Intermediari Finanziari PDF
Document Details
Uploaded by Deleted User
Tags
Summary
This document provides an introduction to the world of financial systems and intermediaries. It covers a range of topics, including the allocation of financial resources and the calculation of financial balances.
Full Transcript
Il sistema finanziario: funzione allocativa e saldi finanziari Cap. 3 – La funzione allocativa e i saldi finanziari Economia degli Intermediari finanziari 1 Funzioni del sistema finanziario Monetaria...
Il sistema finanziario: funzione allocativa e saldi finanziari Cap. 3 – La funzione allocativa e i saldi finanziari Economia degli Intermediari finanziari 1 Funzioni del sistema finanziario Monetaria Creazione e circolazione dei mezzi di pagamento, gestione del sistema dei pagamenti, liquidità. FUNZIONI Creditizia in senso ampio Trasferimento delle risorse: dalle unità in surplus (detentori di risorse) alle unità in deficit (prenditori di risorse); dai portatori di capitale (azionisti) ai soggetti capaci di realizzare progetti imprenditoriali (management); dai soggetti non interessati al controllo delle imprese a quei soggetti che, invece, sono interessati. Anche meccanismi di gestione dei rischi connessi al trasferimento delle risorse nel tempo e nello spazio. Trasmissione della politica monetaria Il sistema finanziario è il veicolo attraverso il quale si perseguono gli obiettivi della politica monetaria (che è parte della politica economica). Funzione allocativa Il sistema finanziario consente di svolgere in modo efficiente l’allocazione delle risorse finanziarie e di sostenere lo sviluppo dell’intera economia: o le unità in surplus trovano un impiego redditizio per le risorse disponibili o le unità in deficit trovano risorse per finanziare i loro investimenti La funzione allocativa consiste nel collegare il risparmio (S) agli Investimenti reali (I), trasferendo risorse finanziarie tra agenti economici con bisogni finanziari contrapposti In tal modo s’incontrano due categorie di soggetti dell’economia: i datori di fondi (unità in surplus) e i prenditori di fondi (unità in deficit) Per riuscire a individuare quali sono le unità in surplus e quelle in deficit dobbiamo introdurre il concetto di SALDO FINANZIARIO La situazione di un agente economico Può essere analizzata da diversi angoli visuali: Patrimoniale Economico Finanziario o Ogni soggetto ha un proprio bilancio composto da: Uno Stato patrimoniale; Un Conto economico. Questi due prospetti colgono due “aspetti” diversi ed importanti della situazione di un soggetto. Guardiamo all’equilibrio patrimoniale Lo stato patrimoniale con grandezze stock (misura di un fenomeno in un determinato istante) E’ il saldo tra il totale dell’attivo e le passività finanziarie. Esprime la ricchezza Attività reali Patrimonio netto netta. (AR) (PN) Ricchezza tot. lorda Attività finanziarie Passività finanziarie (AF) (PF) Le risorse finanziarie sono investite in: attività reali; attività finanziarie Gli investimenti sono finanziati tramite il risparmio (il PN è l’accumulazione di risparmio) e l’ emissione di passività finanziarie Guardiamo all’equilibrio Il conto economico economico con grandezze flusso (dimensione di un fenomeno nel corso di un determinato intervallo) Costi/Uscite Ricavi/Entrate Per le famiglie: stipendi e redditi da capitale E’ reddito non utilizzato per fini correnti Risparmio Per le Imprese: ricavi di esercizio e perciò destinabile a incremento del patrimonio. Per la Pubblica Amministrazione: entrate correnti Tale incremento viene registrato nello Stato Patrimoniale. Lo schema delle fonti e degli usi di fondi Lo SP fornisce indicazioni circa l’equilibrio patrimoniale con grandezze stock. Ora adottiamo un’ottica dinamica … Usi Fonti ∆ Attività reali ∆ Patrimonio netto (I) (S) ∆ Attività finanziarie ∆ Passività finanziarie (∆ AF) (∆ PF) ∑ ∑ Uguaglianza tra fonti e impieghi di risorse: I + AF = PF + S Dove: I = rappresenta la variazione delle AR; S = rappresenta la variazione del PN. Il saldo finanziario (SF) 1/2 Impiego di fondi = Fonti dei fondi Vincolo contabile: Uguaglianza tra I+ AF = PF+S AF - PF= S - I fonti e usi di fondi Saldo SF = S – I Confronto tra grandezze reali Finanziario (SF) SF = AF – PF Confronto tra grandezze finanziarie Il saldo finanziario (SF) 2/2 Esso misura il surplus /deficit di risorse (S) rispetto ai fabbisogni per investimenti (I) di una specifica unità economica Se il risparmio è insufficiente a finanziare gli investimenti reali (S < I) , l’unità economica presenta un saldo finanziario negativo (unità in Unità in surplus/in Se S = I e AF = PF deficit). Le risorse in difetto rispetto alle avanzo/Datore di l’unità economica è in esigenze di investimento reale sono reperite fondi/centro di formazione equilibrio finanziario indebitandosi (Δ PF), quindi facendo ricorso a del risparmio nuove passività finanziarie (PF>AF) SF > 0 SF = 0 SF < 0 Surplus Equilibrio Deficit Il saldo finanziario (SF) di un’unità economica dipende dalla capacità del suo risparmio (S) di coprire le spese di investimento reale (I). Esempio di calcolo di un saldo finanziario Durante l’anno una famiglia accumula un risparmio pari a 40.000 e contestualmente accende un mutuo pari a 15.000; dal lato opposto, effettua un acquisto di un immobile (garage) per 30.000 e sottoscrive titoli azionari per 25.000. Qual è il saldo finanziario di periodo? 10 Esempio di calcolo di un saldo finanziario Durante l’anno una famiglia accumula un risparmio pari a 40.000 e contestualmente accende un mutuo pari a 15.000; dal lato opposto, effettua un acquisto di un immobile per 30.000 e sottoscrive titoli azionari per 25.000. Qual è il saldo finanziario di periodo? S – I = 40.000 – 30.000 = 10.000 ΔAF – ΔPF = 25.000 – 15.000 = 10.000 SF = S – I = ΔAF – ΔPF = 10.000 ESERCIZI 11 I settori istituzionali I Saldi Finanziari consentono di descrivere l’articolazione del processo di risparmio e di investimento (con relativi equilibri/squilibri) Però: Indagini sulla singola unità economica sono poco rilevanti; E’ più utile una ripartizione in pochi “soggetti” (settori istituzionali) in modo da effettuare l’analisi fra grandi comparti dell’economia. Le classi a cui si può fare riferimento sono: raggruppamenti di unità economiche; omogenei; Autonomi; con capacità di decisione in campo economico- finanziario In altre parole, per comprendere e tenere sotto controllo il fenomeno a livello macroeconomico, occorre aggregare le unità economiche in gruppi significativi. Settori istituzionali e saldi finanziari settoriali Esistono 5 settori istituzionali all’interno dell’economia Classificazione sulla base di: - comportamento economico; - funzione principale; - tipo prevalente di risorse utilizzate. Se si esprimono i saldi finanziari a livello di settore è possibile capire all’interno dell’economia da dove provengono le risorse e dove vengono destinate (chi presta i fondi a chi) Anche per ogni settore gli estremi possibili sono i seguenti: (1) Equilibrio finanziario S=I SF=O Settore in surplus/in avanzo/Datore di fondi/Centro di formazione del risparmio SF>O S>I Surplus Finanziario (2) Divergenza finanziaria Settore in deficit/in disavanzo/Prenditore di fondi/Centro di decisione degli investimenti SF intermediazione di taglio, trasformazione di rischi e delle scadenze (plusvalenze e interessi) Venture capital 24 La morfologia dei sistemi finanziari Banking economies Market based Il collegamento Il passivo tra datori delle imprese poggiadi fondi e Il passivo delle imprese è prenditori di fondi su prevalentemente dipende prestitidall’attività di rappresentato prevalentemente da strumenti finanziari negoziabili. bancari asset transformation degli intermediari creditizi. Esercitazioni Calcolo dei saldi finanziari 1 Il calcolo del saldo finanziario Il saldo finanziario con riferimento ad uno specifico