Storia Contemporanea (PDF) - Prima Guerra Mondiale e Rivoluzione Russa
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Questo documento tratta della prima guerra mondiale e della rivoluzione russa, analizzando le cause, l'intervento dell'Italia e l'evoluzione della guerra di trincea. Esplora le tensioni internazionali e le diverse posizioni riguardo all'imminente conßitto. Include una panoramica dei principali eventi e delle strategie utilizzate da entrambi i fronti.
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lOMoARcPSD|20562234 LIBRO 2 CAP.1 La prima guerra mondiale e la rivoluzione russa. Il predominio dellÕEuropa era ancora indiscusso nel 1914, nonostante si affacciassero nuove potenze ad occidente e ad oriente, come gli Stati Uniti e il Giappone. I progressi raggiunti in campo economico, tecnologi...
lOMoARcPSD|20562234 LIBRO 2 CAP.1 La prima guerra mondiale e la rivoluzione russa. Il predominio dellÕEuropa era ancora indiscusso nel 1914, nonostante si affacciassero nuove potenze ad occidente e ad oriente, come gli Stati Uniti e il Giappone. I progressi raggiunti in campo economico, tecnologico e commerciale rendevano possibile la democratizzazione e lÕimpedimento di guerre e rivoluzioni. Nonostante ci˜ tali progressi non bastavano a spegnere le tensioni politiche internazionali, in un contesto caratterizzato dallÕopposizione tra Austria e Germania da un lato e Francia, Russia e Gran Bretagna dallÕaltro. Non tutta la popolazione si opponeva allÕimminente guerra: - socialisti-> condannavano la guerra in nome degli ideali internazionalisti - Classi dirigenti e opinioni pubbliche nazionali-> guerra vista come opzione praticabile, dovere patriottico o evento liberatorio. - Giovani-> guerra come occasione per uscire dalla realtˆ quotidiana, affermando lÕideale di sacriÞcio ed eroismo. - Militari, uomini politici, industriali, Þnanzieri-> guerra come opportunitˆ di carriera, successo, guadagno. Una reazione a catena 28 Giugno 1814-> uno studente bosniaco di nome Gavrilo Princip uccise in un attentato lÕerede al trono dÕAustria, Francesco Ferdinando, e sua moglie, a Sarajevo. LÕattentato re faceva parte di unÕorganizzazione, detta ÒMano neraÓ, che si batteva affinchŽ la Bosnia, annessa allÕaustria -Ungheria, diventasse indipendente da questa, entrando a far parte di una Ògrande SerbiaÓ. LÕattentato caus˜ una serie di reazioni che portarono allo scoppio di un conßitto mondiale, dimostrando come un singolo evento possa inßuenzare il corso della Ògrande storiaÓ. 23 Luglio-> lÕAustria manda un ultimatum alla Serbia, che era appoggiata Þn da subito dalla Russia, alleata nei Balcani. La Serbia accett˜ parzialmente lÕultimatum, respingendo la clausola che prevedeva la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sui mandanti dellÕattentato. Questo non fu giudicato sufficiente dallÕaustria, che il 28 Luglio dichiar˜ guerra alla Serbia, con lÕimmediata reazione delle forze armate russe, che iniziarono la mobilitazione delle forze armate, cosa che preannunciava lo scoppio di una vera e propria guerra, essendo la mobilitazione composta da operazioni lunghe e complesse. La mobilitazione suscit˜ a sua volta la reazione della Germania, che il 31 Luglio invi˜ un ultimatum alla Russia con il quale si intimava lÕimmediata sospensione dei preparativi bellici. Questo non ottenne risposta, e venne seguito dalla dichiarazione di guerra. Il 1 Luglio anche la Francia, alleata della Russia, mobilit˜ le forze armate con la conseguente dichiarazione di guerra della Germania il 3 Agosto. La Germania aveva dato il suo appoggio allÕAustria, ed era la potenza che maggiormente aveva dimostrato impegno nel dichiarare guerra alle altre, pur non essendo direttamente coinvolta nel casus belli. Questo impegno si spiega con il fatto che la Germania aveva vissuto un accerchiamento da parte delle potenze esterne, e voleva riprendere le sue ambizioni internazionali. Dal punto di vista militare, la strategia dei generali tedeschi si basava su rapiditˆ e sorpresa, non ammettendo la possibilitˆ di iniziativa nelle mani degli avversari. I due obiettivi iniziali della Germania erano il fronte francese e il fronte russo. Fronte francese-> truppe tedesche passano attraverso il Belgio, nonostante la sua posizione di neutralitˆ, per arrivare a Parigi. 4 Agosto-> attacco, la violazione della neutralitˆ belga suscita lÕindignazione dellÕopinione pubblica europea, tra cui la Gran Bretagna, che non poteva tollerare lÕaggressione ad un paese neutrale che si affacciava sulle coste della Manica. I tedeschi ottennero vari successi in Francia, lungo il corso della Marna, ma il 6 settembre i francesi lanciarono un contrattacco, inducendo i tedeschi a ripiegare sui grumi Aisne e Somme. Fronte russo-> i tedeschi sconÞggono i russi nelle battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri. 4 Agosto-> Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Le classi dirigenti erano convinte che la guerra avrebbe messo a tacere i contrasti sociali e avrebbe rafforzato la posizione dei governi. Difatti le piazze europee si riempirono di manifestazioni a favore della guerra, sostenuta soprattutto dai socialdemocratici. I socialisti francesi, dopo lÕassassinio del loro leader Jaures, rinunciarono alle manifestazioni ed entrarono a far parte del governo, cos“ come i laburisti britannici. La seconda internazionale cess˜ di esistere. 1914-1915: dalla guerra di logoramento alla guerra di posizione La pratica della coscrizione obbligatoria e le possibilitˆ dei mezzi di trasporto consentirono alle potenze di schierare milioni di uomini e dotarli di armi moderne, ma la guerra era comunque basata sulla tradizionale guerra di movimento, con lo spostamento di ingenti masse di uomini e pochi scontri campali. Dalla Þne di Novembre -> Guerra di logoramento-> eserciti attestati in trincee molto lunghe-> la guerra si basava su schieramenti immobili che si affrontavano in attacchi sanguinosi. Essenziale divenne il ruolo della Gran Bretagna, per la sua superioritˆ navale e le risorse del suo impero coloniale. Vari paesi erano rimasti inizialmente neutri ed estranei alla guerra, ma successivamente vennero coinvolti evidenziando il carattere mondiale del conßitto. Agosto 1914-> Giappone dichiara guerra alla Germania per impadronirsi dei possedimenti tedeschi nel PaciÞco. Novembre 1914-> Turchia entra a sostegno di Austria e Germania. Maggio 1915-> Italia entra contro lÕAustria e lÕUngheria. Bulgaria-> con Germania e Austria. Portogallo, Romania e Grecia, Stati Uniti (Aprile 1917)-> al Þanco di Francia, Russia e Gran Bretagna. 1915: lÕintervento dellÕItalia Maggio 1915-> lÕItalia entra in guerra. Agosto 1914-> Salandra aveva dichiarato la neutralitˆ dellÕItalia, inizialmente condivisa da tutta lÕopinione pubblica. Successivamente, inizi˜ ad emergere la possibilitˆ di intervenire contro lÕaustria, portando a compimento il processo risorgimentale con lÕottenimento di Trentino e Venezia Giulia, terre irredenti. Interventisti-> gruppi e partiti della sinistra democratica, repubblicani, radicali, social riformisti, convinti che la guerra avrebbe portato ad una nuova Europa fondata sui principi di democrazia e nazionalitˆ. Le associazioni irredentiste, con leader come Cesare Battisti, portavano avanti il principio di guerra rivoluzionaria, capace di rovesciare gli equilibri dei paesi coinvolti. Interventisti erano anche i nazionalisti, gruppi liberal-conservatori come Albertini e Salandra, che temevano che la mancata partecipazione dellÕItalia alla guerra avrebbe compromesso la posizione internazionale dellÕItalia e il prestigio della monarchia. Neutralisti-> liberali-> Giovanni Giolitti, non riteneva il paese pronto ad una guerra e credeva che lÕItalia avrebbe potuto ottenere compensi dallÕaustria in cambio della sua neutralitˆ. Ostile alla guerra erano anche i cattolici, tra cui il papa Benedetto XV, mentre totale condanna della guerra era espressa dal Partito socialista, dalla confederazione generale del lavoro (Cgl). A distinguersi dai gruppi socialisti vi era Benito Mussolini, che si schier˜ a favore dellÕintervento. Espulso poi dal PSI egli fond˜ un nuovo quotidiano, Òil Popolo dÕItaliaÓ. Entrambi i fronti erano molto divisi, ma gli interventisti avevano uno scopo comune, ossia la guerra contro lÕAustria e lÕavversione per Giolitti. Le forze interventiste, inoltre, si impadronirono del dominio delle piazze, contando sui settori pi giovani e dinamici della societˆ. Gli intellettuali pi famosi come Gentile, Einaudi, Salvemini, DÕAnnunzio, erano interventisti. Furono il capo del governo, il ministro degli Esteri ed il re a decidere sulle sorti dellÕItalia. DallÕautunno Ô14 Salandra e Sonnino, mentre trattavano con gli imperi centrali per i compensi in cambio della neutralitˆ, mantenevano accordi segreti con lÕIntesa. Il 26 Aprile 1915 fu Þrmato il Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 patto di Londra, con Francia, Gran Bretagna e Russia, che prevedeva che lÕItalia avrebbe ottenuto, in caso di vittoria, il Trentino, il sud Tirolo, la Venezia Giulia, lÕIstria e la Dalmazia. Bisognava superare, allora, la maggioranza alle Camere. La volontˆ neutralista del parlamento venne scavalcata dalla decisione del re, che respinse le dimissioni di Salandra, il quale era stato costretto a dimettersi dai sostenitori di Giolitti, mostrando cos“ di approvarne lÕoperato. Inoltre in quei giorni, le cosiddette Òradiose giornateÓ, manifestazioni degli interventisti, si facevano sempre pi imponenti. 20 Maggio 1915-> la Camera approv˜, con voto contrario dei soli socialisti, la concessione dei pieni poteri al governo. LÕItalia dichiar˜ guerra allÕaustria e il 24 maggio 1915 iniziarono le operazioni militari. I socialisti non riuscirono ad opporsi, affermando il principio del Òn aderire, n sabotareÓ, ma come confessione di impotenza. Lo scontro sullÕintervento dimostr˜ lÕestraneitˆ di larghe masse ai valori patriottici e lÕindebolimento della mediazione parlamentare, riÞutata da molti settori dellÕopinione pubblica. I fronti di guerra (1915-1916) Le forze austro-ungariche si schierarono sulle posizioni difensive pi favorevoli, lungo il corso dellÕIsonzo e le alture del Carso. Luigi Cadorna promosse quattro offensive senza successo. Giugno 1916-> gli austriaci lanciano un attacco improvviso, detto Strafexpedition, spedizione punitiva contro lÕItalia, ritenuta colpevole di tradimento, spezzando in due lo schieramento italiano. LÕoffensiva du arrestata ma Salandra fu costretto a dimettersi, essendo sostituito da un governo di coalizione nazionale, comprendente tutte le forze politiche tranne i scoiasti. Il cambio di ministero non comport˜ cambiamenti nellÕassetto della guerra. In Francia gli schieramenti rimasero immobili per tutto il 1915, mentre nel 1916 i tedeschi attaccarono Verdun, in una battaglia che dur˜ quattro mesi e caus˜ migliaia di morti e feriti. 1915-1916-> successi raggiunti dagli imperi centrali, con lÕoffensiva tedesca che espulse i russi dalla Polonia, e lÕattacco austriaco che elimin˜ la Serbia dal conßitto. Gli anglo-francesi portarono la guerra sul territorio della Turchia, con un attacco navale britannico allo stretto dei Dardanelli e uno nella penisola di Gallipoli. Giugno 1916-> Russia lancia unÕoffensiva contro gli austriaci e il successo induce la Romania ad entrare nel conßitto al Þanco dellÕintesa. In ottobre gli austro-tedeschi contrattaccarono e la Romania venne eliminata dalla guerra analogamente alla Serbia. Gli imperi centrali subivano le conseguenze del blocco navale dei britannici. Maggio 1916-> la Germania aveva tentato un attacco nella penisola dello Jutland, terminato con una sconÞtta. Guerra di trincea e nuove tecnologie La trincea era la pi semplice e primitiva fortiÞcazione difensiva, caratterizzata da ripari, reticolati, mitragliatrici. La vita nelle trincee era logorante, con i soldati che dovevano rimanere anche per intere settimane al freddo e in condizioni igieniche pessime, e con un notevole impatto psicologico sui soldati stessi. Essi uscivano dalle trincee solo nei momenti di assalto, che scattavano nelle prime ore del mattino e che erano caratterizzati dal cosiddetto fuoco di preparazione, colpi di fuoco che preannunciavano un attacco. I soldati scattavano quindi fuori dalle trincee e se superavano il fuoco di sbarramento, si accalcavano negli spazi dei reticolati subendo poi il contrattacco dei reparti di seconda linea. Tra i soldati svan“ subito qualsiasi sentimento di entusiasmo per la guerra, in quanto molti non sapevano nemmeno i motivi del combattimento. Solo poche minoranze, come gli Strumtruppen tedeschi e gli Arditi italiani, mantenevano una visione eroica ed avventurosa del conßitto. Perci˜ nacquero varie forme di riÞuto, che si manifestavano nella diserzione o nellÕ autolesionismo, che consisteva nel ferirsi da soli per evitare il servizio al fronte. Si diffusero, perci˜, al potere, i timori di un cedimento delle truppe. Gli eserciti fecero, inoltre, largo uso dei progressi della scienza e della tecnologica, con strumenti bellici avanzati, sperimentati soprattutto dai tedeschi. La produzione in grande serie di armi, acceler˜ la diffusione di vari settori, come quello delle telecomunicazioni e dellÕaviazione, con gli aerei utilizzati per ricognizione e bombardamenti. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Protagonista delle guerre del Ô900 fu anche il carro armato, nato dalla sostituzione delle ruote con i cingoli, che permettevano ai veicoli di attraversare qualsiasi terreno e scavalcare le trincee nemiche. Il sommergibile venne utilizzato soprattutto dai tedeschi, per attaccare le navi da guerra nemiche e affondare i mercantili. La guerra sottomarina tedesca fu, per˜, sospesa, nel Maggio 1915, quando un sottomarino tedesco affond˜ il transatlantico britannico Lusitania, che trasportava molti passeggeri tra cui degli americani. Perci˜ le proteste degli Stati Uniti indussero i tedeschi a sospendere la guerra navale. Il fronte interno La Grande Guerra coinvolse tutta la popolazione, compreso il cosiddetto Òfronte internoÓ, ossia i civili. Difatti, ad esempio, le donne dovettero sostituire gli uomini arruolati nellÕesercito nelle fabbriche, nei campi e negli uffici. Gli abitanti delle zone in cui si combattevano furono duramente colpiti, dovendo lasciare le loro case e le loro terre. Chi si trovava in un paese diverso dalla propria patria si trov˜ nella condizione di nemico, soggetto alla conÞsca di beni e a diverse restrizioni personali. Anche le minoranze etniche venivano colpite, essendo sospettate di scarsa lealtˆ nei confronti della nazione in guerra. Un esempio di minoranza fu quella degli armeni, popolazione cristiana che abitava una regione del Caucaso, tra impero ottomano e Russo. Nel 1915, durante i combattimenti tra Turchia e Russia nel Caucaso, questi furono vittime di una brutale deportazione, poichŽ sospettati di intesa col nemico russo, e vennero sterminati. La guerra produsse mutamenti anche nel campo economico, in particolare nel settore industriale, com la produzione di forniture belliche. Questo caus˜ un aumento dellÕintervento statale, con interi settori sottoposti al controllo dei militanti, e la produzione agricola assoggettata ad un regime di prezzi controllati e requisizioni. Anche gli apparati statali cambiarono, in quanto dovevano far fronte a nuove attribuzioni, tramite lÕaumento della burocrazia. Si rafforz˜ il potere esecutivo, con lÕinsediamento dei militari al governo, i quali avevano poteri assoluti per quanto riguardava la conduzione della guerra (von Hindenburg in Germania, Clemenceau in Francia, David Lloyd George in Gran Bretagna). Mobilitazione dei cittadini-> propaganda, effettuata tramite manifesti, manifestazioni, comitati e associazioni per la resistenza interna. Settembre 1915 e Aprile 1916-> a Zimmerwald e Kienthal, i socialisti convocarono due conferenze che si conclusero con lÕapprovazione di documenti con cui si chiedeva una pace Òsenza annessioni e senza indennitˆÓ. 1917: lÕanno della svolta Marzo 1917-> sciopero degli operai di Pietrogrado si trasforma in una manifestazione politica contro il regime zarista. I soldati chiamati a ristabilire lÕordine si riÞutarono di sparare sulla folla e fraternizzarono con i dimostranti, per cui il 15 marzo lo zar abdic˜. Dopo pochi giorni venne arrestato con lÕintera famiglia reale. 6 Aprile 1917-> gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania, che aveva ripreso la guerra sottomarina precedentemente sospesa per le proteste americane. LÕintervento degli USA sarebbe risultato decisivo sul piano militare e su quello economico. Sia in Francia che in Italia si diffusero gli episodi di insubordinazione dei reparti combattenti e le proteste contro la guerra. Sul fronte francese alcuni reparti di fanteria si riÞutarono di tornare a combattere e tale ammutinamento fu represso duramente. NellÕimpero austro-ungarico dilagavano le spinte indipendentiste dei popoli polacchi, cechi, slavi del Sud, che convogliarono in un accordo tra serbi, croati e sloveni per la costituzione di uno stato unitario degli slavi del Sud a guerra Þnita. Consapevole del pericolo di disgregazione, il nuovo imperatore Carlo I cerc˜ di concludere negoziati segreti in vista di una pace separata con lÕintesa, ma queste proposte vennero respinte. 1917-> in Italia Cadorna ordina una serie di offensive sullÕIsonzo, con pochi risultati e alti costi umani. Aument˜ tra la popolazione civile il malcontento per lÕaumento dei prezzi e per la carenza dei generi alimentari, che port˜ al veriÞcarsi di un episodio insurrezionale a Torino, in una sommossa nata a causa della mancanza di pane. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Caporetto-> in questa situazione i comandi austro-tedeschi decisero di inßiggere un colpo pesante allÕItalia. Il 24 Ottobre 1917 unÕarmata austriaca rafforzata da sette divisioni tedesche attacc˜ le linee italiane e le sfond˜ nei pressi del villaggio di Caporetto, con la tattica dellÕ inÞltrazione, che consisteva nel penetrare rapidamente nei territori nemici, senza consolidare le posizioni raggiunte. La manovra fu efficace e port˜ le truppe italiane ad abbandonare le loro posizioni per due settimane. Cadorna accus˜ i soldati di essersi arresi, sebbene la sconÞtta fosse in realtˆ dovuta dagli errori dei comandi. In ogni caso forte era la demoralizzazione e la stanchezza delle truppe, anche se i soldati italiani resistettero sul Piave e sul Monte Grappa allÕavanzata degli austro-tedeschi. Vi furono alcune conseguenze positive-> la ritirata sul Piave aveva causato un accorciamento del fronte che aveva consentito un minor logorio dei soldati combattenti. Fu costituito un nuovo governo di coalizione nazionale presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, e fu nominato il nuovo capo delle truppe, Armando Diaz. Dal 1918 la propaganda ebbe un ruolo determinante nella diffusione dei giornali di trincea e nella creazione di un servizio P (propaganda), con il quale si prospettava ai soldati la possibilitˆ di vantaggi materiali di cui il paese e i singoli avrebbero potuto godere in caso di vittoria. Nacque quindi il concetto di Òguerra democraticaÓ, promossa dal presidente statunitense Wilson. La rivoluzione russa: da febbraio a ottobre. Dopo lÕabdicazione dello zar, il 17 Marzo 1917 si form˜ un governo provvisorio nella capitale, con lÕobiettivo di continuare la guerra al Þanco dallÕintesa. Questa prospettiva era condivisa dai gruppi liberal-moderati, dai socialisti detti menscevichi, che si ispiravano ai modelli di socialdemocrazia europea, e dai i social-rivoluzionari. 1905-> al potere legale del governo si affianca quello dei soviet, consigli di operai e soldati. Il pi importante era quello di Pietrogrado, che agiva come un parlamento proletario spesso in contrasto con le disposizioni del governo. La rivoluzione aveva creato un movimento di massa che respingeva lÕautoritˆ centrale a favore di un potere dal basso. Aprile 1917-> Lenin, leader dei bolscevichi, rientra in Russia grazie alle autoritˆ tedesche, che speravano di accelerare lÕuscita dalla Russia favorendo Lenin stesso. Egli difatti promosse le tesi di aprile, con le quali poneva il problema della presa del potere, affermando di poterla raggiungere tramite la maggioranza nei soviet e la diffusione della pace e della terra ai contadini poveri. Primo scontro tra bolscevichi e governo-> a Pietrogrado soldati armati scendono in piazza per impedire la partenza al fronte di alcuni reparti, fallendo. Un tentativo di colpo di stato venne promosso a settembre dal capo dellÕesercito, ma venne sventato. Nonostante ci˜ i bolscevichi raggiunsero la maggioranza nei soviet di Mosca e Pietrogrado. Con Trotzkij, presidente del soviet di Pietrogrado, i bolscevichi rovesciarono il governo-> 7 Novembre 1917 i soldati rivoluzionari circondano il palazzo dÕinverno e se ne impadroniscono la sera stessa. A Pietrogrado si riuniva il congresso che univa i delegati dei soviet di tutte le province dellÕex impero russo. Questo congresso var˜ due decreti: 1) appello ai popoli per una pace giusta e democratica, senza annessioni e senza indennitˆ 2) Abolizione della grande proprietˆ terriera Nuovo governo presieduto da Lenin e chiamato Consiglio dei commissari del popolo. La rivoluzione russa: dittatura e guerra civile Alla presa di potere dei bolscevichi, le altre forze politiche tentarono di essere eletti allÕassemblea costituente. I risultati delle elezioni, per˜, non confermarono la vittoria dei bolscevichi, ma quella dei social- rivoluzionari, grazie allÕappoggio dellÕelettorato rurale. Ma lÕassemblea costituente fu sciolta dai militari bolscevichi, che obbedivano ad un ordine del congresso dei soviet. I leader bolscevichi cercarono, quindi, di procedere rapidamente la costruzione di un nuovo stato proletario ispirato alla comune di Parigi, secondo il modello espresso da Lenin nellÕopera ÒStato e rivoluzioneÓ, in cui egli riprendeva il concetto di stato di Marx, inteso come strumenti del dominio di una classe sulle altre e sullÕestinzione dello stato a seguito della scomparsa di tale dominio. Le masse si sarebbero autogovernate secondo i principi di democrazia diretta dei soviet. Una volta conquistato il potere, fu difficile per i bolscevichi gestirlo e governare una societˆ molto complessa, alle prese con la guerra. LÕipotesi dei bolscevichi era quella di una sollevazione generale dei popoli europei per la pace, ma questo non accade. Il 5 Novembre il nuovo governo Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Þrm˜ lÕarmistizio che poneva Þne alle ostilitˆ, mentre il 3 Marzo 1918 dopo lunghe trattative con gli imperi centrali, si Þrmava la pace di Brest-Litovsk. La Russia dovette accettare le dure condizioni imposte dalla Germania, Austria- Ungheria, che consistevano nella perdita di tutti i territori non russi dellÕex Impero, dove stavano nascendo stati indipendenti. Da questo scatur“ il malcontento della maggior parte delle forze politiche, soprattutto dei social democratici, e questo porto allÕisolamento dei bolscevichi. A livello internazionale, tra primavera ed estate del 1918 vi furono sbarchi di truppe anglo-francesi nel nord della Russia e sulle coste del mar nero. Questi contingenti rafforzarono lÕopposizione al governo bolscevico ed avevano come scopo quello di alimentare la guerra civile nelle varie zone del paese, come nellÕest, dove i bianchi assunsero il controllo di vasti territori della Siberia, dove lo zar e la famiglia furono giustiziati per ordine dei soviet locali. Le forze controrivoluzionarie erano divise per istanza geograÞca e per rivalitˆ politica, per cui non riuscirono a guadagnarsi lÕappoggio dei contadini. Nel frattempo le forze straniere ritiravano le loro truppe per le proteste interne che erano nate, mentre la guerra civile andava scemando dopo due anni di combattimenti. Il regime rivoluzionario accentuava i suoi tratti autoritari con: -la creazione di una polizia politica, chiamata la Ceka - la creazione di un tribunale rivoluzionario che processava chiunque disobbedisse al governo - la reintroduzione della pena di morte - LÕespulsione dei partiti di opposizione - La riorganizzazione dellÕesercito - Arresti arbitrari ed esecuzioni sommarie ArteÞce di tutto ci˜ fu Trotzkij, assieme a Þgure di nuova istituzione, come i commissari politici. Nasceva un nuovo modello di stato a partito unico e antidemocratico che si sarebbe diffuso negli anni successivi, ma che in quel momento si presentava come modello di liberazione per i popoli di tutto il mondo e come minaccia per lÕordine economico. 