Il Sistema Finanziario e l'Offerta di Servizi Finanziari PDF

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FAE Business School - Faculdade de Administração e Economia

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Questo documento descrive il sistema finanziario, i suoi concetti introduttivi, i mercati finanziari e gli intermediari finanziari. Il testo spiega il ruolo del sistema finanziario nel trasferimento delle risorse e fornisce informazioni sui flussi e sugli stock finanziari.

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CAPITOLO 1 IL SISTEMA FINANZIARIO E L’OFFERTA DI SERVIZI FINANZIARI I concetti introduttivi: il sistema reale e il sistema finanziario Il sistema economico è un insieme di soggetti, strumenti, attività e regole strettamente interrelati tra loro per la produzione, lo scambio e il consumo di beni e se...

CAPITOLO 1 IL SISTEMA FINANZIARIO E L’OFFERTA DI SERVIZI FINANZIARI I concetti introduttivi: il sistema reale e il sistema finanziario Il sistema economico è un insieme di soggetti, strumenti, attività e regole strettamente interrelati tra loro per la produzione, lo scambio e il consumo di beni e servizi nel tempo e nello spazio. Le principali categorie nelle quali tutti i soggetti vengono classificati sono: -Famiglie -Imprese -Autorità di governo politico ed economico -Pubblica amministrazione. All'interno del sistema economico, da un lato si scambiano beni, servizi e forza lavoro, dando luogo al circuito (o mercato o sistema) reale; dall'altro, in contropartita, si trasferisce la moneta o, in sua sostituzione, altri mezzi di pagamento o strumenti finanziari, la cui complessiva gestione da luogo al circuito finanziario. La struttura finanziaria dell'economia individua l'insieme dei circuiti diretti (mercati) e indiretti (intermediazione finanziaria) attraverso i quali avviene il trasferimento delle risorse connesse al sistema dei pagamenti e al finanziamento degli investimenti, in funzione delle preferenze e del comportamento degli agenti economici. Il sistema finanziario, ossia la "sovrastruttura finanziaria dell'economia", costituisce l'ambito attraverso il quale si svolge l'attività di intermediazione, cioè la produzione e l'offerta di mezzi di pagamento e di servizi e strumenti finanziari. Il processo di trasferimento delle risorse è necessario in quanto nel sistema economico si registra la contemporanea presenza di soggetti in avanzo finanziario (surplus) e in disavanzo finanziario (deficit). Per realizzare in modo efficiente il trasferimento di risorse, il sistema finanziario deve: -consentire ai datori di fondi lo smobilizzo degli strumenti finanziari acquistati anche prima della loro naturale scadenza; -svolgere un'attività di diversificazione e riduzione (trasformazione) del rischio a vantaggio dei datori di fondi; -elaborare e diffondere con continuità informazioni la cui disponibilità consenta una corretta gestione del rischio. I cicli economici I cicli economici rappresentano fluttuazioni che caratterizzano l'intero sistema. L'andamento del ciclo incide in misura non omogenea su comparti e settori produttivi, i quali sono definiti ciclici, anticiclici, prociclici. All'interno di un ciclo è possibile individuare: -una tendenza di fondo (trend) che coglie l'andamento di lungo periodo, generalmente con un andamento sinusoidale e frequenti inversioni; -una componente ciclica ("congiuntura") caratterizzata da frequenti oscillazioni dovute al susseguirsi di periodi di crescita e di flessione, il cui andamento è influenzato dal trend; -una componente stagionale che si sovrappone a quella ciclica e che deriva dall'applicazione sistematica di strumenti di misurazione non corretti per l'influenza di fattori esogeni; -una componente accidentale che individua movimenti imprevedibili, non ciclici e puramente occasionali, che influenzano fattori stagionali, ciclici e di trend. Sulla base di questa classificazione si delineano alcune fasi tipiche del ciclo: -Recessione: tecnicamente individuata quando vi sono due trimestri di crescita negativa; -Ripresa: breve fase (pochi mesi) durante la quale l'economia fa registrare una inversione di tendenza (dopo un rallentamento o recessione; -Espansione: fase di crescita inizialmente più lenta e poi con forte accelerazione; -Rallentamento: fase durante la quale la crescita della produzione decelera. depressione economica viene utilizzato per definire una situazione particolarmente grave, in cui il PIL di un Paese (Prodotto Interno Lordo) presenta un calo superiore al 10%. Questa condizione di solito dura più di un anno, riflettendosi su tutte le attività socioeconomiche. L'analisi temporale del ciclo consente di distinguerne e misurarne: -Ampiezza - Durata e Alternanza -Diffusione generalizzata -Ricorrenza delle alternanze -Profilo In un contesto fortemente globalizzato, è necessario considerare anche l'intersecarsi dei cicli caratteristici di ciascuna economia governata da scelte differenti di politica economica. La crescita degli scambi internazionali e l'apertura delle transazioni economiche e commerciali hanno progressivamente aumentato la sincronizzazione dei cicli, pur in presenza di maggiori oscillazioni congiunturali; nel passato, al contrario, ciascuna economia mostrava un andamento proprio, determinato da scelte individuali di politica economica e influenzato da variabili “esogene” riconoscibili in via generale nel saldo della bilancia dei pagamenti e, ancor prima, della sola bilancia commerciale. La politica economica deve essere in grado di selezionare gli strumenti più appropriati con riferimento agli obiettivi finali perseguiti, ma tenendo conto della dinamica di breve periodo, e quindi del ciclo. Schema di raccordo tra ciclo, condizioni e strumenti di politica economica. Perché esistono i mercati e gli intermediari finanziari? Il sistema finanziario ha lo scopo primario di rendere più efficiente il processo di trasferimento delle risorse tra le unità economiche; l'attività svolta da mercati e intermediari facilita la mobilità dei capitali poiché incide positivamente su: -disponibilità di informazioni -liquidità e negoziabilità degli strumenti -possibilità, per tutti gli operatori, di trovare la desiderata combinazione rischio/rendimento. Lo scambio finanziario può avvenire con modalità alternative: -scambio diretto e autonomo -scambio diretto e assistito -scambio indiretto. Nella teoria economica classica, nel presupposto della perfezione dei mercati, non si giustificano né la presenza né la convenienza dell'attività svolta dagli intermediari. L'inevitabile presenza di limiti e vincoli al trasferimento diretto ha, tuttavia, evidenziato progressivamente nel tempo la convenienza economica dell'intervento degli intermediari, la cui capacità di ridurre le imperfezioni dovrebbe consentire di accrescere in maniera rilevante qualità e dimensione degli scambi. La necessità di disporre di soggetti deputati da un lato alla raccolta del risparmio e dall'altro all'allocazione delle risorse finanziarie verso unità economiche meritevoli deriva, innanzitutto, dalla dissociazione tra risparmio e investimento. I bisogni soddisfatti e le scelte finanziarie degli operatori economici. Per comprendere la struttura e il funzionamento dei mercati finanziari, e del ruolo degli intermediari è necessario focalizzare l’attenzione sull’oggetto dello scambio (le risorse finanziarie) e sugli attori (od operatori economici) degli scambi (appartenenti ai diversi settori istituzionali tradizionalmente individuati in un sistema economico: famiglie, imprese non finanziarie, pubblica amministrazione, estero, istituzioni finanziarie). Si ricorda che le famiglie, da un lato, forniscono all’economia i fattori produttivi lavoro e capitale, dall’altro ricevono in contropartita salari, rendite e profitti (il reddito) che in parte utilizzano per acquistare beni e servizi dalle imprese (il consumo), in parte accumulano (il risparmio); le imprese, a loro volta, da un lato producono e vendono beni di consumo e servizi, dall’altro effettuano investimenti. FLUSSI In entrata: -ricavi da lavoro -Interessi e dividendi ottenuti in funzione dell'impiego del risparmio In uscita: -costi per l'acquisto di beni di consumo e servizi Differenza = Risparmio STOCK Fonti: -Patrimonio (P) -Indebitamento (PF) Impieghi: -Investimenti in attività reali (AR) Investimenti in attività finanziaria (AF) L'investimento in attività reali e finanziarie è reso possibile grazie al patrimonio detenuto e all'indebitamento effettuato AR(attività reali) + AF(attività finanziarie) = P (patrimonio) + PF(passività finanziarie). In termini di flussi, gli investimenti aggiuntivi in attività reali (I ) e la variazione delle attività finanziarie (DAF ) devono essere coperti dal risparmio aggiuntivo (S ) e dalla variazione dell’indebitamento aggiuntivo (DPF ): I + DAF = S + DPF L’espressione può essere così riscritta: SI = DAF DPF = SF (saldo finanziario) Se il risparmio generato (S ) è maggiore dell’investimento reale effettuato (I ), il residuo viene definito saldo finanziario, che in questo caso è positivo. Quindi, per ogni singola unità economica è possibile misurare il saldo finanziario (SI ) che, per effetto delle decisioni assunte, può essere positivo (S > I ), negativo (S < I ) o nullo (S = I ). Poiché la relazione tra i movimenti dei flussi reali e finanziari di un’unità economica deve anche considerare la possibilità di compiere disinvestimenti (vendite) delle attività reali o finanziarie o riduzioni (rimborsi) delle passività finanziarie, l’equazione del saldo finanziario si modifica e completa nel seguente modo: I + DAF + rimborsi (-DPF) = S + DPF + disinvestimenti (-DAF - DAR) Il saldo finanziario è espresso dal divario tra il risparmio e gli investimenti. Esso misura il surplus o il deficit di risorse finanziarie di un'unità economica Sf = S - I Se Sf > 0 significa che il soggetto risparmia più reddito rispetto agli investimenti che effettua (unità in surplus). Questo comporta un impiego (investimento) in attività finanziarie. Se Sf < 0 significa che gli investimenti superano il reddito prodotto (unità in deficit). Questo necessita un ricorso a passività finanziarie. In linea generale, gli operatori economici presentano le seguenti caratteristiche in termini di saldo finanziario aggregato: Famiglie -> Avanzo finanziario -> Possibilità di investire; Imprese -> Disavanzo finanziario -> Necessità di indebitamento; Pubblica Amministrazione -> Disavanzo finanziario; Estero -> dipende dai flussi derivanti da importazioni-esportazioni e dai movimenti dei capitali MODALITA’ DI TRASFERIMENTO DEI SALDI FINANZIARI Il trasferimento può avvenire con due differenti circuiti: -circuito diretto= i mercati -circuito indiretto= intermediari Il ruolo dell’alfabetizzazione finanziaria e dell’educazione finanziaria Di fronte a una realtà economica e finanziaria sempre più complessa e instabile, anche per effetto di ricorrenti e profonde crisi di origine diversa, le conoscenze in campo finanziario assumono un’importanza crescente per garantire capacità di adattamento e di risposta alle mutevoli situazioni. Nel mondo si sono sviluppate politiche pubbliche volte a garantire un'adeguata alfabetizzazione finanziaria, attraverso lo svolgimento e il coordinamento di iniziative di educazione finanziaria. Funzioni, struttura, componenti e orientamento del sistema finanziario Tradizionalmente, lo studio del sistema finanziario si fonda su due profili: -l'approccio funzionale, ossia l'analisi delle funzioni "assegnate" al sistema e delle modalità (efficacia ed efficienza) con cui vengono svolte; -l'approccio strutturale, ossia l'analisi dei suoi elementi costitutivi per valutarne, singolarmente e nel loro reciproco interagire, caratteristiche e logiche evolutive. Le tre funzioni svolte dal sistema finanziario sono: la funzione monetaria: gestisce il sistema dei pagamenti la funzione creditizia e di mobilizzazione del risparmio la funzione di trasmissione della politica monetaria ELEMENTI COSTITUTIVI DEL SISTEMA FINANZIARIO L’ordinamento delle attività finanziarie è l’insieme organico delle norme che disciplinano le attività e le istituzioni dell’intermediazione finanziaria in un dato contesto politico-amministrativo. L’intervento pubblico (autorità europee