Visita a Distanza e Visita Detagliata - Semeiotica dei Grandi Animali PDF

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This document is about evaluating animal nutrition and condition, potentially used for a veterinary course. It discusses vital signs, body condition scoring (BCS), and different aspects related to animal health and wellness evaluation.

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VISITA A DISTANZA VALUTAZIONE DELLO STATO DI NUTRIZIONE Quando si osserva un animale a distanza è necessario valutare: 1. Segni vitali: temperatura, polso, respiro; 2. Sviluppo scheletrico e costituzione; 3. Stato di nutrizione e tonicità muscolare; 4. Segni e atteggiamenti particolari;...

VISITA A DISTANZA VALUTAZIONE DELLO STATO DI NUTRIZIONE Quando si osserva un animale a distanza è necessario valutare: 1. Segni vitali: temperatura, polso, respiro; 2. Sviluppo scheletrico e costituzione; 3. Stato di nutrizione e tonicità muscolare; 4. Segni e atteggiamenti particolari; 5. Mantello. Stato di nutrizione e mantello corrispondono a due punti dell’esame generale di Messieri e Moretti. La valutazione dello stato di nutrizione è molto importante e negli animali da reddito, al contrario di quelli da compagnia, è molto più frequente riscontrare soggetti con magrezza spiccata piuttosto che obesità (esistono ovviamente delle eccezioni come, ad esempio, la sindrome della vacca grassa). La valutazione della condizione corporea dell’animale è necessaria per tre motivi: 1. Per capire se il proprietario sta mentendo sulle tempistiche (ovvero da quanto tempo sta male l’animale). Molto spesso capita che il soggetto in visita sia magrissimo e il proprietario riferisca che il soggetto sta male solo da un giorno. Le due informazioni non possono essere compatibili; 2. Per capire se la patologia di cui è affetto l’animale è acuta o cronica ovvero per la valutazione dei tempi della patologia (cronicità). Il dimagrimento può essere accettabile nel momento in cui si ha perdita di pannicolo adiposo, ma può diventare indice di malattia grave nel momento in cui si ha anche atrofia delle masse muscolari; 3. Per comprendere la prognosi. Quando si ricovera un animale magro che ha perso massa muscolare è importante sottolineare sempre il suo stato di nutrizione anche perché spesso tale condizione è associata ad una prognosi riservata, qualsiasi sia la diagnosi. Il dimagrimento corrisponde alla riduzione del peso corporeo (>10%) in seguito a riduzione del pannicolo adiposo. Si manifesta in stati o fasi successive: 1. Riduzione del pannicolo adiposo secondario (deficit del metabolismo glucidico e lipidico); 2. Riduzione delle masse muscolari (volume) (deficit del metabolismo protidico); 3. Riduzione dei liquidi intracellulari (deficit del metabolismo elettrolitico). 4. Exitus. Nell’immagine 1 è mostrato un articolo riguardante uno studio sulle cause cliniche e sui parametri di laboratorio che incidono sulla mortalità del vitello affetto da diarrea neonatale. Al quarto posto tra le cause di mortalità è segnata la cachessia in quanto il 18% delle morti sono correlate a tale condizione. Inoltre, nello studio, è stato evidenziato che un vitello magro è un animale che, dal punto di vista statistico, ha il 2,4 % di probabilità in più che la sua diarrea perduri per più giorni rispetto ad un vitello in buono stato di nutrizione e, conseguentemente, ha più probabilità di morire. Perché un soggetto in buono stato di nutrizione dovrebbe avere più possibilità di guarigione rispetto ad un soggetto magro? Immagine 1 1 In corso di infezione lo stato immunitario si spinge al massimo delle sue facoltà e per farlo necessita di consumare energie. Un animale magro e malato avrà poche riserve energetiche e pertanto il suo sistema immunitario non potrà essere efficiente tanto quanto quello di un animale malato, ma in buono stato di nutrizione. Di conseguenza il soggetto magro avrà una sintomatologia più lunga e probabilità maggiori di morire. La valutazione dello stato di nutrizione deve essere svolta prima di toccare l’animale. La valutazione del BCS si basa su un’osservazione ispettiva accompagnata dalla palpazione di determinate prominenze ossee e sul confronto con animali sani della stessa specie, razza, sesso ed età. La valutazione ispettiva è diretta verso: Prominenze ossee; “Solchi delimitanti” le singole regioni. Nel bovino le regioni su cui dobbiamo focalizzare l’attenzione sono: 1. Perineo; 2. Coda; 3. Ano; 4. Tuberosità iliache. Esistono molti sistemi per valutare il BCS, ma in clinica utilizzeremo il metodo 1-5 (immagine 2). Di seguito sono riportati in ordine gli step da seguire per effettuare una corretta valutazione del BCS: 1. Step 1: osservando l’animale da dietro focalizzo l’attenzione sulle tuberosità iliache (il prof si riferisce a tale struttura una volta dicendo che è l’iliaca e una seconda volta dicendo che è l’ischiatica). Se queste sono squadrate il BCS è sempre inferiore a 3; 2. Step 2: osservando l’animale da dietro guardare lo spazio presente tra tuberosità iliaca e tuberosità ischiatica. Se i tendini vanno a formare una V allora il BCS è sempre inferiore a 3 mentre se vanno a formare una U il BCS è sempre superiore al 3; 3. Step 3: osservando l’animale da dietro guardare lo spazio tra vertebre lombari e tuberosità iliaca (il prof si riferisce a tale struttura una volta dicendo che è l’iliaca e una seconda volta dicendo che è l’ischiatica): a. Se la tuberosità è rotonda ed è presente un piccolo avvallamento allora il BCS è pari a 3; b. Se l’avvallamento non è presente allora il BCS è sempre superiore al 3; c. Se lo spazio è occupato allora il BCS è pari a 4; d. Se lo spazio è occupato e arrotondato (convesso) allora il BCS è pari a 5. 2 Immagine 2 3 Negli ovicaprini la valutazione della condizione corporea è sempre svolta con il metodo 1-5 (immagine 3) e si effettua osservando e palpando le vertebre lombari (dove è presente il filetto). In questo caso la valutazione a distanza può risultare difficile, in particolare nelle pecore per via della presenza del vello. Per tale motivo la palpazione si rende particolarmente necessaria. È importante ricordare che, nonostante si stia trattando “l’esame a distanza”, non è esclusa la possibilità che, per la valutazione di alcuni parametri (come per esempio il BCS), si renda necessario avvinarsi agli animali e toccarli. Il concetto di “esame a distanza” è puramente didattico e il suo significato non corrisponde sempre al suo risvolto pratico. Quindi, negli ovocaprini si vanno a valutare i processi trasversi e spinosi delle vertebre lombari e la nostra capacità di percepirli al tatto: 1. BCS 1 o stato di cachessia: la cute si avvalla tra processi spinosi e processi trasversi e, sfiorando i processi trasversi, Immagine 3 questi si presentano taglienti. Nella capra, per via del vello meno voluminoso, a volte è possibile anche vederli; 2. BCS < 3: per toccare i processi spinosi e trasversi delle vertebre lombari è necessario esercitare