periodo, per esempio un anno, può essere calcolato con due modalità, che fanno entrambe riferimento alle operazioni intercorse nel periodo: SF = AF – PF SF = S – I prima di procedere con questa modalità occorre calcolare il risparmio S S= = Redditi (salari, stipendi, dividendi, interessi [+ interessi attivi - interessi passivi], redditi da capitale in genere,…) - Consumi (cibo, utenze, consumi in generale, imposte, …) 2 ES. 1 - Calcolo dei saldi finanziari (parte 1) Al 31/12 dell’anno n Elena ha un patrimonio composto da 10.000 euro investiti in azioni e 50.000 euro investiti in titoli di Stato, più un prestito personale da 8.000 euro acceso per acquistare un piccolo garage che vale 9.000. Immaginiamo che lavori da qualche anno e che viva con i suoi genitori. Ricostruiamo il suo stato patrimoniale personale alla fine dell’anno n, quindi il punto di partenza (dell’anno n+1). ATTIVO PASSIVO Garage 9.000 Prestito personale 8.000 Azioni 10.000 Patrimonio netto 61.000 Titoli di stato 50.000 TOTALE ATTIVO 69.000 TOTALE PASSIVO 69.000 3 ES. 1 - Calcolo dei saldi finanziari (parte 2) Durante l’anno n+1, Elena svolge diverse operazioni e presenta i seguenti flussi in entrata e uscita: Acquisto di appartamento 130.000 Vendita di titoli di Stato 40.000 Accensione di un mutuo 90.000 Rimborso del prestito personale per 1.000 di quota capitale Pagamento di interessi sul prestito personale per 640 Rimborso del mutuo per 2.100 di quota capitale Pagamento di interessi sul mutuo per 6.000 Acquisto azioni per 3.460 Stipendio 20.400 Consumi 7.600 Dividendi sulle azioni 200 Interessi attivi sui titoli di stato 300 Imposte 100 Ricostruiamo lo stato patrimoniale e il conto economico dell’anno n+1. Calcoliamo il saldo finanziario. 4 ES. 1 - Calcolo dei saldi finanziari (sol.) ATTIVO n n+1 Δ PASSIVO n n+1 Δ AR Abitazione - 130.000 130.000 Prestito personale 8.000 7.000 -1.000 87.900 Garage 9.000 9.000 - Mutuo - 87.900 (90.000-2.100) AF Azioni 10.000 13.460 3.460 Obbligazioni Patrimonio netto 61.000 67.560 6.560 Titoli di Stato 50.000 10.000 -40.000 TOT 69.000 162.460 93.460 TOT 69.000 162.460 93.460 Controllo - - - Δ ATTIVO n+1 Δ PASSIVO n+1 Conto economico n+1 Acquisto Accensione prestito Stipendio + 20.400 appartamento +130.000 personale Δ AF -36.540 Consumi - 7.600 Acquisto auto Accensione mutuo +90.000 Δ PF 86.900 Dividendi su azioni + 200 Rimborso prestito Saldo (AF-PF) - 123.440 Interessi attivi su obbligazioni + Acquisto azioni +3.460 personale -1.000 Interessi attivi su titoli di stato + 300 Acquisto obbligazioni Rimborso quota mutuo -2.100 S +6.560 Interessi passivi su prestito Acquisto titoli di I (Δ AR) 130.000 personale - 640 stato Risparmio 6.560 Saldo (S-I) - 123.440 Interessi passivi su mutuo - 6.000 Vendita Imposte - 100 appartamento RISPARMIO (S) 6.560 Vendita auto Vendita azioni Vendita obbligazioni 5 Vendita titoli di stato -40.000 Esercizio n.2 - Testo Durante l’anno una famiglia presenta i seguenti flussi di cassa in entrata e in uscita: Stipendio 15.800 Imposte 400 Acquisto appartamento 90.800 Accensione mutuo 67.800 Accensione prestito personale 1.800 Rimborso quota mutuo 2.010 Rimborso prestito personale 190 Dividendi su azioni 600 Interessi passivi su mutuo 2.900 Interessi passivi su prestito personale 100 Interessi attivi su titoli di stato 200 Acquisto titoli di stato 5.000 Consumi 4.800 Vendita titoli azionari 20.000 A quanto ammonta il saldo finanziario? RISULTATO = -82.400 6 Esercizio n. 2 - Soluzione SF = AF – PF = (5.000 - 20.000) – (1.800 + 67.800 - 190 – 2.010) = - 82.400 SF = S – I S = 15.800 - 4.800 + 600 + 200 -100 – 2.900 – 400 = 8.400 S - I = 8.400 – 90.800 = - 82.400 7 Esercizio n. 3 - Testo Durante l’anno una famiglia presenta i seguenti flussi di cassa in entrata e in uscita: Stipendio 30.000; Consumi 14.000; Dividendi su azioni 80; Acquisto appartamento 200.000; Accensione mutuo 190.000; Rimborso quota mutuo 3.500; Acquisto titoli di stato 6.000; Interessi passivi su mutuo 4.000; Accensione prestito personale 3.800; Imposte 700; Vendita titoli azionari 4.320. Che cosa succede alla ricchezza finanziaria? RISULTATO: SF = - 188.620 Ricchezza finanziaria diminuisce 8 Esercizio n. 3 - Soluzione SF = AF – PF = (6.000 – 4.320) – (190.000 + 3.800 – 3.500) = - 188.620 SF = S – I S = 30.000 – 14.000 + 80 – 4.000 – 700 = 11.380 S - I = 11.380 – 200.000 = - 188.620 9 Esercizio n. 4 - Testo Durante l’anno il sig. Rossi presenta i seguenti flussi in entrata e in uscita: Stipendio 25.000 Imposte 200 Consumi 12.000 Vendita di immobile 80.000 Rimborso quota prestito personale 400 Dividendi su azioni 160 Interessi passivi su prestito personale 180 Accensione prestito personale 4.000 Vendita titoli azionari 75.000 A quanto ammonta l’acquisto di titoli di Stato? RISULTATO = 171.380 10 Esercizio n. 4 - Soluzione SF = S – I = (25.000 – 12.000 + 160 – 180 – 200) - (- 80.000) = 12.780 + 80.000 = 92.780 Poiché AF – PF = S – I Allora: (- 75.000 + X) – (4.000 – 400) = 92.780 (- 75.000 + X) – (3600)= 92.780 (- 75.000 + X) – 3600 = 92.780 (- 75.000 + X) = 92.780 +3.600 X = 92.780 +3.600 + 75.000 = 171.380 acquisto titoli di Stato 11 Esercizio n. 5 - Testo Durante l’anno il sig. Bianchi presenta i seguenti flussi di cassa in entrata e in uscita: Stipendio 12.000 Consumi 5.600 Imposte 400 Interessi passivi su mutuo 640 Rimborso quota mutuo 800 Dividendi su azioni 320 Acquisto titoli di stato 10.400 Accensione prestito personale 1520 A quanto ammonta la vendita di titoli azionari? RISULTATO = 4.000 12 Esercizio n. 5 - Soluzione SF = S – I = (12.000 – 5.600 + 320 – 640 – 400) – 0 = 5.680 Poiché AF – PF = S – I Allora: (10.400 - X) – (1.520 – 800) = 5.680 (10.400 - X) - 720 = 5.680 (10.400 - X) = 5.680 + 720 - X = 5.680 + 720 - 10.400 X = - 5.680 - 720 + 10.400 = 4.000 vendita titoli azionari 13 I mercati mobiliari Cap. 4 Economia degli Intermediari Finanziari 1 I mercati finanziari Spazio economico di incontro tra domanda e offerta di strumenti e servizi finanziari Insieme delle operazioni di creazione e scambio dei contratti finanziari 2 I mercati finanziari Mercato mobiliare: specifico comparto (in cui sono trattati i valori mobiliari) del mercato finanziario; mercato aperto e organizzato: strutture, regole e procedure funzionali allo scambio su basi impersonali di contratti finanziari standardizzati; ha diverse funzioni: - finanzia l’emissione di strumenti finanziari - consente di gestire i rischi e di redistribuirli (diversificazione e ricorso a derivati) - offre opportunità di impiego di risorse finanziarie - offre un servizio di pricing degli strumenti negoziati (price discovery) - favorisce il controllo sugli emittenti - abbatte i costi di transazione (accentramento delle negoziazioni, perfezionamento dei meccanismi di scambio ad asta, aumento di volume e qualità dell’informazione pubblica) 3 I mercati finanziari Mercato mobiliare … … collega in modo diretto il risparmio agli investimenti reali Ruolo cruciale delle informazioni … per la definizione dei prezzi degli strumenti finanziari negoziati … giudizio del mercato verso i prenditori di fondi (emittenti) Trasparenza informativa => impatto sulle aspettative degli agenti economici 4 La classificazione dei mercati Criterio di classificazione Mercato Momento dello scambio Primario Secondario Funzioni Monetario Dei capitali Modalità di formazione dei prezzi Order driven Quote driven Natura istituzionale Pubblico Privato Ordinamento Regolamentato Alternativo Non regolamentato (OTC) Dimensione unitaria degli scambi («taglio») All’ingrosso (wholesale) Al dettaglio (retail) Procedura di regolamento A contante (a pronti) A termine Struttura logistica Fisica Telematica Dimensione geografica Nazionale (domestico) Internazionale 5 La classificazione dei mercati Criterio di Mercato classificazione Momento dello scambio Primario: - Titoli di nuova emissione => canale di funding