e Stati membri) si manifesta a livello legislativo, esecutivo, amministrativo. -Normativa primaria: ordinamento complessivo del sistema finanziario basato su norme comunitarie e statali -Normativa secondaria: ordinamento specifico del sistema finanziario, con finalità di vigilanza, attuato da organi espressamente previsti e delegati dalla legge. -Sistemi orientati alle banche: sistemi finanziari in cui le imprese finanziano i loro investimenti e le loro necessità a breve facendo ampio e prevalente ricorso al credito bancario -Sistemi orientati al mercato: sistemi finanziari in cui le imprese finanziano i mezzi propri e il debito esterno ricorrendo al mercato dei capitali (emettendo azioni e obbligazioni) -Sistemi orientati alla securitization: sistemi finanziari in cui le imprese si finanziano smobilizzando dall’attivo i crediti presenti e futuri ricorrendo alla loro trasformazione in titoli negoziabili. Transaction banking e relationship banking sono due modelli di business utilizzati dalle istituzioni finanziarie per offrire servizi ai propri clienti. Le differenze tra i due modelli sono le seguenti: Transaction banking: -Si concentra sulla fornitura di servizi di transazione, come bonifici, pagamenti, depositi e prelievi. -Si basa su soluzioni immediate e servizi "one-off". -Attrae i clienti potenziali offrendo tariffe competitive per il servizio richiesto. -Richiede meno tempo e risorse da parte degli istituti finanziari per servire un singolo cliente. Relationship banking: -Si concentra sulla costruzione di relazioni a lungo termine con i clienti. -Si basa sulla conoscenza delle esigenze finanziarie dei clienti e sulla fornitura di soluzioni personalizzate. -Si concentra sulla fidelizzazione dei clienti attraverso la fornitura di una vasta gamma di prodotti e servizi finanziari. -Richiede un maggiore investimento di tempo e risorse da parte degli istituti finanziari per servire un singolo cliente. In generale, le banche commerciali tendono ad adottare il modello di business del relationship banking, mentre le banche d'investimento e le società di gestione del patrimonio tendono ad adottare il modello di business del transaction banking. Tuttavia, molte istituzioni finanziarie offrono entrambi i modelli di business per soddisfare le esigenze dei propri clienti. I problemi di regolamentazione I problemi di regolamentazione e controllo sul sistema finanziario riguardano la necessità di garantire la stabilità, l'efficienza e la trasparenza del sistema finanziario, nonché la protezione degli investitori e la comprensione dei meccanismi di funzionamento dei mercati e degli intermediari finanziari. Tra i problemi vi sono: -Complessa architettura delle autorità di vigilanza a livello europeo (rischio di inaction bias:mancanza di azione o di intervento ). -Problema dell'accountability (la presenza di diverse autorità di regolamentazione e vigilanza può creare problemi di coordinamento e di conflitto di interessi, che possono compromettere l'efficacia dei controlli sul sistema finanziario). -Gestione delle crisi di singole istituzioni (soprattutto se di grandi dimensioni). Il fenomeno FinTech Il fenomeno FinTech è un recente sviluppo nel settore finanziario che combina finanza e tecnologia per offrire soluzioni innovative ai clienti. Le aziende FinTech cercano di trasformare l'industria finanziaria attraverso l'uso di soluzioni online o mobili per pagamenti, assicurazioni, trasferimenti, investimenti, strumenti di contabilità e credito, tra gli altri servizi.Le aziende FinTech stanno attirando l'attenzione degli investitori, ma devono ancora affrontare le sfide delle normative e dei quadri legali di ciascun paese, che spesso non supportano l'implementazione di nuovi modi di fare le cose. Le istituzioni finanziarie tradizionali possono essere riluttanti ad adottare soluzioni FinTech a causa della preoccupazione per la violazione della prevenzione delle frodi. Sostenibilità ed eticità dei processi di intermediazione Gli intermediari finanziari sostenibili sono quelli che cercano di integrare criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle loro attività di intermediazione finanziaria. Questi intermediari cercano di promuovere investimenti sostenibili e di ridurre l'impatto ambientale e sociale delle loro attività. La finanza etica, invece, si concentra sulla promozione di valori etici e sociali nella gestione dei servizi finanziari. Gli intermediari finanziari etici cercano di promuovere la giustizia sociale, la solidarietà e la responsabilità sociale delle imprese. La misurazione della sostenibilità è complessa ma è diventata pratica comune per molte organizzazioni e influisce sempre di più sulle scelte finanziarie. CAPITOLO 2 LE TEORIE DELL’INTERMEDIAZIONE FINANZIARIA I costi di transazione Gli intermediari sfruttano le economie di scala e di diversificazione per ridurre i costi, facilitando le compravendite di titoli e offrendo strumenti di investimento liquidi. Riducono anche I: -costi di informazione: I costi di informazione riguardano la ricerca e la valutazione delle controparti per lo scambio e la selezione delle migliori opportunità. Questi costi sono spesso impliciti e solo parzialmente oggetto di un prezzo esplicito. -costi operativi : includono la definizione delle clausole contrattuali, la preparazione della documentazione e l'effettuazione della transazione. Ci sono anche spese di trasporto sostenute dalle controparti per scambiarsi le informazioni necessarie. -costi di frazionamento: Nel contesto economico, il costo di frazionamento si riferisce ai costi associati alla suddivisione di un'attività o di una produzione in diverse parti o segmenti separati. I costi di frazionamento possono includere: costi di coordinamento, di comunicazione.. Esistono diverse tipologie di intermediari basate sulle diverse frazioni di costi che possono essere internalizzate da soggetti diversi. L'incertezza L’incertezza è un elemento presente in ogni rapporto di scambio e assume un ruolo significativo nei contratti finanziari. Gli intermediari finanziari si occupano di ridurre i rischi e risolvere le incompatibilità tra le parti coinvolte nelle transazioni, sfruttando la loro capacità di gestire e trasformare i rischi attraverso la funzione creditizia. Grazie alle economie di scala ottenute dalla gestione di un elevato numero di transazioni, gli intermediari sono in grado di affrontare diversi tipi di rischio in modo più efficiente rispetto agli operatori singoli. Questa capacità di gestire i rischi si applica sia ai fornitori di fondi che ai richiedenti di credito. Gli intermediari agiscono attraverso varie strategie, che vanno dalla semplice riduzione del rischio senza assunzione diretta (come i fondi comuni di investimento) all'acquisizione, trasformazione e assunzione residuale del rischio (come le banche e le compagnie di assicurazione). Gli intermediari sostituiscono il proprio grado di rischio a quello dei prenditori di fondi. Inoltre, l'incertezza può essere ridotta anche tramite la redistribuzione dei rischi tra le parti di un contratto di finanziamento, ad esempio utilizzando strumenti di copertura che trasferiscono parte dei rischi a soggetti terzi. Gli intermediari finanziari, come i fondi comuni di investimento, le banche e le compagnie di assicurazione, assumono diversi gradi di rischio e utilizzano strategie di diversificazione per rendere compatibili le preferenze dei creditori e dei debitori. Tuttavia, l'approccio basato sull'incertezza presenta alcune limitazioni, come la mancata considerazione di imperfezioni strutturali, normative, fiscali e di altri elementi che caratterizzano i sistemi finanziari, l'offerta di strumenti di pagamento, la prestazione di servizi di consulenza da parte di diversi operatori e l'esistenza di intermediari con funzione monetaria che minimizzano i costi, i tempi e i rischi del trasferimento dei saldi monetari. Le asimmetrie informative In un mercato con asimmetrie informative tra venditori e acquirenti, si verificano inefficienze nelle transazioni. L'esempio dell'automobile usata di Akerlof illustra come la mancanza di informazioni possa portare a una diminuzione della qualità media dei beni e al declino del mercato. Nel rapporto creditore-debitore, l'informazione limitata porta a una selezione inefficiente dei prenditori di fondi e a un tasso di interesse medio che non riflette la qualità. Queste asimmetrie informative possono portare al collasso degli scambi nel lungo termine.La presenza di asimmetrie informativa offre incentivi per delegare i controlli agli intermediari, riducendo la necessità di valutazioni ripetute e consentendo una maggiore riduzione delle asimmetrie informative. L'intermediario finanziario raccoglie informazioni sull'affidabilità dei clienti e le utilizza per valutare i progetti di finanziamento e stabilire un tasso di interesse appropriato. Vi sono diversi strumenti utilizzati per ridurre il gap informativo tra intermediari e investitori, come le informazioni fornite dalle Centrale dei Rischi, gli giudizi delle agenzie di rating, i documenti informativi e le analisi fornite dagli intermediari. Il ruolo di mercati e intermediari Il sistema finanziario contribuisce alla riduzione delle imperfezioni attraverso diverse modalità. Gli intermediari specializzati sono in grado di gestire diversi costi di transazione. Gli intermediari creditizi riducono l'incertezza tra creditore e debitore, mentre gli intermediari assicurativi offrono protezione. Gli intermediari svolgono un ruolo chiave nel ridurre le asimmetrie informative, selezionando controparti e strumenti di investimento e monitorando nel tempo. Questi diversi tipi di intermediari lavorano in modo complementare e non alternativo per ridurre le imperfezioni del sistema finanziario. Costi di agenzia La teoria del rapporto di agenzia è importante per comprendere l'intermediazione finanziaria. Questa teoria si basa sulla delega di compiti da parte di un soggetto (principal o mandante) a un gestore (agente o mandatario) che si presume svolga il compito in modo più efficiente, consentendo una specializzazione nella divisione del lavoro. La teoria del rapporto di agenzia spiega i conflitti di interesse nell'intermediazione finanziaria. Gli agenti possono agire contro gli interessi dei mandanti, generando costi di agenzia. Per mitigare questi costi, sono necessari incentivi e controlli per garantire un comportamento adeguato degli agenti. Ciò si applica sia ai rapporti tra azionisti e aziende, investitori e intermediari, che tra intermediari e debitori. I costi di agenzia includono i costi di controllo, l'assicurazione contro comportamenti scorretti e le perdite dovute a comportamenti non ottimali degli agenti. Questi costi si manifestano sia nei circuiti diretti, tra creditore e debitore, che nei processi di intermediazione, tra intermediario e mandante. Alcune soluzioni per ridurre i costi di agenzia includono tariffe più elevate per i prestiti a rischio e contratti flessibili. FinTech e le teorie dell’intermediazione L'innovazione tecnologica nel settore finanziario ha portato a una maggiore raccolta e utilizzo delle informazioni. Gli operatori FinTech possono elaborare grandi quantità di dati, compresi quelli non tradizionali, portando a un cambiamento del paradigma informativo. Questo permette di rispondere meglio alle esigenze dei consumatori, migliorare l'abbinamento delle controparti, aumentare la capacità di screening e migliorare l'efficienza operativa. Le innovazioni FinTech stanno trasformando il rapporto tra intermediario e cliente verso un modello digitale. Questo potrebbe portare alla disintermediazione delle banche tradizionali a favore dei nuovi attori e dei mercati specializzati. I criteri di classificazione degli intermediari Le diverse tipologie di intermediari finanziari sono analizzate attraverso una classificazione che considera criteri sovrapponibili. Un primo criterio di distinzione riguarda la funzione monetaria svolta dagli intermediari, che può essere monetaria o non monetaria. Tuttavia, con l'emergere degli Istituti di Moneta Elettronica questa distinzione ha perso parte del suo significato. Un'altra distinzione riguarda il grado di delega concesso dall'investitore all'intermediario. Nei servizi di supporto