Lezione 3: Dalla Guerra di Movimento alla Guerra di Posizione PDF

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Questa lezione descrive il passaggio dalla guerra di movimento alla guerra di posizione durante la Prima Guerra Mondiale. Si analizzano le motivazioni dell'entusiasmo iniziale per la guerra e la successiva delusione dovuta alla trasformazione del conflitto.

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# MODULO 1 UNITÀ 4 ## LEZIONE 3 DALLA GUERRA DI MOVIMENTO ALLA GUERRA DI POSIZIONE ### L'Europa viene travolta dall’entusiasmo per la guerra In tutti i Paesi coinvolti, l’inizio delle ostilità fu accolto con enorme entusiasmo. A Londra, Parigi, Vienna e Berlino la gente scese in strada a festeggi...

# MODULO 1 UNITÀ 4 ## LEZIONE 3 DALLA GUERRA DI MOVIMENTO ALLA GUERRA DI POSIZIONE ### L'Europa viene travolta dall’entusiasmo per la guerra In tutti i Paesi coinvolti, l’inizio delle ostilità fu accolto con enorme entusiasmo. A Londra, Parigi, Vienna e Berlino la gente scese in strada a festeggiare, in un’ondata di nazionalismo che coinvolse tutte le classi sociali. Quando nei vari Parlamenti si trattò di approvare il finanziamento delle spese di guerra, persino i partiti socialisti votarono a favore, anche se in passato si erano sempre opposti al militarismo e al nazionalismo. Moltissimi giovani si presentarono come volontari per partire per il fronte. A spingerli, oltre al senso del dovere nei confronti della propria patria, era anche un’idea romantica della guerra. Molti infatti la vedevano come una grande avventura, in cui avrebbero potuto dare prova di coraggio ed eroismo. ### Tutti sperano in una rapida vittoria Il consenso popolare alla guerra era dovuto anche alla convinzione che il conflitto sarebbe stato breve. Questa fiducia si basava su diverse ragioni: *Le conquiste coloniali in Asia e Africa erano avvenute in maniera fulminea. *Anche le recenti guerre balcaniche erano durate pochi mesi. * La diffusione di nuove tecnologie, sia negli armamenti sia nel trasporto di truppe e rifornimenti, rendeva gli eserciti più veloci ed efficienti. In effetti, nelle prime settimane del conflitto, i generali tedeschi cercarono di ripetere il rapido successo ottenuto nel corso della Guerra franco-prussiana del 1870. Dopo aver invaso il Belgio, puntarono direttamente su Parigi attraverso la Francia settentrionale. ### Il tradimento dell’ideale internazionalista I socialisti da sempre sostenevano il principio dell’internazionalismo, secondo cui la solidarietà tra i proletari, cioè tra gli operai e i contadini, doveva superare le divisioni nazionali. In base a questo principio, bisognava opporsi alle guerre tra Stati, anche perché esse portavano alla morte soprattutto i proletari e favorivano le classi dominanti: gli imprenditori, i governanti e i capi delle forze armate. Tuttavia, allo scoppio della guerra, la maggioranza dei laburisti inglesi, dei socialisti francesi e dei socialdemocratici tedeschi e austriaci si schierò in favore del conflitto, sostenendo al contrario che gli interessi delle classi popolari coincidevano con quelli della propria nazione. ### I Tedeschi vengono fermati sulla Marna La corsa delle armate tedesche fu però rallentata prima dalla resistenza dell'esercito belga, poi dalle truppe francesi, in soccorso delle quali giunsero gli alleati britannici. Nei primi giorni di settembre del 1914, quando già il governo francese e migliaia di Parigini avevano abbandonato la capitale, gli eserciti alleati fermarono i Tedeschi in una violenta battaglia lungo il corso del fiume Marna (6-15 settembre). ### Gli eserciti si fronteggiano lungo il fronte occidentale e orientale Intanto l'avanzata dei Russi sul fronte orientale costrinse l'esercito tedesco a