Psicologia Generale (PDF)
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Questo documento riassume il capitolo 1 di psicologia generale, concentrandosi sulla nascita della psicologia scientifica e sul processo di codifica sensoriale. Vengono discussi concetti chiave come la cronometria mentale e l'importanza dei tempi di reazione nello studio dei processi mentali, oltre all'adattamento sensoriale. Il documento esplora come il cervello elabora le informazioni sensoriali, evidenziando i ruoli dei recettori e delle diverse aree cerebrali coinvolte. Inoltre, vengono analizzati i meccanismi di codifica dell'intensità e della qualità delle sensazioni.
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CAPITOLO1 Wundt Brentano Fechner Donders Helmholtz Galton Ebbinghaus James Titchener Benussi Musatti Marchesi Generale Psicologia prima del 1920 La nascita della psicologia scientifica: Wundt nel 1879 primo labo...
CAPITOLO1 Wundt Brentano Fechner Donders Helmholtz Galton Ebbinghaus James Titchener Benussi Musatti Marchesi Generale Psicologia prima del 1920 La nascita della psicologia scientifica: Wundt nel 1879 primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia Wundt (1832-1920) -tedesco Primo ricercatore a sistematizzare lo studio Questa viene considerata la data nascita della psicologia moderna della psicologia, sostiene che questa dovesse -Il laboratorio di Wundt è il primo luogo dove uno sperimentatore si mette uscire dal soggettivismo a studiare un altro uomo (il soggetto sperimentale)- Brentano (1838-1917) Fechner (1801-1887) Antagonista a Wundt, sostiene che lo studio della psicologia Scrive la legge di Weber-Fechner per le sensazioni non possa essere ridotto alla fisiologia sottostante basandosi sulla legge proposta da Weber Donders (1818-1889) Cronometria mentale: Introduce la misura dei tempi di reazione e la Detezione: cronometria mentale “premi un tasto non appena percepisci lo stimolo” (TR1) La misura dei tempi di reazione (TR: uno dei primi Go/Nogo: metodi oggettivi per studiare i processi mentali) verrà “premi il tasto tutte le volte che compare uno stimolo usata da Wundt e poi ripresa fortemente dai cognitivisti tranne che quando compare lo stimolo A” (TR2) Confrontando i diversi tempi di reazione si scopre che: Scelta: TR1 alta proporzione di falsi probabilmente fornirete un ALTO numero di risposte “NO”. allarmi e successi (individuo una hit nel momento in cui la Quindi indovinereste poco (pochi hits) incorrendo in qualche proporzione di successi è più elevata di quella di false alarm) miss, ma non commettereste falsi allarmi e indichereste molti rifiuti corretti/correct rejection -> bassa proporzione di falsi allarmi e successi (individuo una hit nel momento in cui la proporzione di successi è più elevata di quella di false alarm) Si ha un falso allarme quando si risponde affermativamente, rispetto alla presenza di un segnale, quando in realtà abbiamo solamente rumore. Rispetto alla quantità di falsi allarmi posso misurare la proporzione di falsi allarmi oppure di successo in base alle hit. Ciò serve alla misurazione della sensibilità di certi organi. La codifica sensoriale (cosa accomuna le sensazioni) tutte si originano nel cervello Quando proviamo una sensazione questa si origina nel nostro cervello a livello della corteccia – Infatti, stimolando direttamente la corteccia cerebrale, possiamo udire suoni, vedere luci, avere sensazioni somatosensoriali anche in assenza di stimolazione fisica – A ulteriore riprova: proviamo sensazioni anche durante i sogni ( la stimolazione fisica è necessaria, ma non sufficiente, per provare una sensazione) per tutte esiste trasduzione Passaggio dallo stimolo fisico alla sensazione, una rappresentazione neutrale -ogni organo di senso possiede recettori (cellule nervose/neuroni), cellule deputate alla conversione di un certo tipo di energia in attività elettrica neurale, un impulso nervoso che trasmette a neuroni circostanti fino alla parte di corteccia cerebrale adibita a riceverlo (mappatura di quale area della corteccia somatosensoriale -tanto grande quanti sono i neuroni nella zona da cui viene l'input- : l’homunculus) -successivamente, il segnale elettrico neurale giunge alla corteccia dove esistono aree deputate per ciascuna sensazione codifica di intensità e qualità Tutti gli organi di senso codificano sia la quantità che la qualità di stimolazione (Es possiamo dire che un cibo è “poco salato “ o “molto dolce” —poco/molto= quantità; dolce/salato= qualità— — L’intensità viene codificata neuralmente da un aumento della frequenza di scarica del neurone: più scariche per unità di tempo, più intensità -> ritmo degli impulsi nervosi (modello temporale, - intenso -> impulsi sono + distanti nel tempo — La qualità invece viene codificata da cellule specifiche che rispondono per lo più ad una certa tipologia di qualità Attualmente si ritiene che il cervello codifichi le differenze qualitative tra i vari sensi per mezzo delle specifiche vie nervose interessate (vie nervose che originano in differenti recettori terminano in differenti aree della corteccia). Un sistema sensoriale può servirsi anche del modello di scarica nervosa per codificare la qualità della sensazione, [anche se una certa fibra nervosa risponde soprattutto al dolce, essa può essere parzialmente sensibile anche ad altri sapori] È possibile registrare l’attività elettrica di singole cellule presenti nei ricettori e nelle vie nervose dirette al cervello alla somministrazione di vari stimoli. Per ogni stimolo si può stabilire qual è il neurone che risponde osservando quale microelettrodo (legato a fili che sono in contatto con neuroni in specifiche aree della corteccia) produce segnali più consistenti [codifica distributiva/spaziale (stimolo attiva area o neurone specifico i cervello)] adattamento la sensazione diminuisci mano a mano che il tempo passa. Non rimani colpito, ma gli organi di senso si adattano alla stimolazione. – es tenendo sul palmo della mano un peso, via via che il tempo passa la sensazione della sua pesantezza si attenuerà. – es entrando in profumeria sentiamo diversi odori forti ma dopo pochi minuti non ci accorgiamo più di nulla — adattamento alla luminosità: — adattamento alla intensità sonora: Si mette una persona in una stanza con varie luminosità iniziali, Si mette una persona in una stanza e gli si presenta poi, improvvisamente si rende l’ambiente buio e si misura un suono di intensità X e di frequenza Y costanti per (a intervalli di tempo) la capacità della persona di rilevare un luce un tempo di due minuti. Durante questo tempo il debole nell’ambiente buio. soggetto deve valutare l’intensità soggettiva del Questa capacità mostra il classico profilo dell’adattamento al buio. suono. Vedete come per suoni a bassa intensità fisica Mano a mano che passiamo del tempo nell’ambiente buio si verifichi un certo grado di adattamento. diventiamo sempre più sensibili a basse intensità luminose. La sensazione visiva si origina dalla ricezione elettromagnetica VISTA -se l’energia ha una lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 700 nanometri si può parlare di luce e avere una sensazione visiva (se fossimo sensibili ad altre lunghezze d’onda saremmo capaci Nervo ottico si innerva direttamente nell’occhio di vedere anche fenomeni come le microonde del forno) cristallino (lente) determina la messa a fuoco —più curvo per oggetti vicini, più piatto per oggetti lontani— [la sua curvatura dipende dl punto di fuoco] pupilla regola la quantità di luce in Fovea ingresso dilaniatosi o restringendosi + aiuta la messa a fuoco retina è la parte fotorecettrice e fotosensibile che converte la luce in impulsi nervosi nella retina risiedono i recettori — coni: visione diurna a colori — bastoncelli: visione notturna b&n L’immagine si incrocia a livello pupillare e si rovescia a livello retinico (il cervello poi rovescia l’immagine che si stampa sul fondo dell retina) Una grossissima porzione dell’occhio in prossimità della fovea è priva di fotorecettori: la macchia cieca Il nervo ottico entra nell’occhio e gli assoni si posizionano sulla retina I coni e gli assoni sono in fondo alla retina Dove il nervo ottico si innesta c’è una grande porzione del fondo dove non sono presenti i fotorecettori che convertono la luce in impulsi nervosi, tuttavia nonostante ciò non vediamo buchi negli oggetti, il nostro cervello tende a completare le info mancanti L’innervazione dell’occhio è divisa a metà: ciò che è a destra finisce nell'emisfero di sinistra e viceversa Le emiretine nasali si incrociano nel chiasma ottico, le emiretine temporali non si incrociano. L’informazione raccolta da un lato viene spedita all’emisfero opposto Coni: operano ad alta intensità luminosa e sono collocati nella regione centrale della fovea: ce ne sono di tre tipi (differentemente sensibili alla lunghezza d’onda) che consentono la visione cromatica [coni maggiormente sensibili al rosso, al verde e al blu] Bastoncelli: operano a bassa intensità luminosa, sono collocati alla periferia della fovea (insensibili alla lunghezza d’onda) per questo di notte si vede meglio con la coda dell’occhio (anche nella periferia del campo visivo) —vedere i colori— Il colore può essere: — diretto (es osservare una luce colorata) — riflesso (es il colore degli oggetti, rosso di un quaderno..) modulando la lunghezza d’onda di una nel caso degli oggetti non luminosi, se luce si può produrre un colore specifico colpito da una luce bianca, l’oggetto – La luce solare detta “bianca” perché riflette il colore che noi percepiamo contiene tutti i colori (es. Il pomodoro riflette il rosso) Distinguiamo (percettivamente) i colori lungo tre dimensioni: – Tinta (es. verde vs rosso) Teorie visione del colore – Luminosità (quanto chiaro/scuro sembra il colore) — Tricromatica: per spiegare il colore percepito – Saturazione (la purezza del colore — quanto rosso c’è in un rosa) si ipotizza un sistema che risponda a tre colori (rosso, verde e blu) Teoria Tricromatica (Young e Helmholtz) — Quadricromatica: per spiegare il colore percepito si ipotizza un sistema che risponde a Sostengono sia sufficiente mescolare le luci di tre colori due coppie di colori antagonisti: [blu, rosso e verde] per ottenere qualunque colore -sintesi additiva- asse rosso-verde, asse giallo-blu Teoria Quadricromatica (Hering) si poggia su una osservazione percettiva: esistono colori antagonisti (rosso/verde, giallo/blu) e colori non antagonisti – Le miscele di colori antagonisti hanno come risultante un colore in cui non si vede traccia dei colori originali (es. Rosso+verde = giallo) – Le miscele di colori non antagonisti invece fanno trasparire i due colori da cui si è partiti Teoria a stadi (es. Rosso + blu = viola) Attualmente le due teorie sono state integrate — la tricromatica agirebbe a livello periferico (occhio) — la Quadricromatica a livello centrale UDITO Filogeneticamente più vecchio della vista Suono: Un’onda sonora è un alternarsi di variazioni di pressione (condensazione, rarefazione) in un medium (es aria) (Lo si capisce bene osservando il comportamento di un altoparlante, questo si muove alternativamente in avanti e all’indietro -oscilla rispetto ad un punto di quiete-) Come viaggia il suono Il suono si propaga in tutte le dimensioni Il suono viaggia alla velocità del suono (la vista, alla velocità della luce -non sempre immagine e suono combaciano ex. lampo e tuono): ~340 m/s, ~1200 Km/h, Mach1 [Non è una velocità molto alta —per questo che ai grandi concerti all’aperto le ultime file cantano in ritardo—] Caratteristiche delle onde sonore descritte lungo 3 parametri — frequenza e periodicità: misurata in Hertz o kilohertz (cicli periodicità in un secondo — intensità: misurata in decibel (vera unità fisica è il Pascal, unità di misura della pressione) — spettro: forma specifica dell’onda sonora, determina il “timbro” (caratteristica per cui una chitarra e un pianoforte che sonano la stessa identica nota alla stessa identica intensità sono comunque distinguibili) Il sistema uditivo periferico si suddivide in tre parti principali: – L’orecchio esterno (pinna e meato acustico) [medium della pressione che crea il suono aria]- padiglione auricolare e condotto uditivo – L’orecchio medio (timpano sistema degli ossicini) [medium aria] - l’aria, con il suono come differenza di pressione atmosferica, fa vibrare il timpano -incudine, staffa e martello (staffa preme sulla finestra ovale dove inizia l’orecchio interno) – L’orecchio interno (coclea e nervo uditivo - da lì si arriva al cervello) [medium liquido] Area dell’udito: frequenza e intensità In media sotto i 25-15 mila hertz e sopra i 16-18000 hertz non è possibile sentire Più dei 120-130 decibel si ha una sensazione dolorosa e oltre si va addirittura a sfondare il timpano. —Codifica frequenza sonora— (due teorie) – In parte la frequenza viene codificata dalla posizione che un certo suono stimola lungo la membrana basilare, come se fosse un pianoforte con tante note – In parte la frequenza viene codificata dalla frequenza di scarica dei neuroni Codifica posizionale (tonotpica) Martello Incudine Staffa Finestra ovale Rampa vestibolare Rampa basilare Timpano Finestra Rampa timpanica Elicotrema rotonda Come funziona la coclea in base a stimolazioni controllate (es in risposta a 10000 hertz - 8000 hertz - 6000 hertz), ogni qual volta si abbassa la frequenza il punto di massima vibrazione ( tutte vibrano comunque) si spostano verso destra (interno della coclea -gradiente della coclea) Codifica temporale Cellule ciliate per la trasduzione sonora, trasmettono info in base a grandi sbalzi di vibrazione. L’onda sonora al massimo della sua fase, la cellula ciliata si schiaccia sulla membrana rettoria e scarica info nervose. Gusto e olfatto Sono sensi inferiori e rispetto vista e udito danno informazioni qualitativamente meno importanti. Inoltre sono poco sviluppati nell’essere umano se confrontati con le sensibilità sensoriali di altri animali Tatto: la sensazione tattile viene distinta in tre dimensioni (offre molte informazioni a livello sensoriale) — sensazione di pressione: barocettori — sensazione di temperatura: termocrttori Pressione: La sensibilità è differente in funzione della — sensazione di dolore: nocicettori parte del corpo (l’omuncolo di Penfield) Omuncolo di Penfield La sensazione nasce nel cervello… Sulla corteccia (somatosensoriale) cerebrale esiste una fascia che, stimolata da elettrodi, si provocano nella persona sensazioni di tipo cutaneo in diversi punti del corpo, si scopre la mappatura della corteccia rispetto alle rispettive parti del corpo quello che viene chiamato l’homunculus. Le aree della corteccia cerebrale non corrispondono per estensione alla grandezza fisica delle parti del corpo effettive ma al numero di ricettori che vi sono presenti, quindi è proporzionale alla sensibilità di quell’area. Esistono due fasce vicine del cervello corrispondono una alla sensazione (dietro-blu) un’altra al moto (davanti-rosso) Dolore — fascico: acuto e veloce — tonico: continuato e prolungato La sensazione di dolore si caratterizza per forti differenze individuali. Ma anche uno stesso individuo può classificare in modo molto differente una stessa stimolazione “dolorosa” (es. In quanti siamo calmi e rilassati vs quando siamo in una situazione aggressiva o di pericolo) – Stimolazione che immediatamente mi provoca un dolore nullo, ma successivamente diviene significativo – C’è una grande differenza intra-individuale rispetto alla percezione di dolore a parità di stimolo – Talvolta certe stimolazioni di tipo inter-dolorifico ci fanno male, altre no i recettori quando stimolati manderebbero segnali dolorifici che arrivano al cervello se e solo se superano il “cancello di controllo del dolore”: così a parità di stimolazione, se il cancello è aperto proviamo dolore, se è chiuso non lo proviamo Gusto Categorizziamo i gusti secondo le dimensioni salato/acido e dolce/ amaro Non esiste una mappa-recettori “netta” come quella raffigurata, ma zone più sensibili ad un particolare gusto primario (zione di maggiore sensibilità a un particolare gusto, non solo quello però) Il gusto è facilmente influenzabile da fattori olfattivi, cognitivi, visivi. Se mandiamo due informazioni contrastanti tra due sensi solitamente il gusto soccombe (gerarchia sensoriale) CAPITOLO 5 PERCEZIONE -la percezione è l’elaborazione della sensazione, è il passaggio tra esperire sensazioni semplici- Realismo Ingenuo: credere che ci sia coincidenza per gli stimoli fisici che ci colpiscono, le sensazioni e le percezioni -esistono stimolazioni perfettamente percepibili che a volte non percepiamo -a parità di stimolazione è possibile percepire cose diverse Pensare che l’occhio/orecchio... registrino semplicemente tutti gli input che captano dal mondo esterno è sbagliato: La percezione del mondo non è “un’istantanea della realtà”, bensì un risultato di selezione ed elaborazione dello stimolo sensoriale per offrire alla mente un oggetto dotato di senso Il numero di stimolazioni che ci colpiscono in un dato momento è elevatissimo: – Serve filtrarle (per togliere quelle inutili) – Serve elaborarle (per dare senso a quelle ritenute utili) Percezione di oggetti Nel processo che ci porta a percepire oggetti statici esistono diversi stadi importanti: La segregazione figura/sfondo Non esiste una regola precisa per determinare cosa diventerà figura e cosa sfondo In linea di massima, gli oggetti tendono ad avere dei margini e ad essere “chiusi” In certe situazioni, il cervello può decidere arbitrariamente cosa è figura e cosa sfondo —bistabili (non è possibile percepire qualcosa contemporaneamente come figura e sfondo) La formazione degli oggetti Tre approcci principali: Gestalt, Biederman, cognitivo Sia l’approccio gestaltico che quello di Biederman sono di tipo “bottom-up”: nella creazione dell’oggetto, l’informazione ricevuta dall’organo di senso determina cosa si vedrà. Non c’è conoscenza nella creazione dell’oggetto, la percezione di esso non dipende da conoscenze ed esperienze pregresse L’approccio cognitivo invece viene detto di tipo “top-down”: nella creazione dell’oggetto, la conoscenza circa gli oggetti del mondo ne guida la sua creazione Leggi della Gestalt (leggi di Wertheimer) Predicono come una certa configurazione di stimolazione verrà percepita Se usate “a rovescio”= principio del mascheramento A parità di tutte le altre condizioni gli oggetti Sono potenzialmente tantissime e riflettono caratteristiche degli oggetti si raggruppano per… — Vicinanza Vedo ciò che c'è, indipendentemente dalle esperienze passate che mi — Somiglianza suggerirebbero che non è fisicamente possibile vederlo nella realtà — Buona continuazione — Chiusura Leggi della gestalt (nell’udito) — Pregnanza o buona forma Si applicano su dimensioni fisiche come il tempo e la frequenza — (esperienza passata, es ombre lettere) — Raggruppamento per vicinanza temporale (simili e vicini, melodia ripetitiva) — Raggruppamento per vicinanza frequenza (diversi e vicini, si creano due bande di suono differenziate -alto e basso-) Approccio di Biederman Secondo Biederman, la percezione di un oggetto deriva dalla combinazione di “geoni”: unità geometriche tridimensionali che, combinate, permettono la “creazione” di qualunque oggetto 36 geoni che, combinati permettono la “creazione” di un insieme elevatissimo di oggetti Si riconoscono più facilmente le imagini frammentate B piuttosto che C dato che i geoni sono più o meno identificabili Approccio cognitivo Secondo Helmholtz (idea ripresa dalla psicologia cognitiva) l’organizzazione avviene secondo principi probabilistici e contestuali: esperienza È il contesto che determina l’oggetto Lo stesso stimolo può essere visto come una cosa oppure un’altra in funzione del contesto in cui è collocato Se il contesto è numerico (12) I3 (14) è un numero Se il contesto è di lettere (A) l3 (C) è una lettera L’approccio cognitivo si basa sulla memoria È necessaria per ricostruire la scena percettiva in modo probabilisticamente verosimile — l’effetto McGurk ciò che percepisco con le orecchio è modulato da ciò che vedo con gli occhi L’informazione visiva “modula” quella uditiva perché il percetto complessivo deve essere verosimile suono “ba” video labiale “ba”, suono “ba” video labiale “fa”: senEremo “fa” perché il labiale mima questo — L’effetto streaming/bouncing In assenza di suono il moto dei dischi (di per sé bistabile) viene raggruppato per “buona continuazione”, e i due dischi vengono visti incrociarsi In presenza di suono invece, l’interpretazione cambiare e possiamo vedere i due dischi rimbalzare (Il rimbalzo è compatibile con la presenza del suono) — Il priming Questi paradigmi sono una prova a supporto dell’idea cognitiva e del ruolo dei processi top-down sul riconoscimento di oggetti È facilitato