un po’ di pressione; 3. BCS > 3: non è possibile toccare i processi spinosi e trasversi, nemmeno esercitando una forte pressione, per via della presenza di pannicolo adiposo; Riassumendo: Negli animali da reddito lo stato di nutrizione è correlato alla prognosi, qualsiasi sia la diagnosi e alla sincerità delle tempistiche riferite dal proprietario. Un animale da reddito cachettico ha una prognosi sempre molto riservata; Quando un animale giunge in visita con un BCS pari a 1 significa che il processo patologico di cui è affetto è in corso da settimane, non giorni ed è quindi cronico. La perdita di masse muscolari, infatti, necessita di tempistiche pari ad almeno due settimane; La condizione corporea di un animale non dipende solo da processi patologici in corso, ma anche dall’ambiente in cui esso vive (in particolare dalla cattiva gestione). Se un allevatore non dà da mangiare alle sue vacche fresche in lattazione allora il loro stato di nutrizione risulterà pessimo. È importante comprendere la realtà dalla quale giunge un animale e correlarla al suo stato fisico ed è importante essere in grado di distinguere un allevatore che sa svolgere il suo lavoro da uno incompetente; Individuare correttamente lo stato di nutrizione di un animale mette il veterinario al riparo da possibili implicazioni legali nel momento in cui si ha a che fare con proprietari che pretendono la guarigione di soggetti ormai irrecuperabili (es. cachessia). VALUTAZIONE DELLO STATO MENTALE E COMPORTAMENTO In seguito alla valutazione dello stato di nutrizione, si rende necessario valutare la capacità che ha l’animale di interagire con l’ambiente che lo circonda, con i suoi simili (interazioni tra i membri del 4 gruppo e risposte a stimoli esterni), e con le persone (veterinario, allevatore, personale…). Si parla, quindi, di valutazione dello stato mentale dell’animale, o meglio valutazione del sensorio, uno dei capi saldi del metodo clinico di Messieri Moretti. Stato mentale (sensorio, comportamento, ecc.): capacità di rapportarsi all’ambiente esterno. Lo stato del sensorio si manifesta con tre modalità: Normale: l’animale si rapporta correttamente con l’ambiente che lo circonda. Per valutare la normalità risulta necessario conoscere razza, attitudine del soggetto (informazioni già raccolte durante il segnalamento). Esempio del prof: un Chihuahua mordace nella borsetta della proprietaria ha un sensorio normale mentre un Labrador che aggredisce un bambino no. Solitamente gli animali da latte, ad eccezione di capre e pecore che risultano essere particolarmente timorose e facilmente spaventabili, sono tranquilli, mentre quelli da carne risultano essere più nevrili. Ridotto: il termine ridotto non corrisponde a depresso in quanto la depressione è una malattia la cui diagnosi negli animali è davvero difficile da effettuare; Aumentato. Il sensorio ridotto comprende una serie di sottocategorie (il prof le chiama scale) necessarie da valutare dal punto di vista clinico: 1. Animale poco attento all’ambiente che lo circonda e non interessato né alla presenza dell’uomo né a quella degli altri animali (esempio: animale in decubito, ma comunque con la testa alta). Una vacca da latte normale, nel momento in cui un uomo entra nel suo box o nel suo recinto, come minimo gira la testa per guardarlo mentre un vitellone Limousine normale si alza e cerca di aggredirlo. Un animale con sensorio ridotto, invece, risulta essere disinteressato alla presenza dell’umano; 2. Animale letargico: animale che tende ad addormentarsi nel momento in cui nulla lo sta infastidendo (es. animale in decubito che chiude gli occhi); 3. Animale che dorme: Esistono due stati patologici del sonno: a. Stupore: l’animale dorme, ma nel momento in cui lo si pizzica si sveglia (es. si pinza l’arto con una klemmer); b. Coma: l’animale dorme e continua a dormire anche nel momento in cui lo si pizzica. Osservando l’animale da lontano gli stati di stupore e coma non sono differenziabili: il soggetto si presenta in decubito laterale o sternale e dorme nonostante vi siano rumori forti nell’ambiente che lo circonda. La valutazione dello stato del sensorio in clinica è fondamentale in quanto ad ogni score del sensorio corrisponde uno stato di vitalità ed in funzione di quest’ultimo la terapia varia. Il sensorio aumentato comprende tre sottocategorie: 1. Animale irrequieto: animale che qualche settimana prima risultava tranquillo, ma dal giorno della visita risulta essere più agitato. L’irrequietezza non è facile da valutare se non si sa come si presenta il soggetto quando è tranquillo e non si conosce il segnalamento. Ad esempio, una manza irrequieta non ha il sensorio alterato, è normale che si presenti in tal modo, mentre una vacca che ha già avuto 6 cicli di lattazione e si presenta irrequieta non ha un sensorio normale. 2. Animale aggressivo: animale che manifesta aggressività a stimoli innocui. Ad esempio, una vacca a fine carriera che al tocco del veterinario cerca di aggredirlo è un animale in stato aggressivo, mentre un vitellone Limousine che reagisce nello stesso modo non presenta un sensorio alterato; 3. Animale in stato maniacale: animale che esegue movimenti parossistici senza alcun senso. Lo stato maniacale corrisponde allo stato più grave del sensorio aumentato che si può valutare ed è più facile da riconoscere rispetto ai due precedenti perché è sempre patologico. Riassumendo: Stato mentale ridotto: 5 o Abbattimento: diminuzione dell’attenzione (iporeattivo ai normali stimoli ambientali, poco interesse verso l’ambiente esterno); o Letargia: animale sonnolento che si presenta con la testa abbassata, palpebre socchiuse e immobile; o Stupore: depressione dello stato di veglia: l’animale non ha nessun contatto con l’ambiente e risponde solo a stimolazioni energiche e di tipo algico; o Coma: abolizione della coscienza con stato di sonno profondo (sonno patologico), nessuna risposta agli stimoli algici. Stato mentale eccitato: o Irrequietezza: eccitazione anomala; o Aggressività: pervertimento dell’istinto di difesa del corpo (con risposte di aggressione anche a stimoli usuali); o Stato maniacale: manifestazioni parossistiche esagerate o maniacali (andatura afinalistica, movimenti continui di lambimento, masticare corpi estranei, anomali vocali). Viene mostrato un video (slide 57) in cui vi è un vitello di razza Frisona Italiana in stazione sottoposto ad uno stimolo sonoro simile ad un fischio. L’animale sembra non capire da dove provenga lo stimolo, è disinteressato all’ambiente circostante e rivolge la testa con qualche secondo di ritardo nella direzione opposta rispetto a quella della fonte del suono. In realtà l’animale non ha il sensorio alterato, ma essendo in un ambiente nuovo che non conosce, sta esplorando e ha l’attenzione focalizzata sulla grata collocata davanti a sé. Poiché ne ha paura, lo stimolo della grata risulta essere più importante di quello sonoro. Non bisogna farsi indurre in errore dalla postura dell’animale