectoparassiti ed endoparassiti siano correttamente rispettate poiché questi possono determinare patologie gastrointe- stinali molto spesso occulte e che potrebbero diventare croniche. Inoltre, ad oggi l’esame coprocitologico non è più un esame di routine e si esegue solo quando l’animale manifesta sintomatologia, per cui non si ha più la possibilità di identificare precocemente il parassita; oltretutto, l’esame a fresco su vetrino delle feci ha una sensibilità di 40%. 1 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso 4. Provenienza dell’animale ed eventuali spostamenti: l’animale potrebbe essere entrato in contatto con alimenti nocivi oppure resti di animali/escrementi che possono aver trasmesso dei parassiti. Questa eve- nienza si verificherà con maggiore frequenza nei cani da caccia o che viaggiano spesso con i proprietari, non in quelli che vivono prevalentemente in casa. 5. Numero di pasti: è importante conoscere questo dato perché ad oggi è ancora molto diffusa l’abitudine di dare un solo pasto al giorno al proprio cane e ciò presenta delle controindicazioni: - L’animale resta a digiuno per circa 20 ore (il cane digerisce in circa 3-4 ore) e questo può creare dei disturbi a livello gastrico; - Offrendo un solo pasto al giorno, al successivo l’animale sarà affamato e mangerà voracemente, in- gurgitando anche molta aria, la quale determinerà una distensione dello stomaco con maggior diffi- coltà del processo di digestione; oltre che aumentare il rischio di torsione gastrica. 6. Tipo di alimentazione: alcuni problemi possono insorgere in relazione al luogo, alla modalità di sommi- nistrazione e alla tempistica di acquisto dell’alimento. Oggi l’alimentazione più comune che si sommini- stra ai cani e ai gatti è quella industriale, in particolare il cibo secco. Per questo tipo di alimenti è impor- tante anche la modalità di conservazione: infatti, non è improbabile che per risparmiare un proprietario compri un sacco da 15 kg di secco e poi lo conservi per lungo tempo in un ambiente umido, favorendo così la crescita microbica e/o la produzione di micotossine. Risulta inoltre opportuno verificare se il ne- gozio in cui viene acquistato l’alimento abbia un corretto ricambio delle scorte, oppure se è avvenuto un cambio di dieta precedentemente alla comparsa dei disturbi. 7. Controllare se è stata praticata una terapia: un proprietario potrebbe recarsi dal veterinario per un con- sulto oppure per una prima visita del proprio animale. 8. Stabilire se l’animale in precedenza ha presentato affezioni o subito interventi chirurgici: una delle cause più comune di pancreatite nel gatto è l’anestesia generale (dovuta all’ ipossiemia che ne consegue). 9. Verificare un'eventuale perdita di peso, che sarà da mettere in relazione anche con l’attitudine del pa- ziente: ad esempio, i cani da caccia durante la stagione venatoria sono cachettici (in Lombardia inizia la terza domenica di settembre e finisce il 31 gennaio, l’addestramento inizia ad agosto), mentre da feb- braio a luglio, periodo in cui la stagione di caccia è chiusa, sono obesi, perché i proprietari somministrano le stesse razioni nonostante il cambiamento di attività fisica dell’animale nel corso dell’anno. 10. Presenza di vomito e se questo è correlato ai pasti: ad esempio, nel caso di un cambio di dieta. Al fine di effettuare un'anamnesi corretta è importante conoscere la differenza tra vomito e rigurgito e se questi avvengono in presenza di digiuno, subito dopo i pasti o qualche ora dopo i pasti. Successivamente, è necessario capire se il sintomo si presenta in relazione ai pasti piuttosto che altro. Questo aiuta a discriminare le possibili diagnosi, senza dimenticare che il vomito può essere anche dovuto a condizioni non direttamente correlate all’apparato gastroenterico, ad esempio insufficienza