e più immediato se la visione dell’oggetto viene preceduta da un oggetto semanticamente simile «coltello» -> «fo…» forchetta «paura» -> «fo…» fobia L’effetto di priming si può ottenere presentando parole, figure, suoni... E dimostra come la percezione di oggetti possa (talvolta) essere guidata da ciò che precede la visione dell’oggetto stesso (Es in caso di scarsa luminosità) — Astrazione e rappresentazione Degli oggetti che percepiamo ne rappresentiamo solo le caratteristiche salienti (NON una copia identica) La rappresentazione mentale degli oggetti per lo più contiene gli aspetti essenziali, non i dettagli che invece occuperebbero molta memoria Carmichael mostrava ai soggetti degli simboli ambigui accompagnati da una etichetta In un successivo compito di ricordo il soggetto doveva disegnare i simboli I disegni somigliavano più all’oggetto dell’etichetta (stlizzato) che al simbolo effettivamente visto [il processo di astrazione-rappresentazione non fa una semplice “copia” di quanto percepiamo] Il completamento amodale Gli oggetti possono non apparire nella loro interezza perché spesso la loro visione è interrotta da altri oggetti, che li occludono Ciononostante, gli oggetti ci paiono “continuare” anche dietro l’oggetto che li occlude (gestalt buona continuazione?) Questa “continuazione” viene detta amodale (ie completamento amodale) perché non si poggia su segnali provenienti dalla modalità sensoriale Ci si accorge di questo “completamento amodale” soprattutto in casi particolari Percepire una porzione oggettuale che non giunge al cervello come informazione, ma viene inferita dalla mente Completamento amodale uditivo Alternando la presentazione di un tono a quella di un rumore, è possibile udire il tono “continuare” dentro al rumore quando l’intensità del rumore è alta e quella del tono è bassa il volto umano sembra essere un “oggetto” particolare – Siamo in grado di riconoscere tantissimi volti Il volto è, più di altri oggetti, riconoscibile soprattutto quando è in posizione canonica Agnosia: danneggiamento parte celebrale, incapacità di conoscere cosa sia l’oggetto x Prosopoagnosia: è un’agnosia specifica per i volti Il soggetto prosopagnosico afferma di non riconoscere la persona che ha davanti, anche se questa è un familiare (tuttavia, mostra indizi di riconoscimento implicito come un aumento della risposta psicogalvanica) Il più forte indizio per comprendere la distanza di un oggetto vicino è la “disparità binoculare” —Entro 3-4 metri le immagini retiniche dei due occhi sono differenti. Tale differenza è in funzione inversa della distanza dell’oggetto Percezione della distanza Maggiore è la disparità binoculare, più vicino è l’oggetto Alcune operazioni quotidiane (es. versare acqua in un bicchiere) diventano difficili se fatte con un occhio solo Indici monoculari (quando gli indizzi binoculari non sono sufficienti) Grandezza relativa: – Più grande=più vicino, più piccolo=più lontano Sovrapposizione La “T-function” determina quale dei due oggetti sta davanti e quale sta dietro Vicinanza all’orizzonte L’auto più lontana sembra enorme perché è più vicina all’orizzonte (quindi lontana) ma è anche identica alle altre. Quindi il cervello assume che deve essere dev’essere grandissima Prospettiva – La convergenza delle linee verso l’orizzonte è indizio di distanza illusione di ponzo Ombra Parallasse di movimento Anche l’udito riesce a offrire delle informazioni spaziali: Distanza e spazio uditivo – Collocazione lungo il piano orizzontale (azimuth) – Collocazione lungo il piano verticale (zenith) – Distanza e pronfondità piano orizzontale (azimuth) Disparità del segnale alle due orecchie. Se una sorgente sonora è a dx, l’onda sonora colpirà prima l’orecchio di dx (differenza interauricolare di tempo, ITD) e colpirà più forte l’orecchio di dx (differenza interauricolare di livello, ILD) In contesti e con suoni diversi i due indizi ci fanno capire dove è la sorgente piano verticale (zenith) E’ la forma asimmetrica dell’orecchio a permetterci di capire da dove proviene un suono (una capacità scarsa) percezione della distanza dipende (in campo aperto) solo dall’intensità sonora. Più la sorgente è vicina più il suono è intenso [A ogni raddoppio distanza c’è una diminuzione di 6 dB] La percezione del movimento risulta dalla interazione di tre fattori: Percezione del movimento – il movimento dell’occhio (se si sta muovendo) – Il movimento della testa e del corpo (se si sta muovendo) – il movimento dell’oggetto che di sta osservando (se si sta muovendo) movimento apparente [strobostopico] L’esistenza di un movimento non è una condizione necessaria alla percezione di movimento (movimento phi di Wertheimer) Nel movimento phi si osserva una rapida successione di immagini statiche. La manipolazione accurata dei tempi di accensione e speghimento delle immagini garantisce il movimento. Le immagini sono presentate ad una velocità superiore al tempo di fusione — illusioni di movimento A parità di velocità, gli oggetti grandi sembrano muoversi più lentamente degli oggetti piccoli -Questo spiega il gran numero di incidenti stradali treno vs auto oppure L’illusione alla “partenza del treno” quando crediamo che siamo noi ad essere partiti- Gli indizi visivi sono equivoci (si tratta di un movimento relativo) e solo i segnali del corpo disambiguano — adattamento al movimento Se osserviamo un movimento continuo, siamo soggetti ad un veloce adattamento e dopo un po’ il movimento ci sembrerà meno veloce -Osservando una cascata a lungo dopo un po’ la sua velocità ci sembrerà diminuire- Una conseguenza dell’adattamento… — Motion after effect I neuroni che rispondono alla direzione del movimento si adattano e rispondono sempre meno Se si porta lo sguardo su un oggetto statico questo sembrerà muoversi perché la normale attività a riposo dei neuroni che rispondono alla direzione opposta sovrasterà quella degli altri neuroni, esausti -spirale destrogira+ noHe stellata= i neuroni destrogiri esausti, i sinistrogiri subentrano e l’immagine statica sembra muoversi — movimento biologico Johansson studia il movimento biologico attaccando luci su punti nodali di un essere umano che si muove: Scopre che per “percepire” un movimento come biologico, è sufficiente un numero molto limitato di luci (una decina) collocate in posizioni chiave (l’insieme di punti di per se non è indicativo, ma il movimento, forte fattore di integrazione, associato a questi garantisce una percezione completa) Quel fenomeno per cui un oggetto percepito ci pare sempre uguale a sé stesso a La costanza dispetto di cambiamenti nelle caratteristiche fisiche dello stimolo (stimolo distale) e nella immagine retinica (stimolo prossimale) dello stimolo stesso -La maglia che indossate appare a voi dello stesso colore in penombra e con sole a mezzogiorno nonostante col sole a mezzogiorno rifletta una quantità di luce enormemente più elevata che in penombra costanza di colore e luminosità I colori ci appaiono “costanti” nonostante, fisicamente, ciò che giunge al nostro occhio può essere una stimolazione molto differente -es. Un foglio di carta ci appare bianco, sia che lo si guardi con poca illuminazione, sia che lo si guardi in pieno giorno a luce del sole- La scacchiera di Adelson Quadrato A e B sono dello stesso colore (Diventerà bianco ciò che è bianco in un determinato ambiente) I nostri giudizi sui colori sono relativi costanza di forma Anche cambiando l’angolazione dell’oggetto osservato esso per noi manterrà comunque la stessa forma costanza di grandezza Un oggetto ci appare avere una sua ragionevole grandezza nonostante l’immagine retinica possa avere dimensioni notevolmente diverse -Es. Un uomo di 2 metri posto a 4 metri da me produce una immagine reEnica della stessa grandezza di un uomo di 1 metro posto a 2 metri da me- In generale, l’occhio “compensa” per la distanza Camera di Ames E’ una stanza in cui ci si prende gioco degli indizi di profondità e grandezza per “aggirare” la costanza di grandezza Percezione nel cer vello In generale, le cortecce sensoriali si dividono in primarie, secondarie, terziarie... Più basso il numero più semplice il tipo di elaborazione fatto dalla corteccia corteccia occipitale è possibile trovare cellule che rispondono preferenzialmente a certe (e non certe altre) caratteristiche degli oggetti visivi Nella corteccia è possibile trovare cellule specializzate per vari micro-compiti visivi Nella corteccia del gatto e scimmia sono state trovate: - Cellule semplici (campi recettivi ON-OFF di forma allungata) selettive per l'orientamento dello stimolo - Cellule complesse: rispondono alla direzione di movimento dello stimolo - Cellule ipercomplesse: selezionano anche le dimensioni dello stimolo Gli studi su animali e bambini permettono di capire quanta parte della percezione sia “innata” e quanta parte “appresa” Alla nascita la nostra percezione è differente e col passare del tempo arriviamo a percepire come in età adulta Preferential looking Si mettono di fronte al neonato due stimoli alternativi e si guarda quale dei due viene guardato di più (magari alternandoli di tanto in tanto in posizione) Il fatto che il neonato guardi più a lungo uno (rispetto all’altro) indica che: - È in grado di discriminarli - Preferisce uno rispetto all’altro L’acuità visiva migliora fortemente nei primi tre mesi di vita: - La vista dei neonati vede soprattutto margini, non dettagli Durante la crescita impariamo a percepire - La percezione della profondità migliora - La “costanza” si sviluppa nei 6 primi mesi Anche gli animali possono essere utili per studiare lo sviluppo della percezione - Li si può allevare in “deprivazione sensoriale” - Li si può allevare facendoli percepire stimoli controllati (es. Un ipotetico mondo in bianco/nero per capire se sviluppano comunque sensibilità al colore) Gli studi su animali mettono in luce l’esistenza di periodi critici, periodi entro bisogna necessariamente apprendere una determinata capacità altrimenti non verrà più appresa È quel processo per cui una stimolazione diviene il centro del contenuto di coscienza ATTENZIONE [l’insieme di processi di processi di selezione che il cervello mette in atto nei confronti degli stimoli che giungono attraverso gli organi di senso] È una condizione necessaria per la percezione di un oggetto (se uno stimolo è oggetto di attenzione, diviene contenuto di coscienza, ciò che è sotto il focus attentivo è memorizzato) — James 