e dalla testa bassa, perché questi sono atteggiamenti di un soggetto spaventato. È importante ricordare che nel momento in cui si sta valutando un parametro, ad esempio il sensorio, l’attenzione deve essere rivolta esclusivamente a quel particolare ambito. Pertanto, durante la valutazione del sensorio, il modo in cui l’animale mantiene la stazione deve essere considerato. In un secondo video (slide 58) è presente un vitello in decubito che non riesce ad alzarsi né da solo né con l’aiuto degli operatori. Esso però segue con gli occhi e con la testa le persone che gli girano intorno. Anche in questo caso il sensorio dell’animale non è alterato e ciò che non deve indurre in errore è il fatto che non sia in grado di mettersi in stazione. Nel terzo video (slide 59) che viene mostrato è presente una vacca adulta di 15 anni con le corna alla posta. Essa presenta due atteggiamenti di sensorio alterato: È aggressiva e cerca di proteggere il proprio corpo in maniera esasperata nel momento in cui viene toccata da un operatore; Si lecca continuamente il musello mettendo in atto un comportamento maniacale. Nel quarto video (slide 60) vi è una vacca di razza Bruna al terzo parto, completamente disinteressata al fatto che uno studente le cada addosso. Anche in questo caso il sensorio risulta alterato, in particolare il suo stato corrisponde allo stadio di sensorio ridotto più lieve (l’animale è sveglio e con la testa alta). VALUTAZIONE DELL’ANDATURA Il BCS ci fornisce informazioni sullo stato di cronicità della malattia, lo stato del sensorio ci dà informazioni, in primis, sul sistema nervoso e in secundis su tantissimi altri apparati e condizioni patologiche; la valutazione dell’andatura, invece, ci consente di acquisire informazioni sull’integrità dell’apparato muscolo scheletrico, nervoso e sulle condizioni generali dell’animale. Ai fini dell’esame non si richiede il riconoscimento e l’assegnazione degli score di deambulazione (locomotion score), ma la conoscenza di come si valuti una zoppia ed il riconoscimento di un animale che cammina bene, di un animale con una lieve zoppia o di un animale con una zoppia grave. Un animale che non cammina in maniera corretta deve essere valutato seguendo i seguenti quattro punti: 1. Fluidità del passo; 2. Ampiezza del passo: corrisponde alla misura della falcata; 6 3. Carico del peso sull’arto: è importante osservare un’eventuale estensione del nodello dell’arto contro laterale; 4. Posizione della schiena; La valutazione dell’andatura deve essere svolta osservando l’animale lateralmente. Viene mostrato un video presente alla slide 62 sugli score dell’andatura. Soggetto con score 0 (deambula correttamente): 1. Fluidità del passo: gli arti appoggiano sul terreno in maniera coordinata e senza sforzo; 2. Ampiezza del passo: l’arto posteriore viene appoggiato in corrispondenza dell’orma lasciata dall’arto anteriore; 3. Carico del peso sull’arto: normale; 4. Posizione della schiena: dritta; Soggetto con score 1: 1. Fluidità del passo: gli arti si muovono in maniera un po’ scoordinata; 2. Ampiezza del passo: l’arto posteriore viene appoggiato diversi cm più indietro dell’orma dell’arto anteriore corrispondente. È presente una diminuzione dell’escursione degli arti; 3. Carico del peso sull’arto: il peso viene distribuito più o meno equamente su tutti gli arti; 4. Posizione della schiena: leggermente incurvata; Soggetto con score 2 (zoppia evidente): 1. Fluidità del passo: è assente; 2. Ampiezza del passo: scarsa escursione degli arti; 3. Carico del peso sull’arto: è presente estensione del nodello dell’arto contro laterale rispetto a quello zoppo. In questo modo il carico viene spostato maggiormente sull’arto sano, ma sull’arto non sano un po’ di peso viene ancora scaricato. Un animale con zoppia evidente ha un carico alterato; 4. Posizione della schiena: molto incurvata; Soggetto con score 3: 1. Fluidità del passo: è assente; 2. Ampiezza del passo: scarsa escursione degli arti; 3. Carico del peso sull’arto: sull’arto non sano il peso non viene in alcun modo caricato. Il nodello dell’arto contro laterale a quello zoppo si allunga moltissimo, “l’animale diviene quasi plantigrado”; 4. Posizione della schiena: molto incurvata; È importante ricordare che ogni specie animale ha un modo differente di camminare, pertanto, i punti da osservare possono variare (basti pensa alle differenze di deambulazioni presenti tra cane, vacca e giraffa, ad esempio). Per una corretta deambulazione è fondamentale che sia presente un appropriato sistema muscolo scheletrico che fornisce potenza e un funzionante sistema nervoso che permette il controllo del passo. L’incoordinazione alla deambulazione è definita atassia. Quando si osserva la deambulazione di un animale, quindi, è necessario valutare due concetti ben distinti l’uno dall’altro: Zoppia: è legata ad un problema muscolo-scheletrico; Atassia: è legata ad un problema neurologico. Un soggetto può disporre di un apparato locomotore perfetto con ossa e muscoli correttamente formati, ma deambulare male a causa di problemi al sistema nervoso centrale ed il tal caso si parlerà di atassia. 7 Memento: la normale deambulazione, la stazione e la coordinazione richiedono l’integrità delle vie motorie, vestibolari, cerebellari e propriocettive. È mostrato un video (slide 64) in cui una capra appoggia gli arti in maniera scoordinata e questi risultano essere particolarmente divaricati. L’arto anteriore destro ha una falcata maggiore di quella dell’arto anteriore sinistro, sul quale viene scaricato meno peso. Gli arti posteriori si muovono ad ogni passo in maniera diversa. Questo animale non presenta zoppia, ma risulta essere completamente atassico. Esistono diversi tipi di atassia: Atassia cerebellare; Atassia vestibolare; Atassia midollare, o meglio, propriocettiva. Possono poi essere classificate secondo la loro gravità. Riassumendo: quando si osserva un animale a distanza bisogna essere in grado di valutare se vi è un problema di coordinazione o di zoppia. VALUTAZIONE DELL’APPETITO La valutazione dell’appetito può essere svolta tramite: Anamnesi: il proprietario riporta che il soggetto in allevamento mangia normalmente; Offrendo all’animale del cibo. Dal punto di vista didattico è possibile valutare diversi tipi di appetito: 1. Appetito completamente assente: indice di patologia grave, si rileva nelle malattie gravi e persistenti; 2. Appetito diminuito: indice di patologia a decorso continuativo, si riscontra nelle malattie poco gravi. Il paziente mangia meno rispetto al solito; 3. Appetito capriccioso: indice di patologia a decorso variabile. L’appetito a volte è assente, a volte normale, a volte diminuito; 4. Pica: perversione dell’appetito, condizione ormai rara. Le precedenti associazioni tra appetito e tipologia di patologia in corso devono essere integrate con diagnosi e terapie e non devono essere assunte come regole ferree (se l’animale ha un appetito capriccioso il veterinario deve comunque preoccuparsi). Se