renale cronica con uremia, chetosi diabetica, ecc. Se l’animale presenta diarrea o stipsi è necessario valutare: 1. Numero di defecazioni giornaliere 2. Quantità di feci emesse ad ogni defecazione 3. Presenza di tracce di sangue o muco 4. Presenza di flatulenza 5. Alterazioni dell’odore delle feci 6. Presenza di tenesmo rettale 7. Se la diarrea ha carattere proiettivo ANORESSIA In primo luogo, se è presente una condizione di anoressia (immagine 1) è opportuno distinguere: Anoressia vera: l’animale non ha appetito e l’anoressia è legata ad una condizione patologica dell’ani- male. Soprattutto per i gatti, l’anosmia rappresenta una delle principali cause di anoressia. Questa può essere determinata da eventuali patologie nelle prime vie respiratorie oppure dall’assunzione di alcuni 2 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso farmaci che modificano il sapore dell’alimento o riducono il senso dell’appetito, come alcuni farmaci contenenti estrogeni, oppioidi e agenti chemioterapici. Pseudoanoressia: l’animale ha appetito, ma questo viene perso in quanto è presente una condizione che crea fastidio quando mangia. In condizioni di salute, se all’animale viene proposto del cibo, questo si avvicina, lo annusa e poi mangia, ma se dopo averlo annusato si volta e se ne va, si tratta di una classica espressione di psudoanoressia. Altre volte si allontana dal cibo dopo averne mangiato due bocconi, altre volte ancora lo sputa: in questi casi è più facile risalire all’origine del fastidio perché questo comporta- mento rimanda a problemi alla cavità orale come stomatiti, masse che rendono difficile la deglutizione, ulcere, malformazioni, algie dei muscoli masticatori o dell’apparato scheletrico o artrosi dell’articola- zione temporo-mandibolare che provoca dolore all’apertura della bocca. Queste sono tutte condizioni che devono essere prese in considerazione, soprattutto negli animali anziani. Talvolta, quest’atteggia- mento è legato ad aspetti comportamentali: introduzione di nuovi animali (in particolare nei gatti), tra- sloco, cambio di mobili, cambi di dieta ecc. Immagine 1 Essendo molto difficile risalire al problema, diventa fondamentale durante l’anamnesi raccogliere più infor- mazioni possibili riguardo la routine, i cambiamenti e il comportamento dell’animale nell’ambiente dome- stico. ANIMALE SOTTOPESO Se invece l’animale risulta sottopeso (immagine 2), si procede con un’analisi alimentare: Adeguata: la dose di alimento è insufficiente. Inadeguata: si esegue un’ulteriore anamnesi che possa portare nuovi elementi. Più frequentemente, si tratta di forme croniche dovute a neoplasie, infezioni o infiammazioni croniche. Le forme acute possono essere ricondotte a una patologia orale o dentale, mal digestione (espressione di alterazione nella sintesi 3 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso o produzione di enzimi digestivi da parte di stomaco e intestino) e mal assorbimento (indica un’altera- zione strutturale che riduce la capacità dell’intestino di assorbire gli alimenti). Una causa di mal assorbi- mento potrebbe essere un’infiammazione cronica dell’intestino che altera la struttura dei villi, riducendo la capacità di assorbimento e portando a carenze alimentari e alla perdita di peso. Il mal assorbimento è caratteristico della celiachia dell’uomo ed è descritta anche nel Setter irlandese. Immagine 2 POLIFAGIA La polifagia (immagine 3) è quasi sempre presente in condizioni patologiche e, se associata ad una perdita di peso, potrebbe essere causata da una dieta ipocalorica. Tuttavia, ad oggi questa evenienza si può osser- vare quasi esclusivamente nei cani randagi, mentre nei cani di proprietà la causa è più spesso legata ad una parassitosi intestinale. Le linee guida per l’approccio a condizioni quali la perdita di peso associata ad