1890 Serve attenzione perché uno stimolo È il prendere possesso da parte della mente in chiara e vivida forma di uno fra arrivi alla coscienza? tanti oggetti e fra tanti treni di pensieri possibili, esso comporta il ritrarsi della Non necessariamente: è stato mente da alcune cose per poter operare su altre con grande efficienza richiesto di prestare attenzione a croci [la funzione dell’attenzione è cosciente] rosse e cerchi blu, nonostante questo è facile notare e ricordarsi della — Ladavas 1995 presenza di un quadrato verde E’ una funzione multicomponenziale che svolge un ruolo di regolatore dei processi mentali, filtrando ed organizzando le informazioni provenienti —È difficile prestare attenzione a due dall’ambiente per consentire di mettere in atto un comportamento adeguato stimoli in parallelo e con lo scorrere [filtraggio di informazioni da elaborare] del tempo la difficoltà aumenta Il fuoco dell’attenzione — orientamento dell’attenzione — - Consente di concentrare le risorse attentive su uno specifico stimolo ambientale - Può variare per dimensioni - Presenta una relazione inversa con l’efficienza di elaborazione dell’informazione — overt, esplicito= sguardo direttamente rivolto allo stimolo — covert, implicito= orientare l’attenzione senza rivolgere direttamente lo sguardo — endogeno, volontario= noi dirigiamo l’attenzione all’oggetto — esogeno, involontario= es. sentire il proprio nome nella folla [orientamento automatico involontario] -Non può essere interrotto -Non dipende dalla probabilità che il bersaglio su cui si dirige l’attenzione sia quello giusto (cioè, quello ricercato dal soggetto) -Non è soggetto a interferenza da parte di altro compito Risorse attentive: risorse si intende una sorta di ‘energia mentale’ a-specifica che può essere trasferita da un compito ad un altro — L’attenzione è un sistema di risorse limitato: o divido le risorse (probabile faccia tutte le parti del compito male) o dedico le mie risorse attentive a svolgere una sola parte del compito (decido di fare bene solo una parte) — È più facile eseguire compiti in sequenza che due compiti simultaneamente Interferenza da doppio compito Interferenze strutturali Interferenze da risorse I due compiti richiedono gli stessi meccanismi, le stesse L’interferenza può avvenire anche quando non ci sono le strutture per essere svolti e quindi possono essere eseguiti condizioni per un interferenza strutturale. solo separatamente Il fenomeno viene attribuito al fatto che le operazioni mentali (Ascoltare musica e sostenere una conversazione non automatiche richiedono una certa quota di ‘risorse’ richiedono l’uso delle vie acustiche= ascolto dicotico) attentive. ———————————————————————————- La quantità globale di risorse attentive è limitata e quindi tanto maggiore è la quota di esse impegnata per l’esecuzione — Il compito che riceve la quota di risorse sufficiente per di un compito, tanto minore è la quota residua disponibile per un’esecuzione ottimale, viene definito ‘compito primario’. l’esecuzione di un secondo compito. — Il compito che riceve solo la quota residua di risorse e (Autista inesperto che non riesce a parlare e a guidare che quindi non sarà eseguito in modo ottimale, viene contemporaneamente) definito ‘compito secondario’. Diversi tipi e funzioni dell’attenzione Funzioni Attenzione di allerta: mantenimento dell’allerta (es. in ogni momento, qualunque cosa io stia facendo, se si verifica un rumore improvviso, me ne accorgo) Attenzione sostenuta: la capacità di mantenere le risorse elaborative verso una certa sorgente per un tempo prolungato (es. seguo la lezione per 45 min) Attenzione selettiva: capacità di orientare le risorse elaborative verso informazioni rilevanti (ad una festa, seguo solo le parole della persona di fronte a me) Attenzione divisa (distribuita): la capacità di dividere la propria attenzione su più attività (es. Guido l’auto ma seguo la radiocronaca della partita) Tipi di componenti attentive Intensità Arousal (allerta) Selettività Preparazione fisiologica a ricevere le stimolazioni esterne ed Attenzione divisa interne ed a rispondere Capacità di prestare attenzione 1. Tonica: stato di attivazione generalizzato contemporaneamente a più informazioni o compiti 2. Fasica: facilitazione nel dare una risposta dopo un segnale 1. Capacità di svolgere due o più compiti di avvertimento contemporaneamente Attenzione sostenuta (vigilanza) Attenzione selettiva Capacità di mantenere un adeguato livello attenzionale per Capacità di prestare attenzione ad informazioni di un periodo protratto nel tempo. interesse, contrastando la distrazione 1. Capacità di mantenere un’adeguata prestazione in compiti 1. Capacità di concentrarsi su un determinato monotoni e per periodi prolungati compito, ignorando gli stimoli irrilevanti per l’obiettivo Attenzione sostenuta e vigilanza Facile focalizzare l’attenzione per brevi periodi, molto più complesso è prestare attenzione per lunghi periodi Attenzione sostenuta e vigilanza rendono conto della variabilità nel tempo delle nostre prestazioni soggettive — L’attenzione sostenuta è la capacità di mantenere l’attenzione su eventi salienti per un certo periodo: è esaminata con compiti che richiedono risposte veloci per almeno 20 minuti, ovvero monitorare una serie di stimoli per individuare uno stimolo critico che appare raramente (Premi un tasto quando vedi rettangoli gialli o croci verdi) Vigilanza: è la capacità di monitorare nel tempo eventi infrequenti Inizialmente la prestazione è accurata e la risposta è veloce. Nel tempo diventa inaccurata (incremento dei tempi di risposta, dei falsi allarmi e delle omissioni). Il peggioramento della performance avviene rapidamente (entro i primi 15 minuti). Diminuzione del livello di attivazione fisiologica (arousal) in presenza di stimolazioni sensoriali deboli, tipiche dei compiti di vigilanza. (Premi un tasto quando vedi la lancetta compie un’oscillazione visibilmente più grande) Attenzione selettiva coincide per lo più con i movimenti oculari - Nella maggioranza dei casi, siamo “attenti” lì dove cade la visione foveale Guardiamo per mezzo di una serie di fissazioni che si alternano a saccadi (i movimenti dell’occhio) - La fissazione dura c.a. 300 ms, la saccade c.a. 20 ms L’attenzione è automaticamente attratta da: 1. Colore 2. Contrasto 3. Linee Alcuni elementi sono salienti e selettivi in modo involontario (processo BOTTOM-UP) Possiamo avere anche un compito GOAL directed: indirizzo volontariamente la mia attenzione su ciò che devo cercare (processo TOP DOWN) — I meccanismi BOTTOM-UP corrispondono a predisposizioni o ‘bias’ innati del sistema visivo verso stimoli percettivamente ‘salienti’ o ‘nuovi’. Questi ‘bias’ non dipendono dai processi cognitivi o mentali dell’ osservatore, ne’ dalle richieste del compito svolto. I meccanismi bottom-up operano nelle prime aree visive e consentono il rilevamento automatico di un particolare stimolo posto su un background di distrattori omogenei. [ bottom up: viene dal basso e elaborato dal nostro cervello, involontario e automatico ] — I meccanismi TOP-DOWN sono processi cognitivi attraverso cui oggetti rilevanti sono selezionati volontariamente dall’attenzione. [ top down: richiedere al cervello di svolgere la richiesta (specifica azione) svolto dalla corteccia frontale ] L’attenzione selettiva ci consente di seguire e meglio elaborare uno stimolo (di qualsiasi modalità percettiva) selezionando ed elaborando in modo più efficace rispetto all’informazione a cui non si presta attenzione Cecità al cambiamento es. video gioco di carte, concentrati sulla scena non ci si accorge del cambio di colore dei maglioni e della tenda Incapacità di notare consapevolmente cambiamenti rilevanti nella scena quando questi hanno luogo insieme ad altri elementi visivi di disturbo è l’attenzione il fattore che consente la percezione di un cambiamento se non vi è attenzione sulle parti che cambiano i soggetti rimangono Sensory adaptation ciechi di fronte al cambiamento Abituazione ad una stimolazione: L'adattamento sensoriale è una riduzione della sensibilità a uno stimolo dopo un'esposizione costante ad esso. Sebbene l'adattamento sensoriale riduca la nostra consapevolezza di uno stimolo, aiuta a liberare la nostra attenzione e le nostre risorse per prestare attenzione ad altri stimoli nel nostro ambiente. (Es se si toccano le antenne di una lumaca questa si ritrarrà, ritoccandole si ritrarrà di meno e così via poichè si è adattata allo stimolo) Effetto pop-out — Quando cerchiamo un oggetto, se questo oggetto possiede una caratteristica unica, saliente, rispetto agli altri (es. la forma, il colore, l’orientamento) trovarlo è immediato (“feature search”). Tale “facilità” è indipendente dal numero degli oggetti. — Per contro, se l’oggetto non possiede tale caratteristica unica, il tempo necessario per trovarlo cresce in funzione del numero di distrattori che lo circondano (“conjunction search”) Feature search Conjunction search Facile- il target è definito da una caratteristica Più difficile, congiunzione di caratteristiche definisce il target diversa (ricerca “parallela”) cerchio rosso (ricerca “seriale”) Teoria di treisman — Lo stadio di elaborazione preattentivo (automatico) permette la rilevazione di caratteristiche fisiche (colore, grandezza) — Lo stadio attentivo combina le informazioni e determina la percezione degli oggetti, avviene la selezione della risposta Treisman: l’assenza di interferenza da parte della numerosità dei distrattori nel caso feature search, metterebbe in luce meccanismi preattentivi (che non richiedono attenzione). Tuttavia, è possibile dimostrare che in certi contesti (Quando la ricerca visiva è svolta contemporaneamente ad un secondo compito) tale “facilità” si attenua e la ricerca diventa più difficile all’aumentare dei distrattori anche nel caso “feature search” I processi preattentivi -non richiedono l’impiego di risorse attentive, perchè sono automatici -sono elaborate pre-attentivamente le caratteristiche elementari di uno stimolo (colore, forma, movimento) -processi molto rapidi non risentono del numero di distrattori (numero di stimoli simili presenti nel campo percettivo) Dello stimolo cui non non prestiamo attenzione ricordiamo solo caratteristiche superficiali. Ottimizziamo le risorse in base al task richiesto, altrimenti saremmo sopraffatti. Cosa succede alle informazioni irrilevanti? dipende