un soggetto inappetente, in seguito alla somministrazione di una terapia, ricomincia a mangiare, è un ottimo segno in quanto il ripristino dell’appetito deve sempre essere inteso come segno prognostico positivo. Oltre ad essere importante per la prognosi, l’appetito è fondamentale per valutare la gravità della malattia: un animale che non mangia è un animale affetto da una malattia molto grave o la cui malattia lo ha portato a raggiungere condizioni di salute molto severe. Nell’articolo dell’immagine 1 è riportato che in corso di diarrea neonatale la prima causa di morte dei vitelli è il rifiuto del cibo. Un animale che ha un appetito diminuito rispetto al normale o un appetito definito capriccioso (ad esempio: mangia per 12 ore e non mangiare per le seguenti 12 ore) sarà affetto da una patologia a decorso variabile. Ad esempio, in una vacca con dislocazione dell’abomaso, quest’ultimo, invece di trovarsi nella regione dell’ombelico si sposta a sinistra e a seconda del momento della giornata e dei movimenti della vacca può svuotarsi o riempirsi di gas. Il proprietario riporterà al veterinario che l’appetito della vacca è intermittente durante la giornata. 8 VISITA DETTAGLIATA La visita dettagliata è la visita a contatto con l’animale e ha un approccio topografico in quanto il paziente viene visitato a pezzi. In particolare, per l’esame clinico viene utilizzato un approccio coda- testa: si inizia a visitare l’animale dalla coda alla testa, per poi passare ad un’ispezione girando intorno al paziente. Il giro intorno al paziente viene svolto per convenzione partendo dalla testa andando verso sinistra, quindi si giunge alla coda, si passa a destra fino a ritornare alla testa. L’esame obiettivo generale ed alcuni punti dell’esame particolare (ispezione, palpazione, auscultazione ecc.) si fondono in modo da fornire maggiori informazioni. Alla fine della visita dettagliata il veterinario deve capire se è necessario ritornare ad analizzare in maniera più specialistica particolari punti dell’animale. Lo scopo della valutazione clinica è lo stesso della valutazione generale solo che l’approccio che si utilizza permette di ottenere maggiori informazioni. L’animale per essere visitato necessita di manovre di contenimento che verranno spiegate ad esercitazione, ma non a lezione. STEP 1: CODA Lo step 1 della coda consta nella valutazione di: Temperatura; Polso; Esame funzionale del respiro; Ispezione della regione perineale; Ispezione della mammella; Ispezione dei profili degli arti posteriori; Ispezione del profilo addominale. TEMPERATURA, RIFLESSO DELLO SFINTERE ANALE E DELLA CODA Il primo step della visita dettagliata prevede di avvicinarsi alla coda dell’animale e misurare la temperatura. In seguito, si valuta il polso e si effettua l’esame funzionale del respiro. L’esame di temperatura, polso e respiro corrisponde alla valutazione dei segni vitali dell’esame obiettivo generale. L’esame a distanza e i segni e atteggiamenti particolari non si concludono guardando l’animale a distanza, ma si integrano con le informazioni della visita dettagliata. La visita clinica è un continuo approfondire di porzioni dell’animale che durante la visita a distanza sono state valutate in maniera più superficiale. Dopo essersi avvicinati all’animale si possono osservare la coda, il perineo, l’ano, la vagina, i testicoli e la mammella, il profilo dei posteriori e dell’addome (per valutare al meglio l’addome ci si posiziona posteriormente all’animale). Range di temperature fisiologici per varie specie e fasi d’età: Bovino adulto: 38-39 °C (temperatura normale 38,5 °C); Vitello: 38,5 – 39,5 °C (temperatura normale 39 °C); Capra adulta: 38 – 40 °C; Capretto: 39.5-40.5 °C; Pecora adulta: 39 – 40 °C; Agnello: 39.5 – 40.5 °C; Ovviamente la temperatura corporea di un animale può variare sia per cause insite all’animale (infiammazioni, malattie, colpi di calore ecc. danno ipotermia o ipertermia), sia in funzione della temperatura dell’ambiente esterno (ndr: si parlerà della misura della temperatura quando verrà affrontato l’esame specialistico dell’apparato respiratorio). Esistono tantissime patologie in grado di comportare ipertermia e ipotermia. Un esempio di ipertermia può essere quello di un vitello con virus respiratorio sinciziale e che dopo due giorni di 9 incubazione presenta una temperatura di 41 °C, a cui seguirà lo sviluppo di una polmonite acuta. Un esempio di ipotermia, invece, può essere quello di un vitellino con diarrea che presenta una temperatura di 33 °C; l’abbassamento della temperatura in questo caso è dovuto alla fortissima perdita di liquidi a cui l’organismo risponde con una centralizzazione del circolo: il poco volume di sangue rimasto viene inviato con priorità al cuore e al cervello mentre le estremità del corpo e gli organi meno importanti come il retto subiscono una riduzione dell’afflusso sanguigno. Di conseguenza la temperatura rilevata a livello di retto risulterà inferiore. ➔ In un animale disidratato è normale riscontrare un abbassamento della temperatura; sarà necessario provvedere a riscaldarlo e somministrargli dei fluidi. Sarebbe più preoccupante se il vitello con diarrea disidratato presentasse una temperatura di 40 °C perché ciò significherebbe che è in corso una setticemia. Riassumendo: alterazioni della temperatura corporea (*): Variazioni della temperatura ambientale: o Innalzamento della temperatura esterna; o Abbassamento della temperatura esterna; Cause insite nell’organismo: o Ipertermia; o Ipotermia. Memento (*) Fattori esaltanti: clima freddo, sera (+ 0,5 °C), digestione, giovane età, lavoro. Fattori inibenti: clima freddo, mattino (- 0,5 °C), digiuno, età avanzata. Per misurare la temperatura all’animale si procede spostando la coda normalmente adesa al perineo e inserendo il termometro nello sfintere anale. Mentre si inserisce il termometro è importante osservare la presenza dell’ano ed il comportamento dello sfintere. Se quest’ultimo si contrae vuol dire che l’animale ha un ottimo riflesso anale, se invece non si ha contrazione sarà necessario andare ad indagarne le cause. Un altro riflesso importante da valutare mentre si rileva la temperatura è quello della coda (tono della coda): un animale ha riflesso della coda se, mentre la si sta sollevando, questa cerca di opporsi allo spostamento per ritornare nella sua posizione, ossia vicino al perineo. Se ciò non avviene, al tatto si percepisce una coda flaccida e alla fine della visita dettagliata sarà doveroso effettuare un esame neurologico. POLSO ARTERIOSO A livello del terzo superiore della coda è presente l’arteria coccigea, pertanto, dopo aver preso la temperatura, è possibile rilevare il polso a questo livello (il metodo clinico di Messieri e Moretti afferma che la valutazione del polso si esegue a livello di arteria mascellare, ma secondo il prof è molto difficile). ➔ Il polso viene valutato per capire se il cuore è in grado di pompare il sangue, quanto sangue è in grado di pompare, quanto sangue vi è in circolo e la capacità dei vasi di mantenere una pressione normale. Il polso corrisponde all’escursione di un’arteria la quale, a sua volta, corrisponde all’onda sfigmica, ossia alla sistole. Ovviamente, trovandosi a livello di arteria coccigea l’escursione percepita sarà in ritardo di qualche secondo rispetto alla vera e propria contrazione del cuore. Il polso varia in funzione di quanto il cuore è capace di pompare e di quanto sangue è presente in circolo. Il polso arterioso è il rivelamento palpatorio del sollevamento della parete arteriosa (l’onda di percussione che corrisponde al momento in cui è massima l’eiezione del ventricolo sinistro). L’esame del polso arterioso deve durare non meno di 60 secondi. Permette di ottenere delle informazioni: Sull’attività cardiaca (capacità contrattile, gittata, frequenza, ritmo); Sulle condizioni anatomiche e funzionali del sistema circolatorio arterioso (volemia, stato della parete vasale). 