una diarrea cronica prevedono la realizzazione di un esame parassitologico delle feci associato a un trattamento, per tre giorni consecutivi, con Tepantel, un farmaco attivo contro le forme larvali e adulte di cestodi e nema- todi. Questo perché alcune forme intestinali possono essere particolarmente difficili da riconoscere e, indi- pendentemente da ciò che si evidenzia con l’esame delle feci, con questo farmaco (nel 30% dei casi) si ha un attacco generalizzato che garantisce l’eliminazione della causa di diarrea cronica e dimagrimento. Quando la polifagia è associata ad un aumento di peso, la causa potrebbe essere legata a modificazioni nella dieta o a condizioni fisiologiche come crescita e gravidanza. La dieta deve essere bilanciata in base alla razza, al tasso di crescita del cucciolo (almeno da due mesi fino ad un anno e mezzo) e all’ambiente in cui vive l’animale: ad esempio, se trascorre l’inverno all’esterno avrà bisogno di un maggiore apporto nutrizionale. 4 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso Immagine 3 DISFAGIA La disfagia (immagine 4) è un’alterazione della deglutizione. Attenzione! Non è un’alterazione dell’appetito, come invece lo sono: Anoressia Disoressia: non è la perdita completa di appetito, ma si può definire “appetito capriccioso” perché l’ani- male mangia solo alimenti particolarmente appetibili. Bisogna tenere in considerazione che potrebbe essere legata non solo ad un aspetto comportamentale, ma anche a disturbi alla masticazione: infatti, un cane con il mal di denti fa meno fatica a mangiare alimenti come il prosciutto cotto piuttosto che il cibo secco. Polifagia Pica: assunzione di sostanze non comunemente edibili (sassi). Allotriofagia: ingestione di sostanze che normalmente non dovrebbero essere mangiate, ad esempio le feci. 5 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso Immagine 4 Ndr: anche quando il cane mangia la carcassa di un altro animale trovato morto si parla di allotriofagia: infatti, non è il comportamento normale di un cane mangiare le carcasse. Il cane, quando trova una carcassa, lascia prima il suo odore sulla carcassa e magari la mangia. Inoltre, il cane quando gli si mette a disposizione un pasto lo mangia tutto, mentre il gatto lo mangia un po’ poi si allontana e più tardi ritorna a mangiare il resto. Questo perché etologicamente il gatto è un cacciatore solitario, mentre il cane deriva da un contesto di branco, in cui esiste una gerarchia. Il cane più in basso nella scala gerarchica mangia per ultimo e, quando può mangiare, magia tutto il possibile perché non è sicuro che la preda successiva sia sufficiente per tutto il branco e anche per lui. Un cane di proprietà equilibrato e che ha avuto una corretta educazione in famiglia è/dovrebbe essere quello più basso in gerarchia. Quando si raccolgono le informazioni in ambulatorio è utile sapere il ruolo del cane in famiglia perché anche i soggetti che non sono stati correttamente imprintati ad essere gli ultimi in gerarchia della famiglia potrebbero pre- sentare un’alterazione comportamentale e risentire di cambiamenti all’interno della famiglia. ESAME DELLA CAVITÀ ORALE a) Ispezione della bocca e della canna nasale b) Ispezione delle ghiandole salivari c) Presenza di scoli d) Ispezione del vestibolo orale e valutazione delle mucose: valutazione fino all’oro-faringe. Non tutti i soggetti si fanno ispezionare fino all’orofaringe e in questo caso sarà necessario ricorrere ad una seda- zione. e) Apertura della cavità orale f) Valutazione della tavola dentaria g) Valutazione della lingua e del palato h) Valutazione dell’orofaringe e delle tonsille 6 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso Presenza di scoli Ptialismo (immagine 5): iperse- crezione di saliva Scialorrea: scolo/perdita di sa- liva dalla rima orale - Impossibilità