dal momento i cui mettiamo il filtro — Selezione precoce lo stimolo irrilevante non viene elaborato il filtro attentivo lo esclude subito sistema tutto/niente — Selezione tardiva lo stimolo irrilevante viene elaborato il filtro avviene al momento della selezione della risposta Modello a selezione precoce (Broadbent) l’attenzione è un filtro tutto/nulla che interviene prima dei processi ad alto livello Ascolto dicotico Tecnica basata sulla presentazione simultanea di due diversi stimoli uditivi, uno in ciascun orecchio. Si presta attenzione ad un solo dei due messaggi (Compito di shadowing). Bisogna ripetere le informazioni proveniente dall’orecchio selezionato. I partecipanti non sanno ripete in maniera adeguata la conversazione La prestazione migliora se sappiamo in anticipo a quale informazione prestare attenzione Se è richiesto di ripetere ad alta voce l’informazione selezionata non si ha memoria dell’informazione presentata all’altro orecchio I messaggi a cui non si presta attenzione sono elaborati solo per caratteristiche elementari (es. machio/femmina) L’elaborazione arriva relativamente presto prima della codifica semantica Se nel messaggio controlaterale c’è il vostro nome, lo sentirete (es effetto cocktail party) Stando in una stanza affollata un soggetto riesce a percepire con chiarezza una conversazione che si svolge dall’altra parte della stanza, ma che considera particolarmente importante — Attenzione focalizzata (volontaria) che sembra attenuare la voce della persona con cui si conversa permettendo l’ascolto di una voce più lontana. — La pronuncia del vostro nome cattura l’attenzione distogliendosi dalla conversazione che stavamo seguendo, indipendentemente dalla nostra volontà. L’attenzione automatica: - è guidata dall’ambiente indipendentemente dalle intenzioni del soggetto - è il cambiamento delle caratteristiche degli stimoli o il comparirne di nuovi stimoli a determinarla Modello del filtro attenuato (Treisman) Gli stimoli non attesi sono elaborati ma in forma attenuata Il sistema sensoriale registrerebbe e analizzerebbe tutte le caratteristiche degli stimoli esterni. Queste passerebbero, poi, attraverso il filtro attentivo che le invierebbe, a sua volta, al sistema percettivo distinguendo le informazioni rilevanti da quelle non rilevanti. Il filtro riduce ma non blocca l’elaborazione delle informazioni irrilevanti. — Gli stimoli rilevanti hanno una maggiore attivazione e raggiungono più facilmente la consapevolezza, rispetto a quelli irrilevanti che restano sotto la soglia della consapevolezza, a meno che non siano particolarmente importanti. — Gli stimoli irrilevanti con significato emotivo (il proprio nome) o coerenti con il contesto a cui si presta attenzione vengono comunque rilevati Creano conflitto e sono intrusioni Ogni stimolo ha un proprio livello di soglia e se questa soglia viene superata (anche se proviene dal canale ignorato) esso viene riportato ed elaborato Modello a selezione tardiva (Deutsch & Deutsch) prima vi è un’elaborazione di tutte le informazioni provenienti dal sistema sensoriale e poi entra in azione il filtro attentivo che lascia passare quelle rilevanti, di cui veniamo resi consapevoli, bloccando invece quelle non rilevanti, che non raggiungono quindi la consapevolezza. La selezione avviene nel momento di dare la risposta -Cognitivamente molto dispendioso perché presuppone che tutte le informazioni siano elaborate per poter agire -L’assunzione è che prima di poter agire bisogna poter elaborare tutte le informazioni -L’informazione non rilevante, seppur non selezionata, è potenzialmente disponibile, anche se solo per un brevissimo periodo di tempo e può quindi avere un effetto principio di facilitazione se due stimoli sono presentati in rapida successione, Effetto priming il primo può facilitare il riconoscimento del secondo 1. stimolo 1 (prime) è esposto per pochi millisecondi e mascherato 2. il soggetto non è cosciente o deve ignorare lo stimolo-prime 3. il prime è seguito da stimolo 2 (target) 4. Il soggetto deve rispondere allo stimolo-target — Stimolo ‘prime’ esposto per pochi m-sec. e subito mascherato. Soggetto sperimentale non è cosciente dello stimolo ‘prime’. Nessuna risposta associata allo stimolo ‘prime’. — Stimolo target esposto fino alla fine della risposta. Soggetto sperimentale cosciente dello stimolo target. Risposta allo stimolo target misurata. [L’attenzione selettiva comprende la capacità di selezionare una o più fonti di stimolazione esterna (anche deboli) in presenza di informazioni in competizione (anche forti). elaborare in modo privilegiato le informazioni rilevanti per il compito e contemporaneamente inibire le informazioni irrilevanti per il compito.] Effetto stroop è l’effetto per cui vi è un rallentamento dei tempi di denominazione del colore dell’inchiostro quando la condizione è incongruente. -nominare la parola -denominare colore inchiostro Cosa dimostra l’effetto stroop? —Il processo di lettura è veloce ed automatico (è impossibile ignorare il significato di una parola) —Il colore con cui è scritta una parola (caratteristica fisica) interferisce con il significato (caratteristica semantica) —Le caratteristiche irrilevanti vengono comunque elaborate —Prova a sostegno della selezione tardiva (cioé filtro attentivo tardivo). —L’interferenza da parte dell’informazione non rilevante dà ragione anche del fatto che l’attenzione selettiva svolge un doppia funzione: 1. Consentire l’elaborazione dell’informazione rilevante 2. Sopprimere l’effetto interferente dell’informazione conflittuale La funzione dell’inibizione sarebbe quella di risolvere il conflitto tra informazioni contraddittorie e permettere di mantenere una coerenza nel comportamento sulla base delle intenzioni e degli scopi dell’individuo. Effetto Simon (1969) E’ un altro esempio di fenomeno che mostra come informazioni irrilevanti possano essere non completamente ignorate ma anzi elaborate al punto da interferire con l’elaborazione delle informazioni rilevanti per il compito La rilevanza di questo effetto risiede anche nel fatto che costituisce una dimostrazione molto convincente dell’importanza delle informazioni spaziali per il nostro sistema cognitivo — lo sguardo resta diretto sul punto di fissazione (crocetta) — l’attenzione (non coincidente con lo sguardo) è mantenuta a sinistra e a destra rispetto al punto di fissazione — il compito dei soggetti è di schiacciare un pulsante il più velocemente possibile (misurazione TR) quando compare uno stimolo, in particolare: - compare un cerchio verde - rispondi con la mano sinistra Stimoli visivi - compare un cerchio rosso - rispondi con la mano destra -Variabile dipendente: TR manuali [entrambi gli stimoli possono comparire a sinistra o a destra] -Due possibili target (es. due cerchi di colore diverso a Sx o Dx del punto di fissazione) -Compito di discriminazione (es., rosso o verde?) Cosa dimostra l’effetto Simon In questo compito, le informazioni spaziali sono — Le caratteristiche irrilevanti vengono comunque elaborate e totalmente irrilevanti per il compito. determinano la risposta (tempi di reazione) Le informazioni rilevanti per il compito sono — Dimostrano come l’informazione non rilevante quelle relative al colore degli stimoli (informazione sulla quale non è richiesto di dirigere l’attenzione) interferisce con la risposta fornita sulla base dell’informazione rilevante Effetto SNARC (Spatial-numeric association of response codes) Si tratta di un effetto per cui i tempi di reazione nel rispondere a un numero grande con la mano destra sono minori che rispondere a un numero basso con la stessa mano e viceversa Numeri più piccoli sono associati alla sx (+ veloce rispondere a questi numeri con la sx) e i più grandi alla dx (+ veloce rispondere a questi numeri con la dx) Esperimento: Classifica i numeri come pari/dispari. Pigiare il pulsante a sinistra per i pari, con la destra per i dispari. Si hanno tempi di reazione veloci per i numeri piccoli pari (sx+sx) o grandi dispari (dx+dx) Si hanno tempi di reazione lenti per i numeri grandi pari (dx+sx) o piccoli dispari (sx+dx) Più veloci a premere un ipotetico 2 a sinistra piuttosto che con la destra (rappresentazione concettuale implicita) Cosa dimostra l’effetto snarc — La comparsa del numero al centro dello schermo attiva (in modo automatico) la rappresentazione della quantità corrispondente sulla linea numerica mentale — Le quantità più piccole sono rappresentate a sinistra di questa linea mentale (dunque, in corrispondenza della mano Sx); e quelle più grandi sono rappresentate a destra (dunque, in corrispondenza della mano Dx) Il paradigma di Posner L’attenzione selettiva non coincide necessariamente con la visione foveale: Possiamo avere attenzione selettiva anche per ciò che avviene “nella coda mette in luce la dissociazione tra dell’occhio” (es. nello sport, nella guida) attenzione e visione foveale Il partecipante deve premere un tasto il più rapidamente possibile non appena vede apparire lo stimolo target (la stella nel caso della figura). In particolare: un tasto posizionato alla sua sinistra se il target appare a sinistra un tasto posizionato alla sua destra se il target appare a destra. La velocità di risposta al target è maggiore quanto il target compare nella parte che è stata attivata dal cue. Il “cue” può essere: 1. esplicito (esogeno) (si accende il quadrato dx) 2. implicito (endogeno) (si accende un simbolo posto al centro, esterno al luogo dove appare il simbolo: una freccia) — Nelle prove valide - TR sono veloci perché l’attenzione è orientata nel punto di comparsa del target — Nelle prove invalide - TR sono più lenti perché bisogna spostare l’attenzione dalla direzione indicata dal cue al punto di comparsa del target, quindi richiede del tempo. Cosa dimostra l’effetto Posner — L’attenzione può essere diretta senza spostamento degli occhi — Ci vuole del tempo per disancorarsi dalla posizione precedentemente indicate dal cue. — L’orientamento automatico è indipendentemente dal carico cognitivo (avviene anche se stiamo svolgendo un altro compito) — I tipi di orientamento automatico e volontario si distingue: -Automatico: non può essere interrotto; non dipende dalla probabilità risulti valida; non è soggetto ad interferenza da parte di un compito secondario. -Volontario: può essere interrotto; dipende dalla probabilità di comparsa dello stimolo nella posizione segnalata; la