emittenti - Prezzo dei titoli collocati = segnale informativo - Emissioni con meccanismo ad asta o consorzi di collocamento - Collocamento tipicamente curato da istituzioni finanziarie che possono essere underwriter Secondario - Titoli esistenti - Trasferimento di risorse tra investitori - Presenza di broker e dealer - Funzione di liquidità (> liquidità, < rischio percepito dagli investitori) 6 La classificazione dei mercati Criterio di classificazione Mercato Funzioni Monetario: - Strumenti a breve termine (es. BOT, accettazioni bancarie) - Facilita la gestione della liquidità Dei capitali: - Strumenti a m/l termine - Fabbisogni finanziario di lungo termine (es. BPT, obbligazioni societarie) Criterio di classificazione Mercato Modalità di formazione dei Order driven: prezzi - Gli scambi si concludono attraverso l’interazione degli ordini di acquisto e vendita immessi dagli intermediari (broker) per conto dei clienti - Principale forma organizzativa => asta - Possibile presenza dei market maker o liquidity provider - es.: MOT, MTA Quote driven: - Punto di diffusione delle quotazioni proposte da dealer (espongono quotazioni denaro-lettera) e market maker (espongono continuamente quotazioni di acquisto/vendita su specifici titoli quotati e a cui gli altri operatori devono ricorrere per negoziare) - es.: MTS 7 La classificazione dei mercati Criterio di classificazione Mercato Natura istituzionale Pubblico Privato Criterio di classificazione Mercato Ordinamento Regolamentato: - Controlli Autorità di Vigilanza (Consob); norme a tutela degli investitori (obblighi informativi, modalità di negoziazione, di regolamento, ecc) - Criteri di uniformità e standardizzazione delle modalità di negoziazione => trasparenza operativa del mercato Non regolamentato (OTC): - Scambi conclusi fuori i mercati regolamentati e alternativi - riservato a operatori specializzati - Non sottoposto alle norme a protezione del pubblico risparmio - Contrattazioni non standardizzate, informativa meno trasparente, maggiori rischi Alternativo (sistema alternativo di negoziazione): - Piattaforme di negoziazione disciplinate dalla MiFID II (direttiva 2014/65/UE) e dal MiFIR (regolamento UE 600/2014) su cui avvengono negoziazioni fuori Borsa di titoli quotati e non quotati - Reso possibile dall’evoluzione delle infrastrutture tecnologiche 8 La classificazione dei mercati Criterio di classificazione Mercato Dimensione unitaria degli scambi Al dettaglio (retail): («taglio») - Ammontari di negoziazione modesti - es. MOT (mercato telematico al dettaglio delle obbligazioni, inclusi i titoli di stato italiani => importi delle transazioni modesti (1.000 euro e multipli) All’ingrosso (wholesale): - Il lotto minimo di negoziazione è notevole - es. MTS (mercato all’ingrosso dei titoli di stato italiani) => lotti minimi consistenti (2,5 milioni di euro e oltre) => sono ammessi alla negoziazioni esclusivamente operatori qualificati Criterio di classificazione Mercato Procedura di regolamento A contante (a pronti): - Regolamento del contratto (scambio dell’attività e pagamento del prezzo) contestuale alla stipula dell’accordo - Es. mercato azionario, mercato telematico dei titoli di stato A termine: - Regolamento differito rispetto alla conclusione del contratto - Es.: mercato dei derivati 9 La classificazione dei mercati Criterio di classificazione Mercato Struttura logistica Fisica: - incontro fisico grazie all’intervento di operatori specializzati Telematica: - interazione su base telematica - Vantaggio di operare contemporaneamente su diverse piazze e accesso da remoto - Gli ordini affluiscono su un circuito telematico che visualizza secondo certe regole i prezzi e i quantitativi di titoli oggetto di scambio Criterio di classificazione Mercato Dimensione geografica Nazionale (domestico): - Creazione e scambio tra residenti di contratti denominati in valuta nazionale Internazionale: - scambio di contratti denominati in valuta estera o nazionale tra controparti di cui almeno una sia non residente - Es.: EuroMTS (Mercato telematico per la contrattazione dei titoli di Stato dei principali Paesi della zona euro), mercato di cambi 10 La classificazione dei mercati In base ai bisogni soddisfatti: Mercato creditizio – erogazione di prestiti; strumenti finanziari con caratteristiche concordate tra datore e prenditore; non destinati alla circolazione sul mercato. Mercato mobiliare – emissione e successiva negoziazione degli strumenti finanziari; servizi di intermediazione mobiliare; consulenza ad emittenti e sottoscrittori. Mercato assicurativo – copertura dei rischi puri. Mercato dei servizi di pagamento – regolamento dei corrispettivi delle transazioni. 11 Gli intermediari che operano sui mercati IF che negoziano strumenti finanziari per conto terzi (sono mediatori puri specializzati nel servizio di ricerca della controparte) Remunerati da una commissione sul valore dell’ordine (in caso di conclusione dell’operazione) Broker Non assumono una propria posizione in titoli né rischi di mercato sul proprio bilancio, ma subiscono solo il generico rischio di impresa (cioè il rischio che i ricavi non riescano a coprire i costi operativi, in gran parte fissi e assicurare un margine di profitto) IF che negoziano strumenti finanziari in conto proprio Assumono una propria posizione in titoli e un rischio di posizione in bilancio Dealer Agiscono su sollecitazione degli investitori quando lo ritengono opportuno, ponendosi come loro controparte diretta e offrendo loro un servizio di liquidità immediata (scambio immediato e certo) Sono remunerati dal differenziale tra i prezzi d’acquisto e di vendita praticati (spread denaro-lettera) Sono dealer che hanno assunto un impegno formale a negoziare in via continuativa uno o più titoli per un certo periodo di tempo. Espongono con continuità quotazioni a cui sono disposti ad acquistare o vendere determinate quantità di attività Market – Prezzo denaro (bid ) = prezzo al quale il MM è disposto ad acquistare maker – Prezzo lettera (ask) = prezzo al quale il MM è disposto a vendere – Il differenziale viene detto bid-ask spread (differenziale denaro-lettera) e rappresenta il guadagno del MM, nonché una misura dell’efficienza di mercato E’ un elemento fluidificante del mercato poiché assume posizioni in proprio, in contropartita con gli investitori Forme organizzative e intermediari Con riferimento alla dei mercati (modalità degli scambi e ruolo svolto dagli intermediari finanziari), sono individuabili le seguenti forme: I soggetti ricercano la controparte accollandosi i relativi costi di transazione MKT a ricerca Il prezzo è imperfetto, scaturisce da una trattativa bilaterale, lo scambio non certo autonoma Scambi poco frequenti e di ridotta entità I soggetti delegano la ricerca della controparte al broker, cui riconoscono una commissione per il servizio MKT di broker Rischio di mancata esecuzione dell’ordine, prezzo non perfetto (scaturisce da una trattazione privata) Volumi ampi, scambi poco frequenti. Pregio: mercato che consente un’agevole individuazione delle controparti I soggetti negoziano avendo come controparte il dealer (detiene un proprio portafoglio titoli). E’ underwriter sul mercato primario. Fissano il prezzo denaro (bid) e lettera (ask) MKT di dealer Svolge una funzione di liquidità: lo scambio è immediato e certo. (mercati quote driven) Prezzo non perfetto (trattativa bilaterale tra dealer e controparte); la qualità migliora se i dealer sono in competizione tra loro. Negoziazioni regolari e frequenti (pronta esecuzione degli ordini e ridotta volatilità dei prezzi) MKT ad asta Forme organizzative e intermediari Gli ordini confluiscono sul mkt rendendo noti a tutti gli operatori le diverse combinazioni di quantità e MKT ad asta prezzo. La tecnica di negoziazione è pubblica e multilaterale (non più bilaterale e privata). Il rappresentante