distogliere uomini e risorse dai campi di battaglia francesi per trasferirli nelle pianure della Prussia, a difesa di Berlino. Francesi e Inglesi poterono così lanciare una controffensiva che obbligò le truppe tedesche ad arretrare, ma non bastò a ricacciarle oltre il confine. A partire dall'autunno del 1914, i due schieramenti si assestarono lungo il fronte occidentale: una linea di quasi 800 chilometri che correva dal mare del Nord fino alle Alpi, attraverso il Belgio e la Francia orientale, lungo la quale gli eserciti si sarebbero contrapposti per tre anni. Nel frattempo, sul fronte orientale, Austria e Germania respingevano i Russi, senza però riuscire a sfondare le loro linee difensive. Anche le truppe austriache che avevano attaccato la Serbia e occupato Belgrado furono respinte oltre la frontiera. In entrambi gli schieramenti svaniva l'illusione di poter condurre una guerra di movimento che portasse a una rapida vittoria. Iniziava un'estenuante guerra di posizione. # modulo 1 UNITÀ 4 ## LEZIONE 4 L’ITALIA DALLA NEUTRALITÀ ALL’INTERVENTO ### All’inizio l’Italia sceglie di rimanere neutrale Al momento dello scoppio del conflitto l'Italia, nonostante facesse parte della Triplice Alleanza, scelse di restare neutrale. Il patto che la legava ad Austria e Germania era infatti di natura difensiva. Impegnava cioè all'intervento se uno degli altri due Paesi fosse stato attaccato, non se fosse stato il primo a dichiarare guerra, come aveva fatto l'Impero asburgico con la Serbia. La stragrande maggioranza delle forze politiche concordò su questa scelta. Un ingresso in guerra dell'Italia a fianco dell'Impero asburgico sarebbe stato in contrasto sia con i sentimenti antiaustriaci ancora molto diffusi tra la popolazione, in ricordo delle guerre risorgimentali, sia con gli interessi stessi del Paese a proposito delle terre irredente, cioè Trentino, Istria e Venezia Giulia. Oltretutto l'Italia aveva appena affrontato un notevole sforzo per la conquista della Libia e non era pronta a sostenere un nuovo conflitto. ### La guerra comincia a essere vista come un’opportunità Tuttavia, già dopo qualche mese di guerra, quando l'iniziale avanzata tedesca si fermò, cominciò a diffondersi l'idea che per l'Italia sarebbe stato vantaggioso entrare in guerra a fianco della Triplice Intesa. Questa ipotesi era appoggiata anzitutto dal re e dal presidente del Consiglio Antonio Salandra, convinti che la guerra avrebbe rafforzato la monarchia e il patriottismo dei cittadini. ### Prevalgono gli interventisti Una volta raggiunto l’accordo con le potenze della Triplice Intesa, il governo doveva convincere il Parlamento a votare l’entrata in guerra, perciò mise in atto un’astuta manovra politica. In primo luogo Salandra si dimise, quindi il re diede l’incarico di formare un nuovo governo a Giolitti. La nomina di un politico neutralista provocò nel Paese affollate manifestazioni di piazza organizzate dai gruppi interventisti. Protagonista delle proteste, ribattezzate in seguito “radiose giornate di maggio”, fu il poeta Gabriele d’Annunzio (1863-1938), che infiammò i manifestanti con discorsi in cui condannava la mediocrità dell’Italia contemporanea e invocava un ritorno all’epoca gloriosa dell’Impero romano. ### Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all’Austria Di fronte a questa ondata di proteste e agitazioni, Giolitti rinunciò all’incarico di formare il governo e il re nominò nuovamente Salandra presidente del Consiglio. Il Parlamento, disorientato e intimorito dagli eventi, votò a larga maggioranza a favore dell’intervento a fianco della Triplice Intesa. Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò quindi guerra all’Impero asburgico.

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