1918: la sconÞtta degli Imperi centrali Gennaio 1918-> Wilson eman˜ un programma di pace in 14 punti, in cui formul˜ lÕassetto europeo nel rispetto del principio di nazionalitˆ. Il presidente americano proponeva lÕabolizione della diplomazia segreta, il ripristino della libertˆ di navigazione, la soppressione delle barriere doganali, la riduzione degli armamenti, e inÞne lÕistituzione di un organismo internazionale, la societˆ delle nazioni, che avrebbe assicurato il rispetto delle norme di convivenza tra i popoli. La pace appariva ancora lontana-> la Germania attacca la Francia sulla Marna mentre gli austriaci attaccavano gli italiani sul Piave, dove furono respinti. Le forze dellÕintesa passarono al contrattacco, e la Germania sub“ la prima grande sconÞtta. I tedeschi capirono di aver perso la guerra, allora lasciarono ai politici la responsabilitˆ di concludere un armistizio. Il governo di coalizione democratica con la partecipazione dei socialdemocratici e dei cattolici doveva portare avanti questo compito. Nel frattempo gli alleati della Germania iniziavano a cedere, primo tra tutti la Bulgaria, poi lÕaustria - Ungheria, con la proclamazione di indipendenza di cecoslovacchi e slavi. 4 Novembre 1918-> armistizio dellÕaustria-Ungheria, sconÞtta nella battaglia di Vittorio Veneto, con lÕItalia, a Villa giusti. In Germania i marinai di Kiel si ammutinarono ispirandosi allÕesempio russo. Il moto si diffuse in Baviera e a Berlino, dove fu proclamato capo del governo un socialdemocratico e venne istituita la repubblica. 11 Novembre 1918-> Germania Þrma lÕarmistizio con la Francia a Rethondes. La Germania perdeva la guerra, pi per fame e per stanchezza, che per un effettivo sconÞtta o occupazione. Vincitori e vinti 18 Gennaio 1919-> si aprono a Versailles i lavori della conferenza di pace. Vi parteciparono trentadue paesi dei cinque continenti, con esclusione dei paesi sconÞtti, chiamati a ratiÞcare le decisioni che li riguardavano. I pi importanti furono i rappresentanti delle potenze vincitrici: - America-> Wilson - Francia-> Clemenceau - Gran Bretagna-> Lloyd Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 - Italia-> Orlando Il nuovo equilibrio da ridisegnare doveva ispirarsi ai 14 punti di Wilson, sebbene questo in concreto non fu possibile, poichŽ incompatibile con lÕesigenza di punire gli sconÞtti. Condizioni imposte alla Germania-> francesi non si accontentavano della restituzione dellÕAlsazia- Lorena, ma chiedevano di spostare i loro conÞni Þno alla riva sinistra del Reno, annettendo i territori pi ricchi e pi popolosi della Germania. Wilson, per˜, si oppose e la Francia diverte accontentarsi di una garanzia anglo-americana sulle frontiere Franco-tedesche, rinunciando ai territori sul reno. Trattato di Versailles-> 28 Giugno 1919-> ÒDiktatÓ, dettato. - Restituzione alla Francia dellÕAlsazia-Lorena. - Cessione alla Polonia di regioni orientali abitate da tedeschi: Alta Slesia, Posnania, Pomerania, che permetteva alla Polonia lÕaccesso sul baltico. - La Danzica fu tolta alla Germania e fu resa una cittˆ libera. - La Germania venne privata delle sue colonie in Africa e Oceania, spartite tra Francia, Gran Bretagna e Giappone. - Riparazione da parte della Germania dei danni subiti in conseguenza del conßitto. - Abolizione del servizio di leva in Germania, con la rinuncia alla marina di guerra e la smilitarizzazione del regno, occupata da truppe britanniche, francesi e belghe. Dissoluzione dellÕimpero asburgico-> riduzione del territorio. Ungheria-> perdita della Slovacchia, della Croazia e di territori abitati dai magiari. Crollo dellÕimpero asburgico port˜ dei beneÞci allÕItalia e alle popolazioni slave-> ceci e slovacchi si unirono nella Repubblica di Cecoslovacchia, mentre gli slavi del sud si unirono a Serbia e Montenegro nella costituzione del regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Ingrandimento della Romania, ridimensionamento della Bulgaria, estromissione dellÕimpero ottomano dallÕEuropa. LÕimpero ottomano si trasformava in uno stato turco, conservando la penisola dellÕAnatolia, tranne Smirne, affidata alla Grecia. Gli Stati vincitori non riconobbero la repubblica dei soviet, mentre vennero riconosciute le repubbliche indipendenti formatesi con il trattato di Brest-Litovsk: la Finlandia, lÕEstonia, la Lettonia e la Lituania. LÕEuropa contava otto nuovi Stati, a cui nel 1921 si sarebbe aggiunto lo stato libero dÕIrlanda, a cui venne riconosciuta lÕindipendenza da parte della Gran Bretagna. La Societˆ delle Nazioni era nata per assicurare il rispetto dei trattati e la salvaguardia della pace. Gli Stati membri dovevano rinunciare alla guerra come strumento di soluzione dei contrasti e impegnarsi per adottare sanzioni contro gli Stati aggressori. Mancavano per˜ delle nazioni, come i paesi sconÞtti, la Russia e gli Stati Uniti, che nel marzo 1920, riÞutarono di ratiÞcare i trattati di Versailles, che includevano lÕadesione al nuovo organismo. Iniziava quindi per gli Stati Uniti, un periodo di isolazionismo, ossia un riÞuto delle responsabilitˆ mondiali. La Gran Bretagna Þn“ per egemonizzare la societˆ delle nazioni. Il mito e la memoria La prima guerra mondiale fu una produttrice di miti, soprattutto per coloro che la combattevano, che attraversarono una fase di sradicamento e spaesamento che li port˜ a sviluppare forme di fuga dalla realtˆ, ad immaginare apparizioni o eventi soprannaturali. Emergeva anche la frattura tra combattenti e imboscati, ossia coloro che evitavano il conßitto in prima linea. La guerra continu˜ ad essere rappresentata per molto tempo, avendo lasciato un segno nella memoria pubblica e privata dei paesi coinvolti nel conßitto. Il ricordo dei caduti fu diffuso dalle autoritˆ pubbliche, con lÕistituzione di mausolei, parchi, viali, monumenti che celebravano il loro sacriÞcio. Una nuova forma di commemorazione e celebrazione fu quella del Òmilite ignotoÓ, ossia la sepoltura solenne in uno spazio pubblico delle spoglie di un soldato anonimo, scelto casualmente in rappresentanza dei combattenti morti di cui non era stato possibile il riconoscimento. CAP.2 LÕereditˆ della grande guerra Le conseguenze economiche della guerra Con lÕeccezione degli Stati Uniti, tutti i paesi uscivano dalla guerra in condizioni di dissesto, a causa delle numerose spese a cui i governi avevano dovuto far fronte durante la guerra stessa. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Per riequilibrare il bilancio statale, i governi dapprima aumentarono le tasse, poi lanciarono prestiti allargando il debito pubblico ed inÞne si indebitarono con i paesi amici, tra cui gli Stati Uniti. Ci˜ condusse ad una crescente inßazione, con la stampa di carta momento in eccesso, e un conseguente sconvolgimento della gerarchia sociale, colpendo soprattutto i risparmi dei ceti medi. Per evitare le tensioni, i governi mantennero il blocco sui prezzi dei generi di prima necessitˆ e sui canoni dÕaffitto, tenendo in vita gli apparati burocratici necessari e rafforzando il potere statale che interveniva su materie prima riservate allÕiniziativa privata. Ad un primo boom segu“ una fase depressiva nel 1920-1921, dovuta anche al calo degli scambi internazionali, alla crescente potenza economica di Stati Uniti e Giappone e alla perdita di alleati commerciali, economicamente stremati come la Germania o smembrati come lÕimpero austro- ungarico. Da parte dei nuovi Stati che stavano sviluppando una propria industria si diffuse il nazionalismo e il protezionismo, quindi lÕopposto dei liberi scambi teorizzati da Wilson.. I mutamenti sociali Trasformazione della societˆ-> espansione dellÕindustria bellica aveva portato numerosi lavoratori a trasferirsi dalle campagne alle cittˆ, perlopi donne e giovani ragazzi non ancora in etˆ di leva. LÕassenza duratura degli uomini dalla famiglia, inizi˜ a mettere in crisi la gerarchia tradizionale della famiglia, fondata sulla Þgura del capofamiglia. In generale, le persone cercavano compensi per le sofferenze subite. Le ripercussioni maggiori si ebbero nel campo del lavoro, dove le donne presero il posto degli uomini impiegati al fronte. Inizi˜, quindi, un processo di emancipazione femminile che condusse nel dopoguerra alla concessione del voto in varie nazioni. Gli ex soldati espressero preoccupazione per il loro reinserimento nella societˆ, ma soprattutto si sentivano di aver diritto a qualche ricompensa per aver servito la patria in guerra. Tutti i paesi promisero varie provvidenze, come assicurazioni, premi, pensioni, che per˜ nel concreto si rivelarono molto limitate. Perci˜ ci si inizi˜ ad associarsi ed unirsi in partiti, sindacati, ma anche manifestazioni e comizi. Si ricercava un nuovo equilibrio, nel quadro di una societˆ pi democratica ed equa. Stati nazionali e minoranze La vittoria delle potenze democratiche e il crollo degli imperi multietnici, rappresent˜ per molti popoli europei il raggiungimento di lotte per lÕindipendenza, ispirate anche i 14 punti di Wilson, la cui applicazione fu per˜ difficilmente attuabile, soprattutto per il pensiero utopico di convivenza paciÞca tra i popoli. Tale convivenza si basava sulla perfetta corrispondenza tra nazioni etnicamente omogenee e i territori che esse occupavano, cosa che non vi era nei paesi orientali, dove popoli diversi tra loro convivevano nello stesso territorio. Molto spesso la divisione etnica coincideva con la divisione in ceti (es. in Polonia i polacchi o i tedeschi erano i signori, gli ucraini i contadini e gli ebrei si dedicavano a commercio e professioni). Con il congresso di Versailles, che aveva come punto cardine il principio nazionale come legittimazione di uno stato, il problema delle minoranze doveva essere risolto, poichŽ le comunitˆ nazionali si sentivano minacciate da gruppi che avevano lingua e cultura diverse. Le soluzioni al problema non furono sempre paciÞche, sebbene la societˆ delle nazioni impegnasse gli Stati a rispettare i diritti delle minoranze, in maniera alquanto insufficiente. In alcuni casi vi furono scambi di popolazione, come in Germania e in Polonia, mentre in altri si arriv˜ ad una Òpulizia etnicaÓ, ossia al massacro e allo sterminio delle minoranze. Il Òbiennio rossoÓ: rivoluzione e controrivoluzione in Europa Fine 1918-inizio 1920 (Òbiennio rossoÓ)-> il movimento operaio europeo fu protagonista di unÕascesa, a causa dellÕincremento dei risultati elettorali dei partiti socialisti. Grazie ai sindacati e tramite varie agitazioni, i lavoratori ottennero il miglioramento della loro retribuzione e la riduzione ad otto ore di lavoro giornaliere a paritˆ di salario. Iniziarono a crearsi dei consigli operai, che si proponevano, come i soviet, come organi di governo della futura societˆ socialista. - Francia e Gran Bretagna-> movimento operaio controllato, al parlamento vi erano conservatori e moderati - Germania, Austria e Ungheria-> tentativi rivoluzionari stroncati. Negli altri paesi europei, quindi, non fu possibile imitare la rivoluzione russa, poichŽ borghesia e capitalismo avevano subito una trasformazione dalla guerra. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 1918-> i bolscevichi abbandonano la denominazione di partito socialdemocratico, per ottenere quella di Partito comunista di Russia, nel marzo 1919, con la costituzione a Mosca dellÕInternazionale Comunista, Comintern, o Terza Internazionale. Nel II Congresso vennero deÞnite la struttura e i compiti del comintern, soprattutto sotto la guida di Lenin e del documento in 21 punti, nei quali esprimeva i requisiti per poter essere ammessi nel nuovo organismo: partiti aderenti avrebbero dovuto ispirarsi ai bolscevichi, avrebbero dovuto cambiare il loro nome in partito comunista e difendere le cause della Russia sovietica. Ci˜ porto a varie scissioni interne al movimento operaio, ma comunque fu possibile creare una rete di partiti che per˜ non riuscirono ad ottenere grandi consensi, soprattutto quelli delle classi lavoratrici dei paesi pi sviluppati. Germania-> al momento della Þrma dellÕarmistizio, la Germania si trovava in una situazione rivoluzionaria, con gli esponenti socialdemocratici al potere, compresi i membri dellÕUspd, staccatasi dallÕ Spd nel 1917, anche se in molte cittˆ erano i consigli operai e dei soldati a prevalere. La situazione sembrava analoga a quella russa, ma i socialdemocratici tedeschi erano contrari a qualsiasi forma di rivoluzione, preferendo una democratizzazione del sistema politico e delle istituzioni parlamentari. Non si volevano smantellare le strutture del vecchio stato Þno alla convocazione di una nuova assemblea, quindi si cre˜ un Union tra capi dellÕSpd e capi della vecchia classe dirigente, volta a reprimere qualsiasi germe rivoluzionario, grazie anche allÕaiuto della classe militare, che in cambio ottenne la garanzia del mantenimento delle vecchie gerarchie sociali. Tale assetto port˜ i capi dellÕSpd a scontrarsi con gli operai pi radicali, come i rivoluzionari della Lega di Spartaco, nucleo originale del partito comunista tedesco, che si opponevano alla convocazione della costituente. Il 5-6 gennaio ci fu una manifestazione di berlinesi che protestavano per la destituzione di un esponente della sinistra dalla carica di capo della polizia della capitale. I dirigenti spartachisti e alcuni leader dellÕUspd invogliarono il popolo a rovesciare il governo, cosa che per˜ non accadde per la scarsa risposta della popolazione e per la repressione della manifestazione attuta dalle squadre volontarie dei Freikorps, Òcorpi franchiÓ.Nella repressione furono arrestati e uccisi anche Liebknecht e Luxemburg, leader della lega di Spartaco. 19 Gennaio-> elezione dellÕAssemblea Costituente, con creazione di un governo di coalizione a guida socialdemocratica e lÕapprovazione della costituzione di Weimar, di ispirazione democratica e che prevedeva autonomie regionali, suffragio universale maschile e femminile, governo responsabile di fronte al parlamento e presidente della Repubblica eletto dal popolo. La rivoluzione per˜ non si era fermata, ed era giunta anzi in Baviera, dove era stata proclamata una Repubblica dei consigli, eliminata poi dai corpi franchi. Proprio da questi proveniva una minaccia di abbandonare gli impegni presi con il governo, a causa dellÕallontanamento del pericolo rivoluzionario. Questi iniziarono infatti a gettare discredito sulla repubblica, incolpando la vecchia classe dirigente di aver fatto perdere loro la guerra, che lÕesercito tedesco sarebbe stato in grado di vincere. Repubblica Austriaca-> socialdemocratici al potere, i comunisti tentarono lÕinsurrezione. Elezioni 1920-> prevale il voto clericale e conservatore. Ungheria-> Repubblica democratica ebbe vita breve, con lÕinstallazione nel 1919 di una repubblica sovietica da parte dei socialisti, e che inizi˜ una politica di repressione nei confronti della borghesia e dellÕaristocrazia agraria. Il regime comunista cadde successivamente con lÕintervento delle forze conservatrici, con lÕappoggio di Francia e Gran Bretagna. Con lÕammiraglio Horthy lÕUngheria cadde sotto un regime autoritario sorretto dalla chiesa e dai grandi proprietari terrieri. La Germania di Weimar La Repubblica di Weimar rappresent˜ un modello di democrazia parlamentare aperta e avanzata, pur avendo delle problematiche consistenti nella frammentazione dei gruppi politici, che rendeva instabili maggioranze e governi. LÕSpd era il partito pi forte ma iniziavano ad emergere anche i conservatori e il centro. Primavera 1921-> le potenze vincitrici stabiliscono le riparazioni che la Germania tenuta a pagare in quanto potenza sconÞtta. Esse ammontavano a 132 miliardi di marchi, da pagare in 42 Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 rate. Nacquero forti tensioni sociali, che ebbero come risultato unÕoffensiva terroristica dellÕestrema destra nazionalista, ai danni della classe dirigente repubblicana, accusata di essersi piegata alle imposizioni dei vincitori, con lÕattentato al leader del centro cattolico e al Ministro degli Esteri. I successivi governi di coalizione si impegnarono a pagare le prime rate delle riparazioni e, non potendo intervenire troppo su tasse e sulla spesa pubblica per evitare ulteriori disordini, si ebbe un aumento dellÕinßazione. Gennaio 1923-> Francia e Belgio, con il pretesto della mancata consegna di alcuni materiali da parte del governo di Berlino, inviarono truppe nel bacino della Ruhr, centro di produzione carbonifera e dellÕindustria siderurgica tedesca. Gli operai abbandonarono le fabbriche, non volendo collaborare con gli occupanti. LÕoccupazione della Ruhr priv˜ il paese delle sue risorse produttive, in un periodo molto difficile per la Germania, che non poteva nemmeno intervenire militarmente per cacciare gli invasori. Crebbe rapidamente lÕinßazione. Agosto 1923-> governo di grande coalizione, presieduto da Stresemann, leader del Partito tedesco-popolare, reag“ ordinando la Þne della resistenza passiva nella Ruhr e riallacciando i rapporti con la Francia. Il tentativo di Adolf Hitler di insorgere contro il governo tra lÕ8 e il 9 novembre a Monaco, fall’, con il suo arresto e la sua condanna a cinque anni di carcere. Ottobre 1923-> venne introdotta una nuova moneta, il Rentenmark, dopo che il marco era stato annullato dallÕinßazione, e venne avviata una politica deßazionistica che port˜ al ritorno a d una normalitˆ monetaria. 1924-> si trova un accordo con le potenze vincitrici, anche detto piano Dawes, con il quale si prevedeva che la Germania avrebbe potuto far fronte ai suoi impegni soltanto se fosse stata messa in grado di rilanciare la sua economia. Quindi le rate sarebbero state distribuite meglio nel tempo, e la Þnanza internazionale, soprattutto quella statunitense, avrebbe emanato una serie di prestiti alla Germania. La Ruhr tornava nel possesso tedesco e lÕeconomia iniziava a ripartire, con una lenta stabilizzazione economica. I partiti di centro-destra rimasero al potere Þno al 1928, quando i socialdemocratici salirono al governo. Il dopoguerra dei vincitori Dopo le varie tensioni sociali e lÕinßazione, le varie potenze dovettero avviare processi di stabilizzazione, raggiunti con successo da Francia e Gran Bretagna, almeno sul piano interno. Francia-> maggioranza di centro destra attu˜ una politica conservatrice, colpendo le classi popolari. Nel 1924 i socialisti e i radicali di sinistra riuscirono ad ottenere la maggioranza, ma per breve tempo, a causa di una crisi Þnanziaria. Si giunse nel 1926 al potere di Poincar , che riusc“ a stabilizzare il corso della moneta e a risanare il bilancio statale. Gran Bretagna-> 1918-1929-> conservatori al potere. Si deline˜ il Labour Party, partito laburista, principale oppositore dei conservatori, permettendo alla Gran Bretagna di riassumere un sistema partitico bipolare. I governi dei conservatori aumentarono la pressione Þscale, scontrandosi con i sindacati e provocando varie tensioni e rivolte. Nel 1929 i laburisti riuscirono ad ottenere il potere per breve tempo, Þno alla crisi economica mondiale del 1929-1930. Equilibrio internazionale: La Francia tenta di costruire una rete di alleanze anti tedesche con i paesi europei avvantaggiati dai trattati di Versailles (Polonia, Cecoslovacchia, Jugoslavia, Romania, riunite nella Piccola Intesa). Con lÕaccettazione del piano Dawes, si ha un mutamento nella politica estera, con una fase di collaborazione tra Francia e Germania, soprattutto grazie ai due statisti Briand e Stresemann, che avevano come obiettivo quello di ridimensionare i rapporti tra vincitori e vinti. Ottobre 1925-> accordi di Locarno-> riconoscimento da parte di Francia, Germania e Belgio delle frontiere comuni tracciate a Versailles, e impegno di Italia e Gran Bretagna di farsi garanti contro eventuali violazioni. Un anno dopo la Germania venne ammessa alla Societˆ delle Nazioni. 1929-> Piano Young, ridusse le riparazioni tedesche. Reparti francesi si ritirano dalla Renania. Estate 1928-> Quindici Stati Þrmano un patto con il quale si impegnavano a rinunciare alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie. Giˆ a partire dal 1930, con il preannunciarsi della grande crisi economica, questo spirito di distensione iniziava a svanire. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 La Russia comunista Nonostante la Russia fosse stata vista come un esempio per i rivoluzionari di tutta Europa, il governo bolscevico si trov˜ a fronteggiare dapprima la minaccia polacca, eliminata com un trattato di pace che sanciva lÕimpossibilitˆ di esportare la rivoluzione grazie ai successi militari, e poi la crisi economica, ancora pi pesante per la Russia che si trovava in uno stato di dissesto. LÕabolizione della proprietˆ terriera e la redistribuzione delle terre ai contadini ebbe come conseguenza la creazione di piccole aziende che producevano esclusivamente per lÕautoconsumo, e che quindi non contribuivano al bilancio statale. Il paese, sconvolto dalla guerra civile, assistette ad un ritorno al baratto. Il governo bolscevico promosse allora il cosiddetto comunismo di guerra, con: - lÕistituzione di comitati nei centri rurali che distribuissero le derrate - Politica energica ed autoritaria - Incoraggiamento alla formazione di comuni agricole volontarie - Nazionalizzazione dei settori industriali pi importanti. In campo economico, per˜, la crisi persisteva, anzi peggiorava, portando a situazioni disastrose anche a causa di carestie e siccitˆ. La popolazione insorse in varie occasioni, con repressioni militari e sanguinose del governo bolscevico. 1921-> venne avviata una liberalizzazione della produzione e degli scambi, con la nuova politica economica (Nep)-> stimolo nella produzione agricola, maggiori concessioni allÕiniziativa privata-> questo port˜ alla riemersione di un ceto di contadini benestanti, i kulaki. LÕURSS da Lenin a Stalin Prima Costituzione della Russia rivoluzionaria-> Luglio 1918: si apriva con una Dichiarazione dei diritti del popolo lavoratore e sfruttato, dove si affermava che il potere doveva essere esclusivamente nelle mani dei soviet. Il nuovo stato avrebbe dovuto avere un carattere federale e rispettare le autonomie delle minoranze etniche. Tra il Ô20 e il Ô22 si veriÞc˜ lÕunione di altre potenze dellÕex impero zarista alla repubblica russa (Ucraina, Bielorussia, Azerbaigian, Armenia, Georgia)-> 1922, Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. Al vertice del potere vi era il Congresso dei soviet, ma concretamente vi era il partito comunista, formato da un ristretto gruppo dirigente e avente come organo centrale lÕUfficio politico del comitato centrale. Il potere del partito, che controllava la polizia, la Ceka, e le elezioni dei soviet, scavalcava di fatto il potere statale. I comunisti mirarono presto a cambiare la societˆ nel profondo, cancellando valori tradizionali per affermarne di nuovi. I due principali obiettivi da raggiungere per fare ci˜, erano lÕalfabetizzazione delle masse, con lÕelevazione dellÕobbligo scolastico Þno a quindici anni e la preferenza dellÕistruzione tecnica rispetto a quella umanistica, e la lotta contro la Chiesa ortodossa, con la conÞsca di beni ecclesiastici, chiusura di chiese, arresti di capi religiosi. LÕinßuenza della chiesa venne quindi ridimensionata, e contemporaneamente si accrebbe la liberalizzazione dei costumi, con lÕintroduzione del divorzio e dellÕaborto. Le tendenze autoritarie si acuirono con lÕascesa al potere di Stalin, nominato segretario generale del partito nel 1922. A portare avanti la lotta contro Stalin, per lÕeccessiva burocratizzazione del partito, fu Trotzkij, leader popolare dei bolscevichi. Egli affermava anche che Stalin stava promuovendo una politica che stava portando la Russia ad un isolamento internazionale, per cui il processo rivoluzionario si sarebbe dovuto estendere anche allÕOccidente capitalistico. Stalin rispose con la tesi della Òrivoluzione permanenteÓ, affermando che fosse possibile il socialismo in un solo paese, e che lÕUnione Sovietica da sola avrebbe potuto fronteggiare il capitalismo dellÕOccidente. Difatti era impossibile il disegno di una rivoluzione estesa allÕestero, e ci˜ fu confermato dallÕatteggiamento delle potenze europee, che iniziarono ad intrattenere rapporti diplomatici con lo stato sovietico. SconÞtto Trotzkij, i suoi seguaci si pronunciarono a favore dellÕabolizione della Nep. I leader dellÕopposizione si organizzarono in un fronte unico contro Stalin, ma furono dapprima allontanati dagli organi dirigenti e poi perseguitati e incarcerati insieme ai loro seguaci. Trotzkij stesso venne deportato e espulso dallÕURSS. Si apriva quindi la fase di costruzione del regime di Stalin e di processo di trasformazione dellÕUnione sovietica in grande potenza militare e industriale. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 CAP. 3 Dopoguerra e fascismo in Italia Le tensioni del dopoguerra In Italia le tensioni del dopoguerra si presentarono in Roma pi acuta rispetto agli altri paesi, a causa dellÕarretratezza delle strutture economiche e della mancata radicalizzazione delle strutture politiche nel territorio. Il primo conßitto mondiale aveva avvicinato le masse allo stato, ma aveva anche diffuso la tendenza a risolvere i conßitti con atti di forza. Tensioni sociali-> aumento dei prezzi al consumo, con scioperi volti a ottenere aumenti salariali. Le lotte dei lavoratori agricoli si diffusero in tutta Italia: in vai padana con le Òleghe rosseÓ, controllate dai socialisti, al centro le Òleghe biancheÓ controllate dai cattolici. Nelle campagne del centro-sud si svilupp˜ anche il fenomeno di occupazione delle terre incolte e latifondi da parte degli ex combattenti. LÕoccupazione delle terre che lÕItalia avrebbe dovuto ottenere con gli accordi di Londra (Trento, Trieste, sud Tirolo, IstriaÉ) incontr˜ dei problemi in quanto lÕItalia avrebbe dovuto annettere anche la Dalmazia, abitata per˜ da slavi, mentre non era prevista lÕannessione della cittˆ di Fiume, che per˜ era abitata in prevalenza da italiani, per cui alla conferenza di Versailles il presidente del consiglio orlando e il ministro degli Esteri Sonnino richiesero lÕannessione del territorio, sulla base del principio di nazionalitˆ. La richiesta fu riÞutata, sonnino e Orlando abbandonarono Versailles per poi tornarci un mese dopo, senza raggiungere nessun risultato. Il nuovo ministero era presieduto da Francesco Saverio Nitti, che dovette affrontare una situazione di Òvittoria mutilataÓ, di cui gli italiani si sentivano vittima nei confronti degli alleati. Nacque un sentimento di malcontento che culmin˜ nel 1919 nellÕoccupazione della cittˆ di Fiume, sotto il comando di Gabriele DÕAnnunzio, che istitu“ una provvisoria ÒreggenzaÓ. I partiti e le elezioni del 1919 La classe dirigente liberale si trovava sempre pi isolata e contestata, non riuscendo a dominare i fenomeni di mobilitazione di massa che la guerra aveva creato. Emersero, quindi, in questa fase nuove forze, non compromesse con la responsabilitˆ della guerra, e che potevano contare su maggior consensi delle masse: - Partito popolare italiano (Ppi) fondato da un sacerdote siciliano, don Luigi Sturzo, con un programma di impostazione democratica ma non confessionale. In realtˆ la nascita di questo partito era stata resa possibile dal papa e dalle gerarchie ecclesiastiche, preoccupati della diffusione della minaccia socialista. Facevano parte del partito anche gli eredi della democrazia cristiana, le leghe bianche e i clerico-moderati. - Partito socialista, scisso nelle corrente massimalista che prevaleva su quella riformista. Essi, con il leader Serrati, promuovevano lÕistituzione di una repubblica socialista fondata sulla dittatura del proletariato e ammiravano i risultati della rivoluzione russa, pur non avendo molto in comune con i bolscevichi. Nel PSI si formarono perci˜ gruppi di estrema sinistra, con esponenti come Gramsci e Bordiga, che erano affascinati dallÕesperienza dei soviet. Con lÕadesione al modello russo, il partito socialista Þn“ con lÕisolare se stesso e il movimento operaio, non potendo allearsi con i democratici, spaventati dalla dittatura proletaria. LÕincessante difesa nazionalista e la condanna di qualsiasi cosa avesse a che fare con il conßitto passato, non aiutarono la causa operaia, n la piccola borghesia, ma favorirono la nascita di vari movimenti nazionalisti. Tra questi vi erano i Fasci di combattimento, fondati il 23 marzo 1919 da Benito Mussolini, che si schieravano a sinistra pur promuovendo una politica aggressiva e violenta, contro i socialisti, che culmin˜ in uno scontro a Milano il 15 aprile 1919, conclusosi con lÕincendio della sede dellÕÒAvanti!Ó Elezioni del 1919-> nuovo metodo della rappresentanza proporzionale con scrutinio di lista, che assicurava alle forze politiche un numero di seggi proporzionale al voti ottenuti. I gruppi liberal- democratici persero la maggioranza, mentre ottennero successo i socialisti e il partito popolare italiano. Dato che il PSI rinunciava a qualsiasi alleanza con la borghesia, furono i socialisti a formare una coalizione con i liberal-democratici. Il ritorno di Giolitti e lÕoccupazione delle fabbriche Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Nel 1920, dopo Nitti, torn˜ al governo Giolitti, con un programma avanzato che introduceva la nominativitˆ dei titoli azionari, con cui si intestavano le azioni al possessore permettendo di tassarlo. E unÕimposta straordinaria sui proÞtti dellÕattivitˆ bellica. In politica estera, per risolvere la questione adriatica, il 12 Novembre 1920 Þrm˜ il trattato di Rapallo con la Jugoslavia, con la quale lÕItalia conservava Trieste, Gorizia e lÕIstria, e la Jugoslavia otteneva la Dalmazia, tranne la cittˆ di Zara. La cittˆ di Fiume venne considerata libera, e questo suscit˜ la reazione di DÕAnnunzio, che resistette a Fiume, Þn quando non venne cacciato dalle truppe regolari. A seguito del biennio rosso, segnato da agitazioni e lotte sociali, il governo doveva ristabilire il bilancio statale; a tal proposito impose la liberalizzazione del prezzo del pane. I progetti Þscali non ebbero, invece, attuazione, a causa del tentativo di Giolitti di accogliere in parte la riforma degli operai per ridimensionare le spinte rivoluzionarie, cosa che giˆ aveva fatto in passato. Il tentativo falli perchŽ erano cambiate le circostanze: i liberali non avevano pi una solida maggioranza, i socialisti avevano cambiato posizioni, i popolari erano troppo forti per piegarsi al ruolo subalterno a cui Giolitti avrebbe voluto costringerli, in un periodo in cui il centro della politica risultava essere il partito, e non il parlamento. LÕagitazione operaia culmin˜ nellÕoccupazione delle fabbriche, che vide lo scontro tra industriali e metalmeccanici, operai guidati dal pi forte dei sindacati della Cgl, la Fiom, Federazione italiana operai metallurgici, che dapprima inizi˜ a rivendicare varie richieste economiche e normative per gli operai, e poi ordin˜ loro di occupare le fabbriche. In realtˆ LÕagitazione non riusc“ a lasciare il campo delle fabbriche, mentre i dirigenti della Cgl, insieme a Giolitti, tentarono di ricondurre la rivolta in un assetto di lotta sindacale, giungendo ad un accordo che accoglieva le richieste della Fiom e affidava ad una commissione lÕincarico di elaborate un progetto per la partecipazione dei sindacati al controllo delle aziende. Gli operai ne uscivano vincitori, ma gli industriali subivano controvoglia le pressioni del governo e i borghesi iniziarono a covare sentimenti di rivincita. La nascita del partito comunista Al II congresso del Comintern erano state Þssate le condizioni per lÕammissione allÕinternazionale comunista, riÞutare per˜ dai massimalisti del psi. Al congresso del psi, a Livorno nel gennaio 1921, la minoranza di sinistra guidata da bordiga abbandon˜ il partito per creare il Partito comunista dÕItalia, con base ristretta e programma leninista. LÕoccupazione delle fabbriche e la scissione di Livorno portarono alla Þne del biennio rosso, poichŽ gli operai iniziavano a subire i colpi della crisi che stava investendo lÕeconomia italiana. LÕoffensiva fascista Fine 1920-Inizio 1921-> il movimento dei fasci di combattimento inizi˜ a subire un processo di rapido mutamento, con lÕorganizzazione di formazioni paramilitari, le squadre dÕazione, e la lotta spietata contro i socialisti, in particolare contro le organizzazioni contadine della Val Padana. Qui infatti erano diffuse le leghe rosse socialiste, che avevano creato un sistema di controllo del mercato del lavoro, mediante il quale contrattavano con i proprietari il numero di giornate lavorative necessarie alla coltivazione di un fondo, distribuendone il carico tra i propri associati. Essi avevano anche una Þtta rete di cooperative e controllavano gran parte delle strutture amministrative comunali. Non mancavano per˜ contrasti, tra la strategia socialista, che privilegiava il ruolo dei braccianti senza terra, e gli interessi delle categorie intermedie, come i mezzadri e i piccoli affittuari che aspiravano a diventare proprietari. 21 Novembre 1920-> gli squadristi a Bologna si mobilitano per impedire lÕinsediamento dellÕamministrazione socialista. Per errore i socialisti incaricati di difendere palazzo dÕAccursio, sede del comune, gettano bombe a mano sulla folla e da ci˜ i fascisti traggono pretesto per iniziare una serie di ritorsioni contro i socialisti, anche un mese dopo a Ferrara. I proprietari terrieri videro nei fascisti la possibilitˆ di eliminare le leghe rosse, e iniziarono a Þnanziarli e ad unirsi a loro. I sostenitori dei fascisti erano ex ufficiali e soldato, Þgli della piccola borghesia, giovaniÉ Il fenomeno dello squadrismo inizi˜ a diffondersi in tutte le province padane, anche al centro- Nord, ma non ancora al mezzogiorno. Le mobilitazioni partivano dal centro per poi penetrare nelle campagne, dove le sedi delle amministrazioni socialiste, i municipi, le camere del lavoro, le leghe, le case del popolo, venivano incendiate e devastate. I dirigenti socialisti venivano spesso sottoposti a violenze, talvolta uccisi o cacciati dal loro paese. Centinaia di leghe furono sciolte e i loro aderenti passarono , per costruzione o per scelta, alle nuove organizzazioni fasciste, che si proponevano si riformare la piccola proprietˆ. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Il successo dei fascisti non fu dovuto soltanto agli errori dei socialisti, che avevano ferito i sentimenti patriottici dei ceti medi e avevano promesso una resa dei conti rivoluzionaria. Ma il movimento operaio stesso, si trov˜ a condurre una lotta contro i fascisti, che erano sostenuti o almeno non ostacolati dalla gran parte della classe dirigente, ossessionata dallÕeliminazione dei socialisti. Lo stesso Giolitti, pur non favorendo apertamente lo squadrismo, tent˜ di servirsene per ridurre le pretese dei socialisti e per assorbire i fascisti nella maggioranza liberale. Mussolini alla conquista del potere Elezioni del 1921-> i fascisti entrarono nelle liste di coalizione che si erano formate per impedire lÕaffermazione dei socialisti. Pur avendo una legittimazione al governo, i fascisti continuarono, anzi intensiÞcarono, le azioni squadriste ed intimidatorie. In ogni caso le elezioni ebbero come risultati una lieve ßessione dei socialisti, un rafforzamento dei popolari e dei gruppi liberal-democratici e lÕingresso alla camera di 35 deputati fascisti. Giolitti si dimise allÕinizio di luglio, a lui successe Ivanoe Bonomi, ex socialista. 1921-> patto di paciÞcazione tra fascisti e socialisti, con cui le parti si impegnavano a rinunciare alla violenza, sconfessando anche la formazione degli Arditi del popolo, gruppi militanti nati per contrastare lo squadrismo. Questo patto non venne riconosciuto dalle Þla pi intransigenti dei fascisti, i cosiddetti ras, che continuarono a promuovere la violenza e lo squadrismo, mettendo in discussione lÕautoritˆ di Mussolini. Difatti il patto di paciÞcazione fu presto sconfessato da Mussolini, e i ras riconobbero in lui la loro guida politica. Il movimento fascista divenne cos“ il Partito nazionale fascista. 