agli scambi diretti, la delega è quasi nulla, mentre nella gestione di patrimoni mobiliari e nella negoziazione in proprio, l'investitore delega un grado maggiore di autorità e decisione all'intermediario finanziario. Le banche, in particolare, attraverso la negoziazione in proprio, si assumono la parte residua del rischio, isolando il depositante dai rischi legati all'erogazione di finanziamenti. L'intermediazione creditizia si riferisce al circuito indiretto di scambio in cui gli intermediari assumono impegni verso i datori di fondi e posizioni di credito verso i prenditori di fondi. L'intermediazione mobiliare, invece, si riferisce al circuito diretto in cui gli intermediari forniscono servizi a coloro che richiedono fondi e a coloro che offrono fondi (azioni, obbligazioni, derivati e fondi comuni di investimento) L'intermediazione assicurativa riguarda l'assunzione di rischi definiti puri da parte delle compagnie di assicurazione, mentre le altre due forme di intermediazione si occupano principalmente di attività finanziarie. Negli anni Ottanta, l'innovazione, la diversificazione degli intermediari, lo sviluppo dei mercati mobiliari e la deregulation hanno ridefinito le aree di attività degli intermediari. La distinzione tra intermediari creditizi e mobiliari è venuta meno, consentendo alle banche di svolgere tutte le attività degli intermediari mobiliari. L'emissione di moneta non è più monopolio delle banche. Al giorno d’oggi, la separazione rimane solo per le attività assicurative e pensionistiche. CAPITOLO 3 I RISCHI E LA LORO GESTIONE Anche all’interno del sistema finanziario si è costantemente sottoposti a rischi e spesso si ricorre all’uso della probabilità. La disponibilità di informazioni riduce il rischio, esse sono necessarie sia al momento della selezione, cioè quando si valutano le caratteristiche tecniche dell’operazione, sia nella fase di monitoraggio. I mercati e gli intermediari devono ridurre l’asimmetria informativa tra il finanziatore e il finanziato, mediante l’utilizzo di forme contrattuali standardizzate, all’interno delle quali vengono definiti i diritti e doveri delle controparti. I rischi finanziari possono essere classificati in base alla loro natura e alle loro conseguenze. La distinzione principale riguarda i rischi sistemici e i rischi non sistematici. I rischi sistemici derivano da situazioni generali e dall'andamento delle variabili di mercato, indipendentemente dalla situazione specifica di un intermediario finanziario. Si riferisce ai rischi imposti da interconnessioni e interdipendenze in un sistema o mercato, in cui il fallimento di una singola entità o gruppo di entità può causare un fallimento a cascata, che potrebbe potenzialmente mandare in bancarotta o far crollare l'intero sistema o mercato. Nel contesto della vigilanza finanziaria europea, è stato istituito il Comitato europeo per il rischio sistemico (ESRB) responsabile della vigilanza macroprudenziale e dell'identificazione dei rischi per la stabilità del sistema finanziario europeo. I rischi non sistemici, invece, dipendono dalle peculiarità della gestione di ciascun intermediario e possono essere di natura operativa, di business, strategica o reputazionale. Il rischio puro Il concetto di "rischio puro" si riferisce al rischio intrinseco o fondamentale associato a un'attività o a un evento senza alcuna possibilità di ottenere un guadagno. Si tratta di un rischio che comporta solo la possibilità di subire perdite o danni senza alcuna potenziale ricompensa. Il rischio puro è spesso considerato in contrasto con il concetto di rischio speculativo, che implica sia la possibilità di guadagni che di perdite. Mentre nel rischio speculativo si assume un certo livello di incertezza nella speranza di ottenere profitti, nel rischio puro non ci sono prospettive di guadagno. Il concetto di rischio puro è spesso utilizzato nell'ambito dell'assicurazione e della gestione dei rischi, in cui l'obiettivo principale è quello di proteggersi dalle potenziali perdite o danni, senza la prospettiva di un guadagno diretto. Nella gestione del rischio puro, sono fondamentali due principi: Il principio della legge dei grandi numeri, Il principio della legge dei grandi numeri è un concetto fondamentale nella teoria delle probabilità e della statistica. Afferma che, all'aumentare del numero di prove o osservazioni indipendenti, la media dei risultati si avvicinerà sempre di più al valore atteso o alla probabilità teorica. Il principio della mutualità, che si basa sull'idea di mettere in comune i rischi tra un gruppo di soggetti che potenzialmente potrebbero essere colpiti dallo stesso rischio. Questo implica una contribuzione proporzionale al rischio e la copertura delle conseguenze negative dei rischi considerati. Per l'applicazione del principio della mutualità, i rischi assicurativi devono soddisfare alcune condizioni: Devono essere dispersi geograficamente, in modo che il collettivo di soggetti esposti al rischio sia abbastanza ampio e solo una frazione di essi subisca le conseguenze negative, evitando che gli effetti si verifichino tutti contemporaneamente. Devono essere omogenei qualitativamente, cioè le conseguenze del rischio devono derivare dalle stesse fonti e avere la stessa tipologia di manifestazione. Devono essere omogenei quantitativamente, il che significa che il rischio deve avere, in media, lo stesso impatto su tutti i soggetti colpiti. Il rischio finanziario Il rischio finanziario è di natura speculativa in quanto si manifesta attraverso l'oscillazione del valore di mercato di un titolo, di una posizione o di un portafoglio nel corso del tempo. Questo valore può aumentare o diminuire rispetto al valore iniziale, fino a raggiungere lo zero. Sebbene il termine "rischio" sia spesso associato a una connotazione negativa, in realtà un livello maggiore di rischio rappresenta sia una minaccia che un'opportunità e comporta l'incertezza dei risultati, con una maggiore probabilità di ottenere sia perdite elevate che guadagni elevati. Il rischio finanziario viene tipicamente misurato attraverso indicatori statistici di volatilità e distribuzione dei rendimenti intorno alla media. La relazione diretta tra rischio e rendimento dovrebbe essere confermata nel medio-lungo termine su tutti i mercati finanziari, anche se nel breve periodo possono verificarsi situazioni e andamenti diversi da quelli attesi, che sembrano premiare gli investimenti meno rischiosi. Poiché le persone hanno capacità diverse nel sopportare l'incertezza (tolleranza al rischio), la definizione degli obiettivi di rendimento deve tenere conto della propensione al rischio basata su fattori oggettivi e soggettivi. I fattori oggettivi includono le condizioni di investimento, come la situazione dei mercati, le tipologie delle asset class, la liquidità, ecc. Inoltre, devono essere considerati fattori misurabili legati alle condizioni dell'investitore, come la capacità di generare risparmio finanziario, la consistenza e la stabilità delle disponibilità patrimoniali, gli obiettivi dell'investimento e l'orizzonte temporale. I fattori soggettivi che possono influenzare la propensione al rischio includono le esperienze negative di investimento passate, il livello di cultura finanziaria, l'età e l'orizzonte temporale prescelto. La misurazione dell'incertezza associata alle previsioni dei rendimenti attesi (e quindi al rischio) può essere effettuata utilizzando la deviazione standard dei rendimenti storici. Questo indicatore consente di calcolare la media degli scostamenti dei rendimenti periodici rispetto al rendimento medio nel periodo considerato. Il rendimento e il rischio possono essere misurati sia ex ante, prima dell'effettuazione dell'investimento, utilizzando valori futuri ponderati per la probabilità di manifestazione, sia ex post, dopo il completamento dell'operazione, utilizzando i valori effettivamente verificatisi e il loro scostamento rispetto ai valori previsti inizialmente. Esistono diversi approcci e indicatori per misurare il rischio finanziario, compresi indicatori di rischio assoluto che misurano la variabilità complessiva, indicatori di rischio relativo che confrontano l'andamento con un elemento esterno di riferimento e indicatori di sensibilità che misurano la variabilità rispetto a un fattore di rischio specifico. La scelta degli indicatori dipende dalle caratteristiche dell'attività, del portafoglio o della posizione finanziaria considerata. I rischi di natura macro -Il rischio sistemico -rischio climatico che si riferisce all'impatto finanziario dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale sul sistema finanziario. Questo rischio può essere di natura fisica, legato agli eventi meteorologici estremi e ai mutamenti del clima, o di natura di transizione, derivante dall'aggiustamento verso un'economia più sostenibile dal punto di vista ambientale. Le autorità di vigilanza finanziaria, tra cui la BCE, hanno emesso orientamenti e raccomandazioni per la gestione dei rischi climatici e ambientali, al fine di promuovere decisioni di investimento consapevoli e di migliorare la resilienza del sistema finanziario di fronte a tali rischi. Rischi di natura micro Le "fonti" principali dei rischi di natura micro, possono essere principalmente esterne o interne. Le fonti esterne sono legate ai diversi rapporti che instaurano con le varie categorie di controparti: datori di fondi, mercati mobiliari, prenditori di fondi, autorità di regolamentazione e vigilanza. Le fonti interne, invece, derivano dalle scelte strategiche e gestionali che adottano e dalle modalità con cui svolgono l'attività. Queste decisioni riguardano la propensione al rischio, le scelte di finanziamento e investimento, l'organizzazione dei processi produttivi e le risorse umane coinvolte. A seconda della natura interna o esterna della fonte, si presentano rischi di diverse tipologie, prevalentemente finanziarie o non finanziarie. Rischio di provvista (funding risk) Analizzando le diverse tipologie di rischio, si può notare che il rischio di provvista, o di approvvigionamento, è legato alla capacità dell'intermediario di raccogliere continuativamente risorse finanziarie dalle diverse controparti. Queste risorse includono depositi dalla clientela al dettaglio, obbligazioni collocate sul mercato, depositi interbancari e capitale proprio dagli azionisti. È fondamentale garantire una quantità di risorse e prezzi (tassi di interesse) compatibili con gli obiettivi di crescita, le scelte di composizione dell'attivo e il rendimento degli investimenti. Rischi di controparte I rischi di controparte, che comprendono il rischio di credito, il rischio di regolamento e il rischio di concentrazione del portafoglio, sono invece legati ai rapporti che gli intermediari intrattengono con i soggetti finanziati. Questi rischi esprimono la possibilità di insolvenza o inadempienza delle controparti, nonché il deterioramento della loro qualità nel tempo (merito creditizio). Rischi di mercato I rischi di mercato identificano gli elementi di incertezza derivanti dalla molteplicità dei rapporti che gli intermediari hanno con i mercati mobiliari, attraverso la detenzione e la gestione degli strumenti negoziabili. Questi rischi riguardano l'effetto che la variabilità dei tassi di interesse, dei tassi di cambio e delle quotazioni degli strumenti negoziati sui mercati può avere sul valore atteso delle attività incluse nel trading book e sulle passività emesse come azioni e obbligazioni. Rischio di liquidità Il rischio di liquidità è correlato alla necessità dell'intermediario di gestire eventuali squilibri improvvisi tra entrate e uscite di denaro. In tali situazioni, potrebbe essere necessario effettuare operazioni di raccolta di risorse a condizioni economicamente svantaggiose (rischio di funding). Allo stesso tempo, potrebbe essere necessario liquidare attività facilmente negoziabili, come titoli, sostenendo eventuali perdite derivanti dalle fluttuazioni di prezzo sul mercato (rischio di mercato). Pertanto, le conseguenze di una temporanea mancanza di liquidità dipendono dall'interazione mutevole tra rischio di controparte, rischio di provvista e rischio di mercato. Rischio di regolamentazione Il rischio di regolamentazione riguarda gli effetti derivanti