a deglutizione - Nel gatto (più facilmente che nel cane) può indicare insufficienza epatica, spesso dovuta a colangioe- patite (patologia epatica più comune nel gatto) e lipi- dosi epatica (condizione metabolica direttamente correlata al digiuno). I cani con shunt-portosistemico congenito generalmente manifestano scialorrea. È molto difficile e quasi impossibile distinguere le due condizioni (imma- gine 6): si può solo riconoscere un’eccessiva perdita, considerando che questo fenomeno si presenta con maggior frequenza in alcune razze. Le neoformazioni a livello di cavità orale possono determinare un au- Immagine 5 mento della produzione di saliva e la valutazione e l’esame fisico diretto della cavità orale rappresenta un primo passo fondamentale. Immagine 6 Ispezione del vestibolo orale (immagine 7) 1. Mucose 2. Denti 3. Presenza di corpi estranei o residui di cibo: la presenza di residui di cibo indica che l’animale non riesce a masticare e deglutire correttamente. 4. Presenza di soluzioni di continuo 5. Presenza di neoformazioni 6. Superficie labiale della tavola dentaria 7 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso Immagine 7 Apertura della bocca Osservazione della tavola dentaria (immagine 8) Conoscenza dell’evoluzione della dentizione Osservazione della lingua e del palato: ulcere sui margini linguali possono essere espressione di insufficienza renale o uremia; ma se fossero più estese potrebbero essere asso- ciate all’ingestione o al contatto con caustici (immagine 9). Osservazione delle tonsille: nei soggetti molto anziani il car- cinoma tonsillare rappresenta una possibilità da prendere in considerazione in presenza di una disfagia o disoressia accompagnata da una tosse stizzosa superficiale delle alte vie. Immagine 9 Immagine 8 8 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso RIFLESSO PALATINO (immagine 10) Immagine 10 ESAME DELL’ESOFAGO L'ispezione dell’esofago avviene per via endoscopica. L’esofago parte dorsalmente alla trachea, continua dorsalmente a sinistra della trachea fino all’ingresso in cavità toracica, dove si spo- sta più a sinistra e ventralmente in corrispondenza della base del cuore. Passa, poi, dorsalmente alla biforcazione della trachea e rag- giunge il diaframma allo iato esofageo (immagine 11). →Palpare la regione cervicale, soprattutto nel gatto (ipertiroidi- smo). 1. Megaesofago parziale o totale: è una condizione che si pre- Immagine 11 senta per lo più in soggetti giovani (1-3mesi) a seguito di mal- formazioni congenite, come la persistenza del legamento aor- tico. In soggetti anziani, è legata a disfunzioni del cardias o alla presenza di una forma degenerativa chiamata myastenia gravis (associata a debolezza e ipotrofia muscolare), che in alcuni casi è stata messa in relazione a condizioni di ipotiroidismo. Le razze particolarmente predisposte all’ipotiroidismo sono: Labrador Retriver, Setter inglese, Setter irlandese, Barboncini, Amstaff. 2. Ernie iatali: la diagnosi è radiologica o endoscopica. 3. Reflusso gastroesofageo 9 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso 4. Intussuscezione gastro-esofagea: è una situazione grave in cui l’esofago è avvolto dalla parte prossimale dello stomaco e questo può determinare una compressione. 5. Verificare tumefazioni nella regione sinistra del collo: ristagno di alimenti e liquidi corpi estranei tumori pneumoderma (rottura nel tratto cervicale). 6. Considerare patologie dell’esofago in corso di faringiti e polmoniti (ab ingestis) (immagine 12). 