10 La pressione esercitata col dito sull’arteria deve essere ben dosata: Troppo leggera non permette di percepire le pulsazioni; Troppo forte schiaccia l’arteria e fa sparire la pulsazione. Quando si va ad eseguire la rilevazione del polso è necessario valutare: Frequenza: si valuta contando quante onde sfigmiche si percepiscono in un 1 minuto; Ritmo: corrisponde al susseguirsi delle onde sfigmiche. Si valuta contando ogni quanti secondi si rileva un’onda sfigmica; Volume (ampiezza dell’escursione dell’arteria): si impara a valutare questo parametro con l’esperienza. L’escursione dell’arteria dipende da quanto sangue viene spinto all’interno dell’arco aortico con la gittata sistolica. Un animale disidratato presenta un polso “piccolo” in quanto l’ipovolemia implica una gittata sistolica inferiore. Un paziente con fibrillazione ventricolare avrà anch’esso un’escursione bassa poiché il suo cuore non è in grado di contrarsi in maniera normale. L’ampiezza dipende, quindi, sia dalla capacità contrattile del cuore che dalla volemia del sangue; Durata (celerità): corrisponde alla durata dell’onda sfigmica. Un soggetto con insufficienza della valvola aortica (la valvola al posto di chiudersi rimane più o meno beante) presenta polso frequente e veloce. In questo caso, infatti, il sangue che in diastole ritorna nel ventricolo dopo l’itto sistolico, è maggiore per via della scorretta chiusura della valvola aortica. All’inizio il polso sarà ampio e celere perché la quantità di sangue che torna indietro nel ventricolo è maggiore e di conseguenza l’itto successivo avrà una gittata sistolica aumentata. Col tempo, però, l’escursione dell’arteria andrà a ridursi a causa della progressiva dilatazione delle camere cardiache e della riduzione della capacità contrattile del cuore (legge di Frank-Starling). Il cambiamento dell’ampiezza del polso avverrà in un lasso di tempo più o meno lungo (anni o settimane) in funzione della gravità dell’insufficienza aortica; Consistenza (durezza): si valuta esercitando con le dita una pressione sull’arteria fino al punto in cui l’onda sfigmica non è più percepibile. La durezza del polso varia in funzione della pressione arteriosa. Nel cane, per esempio, l’insufficienza renale causa un aumento di pressione tale da definire il polso di questi pazienti “polso d’acciaio”; Simmetria: si valuta auscultando il cuore e contemporaneamente sentendo il polso. Ovviamente se si sta sentendo il polso a livello di arteria coccigea valutare questo parametro è impossibile. La simmetria si valuta perché in una situazione di normalità ad ogni contrazione cardiaca deve corrispondere un’onda sfigmica. Nei cani e nei vitelli contare le onde sfigmiche e caratterizzarle risulta facile perché le si sente dall’arteria femorale. In un bovino e in un cavallo adulto, invece, la situazione diventa più complessa e spesso ci si trova in difficoltà. Range di frequenza cardiaca fisiologici: Bovino adulto: 60 – 80/90 battiti/min; sotto i 60 battiti/min nella vacca adulta si parla di bradicardia; Vitelli: 80 – 120/130 battiti/min; Capra adulta: 70 - 90 battiti/min; Capretta: 90 - 150 battiti/min; Pecora adulta: 70 – 80 battiti/min; Agnello: 80 – 130 battiti/min. Finché gli animali non hanno funzionamento ruminale presentano frequenze cardiache neonatali. Non esistono dati precisi sul momento in cui le frequenze cardiache passano da essere neonatali (vitelli, capretti e agnelli) ad adulte (bovini, capre e pecore). Il polso, così come la frequenza respiratoria, devono essere valutati sempre per 1 minuto consecutivo. 11 FREQUENZA Tachisfigmia: aumento della frequenza nell’unità di tempo: Fisiologica: o Lavoro; o Gravidanza; o Digestione; o Ambiente. Patologica: o Emotività; o Febbre; o Flogosi organiche infettive; o Dolore; o Pericarditi, miocarditi (fasi iniziali); o Endocarditi, ipocalcemia. Bradisfigmia: diminuzione della frequenza nell’unità di tempo. Fisiologica: o Sonno Patologica: o Stati depressivi del sensorio; o Farmaci (digitale), tossicosi; o Iperkaliemia, blocchi cardiaci; o Vagotonia, Hoflund. RITMO Ritmo: regolare susseguirsi delle pulsazioni. Gli intervalli fra le singole pulsazioni sono della stessa durata. Aritmia: irregolare susseguirsi delle pulsazioni (polso aritmico): Aritmia respiratoria (ritmica): aumento della frequenza durante l’inspirazione e diminuzione della frequenza durante l’espirazione; Fibrillazione atriale; Turbe sistema di conduzione, delle fibre miocardiche e del sistema neurovegetativo; Vagotonia (colica); Turbe elettrolitiche. VOLUME (AMPIEZZA) Volume: escursione totale del sollevamento della parete arteriosa. Normalmente tutte le pulsazioni hanno uguale volume. È in rapporto alla: Gettata cardiaca (volume sistolico); Pressione esistente all’interno del vaso; Entità (volume) dell’onda sfigmica; Elasticità della parete. Il volume può essere: Ampio: maggiore escursione della parete: o Stati ipercinetici; o Idremie. Piccolo (vuoto): minore escursione della parete: o Ipotensione arteriosa (shock); o Collasso cardiocircolatorio (shock); o Disidratazione. DURATA (CELERITÀ) Durata: velocità con la quale si verifica la salita e la discesa della parete durante la singola pulsazione. Il polso può essere: 12 Celere: si solleva e si abbassa velocemente. Presente in caso di: o Stati febbrili; o Insufficienza aortica (scoccante). Lento o tardo: si solleva e si abbassa lentamente (salita lenta a “plateau”) o Stenosi aortica; o Miocardiopatia dilatativa; o Vecchiaia. CONSISTENZA (DUREZZA) È indicativo del lavoro del cuore e dello stato del tono vasale. L’intensità del polso è uguale alla forza che occorre per annullarla. Il polso può essere: Pieno: considerevole riempimento vascolare. Presente in caso di: o Buono stato di salute; o Cuore dell’atleta (volume + forza contrattile). Duro (polso d’acciaio): polso che non scompare in seguito ad una pressione superiore alla norma. Presente in caso di: o Ipertensione; o Arteriosclerosi. Molle (debole): polso che scompare in seguito ad una lieve