dall'introduzione di nuove norme che influenzano l'operatività degli intermediari (rischio legislativo) e dalle eventuali violazioni delle regole interne (rischio di compliance), che possono comportare azioni sanzionatorie da parte delle autorità di vigilanza. Rischi interni Infine, la categoria dei rischi interni comprende una vasta gamma di aspetti legati alla vita aziendale che possono avere un impatto negativo sui risultati economici. Le categorie di rischi interni si riferiscono ai rischi che sorgono all'interno di un'organizzazione stessa. Questi rischi sono generalmente controllabili e dipendono dalle azioni, dalle politiche e dalle operazioni dell'organizzazione stessa. Di seguito sono riportate alcune delle categorie comuni di rischi interni: Rischi operativi: I rischi operativi riguardano le attività operative quotidiane di un'organizzazione, inclusi errori umani, inefficienze dei processi, guasti tecnici, interruzioni delle forniture, frodi interne, problemi di sicurezza dei dati e interruzioni delle operazioni Rischi finanziari:riguardano la gestione delle finanze e delle risorse finanziarie di un'organizzazione. Ciò include rischi come la gestione del flusso di cassa, l'indebitamento eccessivo, l'incapacità di ottenere finanziamenti, l'esposizione al rischio di cambio valuta, l'instabilità dei mercati finanziari e la mancanza di controllo sulle spese. Questi rischi possono influire sulla solidità finanziaria e sulla capacità di crescita dell'organizzazione. Rischi di conformità: I rischi di conformità si riferiscono alla conformità legale, normativa e regolamentare. Le organizzazioni devono rispettare le leggi e i regolamenti applicabili nel loro settore, come norme fiscali, normative ambientali, leggi sul lavoro e norme sulla protezione dei dati. La mancata conformità può portare a multe, sanzioni legali, perdita di reputazione e conseguenze finanziarie. Rischi di governance: I rischi di governance riguardano l'adeguatezza delle strutture, dei processi decisionali e del controllo interno all'interno di un'organizzazione. Questi rischi includono problemi di leadership, conflitti di interesse, mancanza di trasparenza, cattiva gestione dei conflitti, decisioni scorrette e mancanza di responsabilità. La cattiva governance può influire negativamente sulla direzione strategica dell'organizzazione, sulla gestione dei rischi e sulla fiducia degli stakeholder. Rischi del personale: I rischi del personale si riferiscono alle questioni legate al personale di un'organizzazione, come la carenza di competenze, l'insoddisfazione dei dipendenti, l'alto turnover, il mancato rispetto delle politiche aziendali, le violazioni dell'etica lavorativa e le questioni di sicurezza sul lavoro. Questi rischi possono influire sulla produttività, sulla motivazione dei dipendenti e sulla cultura aziendale. Rischi di reputazione: I rischi di reputazione riguardano la percezione dell'organizzazione da parte del pubblico, dei clienti e degli stakeholder. Eventi negativi come scandali, controversie, cattiva qualità dei prodotti o servizi, comportamenti non etici o violazioni delle norme possono danneggiare la reputazione aziendale. Rischi esterni I rischi esterni si riferiscono ai fattori o agli eventi al di fuori dell'organizzazione che possono influenzare le operazioni, le prestazioni o la reputazione. Questi rischi sono al di là del controllo diretto dell'organizzazione stessa. Di seguito sono riportate alcune delle categorie comuni di rischi esterni: -Rischi di mercato: I rischi di mercato sono legati alle fluttuazioni dei mercati finanziari, come i cambiamenti nei tassi di interesse, i movimenti dei prezzi delle materie prime, le fluttuazioni dei tassi di cambio e le condizioni economiche globali. Questi rischi possono influire sulle entrate, sui costi, sulla redditività e sulla stabilità finanziaria dell'organizzazione. -Rischi concorrenziali: I rischi concorrenziali derivano dalle azioni e dalle strategie dei concorrenti dell'organizzazione. Questi rischi includono l'introduzione di nuovi concorrenti sul mercato, la competizione per il mercato e i clienti, l'innovazione tecnologica dei concorrenti e la pressione sui prezzi. Questi rischi possono influire sulla quota di mercato, sui ricavi e sulla sostenibilità dell'organizzazione. -Rischi normativi e legali: I rischi normativi e legali riguardano le leggi, le normative e i requisiti normativi che un'organizzazione deve rispettare nel suo settore o nella sua giurisdizione. Questi rischi includono cambiamenti normativi, nuove leggi o regolamenti, contenziosi legali, azioni legali dei clienti o dei fornitori e questioni di conformità. La mancata conformità può portare a multe, sanzioni legali e danni alla reputazione. -Rischi di natura ambientale: I rischi di natura ambientale riguardano gli impatti ambientali o le catastrofi naturali che possono influenzare l'organizzazione. Questi rischi includono cambiamenti climatici, inquinamento, deterioramento delle risorse naturali, eventi meteorologici estremi e disastri naturali. Possono avere un impatto significativo sulle operazioni, sulle infrastrutture, sulla reputazione e sulle responsabilità legali dell'organizzazione. -Rischi geopolitici: I rischi geopolitici si riferiscono a eventi o situazioni politiche, sociali o economiche in determinate regioni o paesi che possono influenzare l'organizzazione. Questi rischi includono instabilità politica, conflitti internazionali, terrorismo, sanzioni internazionali, cambiamenti nelle politiche commerciali o restrizioni commerciali. Possono influenzare l'accesso ai mercati, la catena di approvvigionamento, la reputazione e la sicurezza dell'organizzazione. -Rischi tecnologici: I rischi tecnologici riguardano le minacce o gli impatti derivanti da cambiamenti o problemi tecnologici. Questi rischi includono cyber-attacchi, violazioni della sicurezza informatica, malfunzionamenti dei sistemi tecnologici, cambiamenti tecnologici rapidi o obsoleti e dipendenza da fornitori tecnologici. La lettura del sistema dei rischi degli intermediari negli aggregati di bilancio Gli intermediari finanziari, come le banche, sono esposti a diversi tipi di rischio legati alla loro attività. Gli intermediari possono operare attraverso due modelli principali: l'intermediazione "leggera", che si concentra sulla produzione di servizi e gestione di fondi per conto terzi, e l'intermediazione "pesante", che coinvolge l'acquisizione di risorse tramite l'emissione di strumenti finanziari per effettuare investimenti per proprio conto. Gli intermediari finanziari possono combinare diverse attività e offrire una gamma diversificata di prodotti e servizi. Ad esempio, una banca può offrire servizi bancari, come conti correnti e pagamenti, e contemporaneamente raccogliere fondi attraverso depositi e fornire prestiti generando interessi. Le principali aree di rischio includono il rischio di interesse e credito associato alla concessione di finanziamenti e il rischio di prezzo legato all'attività di negoziazione di strumenti finanziari. Inoltre, le normative di vigilanza influenzano la gestione dei rischi e impongono vincoli e requisiti di adeguamento patrimoniale. Lo stato patrimoniale e il conto economico delle banche sono documenti importanti che riflettono la loro situazione finanziaria e l'andamento della gestione. Le voci principali in questi documenti forniscono informazioni sulle diverse aree di attività e esposizione al rischio degli intermediari finanziari. CAPITOLO 4 I CONTRATTI DELL’INTERMEDIAZIONE Gli strumenti finanziari consentono di soddisfare le esigenze di scambio delle risorse monetarie e di allocazione delle risorse finanziarie: - i bisogni di trasferimento nello spazio e nel tempo alimentano i circuiti diretti (mercati) attraverso la circolazione di primary securities (azioni e obbligazioni); - le esigenze di trasformazione dettate dall'assenza di coerenza tra le preferenze di datori e prenditori di fondi alimentano il circuito indiretto (intermediari) attraverso la formazione di secondary securities (depositi bancari e prestiti). Lo strumento finanziario è un contratto che prevede un lag temporale tra la prestazione (monetaria) del datore di fondi e la controprestazione (monetaria) del prenditore. CRITERI ECONOMICI DI CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI Finanza etica: al valore della ricchezza deve essere aggiunta anche la felicità: una persona è più ricca di un altra quando è più felice ed ha una maggiore qualità della vita. Distinguiamo la liquidità in: Liquidità naturale: grado di liquidità degli strumenti finanziari che dipende dai termini contrattuali che ne disciplinano la durata al momento dell'emissione o quella residua, le modalità di rimborso del capitale e le clausole relative al pagamento di interessi. Liquidità Artificiale: grado di liquidità degli strumenti finanziari che dipende dai comportamenti che i possessori possono adottare al fine di trasformarli in denaro contante prima della scadenza contrattualmente prevista. CRITERI GIURIDICI DI CLASSIFICAZIONE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI In base alla nuova disciplina, gli strumenti finanziari sono distinti in 3 macroclassi: 1. AZIONI: Rappresentano una quota di proprietà in una società per azioni e conferiscono ai detentori diritti di partecipazione agli utili, diritti di voto nelle assemblee degli azionisti e diritti residui in caso di liquidazione della società. 2. OBBLIGAZIONI: Sono titoli di debito emessi da un'entità (governativa o aziendale) al fine di ottenere finanziamenti. L'emittente si impegna a rimborsare il capitale prestato entro una data stabilita (scadenza) e a pagare interessi periodici (coupon) agli investitori. 3. ALTRI STRUMENTI FINANZIARI "SPECIALI” ELEMENTI DI CLASSIFICAZIONE DEI TITOLI AZIONARI ELEMENTI DI CLASSIFICAZIONE DEI TITOLI OBBLIGAZIONARI Mentre il termine "prodotto finanziario" si riferisce a una categoria generale di strumenti di investimento o veicoli finanziari, lo "strumento finanziario" indica uno specifico tipo di asset o contratto che rappresenta un diritto o un obbligo finanziario per l'investitore. Le ABS (Asset-Backed Securities) sono strumenti finanziari che vengono creati combinando diversi tipi di prestiti, come i prestiti per case o per auto. Questi prestiti vengono raggruppati insieme per formare un gruppo di prestiti chiamato "pool". Quindi, il pool di prestiti viene trasformato in titoli chiamati ABS. Quando acquisti un ABS, stai essenzialmente acquistando una piccola parte di questo gruppo di prestiti. In cambio, ricevi dei pagamenti regolari, come interessi e rimborsi del capitale, che sono generati dai pagamenti dei debitori dei prestiti inclusi nel pool. Gli ABS sono utilizzati per diversi motivi. Per esempio, permettono alle banche di ottenere liquidità immediata vendendo i prestiti invece di aspettare che i debitori li ripaghino. Inoltre, gli ABS permettono agli investitori di investire in un insieme di prestiti diversificati, riducendo così il rischio complessivo. Le ABS possono essere classificate in base al tipo di attività sottostante, ad esempio Mortgage-Backed Securities (MBS) per prestiti ipotecari o Collateralized Loan Obligations (CLO) per prestiti aziendali. Tuttavia, è importante capire che durante la crisi finanziaria del 2008, alcuni ABS legati a prestiti immobiliari rischiosi hanno subito perdite di valore significative. Ciò ha portato a una maggiore attenzione e regolamentazione per garantire che gli ABS siano trasparenti e basati su prestiti di qualità. I covered bond sono titoli emessi dalle banche che hanno una "doppia protezione" per gli investitori. In caso di insolvenza della banca emittente, gli investitori possono rivendicare sia gli attivi del pool che la garanzia generale della banca. Ciò li differenzia da altri strumenti finanziari, come gli ABS, in cui gli investitori dipendono esclusivamente dai flussi di cassa generati dagli attivi sottostanti. -Strumenti di capitale: Gli strumenti di capitale rappresentano la proprietà di un'azienda o di un'entità. Chi investe in questi strumenti diventa un azionista o un socio dell'azienda. Alcuni esempi comuni di strumenti di capitale sono le azioni ordinarie e le azioni privilegiate. Gli investitori che acquistano azioni di una società diventano proprietari e partecipano ai profitti e alle perdite dell'azienda. Inoltre, gli azionisti possono avere diritti di voto e partecipare alle decisioni chiave dell'azienda durante le assemblee degli azionisti. -Strumenti di debito: Gli strumenti di debito rappresentano un prestito che un'azienda o un'entità riceve da investitori o istituzioni finanziarie. L'azienda emette un titolo di debito, noto anche come obbligazione, e gli investitori che acquistano queste obbligazioni diventano creditori dell'azienda. L'azienda si impegna a restituire il capitale e a pagare gli interessi sul debito entro determinate scadenze. A differenza degli azionisti, i detentori di obbligazioni non partecipano alle decisioni aziendali e non hanno diritti di voto, ma ricevono pagamenti regolari di interessi durante la durata del prestito. Ci sono due approcci principali per il pricing degli strumenti finanziari: 1. Approccio basato sul processo di scambio: In questo approccio, il prezzo degli strumenti finanziari è determinato dal processo di scambio sul mercato. Si considerano le condizioni di efficienza tecnica e informativa del mercato, e gli operatori stabiliscono i valori di domanda e offerta. Attraverso la contrattazione, si raggiunge un prezzo di equilibrio che soddisfa entrambe le parti. 