Psicologia Generale Modulo B - Appunti PDF

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ResplendentCarnelian3537

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Università di Padova

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sensazione percezione psicofisica psicologia

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These notes cover the distinction between sensation and perception in psychology. They detail the biological and psychological aspects of these processes, including the role of sensory organs and brain activation. The notes also discuss various methods for measuring sensory thresholds, such as the method of limits, constant stimuli, and adjustment. The concept of signal detection theory, and how it relates to distinguishing signal from noise is also addressed. Finally, the notes describe the process of sensory coding, including intensity and quality of signals.

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Distinzione tra sensazione e percezione Sensazione: si riferisce a una esperienza grezza, che non ha un determinato significato. Semplicemente rilevare dei cambiamenti che avvengono in particolare nei nostri organi di senso. (la vista può rilevare un grande oggetto rosso) - Livello psicologico:...

Distinzione tra sensazione e percezione Sensazione: si riferisce a una esperienza grezza, che non ha un determinato significato. Semplicemente rilevare dei cambiamenti che avvengono in particolare nei nostri organi di senso. (la vista può rilevare un grande oggetto rosso) - Livello psicologico: rilevazione di cambiamento nel proprio stato fisico - Livello biologico: attivazione organi di senso, che devono rilevare questa informazione e tradurla in impulso nervoso trasmesso da neurone a neurone verso il nostro cervello. Percezione: esperienza più complessa, che integra tutte queste sensazioni differenti per creare un'esperienza dotata di significato. - Livello psicologico: esperienza di tipo integrato di tutte le informazioni rilevate dai nostri organi di senso - Livello biologico: Attivazione di network cerebrali più complessi che coinvolgono vaste aree cerebrali Serie di meccanismi che ci permettono di integrare queste informazioni anche con la nostra esperienza. Percetto: esperienza percettiva che funge da risultato dell’elaborazione di queste sensazioni. La relazione tra sentire e percepire non è unidirezionale ma ci sono una serie di processi che lavorano in maniera dinamica e che permettono rapidamente di ridefinire quella che è anche la risposta primaria cerebrale. d I sistemi sensoriali dell’uomo e di quasi tutte le specie animali hanno potenzialità limitate. Questi limiti però sono ciò che distinguono le diverse specie. - Alcune specie di farfalle percepiscono colori a frequenze ultraviolette mentre noi non percepiamo queste onde come gli - I delfini sono in grado di sentire suoni a frequenze molto alte - I serpenti sembrano essere dotati di «visione termica» Probabilmente evoluti in questo modo per rispondere meglio alle esigenze di sopravvivenza di ogni singola specie in base alle possibilità offerte dall’ambiente. Ad ogni stimolo corrisponde una sensazione, una risposta dell’organo di senso stimolato. Più è intenso lo stimolo maggiore è la risposta. Psicofisica: disciplina che studia la relazione tra un evento fisico e la corrispondente sensazione (evento psicologico). - Soglia assoluta: intensità minima o massima di uno stimolo in funzione della modalità sensoriale. - Soglia differenziale: nostra capacità di discriminare l’intensità di due stimoli differenti. Possono variare in funzione della modalità sensoriale. Misurazione della soglia - Metodo dei limiti Soglia assoluta (prove come quella del quadrato grigio). L’ordine di presentazione degli stimoli influenza la nostra capacità di percepirli. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Le sensazioni non sono un fenomeno o tutto o niente. Se ripetessimo il test probabilmente il risultato non sarebbe lo stesso. Presento gli stimoli in ordine crescente più e più volte fino a quando il soggetto è in grado di rilevare lo stimolo e decrescente fino a quando non è più in grado di rilevarlo. La soglia è il valore medio delle soglie ottenute. Metodo semplice ma non molto preciso. - Metodo degli stimoli costanti Presento gli stimoli ciascuno più volte in ordine casuale e la soglia è il valore in cui un individuo risponde sì il 50% delle volte. Se il partecipante non risponde per nessun livello di intensità il 50 % delle volte sì? Si utilizza la funzione psicometrica che varia in funzione di quelle che sono le esigenze dello sperimentatore, generalmente sono funzioni matematiche che Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ permettono di stimare l’intensità dello stimolo ipoteticamente rilevata dal partecipante nel 50 % dei casi. - Aggiustamento A partire da uno stimolo di una certa intensità si chiede al partecipante di ridurre o aumentare l’intensità dello stimolo: Se l’intensità iniziale è molto alta, si chiede di ridurre l’intensità fino ad arrivare ad uno stimolo non più rilevabile Se l’intensità iniziale non è rilevabile si chiede di aumentare l’intensità fino ad arrivare ad uno stimolo rilevabile. Misura risposta sensoriale: per misurare l’intensità di una nostra risposta in funzione di uno stimolo. - Stima di grandezze Si presentano stimoli di intensità variabile e si chiede al partecipante di indicare con un valore (che può essere arbitrario) l’intensità di ogni stimolo. Soglia differenziale La più piccola differenza di intensità tra due stimoli in grado di essere rilevata dai nostri sistemi sensoriali. Uno stimolo può essere percepito in varie dimensioni - Suono: intensità, frequenza - Luce: intensità, colore Misurazione della soglia differenziale: Just noticeable difference che dipende dall’intensità assoluta degli stimoli. Gli stimoli più piccoli vengono percepiti come diversi se presentano maggiore differenza tra loro. Scoprì che la differenza minima percepita (𝚫 𝑰 ) dipende dall’intensità degli stimoli ( 𝑰 ): all’aumentare dell’intensità aumenta la differenza minima percepita, ovvero serve una differenza maggiore per discriminare stimoli molto intensi rispetto a stimoli meno intensi. Costante K proporzionale calcolata a partire dal rapporto tra la differenza minima percepita e l’intensità dello stimolo. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Legge di fechner Gustav Fechner è considerato il fondatore della psicofisica. Formula matematicamente la relazione tra mente e corpo: la jnd è l’unita di misura dell’ampiezza delle sensazioni, all’aumentare dell’intensità dello stimolo, la sensazione corrispondente ha un incremento di tipo logaritmico. Legge di stevens Stanley smith Stevens rivisita la legge di weber-fechner che non riusciva era efficace in esperimenti dove venivano presentati stimoli molto grandi, rivisita a lungo le sensazioni soprasoglia. Metodo: stima delle grandezze Notò the le relazioni psicofisiche sono meglio descritte da una funzione di potenza : in alcuni casi, l’ampiezza delle sensazioni si comprime all’aumentare dell’intensità dello stimolo (es. luminosità), in altri casi si espande (es. scossa elettrica o calore, stimoli che magari sono dannosi). 𝒔=𝒄𝑰 𝒓 Esponente oscilla tra 0 e 1 Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ In base alla natura dello stimolo lo percepiamo in maniera diversa, siamo più sensibili per alcuni stimoli piuttosto che per altri. Teoria della detezione del segnale Nella quotidianità riceviamo stimoli che non sono mai soli, ma accompagnati sempre da altri stimoli irrilevanti di altra natura (rumore) che interferiscono con la nostra capacità di percepire lo stimolo di interesse. La Signal Detection Theory 1964 Permette di distinguere sensibilità (accuratezza nel discriminare il segnale dal rumore) e il bias di risposta: propensione a rispondere di non aver rilevato il segnale (criterio più cauto) o propensione a rispondere di aver rilevato il segnale (criterio più azzardato). Esempio: immaginate di essere a casa, e nell’appartamento accanto stanno facendo dei lavori di ristrutturazione molto rumorosi. Vi viene chiesto di indicare varie volte (ad esempio, ogni minuto) se avete sentito il telefono squillare nella stanza accanto. Il rumore è sempre presente, mentre il telefono a volte suona e a volte no. La vostra risposta può essere: → corretta: rispondete SI quando il telefono squillava (successo) → corretta: rispondete NO quando il telefono non ha squillato (rifiuto corretto) → errata: rispondete SI quando il telefono non ha squillato (falso allarme) → errata: rispondete NO quando il telefono in realtà squillava (omissione) Possiamo misurare il criterio di giudizio di un individuo: più cauto o più azzardato. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Criterio più cauto: tendo di meno a rispondere di sì, avrò meno successi ma anche meno fallimenti. Ma anche la sensibilità. Più sono vicine le curve, più sarà difficile per me discriminare segnale e rumore. Più sono lontane, più sarà facile rispondere correttamente. Risposta sensoriale: quando si attivano i nostri organi di senso Numero di casi: numero di osservazioni Se risponde sì: Se risponde no: Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Processi sensoriali Studiare capitolo 4 manuale Sensazioni: Attraverso interazione con l’ambiente, i processi sensoriali permettono di fare esperienza del mondo esterno e di creare rappresentazioni della realtà. I sistemi sensoriali funzionano per mezzo di strutture e processi fisiologici che permettono di rilevare cambiamenti di stato. Come? Trasduzione del segnale: processo in cui uno stimolo esterno viene tradotto in risposta neurale (impulso nervoso). L’energia di uno stimolo viene rilevata da strutture nervose specializzate che la traducono in un segnale elettrico (potenziale d’azione). Queste strutture sono i recettori sensoriali. Stimolo (immagine) → organo di senso (occhio) → fotorecettore → cellula bipolare → cellula gangliare → potenziale d’azione trasportato alla corteccia cerebrale. Potenziale d’azione ?????????????????????????????? (capitolo 2 del manuale, pagine 38-41) Molti studi sono stati condotti tramite la registrazione elettrofisiologica: elettrodi impiantati nel cervello del topo vanno a registrare l’attività di un determinato neurone. Viene presentato un certo tipo di stimolo e rilevata l’attività neurale. Le tecniche che ci permetto di fare ricerche riguardo l’attività cerebrale sono ricerche di neuroimaging. Modalità sensoriale: proviamo diversi tipi di sensazioni perchè ogni recettore è in grado di rilevare una specifica forma di energia. Codifica dell’intensità del segnale: registrazione elettrofisiologica Studi condotti tramite L’intensità del segnale può essere stimata a partire dalla misurazione di alcuni parametri della scarica neurale: - Frequenza: impulsi elettrici più frequenti in funzione dell’intensità dello stimolo - Quantità di neuroni attivi: all’ aumentare dell’intensità dello stimolo aumenta il numero di neuroni in cui si registrano impulsi elettrici La qualità del segnale può essere rilevata a vari livelli: Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ - Specifiche vie nervose : lo stimolo arriva al cervello attraverso percorsi dedicati in funzione della natura del segnale (neuroni che rispondono solo a un tipo di stimolo, per un fascio di luce rispondono solo cellule legate alla vista) - Specificità neurale : all’interno di una stessa modalità sensoriale, un neurone potrebbe essere programmato a rispondere ad un certo tipo di stimolo (es. dolce) ma non ad altri tipi di stimolo - Pattern di scarica: un neurone risponde preferenzialmente ad un certo tipo di stimolo, ma risponde in misura inferiore anche ad altri stimoli Il nostro cervello organizza una serie di informazioni creandosi delle mappe. Prima scoperta: Penfield Esperimenti con pazienti che dovevano essere operati, con un elettrodo stimolava la corteccia somatosensoriale (parte anteriore lobi parietali) area coinvolta e specifica per tutto ciò che riguarda esperienze di tipo tattile. Con l’elettrodo venivano stimolati una serie di punti lungo questa corteccia, i pazienti riportavano di sentire un formicolio di volta in volta in parti del corpo diverse. Viene delineata una mappa: Mano e bocca più grandi → ci sono parti del corpo che sono più sensibili. Coinvolgono un'area più vasta, più neuroni. Rappresentazione somatotopica. Sensoriale: mappa sensazioni. I neuroni che si attivano in seguito alla ricezione dello stimolo → formicolio in parte del corpo associata, risposta sensoriale. Motorio: seconda parte del cervello, in seguito a stimolazione data parte della corteccia → riposta motoria. Visione Capitolo 4 manuale Luce La luce è una forma di radiazione elettromagnetica che viaggia, sotto forma di onda, a una velocità di circa 300.000 Km/s. Non tutto lo spettro elettromagnetico è visibile all’occhio umano. Lo spettro visibile comprende tutte le lunghezze d’onda che variano dal violetto al rosso. Lo spettro visibile è solo una piccola porzione del range di lunghezze d’onda esistenti, e altre specie animali possono vedere lunghezze d’onda (ultravioletto o infrarosso) che noi non possiamo vedere. La luce si propaga attraverso oscillazioni sincronizzate (onde) che variano in ampiezza e lunghezza. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Maggiore quantità di luce → varia ampiezza → sensazioni differenti Il variare di questi parametri comporta un variare delle nostre percezioni. La luce entra in contatto con i nostri occhi che sono in grado di rilevare: → lunghezza d’onda: a diverse lunghezze d’onda corrispondono colori differenti → quantità di luce: un colore può essere determinato da variabile quantità di luce (ampiezza della lunghezza d’onda) → purezza: numero e tipo di lunghezze d’onda diverse che compongono il colore Tre parametri del colore: 1. Tinta 2. Luminosità 3. Saturazione Occhio La trasduzione avviene nella retina. Parte che comprende i fotorecettori e le cellule neurali che poi mandano le informazioni al cervello. L’informazione alla retina arriva molto nitida in quello che è il punto di fissazione e molto sfocata per tutto ciò che sta attorno, capovolta. Passa prima per tutte le componenti dell’occhio: 1. cornea, E’ una superficie trasparente, che permette il passaggio della luce a parti più interne dell’occhio. 2. Umor acqueo, liquido salino che si trova tra la cornea e il cristallino. Ha una funzione nutritiva (trasporta nutrimento per i tessuti adiacenti). 3. cristallino (messa a fuoco, lente naturale che modifica la sua inclinazione in funzione della distanza che stiamo osservando = accomodazione, se è vicino aumenta la curvatura, se è lontana si appiattisce). Problemi col cristallino: Grandezza o forma del bulbo oculare o età → il cristallino non è in grado di compensare, non è in grado di mettere a fuoco (miopia, ipermetropia) Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ 4. iride , muscolo a forma di anello colorato. 5. Pupilla, apertura al centro dell’iride. Le dimensioni della pupilla sono determinate dall’iride per permettere ad una quantità di luce ottimale di raggiungere la retina. In presenza di poca luce si dilata, aumenta la nostra sensibilità. 6. Umor vitreo, Liquido gelatinoso e trasparente tra il cristallino e la retina. Ha funzione di trasportare il nutrimento alla retina, e di tenere coesa la struttura delle varie parti del bulbo oculare. 7. Retina , membrana fotosensibile, in cui si trovano i fotorecettori. Ricopre la superficie interna e posteriore del bulbo oculare. E’ organizzata in strati di cellule che trasmettono l’informazione al cervello: i fotorecettori si trovano nello strato più interno, ma sono i primi a ricevere l’informazione. Fotorecettori: - Coni: più corti, meno numerosi, concentrati nella parte centrale della retina (fovea). Ci permettono di vedere i colori. - sensibili (perchè ogni cono è connesso a un’unica cellula gangliare) Nelle connessioni tipiche dei coni, la luce debole non riesce ad innescare una variazione nella frequenza di potenziali d’azione nella cellula gangliare. Poiché i coni sono maggiormente concentrati nella fovea, questo spiega anche perché in fovea abbiamo una migliore risoluzione a fronte di una minore sensibilità alla luce, e viceversa in periferia abbiamo una minore risoluzione a fronte di una maggiore sensibilità. - Bastoncelli: dalla forma allungata, molto numerosi, concentrati nelle zone periferiche della retina. Ci permettono di vedere al buio. Sensibili a piccole quantità di luce (ogni bastoncello trasmette l’informazione a + cellule gangliari) Hanno un segmento esterno + lungo, maggiore probabilità di intercettare un fotone. Nelle connessioni tipiche dei bastoncelli le deboli variazioni di potenziale di membrana di più bastoncelli si sommano e generano potenziali d’azione nella cellula gangliare. Producono entrambi fotopigmenti, sostanze chimiche che assorbono la luce, la quantità prodotta varia in base a una serie di parametri (quando c’è poca luce aumenta, per garantire una maggiore sensibilità). Innesca il processo che genera l’impulso nervoso. Parte centrale retina: Macula Parte centrale della Macula: Fovea. L’immagine messa a fuoco viene proiettata nella fovea. Nella fovea si trovano il maggior numero di recettori (principalmente coni). Permette di vedere i dettagli di un’immagine ad alta risoluzione. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Gli assoni escono dalla macchia cieca, punto dove non ci sono fotorecettori. La macchia cieca parte della retina in cui gli assoni delle cellule gangliari si incontrano e formano il nervo ottico. In questa zona non ci sono recettori. Per questo motivo le parti di immagine che cadono in questo punto non possono essere viste. Adattamento: Quando passiamo da un ambiente molto illuminato ad un ambiente poco illuminato abbiamo bisogno di qualche minuto per tornare a vedere. I nostri occhi si adattano al buio: - La pupilla si dilata per far entrare più luce - La quantità di fotopigmenti nei fotorecettori aumenta e quindi aumenta la sensibilità alla luce. Immaginate di venire esposti ad uno stimolo molto luminoso e subito dopo ad una condizione di scarsa luminosità: La visione migliora considerevolmente durante i primi 5 10 minuti poiché i coni si adattano velocemente. Tuttavia il l’adattamento dei coni raggiunge presto il suo limite (la loro soglia è comunque relativamente alta ovvero rispondono meno in condizioni di scarsa illuminazione rispetto ai bastoncelli). Un’ulteriore miglioramento della visione è dovuto all’adattamento dei bastoncelli che è più lento ovvero inizia un po’ dopo rispetto all’adattamento dei coni ma è permette di rilevare quantità molto più piccole di luce. Acuità visiva (sensibilità di un occhio ai dettagli di un’immagine permettendoci di rilevare le forme): - Acuità di visibilità Grandezza immagine sulla retina per poter essere rilevata. - Acuità morfoscopica Capacità di riconoscere un simbolo - Acuità di risoluzione Quanto devono essere separate due linee per essere percepite come distinte.? - Acuità di localizzazione Quanto devono essere disallineate due linee per essere percepite come distinte? I contrasti di luminosità all’interno di un determinato stimolo visivo. Fenomeno inibizione laterale Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Le nostre cellule gangliari nella fovea non solo si attivano quando ricevono un segnale e lo trasmettono, ma inibiscono anche l’attività delle cellule adiacenti. Non esistono recettori specifici per ogni colore che rileviamo ma esistono tre tipi di coni, ognuno dei quali corrisponde a lunghezze d’onda specifiche: - lunghezze d’onda corte (blu) - Medie (verde) - Lunghe (rosso) In parte coinvolti anche quando percepiamo colori diversi da questi tre. Ecco perchè siamo in grado di discriminare un numero molto alto di colori. Metameri: coppia di stimoli composti da lunghezze d’onda differenti che però generano la stessa esperienza di colore. In sostanza c'è metamerismo quando due colori si equivalgono sotto una fonte di luce, ma risultano differenti rispetto ad altre esposizioni. Teoria tricromatica del colore: (Young Helmholtz): vediamo colori diversi in funzione del pattern specifico di attivazione dei tre tipi di coni. Successivamente, Hering notò che, accanto al rosso, al verde e al blu, anche il giallo veniva percepito come un colore «puro» o «di base» ( teoria quadricromatica). Teoria di opponenza cromatica ( Hering ): vediamo colori diversi in funzione dell’attività delle unità rosso-verde e giallo-blu di recettori (unità antagoniste). Compatibile con quanto accade a livello cerebrale. Le vie visive: Occhio → nervo ottico → nucleo genicolato laterale (talamo) → corteccia visiva primaria (lobi occipitali) La parte sx dell’occhio comunica con la parte dx del cervello, e viceversa. - Parte esterna dell’occhio (campo visivo temporale) - parte interna (campo visivo nasale) Le informazioni vengono prima trasmesse invertite alla retina e poi attraverso il chiasma ottico le informazioni si intrecciano di nuovo. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Udito Il suono è caratterizzato da una serie di onde pressorie di diversa frequenza e intensità. Propagandosi comprimono e dilatano continuamente le molecole che compongono l’aria. Informazione viene in contatto con sistema uditivo ed è in grado di arrivare ai recettori specifici che attuano il processo di trasduzione (informazione trasmessa a parti specializzate del nostro cervello). Parametri delle onde pressorie - ampiezza A diverse ampiezze corrispondono suono percepiti con volumi diversi (decibel) - frequenza (con che velocità l’onda si propaga) 1 hertz = 1 ciclo in cui le molecole dell’aria si comprimono e si riespandono I suoni che sentiamo sono costituiti da un mix diverse frequenze - purezza Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Insieme di onde di diversa frequenza che compongono un suono, determina la percezione del timbro, siamo in grado di discriminare così diverse esperienze sonore. Trasformata di fourier = algoritmo matematico che permette di individuare le frequenze che compongono un determinato segnale (suono) La nostra sensibilità ai diversi tipi di frequenze è connessa all’intensità del suono (ampiezza) Range frequenza: 20-20.000 hz + Sensibili per 1000-5000 hz Per frequenze minori o maggiori abbiamo bisogno di una maggiore ampiezza In particolare, la soglia assoluta più bassa (quindi la sensibilità più elevata) per l’uomo è tra i 1000 e i 5000 Hz, ovvero le frequenze intermedie, mentre siamo meno sensibili per le frequenze più alte o più basse. Decibel → scala di tipo logaritmico Ampiezze maggiori → volume + elevato In generale, il volume percepito raddoppia ad ogni aumento di 10 decibel Valori che + 120 decibel sono suoni che possono provocare dolore, indipendentemente dalle frequenze. Pericolosi per il nostro sistema uditivo, possono provocare lesioni ai recettori in maniera irreversibile. Ipocusia, condizione determinata da diversi fattori: - quando un individuo è poco sensibile a tutte le frequenze udibili → malfunzionamento dell’orecchio medio - Perdita udito data da una perdita di sensibilità da parte dei recettori → invecchiamento o eventi traumatici Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Orecchio - Orecchio esterno Padiglione auricolare Convoglia l’informazione (onda sonora) all’interno e la amplifica - Orecchio medio 1. Timpano Vibrando trasferisce l’informazione all’interno dove sono presenti tre ossicini (martello, incudine e staffa → funzionamento meccanico, si spostano come delle leve e trasmettono la vibrazione nell’orecchio interno) 2. Finestra ovale - Orecchio interno Contiene i recettori per l’udito nella coclea = cellule ciliate La coclea è un tubicino arrotolato su se stesso a forma di conchiglia. Costituita da tre canali 1. Canale vestibolare (pre elaborazione informazione sonora) 2. Scala media 3. Canale timpanico (equilibrio) I canali sono separati dalla membrana basilare. Tra la membrana e l’organo del corti si trovano le cellule ciliate, recettori e quindi cellule di tipo neurale da cui parte il segnale nervoso che viene poi inviato al snc. (trasduzione) In che modo si attivano le cellule ciliate? Tutta la membrana basilare si muove per la maggior parte delle frequenze, ma la posizione di massimo movimento dipende dalla frequenza dell’onda sonora: principio di codifica spaziale del suono (teoria tonotopica). Mappa di tutte le frequenze udibili. Le cellule ciliate possono inviare un impulso al massimo con una frequenza di 1000 hertz, però perchè siamo in grado di percepire suoni con frequenze maggiori? È stato osservato che all’interno della membrana basilare ci sono zone che rispondono maggiormente in base alla frequenza sonora. L’estremità più stretta della membrana basilare in corrispondenza della base è più rigida e sensibile alle alte frequenze, mentre la parte più larga e Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ flessibile vicino all’apice è più sensibile alle basse Frequenze. Questo principio di codifica spaziale della percezione del tono, non spiega la codifica dei suoni a bassa frequenza sotto ai 50 Hz: in questo intervallo tutte le parti della membrana basilare vibrano allo stesso modo, tuttavia noi siamo in grado di distinguere frequenze fino a 20 Hz. Teoria temporale: ogni volta che si attiva un recettore genera un impulso elettrico al cervello (si dice che il neurone scarica). Ipotizzava che ci fosse una corrispondenza tra la frequenza di scarica dei recettori e la frequenza dello stimolo. VERO SOLO PER LE FREQUENZE SOTTO AI 50 HZ. Il tatto Il tatto non è un unico senso ma diversi sensi distinti. Es. pressione, propriocezione, temperatura e dolore. Tutte date dall’esistenza di recettori tattili differenti. Pressione Meccanocettori (diversi tipi) che ricevono l’informazione, trasducono lo stimolo e lo trasmettono al cervello alla corteccia somatosensoriale. Meccanocettori si dividono secondo due parametri - Dimensioni del campo recettivo Se piccolo, il recettore sarà sensibile per una piccolissima parte del nostro corpo - Velocità di adattamento Adattamento neurale = processo in cui l’attività delle cellule neurali è modificata in funzione della continua ripetizione di un dato stimolo, il recettore diventa meno sensibile (abituazione). Esistono 4 tipi di meccanocettori 1. Recettori di merkel Registrare informazioni spaziali fini 2. Corpuscoli di meissner Informazioni legate a vibrazioni a bassa frequenza (qualcosa che ci scivola dalle mani ad esempio) 3. Corpuscoli di ruffini Rispondono a pressione prolungata 4. Corpuscoli di pacini Vibrazioni ad alta frequenza (es. Zanzara che si posa sul braccio) Propriocezione o cinestesia Recettori dei muscoli, tendini e articolazioni. Ci informano della posizione relativa degli arti. Temperatura Termorecettori che si attivano per il caldo o per il freddo, questi si attivano però anche con temperature molto elevate +45 gradi. Si adattano molto velocemente. Registrano variazione Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ di temperatura, nel momento in cui una situazione diventa statica e si adattano alla nuova condizione. Dolore Nocicettori: meccanici, termici o chimici. Importante perchè il dolore è un campanello di allarme per uno stimolo che dobbiamo evitare, senza non saremmo in grado di percepirne la pericolosità. Nel momento in cui c’è una lesione i nocicettori si attivano. Esperienze di dolore differente, due macro-categorie - Dolore fasico → intenso, immediato e di breve durata - Dolore tonico → meno intenso, di lunga durata Meccanismi differenti La nostra esperienza di dolore in realtà varia moltissimo in base alle nostre esperienze pregresse o le nostre aspettative. Esperienze mediate da meccanismi non solo fisiologici ma anche cognitivi. Il dolore può essere acuito attraverso una reazione emotiva al dolore, ovverso attraverso il ricordo del dolore prima di provarlo. Estremamente sensibile a fattori culturali e sensibili. Teoria del cancello neurale/ cancello del controllo del dolore : ci sono nel nostro cervello ( nella sostanza grigia pericquedottale) una serie di neuroni che sono costantemente attivi e hanno il compito di inibire le vie del dolore. Sulla base delle informazioni che questi neuroni ricevono, modificano la loro attività inibitoria. In certi casi quindi smettono di agire, in quel momento siamo in grado di percepire il dolore. Gusto e olfatto Sensi chimici, ci permettono di rilevare sostanze presenti nell’ambiente e con cui entriamo in contatto. Non vengono elaborate onde ma molecole presenti nell’aria e nei cibi. Le molecole per essere percepite devono essere solubili nella saliva. Nel caso dell’olfatto una sostanza entra in contatto con i recettori dell’olfatto attraverso il respiro. Recettori olfattivi: cellule ciliate (parte superiore della cavità nasale) Entrano in contatto con molecole presenti nell’aria, trasduzione, inviano il segnale prima al bulbo olfattivo (struttura nella loro prossimità) e da lì poi alla corteccia olfattiva nei lobi frontali. Capacità nel discriminare gli odori dell’uomo è meno sensibile, tra i 10.000 e i 40.000 odori. Il nostro naso si attiva sulla base di cicli nasali: Il naso controlla il passaggio dell’aria nelle due narici alternando la loro sensibilità ogni 2-4 ore. Meccanismo che contribuisce ad aumentare la gamma di odori percepibili. Recettori del gusto: (sulla lingua nelle papille gustative, nel resto della cavità orale, faringe e esofago) Le papille gustative hanno un ciclo vitale molto breve, si rigenerano in continuazione. Quando una sostanza entra in contatto e si lega con i recettori del gusto queste rispondono con impulsi elettrici. Siamo in grado di percepire i gusti a partire dalla capacità di distinguere 4 gusti primari: 1. Dolce Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ 2. Salato 3. Acido 4. Amaro Tutti i recettori rispondono debolmente a tutti i gusti ma sono più sensibili ad uno dei quattro. Il pattern di attivazione di tutti i recettori determina il sapore percepito. Ci sono aree + sensibili a certi gusti rispetto ad altre, questa sensibilità non è quindi rigidamente distribuita sulla lingua. Umami → il quinto gusto Può essere tradotto come saporito. È stato scoperto da un chimico giapponese all’inizio del ventesimo secolo, gusto associato a cibi principalmente proteici (pesce, formaggio, olive). ??????????????????? Percezione Capitolo 5 manuale Il nostro sistema percettivo mette in atto tutta una serie di processi che ci permettono di elaborare le informazioni in entrata e integrarle assieme a informazioni aggiuntive che entrano in gioco nel momento in cui interpretiamo un evento. Perché? Perchè ci permette di interagire con l’ambiente e prendere una decisione. In psicologia sono state proposte delle teorie sul modo in cui il nostro sistema percettivo entra in relazione con l’ambiente Teoria della visione ecologica di Gibson → il modo in cui noi interagiamo con l’ambiente e prendiamo decisioni è determinato da fattori esterni. Affordances : caratteristiche di uno stimolo che ci indicano le modalità giuste di interpretazione. Non completamente corretto Modello dell’ambiente → esistenza di una serie di processi cognitivi che permettono la creazione di rappresentazioni mentali, in grado di orientare le nostre decisioni e le nostre modalità di interazione con l’ambiente. La percezione risponde a determinate esigenze mettendo in atto una serie di processi che permettono la creazione di queste rappresentazioni. Funzioni: - Attenzione Diretta verso uno stimolo più rilevante di altri. - Localizzare dove si trovi lo stimolo o evento - Riconoscere - Astrarre - Costanza Nonostante ci siano differenze in una immagine sappiamo interpretare queste differenze sempre sotto la stessa immagine. Attenzione selettiva: insieme di processi che ci permettono di selezionare uno stimolo specifico in un contesto. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Per selezionare stimoli visivi utilizziamo principalmente movimenti oculari. - Fissazioni Periodi in cui l’occhio è diretto verso un particolare dettaglio della scena visiva. Acquisizione informazioni - Saccadi Spostamenti dell’occhio da un particolare ad un altro. Molto rapide. Per selezionare stimoli uditivi utilizziamo indicatori come direzione e caratteristiche del suono. Come riceviamo un suono? È percepito come più intenso dall’orechhio più vicino al suono, l’analisi di queste informazioni ci permette di localizzare i suoni nello spazio → dirigere l’attenzione verso la zona che ci interessa. Cherry studia il paradigma di shadowing/ascolto dicotico: presentare due messaggi differenti uno a destra e uno a sinistra. Viene chiesto di fare attenzione solo a uno dei due, poi si chiede di riportare entrambi i messaggi. Difficilmente si è in grado di riportare i dettagli del messaggio a cui non dovevano prestare attenzione. Teoria del filtro: l’informazione in entrata viene filtrata ad uno stadio molto precoce di elaborazione e a ciò a cui non si presta attenzione non viene elaborato. Però il fenomeno del cocktail party ci mostra il contrario, quindi arriviamo alla Teoria del filtro attenuato: siamo in grado di elaborare almeno una parte dell’informazione ignorata. Caratteristiche ascolto dicotico 1. Cecità da inattenzione: incapacità di notare informazioni irrilevanti anche se molto evidenti quando l’attenzione è diretta verso un particolare specifico 2. Cecità al cambiamento: incapacità di notare grandi cambiamenti in una scena quando l’attenzione è diretta verso un particolare specifico. Localizzazione La nostra capacità di locallizare è data anche dalla capacità di distinguere lo stimolo attraverso il raggruppamento delle caratteristiche salienti dello stimolo. - Distinguere figura e sfondo - Principi di raggruppamento (gestalt) Pregnanza (buona forma) Prossimità Similarità Chiusura Buona continuità Destino comune Familiarità Percezione della distanza L’immagine sulla retina è bidimensionale: riflette i rapporti di altezza e ampiezza ma non la profondità. Come possiamo percepirla? Indici di profondità 1. Indici binoculari Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ -Movimenti di vergenza Gli occhi sono in grado di convergere verso un punto di fissazione comune. L’ampiezza del movimento è in funzione della distanza del punto di fissazione. - Disparità binoculare L’immagine che si osserva con l’occhio destro e quello sinistro non è la stessa, la differenza tra l’immagine retinica dell’occhio sinistro e dell’occhio destro è un indice di percezione della distanza. Punti più vicini producono disparità binoculare maggiore rispetto a punti più lontani. Sfruttata per creare situazioni in cui percepiamo in maniera virtuale una immagine bidimensionale come tridimensionale (stereoscopio o occhiali anaglifici) 2. Indici monoculari Oltre a una certa distaziona gli indici binoculari diventano meno efficaci per percepire la distanza. Indici monoculari di distanza: - Grandezza relativa - Sovrapposizione - Altezza relativa - Prospettiva - Ombreggiatura e ombre - Movimento Per percepire il movimento reale dobbiamo integrare informazioni diverse come il movimento relativo dei vari oggetti, i movimenti oculari e la posizione della testa e del corpo. (non percepiamo il movimento della luna perchè troppo lontana) Il movimento biologico Il movimento stroboscopico, percepiamo movimento anche quando non c’è (movimento phi) Riconoscimento Riconosciamo ciò che percepiamo attraverso 1. Processi locali e globali Effetto navon Effetto di preferenza globale (foresta prima degli alberi) rileviamo più facilmente la lettera grande rispetto alla lettera piccola. Condizione congruente, incongruente e neutra. TR più lunghi in condizione incongruente. Globale: capire ciò che la scena rappresenta, locale: individuare i singoli oggetti. Schyns & Oliva (1994): presentano figure composte da due immagini (con informazioni a livello locale e globale) Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ presentando queste immagini per un tempo brevissimo (10 ms) si rilevano solo informazioni globali presentando queste immagini per un tempo più lungo (100 ms) si rilevano solo informazioni locali 2. Processi attentivi e preattentivi Illusory binding Effetto di connessione illusoria che si può verificare quando degli stimoli di diversa forma e colore vengono presentati velocemente a breve distanza temporale.integrazione di caratteristiche dei diversi stimoli. Forma e colore vengono processate quindi a livello pre-attentivo. Se forme presentate in sequenza e con una durata temporale sufficiente siamo in grado di riportare con successo le immagini osservate. Teoria di integrazione degli attributi Anne treisman, a partire dalle osservazioni sull’effetto di connessione illusoria studi sui meccanismi di attenzione selettiva (filtro attenuato), propone distinzione tra meccanismi Pre-attentivi: codificati gli attributi primari come forma e colore, caratteristiche che non richiedono meccanismi attentivi perchè il nostro sistema percettivo in grado di codificarle senza sforzo. Attentivi: gli attributi primari vengono integrati e questo permette il riconoscimento (bisogno di più risorse) Paradigma di ricerca visiva (visual search) Richiesto di rilevare uno stimolo tra più distrattori. Si è più veloci a riconoscere lettere quando si possono distinguere per un attributo primario e non necessitano dell’integrazione di più attributi. ( es. Riconoscere la L verde in un contesto di tutte lettere rosse). Se invece se lo stimolo è posto tra distrattori che possono essere rossi ma anche verdi, per individuare la L verde dobbiamo integrare caratteristiche di colore e forma = richiesta di ulteriore sforzo. I TR aumentano all’aumentare di elementi presenti nello stimolo ma solo quando dobbiamo integrare forma e colore, se dobbiamo codificare solo attributi primari non si allungano i TR. Riconoscimento a livello neuronale Corrispondeza a livello neurale. Ci sono delle cellule che sembrano essere più specifiche per attributi primari. Premio nobel a Hubel e Wiesel (1981) Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Studiarono la corteccia visiva dei gatti e dimostrarono l’esistenza di singoli neuroni specializzati nell’elaborazione di caratteristiche primarie (cellule semplici, complesse e ipercomplesse). 1. Cellule semplici: in grado di rispondere a uno specifico orientamento Alcune cellule in grado di rilevare una linea verticale, che però non rispondono se viene presentata una linea orizzontale. 2. Cellule complesse: si comportano più o meno allo stesso modo ma rispondono anche quando la linea si mostra in punti diversi del campo recettivo, a differenza di quelle semplici. 3. Le ipercomplesse: rispondono a caratteristiche del comportamento, del movimento e della localizzazione. Le caratteristiche primarie si associano, spesso dando luogo a una esperienza soggettiva differente, risultato di meccanismi più complessi. La relazione tra caratteristiche primarie determina l’emergere di nuove caratteristiche: caratteristiche emergenti. Es. tre linee associate a una immagine biedimensionale possono darci idea di volume. Il nostro sistema percettivo deve essere in grado di elaborare relazioni tra le parti. Avere un sistema percettivo che riesce a fare queste cose non basta per spiegare quello che noi sappiamo percepire in generale. I modelli di reti neurali descrivono il funzionamento del nostro sistema percettivo e gli stadi che deve passare per raggiungere ad un riconoscimento completo di ciò che stiamo osservando. Reti neurali: simulano proprio i processi alla base di determinati meccanismi cognitivi. Indagati per capire come il nostro sistema percettivo riesce a passare da una percezione di caratteristiche primarie, poi emergenti e giungere al completo riconoscimento. connessioni tra livelli inferiori e superiori di codifica. (Rilevare e integrare caratteristiche) 3 modelli: - Rete semplice Immaginiamo di dover riconoscere una lettera, a partire da stimoli singoli e semplici riconosciamo lo stimolo complessivo che stiamo osservando - Rete ampliata Altri processi possono entrare in gioco, come processi inibitori verso tutti quegli stimoli che non contengono la caratteristica specifica per la lettera k. Questi due modelli spiegano come arriviamo a riconoscere uno stimolo a partire dai processi sensoriali. - Rete con attivazione top-down Elaborazione informazioni contesto Per riconoscere uno stimolo ci basiamo anche su conoscenze e aspettative dell’individuo, meccanismi