1922-> cadde il ministero Bonomi e giunse al potere Luigi Facta, giolittiano di scarsa autorevolezza. Il movimento fascista si rese nel frattempo protagonista di numerose violenze, con occupazione in armi di grandi centri, come Ferrara, Bologna, Cremona. In risposta alla proclamazione di uno sciopero generale in difesa delle libertˆ costituzionali, il movimento fascista lanci˜ un offensiva che non trov˜ opposizione nel movimento operaio, incapace di mobilitarsi. AllÕinterno del PSI si ebbe quindi unÕulteriore scissione, con lÕabbandono del partito da parte dei socialisti di Turati nel 1922, che fondarono il partito socialista unitario. SconÞtto il movimento operaio, Mussolini si poneva il problema di come arrivare al potere statale, per andare incontro alle aspettative delle masse, ed evitare la reazione delle forze moderate che avevano appoggiato lo squadrismo, e che rischiavano di ritirare questo appoggio perchŽ consideravano il ruolo dello squadrismo terminato. Da un lato Mussolini prosegu“ con accordi con le maggiori forze politiche e sociali liberali, per una partecipazione al governo, monarchiche e industriali, promettendo di restituire importanza allÕiniziativa privata. DallÕaltro Mussolini giˆ preparava lÕapparato militare fascista per un colpo di stato. Prese concretezza lÕidea di una marcia su Roma di tutte le forze fasciste, che per˜ non sarebbero state in grado di reagire ad una difesa da parte dellÕesercito regolare statale. Il re Vittorio Emanuele III, per˜, riÞut˜, la mattina del 28 ottobre 1922, data scelta per la marcia fascista, di Þrmare il decreto per la proclamazione dello stato dÕassedio, dando via libera alle forze di Mussolini per conquistare il potere. Egli chiese e ottenne di presiedere il governo, mentre la mattina del 30 ottobre 1922 gli squadristi entravano nella capitale senza incontrare resistenza e Mussolini veniva ricevuto dal re, con un ministero giˆ pronto, di cui facevano parte tutti i gruppi dei precedenti governi: liberali giolittiana, liberali di destra, democratici e popolari. La crisi venne risolta, ma nə le forze al potere n il popolo nel complesso, capi che il sistema liberale aveva ricevuto un duro colpo, poichŽ ci si era illusi che il potere era stato conquistato in maniera legale e che nulla fosse cambiato concretamente. Verso il regime Mussolini non disponeva di una sua maggioranza alla Camera, ma riusc“ a consolidare il suo potere con lÕappoggio delle forze moderate, liberali e cattoliche, che lo sostennero anche quando divenne chiaro che Mussolini non perseguiva una causa compatibile con i principi dello stato liberale. 1922-> Gran consiglio del fascismo, ha il compito di indicare le linee generali della politica fascista. 1923-> viene istituzionalizzata la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, un corpo armato di partito, con lÕapparente scopo di proteggere gli sviluppi della rivoluzione, ma che doveva in realtˆ disciplinare lo squadrismo e il potere dei ras. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 La milizia ebbe come primo risultato quello di iniziare delle repressioni legali ai danni dei comunisti, a cui si aggiungevano anche le opposizioni illegali. I comunisti stessi furono costretti a vivere in semiclandestinitˆ dal 1923. Anche gli operai furono colpirmi, con i salari che subirono una diminuzione e il numero degli scioperi in calo, poichŽ limitati dai fascisti. Come promesso essi, ridiedero spazio allÕiniziativa privata, a discapito degli operai il cui salario venne ridotto. Fu alleggerito il carico Þscale sulle imprese, venne contenuta la spesa statale licenziando moltissimi dipendenti pubblici e privatizzato il servizio telefonico. Sul piano economico, vi fu una crescita della produzione, dovuta per˜ in gran parte dallÕopera dei governi precedenti. Sostengono della Chiesa-> per i cattolici il fascismo aveva eliminato la minaccia socialista. Inoltre, Mussolini fece importanti concessioni alla chiesa, ad esempio la riforma scolastica del 1923 che prevedeva lÕinsegnamento della religione nelle scuole e lÕintroduzione di un esame di stato al termine di ogni ciclo di studi, che permetteva di mettere sullo stesso piano scuole pubbliche e private. Un ostacolo ai rapporti tra stato e chiesa era rappresentato dal Partito popolare, per cui Mussolini impose ,nellÕaprile 1923, le dimissioni dei ministri popolari dal suo governo. Successivamente don Sturzo lascio la segreteria del Ppi sotto pressione del Vaticano. 1923-> legge Acerb˜, nuova legge elettorale maggioritaria varata allo scopo di procurarsi una maggioranza parlamentare. Essa avvantaggia la lista che avesse ottenuto la maggioranza relativa, assegnandole i due terzi dei seggi. 1924-> la Camera fu sciolta, esponenti liberali e cattolici accettarono di candidarsi con i fascisti nelle Òliste nazionaliÓ, mentre le forze antifasciste (socialisti, comunisti, popolari, liberali) erano divise e si presentarono singolarmente con le loro liste, partendo giˆ sconÞtti. Difatti le liste nazionali ottennero il 65% dei voti e pi di tre quarti dei seggi, con un successo notevole nel mezzogiorno e nelle isole, dove inizialmente il fascismo non si era diffuso. 10 giugno 1924-> deputato socialista Giacomo Matteotti viene rapito da squadristi e ucciso a pugnalate. Dieci giorni prima, Matteotti aveva presentato alla camera una durissima accusa al fascismo, denunciando le violenze e mettendo in dubbio la validitˆ dei risultati nazionali. Perci˜ tra lÕopinione pubblica si diffuse unÕindignazione nei confronti dei fascisti, sebbene poi i responsabili vennero individuati e arrestati. Questo episodio per˜, serv“ al paese per capire come questo fosse solo una conseguenza delle violenze perseguite dal fascismo da mesi e mesi. Per cui il partito si trov˜ improvvisamente isolato. LÕunica iniziativa antifascista possibile fu quella di astenersi dai dibattiti nelle aule parlamentari e di riunirsi separatamente Þno a che non fosse stata ripristinata la legalitˆ democratica. LÕepisodio prese il nome di secessione dellÕAventino, ispirandosi ad una vicenda della storia romana. Infatti i partiti antifascisti tentarono di far rißettere lÕopinione pubblica, su quella che era una questione morale, sperando nellÕintervento della corona o nel mancato appoggio della maggioranza ai gruppi fascisti. Questo per˜ non accadde. Il 3 Gennaio 1925, in un discorso alla camera, il capo del governo si assumette tutta la responsabilitˆ politica, morale e storica di quanto avvenuto, minacciando anche di usare la forza contro le opposizioni. Nei giorni successivi iniziarono una serie di arresti, perquisizioni e sequestri nei confronti delle forze di opposizione e sugli organi di stampa. Quello che accadde fu quindi che approÞttando della disfatta delle forze antifasciste, il delitto Matteotti port˜ ad un ulteriore spinta nellÕaffermazione del fascismo come dittatura. La dittatura a viso aperto 1925-1926-> giunge a compimento il processo di fascistizzazione-> molti esponenti antifascisti furono costretti ad andare in esilio, gli organi di stampa antifascisti non potevano funzionare, i grandi quotidiani furono fascistizzati e nellÕottobre 1925, il sindacalismo libero venne eliminato, com il patto di palazzo Vidoni, con il quale la ConÞndustria riconosceva validitˆ ai soli sindacati fascisti. Nuova legge-> arteÞce, ministro della giustizia Alfredo Rocco: - Poteri del capo del governo rafforzati sia rispetto agli altri ministri sia rispetto al parlamento. - Riforma delle amministrazioni locali, venne abolita lÕelettivitˆ dei sindaci e dei consigli comunali - Proibizione dello sciopero e possibilitˆ per i soli sindacati fascisti di stipulare contratti collettivi. Novembre 1926-> a seguito di un attentato fallito alla vita di Mussolini, vennero emanate delle leggi che cancellarono qualsiasi parvenza di democrazia, le cosiddette leggi fascistissime, con le quali vennero sciolti i partiti antifascisti, venne reintrodotta la pena di morte per i colpevoli di reati contro la sicurezza dello stato e venne istituito un Tribunale speciale composto da ufficiali delle forze armate e della Milizia. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 La costruzione del regime fu completata nel 1928, quando la nuova legge elettorale introduceva il sistema della lista unica, lasciando agli elettori la scelta di approvarla o meno. Il gran consiglio del fascismo venne costituzionalizzato, ed esso divenne un organo dello stato, con compiti importanti come la preparazione delle liste elettorali. Nasceva quindi um regima a partito unico, con lÕeliminazione della separazione dei poteri e il potere nelle mani di una sola persona. I regimi autoritari degli anni Ô20 Il successo del fascismo venne visto come un modello da parte delle democrazie occidentali, soprattutto nei paesi in cui le istituzioni rappresentative non avevano una grande base tradizionale, essendo invece pi legate alla chiesa e allÕaristocrazia terriera. Ungheria-> lÕex comandante Horthy Divenne reggente in attesa di una futura restaurazione monarchica, limitando fortemente le libertˆ politiche e sindacali. Polonia-> Pilsudski guid˜ una marcia su Varsavia e modiÞc˜ la costituzione in senso autoritario. Austria-> Dollfuss, dopo aver represso una rivolta operaia, mise fuori legge il partito socialdemocratico varando una costituzione di ispirazione clericale e corporativa. Stati balcanici-> Grecia (regime repubblicano viene interrotto dalla minaccia dei gruppi monarchici che restaurano la dinastia regnante), Bulgaria (colpo di stato militare), Jugoslavia (contrasto tra gruppi etnici, soprattutto con la protesta dei croati oppressi dai serbi, Alessandro I aiuta un colpo di stato, aggravando le tensioni e spingendo il gruppo separatista dei croati al terrorismo) Spagna-> regime autoritario privo di una base di massa. Colpo di stato attuato nel 1923 da Miguel Primo de Rivera, con lÕappoggio di Alfonso XIII. Egli poi si dimise a causa di proteste popolari e nel 1931 il successo di democratici e repubblicani alle elezioni amministrative costrinsero il re a lasciare il paese. Si form˜ una repubblica. Portogallo-> militari interruppero nel 1926 la democrazia parlamentare, con Salazar a capo di un regime autoritario, clericale e corporativo. CAP.4 La grande crisi: economia e societˆ negli anni Ô30 LÕEuropa e il mondo industrializzato negli anni Ô20 si avviarono ad una stagione di prosperitˆ grazie anche al consolidamento della democrazia in Germania. La maggior parte degli apparati produttivi degli Stati europei avevano subito il peso della guerra, dovendo produrre armi e prorotti bellici, per cui la domanda mondiale di beni di consumo venne soddisfatta da paesi extraeuropei, estranei al conßitto. La scelta isolazionistica degli Stati Uniti port˜ questi ad attuare politiche economiche che penalizzavano le nazioni europee, con dazi doganali su merci importate, quindi una politica protezionistica. Cos“ le potenze europee non potettero far affidamento sul mercato statunitense per vendere i loro prodotti. Tutto ci˜ condusse nel 1929 allo scoppio di una crisi economica, chiamata la grande crisi, che inßu“ sulla politica, sulla cultura sulle strutture sociali e sulle istituzioni statali, e che si aggiunse a quella causata dalla grande guerra. Gli Stati Uniti: dal boom al crollo di Wall Street Gli Stati Uniti uscirono dalla guerra con la conferma del ruolo di potenza economica mondiale, al primo posto nellÕagricoltura, nellÕindustria, nellÕesportazione. LÕeconomia cresceva rapidamente, anche grazie alla diffusione della produzione in serie. Diminuivano per˜ gli occupati nellÕindustria, poichŽ lo sviluppo tecnico aveva consentito lÕevoluzione della produzione, che necessitava di meno lavoro. Il primato in campo economico non era rispecchiato allÕinterno della societˆ. Qui infatti, con i repubblicani al potere, la distribuzione di ricchezza era fortemente diseguale, emarginando larghi strati della popolazione. Le minoranze etniche venivano discriminate, con leggi limitative allÕimmigrazione, che oltre a perseguire Þnalitˆ economiche, servivano a preservare la razza bianca e ad impedire la diffusione di ideologie europee. Il culmine si ebbe con il processo ai due anarchici italiani Sacco e Vanzetti, accusati ingiustamente di omicidio e mandati a morte nel 1927, e