2. Approccio basato sui flussi di pagamento futuri: Questo approccio si concentra sulla valutazione degli strumenti finanziari indipendentemente dal processo di scambio. Si considera il prezzo come la somma dei flussi di pagamento futuri generati dall'investimento, scontati utilizzando un tasso di sconto. Questo approccio è spesso utilizzato per la rappresentazione contabile degli strumenti finanziari. Tuttavia, può essere limitato dall'assunzione di stabilità dei tassi di interesse nel tempo e dalla difficoltà di determinare i flussi di pagamento per strumenti finanziari caratterizzati da incertezza o variabilità. Il fair value rappresenta il valore teorico del titolo, che viene confrontato con la sua quotazione di mercato (valore effettivo). L'analisi ha, infatti, la finalità di valorizzare i titoli rispetto ai risultati economici e, di conseguenza, di verificare se la loro quotazione è sovrastimata (fair value minore del prezzo di mercato) o sottostimata (fair value maggiore prezzo di mercato). L'impairment test verifica che le attività in bilancio siano iscritte ad un valore non superiore a quello effettivamente recuperabile. La stima del valore recuperabile delle attività iscritte in bilancio è definita sul maggiore tra il valore d'uso (value in use) e il fair value meno i costi di vendita, come previsto dal principio contabile internazionale IAS 36. I rating sono utilizzati dagli investitori e dagli operatori di mercato come strumento di valutazione del rischio e di orientamento nella selezione degli investimenti. Gli investitori possono utilizzare i rating come indicatore della qualità del credito di un'entità o di un titolo e come base per prendere decisioni di investimento informate. Tuttavia, è importante considerare che i rating sono soggetti a revisioni e possono cambiare nel tempo in base alle condizioni economiche, finanziarie e al miglioramento o peggioramento della situazione dell'entità valutata. GLI STRUMENTI DI RACCOLTA DELLE BANCHE Gli strumenti di raccolta delle banche sono i mezzi attraverso i quali le banche ottengono finanziamenti per svolgere le proprie attività di prestito e investimento. Questi strumenti consentono alle banche di raccogliere fondi da parte dei depositanti e di altre fonti esterne, al fine di sostenere le loro operazioni e fornire prestiti e servizi finanziari. I principali strumenti di raccolta utilizzati dalle banche includono: Depositi, Prestiti interbancari, Obbligazioni emesse dalla banca, Prestiti da istituzioni finanziarie, Finanziamenti dalla banca centrale. Gli strumenti di raccolta delle banche si concentrano sulla raccolta di fondi attraverso la raccolta di depositi e l'emissione di titoli di debito, mentre GLI STRUMENTI DELL’INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA si riferiscono agli strumenti finanziari utilizzati dalle banche per concedere prestiti e finanziamenti a imprese e individui. I pronti contro termine La raccolta pronti contro termine (PCT) è un'attività svolta dalle banche e da altre istituzioni finanziarie in cui vengono raccolti fondi dai clienti attraverso l'emissione di contratti PCT. In sostanza, le banche offrono ai clienti la possibilità di depositare denaro per un determinato periodo di tempo a un tasso di interesse concordato. Durante il periodo di raccolta dei fondi, le banche utilizzano gli importi depositati per finanziare altre attività, come l'erogazione di prestiti o l'investimento in titoli. Le banche emettono quindi contratti PCT ai clienti, in cui si impegnano a restituire il capitale e pagare gli interessi concordati al momento della scadenza del contratto. La raccolta PCT può essere un'opzione interessante per i clienti che desiderano ottenere un rendimento sulle loro risorse finanziarie a breve termine. Offre loro una maggiore flessibilità rispetto ai tradizionali depositi a vista o a termine, in quanto possono depositare fondi per un periodo specifico e ricevere un rendimento più alto rispetto ai tassi di interesse standard. Per le banche, la raccolta PCT rappresenta un'opportunità di finanziamento e di generazione di entrate. Utilizzano i fondi raccolti per sostenere le loro attività di prestito e investimento, generando profitti dagli interessi che pagano ai clienti in cambio dei loro depositi. È importante notare che la raccolta PCT comporta rischi per entrambe le parti coinvolte. I clienti potrebbero non essere in grado di ritirare i loro fondi prima della scadenza del contratto o potrebbero subire una penalità per il recesso anticipato. Inoltre, le banche devono affrontare il rischio di credito nel caso in cui i prestiti o gli investimenti sostenuti con i fondi raccolti non vengano ripagati. Strumenti di finanziamento del capitale circolante In sintesi, il factoring è uno strumento finanziario mediante il quale le imprese possono ottenere anticipi di liquidità cedendo i propri crediti commerciali a una società specializzata, il factor, che si assume il rischio del credito e fornisce liquidità immediata all'impresa cedente.Nel factoring pro solvendo l'impresa cedente mantiene un certo grado di responsabilità e rischio di credito, mentre nel factoring pro soluto l'impresa cedente si libera completamente dalla responsabilità e dal rischio di insolvenza del debitore. Strumenti di finanziamento del capitale fisso La differenza principale tra leasing finanziario e leasing operativo riguarda l'intenzione di acquisto del bene. Nel leasing finanziario, l'impresa locataria ha l'intenzione di acquistare il bene alla fine del contratto, mentre nel leasing operativo, l'impresa locataria non ha tale intenzione e restituisce il bene al locatore alla fine del contratto. Il credito al consumo è una forma di finanziamento offerta dalle istituzioni finanziarie ai consumatori per consentire loro di acquistare beni o servizi e pagare in seguito, spesso a rate mensili. Questo tipo di credito è ampiamente utilizzato per l'acquisto di automobili, elettrodomestici, arredi, elettronica di consumo, vacanze e altre spese personali. 1. Stipula di un accordo tra il venditore del bene (per esempio, A produttore o il distributore di beni e/o servizi) e la società finanziatrice, volto a finanziare i clienti del venditore 2. Il consumatore procede all'acquisto del bene/servizio e richiede un finanziamento direttamente presso i locali del venditore 3.Il venditore trasferisce la richiesta di finanziamento e tutta la documentazione necessaria alla società finanziatrice per la valutazione del merito creditizio 4. in caso di accettazione della richiesta di finanziamento, la società finanziatrice eroga d finanziamento al venditore del bene/servizio 5. Il venditore del bene/servizio procede alla consegna del bene e/o all'erogazione del servizio acquistato dal consumatore 6. Il consumatore procede al pagamento periodico delle rate del finanziamento Nel credito al consumo non finalizzato, il consumatore ha più flessibilità nell'utilizzo dei fondi, mentre nel credito al consumo finalizzato, i fondi sono specificamente destinati all'acquisto di un bene o servizio specifico Gli strumenti di debito di mercato I titoli di debito (obbligazioni) sono strumenti finanziari emessi da soggetti in deficit finanziario per soddisfare il proprio fabbisogno di finanziamento e sottoscritti da soggetti in surplus finanziario che, impiegando il loro momentaneo potere di acquisto in eccesso, finanziano le esigenze di investimento dei soggetti in deficit, aspettandosi in cambio una remunerazione. ll soggetto in surplus finanziario, acquistando un titolo di debito, diviene creditore dell'emittente per l'importo nominale indicato sul titolo, maggiorato degli interessi che matureranno nel lasso di tempo che intercorre fra il momento di acquisto del titolo e la sua scadenza. -Titoli con cedola (coupon bond): pagano un interesse (la cedola), che comincia a maturare in corrispondenza delle cosiddette date di godimento e viene corrisposto a date di stacco (o di regolamento) periodiche -Titoli senza cedola (zero-coupon): non prevedono date di godimento degli interessi prima della scadenza; la remunerazione per il rischio sopportato è corrisposta alla data di scadenza ed è misurata dalla differenza tra il prezzo di acquisto del titolo e il suo valore di rimborso. BOT (Buoni Ordinari del Tesoro): titoli di debito privi di cedola emessi dallo Stato a breve termine CTZ (Certificati del Tesoro Zero Coupon): titoli di debito privi di cedola emessi dallo Stato a medio termine. CCT (Certificati di Credito del Tesoro): titoli di debito con cedole variabili emessi dallo Stato a medio-lungo termine BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): titoli di debito con cedole fisse emessi dallo Stato a lungo termine. L'emissione dei TITOLI DI STATO risponde all'esigenza di finanziare il debito pubblico e avviene mediante collocamento tramite aste alle quali possono partecipare solo intermediari autorizzati. Nel mercati secondari, questi titoli sono negoziati sul MOT (Mercato Obbligazionario Telematico) e, per quantitativi all'ingrosso, sull'MTS (Mercato Telematico dei titoli di Stato). OBBLIGAZIONE SOCIETARIE LE OBBLIGAZIONI BANCARIE Le Istruzioni della Banca d'Italia stabiliscono che: 1. il taglio minimo non deve essere inferiore a 10.000 euro; 2. è consentito un taglio minimo di 1.000 euro se l'emissione è pari o superiore a 150 milioni di euro e se la banca emittente presenta le seguenti caratteristiche: (a) un patrimonio di vigilanza almeno pari a 25 milioni di euro; (b) i bilanci degli ultimi tre esercizi in utile; (c) l'ultimo bilancio certificato. Le obbligazioni bancarie devono avere durata originaria minima pari ad almeno 36 mesi, ovvero inferiore a 36 mesi, purché la durata media non risulti inferiore a 24 mesi. Alle banche si applicano le norme previste dal Testo Unico della Finanza per l'appello al pubblico risparmio, che prevedono l'obbligo di redigere un prospetto informativo in caso di emissione di prestiti obbligazionari. Sono contemplati, tuttavia, alcuni casi di esenzione Gli strumenti di partecipazione I titoli azionari (o titoli di capitale) sono strumenti finanziari che rappresentano la partecipazione al capitale di una società; attribuiscono al possessore il diritto alla condivisione degli utili e dei rischi di un'impresa. Ogni azione rappresenta un 'uguale frazione del capitale sociale e tutte le azioni hanno un uguale valore nominale: valore nominale: porzione di capitale sociale corrispondente alla singola azione valore contabile: rapporto fra il numero di azioni in circolazione e il patrimonio netto valore di mercato (o prezzo) dell'azione: dato dall'incontro sul mercato fra l'offerta e la domanda del titolo Le azioni di risparmio: emesse solo dalle società quotate in mercati regolamentati italiani o di Paesi dell'UE; presentano privilegi di natura patrimoniale ma scontano un'assenza totale del diritto di voto. Le azioni privilegiate: garantiscono al possessore alcuni privilegi nella ripartizione degli utili e nella restituzione del capitale in caso di liquidazione della società, ma hanno una limitazione dei diritti amministrativi. - se il prezzo dell'azione sul mercato supera il suo valore intrinseco, l'azione è sopravvalutata, quindi il suo valore è destinato a scendere; - in caso contrario, l'azione è sottovalutata e si formeranno aspettative di apprezzamento del suo valore di mercato. E’ possibile confrontare il valore dell'azione di una azienda con quelle di imprese simili, mediante il calcolo dei cosiddetti "multipli": - price to earnings ratio (P/E): il prezzo dell'azione è rapportato all'utile unitario - price to book value ratio (P/BV): rapporta il prezzo dell'azione al valore contabile(PN/numero azioni); - price to sales ratio (P/S): il prezzo dell'azione è rapportato ai ricavi delle vendite Da che cosa dipende la volatilità dei prezzi? 