all’asta è un intermediario che negozia per conto terzi limitandosi ad annunciare le proposte dei clienti (lucra una commissione). Flusso abbondante e sistematico di ordini di taglio omogeneo Prezzo qualitativamente buono e teoricamente vicino a quello perfetto (processo di formazione order driven) Elimina i: Consente di individuare: - Costi di ricerca della controparte (tipici del - la controparte migliore mercato di broker - Il p migliore disponibile - Costi impliciti nei differenziali denaro-lettera tipici del mercato di dealer Diverse tecniche di canalizzazione degli ordini: - Asta a chiamata: transazioni solo durante la fase di chiamata. Si ottiene un unico prezzo per titolo (fixing) => è il p che massimizza il controvalore degli scambi e a cui vengono conclusi gli ordini compatibili. E’ un meccanismo che favorisce la liquidità perché si concentrano le negoziazioni su un titolo. - Asta continua: scambi in modo continuo per la durata di apertura del mercato. Si generano più prezzi, relativi alle diverse negoziazioni concluse. Il p comunicato a fine giornata dal gestore è la media ponderata dei p a cui sono avvenuti i singoli scambi Le alternative per il trading Privatizzazione dei mercati. Non più obbligo di concentrazione degli scambi. 3 diverse tipologie di sedi di negoziazione (mercati autorizzati): Mercato regolamentato Sistema multilaterale di negoziazione Sistema organizzato di negoziazione Dopo l’entrata in vigore della MiFID II (gennaio 2018). Non ha trovato diffusione nel sistema italiano. E’ gestito da intermediari autorizzati e può riguardare obbligazioni, strumenti strutturati, derivati Sede di esecuzione: Internalizzatore sistematico Quadro normativo: MiFID, MiFID II, MiFIR. 15 Le alternative per il trading sistema multilaterale autorizzato dall’autorità di vigilanza, gestito dal gestore del mercato, che funziona regolarmente secondo regole predefinite. Esso consente o MERCATO facilita l'incontro - al suo interno e in base a regole non discrezionali - di interessi REGOLAMENTATO multipli di acquisto e di vendita di terzi relativi a strumenti finanziari ammessi alla negoziazione conformemente alle sue regole o ai suoi sistemi. Es.: MTA, MOT, IDEM sistema multilaterale autorizzato dall’autorità di vigilanza, gestito dalla società di gestione del mercato/da banche o imprese di investimento, che funziona secondo le SISTEMA regole definite dagli organizzatori del mercato. Esso consente o facilita l'incontro - al MULTILATERALE suo interno e in base a regole non discrezionali - di interessi multipli di acquisto e di DI NEGOZIAZIONE (MTF) vendita aventi ad oggetto sia strumenti finanziari quotati che non quotati. In Italia, alcuni MTF sono gestiti da Borsa Italiana, altri da società indipendenti. piattaforma di negoziazione basata su sistemi bilaterali gestiti da imprese di INTERNALIZZATORE investimento (o banche), le quali in modo organizzato, frequente e sistematico SISTEMATICO effettuano negoziazioni per conto proprio eseguendo gli ordini della clientela al di fuori di mercati regolamentati o MTF (in sostanza, internalizzano gli ordini di compravendita della clientela eseguendoli in contropartita diretta) (dimensione dei diversi mercati nel 2023) Le alternative per il trading (Prima del 2021 si chiamava MTA) I mercati regolamentati (MR) possono essere gestiti solo da società di gestione del mercato. La gestione dei sistemi multilaterali di negoziazione è annoverata tra i servizi di investimento (disciplina degli intermediari, infatti possono essere gestiti da banche, imprese di investimento, gestore del MR). Focalizzazione sulla fase di negoziazione e non sulle fasi di quotazione e regolamento degli scambi (differenza con MR). Titoli quotati e non quotati. (società indipendenti) 17 Le alternative per il trading (dimensione dei diversi mercati nel 2023) L’internalizzatore sistematico è un sistema bilaterale di trading. E’ un’impresa di investimento o una banca che negozia in conto proprio eseguendo ordini del cliente nel rispetto di obblighi di trasparenza e lo fa in modo organizzato, al di fuori delle altre sedi di negoziazione (censiti nell’elenco ufficiale) 18 L’efficienza dei mercati E’ la capacità del SF di trasferire le risorse finanziarie (e i rischi) tra efficienza allocativa datori e prenditori di fondi in modo socialmente ottimale capacità (o allocativo-funzionale) di destinare le risorse finanziarie ai progetti di investimento più meritevoli dal punto di vista della combinazione rischio-rendimento. E’ la capacità del prezzo di un titolo di riflettere il suo valore efficienza valutativa fondamentale o valore intrinseco (valore attuale dei flussi di cassa attesi). Speculatori (acquisto titoli sottovalutati e vendita di quelli sopravvalutati) E’ la capacità del sistema dei prezzi di sintetizzare tutte le efficienza informativa informazioni disponibili in modo tempestivo e corretto. E’ la capacità del mercato finanziario di realizzare la funzione di efficienza tecnico- contenimento dei costi di transazione e di agevolare la conclusione operativa degli scambi finanziari (ampiezza, spessore, immediatezza, elasticità) Efficienza informativa Efficienza informativa: Eugene Fama, nel 1970, ha individuato tre diversi livelli di intensità di efficienza informativa in relazione alla capacità del sistema dei prezzi di sintetizzare le informazioni in modo tempestivo e corretto: efficienza debole: i prezzi incorporano soltanto informazioni di tipo storico (prive di utilità ai fini di fare previsioni); efficienza semi-forte: i prezzi sintetizzano tutte le informazioni pubbliche (i prezzi le incorporano già) le notizie di volta in volta divulgate non consentono di realizzare rendimenti maggiori di quelli di equilibrio; efficienza forte: i prezzi sono la risultante di tutte le informazioni disponibili, pubbliche o riservate. 20 Efficienza tecnico-operativa Efficienza tecnico-operativa = capacità di un mercato finanziario di realizzare la funzione di contenimento dei costi di transazione e, più in generale, di agevolare gli scambi finanziari. Viene misurata sulla base dei seguenti parametri: ampiezza, riferita alla presenza nel mercato finanziario di ordini di acquisto e vendita di importi elevati in corrispondenza dei diversi possibili livelli di prezzo; spessore, riferito alla presenza nel mercato finanziario di numerosi ordini sia di acquisto sia di vendita a prezzi tra loro vicini e vicini al prezzo corrente; immediatezza, riferita al tempo necessario per realizzare le transazioni; elasticità, cioè la capacità del prezzo di riflettere variazioni infinitesime delle quantità domandate e offerte. 21 Spessore e ampiezza dei mercati Ogni colonna riporta le quantità domandate per ogni prezzo L’offerta di titoli è pari a 300 e viene aggiudicata al miglior prezzo realizzabile in quel momento sul mercato Quantità domandate Prezzo di acquisto POCO AMPIO E POCO AMPIO MA AMPIO MA POCO AMPIO E SPESSO POCO SPESSO SPESSO SPESSO 5,00 100 100 500 500 4,99 100 150 500 500 4,97 0 50 0 700 4,96 0 150 0 900 4,95 0 50 0 1500 Offerta Offerta Offerta soddisfatta solo soddisfatta Offerta soddisfatta soddisfatta parzialmente (100 completamente totalmente al completamente al titoli a 5 euro, a prezzi prezzo di 5 euro prezzo di 5 euro 100 a 4,99 ) decrescenti Le teorie dell’intermediazione finanziaria Capitolo 5 Economia degli Intermediari Finanziari 1 Agenda Diversificazione e classificazione degli intermediari Canali diretti e canali indiretti di scambio finanziario Fattori di imperfezione degli scambi diretti e possibilità per gli intermediari di limitare i fattori di imperfezione degli scambi diretti Sostituibilità o complementarietà di mercati e intermediari? 2 Diversificazione e classificazione degli intermediari Intermediari finanziari: operatori specializzati professionalmente nella produzione e nello scambio di strumenti e servizi finanziari. 