7. Verificare svuotamento dell’esofago portando in alto la testa (acalasia cardiale). Immagine 12 IL RIGURGITO (immagine 13) Immagine 13 Tutte queste condizioni sono caratterizzate da un sintomo: il rigurgito. Si definisce come emissione di cibo in modo spontaneo, diretto, non caratterizzato dalla comparsa di sintomi prodromici. Il cibo emesso potrebbe 10 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso essere sia indigerito che digerito: in alcuni casi di megaesofago, l’alimento permane per ore all’interno dell'e- sofago e, in funzione anche del tipo di alimento, potrebbe subire l’azione digestiva della saliva. Dunque, de- finire il rigurgito come l’emissione di cibo indigerito non è totalmente corretto. Stesso concetto vale per il vomito: infatti, se l’animale vomita 30 secondi dopo il pasto il cibo non può essere definito “digerito”. Quello che bisogna distinguere tra vomito e rigurgito è la modalità con cui i due sintomi si esplicano e la loro origine. Nel rigurgito l’animale cammina, tiene la testa bassa e poi rigurgita, mentre il vomito avviene in più fasi. IL VOMITO Il vomito (immagine 14) è un riflesso neurologico di origine centrale determinato dalla stimolazione del cen- tro del vomito, eventualmente anche CTZ (Chemioreceptor Trigger Zone). Questa zona viene stimolata da metaboliti e cataboliti presenti nel liquido cefalo-rachidiano e a sua volta è in grado di stimolare il centro del vomito. Questo spiega come il vomito possa essere determinato anche da condizioni extra-gastrointestinali, come uremia o farmaci. Il vomito, a differenza del rigurgito (il quale è un atto semi-volontario), è un fenomeno riflesso che comporta l’espulsione forzata retrograda del contenuto gastrico: in condizioni normali, questo non sarebbe possibile perché, in assenza di stimoli da parte delle prime vie superiori, il cardias rimane chiuso. Inoltre, affinché si verifichi il vomito, l’esofago deve attuare un movimento antiperistalsico, che normalmente non si verifica. Immagine 14 Il vomito è caratterizzato da fasi prodromiche: Nausea: sbadigli, ripetuta deglutizione, scialorrea. Conati: contrazioni forzate della muscolatura addominale. Emissione del materiale gastrico. Per questo motivo, è importante saper distinguere il rigurgito dal vomito: Il rigurgito è l’espressione sola e unica di un’alterazione dell’esofago e non è accompagnato da sintomi prodromici. Il vomito è segno: a. Di una patologia dell’apparato gastroenterico dal cardias in giù; b. Dell’attivazione di recettori nervosi sensoriali periferici che stimolano il centro del vomito. Questi sono presenti a livello vestibolare, per cui problemi a questo livello (provocati ad esempio dal mal d’auto) possono determinare il vomito; c. Dell’attivazione dei recettori presenti su afferenti vagali presenti su tutti gli organi del distretto splancnico (reni, utero, prostata); d. Dell’attivazione dei recettori presenti su nervi afferenti ai glossofaringei; e. Di piometra (è uno dei sintomi più classici); f. Di prostatite; g. Di dolore intenso. 11 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso Dunque, la differenziazione tra vomito e rigurgito non si basa su un aspetto più o meno digerito del materiale emesso, né sul tempo intercorso dal pasto. È importante in ambulatorio sapere identificare la differenza tra questi due sintomi perché il proprietario non ha questa conoscenza, per cui bisogna essere in grado di porre le domande giuste in modo da farsi spie- gare esattamente come avviene questo atto di emissione. È molto difficile la simultanea presenza di irritazioni di esofago e stomaco (rigurgito e vomito), ma è molto più verosimile che un vomito prolungato possa determinare un’esofagite per il continuo passaggio di mate- riale acido proveniente dallo stomaco e di conseguenza far comparire anche il rigurgito, ma il problema prin- cipale rimane sempre il vomito. Pertanto, del vomito bisogna sapere che non è esclusivo dell’apparato digerente. Inoltre, esso è caratteriz- zato da diversi elementi, quali: Durata: può essere acuto (15-20 giorni) o cronico (2-3 settimane); Frequenza: si definisce cronico