1. Rischio specifico (o non sistematico): è eliminabile, nell'ambito di un portafoglio, mediante un'adeguata politica di diversificazione; 2. Rischio sistematico: non è eliminabile attraverso la diversificazione, perché interessa allo stesso modo tutti i titoli quotati nello stesso mercato o le imprese operanti nello stesso sistema di mercato e può dipendere da diversi fattori macroeconomici che non è possibile controllare. Limitandoci a valutare la rischiosità di un unico titolo azionario in portafoglio, l'indicatore che sintetizza la variabilità dei rendimenti è la deviazione standard (o) Gli strumenti derivati Gli strumenti derivati sono contratti a termine, il cui valore dipende (deriva) dall'andamento del prezzo di una o più attività sottostanti. Il sottostante di uno strumento derivato (anche definito underlying asset) può avere natura reale (commodity derivative), oppure avere natura finanziaria (financial derivative). II TUF propone una classificazione nelle seguenti macrocategorie in cui sono: 1. contratti a termine: (Forward): Sono accordi tra due parti per acquistare o vendere un'attività sottostante a un prezzo prefissato in una data futura. Questi contratti sono personalizzabili e non sono negoziati su mercati regolamentati. 2. contratti futures: I financial futures sono contratti a termine standardizzati, trattati sui mercati regolamentati, mediante i quali acquirente e venditore si impegnano a scambiarsi una determinata quantità di un certo strumento finanziario a un prezzo prefissato, con liquidazione differita a una data futura prestabilita. A differenza dei Forward, qui interviene un garante dell'operazione. L'unità garante è la cosiddetta CH (Clearing House) : istituzione dei mercati future e option che funge da diretta controparte nei contratti tra operatori, segue l’andamento dei prezzi e controlla la congruità dei margini. Poiché tutti gli acquisti e tutte le vendite sono fatti con la CH, essa consente di ridurre sensibilmente il rischio di credito nelle transazioni. La CH limita, mediante una selezione preventiva, i soggetti ammessi ad accedere alle negoziazioni, i quali sono chiamati a diventare soci della CH a versare un 'margine iniziale”. L’organismo analogo in Italia è rappresentato dalla Cassa di Compensazione e Garanzia. 3. contratti di opzione Con il contratto di opzione una parte si riserva la facoltà di effettuare un acquisto o una vendita a termine, in cambio del pagamento di un premio alla controparte. Colui che si riserva la facoltà di eseguire l'operazione è detto buyer. Il soggetto che incassa il premio e rimane vincolato alla decisione della controparte è detto writer. Le opzioni si distinguono in call e put: - un'opzione call conferisce al buyer la facoltà di acquistare a termine a un prezzo prefissato, detto strike price (o prezzo di esercizio); - un'opzione put, invece, conferisce al buyer la facoltà di vendere a termine a un prezzo prefissato detto anche in questo caso strike price (o prezzo di esercizio). L’opzione può essere negoziata sia sui mercati ufficiali sia su quelli OTC. A seconda delle tipologie contrattuali, inoltre, è possibile distinguere: - le opzioni europee : la facoltà di acquisto o di vendita può essere esercitata solo in determinati periodi di tempo; - le opzioni americane in cui l'esercizio del diritto può essere compiuto in qualsiasi momento fino alla scadenza 4. contratti swap sono strumenti finanziari derivati in cui due parti si accordano per scambiarsi flussi di cassa o rendimenti finanziari basati su un determinato sottostante. I contratti swap sono spesso utilizzati per gestire il rischio finanziario, speculare sui movimenti dei tassi di interesse o delle valute, o per ottenere determinati vantaggi finanziari. Ci sono diversi tipi di contratti swap, tra cui: 1. Swap di tasso di interesse: 2. Swap valutario I contratti swap sono negoziati privatamente tra le parti coinvolte e non su mercati regolamentati. Questo offre flessibilità e personalizzazione nella struttura e nelle condizioni del contratto. Tuttavia, comporta anche il rischio di controparte, poiché le parti dipendono dal rispetto degli obblighi contrattuali dell'altra parte. I fondi comuni d'investimento sono veicoli di investimento collettivo in cui i partecipanti (investitori) combinano le proprie risorse finanziarie per formare un pool di denaro gestito da una società di gestione del fondo. Questi fondi raccolgono denaro da diversi investitori al fine di investirlo in una varietà di strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, titoli di Stato, liquidità e altri asset finanziari. Le SICAV (Société d'Investissement à Capital Variable) sono una forma di veicolo d'investimento collettivo molto diffusa in diversi paesi, specialmente in Europa. Sono organizzazioni di investimento collettivo in valori mobiliari (OICVM) che offrono agli investitori la possibilità di partecipare a un portafoglio diversificato di strumenti finanziari. Gli ETF (Exchange-Traded Fund) sono fondi di investimento che replicano l'andamento di un indice di mercato specifico. Gli ETF sono diventati molto popolari tra gli investitori per diversi motivi, tra cui la facilità di negoziazione, la diversificazione, i costi relativamente bassi e la trasparenza. Offrono agli investitori la possibilità di partecipare a un'ampia gamma di mercati e settori con un unico strumento di investimento. Tuttavia, è importante considerare attentamente gli obiettivi di investimento, la performance storica e i costi associati agli ETF prima di prendere una decisione di investimento. Sindacati Le imprese di solito si avvalgono della collaborazione di più intermediari finanziari organizzati in sindacati di collocamento per raccogliere le adesioni degli investitori. I sindacati possono essere di puro collocamento (senza garanzie) o di collocamento e garanzia, che garantiscono il collocamento integrale dei titoli. La struttura dei sindacati può prevedere un capofila, manager e collocatori. Le emissioni di maggiori dimensioni richiedono la partecipazione di più sindacati, con un coordinatore globale che gestisce il coordinamento tra di essi. L'offerta può essere organizzata con una responsabilità individuale o solidale per l'accollo dell'invenduto. Merchant banking: Gli intermediari diventano partner delle imprese target attraverso la sottoscrizione di una partecipazione azionaria. L'obiettivo è valorizzare l'azienda e ottenere profitti elevati al momento del disinvestimento. Se l'investitore apporta anche esperienza professionale e competenze manageriali, si parla di private equity. Corporate finance: Gli intermediari offrono servizi di consulenza per ottimizzare le scelte finanziarie delle imprese in situazioni di crescita o ristrutturazione. Questa attività si concentra sulla consulenza strategica. Include l'assistenza nelle operazioni di fusioni e acquisizioni (M&A) e nella ristrutturazione aziendale, come la rinegoziazione del debito (debt restructuring) e la vendita di attività non strategiche (asset restructuring). CAPITOLO 5 IL SISTEMA E I SERVIZI DI PAGAMENTO Il sistema dei pagamenti è l'insieme di strumenti di pagamento, di standard tecnici, di infrastrutture tecniche, di norme e di sistemi di compensazione e regolamento fondi preposti alla circolazione della moneta tra diversi soggetti. Per eseguire i pagamenti si utilizza la moneta nella sua funzione di mezzo di scambio generalmente accettato all'interno del sistema economico e trasferibile a costi minimi. L'accettabilità può essere conseguenza di diversi fattori: valore intrinseco; legge dello Stato; convenzione tra le parti. Esistono diversi generi monetari: I servizi e gli strumenti di pagamento Servizi di pagamento documentali -Assegno bancario -Assegno circolare -Vaglia cambiario L'assegno bancario e l'assegno circolare sono entrambi emessi da banche, ma l'assegno bancario proviene da un conto specifico e richiede fondi disponibili sul conto, mentre l'assegno circolare è garantito dalla banca stessa. Il vaglia cambiario, d'altra parte, non richiede un conto bancario ed è emesso da una banca o un ufficio postale per trasferire denaro tra luoghi diversi. L’assegno bancario è protestabile, quello circolare no. Servizi di incasso avvisati -Addebiti diretti -Ricevute bancarie -Mav e Rav sono sistemi di pagamento che semplificano il processo di pagamento di bollette, tasse o altre spese verso enti pubblici (MAV) o privati (RAV) Consentono ai debitori di effettuare i pagamenti in modo più comodo e tracciabile, riducendo il rischio di errori o smarrimenti di denaro. -Bollettini di conto corrente Servizi digitali e automatizzati -Bonifici -Disposizioni di pagamento Carte di pagamento -Carta di debito Una carta di debito è collegata direttamente al conto corrente bancario o postale del titolare. Le transazioni effettuate con una carta di debito vengono addebitate direttamente sul saldo disponibile nel conto corrente associato. Il titolare può spendere solo fino all'importo disponibile sul conto, senza creare debiti o accedere al credito. -Carta di credito Una carta di credito è un tipo di carta di pagamento che permette al titolare di effettuare acquisti o prelievi utilizzando il credito concesso dalla società emittente della carta. Il titolare può spendere oltre al proprio saldo disponibile, fino a un limite di credito prestabilito. Ogni transazione effettuata con la carta di credito crea un debito che deve essere rimborsato successivamente, solitamente mensilmente. -Carta prepagata Una carta prepagata è un tipo di carta di pagamento che richiede al titolare di caricare anticipatamente i fondi sulla carta prima di poter effettuare transazioni. Il titolare può utilizzare solo l'importo disponibile caricato sulla carta e non può creare debiti o accedere al credito. Le carte prepagate possono essere ricaricabili o monouso. Mobile payments Gli anni più recenti sono stati caratterizzati da un'evoluzione e da un ampliamento delle possibilità attraverso le quali disporre un pagamento. In particolare, sono state introdotte tecnologie che consentono di far ricorso ad un dispositivo mobile (smartphone, smartwatch, tablet...) per disporre pagamenti digitali in mobilità. I device, dotati di tecnologia NFC (near fear communication), possono utilizzare attraverso apposite applicazioni carte di pagamento e fungono da portafogli virtuali (digital wallet). Tra i più diffusi vi sono Apple Pay, Samsung Pay, Google pay. Insieme ai pagamenti NFC si stanno sviluppando soluzioni alternative che sfruttano la geolocalizzazione e il qr code. II sistema dei pagamenti interbancario Target2 è un sistema di pagamento di proprietà dell'Eurosistema, che ne cura anche la gestione. E’ la principale piattaforma europea per il regolamento di pagamenti di importo rilevante; viene utilizzata sia dalle banche centrali sia dalle banche commerciali per trattare pagamenti in euro in tempo reale. Funzionamento: - La banca A e la banca B hanno entrambe un conto presso la banca centrale - Un pagamento in euro deve essere effettuato dalla banca A alla banca B - La banca A immette le istruzioni di pagamento in Target2 - Il pagamento è regolato mediante un addebito sul conto della banca A e un accredito su quello della banca B - Target2 trasferisce le informazioni sul pagamento alla banca B Produttori tradizionali: Banca Centrale, banche e poste Nuovi produttori: istituti di moneta elettronica (IMEL) e istituti di pagamento (IP) , oltre alle cosiddette «terze parti. CAPITOLO 6 I MERCATI Le funzioni dei mercati finanziari Il mercato finanziario è uno spazio in cui domanda e offerta di strumenti e servizi finanziari si incontrano per soddisfare gli obiettivi dei vari attori economici. Le principali funzioni del mercato finanziario sono: 1. Trasferimento delle risorse finanziarie. 