1. Svolgimento della funzione monetaria intermediari monetari (le banche) / non monetari (tutti gli altri) Lo svolgimento della funzione monetaria ha costituito, storicamente, un vantaggio competitivo per le banche; di fatto, ciò è venuto meno per effetto dell’autorizzazione anche ad altri intermediari di emettere mezzi di pagamento (es. IMEL). 2. Specificità istituzionale intermediari bancari / intermediari non bancari Tale distinzione trascura i processi di diversificazione degli intermediari ed è strettamente dipendente dalla definizione di banca e di attività bancaria. 3. Modalità di svolgimento dell’attività e finalità del controllo investitori delegati (es. banche) / imprese di investimento Il grado di estensione della delega può essere: quasi nullo (Sim nella consulenza a famiglie e imprese, agenzie di rating); medio (Sim e investitori istituzionali, che trasformano il rischio che continua a ricadere 3 interamente sul cliente); elevato (tipicamente la banca). Attività svolte e tipologia degli intermediari Fonte: Economia degli Intermediari Finanziari, Nadotti, Porzio, Previati, McGraw-Hill, 2017 4 Attività svolte e tipologia degli intermediari 5 Fonte: Banca d’Italia (Appendice alla Relazione annuale), 2024 Intermediari e orientamento del modello di economicità Fonte: Economia degli Intermediari Finanziari, Nadotti, Porzio, Previati, McGraw-Hill, 2017 6 Intermediari e rischi finanziari RISCHI FINANZIARI Rischio di credito: rischio che il debitore non sia in grado di adempiere ai suoi obblighi di pagamento di interessi e di rimborso del capitale. Rischio di controparte: rischio di inadempienza contrattuale della controparte, cioè rischio che questa non si attenga ai tempi e alle modalità previste dal contratto stipulato) Rischio di mercato: rischio relativo agli effetti imprevisti sul valore di mercato di attività e passività prodotti da variazioni dei tassi di interesse, dei tassi di cambio e da altri prezzi delle attività. Rischio monetario: rischio derivante dalla variazione del potere d’acquisto della moneta, Rischio di liquidità: rischio di non riuscire a far fronte ai propri impegni di pagamento quando essi giungono a scadenza ( Rischio operativo: rischio di perdite derivanti da fallimenti o inadeguatezza dei processi interni, delle risorse umane e dei sistemi tecnologici oppure derivanti da eventi esterni. Rischio legale: rischio di subire una perdita economica o di non ottenere un vantaggio a causa di una inadeguata gestione di aspetti legali che possono coinvolgere la propria attività o l'azienda nel suo complesso. Rischio reputazionale: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell'immagine dell'azienda da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza Rischio sistemico: rischio che l'insolvenza o il fallimento di uno o più intermediari determini generalizzati fenomeni d'insolvenza o fallimenti a catena di altri intermediari. 7 Perché esistono due canali di scambio? Potenzialmente il canale diretto è più efficiente, perché le unità in surplus e in deficit non devono sostenere il costo legato all’intervento dell’intermediario Esempio di scambio diretto A (datore di fondi) e B (prenditore di fondi) convengono un tasso del 5% per un prestito Esempio di scambio indiretto A (datore di fondi) presta alla banca X al tasso del 2% e la banca X con le somme raccolte presta a B (prenditore di fondi) al tasso dell’8% Con lo scambio indiretto A ottiene una remunerazione del capitale pari al 2% (invece del 5%) e B paga un costo per il capitale ottenuto in prestito dell’8% (invece del 5%) 8 Come avviene il trasferimento del potere di acquisto dalle unità in surplus a quelle in deficit? Canale diretto (mercati finanziari) Unità in 5% Unità in surplus deficit SF>0 SFI Intermediari S normativa primaria del settore assicurativo, fatta salva la normativa prevista dal codice civile (cc). L’oggetto sociale delle compagnie di assicurazione: - consiste nello svolgimento dell’attività assicurativa (art. 11 CAP); - può includere la riassicurazione (rassicurazione attiva vs riassicurazione passiva) => un’alternativa alla riassicurazione è la coassicurazione; - può includere l’esercizio dell’attività di capitalizzazione e di attività connesse o strumentali Si aggiunge la possibilità di costituzione e gestione delle forme di assistenza sanitaria e di previdenza integrative e, recentemente, l’esercizio del credito. 2 Gli intermediari assicurativi Le imprese di assicurazione sono specializzate nella copertura dei rischi puri. Rischio di insufficienza del risparmio: 2 principali modalità alternative di fronteggiare i rischi puri: - per quantità 1) Ricorso al risparmio individuale => RITENZIONE DEL RISCHIO - per tempo 2) Ricorso ai contratti assicurativi => TRASFERIMENTO DEL RISCHIO Art. 1882 cc: «L’assicurazione è il contratto con il quale l’assicuratore verso pagamento di un premio si obbliga a rivalere l’Assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana». Ramo danni e ramo vita (rami di attività) 3 I rami di attività RAMO DANNI Rischi che possono incidere sul patrimonio della clientela Hanno carattere indennitario: obiettivo di risarcire il danno subito dall’assicurato o da un terzo danneggiato (RC) La prestazione è aleatoria RAMO VITA Rischi inerenti la vita umana (es. morte o longevità) Funzione di protezione e di risparmio, ma anche di investimento Prestazione: Rendita o capitale Esempi di contratti vita: TCM, caso morte vita intera, caso vita, polizze miste () 4 I rami di attività RAMO DANNI (1/2) 1. Infortuni (compresi gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali): prestazioni forfettarie; indennità temporanee; forme miste; persone trasportate. 2. Malattia: prestazioni forfettarie; indennità temporanee; forme miste; persone trasportate. 3. Corpi di veicoli terrestri (esclusi quelli ferroviari): ogni danno subito da veicoli terrestri automotori; veicoli terrestri non automotori. 4. Corpi di veicoli ferroviari: ogni danno subito da veicoli ferroviari. 5. Corpi di veicoli aerei: ogni danno subito da veicoli aerei. 6. Corpi di veicoli marittimi, lacustri e fluviali: ogni danno subito da veicoli fluviali, veicoli lacustri, veicoli marittimi. 7. Merci trasportate (compresi merci, bagagli e ogni altro bene): ogni danno subito dalle merci trasportate o dai bagagli, indipendentemente dalla natura del mezzo di trasporto. 8. Incendio ed elementi naturali: ogni danno subito dai beni (diversi dai beni compresi nei rami 3, 4, 5, 6 e 7) causato da incendio, esplosione, tempesta. 9. Altri danni ai beni: ogni danno subito dai beni (diversi dai beni compresi nei rami 3, 4, 5, 6 e 7) causato dalla grandine o dal gelo, nonché da qualsiasi altro evento, quale il furto, diverso da quelli compresi al n. 8. (segue) 5 I rami di attività RAMO DANNI (2/2) 10. Responsabilità civile autoveicoli terrestri: ogni responsabilità risultante dall’uso di autoveicoli terrestri (compresa la responsabilità del vettore). 11. Responsabilità civile aeromobili: ogni responsabilità risultante dall’uso di veicoli aerei (compresa la responsabilità del vettore). 12. Responsabilità civile veicoli marittimi, lacustri e fluviali: ogni responsabilità risultante dall’uso di veicoli fluviali, lacustri e marittimi (compresa la responsabilità del vettore). 13. Responsabilità civile generale: ogni responsabilità diversa da quelle menzionate ai numeri 10, 11 e 12. 14. Credito: perdite patrimoniali derivanti da insolvenze, credito all’esportazione, vendita a rate, credito ipotecario, credito agricolo. 15. Cauzione: cauzione diretta, cauzione indiretta. 16. Perdite pecuniarie di vario genere: rischi relativi all’occupazione, insufficienza di entrate (generale), intemperie, perdite di utili, persistenza di spese generali, spese commerciali impreviste, perdita di valore venale, perdita di fitti o di redditi, perdite commerciali indirette diverse da quelle menzionate precedentemente, perdite pecuniarie non commerciali, altre perdite pecuniarie. 