pressione. SIMMETRIA Simmetria dei polsi del lato sinistro e destro: Isosfigmico: sincrono; Anisosfigmico: asincrono. ESAME FUNZIONALE DEL RESPIRO L’esame funzionale del respiro serve per diagnosticare la dispnea; per farlo è necessario guardare l’ipocondrio, che nel bovino va osservato sempre da destra (è un ruminante adulto, il rumine dall’altra parte potrebbe interferire). Per forma mentale, dopo aver preso la temperatura, aver valutato i riflessi della coda e il riflesso anale, ci si pone a 45° dietro all’animale e si osserva l’ipocondrio: ciò permette di capire se l’animale è dispnoico o meno. Un animale è dispnoico quando almeno 2 dei caratteri del respiro sono alterati. Ad esempio, quando si fa l’esame specialistico dell’apparato respiratorio, ci sono alcuni score clinici che hanno all’interno dello score stesso la valutazione della dispnea; l’acquisizione dello score può servire, ad esempio, per determinare se l’animale ha polmonite. I caratteri del respiro, che vanno valutati su tutti gli animali che si visitano, sono i seguenti: Frequenza respiratoria; Ampiezza; Celerità; Ritmo; Tipo; Simmetria. FREQUENZA RESPIRATORIA La frequenza respiratoria va rilevata in 60 secondi (nel caso degli studenti, inizialmente, anche 2-3 minuti), ma c’è un problema: i grossi animali quadrupedi hanno un grande movimento del diaframma, quindi contare è difficilissimo, in quanto i movimenti a volte sono impercettibili. Se dovesse diventare facile prendere la frequenza respiratoria di un bovino bisogna iniziare a preoccuparsi, al 100% è dispnoico. Frequenza respiratoria normale nel bovino: Adulto: 25 atti respiratori/min (range 15 – 30); 13 Vitello: 30 atti respiratori/min (range. 24 – 36). Immagine 1: Temperatura, Polso, Frequenza Respiratoria in Immagine 2: Temperatura, Polso, Frequenza Respiratoria in Pecore e Capre adulte Agnelli e Capretti L’esame funzionale dà idea della funzionalità dell’apparato respiratorio, ma anche di altri apparati: ad esempio, se l’animale è anemico, si avrà un aumento della frequenza respiratoria. Non ci si deve soffermare solo sulla frequenza respiratoria, che nella stragrande maggioranza dei casi serve per valutare la funzionalità del respiro, ma non sempre. La tachipnea è un aumento della frequenza respiratoria nell’unità di tempo e può essere: Fisiologica: lavoro (attività fisica), digestione, gravidanza, caldo, umidità ambientale elevata; Patologica: malattie dell’apparato respiratorio, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, sovraccarico dei prestomaci, febbre; La bradipnea è una diminuzione della frequenza respiratoria nell’unità di tempo, a sua volta può essere: Fisiologica: sonno; Patologica: malattie depressive del SNC, tossicosi. AMPIEZZA L’ampiezza è la quantità di escursione della parete toracica e addominale. In condizioni normali i movimenti sono impercettibili; se sono facilmente percettibili il respiro è ampio, l’escursione toraco-addominale è molto ampia. L’ampiezza potrebbe aumentare, ad esempio, quando è necessario aumentare gli scambi respiratori per un aumento di CO2: più è ampio il respiro, più alveoli sono coinvolti e più aumenta il volume tidalico. In tutti i casi in cui aumenta la CO2 nel sangue si potrebbe avere un aumento dell’ampiezza. Un aumento dell’ampiezza è definito respiro profondo, legato a ipossia e acidosi metabolica. Si potrebbe avere completa assenza del movimento quando l’animale non respira più. Il contrario di respiro ampio (profondo) è respiro superficiale (piccolo), spesso legato al dolore, sia addominale sia pleurico; in particolare se l’animale ha dolore addominale fissa l’addome e se ha dolore al torace fissa il torace. Il respiro superficiale, oltre che al dolore, può essere correlato a meningiti e alcalosi metabolica. DURATA (CELERITÀ) La durata va di pari passo con ampiezza e frequenza: più un respiro è ampio, più è lento (direttamente proporzionale all’ampiezza). La durata si può valutare bene nei respiri molto ampi, mentre è inversamente proporzionale alla frequenza. Due esempi: cane in fainting, che ha un respiro molto frequente e quindi di breve durata, denominato celere; un altro esempio potrebbe essere un vitello in chetoacidosi diabetica il cui respiro è più ampio e quindi dura di più e viene denominato lento. In entrambi gli esempi l’animale è già dispnoico, poiché sono alterati 2 caratteri del respiro. 14 RITMO Il ritmo assoluto è il regolare susseguirsi degli atti respiratori (se un animale ha una frequenza respiratoria di 30 atti/min, in condizioni normali ha un atto ogni 2 secondi). Nel ritmo vanno però presi in considerazione il rapporto e le alterazioni di esso tra inspirazione ed espirazione, che sono più complicate da valutare. Le alterazioni del ritmo nel tempo si distinguono in: Aritmie assolute (respiri periodici): determinate da ridotta o competa, temporanea o permanente perdita di sensibilità del centro del respiro alla paCO2, paO2 e pH nel sangue. o Respiro di Cheyne Stokes; o Respiro di Kussmaul; Aritmie relative (inspiratorie ed espiratorie). Immagine 3 In condizioni normali la dinamica respiratoria è quella dell’Immagine 3, anche se non è percepibile ad occhio nudo. L’inspirazione è sempre un po’ più lunga dell’espirazione, perché la prima è attiva, mentre la seconda è passiva, dipende dall’elasticità polmonare. Su un animale normale non si vede, si può notare in un animale dispnoico con respiro molto ampio. Il rapporto tra inspirazione ed espirazione è di 1:1.35; possono essere prolungate l’una o l’altra e ci possono essere problemi all’interno delle singole fasi; infatti, inspirazione ed espirazione possono essere bifasiche. Se si interrompe più volte è detta intercisa o a scalini, se si interrompe 2 volte è detta dicrota. Ci sono altre alterazioni di ritmo, di tipo assoluto: Respiro di Kussmaul: tipico degli animali in acidosi metaboliche (e del coma), è caratterizzato da atti respiratori molto lenti, con inspirazione profonda a cui segue una breve apnea inspiratoria, quindi un’espirazione breve; Respiro di Cheyne Stokes: atti respiratori senza senso con momenti di apnea (4 o 5 atti respiratori brevi e superficiali seguiti da fasi di apnea di durata variabile, ma in genere tra i 10 e i 30 secondi). Questa è un’alterazione del ritmo assoluta, generalmente accade nelle forme tragiche. Se mi approccio a un animale con un respiro alterato in questo modo, è importante preparare sé stessi e il proprietario alla morte dell’animale. → Sindrome uremica, Cardiopatie gravi, Tossiemie, Meningite. TIPO Il tipo è “quanto il respiro è toracico e quanto è addominale”: il tipo di respiro dei nostri animali è costo-addominale, concordante, perché l’addome e l’ultima parte delle coste si muovono all’unisono. Questo accade perché durante l’inspirazione il diaframma si apre verso l’addome e si spostano i visceri addominali, quindi, si vede l’aumento di volume anche dell’addome. Se l’animale ha un problema a livello addominale viene fissato l’addome, se il problema è toracico