2. Semplificazione degli scambi 3. Contenimento dei costi di transazione 4. Formazione dei prezzi 5. Informazione su strumenti e operatori finanziari 6. Trasferimento dei rischi L’efficienza dei mercati finanziari I mercati finanziari offrono diversi benefici che devono essere valutati in termini di efficienza economica. Le diverse funzioni dei mercati finanziari corrispondono a definizioni diverse di efficienza. Il trasferimento delle risorse finanziarie e dei rischi può avvenire in condizioni di efficienza allocativo-funzionale. La formazione dei prezzi e la produzione e diffusione di informazioni determinano l'efficienza informativa (debole, semi-forte e forte). Il contenimento dei costi di transazione e la semplificazione degli scambi realizzano l'efficienza tecnico-operativa e viene misurata in base a parametri come l'ampiezza, lo spessore, l'immediatezza e l'elasticità. efficienza debole, in cui i prezzi incorporano soltanto informazioni di tipo storico; efficienza semi forte, in cui i prezzi sintetizzano tutte le informazioni di dominio pubblico; efficienza forte, in cui i prezzi sono la risultante di tutte le informazioni disponibili, di tipo storico, prospettico, di dominio pubblico e private. L’ipotesi di efficienza forte rappresenta una condizione ideale cui i mercati dovrebbero tendere ma, di fatto, difficilmente perseguibile negli scambi, caratterizzati, come visto, da una distribuzione asimmetrica delle informazioni di varia natura tra le controparti. Se molte ricerche supportano l’ipotesi di efficienza dei mercati (soprattutto nella forma debole e semi-forte) in letteratura esistono tuttavia altrettanti studi i cui risultati sembrano invece mettere in dubbio l’ipotesi di efficienza dei mercati nelle sue varie forme. La presenza di anomalie, specie se persistenti, infatti, mina l’ipotesi di efficienza dei mercati, come vista fino ad ora. In letteratura, sono state identificate diverse forme di anomalie: le anomalie fondamentali, tecniche e di calendario. 1. Anomalie fondamentali: Le anomalie fondamentali si riferiscono alle discrepanze tra il valore fondamentale di un titolo (determinato da fattori come utili, flussi di cassa, fondamentali aziendali) e il suo prezzo di mercato. Queste anomalie possono verificarsi quando i prezzi dei titoli non riflettono pienamente le informazioni fondamentali. Alcuni esempi di anomalie fondamentali includono l'effetto value (titoli con valutazioni basse tendono a sovraperformare quelli con valutazioni alte) e l'effetto momentum (titoli con buone performance passate tendono ad avere anche buone performance future). 2. Anomalie tecniche: Le anomalie tecniche si basano sull'analisi dei modelli e dei dati storici dei prezzi per individuare opportunità di profitto. Queste anomalie si basano sull'idea che i prezzi dei titoli seguano determinati schemi o tendenze nel breve termine. Ad esempio, l'analisi tecnica si concentra sull'identificazione di modelli grafici, indicatori e altre caratteristiche dei prezzi al fine di prevedere le future direzioni dei prezzi e prendere decisioni di trading. 3. Anomalie di calendario: Le anomalie di calendario si riferiscono a modelli osservati nei rendimenti dei titoli in determinati periodi di tempo o eventi stagionali. Queste anomalie possono essere basate su fattori psicologici, comportamentali o regolamentari che influenzano i prezzi dei titoli. Ad esempio, l'effetto del mese di gennaio suggerisce che i rendimenti azionari tendono ad essere più alti nel mese di gennaio rispetto ad altri mesi. Altri esempi di anomalie di calendario includono l'effetto giorno della settimana (rendimenti diversi in base al giorno della settimana) e l'effetto festività (rendimenti diversi durante periodi di festività). La classificazione dei mercati I principali mercati finanziari sono: -mercato creditizio, gli intermediari specializzati raccolgono fondi e concedono prestiti per soddisfare le esigenze dei partecipanti. -mercato mobiliare, vengono negoziati strumenti finanziari come valori mobiliari, e gli intermediari facilitano l'emissione e la negoziazione di tali strumenti. -mercato assicurativo, gli operatori si coprono dai rischi trasferendoli a imprese di assicurazione attraverso polizze. -mercato dei servizi di pagamento, gli operatori regolano i pagamenti delle transazioni utilizzando strumenti e procedure dedicate. I mercati finanziari si differenziano anche per il grado di standardizzazione e personalizzazione dei contratti. I mercati creditizi e assicurativi sono basati sulla negoziazione diretta e sono più personalizzati, mentre il mercato mobiliare è di tipo aperto e fortemente standardizzato. Nel mercato dei servizi di pagamento, la standardizzazione dei prodotti facilita gli scambi tra le parti interessate. I mercati finanziari possono essere classificati anche in base al collegamento tra le unità che partecipano. Nel mercato mobiliare, il collegamento è diretto, mentre nel mercato creditizio, assicurativo e dei servizi di pagamento, avviene attraverso l'interposizione degli intermediari finanziari. Inoltre, i mercati mobiliari possono essere suddivisi in mercato primario e mercato secondario. Il mercato primario riguarda le operazioni di emissione di nuovi strumenti finanziari, mentre il mercato secondario comprende gli scambi di strumenti finanziari già in circolazione. Le forme organizzative dei mercati I mercati possono assumere diverse forme organizzative, tra cui: 1. Mercati a ricerca autonoma ( market maker) : In questo tipo di mercato, gli investitori indipendenti conducono ricerche e analisi per identificare opportunità di investimento e prendere decisioni di trading in modo autonomo. Gli investitori possono utilizzare risorse come notizie finanziarie, dati di mercato, analisi fondamentali e tecniche per formulare le proprie strategie di investimento. Questo tipo di mercato può essere associato a piattaforme di trading online o a servizi di consulenza finanziaria indipendenti. 2. Mercati di broker : In un mercato di broker, gli investitori si affidano a un intermediario, noto come broker, per eseguire le loro operazioni di compravendita. Il broker agisce come rappresentante dell'investitore e si occupa di eseguire gli ordini di acquisto o vendita dei titoli desiderati. Il broker può fornire consulenza sugli investimenti, eseguire le transazioni e fornire servizi di custodia dei titoli. Questo tipo di mercato può essere associato a società di brokeraggio o banche d'investimento che offrono servizi di intermediazione finanziaria. L'asta può essere utilizzata come un metodo di determinazione del prezzo per la negoziazione di determinati strumenti finanziari. 3. Mercati di dealer : un intermediario, noto come dealer, espone quotazioni a cui è disposto a comprare o vendere strumenti finanziari specifici secondo un meccanismo definito di market making. tale intermediario ricopre un ruolo chiave nella formazione dei prezzi degli strumenti..Quando l’intermediario ha l'obbligo di quotare in maniera continuativa e non discrezionale prezzi in acquisto e vendita per specifici strumenti finanziari, in modo da garantire la negoziabilità di determinati strumenti, il dealer prende il nome di market maker. La figura del market maker è quindi molto simile a quella del dealer in quanto entrambi i soggetti si impegnano a esporre proposte impegnative di acquisto e vendita su determinati titoli; tuttavia, mentre al dealer è consentito, in via del tutto discrezionale, di sospendere per un certo periodo l’esposizione delle proposte negoziali, il market maker non ha tale facoltà. Diversamente dal broker, il dealer opera nel mercato come controparte diretta dello scambio: dispone, infatti, di un portafoglio di proprietà che varia in funzione delle operazioni di acquisto e vendita condotte sul mercato. L’intermediario diffonde due tipologie di prezzo: il prezzo bid (o “prezzo denaro”) e il prezzo ask (o “prezzo lettera”). Il primo (prezzo bid) rappresenta il prezzo al quale l’intermediario è disposto ad acquistare lo strumento finanziario oggetto della negoziazione; il secondo (prezzo ask) è invece il prezzo al quale l’intermediario è disposto a vendere lo stesso strumento (ed è sempre più alto del prezzo bid). La differenza fra i due prezzi costituisce il c.d. bid-ask spread (o “forbice denaro-lettera”) e rappresenta la remunerazione per il dealer. L’ampiezza di questa differenza tende ad aumentare quando la volatilità dei prezzi degli strumenti negoziati è elevata, in ragione del maggior rischio a carico del dealer. Esistono, infine, mercati che combinano le caratteristiche delle due tipologie appena descritte e per questo sono definiti come “ibridi”. Le fasi di funzionamento dei mercati Gli scambi finanziari seguono una serie di fasi comuni che possono essere sintetizzate come segue: 1. Ammissione alla contrattazione: L'istituzione o l'organo di vigilanza preposto verifica le condizioni per l'ingresso di un emittente e degli strumenti finanziari nel mercato regolamentato. Le condizioni riguardano le caratteristiche dello strumento e dell'emittente. 2. Conferimento dell'ordine: Un soggetto economico conferisce a un intermediario abilitato l'incarico di eseguire un'operazione finanziaria, fornendo le istruzioni relative all'oggetto, alla quantità, al tempo e alle condizioni economiche dell'operazione. 3. Esecuzione dell'ordine: L'intermediario assume l'impegno di eseguire l'operazione secondo le istruzioni del cliente. Può avvenire un' esecuzione diretta sul mercato o un'instradamento dell'ordine a un altro intermediario per l'esecuzione. 4. Liquidazione: È la fase successiva all'esecuzione dell'operazione finanziaria, in cui vengono definiti gli obblighi delle controparti. Può avvenire attraverso la liquidazione lorda (ogni operazione è liquidata individualmente) o la liquidazione netta (viene calcolato un saldo tra le operazioni di acquisto e vendita). 5. Regolamento: È il momento dello scambio effettivo degli strumenti finanziari tra le controparti. Il regolamento può avvenire secondo il modello rolling settlement (le operazioni sono regolate entro un numero di giorni prestabilito) o account settlement (le transazioni relative a un periodo di tempo specifico sono regolate in una sola giornata). Il mercato monetario Il mercato monetario è un segmento del mercato finanziario in cui vengono negoziati strumenti finanziari a breve termine, di solito con scadenze di un anno o meno. Il suo obiettivo principale è facilitare la gestione delle riserve di liquidità degli operatori economici e garantire la stabilità finanziaria del sistema. a. Gli strumenti finanziari a breve termine sono negoziati tra banche, imprese, istituzioni finanziarie e governi, sotto la supervisione della banca centrale. Caratteristiche del mercato monetario: 1. Strumenti finanziari a breve termine 2. Liquidità e negoziabilità: Gli strumenti del mercato monetario sono altamente liquidi e negoziabili, consentendo agli operatori di convertire rapidamente gli investimenti in denaro liquido senza perdita significativa di valore. 3. Bassi rischi: Gli strumenti del mercato monetario sono generalmente considerati a basso rischio, poiché sono emessi da entità finanziariamente solide come governi, banche e società ben valutate. 