17. Tutela legale: tutela legale. 18. Assistenza: assistenza alle persone in situazioni di difficoltà. 6 I rami di attività RAMO DANNI Polizze rami danni Assicurazioni Assicurazioni Responsabilità di persone di cose civile Infortuni Malattie - Furto-incendio infortuni 7 I rami di attività RAMO VITA Ramo I – assicurazioni sulla durata della vita umana Ramo II – assicurazioni di nuzialità e natalità Ramo III – assicurazioni sulla vita connesse con fondi di investimento o indici (polizze unit e index linked) Ramo IV – assicurazioni malattia a lungo termine Ramo V – operazioni di capitalizzazione Ramo VI – gestione di fondi pensione. 8 Overview sul business assicurativo Ciclo produttivo invertito e caratterizzato da flussi in entrata e in uscita che possono interessare più esercizi amministrativi => ricavi certi e costi incerti Lunghezza dei processi assicurativi e di quelli di investimento-disinvestimento dei fondi Peso rilevante, tra le poste di bilancio, di valori risultanti da processi di stima Funzione e finalità delle imprese di assicurazione di garanzia patrimoniale per gli assicurati Ruolo delle imprese di assicurazione di intermediario finanziario ed investitore istituzionale (ampia attività d’investimento) 9 Overview sul business assicurativo L’attività di copertura ha luogo attraverso la collettivizzazione dei rischi => Risk pooling o mutualità assicurativa. Numero di assicurati elevato I rischi devono essere omogenei e indipendenti. Assicurato 1 Rischio Assicurato 2 Rischio Rischio Assicuratore Assicurato 3 ………… Rischio Assicurato n 10 Overview sul business assicurativo Avere rischi omogenei e indipendenti significa che solo una parte della collettività assicurata sarà colpita dall’evento negativo. Se solo alcuni fra gli assicurati saranno colpiti Legge dei grandi numeri: consente di sapere dall’evento, raccogliendo denaro da tutti è possibile in anticipo quanti soggetti saranno colpiti disporre delle somme necessarie per rifondere le dall’evento negativo a condizione che: i perdite: ognuno contribuisce per una parte, rischi siano omogenei e indipendenti e vi sia inferiore al valore dell’indennizzo un elevato numero di teste assicurate Attenzione: se l’assicurato non stipulasse la polizza, in caso di manifestazione del rischio dovrebbe fronteggiare da solo e per intero la perdita! 11 Il ciclo produttivo di una compagnia di assicurazione Margine di gestione finanziaria Gestione finanziaria Fase 1 Fase 3 Fase 2 Tariffazione+ Erogazione Vendita della Investimento dell’indennizzo/ copertura+ dei premi pagamento Incasso dei della somma premi (eventuale) Gestione tecnico- assicurativa Margine di gestione tecnica Margine di Margine di Margine + = gestione tecnico-assicurativa gestione patrimoniale- assicurativo finanziaria 12 La gestione caratteristica delle imprese di assicurazione Gestione caratteristica delle imprese di assicurazione (core business aziendale) Gestione Gestione tecnico-assicurativa finanziario-patrimoniale Probabilità di accadimento, Definizione delle ipotesi Definizione delle ipotesi entità delle prestazioni, finanziarie alla base del premio statistiche alla base del premio consistenza dei costi di gestione Attività di assunzione (con verifica della coerenza tra caratteristiche del Attività di gestione delle riserve rischio assicurato e ipotesi tecniche e del patrimonio libero statistiche) e costituzione del della compagnia (con verifica della portafoglio dei rischi puri (con una coerenza tra strategia di loro eventuale (parziale) cessione in investimento dei premi e ipotesi riassicurazione) finanziarie adottate) => gestione della tesoreria (flussi in entrata e uscita) ispezione sinistri, valutazione dei danni, liquidazione dei risarcimenti 13 Il bilancio assicurativo: lo SP (valore attuale degli impegni attesi verso gli (a copertura assicurati) delle riserve tecniche) Debiti della compagnie vs gli assicurati Danni: riserva premi (accantonamento per contratti in essere su cui i sinistri non si sono manifestati) e riserva sinistri (sinistri già verificatisi ma non ancora pagati) Vita: riserva matematica 14 Il bilancio assicurativo: il CE Intermediari orientati alla formazione di un margine assicurativo 15 Gli intermediari previdenziali Nel nostro Paese sono tipicamente i fondi pensione => FORME DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE Sono investitori istituzionali (ampia attività d’investimento) Si occupano di rischi puri IL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO Contributi previdenziali obbligatori, raccolti dagli istituti o enti di previdenza (INPS) 16 16 Gli intermediari previdenziali IL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO Riforma Fornero (1/01/2012), principali novità: - Armonizzazione del metodo contributivo (metodo contributivo pro rata) - Adeguamento requisiti di accesso alle pensioni alle variazioni della speranza di vita (innalzamento età pensionabile) Patto di solidarietà intergenerazionale Rischi legati all’andamento demografico: invecchiamento popolazione 17 Gli intermediari previdenziali Autorità di vigilanza: Covip IL SISTEMA PREVIDENZIALE ITALIANO D.lgs. 124/1993:istituisce i fondi pensione in Italia. D. lgs. 252/2005: riforma sistema previdenza complementare Trattamento fiscale favorevole! I PIP sono riservati alle sole compagnie di Fondi chiusi (o negoziali) assicurazione vita Fondi aperti e PIP (piani previdenziali individuali) 18 Gli intermediari previdenziali I fondi pensione Intermediari finanziari specializzati che investono i contributi volontari sui mercati finanziari Erogano una prestazione pensionistica complementare (fine previdenziale): rendita o capitale 3 categorie: 1) Fondi chiusi o negoziali Si differenziano tra loro per: 2) Fondi aperti - Fonti istitutive 3) Fondi preesistenti - Modalità di adesione previste dalla legge Sono investitori istituzionali e sono disciplinati dai propri Regolamenti Sono tipicamente multicomparto I fondi (contributi versati) sono depositati presso una banca depositante e vengono gestiti da soggetti abilitati (Banche, SGR, SIM, compagnie di assicurazione vita). I soggetti gestori possono istituire e gestire fondi aperti. Dal 2007 le posizioni possono essere alimentate anche dal TFR (silenzio-assenso) 19 REGOLAMENTAZIONE E VIGILANZA SUL SISTEMA FINANZIARIO Cap. 9 Economia del sistema finanziario La regolamentazione del sistema finanziario è chiamata a correggere le imperfezioni dei mercati (market failures). Essa costituisce un aspetto del più ampio tema del controllo pubblico dell’economia. Le motivazioni a favore della regolamentazione del sistema possono raggrupparsi intorno a 4 filoni analitici fondamentali: 1. la natura monetaria dei depositi bancari 2. le caratteristiche peculiari della concorrenza in campo finanziario 3. le esigenze di tutela dei risparmiatori (consapevoli vs inconsapevoli) 4. le esternalità negative connesse alla crisi di un IF Strumenti di Obiettivi Obiettivi operativi Obiettivi finali vigilanza intermedi Regolamentare Grado di o Strutturale Efficienza concorrenza o Prudenziale operativa o Trasparenza e correttezza Grado di rischio Efficienza Efficienza assunto allocativa Strumenti ex ante informativa Informativa Trasparenza e Tutela dei Stabilità macro e correttezza risparmiatori micro Ispettiva Controllo situazioni Gestione delle crisi Strumenti ex post Protettiva patologiche (singoli intermediari) (sistema finanziario nel suo complesso) Sono le leve di intervento manovrabili tempestivamente per perseguire gli obiettivi perseguiti ► STRUTTURALE Divieti, riserve di legge e autorizzazioni volti a governare la competizione nel comparto ► PRUDENZIALE Regole che stimolano gli IF a una gestione sana e prudente ► INFORMATIVA E DI FAIR