che vanno dall’alto al basso (mentre se si parte dalle caratteristiche dello stimolo verso il riconoscimento globale si parla di bottom-up). Per questo serve un modello ancora più complesso, 3 livelli 1. Elaborazione caratteristiche stimolo (linee che compongono le k) 2. Conoscenza pregressa delle lettere 3. Parole che comunemente contengono quella lettera che stiamo rilevando (aspettative) → effetto di superiorità della parola Biederman (1987) Teoria dei geoni (ioni geometrici) Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Caratteristiche primarie di oggetti che ne permettono il riconoscimento. Riconoscimento come processo bottom-up → dal basso verso l’alto, guidati unicamente dalle informazioni in entrata. Riconoscimento come processo top-down → alto verso il basso, guidati dalle precedenti conoscenze e aspettative dell’organismo Effetto McGurk (1976) Conflitto tra info visive e uditive Sappiqmo che le labbra che si muovono in un certo modo dovrebbero produrre un certo suono ma il nostro sistema percettivo rileva le informazioni cercando di dare un senso coerente. Meccanismi alla base del riconoscimento dei volti Il nostro sistema percettivo è in grado di riconoscere volti anche dai primi mesi di vita in maniera più facile rispetto ad altri stimoli. Neonati (0 6 mesi) sono in grado di distinguere volti umani da volti di altre specie di animali. Esistono degli aspetti configurazionali che ci permettono di riconoscere i volti, dipendono dalle relazioni tra i vari elementi salienti del volto: - Distanza tra gli occhi - Distanza tra occhi e bocca - Quantità dei capelli e pettinatura L’elaborazione dei volti è sensibile all’orientamento: volti invertiti sono più difficili da riconoscere (ma non impossibili). Con i volti invertiti tale elaborazione configurazionale ha più difficoltà ad essere messa in atto. (Effetto thatcher: immagine sottosopra con elementi nel giusto orientamento) Prosopagnosia: condizione per cui non si riconoscono i volti (l’uomo che scambiò la moglie per un cappello) → casi in neuropsicologia causati da lesioni all’emisfero destro. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Astrazione Capacità del nostro sistema percettivo di riconoscere un oggetto o stimolo anche se questo non è presentato sempre nello stesso modo. Vantaggi dell’astrazione - Velocità di elaborazione - Mantenimento in memoria delle informazioni critiche Costanze percettive Siamo in grado di percepire un oggetto come lo stesso nonostante differenze (es. di luce e ombre, scacchiera) quindi a prescindere da condizioni diverse. Costanza di forma: immagine delle porte, siamo tutti in grado di percepire la porta come la stessa, ma l’esperienza sensoriale è diversa perchè è rappresentata in maniera diversa. Costanza di grandezza: il nostro sistema percettivo è dotato di una serie di meccanismi che ci permettono di interpretare correttamente la grandezza di determinati oggetti in funzione della distanza. Basi neurali della visione Corteccia visiva primaria (area V1): Prima zona corticale in cui convergono input dagli occhi. Organizzazione retinotopica, nella nostra corteccia visiva primaria c’è una mappa che mantiene invariate relazioni spaziali tra diversi punti del campo visivo. Le cellule all’interno sono altamente connesse tra loro e specializzate, in grado di rilevare determinate informazioni. Questo tipo di organizzazione non basta a spiegare tutta una serie di effetti/esperienze percettive rilevabili. L’informazione che arriva alla corteccia una volta elaborata richiede il coinvolgimento anche di altre aree cerebrali che permettono all’informazione di diventare esperienza percettiva. Queste aree sono dette cortecce visive secondarie, dove possiamo trovare a loro volta aree specializzate per funzioni diverse (elaborazione dei colori, movimento, posizione o forma ecc) = PRINCIPIO DI DIVISIONE DEI LAVORI. Tutte queste aree secondarie sono connesse agli occhi tramite V1. Due percorsi possibili per l’informazione: - Ventral pathway Deputato ai meccanismi di riconoscimento. - Dorsal pathway Meccanismi di localizzazione. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Ci sono sottosistemi altamente specializzati, colore, elaborazione volti, oggetti ecc. La suddivisione dell’elaborazione corticale non è limitata a localizzazione e riconoscimento. La corteccia visiva presenta numerosi Moduli di elaborazione altamente specializzati. Alcuni li possediamo dalla nascita, altri si definiscono durante lo sviluppo. Es. modulo di elaborazione specifico per il riconoscimento delle lettere. Fallimenti del riconoscimento: Agnosia = incapacità di riconoscere persone, oggetti, forme, o stimoli sensoriali di altra natura -> disturbo della percezione - Appercettiva: incapacità di elaborare correttamente le forme - Associativa: di riconoscere oggetti a partire da identificazione preservata delle caratteristiche - Prosopagnosia: l'incapacità di riconoscere i volti - Alessia: incapacità di riconoscere le parole. Memoria Capitolo 8 manuale Abilità che ci permette di mantenere/recuperare informazioni. È stato osservato che i deficit di memoria in realtà sono di varia natura. È come se avessimo quindi tanti sistemi di memoria interconnessi che collaborano. Ci sono tre stadi della memoria: codifica (attività emisfero sinistro), immagazzinamento e recupero (attività emisfero destro). La ricerca di Atkinson e Shiffrin ha classificato la memoria in funzione di durata temporale per cui le informazioni sono mantenute in memoria. 3 tipi diversi di memoria: 1. Memoria sensoriale Magazzino di informazioni che provengono dai nostri organi di senso trattenute per una durata inferiore al secondo. Magazzino ampio e temporaneo. 2. Memoria a breve termine Capacità di mantenere info per qualche secondo, detta anche memoria di lavoro (Baddeley) ovvero quel sistema di processi cognitivi che ci permettono di mantenere attiva quella informazione utile per compiere un compito cognitivo. Possiamo farla coincidere con la coscienza perchè siamo Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ consapevoli della info. Info accessibile facilmente, decade dopo 20 sec, ma si può prevedere il decadimento se viene ripetuta più volte. Se la info viene elaborata passa alla MLT. 3. Memoria a lungo termine Magazzino con potenzialità illimitate. Il recupero dalla MLT permette di trasferire una info nella MBT per essere manipolata ed utilizzata. 1)Memoria sensoriale Vari magazzini di memoria sensoriale - Memoria iconica (info visiva) - Ecoica (info uditiva) - Aptica (info tattile) Info trattenute per millisecondi, se viene elaborata passa alla memoria a breve termine dove possiamo usare la info per compiti cognitivi un po’ più complessa, in caso contrario decade. Conserva caratteristiche fisiche dello stimolo ma senza alcuna elaborazione. Quante info e per quanto rimangono nella memoria sensoriale? Sperling - procedura di rapporto parziale Span di apprendimento: numero di item che siamo in grado di ricordare ovvero 4 o 5. 1. Nel momento in cui percepiamo una immagine visiva questa rimane un po’ più a lungo della presentazione stessa (PERSISTENZA VISIVA). Chiese di ricordare il maggior numero di lettere in una matrice. = RIPORTO COMPLETO Se la matrice contiene più di 4 elementi non riesco a ricordarle tutte. Poi chiede di osservare la solita matrice seguita da un segnale acustico che indica la riga che deve essere riportata. = RIPORTO PARZIALE. Gli individui erano in grado di rispondere correttamente, quindi vuol dire che le informazioni immagazzinate erano molte di più rispetto a quelle che vengono poi riportate. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ su una matrice di 12 lettere siamo in grado di immagazzinare 10 = stima di informazioni che siamo in grado di ricordare, capienza massima di lettere che possono essere mantenute nella memoria sensoriale. Ciò non si può osservare in una condizione di riporto completo. 2. La memoria sensoriale iconica trattiene lo stimolo sensoriale per circa un terzo di secondo (300ms). Dimostra che nel riporto completo quello che si osserva è una performance che è compromessa dalla decadenza della traccia in memoria. Più il cue è lontano dallo stimolo meno lettere vengono riportate nel riporto parziale. Le informazioni decadono. Paradigma di integrazione temporale (Di lollo ) Dove si trova il pallino mancante? L’integrazione di informazioni nella memoria sensoriale iconica è possibile fino a 150 ms. ad aumentare dell’intervallo tra gli stimoli decade sempre di più l’informazione. Integrazione temporale e riporto parziale misurano la stessa cosa? Perchè i tempi di decadimento sono diversi? Perchè sono usati processi diversi, con sperling parliamo di persistenza informazionale, mentre per di lollo persistenza visiva. Due misure diverse della memoria sensoriale. La teoria di integrazione (busey e loftus) Spiega in che modo l’informazione passa in un magazzino a breve termine. → uno stimolo genera una risposta sensoriale → La quantità di informazione immagazzinata in memoria (sensoriale) dipende dall’ampiezza della risposta sensoriale (più intenso sarà uno stimolo, maggiore sarà l’ampiezza della risposta sensoriale) → più uno stimolo dura nel tempo e più siamo in grado di immagazzinarlo (visibilità) → più ci interessa prestare attenzione perchè lo stimolo è funzionale, più il processo avrà successo. 