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Questo documento PDF presenta un'analisi dettagliata della relazione educativa, esplorandone gli aspetti, i processi ed i concetti chiave. Descrive come l'azione educativa si sviluppa, e i suoi elementi.

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La relazione educativa a cura di A. Zanchettin L’azione educativa (cfr., Tramma S., L educatore imperfetto, Carocci 2008) Ha sempre un risultato imprevedibile perché dipende dall’azione di personalità, o gruppi, cui essa è rivolta e da eventi che condizi...

La relazione educativa a cura di A. Zanchettin L’azione educativa (cfr., Tramma S., L educatore imperfetto, Carocci 2008) Ha sempre un risultato imprevedibile perché dipende dall’azione di personalità, o gruppi, cui essa è rivolta e da eventi che condizionano la situazione di partenza. Comporta l’esigenza di accettare, affrontare e gestire il conflitto per trasformarlo in termini di produttività. Prevede la cura del processo comunicativo, attitudini comunicative adeguate, capacità di cogliere i feedback, consapevolezza delle modalità espressive, métacomunicazione. Non è un processo di influenza Intenzione formativa, evolutiva. Insieme coerente di azioni intraprese in vista di un fine. Messa in opera di principi espliciti o impliciti ricavati da una teoria generale. Compito generale dell’educazione Individuare, promuovere, sviluppare potenzialità (cognitive, affettive, relazionali) dei soggetti individuali e collettivi Caratteristiche Asimmetria: l’educatore ha maggiore consapevolezza e responsabilità dell’educando. Coinvolgimento emotivo: è evento inevitabile e strumento di lavoro (relazione empatica e affettiva) che comporta dei rischi: eccessiva vicinanza o lontananza. La giusta distanza/vicinanza è ciò che salvaguarda le dimensioni di sé dall’invadenza della professione. Pregiudizio: consapevolezza delle coordinate emotive e cognitive che regolano il nostro rapporto con gli altri e che da tale incontro sono modificate. Valori: non è possibile la neutralità di valori, pertanto esserne consapevoli aiuta a capire come possono influenzare la relazione. (A volte è utile dichiararli per consentire all’altro di capire meglio i comportamenti). Parole chiave del discorso educativo: Consapevolezza Intenzionalità Formalizzazione Progettualità Metodologia Documentazione Formalizzazione esperienze educative Esperienze formali: esperienza scolastica (intenzionali, organizzate, regolate da leggi stabilite a monte, obbligatorie, si persegue un risultato definito prima) Esperienze non formali: corsi di aggiornamento, corsi di lingua, corsi di attività motorie, ecc. (intenzionali, organizzate, regolate da un contratto, parzialmente obbligatorie) Esperienze informali: l’esperienza quotidiana che, pur non essendo dichiaratamante educativa, è comunque formativa Intenzionalità delle esperienze educative Esperienze intenzionali: c’è un soggetto incaricato di educare un altro, a prescindere dal grado di formalizzazione dell’esperienza (scuola, formazione aziendale, laboratori,ecc.). Esperienze non dichiaratamente intenzionali: l’educando non ne ha consapevolezza (teatro, museo, gite, ecc.). Esperienze non intenzionali: più o meno casuali, il produttore di azioni educative non ne è consapevole o non è riconoscibile come tale, non ha una progettualità educativa esplicita (rapporti interpersonali, itinerari familiari o professionali, esperienze collettive coinvolgenti per condivisione). Punti cardinali del lavoro educativo Il mandato di cui l’educatore è esecutore e/o coautore. L’operatività prevede ambiti organizzati, connotati di riconoscibilità e intenzionalità. L’educatore deve istaurare una relazione educativa. L’educatore non è da solo ma interagisce funzionalmente con altri soggetti. Epoché La sospensione del giudizio è un processo complesso che richiede conoscenza di sé, di ciò che ci mette in crisi e in difficoltà ad ascoltare e comprendere il punto di vista di un altro. Orientamento alla critica costruttiva e alla ricerca di soluzione efficaci ed efficienti. Superamento del giusto/sbagliato come criteri di valutazione (che entrano in gioco in modo determinante per lo sviluppo del pensiero etico e morale) e delle strutture psichiche egocentrate (decentramento ed eterocentrismo). Empatia: sentire come sentirebbe l’altro E’ uno sforzo di comprensione intellettuale ed emotiva dell'altro caratterizzato da: sospensione del giudizio: esclusione di ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale; messa tra parentesi di pregiudizi e giudizi; decentramento da sé di chi lo mette in atto. La comunicazione empatica Secondo E. Stein l’empatia è “l’esperienza di altri da noi e del loro vissuto”. Comunemente si definisce come “mettersi al posto di un altro”. La condizione che permette tale esperienza è primariamente la percezione che il soggetto ha di se stesso. A partire dalla propria, il soggetto ha la possibilità di percepire la globalità psicofisica degli altri (non fusionalità, ma permanenza delle differenze). Attraverso l’empatia i soggetti possono arricchire il proprio sentire. Risonanza empatica e processi intra e interpersonali Incontro e conoscenza Ascolto e confronto Dialogo e scontro Riflessione e comprensione Interpretazione e pluralizzazione Ricerca di soluzioni Cambiamento

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