PLAY REGULATION Regole di disclosure verso regulators, clienti, mercato ► ISPETTIVA Accertamenti in loco e verifiche sul campo ► PROTETTIVA Insieme di misure e presidi (rete di salvataggio) tese alla gestione delle crisi degli IF (logica risolutiva) Il campo di intervento dei regulators è costituito dalla struttura del mercato - Schema “S-C-P” (Struttura – Condotta – Performance) I provvedimenti disciplinano il livello di competizione nel comparto (numerosità degli IF, quote di mercato, condizioni di entrata e uscita, gamma di attività esercitabili, assetti proprietari) per gestire il presunto trade-off tra stabilità ed efficienza. Enfasi sulla stabilità Supervisor "regista del mercato“ Esempi: autorizzazioni all’entrata, controlli sull’assetto proprietario delle imprese finanziarie (requisiti azionisti), controlli sulle operazioni di fusione e acquisizione tra intermediari Fissazione delle regole del gioco (chiare, oggettive, neutrali, trasparenti) Inducono l’adozione di corretti principi di gestione e una limitazione dei rischi assunti dagli IF, garantendo il rispetto degli equilibri gestionali aziendali (condizioni di solvibilità e liquidità) Banca centrale “arbitro del mercato“ Esempi: regole di adeguatezza patrimoniale; regole di gestione dei rischi (di credito, di mercato, operativi, di concentrazione, di trasformazione delle scadenze, di liquidità; ecc.); Partecipazioni detenibili; organizzazione e controlli interni Contrasta le asimmetrie informative tra IF e 1) Autorità di vigilanza 2) clientela 3) mercato - Rispetto alle Autorità di vigilanza sono previsti flussi di comunicazione aventi carattere regolare (cosiddette “segnalazioni periodiche di vigilanza”) o episodico, al fine di approfondire uno o più aspetti. Sono forniti flussi informativi di ritorno Segnalazioni periodiche di vigilanza Matrice dei conti - Azioni di trasparenza (e di correttezza) verso la clientela volte a sanare la strutturale situazione di asimmetria informativa presente negli scambi finanziari Incide sui rapporti negoziali tra IF e clientela La banca deve operare nell’interesse proprio ma anche del cliente La banca deve essere trasparente verso il mercato Verifiche sul campo condotte dalle autorità direttamente presso l’IF E’ il naturale complemento della vigilanza quella informativa Le ispezioni possono essere ORDINARIE o STRAORDINARIE Le ispezioni possono avere natura generale o settoriale Si pone in ottica risolutiva: previene e gestisce gli episodi di crisi degli intermediari, tutelando il risparmiatore “non consapevole” e limitando le esternalità negative Disciplina europea per la gestione delle Misure preparatorie e preventive (predisposizione piani di risanamento e risoluzione) crisi bancarie: BRRD (direttiva Misure di intervento precoce (early intervention) 2014/59/EU) e DGSD(Deposit Guarantee Misure di gestione della crisi (liquidazione coatta amministrativa, resolution) Schemes - direttiva 2014/49/EU) Crisi reversibili: si cerca di evitare che situazioni di difficoltà transitoria possano degenerare in insolvenza Sistemi di early warning Credito di ultima istanza Amministrazione straordinaria (nei casi più gravi di violazioni normative, irregolarità gestionali o severe perdite patrimoniali) Crisi irreversibili: si cerca di evitare che il dissesto di un IF possa diffondersi su scala sistemica Liquidazione coatta amministrativa (no interesse pubblico alla prosecuzione operativa) Sistemi di garanzia In teoria, la struttura del sistema di vigilanza può essere disegnata secondo due modelli elementari di organizzazione: - quello accentrato, che prevede un’unica Autorità di vigilanza per l’intero mercato finanziario (“Single Regulator”) - quello decentrato, caratterizzato da una pluralità di Autorità di controllo, ciascuna con compiti specifici variamente articolabili: per soggetti (vigilanza istituzionale) per funzioni per finalità Il nuovo assetto pone rimedio alla mancanza di un efficace coordinamento a livello europeo emerso durante la recente crisi Si fonda su due nuovi organismi operativi dal 1º gennaio 2011: SISTEMA EUROPEO DI VIGILANZA FINANZIARIA ESA Avvio nel 2014 (EDIS => sistema di assicurazione dei depositi bancari dell’UE) Introduzione di un Il Single rulebook si fonda su 3 pilastri volti a rafforzare la resilienza del sistema bancario Single Supervisory Mechanism – SSM (Meccanismo Unico di Vigilanza Unico – MVU) Sistema centralizzato di supervisione delle banche che assegna alla Banca 4 novembre 2014 Centrale Europea la vigilanza bancaria diretta, al fine di garantire che le maggiori banche europee siano soggette a una vigilanza indipendente sulla base di norme comuni Single Resolution Mechanism – SRM (Meccanismo Unico di Risoluzione – MRU) 1 gennaio 2016 Autorità di risoluzione delle crisi a livello europeo e fondo unico di risoluzione, cui spetta la predisposizione di idonee misure nel caso di dissesto di una banca, per garantire che la situazione possa essere gestita in modo ordinato, a un costo minimo per i contribuenti ??? European Deposit Guarantee Scheme (E-DGS) Sistema di garanzia dei depositi accentrato a livello europeo La vigilanza bancaria Il Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU)è costituito dalla BCE e dalle Autorità di Vigilanza (AdV) nazionali Vengono conferiti alla BCE i poteri in materia di vigilanza prudenziale su tutte le banche dell’area dell’euro (“one tier system”). I Paesi non euro possono aderire su base volontaria al MVU Lo schema operativo prevede: la vigilanza diretta da parte della BCE, assistita dalle AdV nazionali, sui gruppi bancari più rilevanti (“more significant banks”) Ad oggi 113 banche sono vigilate direttamente dalla BCE (https://www.bankingsupervis ion.europa.eu/banking/list/ht ml/index.it.html) https://www.bankingsupervision.europa.eu/banking/l ist/criteria/html/index.it.html la vigilanza decentralizzata alle AdV nazionali sulle banche meno rilevanti (“less significant banks”), con potere di avocazione da parte della BCE Il Meccanismo di Risoluzione Unico (MRU) stabilisce regole armonizzate e una procedura uniforme per la prevenzione e gestione efficace delle crisi bancarie nell’Eurozona. E’ formato da: Comitato di Risoluzione Unico + autorità nazionali di risoluzione + Consiglio dell’UE + Commissione europea) Decide come gestire la risoluzione; controlla e gestisce il Fondo Unico di Risoluzione (finanziamento residuale della risoluzione) OBIETTIVI: gestire le crisi nell’eurozona in maniera accentrata, evitare rischio/contagio sistemico e il salvataggio pubblico delle banche impedire che le banche prosperino internazionalmente e muoiano localmente evitare che sia il tax payer a subire i costi delle crisi (dal bail-out al bail-in) FASI DEL PROCESSO: la BCE comunica al Comitato di risoluzione unico lo stato di dissesto di una banca il Comitato decide se intervenire adottando un programma di risoluzione o mettendo la banca in liquidazione il Comitato controlla che le autorità nazionali di risoluzione attuino il programma 4 STRUMENTI per condurre la banca fuori dallo stato contingente di crisi (resolution): (sale) (bridge bank) (di una parte o della totalità della banca in default. L’ente ponte ha il fine di garantire l’accesso ai depositi e l’operatività bancaria ordinaria per la successiva vendita al settore privato (quando la situazione si sarà (asset separation) stabilizzata) (trasferimento degli asset problematici a una società veicolo distinta per ripulire il bilancio e ricondurre la gestione bancaria alla normalità) (Estinzione o cancellazione di azioni, svalutazione o conversione del debito in capitale) => LA RISOLUZIONE E’ A CARICO DI SOGGETTI INTERNI ALLA BANCA (azionisti, creditori e correntisti non coperti dai sistemi di garanzia) Fondo Unico di Risoluzione Inizialmente si voleva creare uno schema comune di garanzia dei depositi funzionante a