2)memoria a breve termine Permette di mantenere attive ed elaborare informazioni per lo svolgimento di compiti cognitivi (es. La nutella era nella lista della spesa?) - Tipo di meccanismo Stadi di memoria, meccanismi deputati a: 1. Codifica : elaborare info proveniente dagli organi di senso o ricordi precedenti e mantenerla attiva in memoria Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ 2. Immagazzinamento: organizzare e mantenere nel tempo le info. 3. Recupero: ripescare dalla memoria informazioni codificate e immagazzinate in precedenza. Come le parti di un computer. (tastiera/mouse,hard disk,schermo/casse) Esistono degli insiemi di aree cerebrali che sono attive in funzione a qual è lo stadio di memoria. Nella fase di codifica si osserva un ruolo principale di network cerebrale localizzato nell’emisfero sinistro. Mentre la fase di recupero sembra coinvolgere anche l’emisfero destro. Modello Baddeley Ciclo fonologico → codifica fonologica e quindi acustica Errore tipico: si possono scambiare lettere simili da un punto di vista fonetico (c e g) Info rimane attiva grazie a processo di controllo articolatorio basato su ripasso subvocale, molto usato in azioni quotidiane come la lettura o la comprensione del linguaggio. Taccuino visuo-spaziale → codifica visuo-spaziale Errore tipico: item sostituito da un altro visivamente simile. Simile ai processi percettivi, come nel compito della rotazione mentale dove i partecipanti devono decidere se due stimoli sono uguali o diversi. Il tempo che ci metto a ruotare la figura mentalmente (TR) è lo stesso che mi servirebbe per ruotare la figura fisicamente. Compiti di vita quotidiana come nell’orientamento geografico. Buffer fonologico → insieme di meccanismi che permettono integrazione di informazioni nel taccuino visuo-spaziale e ciclo fonologico. Esecutivo centrale → meccanismo di supervisione, che controlla e dirige le attività della memoria di lavoro. Permette ad esempio di dirigere l’attenzione tra le informazioni mantenute in memoria di lavoro. Doppio compito: metodo che ha permesso di definire e distinguere il ciclo fonologico dal taccuino visuo-spaziale. - Si chiede al partecipante di svolgere un compito di memoria (elementi verbali o visivi) mentre si ripete una sillaba in continuazione (soppressione articolatoria) - Lo svolgimento dei due compiti contemporaneamente non permette il ripasso sub-vocale Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ - La soppressione articolatoria non ha impatto nel compito dove gli item sono visivi perchè entrano in gioco dei meccanismi differenti che non richiedono ripasso subvocale. Span di memoria → capacità di memoria Numero massimo di elementi che siamo in grado di ricordare (7). 2 classici test per assestamento risorse cognitive: 1. Digit span (span di memoria verbale) Massimo numero di cifre ricordate in una sequenza Proposte due o tre prove per lunghezza della sequenza, quando il paziente arriva a 2-3 errori lo sperimentatore si ferma e viene considerato come sequenza di span il numero di elementi presenti prima degli errori. Test standardizzati per confrontare la performance del nostro paziente con risultati normali/medi. 2. Test di corsi (Span di memoria visuospaziale) Massimo numero di posizioni ricordate in una sequenza. Esistono strategie che ci permettono di recuperare più informazioni CHUNKING: processo di raggruppamento degli elementi da ricordare, ad esempio date 14921989 → 1492 1989 Se le info non vengono elaborate e ripetute decadono → OBLIO, non ricordare info in memoria di lavoro perchè scompaiono. O perchè non abbiamo più ripassato la info perchè non più rilevante, oppure perchè non abbiamo alta capacità di memoria, se le info sono troppe alcune vengono sostituite da altre nuove. Riguarda principalmente codifica e immagazzinamento ma non recupero. Come recuperiamo le info in memoria di lavoro? Esperimento di Sternberg Chiesto di memorizzare una sequenza di cifre, successivamente mostrata una cifra target. Il partecipante deve dire se la cifra probe faceva parte della sequenza iniziale. Conclusione: il partecipante è progressivamente più lento in relazione al numero di item che deve ricordare. È come se facessimo uno scan della sequenza, la ripercorriamo fino a ritrovare o meno il probe. → processo seriale. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Una informazione elaborata in maniera attiva per un lungo periodo di tempo è probabile che finisca nella memoria a lungo termine ( = ripetizione elaborativa) Effetti di primacy e recency se ci viene chiesto di ricordare un gruppo di parole. Ripetiamo le parole nella nostra mente, le prime vengono ripetute più volte e hanno quindi più probabilità di entrare nella memoria a lungo termine. Quelle intermedie vengono ripetute di meno e vengono sostituite dalle successive, poichè le ultime essendo più fresche sono più facili da recuperare. Basi neurali della MBT e MLT A livello corticale la memoria a lungo termine è mediata dall’ippocampo, una struttura che si trova nella parte interna dei lobi temporali. Il cervello umano possiede un ippocampo per emisfero cerebrale. Per dimostrare il coinvolgimento dell’ippocampo nella MLT e non nella MBT, è possibile fare un esperimento praticando lesioni cerebrali nei ratti: Memoria a lungo termine Differenze con MBT - Memoria infinita di ricordi. Differenza con memoria a breve termine che ha capacità limitata. - Oblio, le informazioni vengono perse nella memoria a breve termine per una mancata ripetizione = decadimento della traccia, o per interferenza - Durata informazione - Differenze in termine di attivazione delle aree cerebrali implicate (ippocampo per MLT, aree prefrontali per MBT) Molto spesso non ricordiamo qualcosa perché non siamo in grado di recuperare quella informazione ancora presente nella memoria a lungo termine. Tipi di memoria a lungo termine: - Esplicita : ricordi che siamo in grado di recuperare in maniera consapevole (memoria dichiarativa). 1. Memoria episodica → Eventi di cui possiamo essere stati protagonisti oppure storici. (autobiografica o pubblica) Siamo consapevoli di ricordare queste informazioni. 2. Memoria semantica → significato di parole e concetti, insieme di conoscenze che riguardano la nostra capacità nel definire il significato. 3. Prospettica → memoria per il futuro, di tutto ciò che abbiamo programmato. - Implicita : non dichiarativa, tutte conoscenze o competenze che si manifestano in maniera inconsapevole (allacciarsi le scarpe). 1. Procedurale → procedure o abilità apprese che sono diventate automatiche, non richiedono quindi consapevolezza per essere messe in atto, come guidare la bici, leggere o suonare uno strumento. Anche l’apprendimento della lingua straniera che inizialmente richiede tanto sforzo ma poi diventa automatico ad esempio nella comprensione dei discorsi. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ 2. Priming → meccanismo che riguarda una situazione in cui uno stimolo percepibile in maniera consapevole o non facilita l’elaborazione di uno stimolo successivo. Priming semantico, se presento la parola fiore (irrilevante) devo poi determinare il genere di una parola presentata subito dopo, sarò più veloce a rispondere se la parola è semanticamente associata alla parola prime. Il prime attiva schemi di conoscenze. Ad esempio con i numeri, i numeri sono rappresentati in sequenza a livello mentale. Quando dobbiamo confrontare due numeri, siamo più veloci se i numeri sono lontani perchè possediamo una linea numerica mentale dove i numeri più vicini interferiscono tra di loro. Un prime vicino al target ha un effetto di facilitazione (se il prime è 5 e il target è 4). La codifica nella MLT Il modo in cui vengono immagazzinate e consolidate le info → codifica del significato. Codice + utilizzato ma non l’unico (quando siamo in grado di riconoscere voce di un amico, codifica di tipo verbale, o ad esempio se dobbiamo ricordare una mappa o determinate caratteristiche di un luogo, codifica di tipo visuo-spaziale). Siamo facilitati a ricordare informazioni che riusciamo a comprendere e a cui quindi riusciamo a dare un senso (anche attraverso associazione con altri significati, + connessioni + ricordo). Esempio: siamo in grado di ricordare il concetto di gatto attraverso una serie di associazioni ad elementi relativi al gatto o al ricordo del gatto (unghie, morbido, evento in cui una volta il mio gatto scappò). Per facilitare questi collegamenti, si possono rapportare le nuove informazioni ad altre già presenti in memoria. Se ho meno info in memoria da poter collegare l’apprendimento è + difficile (ad esempio i primi anni all’università o le prime ore dei singoli corsi). Metodo dei loci Una delle principali strategie di memorizzazione: trasformare il materiale verbale in immagini e posizionarle lungo un percorso visualizzato, come ad esempio associandole alle diverse stanze della casa o le diverse tappe di una strada che percorriamo spesso. Recupero delle informazioni MLT Avviene generalmente in due modi: Ricerca in una biblioteca di un libro, se non abbiamo alcuna informazione la ricerca è più complicata, se possediamo un indice che ci indica dove cercare quel determinato libro il recupero del libro diventa più semplice. La nostra memoria a lungo termine funziona così, possiamo recuperare le info per 1. Riconoscimento, se memorizziamo una serie di parole e poi ci viene presentata una parola target dobbiamo mettere in atto un processo di confronto per capire se la parola target appartiene o meno alla lista memorizzata. 