4. Importi elevati: Le transazioni nel mercato monetario coinvolgono spesso importi elevati, poiché sono destinati a soddisfare le esigenze di liquidità delle grandi istituzioni finanziarie e degli investitori istituzionali. Il mercato dei titoli di Stato e delle obbligazioni corporate Il mercato obbligazionario riguarda la vendita e la negoziazione di titoli di debito emessi da vari enti, tra cui governi, agenzie locali, imprese e intermediari finanziari. I titoli emessi dai governi sono noti come titoli di Stato o Government bond, mentre quelli emessi da entità private sono chiamati corporate bond. In Italia, il mercato obbligazionario è caratterizzato dalla significativa presenza di emittenti del settore pubblico in termini di volume, regolarità e sistematicità delle emissioni rispetto ai emittenti privati. Il mercato obbligazionario può essere suddiviso tra mercato primario, che riguarda la vendita di nuovi titoli, e mercato secondario, che riguarda la negoziazione di titoli già emessi. Per i titoli di Stato nelle economie sviluppate, è comune utilizzare il meccanismo delle aste. Per i corporate bond, invece, l'emissione può avvenire attraverso modalità di collocamento private, coinvolgendo intermediari finanziari. Per quanto riguarda i titoli di Stato, è importante fare ulteriori distinzioni in base alla loro durata e caratteristiche, poiché il meccanismo delle aste può variare. In Italia, ad esempio, i BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), che sono titoli a breve termine, vengono emessi tramite asta competitiva ( gli investitori presentano offerte specificando sia la quantità desiderata di titoli che il prezzo che sono disposti a pagare. L'ente emittente successivamente valuta tutte le offerte ricevute e determina il prezzo di emissione sulla base dell'offerta che massimizza l'ammontare di titoli collocati. Gli investitori che hanno presentato offerte a un prezzo uguale o superiore al prezzo di emissione saranno assegnati dei titoli al prezzo determinato) , mentre gli altri titoli vengono collocati attraverso il meccanismo dell'asta marginale (la banca centrale o l'ente emittente stabilisce un prezzo di partenza e successivamente accetta tutte le offerte dei titoli al prezzo più alto possibile fino a quando l'importo desiderato di titoli viene collocato. In sostanza, il prezzo finale è determinato dall'offerta più alta accettata). Il mercato primario dei titoli di stato In Italia, i titoli di Stato possono essere collocati attraverso diverse modalità, tra cui l'asta pubblica, il collocamento sindacato tramite un consorzio di banche e le piattaforme di negoziazione elettroniche. Di solito, per le emissioni sul mercato interno italiano, si privilegia il metodo dell'asta pubblica. Il collocamento sindacato viene utilizzato principalmente per i nuovi strumenti di recente introduzione, come i Btp. Le aste di collocamento dei titoli di Stato in Italia sono gestite dalla Banca d'Italia, con la presenza di un funzionario del Ministero dell'Economia come garante della regolarità dell'asta. L'asta avviene attraverso mezzi telematici e solo gli intermediari finanziari autorizzati, come banche italiane, banche comunitarie, società di intermediazione mobiliare e imprese di investimento, possono partecipare. Gli investitori e le imprese possono acquistare i titoli pubblici solo nel mercato secondario, quindi devono rivolgersi a uno degli intermediari autorizzati. Gli intermediari, in base alle richieste dei loro clienti, presenteranno le proprie offerte e successivamente cederanno i titoli acquistati nel mercato primario. Esistono due modalità di emissione tramite asta: le aste competitive, utilizzate per i collocamenti dei BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), e le aste marginali, utilizzate per i titoli a medio e lungo termine come CTZ(Certificato del tesoro zero-coupon), BTP, CCTEU. Per comprendere meglio il meccanismo di formazione del prezzo e il suo ruolo informativo, è necessario analizzare separatamente le due modalità di emissione. Nell'asta competitiva, gli operatori presentano offerte di acquisto in termini di rendimento anziché di prezzo. Il prezzo di aggiudicazione corrisponde al prezzo calcolato a partire dal rendimento richiesto nella domanda. Le domande vengono soddisfatte a partire da quelle con il rendimento più basso e procedono in ordine crescente fino a esaurimento della quantità emessa. Attualmente, questo meccanismo viene utilizzato per il collocamento dei BOT. Al termine della procedura, si calcola un prezzo medio ponderato delle domande aggiudicatarie, che viene utilizzato come riferimento per le negoziazioni nel mercato secondario. Nell'asta marginale, le offerte dei partecipanti vengono ordinate in base al prezzo proposto, dall'offerta più alta a quella più bassa. I titoli vengono quindi allocati partendo dall'offerta più alta e scendendo fino a quando la quantità di titoli disponibili si esaurisce. Il prezzo determinato dall'offerta marginale rappresenta il prezzo al quale verranno venduti tutti i titoli assegnati nell'asta. Questo significa che tutti i partecipanti che hanno presentato offerte a un prezzo uguale o superiore a quello dell'offerta marginale otterranno i titoli al prezzo dell'offerta marginale. Il mercato primario dei titoli delle imprese Il collocamento dei titoli obbligazionari emessi da soggetti privati può essere suddiviso in tre tipologie: collocamento a fermo, collocamento a rubinetto e collocamento privato (private placement). Nel collocamento a fermo, l'emittente comunica tutte le caratteristiche dei titoli, compresa la quantità e il prezzo (e quindi anche il rendimento). Le domande degli investitori vengono raccolte in un breve periodo di tempo e vengono soddisfatte fino all'esaurimento della quantità offerta. Questa modalità può comportare rischi per l'emittente, come un'errata valutazione del prezzo e del rendimento, che potrebbero portare a una mancata raccolta dei fondi necessari o a un costo più alto del finanziamento. Nel collocamento a rubinetto, l'emittente comunica il prezzo e il rendimento dei titoli e si impegna a offrirli senza limiti di quantità. Le richieste degli investitori possono pervenire in un periodo di tempo solitamente più ampio e l'emittente è disponibile a soddisfare qualsiasi livello di domanda. In questo caso, i rischi per l'emittente riguardano principalmente la quantità del finanziamento, ma non la sua onerosità. Questo tipo di collocamento è tipicamente utilizzato per buoni postali e certificati di deposito bancari. Il collocamento privato, coinvolge uno o più intermediari finanziari che facilitano l'incontro tra domanda e offerta dei titoli obbligazionari emessi. Solitamente viene creato un consorzio di collocamento, guidato da una banca capofila, che si impegna a garantire la massima diffusione dei titoli emessi. A seconda delle fasi del processo e delle garanzie offerte dagli intermediari, i consorzi possono essere di tre tipi: Selling group: il consorzio aiuta nella diffusione dei titoli offrendo ai propri clienti e potenziali investitori l'opportunità di sottoscriverli. Underwriting group: il consorzio fornisce una garanzia di completa sottoscrizione. Gli intermediari si impegnano ad acquistare i titoli non collocati presso il pubblico, garantendo all'emittente la raccolta delle risorse finanziarie necessarie. Purchase group: il consorzio acquista preventivamente i titoli dall'emittente e si impegna a collocarli presso il pubblico in un secondo momento. In questo caso, il consorzio assume completamente il rischio dell'operazione, beneficiando della differenza tra il prezzo pagato all'emittente e il prezzo di collocamento. L'emittente ha la certezza del collocamento e può utilizzare i finanziamenti immediatamente senza dover attendere le procedure di collocamento. Queste diverse modalità di collocamento consentono agli emittenti privati di raccogliere fondi in modo efficace e adatto alle loro esigenze, tenendo conto dei rischi e delle opportunità legate a ciascuna opzione. Il mercato secondario dei titoli obbligazionari Una volta emessi, i titoli obbligazionari possono essere scambiati nei mercati secondari, che possono essere sia over the counter che regolamentati. In Italia, il mercato obbligazionario regolamentato è il Mercato Telematico delle Obbligazioni (MOT), gestito da Borsa Italiana. Il MOT è diviso in due segmenti: il DomesticMOT e l'EuroMOT. La presenza di specialisti, intermediari finanziari che supportano le negoziazioni, contribuisce alla liquidità di mercato. L'Italia è uno dei paesi con un debito pubblico più elevato al mondo. La presenza di numerose emissioni di obbligazioni di varie tipologie consente di soddisfare le preferenze degli investitori in termini di durata, flussi di cedola e orizzonte temporale. La regolarità delle emissioni e la quantità significativa di titoli garantiscono liquidità sul mercato per tutte le scadenze desiderate. Il mercato secondario dei titoli di Stato italiani è il terzo più grande al mondo per dimensioni e volume di scambi. È importante sottolineare che una parte significativa delle transazioni avviene attraverso il cosiddetto "mercato di sportello", ossia al di fuori dei mercati regolamentati, negli uffici delle filiali bancarie. Questo metodo di negoziazione caratterizza principalmente la circolazione delle obbligazioni bancarie. Il mercato dei titoli azionari Il mercato azionario può essere suddiviso in tre categorie: il mercato delle Initial Public Offerings (IPO), il mercato primario e il mercato secondario. In Italia, Borsa Italiana SpA gestisce il mercato dei titoli azionari, che è stato ampliato nel corso degli anni diventando un gruppo complesso attivo nei mercati finanziari. I principali circuiti di negoziazione azionari gestiti da Borsa Italiana SpA sono: Euronext Milan EXM (negozia titoli di società di media e grande capitalizzazione che desiderano attrarre risorse per finanziare il proprio business) e Euronext Growth Milan EGM (è dedicato alle piccole e medie imprese italiane e offre un processo semplificato di quotazione rispetto al mercato principale EXM). In entrambi i mercati, sono presenti requisiti specifici che le società devono soddisfare per essere ammesse alla quotazione. La capitalizzazione della società, il flottante delle azioni e la libera trasferibilità dei titoli sono alcuni dei criteri considerati. Il prezzo delle azioni è influenzato dalla domanda e dall'offerta sul mercato, che dipendono dalle decisioni degli investitori basate sulle informazioni disponibili. L'accesso ai mercati finanziari è reso possibile attraverso intermediari finanziari e piattaforme di trading, ma è necessario un ulteriore sforzo per aumentare le azioni di alfabetizzazione finanziaria al fine di garantire una corretta comprensione dei rischi da parte degli investitori. Gli indici di mercato: la serie FTSE Italia Gli investitori nei mercati finanziari utilizzano gli indici di riferimento per confrontare i prezzi attuali con quelli passati e valutare l'andamento del mercato nel tempo. Tra i principali indici si trovano il Dow Jones Industrial Average (DJIA) negli Stati Uniti e il FTSE MIB in Italia. Il DJIA comprende le 30 società più grandi quotate negli USA. Il FTSE MIB rappresenta le 40 società più rappresentative della Borsa di Milano, coprendo circa l'80% della capitalizzazione totale. Le società sono selezionate in base a diverse variabili come la capitalizzazione, il settore, la liquidità e la solidità finanziaria. Il mercato degli strumenti derivati I derivati vengono scambiati sia nei mercati regolamentati che in quelli non regolamentati (OTC). I mercati OTC offrono un elevato grado di personalizzazione per soddisfare le esigenze degli operatori, mentre per i derivati sulle commodity i mercati regolamentati sono ancora importanti per l'alto contenuto informativo dei prezzi che si formano in essi. L'evoluzione dei mercati regolamentati di derivati è avvenuta parallelamente a quella dei mercati azionari. Le strategie con i derivati Gli strumenti derivati sono utilizzati per scopi di speculazione e copertura. La speculazione consente ai trader di trarre vantaggio dall'effetto leva finanziaria e dalla velocità di negoziazione, grazie alla possibilità di negoziare a margine. I derivati offrono la possibilità di formulare previsioni e assumere posizioni su una vasta gamma di sottostanti. Ciò permette agli investitori di trarre profitto da movimenti di prezzo favorevoli o sfavorevoli. Le operazioni di copertura, invece, vengono utilizzate per mitigare il rischio associato ad altri investimenti. Ad esempio, un investitore può aprire una posizione corta su un contratto futures se prevede una diminuzione del valore dell'indice FTSE MIB. Le operazioni di copertura bilanciano le perdite registrate su un investimento originale con i profitti ottenuti dalle posizioni di c

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