si fissa il torace. Si distinguono i seguenti tipi di respiro: Prevalentemente costale → esempio: animale con ascite, in cui l’addome è già aumentato di volume, quindi si muove poco. È evidente l’escursione della parete dell’ipocondrio rispetto a quella del fuggente, si osserva nelle patologie addominali; Prevalentemente addominale → esempio: cane investito con pneumotorace, in cui il respiro è molto più addominale, perché si ha un aumento di volume con fissazione del torace. È 15 evidente l’escursione della parete del fuggente rispetto a quella dell’ipocondrio, si osserva nelle patologie toraciche; Discordante o ad altalena → la parete dell’ipocondrio si solleva e quella del fuggente si abbassa e/o viceversa; le pareti, dunque si sollevano e si abbassano in modo discordante. Si osserva nelle patologie diaframmatiche (coinvolgimento diretto o indiretto). SIMMETRIA Si muove solo un emitorace: Pneumotorace unilaterale; Patologie pleuriche unilaterali; Patologie della parete. STEP 2: VALUTAZIONE DI PERINEO, CODA, COSCE Restando sempre dietro all’animale a livello della zona della coda, si misura la temperatura, si valutano il riflesso della coda e il riflesso anale e si esegue l’esame funzionale del respiro, ma nel frattempo si guarda l’animale e si continua l’ispezione da questa zona. ISPEZIONE REGIONE PERINEALE E MAMMELLA In rosso nell’Immagine 4 sono evidenziati i punti da guardare sempre: Tuberosità ischiatiche: vanno valutate per la rogna, infatti questa è una classica localizzazione per la lesione cutanea più importante nel bovino, inoltre sono zone spigolose e possono evidenziare cattive condizioni di vita; Vulva: per gli scoli; Mammella; Garretti; Nodelli. Immagine 4: lo scolo Essenzialmente si guarda il profilo degli arti posteriori. vulvare che si vede è la placenta. Immagine 6: in questo Immagine 5: scolo vulvare caso si sarebbe potuto ematico, a distanza è vedere anche a distanza. poco visibile. VALUTAZIONE DEL PROFILO ADDOMINALE Guardando gli animali dal posteriore si può vedere la forma del profilo addominale, che è essenzialmente quello dell’Immagine 7, può essere un po' più rilevato in caso debba ancora eruttare. I bovini hanno un addome molle, a forma di pera, a differenza del cavallo che ha un addome molto più teso e muscoloso. Seguono degli esempi, relativi all’Immagine 8: Aumento di volume imponente nella fossa del fianco di sinistra, si vede perfettamente osservando l’animale da dietro → Meteorismo ruminale; Immagine 7: addome di bovino normale. 16 Addome pera-pera: aumento di volume quadranti ventrali, di solito causato da liquido libero in cavità addominale (in genere fino a 100L) → Ascite; Addome mela-pera (tutto a destra), ha questo nome proprio perché si guarda da dietro → Patognomonico per sindrome vagale o di Hofflund, o indigestione vagale: alterazione del nervo vago che causa un’alterazione imponente di volume e forma del rumine, che diventa di forma ad L, si riempie talmente tanto di ingesta da non riuscire più a mandarle in abomaso. Clinicamente è facilissimo da diagnosticare per la conformazione dell’addome (ndr: lo vedremo il prossimo anno). Questa sindrome consiste in una gravissima indigestione causata da un’incapacità del nervo vago di far muovere i prestomaci o l’abomaso, infatti, essa può essere anteriore se colpisce l’ostio reticolo-ruminale, ma può essere anche posteriore colpendo il piloro; Emiquadranti anteriori aumentati di volume: solo il gas in cavità addominale può dare questa alterazione → Peritonite (ndr: Sull’immagine c’è scritto pneumoperitoneo, il prof a lezione ha detto peritonite). Immagine 8, da sinistra verso destra: - Aumento imponente di volume nella fossa del fianco di sinistra (meteorismo ruminale); - Addome pera-pera (ascite); - Emiquadranti posteriori aumentati di volume (peritonite/pneumoperitoneo); - Addome mela-pera (sindrome vagale o di Hofflund). STEP 3: LA TESTA Da questo momento si gira intorno all’animale da sinistra verso destra, portandosi alla testa. Il veterinario deve procedere con la visita girando verso destra e conclude la visita arrivando alla testa dell’animale sempre sulla destra. VALUTAZIONE DELLA TESTA Si va a livello di testa dell’animale e si continua con segni e atteggiamenti particolari: se la forma della testa è normale, si valutano le simmetrie delle strutture, che devono essere sempre pari e simmetriche. Della testa si devono valutare: Forma; Simmetria; Posizione; Immagine 9 Mobilità. Si valuta anche la posizione della testa: l’animale nell’Immagine 9 è perfetto: orecchie, occhi e narici sono sullo stesso livello, la testa è perfettamente dritta. Non ci devono essere condizioni come ad esempio l’Head tilt. Dopodiché si valuta la mobilità, che a volte si può esaminare anche a distanza. I bovini hanno un’estrema mobilità della testa, sono in grado, ad esempio, di leccarsi la grassella. Con 17 un vitello, portando la testa sia a destra, sia a sinistra, bisogna essere in grado di fargli toccare il suo torace. Le orecchie devono essere nella stessa posizione, ovviamente non ci devono essere altri segni e atteggiamenti particolari che possono alterarne forma e profilo. ISPEZIONE DI NARICI E MUSELLO Si parte dalle narici, poi per ultimo ci si porta alle orecchie, quindi l’ordine da seguire è: Narici → Bocca → Occhi → Orecchie In ogni struttura si esegue prima l’ispezione, nell’ordine che segue: Forma delle narici: a goccia, rotonde nella porzione mediale, verso l’esterno del musello si allungano; Simmetria delle narici: devono essere sullo stesso piano; Integrità della superficie del musello: rigida e corrugata, è una struttura cartilaginea; Umidità; Mobilità delle nari: nel bovino non si devono muovere. Sono rigide, a meno che il bovino abbia un problema; Colonna d’aria: mettendo le mani davanti alle narici si valuta la presenza della colonna d’aria, che deve essere identica per le due narici. Se una è presente e l’altra no si ha occlusione delle cavità nasali; Scoli: in condizioni normali un po’ di scolo sieroso è normalissimo. Dello scolo si valuta: o Presenza o assenza; o Caratteristiche: sieroso, emorragico, purulento, muco-purulento; o Unilaterale o bilaterale. Odore: si valuta l’expirium, che in alcune patologie è classico; ad esempio, l’expirium che odora di mela renetta matura (mela marcia, odore putrido) è segno di chetosi. ISPEZIONE DELLA BOCCA La bocca va aperta e per farlo ci sono delle tecniche, come l’apribocca di Young (Immagine 10); altrimenti con le mani, toccando lingua e palato evocando un riflesso contro la volontà dell’animale (le dita non vanno mai poste sotto i molari e i premolari del bovino, vanno poste sulle barre, le porzioni di gengiva tra incisivi inferiori e premolari). Della bocca si valuta: Immagine 10 Capacità di aprirla o meno, non è detto che il riflesso funzioni; Capacità di prensione degli alimenti, offrendo del cibo; Una volta aperta si valuta la forza che ci si mette per aprirla; Si valutano la lingua e i suoi movimenti; Si prende