presenza di un compito secondario interferisce con l’orientamento volontario. — Inibizione di ritorno: calcolata in tempo e accuratezza, tempo in aggiunta al fatto di non essere propensi a riesplorare un campo già esplorato e quindi non vedendo dove ci si aspetterebbe lo stimolo si ritorna a cercare dove era già avvenuto precedentemente — Effetti sequenziali: noi apprendiamo in maniera implicita e probabilistica (due volte freccia verso destra e stimolo verso destra, la terza volta mi aspetterò un incongruenza) la sequenza e il contesto sono elementi di apprendimento Attenzione Condivisa L’attenzione non ci limita a fare una sola cosa per volta, spesso riusciamo a fare più cose contemporaneamente -Secondo alcune teorie disponiamo di una certa quantità di risorse attentive: più una certa attività richiede risorse, meno ne rimangono per le altre -Secondo altre teorie, ciascuna modalità sensoriale ha proprie risorse Principi dell’attenzione condivisa — Se due attività insistono sulla stessa modalità/effettore, allora l’interferenza tra le due attività è massima (es. ascoltare radiocronaca mentre qualcuno parla; parlare e mangiare. Si pensi all'ascolto dicotico) — Se due attività NON insistono sulla stessa modalità/effettore, allora l’interferenza è ridotta (es. ascoltare la radiocronaca mentre si osserva una persona che dipinge; parlare e camminare) — Se una attività è super-appresa (correre, guidare, ecc.) richiede meno attenzione. Si dice che tale attività è svolta in modo “automatico” (ma chiedendo ad un corridore quanto fa 13 x 7, rallenterà) molti processi sono inizialmente controllati e possono diventare automatici con la pratica e l’esercizio (Camminare parlare o Guidare e parlare), prima controllati, poi automatici. Basi anatomiche dell’attenzione Allerta o arousal — Quando dobbiamo mantenere l’attenzione su un determinato compito si denota un aumento di attivazione (fMRI) delle regioni parietali e frontali dell’emisfero destro Neurofisiologia dell’attenzione visiva Quando guardiamo un oggetto, le informazioni provenienti dalla corteccia visiva primaria (V1) vengono inviate sia alla corteccia parietale posteriore (PPC) che a quella temporale inferiore (IT) — Il compito della PPC è quello di localizzare spazialmente l’oggetto (via dorsale o del where, corteccia parietale: azione) — Il compito della IT è quello di identificarne la natura (via ventrale o del what, corteccia temporale: percezione) Dalla PPC e dalla IT le informazioni già elaborate raggiungeranno il giro temporale superiore (STG) e la corteccia prefrontale (PFC) dove verranno utilizzate per i processi attentivi Attenzione selettiva 1. Orientamento dell’attenzione verso uno stimolo. Elabora le caratteristiche di localizzazione nello spazio dell’oggetto SISTEMA POSTERIORE (PAS) 2. Designato a controllare quando e come queste caratteristiche saranno utilizzate per la selezione SISTEMA ANTERIORE (AAS) Posner e Petersen ipotizzano che l’attenzione selettiva visiva risulti dall’azione coordinata di due sistemi: — il Sistema attenzionale posteriore (PAS) e — il Sistema attenzionale anteriore (AAS) Negligenza spaziale unilaterale: NEGLET Un deficit dell’attenzione selettiva spaziale dà origine al neglect Insorge solitamente dopo lesione al lobulo parietale inferiore destro e si manifesta come mancata percezione e rappresentazione dello spazio di sinistra (non è legato a difetti al nervo ottico) I sintomi possibili: - perdita di rappresentazioni coscienti nello spazio controlesionale - deficit nell’orientamento dell’attenzione spaziale verso il lato controlesionale - deficit nella programmazione motoria Con uno schiocco è possibile portare la concentrazione a sinistra e percepire esistono inoltre casi di neglet a nell’emisfero opposto ma sono rari CAPITOLO 7 APPRENDIMENTO cambiamento relativamente permanente del comportamento che si verifica in risposta all’esperienza -Capire come si apprende è una delle chiavi per comprendere l’uomo (e l’animale) a differenza di altre specie/manufatti Apprendimento non associativo — Abituazione: diminuzione di una risposta in risposta a uno stimolo — Sensibilizzazione: aumento di una risposta in risposta ad uno stimolo Abituazione Prendiamo una chiocciola. Se battiamo contro la superficie su cui si poggia la chiocciola si ritirerà immediatamente nella conchiglia. Dopo un po’ riemergerà ma tornerà dentro ad un nuovo battito Tuttavia, la ripetizione continua di questo tamburellare a intervalli regolari eliciterà comportamenti di retrazione sempre più brevi, meno intensi e veloci Alla fine, lo stimolo che elicitava una risposta immediata di retrazione non avrà più effetti visibili sulla lumaca L’abituazione tende ad essere stimolo-specifica: la risposta può essere ri-elicitata da un altro stimolo — il fenomeno non è dovuto ad affaticamento dell’effettore. — il fenomeno non è dovuto a cambiamenti dell’attività di neuroni sensoriali: l’abituazione avviene anche applicando una stimolazione elettrica diretta sui nervi motori, bypassando i recettori sensoriali L’abituazione dipende da cambiamenti a livello di neuroni più centrali La funzione dell‘abituazione è adattiva: eliminare risposte non necessarie in un dato, specifico contesto Sensibilizzazione Un effetto opposto alla abituazione: è l’aumento di una risposta in risposta ad uno stimolo. La sensibilizzazione è un modo semplice e veloce per apprendere comportamenti adattivi se anziché tamburellare sul tavolo sottoponessimo la lumaca ad uno stimolo aversivo (es: shock elettrico), il comportamento di ritrazione sarebbe molto più rapido non solo a shock elettrici successivi, ma a qualunque stimolo si presentasse nuovamente (es: tamburellare sul tavolo) Apprendimento associativo Apprendimento relazioni tra eventi (iniziato dalla scuola comportamentista) qualunque comportamento — apprendimento classico può essere ridotto ad un — apprendimento operante apprendimento associativo in qualunque specie Le ricerche più recenti hanno messo in luce come una spiegazione dell’apprendimento associativo nei soli termini stimolo-risposta non è sufficiente -Ciò che già conosciamo influenza l’apprendimento (se suoniamo la chitarra, imparare il pianoforte sarà più veloce) [prospettiva cognitiva]. -Ci sono vincoli biologici che possono favorire l’apprendimento di qualcosa e sfavorire l’apprendimento di qualcos’altro. Condizionamento CLASSICO uno stimolo neutro viene associato ad uno stimolo A seguito di ripetute presentazioni abbinate, la risposta in che naturalmente produce una risposta funzione dello stimolo neutro diventa uguale a quella dello stimolo che produceva la risposta in modo naturale Nel condizionamento classico non si apprende a generare nuove risposte, ma a far si che una risposta (naturale e presente per un certo stimolo) venga prodotta anche in risposta ad uno stimolo che solitamente non elicita quella risposta Durante il condizionamento, lo stimolo neutro deve essere Campanello = stimolo neutro (SN) presentato prima/durante lo stimolo incondizionato perché Cibo = stimolo incondizionato (SI) il condizionamento vada a buon fine Salivazione = risposta incondizionata (RI) — Suono del campanello + Presentazione del cibo Salivazione — Dopo ripetute associazioni campanello + cibo, il cane emette una risposta di salivazione al solo suono del campanello — Abbiamo ottenuto una risposta condizionata, la salivazione al suono del campanello (SC) Luce= stimolo neutro (SN) Scossa elettrica= stimolo incondizionato (SI) Freezing= risposta incondizionata (RI) — luce + scossa — dopo ripetute associazioni luce + scossa il topo si freezzerà in risposta alla luce —abbiamo ottenuto una risposta condizionata, freezing all’attivarsi della luce (SC) -Cosa misura? Un dato osservabile Nel caso cane-salivazione, la quantità di saliva rilasciata dal cane nel tempo che intercorre tra la presentazione di SC e SI Nel caso ratto-freezing la presenza/assenza della risposta di freezing -Fenomeni correlati — estinzione: se lo stimolo incondizionato (SI) viene ripetutamente omesso e si presenta lo stimolo condizionato da solo, la risposta condizionata pian piano si estingue — recupero spontaneo: dopo l’estinzione, se il cane/ratto viene lasciato a riposo e il giorno successivo si ripropone SC, è possibile ri-osservare RC (anche se piccola). A questo punto se si reintroduce l’associazione SI+SC, il cane/ratto ri-apprenderà molto più velocemente rispetto al primo apprendimento [Se non si introduce l'associazione, si attiva l’estinzione] Nei reparti oncologico pediatrici, per alleviare le sofferenze della chemioterapia (SI) che causa malessere (RI) veniva dato ai bambini del gelato (SN) Esperimento di Jim in the office che offre la mentina a Dwight ogni volta che riavvia il suo computer (suono del riavvio) -Caratteristiche — Generalizzazione: la RC non si verifica esclusivamente in risposta a quello specifico stimolo condizionato (quel singolo specifico campanello / quella singola specifica tonalità) ma anche a stimoli simili — Discriminazione: è possibile utilizzare come primo SN1 un certo tono (1000Hz) e come secondo SN2 un tono alternativo (2000Hz) -solamente a SN1 si associa una piccola scossa elettrica, misurando la risposta psicogalvanica (sudorazione) -vedremo RC (aumento della risposta psicogalvanica) solo in funzione di SN1 (SC) — Condizionamento di secondo livello: Se lo SC (il campanello) viene associato ad un ulteriore stimolo (una luce), questo secondo stimolo dopo un po’ diventerà esso stessa SC (osserveremo una RC in risposta alla luce Condizionamento classico e paura Spesso può capitare che uno stimolo doloroso sia preceduto da qualcosa (Il suono del trapano del dentista precede il dolore) Il solo suono diventerà ben presto un SC la cui sola presenza può elicitare una risposta di paura La paura in risposta ad SC può essere anche più grande qualora SC sia un predittore inaffidabile di SI (dolore) [Quando c’è SI c’è sempre SC A volte SC si presenta anche senza da solo] -Rescorla (contiguità temporale vs predicibilità) Investiga su se sia più importante la contiguità temporale (SN e SI vicini nel tempo) oppure la predicibilità di SN (quando c’è SN allora c’è SI) - Gruppo A: ogni volta che c’è SI viene presentato SN, talvolta SN può comparire da solo [SN contiguo e sempre predittore] - Gruppo B: lo SI viene presentato con SN (a volte). Ma a volte appare anche senza [SN contiguo ma non sempre predittore] Il gruppo A mostra