con le pratiche discriminatorie portate avanti da vari gruppi nei confronti della popolazione nera: es. setta dei Ku Klux Klan. Quindi il razzismo era dilagante, cos“ come il proibizionismo, che fu in vigore dal 1920 al 1934 e che Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 vedeva la proibizione di bevande alcoliche, e che rappresentava il risultato della concezione dellÕalcol come prerogativa dei neri e dei proletari. Il clima di ricchezza e benessere favor“ il lavoro della borsa di Wall Street, dove i risparmiatori acquistavano azioni per poi rivenderle, conÞdando nella crescita delle quotazioni. La Þducia nella crescente ricchezza port˜ anche ad una sovrapproduzione, che non riusciva ad essere assorbita dalla domanda del mercato interno. Per cui vennero aumentate le esportazioni, soprattutto in Europa, creando un rapporto di interdipendenza che vedeva gli Stati Uniti erogare prestiti allÕEuropa in cambio delle importazioni di prodotti statunitensi. Questo da un lato avvantaggiava entrambi i continenti, dallÕaltra li legava anche in caso di fallimento di uno dei due. 1929-> crollo della Borsa di New York, il valore dei titoli azionari cresceva e gli speculatori iniziarono una vera e propria corsa alle vendite che determin˜ una caduta del valore dei titoli. Ad essere colpiti inizialmente furono i ceti ricchi e benestanti, con conseguenze su tutta lÕeconomia nazionale, con industrie che chiudevano causando molte disoccupazioni, che a loro volta determinavano riduzione dei consumi provocando il crollo di imprese, la rovina degli esercizi commerciali e la crisi dellÕagricoltura, che determin˜ lÕemigrazione di molti contadini. La crisi del 1929 raggiunse presto unÕestensione notevole e tutte le potenze, ad eccezione dellÕUnione Sovietica. I prezzi caddero sia nel settore industriale che in quello agricolo. La diffusione internazionale della crisi era la prova dellÕinterdipendenza tra Stati, a causa delle relazioni commerciali e Þnanziarie che univano i continenti. Quindi la crisi degli Stati Uniti, paese leader dellÕeconomia mondiale, trascin˜ il mondo intero. Difatti con la sospensione dei crediti allÕestero da parte degli usa, gli Stati europei si trovarono a corto di capitali, e di conseguenza le loro esportazioni in America si ridussero per il calo della domanda. Nel 1930, inoltre, Herbert Hoover inaspr“ il protezionismo. Le risposte date dal governo peggiorarono la situazione, con lÕadozione del protezionismo negli Stati Uniti, che fu imitata da vari stati che, inoltre, svalutarono le monete per rendere pi competitivi i prezzi delle proprie merci e favorire le esportazioni. Questo cre˜ unÕaltra reazione a catena, con una contrazione del commercio internazionale, che si ridusse notevolmente. Le economie dei paesi pi poveri, basati sullÕesportazione di prodotti agricoli e materie prime verso i paesi pi ricchi, furono penalizzate dalle politiche protezionistiche. Questo accadde in particolare in America Latina, Asia, Africa, dove contemporaneamente alla crisi cresceva la popolazione. Il divario tra paesi poveri e paesi ricchi raggiunse il suo apice. Le conferenze internazionali per fronteggiare le emergenze non ebbero risultati, e le potenze si trovarono ad affrontare una crisi globale, senza meccanismi di controllo adeguati. La crisi in Europa Al declino delle attivitˆ produttive si aggiunse una crisi Þnanziaria che si manifest˜ inizialmente in Germania e in Austria col fallimento di alcune importanti banche, che port˜ ad un ritiro dei capitali stranieri nel Regno Unito, dove la tenuta della sterlina fu messa a dura prova. Settembre 1931-> fu sospesa la convertibilitˆ della sterlina in oro e la sterlina fu svalutata, diffondendo timore per il fatto che la Gran Bretagna stava perdendo il ruolo di Òbanchiere del mondoÓ. La crisi Þnanziaria venne gestita tramite la riduzione della spesa pubblica e lÕimposizione di nuove tasse, provvedimenti che compressero la domanda interna, aggravando recessione e disoccupazione. Germania-> crisi si diffuse maggiormente per lÕintegrazione della nazione con lÕeconomia statunitense tramite il sistema dei prestiti internazionali. Nacque un dissenso tra il governo socialdemocratico e i partiti di centro- destra, riguardante i sussidi di disoccupazione e le altre prestazioni sociali assicurate dallo Stato. Il governo cadde e venne eletto il cattolico-conservatore BrŸning, che attu˜ una dura politica Þscale, per far fronte anche alle riparazioni gravose che la Germania doveva pagare, le quali furono poi ridotte da una conferenza internazionale del 1932, sospendendone anche il versamento per tre anni. La politica Þscale aveva per˜ giˆ manifestato i suoi effetti negativi, creando una disoccupazione dilagante. In questo contesto fu favorita lÕascesa di Hitler e del Partito Nazionalsocialista. Francia e Gran Bretagna-> La crisi in Francia giunse pi tardi, ma dur˜ pi a lungo, perchŽ i governi francesi volevano preservare il franco, svalutandolo solo nel 1937. La crisi economica fu accompagnata da un periodo di instabilitˆ, con lÕalternanza di ben 17 governi al potere. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 In Gran Bretagna il laburista MacDonald propose di tagliare il sussidio ai disoccupati, per fronteggiare la crisi. Le Trade Unions si opposero fermamente e MacDonald form˜ un governo con liberali e conservatori, che sal“ al potere svalutando la sterlina e abbandonando la politica liberoscambista in favore di tariffe doganali che privilegiavano gli scambi commerciali nel Commonwealth. Solo verso la Þne del decennio si ebbe un generico miglioramento nella crisi europea. Il New Deal di Roosevelt Novembre 1932-> elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Roosevelt sal“ al potere. 2 Luglio 1932-> Roosevelt inaugur˜ il New Deal, un patto che prevedeva un intervento dello stato nei processi economici. Questo patto venne avviato nel primo periodo di presidenza di Roosevelt, i cosiddetti cento giorni, con provvedimenti attuati per risanare il sistema creditizio, con aiuti pubblici, facilitando i prestiti per consentire ai cittadini indebitati di estinguere le ipoteche sulle case, aumentando i sussidi di disoccupazione e svalutando il dollaro per rendere pi competitive le esportazioni. Questa Þnalitˆ venne perseguita anche tramite lÕistituzione di vari organi qualiÞcati (Tennessee Valley Authority, Agricultural Adjustment Act, National Industrial Recovery Act). Il calo della produzione agricola previsto da uno di questi organi caus˜ lÕespulsione dalle campagne di vaste masse di lavoratori. La disoccupazione aument˜, e per porre rimedio a questa situazione, il governo federale allarg˜ la spesa pubblica per favorire lÕaumento di produzione e del reddito. 1935-> riforma Þscale, legge sulla sicurezza sociale, nuova disciplina dei rapporti di lavoro. Con le riforme del New Deal, Roosevelt ottenne lÕappoggio del movimento sindacale, ma suscit˜ anche lÕavversione di una coalizione ostile al presidente, che condusse al blocco di alcune riforme di Roosevelt, che per˜ egli ripresent˜ con lievi modiÞche. Quindi lÕoperato di Roosevelt, da un lato lasci˜ spazio alle leggi del mercato e allÕiniziativa del mercato, dallÕaltro non diede concretamente slancio allÕiniziativa privata, come preÞssato. Il nuovo ruolo dello Stato Prima dello scoppio della crisi, lÕintervento dei poteri pubblici in Europa era stato attuato solo per favorire lÕindustrializzazione, per moderare i conßitti di classe e per organizzare la produzione in tempi di guerra. La crisi del 1929 per˜, necessit˜ dellÕintervento statale, poichŽ lÕiniziativa dei privati non era sufficiente e il mercato non poteva autoregolarsi ed espandersi per forza propria. Quindi i compiti dello stato aumentarono, con misure di sostegno alle attivitˆ produttive e la promozione di poteri attivi per promuovere lÕespansione economica. 1936-> lÕeconomista Keynes elabor˜ delle teorie, che confutavano alcuni assunti fondamentali della teoria economista classica, come quella secondo la quale il mercato tenderebbe spontaneamente a pareggiare domanda e offerta e a raggiungere la piena occupazione. Keynes afferm˜ infatti che le politiche deßazionistiche, che riducevano il potere di acquisto dei privati, aggravavano la situazione di crisi. Per cui lo stato doveva invece aumentare la spesa pubblica, sostenendo la domanda, anche allargando il deÞcit per periodi determinati. Difatti questo avrebbe portato a beneÞci ai redditi e alla produzione. Roosevelt rispett˜ queste teorie e venne imitato da vari governi occidentali. Nuovi consumi e comunicazioni di massa Nonostante la crisi e lÕimpoverimento, si diffusero nuovi modelli di consumo in Europa. La crisi del settore agricolo acceler˜ il processo di urbanizzazione, con un notevole sviluppo edilizio che incide sul modo di vivere delle masse urbane. La grande crisi, oltre ad accrescere il divario tra ricchi e poveri e occupati e disoccupati, miglior˜ le retribuzioni reali e i livelli di consumo dei lavoratori che avevano mantenuto lÕoccupazione e che, grazie al crollo dei prezzi agricoli, potevano ridurre la quota di salario riservata ai consumi alimentari. Aumento della produzione di veicoli a motore, comparvero in Europa le prime vetture, cos“ come gli elettrodomestici. Venne sviluppata la radiofonia, con la radio utilizzata come strumento di diffusione di informazione e svago, dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa. La stampa perse la sua capacitˆ di espansione tra le classi popolari, che venne riacquistata tramite lo sviluppo delle riviste illustrate. Questi mezzi di comunicazione vennero sfruttati sia dai grandi gruppi industriali sia dagli uomini politici di rilievo. Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 Il cinema divenne un veicolo per imporre immagini e personaggi, a causa del costo basso delle proiezioni e le loro ripetizioni. Anche le ideologie e le visioni di massa vennero diffuse attraverso il grande schermo, con lÕutilizzo dei cinegiornali. Lo sviluppo delle comunicazioni di massa, non solo cambi˜ i modi di usare il tempo libero, ma ebbe effetti rivoluzionari in tutti i settori delle attivitˆ umane. I regimi autoritari sfruttarono a pieno questi mezzi, valorizzando la loro politica e la Þgura dei leader. La scienza e la guerra Scoperte scientiÞche-> ricerca sullÕatomo e scoperta di un nucleo atomico radioattivo che liberava notevoli quantitˆ di energia. Connessione tra scienza e guerra-> sviluppo dellÕaeronautica militare e dellÕaviazione civile. Tutte le potenze intensiÞcarono la produzione di aerei dotati di maggiore autonomia, La cultura della crisi Tra gli anni Ô20 e Ô30 si veriÞcarono fenomeni di disgregazione dei sentimenti di nazionalitˆ e unitˆ fortemente sentiti prima della guerra, con lo sviluppo di nuove scuole di pensiero e il relativismo nel campo della scienza (es. neopositivismo, esistenzialismo, marxismo, fenomenologiaÉ). Arte-> correnti di avanguardia, movimenti artistici (astrattismo, cubismo, futurismo, espressionismo). Letteratura-> esprime i problemi e le angosce del Ô900 e la rottura dellÕuniverso borghese (Ulisse di Joyce, KafkaÉ) Divisioni politico-ideologiche-> letterati e artisti furono coinvolti nella contrapposizione tra liberalismo borghese e comunismo marxista, tra fascismo e comunismo. Gli intellettuali iniziarono a prendere posizioni aperte su singoli problemi o ad appoggiare correnti e partiti. (Es. Liberali-> benedetto croce, comunisti-> Picasso, destra autoritaria-> Giovanni Gentile). Dopo lÕaffermazione dei regimi totalitari, molti intellettuali russi e tedeschi abbandonarono i propri paesi per rifugiarsi allÕestero, soprattutto negli Stati Uniti. CAP.5 LÕEuropa dagli anni Ô30: totalitarismi e democrazie LÕeclissi della democrazia Negli anni Ô30 del Ô900 la democrazia rischi˜ di vedere le sue istituzioni cancellate, a causa dellÕaffermazione dei regimi autoritari in molti Stati europei. Si era diffusa la concezione che i sistemi democratici fossero troppi deboli per garantire il benessere dei cittadini, e che quindi lÕalternativa fosse tra comunismo e regimi autoritari di destra. Caratteristica dei fascismi, era quella dellÕ accentramento