livello paneuropeo Si è ripiegato su una disciplina armonizzata del funzionamento dei sistemi nazionali di garanzia dei depositi (direttiva DGSD – Deposit Guarantee Schemes 2014/49) Protezione dei depositi fino a 100.000 EUR Funding ex ante e ex post Pay out period 7 giorni La vigilanza bancaria La legge, i protocolli di intesa, gli accordi di collaborazione e i contatti informali tra autorità assicurano il necessario scambio di informazioni e la cooperazione tra i diversi supervisori Authority Funzione solvibilità e liquidità degli intermediari stabilità dei prezzi per Implementa la politica monetaria in Italia, persegue la salvaguardare la Banca d’Italia finanziari (natura macrostabilità del sistema finanziario, la microstabilità delle fiduciaria dell’attività stabilità del sistema (1893) bancaria) (natura fiduciaria del banche, la trasparenza e correttezza degli intermediari creditizi denaro) Presidia l’organizzazione, il funzionamento e l’ammissione ai mercati mobiliari regolamentati; garantisce gli investitori Consob (1974) attraverso il perseguimento dell’efficienza e la trasparenza dei mercati; controlla l’attività di intermediazione mobiliare Garantisce la libertà di accesso al mercato e tutela i consumatori Agcm (1990) reprimendo i comportamenti (intese, posizioni dominanti, concentrazioni) che mettono a rischio la libertà di concorrenza Persegue la microstabilità dei fondi pensione e la Covip (1993) trasparenza/correttezza verso gli aderenti Persegue la stabilità, la trasparenza e correttezza dei Ivass (2012) comportamenti delle imprese assicurative Trasparenza e Destinatari / Finalità Microstabilità Concorrenza correttezza Banche BI CONSOB / BI ANTRITRUST (parere BI) SIM BI CONSOB ANTRITRUST Assicurazioni IVASS IVASS / CONSOB ANTRITRUST (parere IVASS) SGR e altri OICR BI CONSOB ANTRITRUST Fondi pensione COVIP COVIP / CONSOB ANTRITRUST Modello istituzionale ibrido accanto ad organismi cui è assegnato il perseguimento di una precisa finalità, ne esistono altri essenzialmente deputati al controllo di una determinata categoria di intermediari (IVASS controlli di varia natura per il comparto assicurativo; Covip controlli di varia natura sui fondi pensione) Tages Capital SGR Ottobre 2024 A specialist alternative asset manager www.tagescapitalsgr.com Cosa è una SGR? Le SGR sono società di diritto italiano autorizzate cui è riservata la prestazione del servizio di gestione collettiva del risparmio. Sono state formalmente istituite in Italia con il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998 n. 58 (“la società per azioni con sede legale e direzione generale in Italia autorizzata a prestare servizio di gestione collettiva del risparmio»). 2 CONFIDENTIAL Come si crea una SGR Art. 34 del TUF - Autorizzazione della società di gestione del risparmio Requisiti oggettivi: a) sia adottata la forma giuridica di società per azioni; b) la sede legale e la direzione generale siano situate nel territorio della Repubblica; c) il capitale sociale versato sia di ammontare non inferiore a 1 MLN di euro; d) i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo abbiano i requisiti di professionalità, indipendenza e onorabilità. e) i partecipanti al capitale abbiano i requisiti di onorabilità. f) la struttura del gruppo di cui è parte la società non sia tale da pregiudicare l’effettivo esercizio della vigilanza sulla società stessa e siano fornite almeno le informazioni richieste; g) venga presentato, unitamente all’atto costitutivo e allo statuto, un programma concernente l’attività iniziale nonché una relazione sulla struttura organizzativa; h) la denominazione sociale contenga le parole “società di gestione del risparmio”. 3 CONFIDENTIAL Come è organizzata? Internal Audit Consiglio di Amministrazione Collegio Sindacale OdV Compliance & Antiriciclaggio Risk Management e ESG Fz Valutazione DPO Direttore Generale ESG Sustainability Affari Legali Investimenti Investimenti Private ESG Sales & Marketing Operations ESG Infrastrutture Debt ESG Investimenti e ESG Pjt sviluppo internazionale Amministra- Segreteria/ Business IR & Client Segreteria zione e HR Office Development Support societaria Contabilità Management Project Acquisitions & Development & BO and NAV Payroll IT Calculation Next3 RFA Finance Asset Management Previnet Banca Depositaria Infrastrutture/Energie rinnovabili Credito Co.Ge. F2A 4 CONFIDENTIAL Cosa fa una SGR? MANDATI DI FONDI COMUNI FONDI PENSIONE GESTIONE Prodotti personalizzati Prodotti generalmente Prodotti previdenziali di norma per un solo standardizzati di secondo pilastro cliente ALTRI SERVIZI 5 CONFIDENTIAL Come funziona un fondo commune? 6 CONFIDENTIAL L’investitore Il RISPARMIATORE comprando una quota di un FCI acquisisce una frazione ideale del portafoglio di titoli che costituiscono il patrimonio del fondo. Con un impiego modesto di capitali ottiene i vantaggi delle diversificazione del rischio, e delega al gestore la scelta di come ripartire il risparmio tra le diverse asset class, la tempistica degli acquisti/vendite, la scelta dei titoli Le quote di partecipazione al fondo sono rappresentate da certificati (nominativi o al portatore) o da scritture effettuate su un apposito conto di gestione accentrata (nei fondi negoziati su mercati regolamentati) somma degli investimenti inseriti nell’attivo, calcolati a valori attuali, al netto di eventuali debiti Valore unitario della quota = Patrimonio netto del fondo (NAV) Numero di quote in circolazione Il rischio è sopportato direttamente dall’investitore. Di tanto aumenta (diminuisce) il valore dei titoli nel patrimonio del fondo, di tanto aumenta (diminuisce) il valore della singola quota che li rappresenta. 7 CONFIDENTIAL Il depositario e i collocatori DEPOSITARIO: ha un compito di controllo e di amministrazione. custodisce gli strumenti finanziari, i prodotti finanziari e le disponibilità liquide che fanno parte del fondo; vigila sull'effettiva esistenza di tali valori; accerta la legittimità e la correttezza delle operazioni di emissione e rimborso delle quote del fondo, il calcolo del loro valore e la destinazione dei proventi dei fondi esegue le istruzioni della SGR se non sono contrarie alla legge, al regolamento e alle prescrizioni degli organi di vigilanza. I COLLOCATORI delle quote di partecipazione al fondo sono le SGR, sportelli delle banche e i promotori finanziari (professionisti alle dipendenze delle banche o delle stesse SGR e che raggiungono i potenziali clienti). Oggi è possibile sottoscrivere le quote in modo diretto utilizzando servizi on line. 8 CONFIDENTIAL Come funziona un fondo comune? SGR provvede alla gestione del patrimonio fondo, il quale è autonomo e separato da quello della SGR stessa e dei singoli partecipanti. Agisce in forza di un mandato senza rappresentanza nell’esclusivo interesse dei partecipanti al fondo Strategica, ripartizione del patrimonio Scelta del momento migliore per Scelta dei titoli, all'interno fra diverse tipologie di asset class (azioni, l'acquisto o la vendita dei titoli, delle diverse aree di obbligazioni), aree geografiche (Italia, cercando di anticipare i cambiamenti investimento, da acquistare Area euro, America, Pacifico) e settori e di modificare il peso del portafoglio o vendere merceologici (chimico, finanziario, destinato ad un certo mercato, per tecnologico) sulla base dei rendimenti ridurlo prima della diminuzione dei attesi, del rischio e delle correlazioni tra prezzi ed aumentarlo le diverse asset class; prima della loro crescita. Tattica: si tratta di aggiustamenti di breve periodo, dettati da opportunità di 9 mercato; 9 CONFIDENTIAL Di che mercato stiamo parlando? A livello globale.. Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers Report 2022” Dati in trigliardi di $ 10 CONFIDENTIAL …e in Italia? +150 SGR autorizzate da €2.406 mld gestiti Banca d’Italia Le prime 3 per