condizionamento: è più importante che SN sia predittivo (piuttosto che vicino nel tempo) Se per ogni SN corrisponde uno SI: avviene un condizionamento -ratto in gabbia -ratto in gabbia -presenza di un suono (SN) a volte -non vi è sempre un legame tra SN (suono) e SI (scossa) accompagnato da scossa (SI) -non vi è alcun fattore di predicibilità -il ratto dopo la presentazione del suono si Non impara, resterà continuamente in ansia aspetterà la scossa (reazione di paura, SC) Ha imparato -Associazioni specifiche Un caso particolare: lo star male a causa di cibi o bevande Se mangiamo/beviamo qualcosa che ci fa star male abbiamo una reazione di nausea nei confronti del cibo/bevanda che ci ha fatto star male Non servono “ripetute associazioni”, basta una unica associazione per avere un apprendimento Non serve contiguità temporale: spesso passa molto tempo tra stimolo e reazione — Garcia e Koelling Nella teoria classica del condizionamento, ogni stimolo neutro può diventare stimolo condizionato se opportunamente associato a - Se proviamo nausea la associeremo con facilità a qualcosa che uno stimolo incondizionato: abbiamo ingerito (e non a qualcosa che abbiamo visto o udito) L’esperimento di Garcia e Koelling dimostra - Se proviamo paura la associeremo con facilità a qualcosa che invece come certe associazioni si creino abbiamo visto o udito (e non a qualcosa che abbiamo ingerito) facilmente mentre altre non si creino affatto — Un gruppo di ratti viene lasciato in un ambiente con — Successivamente, i ratti vengono divisi in due sorgenti d’acqua - Gruppo nausea: i ratti vengono sottoposti a raggi X - Acqua con saccarosio (dolce) (che causano nausea) mentre bevono acqua dolce - Acqua che, quando bevuta, accende luci e fa rumore psichedelica (acqua dolce + luce e suono) (acqua “psichedelica”) - Gruppo paura: i ratti vengono sottoposti a scossa Ai ratti piace sia l’acqua dolce che l’acqua psichedelica e ne elettrica mentre bevono acqua dolce psichedelica bevono circa in pari quantità (acqua dolce + luce e suono) Dopo il condizionamento, i ratti vengono messi in un ambiente dove possono nuovamente bere da una fontanella di acqua dolce (riconosciuta dall’odore), oppure da una fontanella di acqua psichedelica — I ratti sottoposti ai raggi X (nausea) evitano l’acqua dolce e bevono l’acqua psichedelica tanto quanto prima del trattamento. I ratti sottoposti ai raggi X (nausea) associano la nausea provata con qualcosa che hanno ingerito (sapore dolce) — I ratti sottoposti a scossa (paura) evitano l’acqua psichedelica e bevono l’acqua dolce tanto quanto prima del trattamento. I ratti sottoposti a scossa (paura) associano la paura provata con gli eventi associati al bere (la luce, il suono) gli SC appropriati per certe risposte sono specie-specifici Condizionamento classico irl I sintomi di astinenza dei tossicodipendenti sono più forti quanto il contesto in cui si trovano è associato all’assunzione della sostanza (non fumare per due ore al bar per un fumatore è difficile; non fumare per due ore in aereo è facile) Il condizionamento funziona sulla risposta immunitaria (es: il gusto di farmaci che alterano la risposta immunitaria può diventare uno SC per la stessa variazione della risposta immunitaria) Terapia dell’esposizione (per generare l’estinzione) come soluzione all’evitamento: al piccolo Albert sarebbe stato sufficiente continuare a dare SC (i pelouche) senza più presentargli il suono forte e spaventoso Una singola esposizione, se lo stimolo è particolarmente intenso, è sufficiente per creare un apprendimento condizionato: ansia e fobie condizionate possono instaurarsi in seguito a una singola associazione tra SN e SI Condizionamento OPERANTE il risultato del condizionamento è una azione anche complessa (e non una semplice “reazione/riflesso”) - Per quello viene definito “operante”: il soggetto condizionato fa qualcosa Gli studi sul condizionamento operante si poggiano sulle prime scoperte de “la legge dell’effetto” Legge dell’effetto (1898) Thorndike studia l’apprendimento nei gatti chiudendone uno in gabbia Scopre che l’apprendimento avviene per prove ed errori: il gatto dopo una serie di tentativi casuali, arriva ad aprire la gabbia. C’è poca “intelligenza” in tale comportamento: la risposta “buona” viene semplicemente selezionata tra tante possibili Tuttavia, perché il comportamento si mantenga è necessario l’effetto (cibo): Se l’effetto dell’azione è positivo, l’azione ha possibilità di essere imparata, messa in atto e ricordata (Se fuori dalla gabbia dello stesso gatto viene posto del cibo, questo uscirà più velocemente della pima fuga) Puzzle box, Thorndike Skinner box Skinner propone una versione semplificata della puzzle box di Thorndike, (misura la frequenza di risposta, non più la latenza di risposta) Messo dentro la gabbia l’animale (piccione) esplorerà e produrrà comportamenti casuali Lo sperimentatore può decidere di selezionare un particolare comportamento e fare in modo che sia ripetuto (oppure eliminato) facendo il modo che l’emissione del comportamento sia associata ad una conseguenza. — Voglio che il piccione becchi un certo luogo della gabbia: appena lo becca becca, l’azione viene fatta seguire a della presentazione di cibo. — Oppure voglio che il piccione non becchi: appena becca, viene fatta seguire da una scossa Rinforzo: evento che segue un comportamento e che provoca aumento della probabilità di emissione di quel comportamento Punizione: evento che segue un comportamento provoca la diminuzione della probabilità di emissione di quel comportamento -Rinforzo positivo: la probabilità di un -Rinforzo negativo: la probabilità di un comportamento si comportamento si incrementa poiché ne consegue incrementa poiché si evita un evento spiacevole un evento piacevole - Finita la cena sparecchio [comportamento] la tavola così evito - Studio e prendo un bel voto [comportamento] mi le lamentele di mia mamma [evento spiacevole] fanno un sacco di complimenti [evento piacevole] - Nelle auto, quel suono [evento spiacevole] che non si Successivamente, studio con più assiduità interrompe fino a che non mettiamo le cinture [comportamento] Punizione positiva: diminuisce la probabilità di un comportamento poiché si evita un evento spiacevole - Il prof. vi mette in imbarazzo [evento spiacevole] dopo che avete fatto una domanda in aula [comportamento]. La mia propensione a fare domande in aula diminuirà Punizione negativa: diminuisce la probabilità di un comportamento poiché si sottrae un evento piacevole - Il bambino fa i capricci [comportamento] e i genitori decidono di non dargli il suo giocattolo preferito [evento piacevole] -Generalizzazione e discriminazione Come nel condizionamento classico, se una certa azione viene rinforzata, si aumentano le probabilità che il soggetto produca azioni simili - Se vostra madre vi loda perché sparecchiate la tavola, è possibile che cominciate anche a mettere in ordine la camera (generalizzazione) - Però, se mettete in ordine la “sacra collezione di fumetti di vostro padre”, è possibile che non riceviate alcun rinforzo e che impariate che il rinforzo è azionespecifico (discriminazione) -Modellaggio Spesso il comportamento che si vuole ottenere è complesso Per condizionarlo, si può rinforzarelo “passo passo”, portando es. per insegnare al cane a portarci le ciabatte, prima va piano piano il soggetto a produrre spontaneamente il rinforzato quando ci si avvicina, poi quando ci gioca, poi comportamento complesso quando le prende in bocca, poi quando le porta -Rinforzi condizionati (secondari) Nei paradigmi classici, il rinforzo soddisfa sempre un bisogno primario (es. cibo) Ma il comportamento si può osservare e mantenere anche grazie ai rinforzi condizionati (o secondari) Se il cibo (rinforzo primario) viene associato ad uno stimolo (es. una luce) dopo un po’ il soggetto agisce anche se rinforzato con la sola luce (rinforzo secondario condizionato) es. -Rinforzo un comportamento di un bambino con un ovetto kinder (rinforzo primario) ma associo sempre una lode all’ovetto -Estinguo il comportamento (non rinforzando più con l’ovetto) -Se la lode viene riassociata a comportamento, il bambino tenderà a rimettere in atto quel comportamento (anche senza ricevere l’ovetto) -La lode è diventata uno rinforzo condizionato -Programmi di rinforzo Non è necessario che il rinforzo si verifichi in ogni azione Esistono molti studi sul rinforzo dato occasionalmente [rinforzo parziale] In generale: il rinforzo parziale è uno stratagemma molto efficace per fortificare la produzione di un certo comportamento. Le azioni apprese con rinforzo parziale si estinguono più lentamente es. Piccioni condizionati a beccare la leva per ricevere cibo, beccavano fino a 6000 volte l’ora (più di 1 beccata/sec) per ottenere il cibo quando questo veniva dato ogni c.a. 5 minuti — Rapporto Fisso: rinforzo dopo N azioni — Rapporto Variabile: rinforzo dopo in media N azioni — Intervallo Fisso: rinforzo dopo T tempo — Intervallo Variabile: rinforzo dopo in media T tempo (Slot machines) es. rapporti amorosi: -dopo una rottura, il partner tronca in maniera definitiva (estinzione del comportamento) -uno schema variabile, tira e molla, esse Condizionamento aversivo riduzione dell’emissione di un comportamento tramite una punizione - Comportamento da ridurre: alta velocità di guida; La punizione può ridurre il comportamento, tuttavia punizione: dare una multa per eccesso di velocità nell’essere umano, non ha sempre effetti predicibili — Nel rinforzo positivo, la ricompensa ci spiega chiaramente cose dobbiamo rifare. Per contro, la punizione ci dice solo “smetti di fare questo” ma non ci suggerisce come dobbiamo comportarci. Il soggetto potrebbe produrne uno nuovo ancora peggiore di quello estinto — Quindi, per essere maggiormente efficace, una punizione deve essere associata a rinforzi positivi diretti verso un comportamento desiderato Es. Punire un bambino per una certa azione estingue il comportamento, ma congiuntamente è meglio offrire un comportamento alternativo (da rinforzare positivamente) -Risposta di fuga -Risposta di evitamento evito una situazione spiacevole metto in atto un comportamento per evitare che si sta verificando preventivamente una situazione spiacevole impedisce di valutare se l'evento che volevamo evitare si sia verificato o meno (mancare il feedback sull’effetto della propria azione) — Mettiamo il ratto a sx e lo