nelle mani di un capo, struttura gerarchica dello stato, inquadramento della popolazione nelle organizzazioni di massa. Il fascismo si proponeva come arteÞce di una rivoluzione, convinto di aver creato un nuovo ordine politico, terza via tra capitalismo e comunismo. Il fascismo trov˜ sostegno soprattutto sulle classi sociali intermedie, poichŽ le nuove dittature offrivano la sensazione di appartenere ad una comunitˆ, di essere inserirti in una gerarchia basata sul merito, e di riconoscersi in un capo. Tutto ci˜ rappresentava un elemento positivo in una societˆ di massa in cui mancavano diversiÞcazioni, e vigeva lÕanonimato. Il fascismo, per˜, seppe sfruttare la societˆ di massa, in particolare le tecniche e gli strumenti, come i mezzi di propaganda, Totalitarismo e politiche razziali Ci˜ che caratterizz˜ i totalitarismi fu la scarsa attenzione verso la vita umana, promuovendo questi lÕuso sistematico della forza e della violenza. Si produsse una vera e propria assuefazione dellÕopinione pubblica alla morte di massa ed una considerazione del benessere collettivo come superiore a quello individuale. Anche la persecuzione delle minoranze, rientrava in un quadro pi ampio di tutela della comunitˆ nazionale, anche a costo di eliminare delle parti ÒmalateÓ. Eugenetica-> teoria che sosteneva la necessitˆ di un perfezionamento non spontaneo della specie umana con pratiche scientiÞche usate per le piante, come selezioni e incroci. Queste furono applicate tramite il divieto di matrimoni tra soggetti sani e portatori di malattie, con sterilizzazione di questi ultimi, e interventi chirurgici sui malati, in molti Stati tra cui Gran Bretagna e Stati Uniti. Solo nei regimi totalitari per˜, vi fu il passaggio allÕadozione di misure di sterilizzazione forzata e di soppressione di individui malati, sulla base della teoria della Òrazza Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 elettaÓ, come premessa alle deportazioni e allo sterminio razziale. Anche nellÕUnione Sovietica di Stalin si promosse la deportazione di intere popolazioni. Diversi gli Stati, ma uguali le motivazioni, tra le quali alla base vi era la concezione di una comunitˆ omogenea e compatta, da cui espellere qualsiasi forma di diversitˆ. LÕascesa del nazismo Adolf Hitler-> capo del partito nazionalsocialista, Þno al 1930 basato su un gruppo minoritario e marginale, fondato su una forte organizzazione armata. Egli era riuscito ad assicurarsi il sostengono delle grandi industrie, mettendo da parte le rivendicazioni di stampo anticapitalistico. Hitler per˜ non rinunci˜ al nucleo centrale del suo programma, che prevedeva la denuncia del trattato di Versailles, la riunione dei tedeschi in una Ògrande GermaniaÓ e lÕadozione di misure discriminatorie contro gli ebrei. Questi progetti erano stati esposti nel Mein Kampf, testo base dellÕideologia nazista. Hitler credeva nellÕesistenza di una razza superiore, la razza ariana, inquadrabile nel popolo tedesco, che quindi avrebbe dovuto dominare sullÕEuropa e sul mondo intero. Per realizzare questo sogno bisognava ÒdepurareÓ la societˆ da tutte le altre razze, inferiori e portatrici di dissoluzione morale, simbolo di decadenza. I tedeschi avrebbero dovuto uniÞcarsi sotto la guida di un grande capo ed espandersi contro il comunismo e i popoli inferiori. Questo programma non aveva trovato consensi in Germania, con i nazisti che ottennero il 2:5% dei voti. Successivamente allo scoppio della crisi economica, i tedeschi persero Þducia nella repubblica, e fu qui che Hitler sfrutt˜ la frustrazione del popolo per diffondere gradualmente il suo potere. 1930-> cancelliere Heinrich BrŸning convoc˜ le elezioni pensando di favorire una maggioranza capace di attuare una politica autoritaria per fronteggiare la crisi economica. Il risultato fu lÕascesa dei nazisti, e lÕampliamento delle forze anti sistema a discapito dei tradizionali partiti fedeli alla Repubblica. Nei due anni in cui BrŸning govern˜, si assistette ad un graduale indebolimento delle istituzioni parlamentari. 1932-> crisi arriva al suo apice. Le cittˆ divengono teatro di scontri tra nazisti e comunisti, con il collasso del sistema politico e la crescita delle forze eversive, dinanzi alle quali non era possibile formare una maggioranza costituzionale. I partiti democratici tentarono di osteggiare Hitler, eleggendo Hindenburg, ma egli non fu in grado di governare in un periodo cos“ particolare. Ascese quindi la destra al potere, con von Papen e il generale von Schleicher, consigliere del presidente. Nelle successive elezioni, per˜, i nazisti si affermavano come principale partito tedesco. 30 Gennaio 1933-> Hitler diventa capo del governo, sebbene questo avesse solo tre ministeri su undici guidati dai nazisti. Questo fece illudere gli esponenti conservatori di avere sufficiente controllo su Hitler. La costruzione del regime Hitler per˜, in pochi mesi, riusc“ ad imporre un regime totalitario, cos“ come era accaduto in Italia con Mussolini. La prima stretta repressiva si ebbe quando, nella notte del 27 febbraio 1933, venne appiccato un incendio alla sede del Reichstag, sede del parlamento. Venne arrestato un comunista olandese, e ci˜ forn“ il pretesto per i nazisti di promuovere unÕ operazione di polizia contro i comunisti, con varie misure di limitazione delle loro libertˆ. Hitler aveva come obiettivo quello di destituire il parlamento, e questo gli fu facilitato dallo stesso Reichstag, che approv˜ una legge che conferiva al governo pieni poteri, tra i quali quello di modiÞcare la costituzione. 1933-> scioglimento dellÕSpd, cos“ come accadde per il partito tedesco-nazionale e il centro cattolico. Gradualmente tutti i partiti arrivarono allo scioglimento, Þno allÕadozione di una legge che proclamava il Partito nazionalsocialista lÕunico legale in Germania. I due ostacoli di Hitler rimanevano lÕala estremista del nazismo, con le SA di Rohm, e la vecchia destra, con Hindenburg, che chiedevano di tutelare i tradizionali poteri delle forze armate. Il primo problema fu ÒrisoltoÓ con il massacro della notte dei lunghi coltelli, 30 giugno 1934, con lÕassassinio do Rohm e delle SA da parte delle SS. Alla morte di Hindenburg, Hitler ricopr“ sia la carica di capo dello stato che quella di cancelliere, per cui gli ufficiali divetter˜ prestare giuramento di fedeltˆ ad Hitler, sancendo la Þne Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 dellÕautonomia dei generali tedeschi rispetto al nazismo. Difatti fu Hitler ad assumersi personalmente il comando delle forze armate. In tutta Europa, sulla scia del nazismo, si assistette allo sviluppo dei regimi autoritari e totalitari, di dittature di stampo monarchico-fascista (Grecia, Romania), con la crescita di movimenti estremisti (croci frecciate in Ungheria, guardia di ferro in Romania). Anche nella repubblica austriaca, il regime autoritario di Dollfuss, era minacciato dai nazisti locali, che rivendicavano lÕannessione alla Germania. Politica e ideologia del Terzo Reich Scomparvero le tracce del sistema repubblicano, con la nascita del Terzo Reich, il cui capo, ossia il Fuhrer, il duce, si consolidava come guida del popolo e fonte suprema di diritto. Il rapporto tra il capo e il popolo passava attraverso la mediazione del partito unico e le altre organizzazioni del regime, come il Fronte del lavoro e le varie organizzazioni giovanili, che avevano lo scopo di creare una comunitˆ di popolo, escludendo gli stranieri e soprattutto gli ebrei, per perseguire il Þne dellÕaffermazione della superioritˆ della razza ariana. Ebrei-> 500 mila, concentrati in prevalenza nelle grandi cittˆ, occupavano le zone medio-alte della gerarchia sociale, erano commercianti, liberi professionisti, Þnanzieri e industriali. La propaganda nazista riusc“ a indirizzare sentimenti di ostilitˆ tra le classi popolari nei confronti degli ebrei. 1935-> leggi di Norimberga-> tolsero agli ebrei la nazionalitˆ tedesca, proibendo i matrimoni tra ebrei e non ebrei e privandoli della possibilitˆ di esercitare determinate professioni e di ricoprire incarichi statali. Molti ebrei furono spinti perci˜ ad abbandonare la Germania. Novembre 1938-> i nazisti, traendo pretesto dallÕuccisione di un diplomatico tedesco a Parigi da parte di un ebreo, organizzarono un pogrom in tutta la Germania. Tra il 9 e il 10 novembre 1938 i tedeschi, nella notte dei cristalli, devastarono sinagoghe, vetrine di negozi, abitazioni degli ebrei, con uccisioni e arresti. La vita degli ebrei in Germania fu resa impossibile, poichŽ vennero privati di tutto e minacciati da violenze e misure repressive, Þno ad arrivare alla deportazione e al loro progressivo sterminio. Questo fu solo la punta dellÕiceberg, poichŽ il programma repressivo tedesco non includeva solo gli ebrei, ma anche i malati mentali, i portatori di malattie ereditarie, gli omosessuali, i rom e i disabili. Alla Þne degli anni Ô30 si giunse anche alla soppressione dei malati di mente classiÞcati come incurabili. Queste pratiche suscitarono la reazione del popolo, soprattutto dei cristiani, che port˜ il regime a sospendere il programma. Il regime nazista ebbe lunga sopravvivenza anche a causa della debolezza delle opposizioni: comunisti socialdemocratici, cattolici. Questi ultimi si adattarono al regime; difatti la chiesa di Roma stipul˜ un concordato con i nazisti che prevedeva la libertˆ di culto e la non interferenza dello stato negli affari interni del clero. Nonostante ci˜, Pio IX aveva condannato con unÕenciclica le violenze del nazismo, non sconfessando per˜ il concordato. Anche le minoranze protestanti si piegarono al regime. Come fu possibile lÕimposizione totale del regime nazista in una societˆ che aveva un forte proletariato industriale? Un grande contributo fu dato dalla forza dellÕapparato repressivo e terroristico del regime, con le SS che controllavano tutti gli ambiti della vita degli individui, i campi di concentramento, dove gli oppositori venivano sottoposti a dure fatiche che li portavano ad un lento annientamento. Un altro fattore di consenso, per˜, fu anche il successo di Hitler in politica estera e nellÕambito economico, poichŽ la crisi venne notevolmente ridotta dalle politiche del Fuhrer, con lÕimpulso ai lavori pubblici che favor“ la diminuzione della disoccupazione. Ma ci˜ che colp“ la popolazione, fu la diffusione di miti e concezioni che toccavano sentimenti di nazionalitˆ e di orgoglio dei cittadini, con la concezione utopica di un popolo di uomini forti e sani, legati alla terra e al patriarcato ed ostili alle metropoli moderne. Ci˜ richiamava la tradizione rurale tedesca, soprattutto nel rimpianto di una societˆ preindustriale ed idilliaca. Questa diffusione fu favorita dal controllo della stampa, ad opera del ministero della Propaganda controllato da Goebbels. Coloro che non volevano piegarsi al rigido controllo della stampa furono costretti al silenzio o a lasciare il paese. InÞne, il potere nazista fu in grado di spettacolarizzare tutti i momenti signiÞcativi della vita del regime, con feste e cerimonie pubbliche, preparate con cura, e che rappresentavano un modo per Downloaded by Matilde Lanzetti ([email protected]) lOMoARcPSD|20562234 i cittadini di socializzare con gli altri, di trovare dei momenti di sacralitˆ che la societˆ industriale aveva cancellato, e che erano propri della societˆ contadina ricca di riti e feste. LÕURSS e lÕindustrializzazione forzata Unione sovietica-> paese che tentava di costruire una nuova societˆ fondata sui principi del socialismo. Essa, a causa del suo isolamento economico, non aveva avuto nessuna ripercussione dalla crisi economica globale. Fine della Nep-> consegue alla sconÞtta delle forze di sinistra che avevano come prioritˆ lÕindustrializzazione. Stalin quindi elimin˜ la nep poichŽ credeva che solo un impulso allÕindustria avrebbe potuto rendere lÕURSS una grande potenza militare, in contrapposizione alle potenze capitalistiche. Questo programma incontr˜ il primo ostacolo nella minoranza dei kulaki, contadini accusati di affamare le cittˆ non consegnando allo stato la quota di prodotto dovuta e vendendola segretamente ste sul mercato, arricchendosi. DallÕestate 1929 i kulaki furon