la lingua e la si porta fuori dalle barre, evocando il riflesso linguale: si valutano così l’ipoglosso, il nervo motore che fa retrarre immediatamente la lingua e il trigemino, che è il nervo sensitivo. Nell’Immagine 11 si vede un vitellone limousine con una lingua che non si retrae. Questo è un esempio di effetti del botulino, infatti la tossina botulinica a livello di tronco encefalico altera i nervi cranici, in particolare il batterio ha tropismo per i gangli dell’ipoglosso; Immagine 11 Mucosa orale, va valutata molto attentamente. Le mucose devono rispettare i seguenti caratteri: o Lisce; o Lucenti, lucide; o Umide; 18 o Temperatura che rispecchia quella esterna dell’animale; o Colore: rosa o nere in base alla razza; o Assenza di trama vascolare (a volte leggermente accennata); Tutto ciò che si discosta da ciò è un’alterazione. Palato duro e cercine fibroso (ndr: da traduzione checklist della slide, credo sia il termine corretto); Denti. Le mucose danno un’idea della funzionalità dell’apparato cardiocircolatorio, ma anche del respiratorio e del fegato, ad esempio se sono gialle c’è ittero. Se le mucose sono pallide o bianche si ha un’anemia più o meno grave, se sono bluastre c’è cianosi, generalmente ipercapnia, quindi un problema di scambi respiratori. Se le mucose sono iperemiche o rosso mattone, ciò è classico di situazioni in cui il piccolo circolo sta peggiorando progressivamente, in particolare in caso di shock settico. Immagine 12: Afta Non ci devono essere lesioni, che si dividono in traumatiche, fisiche, oppure epizootica, si vedono dei forme tipiche come l’Afta Epizootica (che causa delle vescicole, immagine 12), la Blue crateri sulla mucosa Tongue e la malattia delle mucose (la forma più grave della BVD, in cui nelle mucose linguale. orali si trovano ulcere, erosioni, ragadi…). Vanno osservate tutte le mucose: gengive, palato duro, lingua e vestibolo laterale della bocca, che va quindi guardata a 360°. Aspetto mucosa Patogenesi Malattia Emorragie interne, Pallido, bianco porcellana Anemia shock, parassitosi, leucemia Iperemia locale e/o Rosso vivo Stati febbrili generale Insufficienza circolatoria Stasi (difficoltà di centrale, periferica, Rosso cupo, violaceo (blu) circolo), cianosi insufficienza cardio- respiratoria Piroplasmosi, anaplasmosi, Giallo tenue, giallo “chiaro”, giallo Ittero flavinico, distomatosi, colestasi, “verde” verdinico, rubinico epatiti, leptospirosi, distrofia epatica Vescicole etc Virus Afta epizootica Video 1 Video 2 Video 1: incapacità di aprire la bocca, non c’è verso di aprirla, è il trisma. Video 2: la bocca “sballottola”, si è di fronte a una ptosi buccale, estrema facilità di aprire la bocca. Il problema è lo stesso in entrambi i casi: il trigemino, sensitivo per tutto il volto e motorio per i masseteri. Se c’è ipertono del trigemino non si riesce ad aprire la bocca dell’animale, al contrario, se si ha un ipotono del trigemino, la bocca è talmente facile da aprire che si apre anche solo scuotendola. 19 ISPEZIONE DEGLI OCCHI N.B.: La capra ha la pupilla al contrario del gatto; quella dell’Immagine 13 è una pupilla normalissima. Presenza o assenza dell’occhio → Anoftalmia e microftalmia: la seconda è caratterizzata dalla presenza di entrambi gli occhi più piccoli del normale, può avvenire in caso di BVD; Forma e volume dell’occhio; Immagine 13 Movimenti degli occhi; Posizione dell’occhio all’interno dell’orbita; Riflessi, da valutare sempre: o Riflesso palpebrale; o Reazione di minaccia (non è un riflesso, poiché è una reazione acquisita); o Riflesso corneale; o Riflesso pupillare. Poi si valutano le mucose oculo-congiuntivali: si valutano la congiuntiva superiore, la congiuntiva inferiore e la terza palpebra, che non deve essere visibile normalmente. Queste mucose sono sempre più rosse di quelle orali, perché sono più a contatto con l’esterno. Per gli ovicaprini è stato inventato il Famacha Score (Immagine 14), che si usa molto anche da noi perché Haemoncus contortus (prima causa di anemia in questi animali) si trova spesso. Queste mucose sono molto simili in tutti i ruminanti. In condizioni normali l’occhio si muove in base a dove guarda l’animale, se si prende la testa, la pupilla è sempre rivolta verso di noi. A volte ci possono essere movimenti anormali. Immagine 14 Video 3 Video 4 Nei video si può osservare il fenomeno del nistagmo: è orizzontale nel video 3, verticale nel video 4. In questo caso sono interessati i nervi III, IV e VI, che innervano i muscoli dell’occhio. In caso di nistagmo si ha un problema ad almeno uno dei 3 nervi. Nel video 5 è possibile osservare la procedura di pizzicamento della palpebra. Quando si parla di connettivo sottocutaneo, nei ruminanti la valutazione si fa a livello della palpebra, che in condizioni normali, una volta pizzicata, appena si rilascia la plica scompare. È fondamentale per valutare la disidratazione degli Video 5 animali. Seguono una serie di video, disponibili sulle slide, in cui è possibile osservare: Palpebra un poco più lenta rispetto al video precedente; 20 Palpebre progressivamente più lente; Palpebre con plica persistente. Il grado di disidratazione è tanto più grave quanto più tempo la palpebra ci impiega per scomparire. Posizione dell’occhio nella cavità oculare (Immagine 15): essa è fondamentale anche per la valutazione della disidratazione nei giovani ruminanti, infatti più questi sono disidratati, più i bulbi oculari si infossano medialmente e compare una fossetta nel canto mediale dell’occhio. Immagine 15 Valutando plica cutanea e la posizione dell’occhio, si hanno tutte le informazioni per valutare la percentuale di disidratazione dell’animale, di conseguenza anche la quantità di fluidi necessaria (nell’Immagine 16 è riportato l’esempio di un sistema che verrà utilizzato il prossimo anno, tramite il quale si calcola la % di disidratazione rispetto al peso corporeo). Come esame collaterale si potrebbe utilizzare l’ematocrito, ma nel vitello non è correlato all’alimentazione, poiché è alimentato con latte, che è privo di ferro. Nell’Immagine 17 si nota un occhio infossato, è apparsa una fossetta di almeno 0.5 cm sul canto mediale. A livello dell’occhio, è Immagine 16 necessario valutare anche i vasi episclerali, che danno un’informazione sullo stato del microcircolo, soprattutto in animali giovani, più esposti a malattie infettive, in cui il rischio di shock tossico è sempre dietro l’angolo. Esiste uno score dei vasi episclerali (vedi tabella), utilizzato per determinare se l’animale è di fronte o no allo shock settico. I vasi episclerali normali sono solitamente 1 o 2, sottili, rosati e non arrivano mai al limbo (linea di contatto tra sclera e iride, i Immagine 17 vasi episclerali normali non devono mai toccarlo). Se sono iniettati, sono violacei, più di due, toccano il limbo. SCORE DEI VASI EPISCLERALI Numero, dimensione, colore e vicinanza tra limbo e Score vasi episclerali. 0 Normale (

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