condizioniamo: l’accensione della luce (SN) si associa dopo qualche secondo ad una scossa (SI) e il ratto si muove da sx a dx (RI) — Dopo un po’ il ratto si muove da sx a dx (RC) alla sola accensione della luce (SC) Il ratto ha appreso la risposta di fuga alla comparsa della luce, uno schema tipico del condizionamento classico — Se non associassimo più la scossa alla luce, la risposta condizionata dovrebbe estinguersi, ma l’estinzione non si verifica: ogni volta che accendiamo la luce il ratto si sposta nella parte non elettrificata della gabbia Il ratto ha appreso una risposta di evitamento La risposta di evitamento è un tipico schema di condizionamento operante: l’animale ha imparato che fuggire [comportamento] riduce la paura di ricevere la scossa [rinforzo negativo] — L’evitamento è difficile da disimparare e si verifica anche se l’evento che si voleva evitare (es. la scossa) non si verifica più Es — Uno studente sviluppa ansia da esame perché ha avuto brutte esperienze con i primi esami — Lo studente riduce la risposta condizionata (ansia da esame) decidendo di NON andare a fare l’esame [risposta di evitamento]: non è detto che lo studente abbia una ulteriore esperienza negativa qualora affrontasse l’esame -Fattori cognitivi condizionamento operante come nel condizionamento classico, nell’operante, perché il condizionamento si verifichi è necessario che il soggetto esperisca la relazione causa-effetto tra la propria azione e le conseguenze che ne derivano (rinforzo), altrimenti il comportamento non si apprende L’esperimento di Maier e Seligman (1976) investiga quanto sia necessario percepire una relazione “causa-effetto” per apprendere un comportamento e generalizzarlo in altri contesti Fenomeno dell’impotenza appresa — Fase 1: due ratti, gabbia elettrificata e interruttore-leva — Fase 2: I ratti vengono spostati in una shuttle box che interrompe la scossa funzionante solo per il ratto di sx dove l’accensione di una luce viene seguita da una [Ratto sx impara a premere la leva, ratto dx non impara] scossa, spostandosi possono evitarla [Ratto sx impara, ratto dx non impara] In generale, perché si apprenda un comportamento è necessario che si esperisca la contingenza tra comportamento messo in atto e rinforzo che ne consegue. Se tale contingenza non viene esperita, non si apprende. E’ possibile anche esperire contingenze fasulle (es. vinco al gioco, sono bravo e ne ero consapevole; perdo al gioco, è stata sfortuna/un caso) -Fattori biologici Se condizioniamo un piccione a sbattere le ali (o beccare) e usiamo come rinforzo una scossa (o cibo) si scopre che: - Impara più velocemente a beccare quando rinforzato con il cibo - Impara più velocemente a sbattere le ali quanto rinforzato con la scossa Beccare è “naturalmente” associato al cibo e battere le ali (es. per prendere il volo) è naturalmente associato ad uno stimolo aversivo Alcune associazioni sono più facili da imparare seguendo i vincoli biologici, non è impossibile insegnare a sbattere le ali tramite il rinforzo del cibo ma sarà un processo più lento -Credenze preesistenti Il condizionamento (classico o operante) si verifica perché guidato dall’ambiente: l’osservazione di relazioni causa effetto nell’ambiente ci porta ad apprendere determinati comportamenti Tuttavia, gli apprendimenti sono facilitati in funzione delle nostre credenze preesistenti: – è più facile apprendere relazioni ritenute probabili o plausibili (pressione pulsante -> luce) che apprendere relazioni ritenute improbabili o implausibili (pressione pulsante -> acqua dal rubinetto) Questo dimostra un processo “dall’alto verso il basso” che opera negli apprendimenti: la conoscenza preesistente può determinare la velocità e il successo di alcuni specifici apprendimenti ALTRI Apprendimenti apprendimento osservativo Spesso possiamo apprendere guardando altri mentre compiono alcune azioni: chi compie il comportamento che stiamo osservando diventa un modello L'apprendimento osservativo sembrerebbe verificarsi senza rinforzo Tuttavia, dal punto di vista comportamentista, si apprende poiché si intuisce che mettendo in atto lo stesso comportamento si riceverà lo stesso rinforzo Es. Bandura, fa osservare a dei bambini degli adulti che giocano con un pupazzo (oppure picchiano un pupazzo). I bambini che vedono gli adulti giocare col pupazzo ci giocano mentre i bambini che hanno visto picchiare il pupazzo, lo picchieranno L’apprendimento osservativo richiede una elaborazione cognitiva di quanto osserviamo (es. dobbiamo essere in grado di immaginare cosa succederà quando una certa azione viene compiuta) Secondo Bandura, perché si verifichi apprendimento osservativo è importante credere nell’efficacia personale: – Credere che sia possibile riuscire a “fare altrettanto” Se non si crede di avere la capacità di realizzare un certo comportamento, l’apprendimento osservativo non si verificherà apprendimento latente di Tolman si può imparare anche senza rinforzo (latentemente) Tre gruppi di ratti che imparano un labirinto: - Gruppo verde viene rinforzato - Gruppo blu non viene rinforzato - Gruppo rosso viene rinforzato dopo un certo tempo Il miglioramento rapido dei rossi indica che avevano imparato qualcosa anche quando non erano rinforzati: il rinforzo ha semplicemente accelerato l’apprendimento “mappe mentali” insight Secondo il paradigma del condizionamento operante, l’apprendimento avviene progressivamente Kohler osserva invece l’apprendimento per insight la soluzione di un problema non è un processo graduale per prove ed errori ma è improvvisa Secondo Kohler, l’insight si verifica quando riorganizziamo il campo fenomenico in un modo differente rispetto a quello iniziale Candela di Dunker Unisci tutti i puntini con 4 linee continue I Improvvisamene si immagina che la scatola possa Improvvisamente subentra una nuova visione spaziale diventare una mensola CAPITOLO 8 MEMORIA L’84% delle condanne ingiuste si basa sull’errata identificazione da parte di un testimone o della vittima Per arrivare a una memorizzazione è necessario passare attraverso i processi attentavi ATTENZIONE: capacità di selezionare le informazioni rilevanti ed inibire i distrattori APPRENDIMENTO: processo attraverso il quale gli individui acquisiscono conoscenze relative al mondo circostante. si manifesta attraverso cambiamenti adattativi del comportamento individuale in seguito all’esperienza MEMORIA: capacità d’immagazzinare informazioni alle quali attingere Sono manifestazioni di plasticità neuronale in caso di necessità, la ritenzione delle conoscenze acquisite in modo che possano essere successivamente utilizzate. La memoria é il processo coinvolto nella ritenzione, recupero ed utilizzo delle informazioni riguardanti gli stimoli, le immagini, gli eventi, le idee e le competenze una volta che l’informazione originaria non é piú presente È attiva ogni volta che una qualche esperienza passata o presente produce un effetto sul modo in cui pensiamo o ci comportiamo ora o nel futuro Tre stadi della memoria I magazzini della memoria Tipo di informazione — codifica — sensoriale — memoria dichiarativa (esplicita) — immagazzinamento — a breve termine — memoria non dichiarativa (implicita) — recupero — a lungo termine STADI di memoria (Processi automatici messi in atto durante il processo di memorizzazione) es riconoscere e ricordarsi di una nuova persona Fase di codifica Acquisizione dell’informazione, comprendere l’elaborazione / trasduzione sensoriale (presto attenzione al nome e al volto nuovo) Fornire alle informazioni ottenute tramite i sensi (vista, suoni ecc) una forma utilizzabile dal cervello. — Trasduzione= l’insieme delle operazioni mentali che si eseguono sulle informazioni per convertirle in una forma utilizzabile nei sistemi di immagazzinamento del cervello Fase di consolidamento Mantenimento o nel tempo delle informazioni immagazzinate (effettiva memorizzazione delle informazioni acquisite) Fase di recupero L’informazione viene ritrovata e rielaborata nel momento del bisogno (quando rincontrerò quella persona saprò chi è) La memoria può fallire in ognuno dei tre stadi Tramite PET (monitorata l’azione di un liquido iniettato che si sposterà nelle aree del cervello che si attivano maggiormente dato un determinato svolgimento di un compito) si è scoperto che — durante la codifica la maggior parte delle aree celebrali attivate si trova nell’emisfero sinistro — durante il recupero la maggior parte delle aree celebrali attivate si trova nell’emisfero destro L’idea dei tre stati è figlia dell’analogia uomo-computer Tale analogia sembra avere un “supporto neurale”: ci sono parti differenti del cervello che si occupano di codifica e recupero — Modello dell’elaborazione delle informazioni Si focalizza sul modo in cui le informazioni vengono gestite e implica una sequenza i eventi (codifica - immagazzinamento - recupero) — Modello dell’elaborazione distribuita in parallelo considerano la memoria un processo simultaneo in cui la creazione e l’immagazzinamento dei ricordi ha luogo attraverso una serie di reti neurali distribuite nel cervello — Modello dei livelli di elaborazione Più la codifica è profonda migliore sarà il ricordo (utilizzo di mappe concettuali nello studio) MAGAZZINI della memoria Atkinson e Shiffrin nel 1968 postularono l’esistenza di 3 tipi diversi di memoria: – magazzino sensoriale – magazzino a breve termine – magazzino a lungo termine (Differiscono per competenza temporale) Magazzino sensoriale= registrazione dell’informazione sensoriale attraverso gli organi di senso — info visive: decimi di secondo — info uditive: fino a qualche secondo Magazzino a breve termine= elabora le informazioni sensoriali a cui abbiamo prestato attenzione (volontaria o meno) — durata da secondi a qualche minuto (con la reiterazione può aumentare) —capacità si aggira a 7+— 2 Magazzino a lungo termine = preserva le informazioni acquisite che possono essere recuperate ed utilizzate —illimitata (operando modifiche alcune informazioni si perdono nel tempo) MEMORIA SENSORIALE Memoria sensoriale ecoica (uditiva) Si è concentrati suonando uno strumento o giocando a un videogioco e si viene chiamati da qualcuno occorrono alcuni secondi per capire: che è stato detto qualcosa — che poteva essere importante — che è necessario ricordarsi cosa si è sentito Memoria iconica (visiva) [Memoria fotografica, edietica] La capacità di accedere per un lungo periodo a memorie visive —