anche se vomita ogni tre giorni, una volta a settimana oppure ogni 15 giorni e se sono avvenuti dei cambiamenti nei giorni prima. Se un soggetto vomita dieci volte l’ora, molto spesso il problema è legato in modo diretto all’apparato gastroenterico; Relazione con assunzione di cibo e/o acqua; Colore; Odore; Consistenza; Grado di digestione; Presenza di bile o sangue. Queste caratteristiche aiutano a discriminare le possibili cause e le eventuali urgenze del problema: se un animale ha vomitato una volta in mattinata, il massimo che si può proporre al proprietario è di mantenere l’animale a digiuno durante il giorno, riproporre il pasto la sera e valutare se vomita ancora. Il vomito è un meccanismo difensivo, per cui bisogna ricercare la causa ed eliminarla. Tuttavia, non bisogna andare oltre le 24 ore di digiuno perché questo può avere delle controindicazioni: non esiste patologia che guarisca con il digiuno! È importante capire se l’animale vomita a digiuno o dopo i pasti: Durante un digiuno prolungato, la produzione di succhi gastrici determina irritazioni alla parete dello stomaco e conseguentemente delle gastriti. Se l’animale mangia una volta al giorno, si può risolvere il problema aumentando il numero dei pasti, dimezzando la dose dell’altro pasto. Se l’animale vomita immediatamente dopo il pasto, molto spesso è segno di una patologia puramente gastrica; se il vomito si verifica alcune ore dopo il pasto, è sintomo di una patologia gastrica o intestinale o entrambe. In caso di una patologia gastrica, spesso una radiografia è utile non tanto per fare diagnosi, ma a prendere in considerazione diverse ipotesi: se un animale vomita quattro volte dopo i pasti e la radiografia mostra uno stomaco ripieno, verosimilmente si tratta di un problema che provoca un rallentato svuotamento gastrico e in questo modo si possono prendere in considerazioni diverse cause come una predisposizione di razza, al- terazioni del piloro, infiammazioni, corpi estranei ecc. Colore e odore Colore giallo: è tipico dei succhi gastrici; Colore giallo-verdastro: suggerisce un reflusso di bile, la quale non dovrebbe arrivare allo stomaco ed è quindi indicazione di una incompetenza del piloro; Odore metallico: in caso di sangue; Odore fecale in caso di occlusioni intestinali. 12 29.03.2023 – Lezione 5 – Semeiotica dei Piccoli Animali – Prof. Faverzani Sbobinatore: Dominici Revisore: Grasso Ndr: il diametro medio delle particelle che entrano nel piloro è 2 mm; dunque, lo stomaco svolge un lavoro faticoso per ridurre il cibo in piccoli pezzetti del diametro 2 mm. È, quindi, importante tenere in considera- zione la formulazione di un alimento per certi soggetti, ricordando anche che il cane tende a non masticare più di tanto l’alimento. Il grado di digestione dà informazioni sul tempo che l’alimento ha trascorso nello stomaco e se questo sta svolgendo correttamente la sua attività digestiva. Nel caso in cui vi sia la presenza di sangue frammisto al materiale emesso è importante considerare che: filamenti rossi presenti sulla superficie del vomito possono derivare dalla rottura di capillari esofagei o faringei che non hanno alcuna rilevanza; sangue frammisto al materiale emesso e in parte digerito di colore scuro indica esclusivamente la pre- senza di ulcere gastriche, che molto spesso si perforano. Le ulcere gastriche nel cane non sono frequenti e hanno due origini: Ulcera peptica: per somministrazione di FANS o farmaci che possono determinare delle gastriti o pato- logie gastriche croniche. Ulcera maligna: per adenocarcinoma gastrico. Si può diagnosticare tramite gastroscopia, ovviamente dopo aver stabilizzato il paziente perché, in presenza di una perforazione gastrica, sarà in stato di shock e quindi ipotermico, con mucose pallide, vasocostrizione e algia alla palpazione dell’addome. 13