2. Richiamo, lista di parole da memorizzare, nessun target, ci è chiesto di riportare le parole che ci ricordiamo. Per questo di solito le domande a risposta multipla sono più semplici perché mettono in atto meccanismi di riconoscimento. Una parte del consolidamento dei ricordi avviene in maniera implicita durante il sonno. Persone che soffrono di apnee nella notte, queste persone a volte hanno quindi problemi di Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ memoria, nel momento in cui guariscono e riescono a respirare correttamente durante la notte, anche i problemi legati alla memoria svaniscono. Oblio in MLT Non tutte le info vengono mantenute, alcuni ricordi dopo un po’ si perdono. - mancato consolidamento. Il tempo di consolidamento è molto lungo, se viene disturbato la traccia sarà debole e avremo una maggiore probabilità di dimenticarla. L’ippocampo ha un ruolo centrale nel consolidamento della memoria. Esperimenti sulle scimmie, sono stati testati due gruppi di scimmie - Gruppo di controllo - Gruppo a cui veniva asportato l’ippocampo imparano a discriminare coppie di oggetti 16, 12, 8, 4 o 2 settimane prima l’asportazione dell’ippocampo. dopo l’asportazione le scimmie avevano prestazioni paragonabili alle scimmie di controllo per le coppie di oggetti apprese 16, 12 e 8 settimane prima. ma prestazioni inferiori per le coppie di oggetti apprese 4 e 2 settimane prima! Queste scimmie non avevano avuto il tempo di consolidare le informazioni in memoria. - Decadimento, anche ricordi che un tempo erano solidi, se non vengono utilizzati e reinterpretati possono decadere. - Interferenza, le info codificate dopo sono oscurate o nascoste da una serie di altre informazioni che immagazziniamo successivamente. È stato osservato che una info connessa a troppe altre informazioni genera interferenza. Es. il compito è di ricordarsi una serie di eventi relativi a azioni che aveva compiuto un individuo. Possiamo associare le azioni a persone con una professione particolare per associare le azioni alle loro caratteristiche individuali. Quali azioni saremo in grado di recuperare meglio? Forse quelle associate all’avvocato perchè sono di meno. C’è invece una maggiore interferenza tra le azioni associate al banchiere perchè sono in numero maggiore. Due tipi di processi che possono essere alla base dell’interferenza: 1. Ricerca, nel momento in cui dobbiamo ricercare una informazione associata al banchiere, se usiamo il ricordo del banchiere come indizio dobbiamo ricercare in un gruppo più numeroso 2. Attivazione, nel momento in cui creiamo associazioni , l’indizio del banchiere attiva tutte le info associate nello stesso momento. Attivazione meno Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ forte e precisa, questo non ci permette di pervenire facilmente alla info che ci interessa. Due tipi di interferenza: - Proattiva, l’informazione vecchia interferisce con il recupero di quella nuova - Retroattiva, l’informazione nuova interferisce con il recupero di quella vecchia 2 aspetti che aiutano il recupero: - Organizzazione, codifica in categorie - Contesto, ovvero si intende il contesto in cui l’informazione viene immagazzinata. Dove eravamo quando abbiamo codificato l’info, ma anche lo stato emotivo o di coscienza in cui eravamo. Se siamo più emotivamente coinvolti sarà più facile memorizzare le info, da un lato perchè associamo la info con un ricordo positivo, dall’altro pensiamo spesso a eventi che sono associati a ricordi positivi, saranno ricordati più spesso e quindi meglio consolidati. (Tendiamo a pensare con maggior frequenza a situazioni emotivamente cariche rispetto a situazioni neutre -> maggior ripetizione dei ricordi associati a quelle emozioni! ) Esp. viene chiesto ai sub di memorizzare delle info mentre si era fuori dall’acqua o sott’acqua. E poteva essere richiesto di ricordarle fuori o sotto l’ acqua. V. dipendente: numero di parole ricordate V. indipendente: contesto di immagazzinamento e recupero (fuori o dentro acqua) Risultati: se i due contesti coincidono, i risultati sono migliori. Se ci ritroviamo nello stesso contesto / luogo della codifica dell'informazione saremo facilitati nel recupero. Il contesto però può influenzare anche negativamente il ricordo. 1. Ricordi flash Ricordi estremamente vividi che gli psicologi hanno studiato in modo particolare perchè inizialmente si pensava fossero dei ricordi veri. Registrazione vivida e relativamente stabile delle circostanze in cui si ha notizia di un evento significativo e a forte carica emotiva. Facciamo sempre un update delle nostre conoscenze nel momento della codifica, possono essere aggiunti però dettagli non veri (falsi ricordi/false memorie). Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ La memoria è un processo costruttivo e ricostruttivo. Può divergere ampiamente dalla realtà da cui si origina sia nel momento in cui si forma (processi costruttivi), sia in seguito (processi ricostruttivi). Possiamo aggiungere nuove informazioni, magari suggeriti da altri, ai nostri ricordi Possiamo modificare il ricordo per far si che si accordi con i nostri schemi mentali o con degli stereotipi Possiamo modificare il ricordo in modo conforme a suggestioni esterne (es: urtare vs. schiantare) 2. Ansia inferente con il recupero Ad esempio durante un esame, vuoto mentale. Rapporto tra memoria (acquisizione, consolidamento e codificazione, recupero) e stress. Lo stress moderato può avere un impatto positivo sull’acquisizione di fatti, ma lo stress continuativo può danneggiare l’ippocampo. L’ansia porta allo sviluppo di pensieri intrusivi che impegnano la memoria e altre risorse cognitive causando una maggiore difficoltà di recupero. Disturbi di memoria o amnesia Incapacità parziale o totale di ricordare eventi. Diverse cause: lesione cerebrale, ictus, alcoolismo ecc. - Amnesia anterograda: incapacità di ricordare eventi recenti dal momento del trauma in poi, mentre il ricordo degli eventi precedenti al trauma è preservato. - Amnesia retrograda: incapacità di ricordare eventi accaduti prima del trauma. Nei pazienti amnesici si osserva una compromissione della memoria esplicita ma non di quella implicita. Dimostrazione dagli studi sul priming: Se viene chiesto a dei pazienti con amnesia di svolgere compiti in cui vengono proposti paradigmi di priming (dovrebbe facilitare il recupero di uno stimolo successivo allo stimolo prime) il cui effetto è preservato, performance soddisfacenti. 2 gruppi: amnesici vs. normali Compiti: Fase 1: studio di una lista di parole (es: casa, strada, nonna, automobile, caffè…) Fase 2: completamento di una lista di radici di parole, di cui metà erano radici di parole incluse nella lista di studio, e metà erano radici di parole non incluse (es: mo.., stra.., mo…) Risultati: nella seconda fase in entrambi i gruppi era presente l’effetto priming, ovvero quando la radice presentata l’avevano già vista nella lista da memorizzare riuscivano a produrre più parole. Anche i pazienti con amnesia. Sono entrati in gioco processi di memoria implicita. Fase 3: ripetere la lista di parole memorizzate Risultati: i pazienti con amnesia fallivano perchè il compito richiedeva processi di memoria esplicita. Conclusione: il priming (che è un tipo di memoria implicita) non è compromesso dall’amnesia. Negli amnesici però non è tutta la memoria esplicita ad essere danneggiata ma solo la componente episodica, quella semantica non viene compromessa. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Paziente HM Il caso più famoso di amnesia al mondo. Il paziente soffriva di crisi epilettiche, gli è stata asportata gran parte dell’ippocampo (ancora non si conosceva l’importanza di questa parte del cervello per il consolidamento della memoria). Da allora ha sofferto di disturbo di memoria anterograda, senza problemi alla memoria a breve termine/ memoria implicita/abilità linguistiche o percettive. Deficit di memoria a breve termine: - Deficit memoria a breve termine uditivo-verbale: il paziente ha uno span per materiale verbale ridotto (es. digit span) mentre lo span per materiale visuospaziale è preservato; spesso insorgono difficoltà di comprensione di frasi o apprendimento di nuove parole (es. lingua straniera). - Deficit di memoria a breve termine visuo-spaziale: il paziente ha uno span per materiale verbale nella norma (es. digit span) mentre lo span per materiale visuospaziale è ridotto (es. test di Corsi). La prestazione in compiti con materiale visuospaziale (es. recall di matrici) è compromessa. Ricordi rimossi Concetto prevalentemente freudiano, eventi traumatici vengono associati a difficoltà di recupero del ricordo (che viene rimosso perchè dannoso). Purtroppo è spesso difficile capire se un ricordo traumatico precedentemente rimosso è reale oppure è un falso ricordo. Tutti i ricordi legati alla prima infanzia vengono generalmente rimossi. Attualmente la spiegazione più accreditata è legata allo sviluppo cerebrale, durante la fase dello sviluppo avviene una perdita delle connessioni neurali. Ciò è funzionale. Linguaggio Il linguaggio ci permette di dare una serie di significati a situazioni, oggetti, eventi, attraverso l’uso di parole che creano un numero infinito di messaggi e concetti. Funzione: - Comunicativa - Sociale Distinzione tra lingue (software come una app), programma ben strutturato che esegue determinati compiti. prodotto sociale e culturale, si modifica nel tempo, ci sono lingue che nascono e che muoiono, sempre in continua evoluzione. E linguaggio (hardware computer), processi cognitivi e strutture anatomiche che permettono lo sviluppo e l’utilizzo di una lingua. Le lingue hanno molte caratteristiche in comune: UNIVERSALI LINGUISTICI. Tutte le lingue hanno vocali e consonanti, vocali inferiori. Tutte hanno regole sintattiche che permettono di definire l’organizzazione all’interno della frase determinando il messaggio. Il linguaggio è - Simbolico, la relazione tra suono e significato delle parole è arbitraria. Non c’è associazione diretta (come per esempio nelle onomatopee). - Strutturato, segue determinate regole grammaticali Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ - Generativo, attraverso l’uso di parole possiamo creare un infinito numero di messaggi. Processo di comprensione: ci permette di capire cosa ci stanno comunicando. Apparato uditivo stimolato da una serie di suoni, decodificati in parole/frasi a cui viene dato un significato. Processo di produzione: pensiero formulato attraverso l’utilizzo di parole che vengono prodotte grazie al nostro apparato fonoarticolatorio. Uno non esclude l’altro, sono due processi che interagiscono e che permettono una efficente prestazione linguistica. Unità linguistiche: - Fonema: unità sonora minima dotata di capacità distintiva, non si può dividere in più suoni. Dotata di capacità distintiva, ci permette di arrivare a comprendere il significato del linguaggio parlato. Ogni lingua ha specifiche regole fonetiche, circa una 40ina di fonemi in ogni lingua, in tutto il mondo ce ne sono 200. Le lingue si differenziano anche per i fonemi. Le doppie nell’italiano determinano il significato di una parola, diversamente dalle altre lingue. - Morfemi: la più piccola unità linguistica significativa, elemento dotato di significato (parole o radici) o di funzione sintattica (desinenze). Parola o parte di parola che hanno significato. Alcune parole però hanno più di un significato, il significato viene interpretato quindi dal contesto. Effettivamente quando ci troviamo a dover elaborare queste parole automaticamente si attivano tutti i significati. Testato attraverso processi di priming, oppure: Compito di decisione lessicale: indicare se delle lettere presentate formano una parola o una non-parola. Risultati: si è più veloci a riconoscere parole familiari rispetto a parole non familiari, e parole con due o più significati rispetto a parole con un solo significato. - Sintassi: regole che stabiliscono come unire le parole in frasi. La frase è costituita da sintagmi nominali (soggetto) e verbali (predicato). L’organizzazione in sintagmi ha effetti sulla memoria? Compito: memorizzare una frase. Successivamente vengono presentate parole presenti nella frase e il partecipante deve indicare la parola che segue. Risultato: i tr aumentano quando i sintagmi sono di tipo diverso (panettiere, prepara) piuttosto che soggetto soggetto (vecchio, panettiere). Sviluppo del linguaggio Chomsky sosteneva l’importanza dei fattori innati: il linguaggio si sviluppa a partire da una predisposizione per lo sviluppo di questa abilità, indipendente da fattori ambientali. Oggi sappiamo che non è così, però ci sono comunque delle tappe fondamentali nello sviluppo del linguaggio che sembrano predeterminati. Come si studia la capacità dei neonati di discriminare i fonemi? Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Velocità di suzione: la frequenza con cui ciucciano il ciuccio varia in presenza di uno stimolo nuovo. (indicatore di interesse). I bambini sono in grado di riconoscere i fonemi già al primo anno di vita, indipendentemente dalla lingua. A sei mesi smettono di riconoscere tutti i fonemi ma si focalizzano su quelli della loro lingua madre. (la velocità di suzione varia quando vengono presentati in sequenza due fonemi diversi di qualunque lingua). Nei bambini a un anno la velocità di suzione varia quando vengono presentati in sequenza due fonemi diversi della lingua madre. Iniziano a parlare attorno al 1-2 anno di vita. In realtà già da subito però acquisisce competenze linguistiche che riguardano la comprensione, già da prima che inizino a parlare. Queste finestre critiche sono importanti perché se ci sono dei fattori che interferiscono con lo sviluppo del linguaggio questo può determinare un deficit nelle abilità linguistiche che la persona può sviluppare. Avere un ambiente stimolante è un aspetto importante, però queste tappe sembrano essere determinate anche biologicamente. Le interazioni tra i genitori e i bambini e qualsiasi altro stimolo di tipo linguistico sono molto eterogenee tra le diverse culture, quindi se fosse vero che solo l’ambiente determina lo sviluppo del linguaggio dovremmo trovare differenze di tipo culturale nello sviluppo del linguaggio. I bambini sordi non hanno la possibilità di sviluppare linguaggio verbale, secondo alcuni studi questi bambini sviluppano naturalmente un linguaggio a gesti oltre a quello insegnatogli, e anche questo tipo di linguaggio segue le stesse tappe dello sviluppo. Se vogliamo imparare una lingua straniera e non lo facciamo da piccoli sarà molto più difficile. Disturbi del linguaggio Afasia → deficit nella produzione e comprensione del linguaggio. Può coinvolgere tutte le unità linguistiche (fonetica, morfologica, sintattica, semantica). È associato a lesione cerebrale dell’emisfero sinistro (lateralizzazione emisferica del linguaggio). - Afasia di broca Comprensione nella norma ma difficoltà di corretta produzione, discorso non fluente e stentato. DEFICIT GRAMMATICALE. Lobi frontali Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ - Afasia di wernicke Paziente non in grado di capire le domande e comunicare messaggi. Discorso fluente, utilizzo corretto parole ma messaggio privo di significato. DEFICIT CONCETTUALE. (lobi occipitali) ESEMPIO DI DOPPIA DISSOCIAZIONE: deficit complementari, nella grammatica e non nel concetto magari. - Afasia di conduzione Disconnessione tra area di broca e area di wernicke (danno al fascicolo arcuato). Difficoltà nel ripetere le parole, comprensione e produzione generalmente ok. Il pensiero Il Pensiero è l'attività mentale associata ad elaborazione e organizzazione di informazioni. L’essere umano ha due modalità preferenziali di pensiero. - Pensiero proposizionale Composto da concetti. Ovvero pensiero che indica l’insieme di proprietà che associamo ad una particolare categoria, non è per forza una parola. - Pensiero per immagini Creiamo concetti attraverso il processo di categorizzazione. raggruppare oggetti, eventi e persone per somiglianza, sulla base di caratteristiche comuni. Ossia in categorie. Un concetto rappresenta una categoria. due vantaggi - Economia cognitiva, categorizzare ed estrarre le caratteristiche tipiche del mondo riduce la complessità e permette un miglior funzionamento mentale. - Potere predittivo, categorizzare ed estrarre le caratteristiche tipiche del mondo ci permette di fare inferenze Non tutti i concetti sono uguali, alcuni sono più rappresentativi di una determinata categoria: concetto prototipico o prototipo (insieme di caratteristiche descrittive dei migliori esemplari di concetto) ad esempio la mucca per i mammiferi piuttosto che il delfino, o il pettirosso per gli uccelli rispetto ai pinguini. I prototipi si apprendono con l’esperienza, che aiuta a definire e ridefinire i nostri concetti. Nucleo: Caratteristiche essenziali per far parte di un concetto (nonna = mamma di mamma). Il prototipo influenza il modo in cui pensiamo e percepiamo. Quando un concetto è poco definito (concetto fuzzy) tende a coincidere con il prototipo perchè la strategia che noi usiamo non può basarsi sul nucleo. I bambini apprendono prima i prototipi e poi il nucleo. In una gerarchia di concetti, il livello base è il concetto più comune (es. Mela e pera) Teorie di cognizione incarnata La nostra conoscenza è data dall’esperienza che abbiamo con l’ambiente circostante. La nostra rappresentazione di concetti conserva l’esperienza motoria che ci ha permesso di creare il concetto. concetti concreti e astratti sono il frutto di esperienze sensorimotorie con l’ambiente, quindi conservano informazioni di tipo sensoriale e motorio. Il nostro cervello si rappresenta concetti motori e attiva processi di simulazione potremmo dire che simulano l’atto motorio tipico di una certa parola. Processi di categorizzazione Come viene deciso se un concetto appartiene ad una categoria piuttosto che ad un’altra? Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ - Soddisfazione criteri per l’appartenenza (nucleo/regola) Solo concetti ben definiti - Somiglianza con il prototipo - Somiglianza con altri esemplari di cui si ha un ricordo Ultimi due applicabili per concetti fuzzy In che modo possiamo studiare le caratteristiche dei concetti? - Presentare una serie di parole a degli individui e chiedere di indicare quali sono le caratteristiche prototipiche del concetto. - Chiedere quanto una serie di immagini assomigliano alle caratteristiche elencate - Saremo più veloci a classificare esemplari che somigliano maggiormente al prototipo? Concetti universali e non universali Alcuni concetti prototipici sembrano essere condivisi universalmente come i colori, tuttavia non in tutte le culture abbiamo la stessa gamma di termini per descrivere i colori. Alcune popolazioni aborigene hanno parole molto limitate per descrivere i colori. Alla popolazione dei dani è stato chiesto di svolgere un compito dove gli venivano presentate delle tinte di rosso e dovevano dare un nome alla tinta, se in un secondo momento poi dovevano discriminare tra le tinte di rosso coloro che avevano dato i nomi delle tinte diverse riuscivano a distinguerli meglio. Il colore più riconosciuto è il rosso tipico che noi riconosciamo come universale. Uno stesso concetto può avere sfumature differenti in funzione della lingua con cui viene espresso. Il ragionamento Le persone ragionano in modo diverso in versioni del compito di selezione che sono equivalenti nella forma ma diverse per il contenuto. Utilizziamo regole pragmatiche meno astratte e più legate alla nostra vita quotidiana o costruiamo una rappresentazione concreta della situazione per risolvere il problema. Ragionamento deduttivo Deduttivo (dal generale al particolare) Tutti gli elefanti hanno la proboscide (questo animale ha la proboscide) Questo animale è un elefante Se le premesse sono vere allora la conclusione è necessariamente vera. (ragionamento forte, c’è una regola). Generalmente siamo più lenti a trovare la soluzione di problemi dove le premesse sono più complesse. Ragionamento induttivo Induttivo (dal particolare al generale) I tre elefanti che ho visto fin’ora hanno la proboscide Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Tutti gli elefanti hanno la proboscide. ( Confronto le mie esperienze precedenti con quella attuale ) Ci basiamo sulla probabilità. Euristiche, scorciatoie di pensiero. Euristica della disponibilità o reperibilità ci porta a stimare la frequenza di una classe di eventi sulla base della facilità con cui vengono alla mente gli esempi della stessa. Euristica della rappresentatività fa sì che la probabilità di un evento sia stimata sulla base del suo grado di tipicità rispetto alla categoria cui appartiene. Euristica della causalità mi porta a applicare la regola per cui due eventi sono legati da causa- effetto ma non è necessariamente così. Pregiudizio della conferma: consideriamo maggiormente tutto ciò che conferma le nostre convinzioni rispetto a ciò che le contraddice. Effetto framing: le nostre scelte dipendono dal modo in cui le alternative vengono presentate. Imagery Pensiero per immagini. Rappresentazioni visive di ciò che stiamo pensando. Uno dei paradigmi utilizzati è quello di rotazione mentale. Esplorazione: pensare ad un luogo familiare e riportare tutto ciò che si trova lungo il percorso. Più facile per immagini più grandi. Le immagini mentali e la percezione visiva dipendono dalle stesse strutture cerebrali? Evidenze a favore: Il neglect (negligenza spaziale unilaterale) riguarda non solo il campo visivo reale ma anche quello immaginato. Persone con lesioni cerebrali alle aree visive hanno problemi non solo di visione ma anche di imagery. Studi di neuroimaging dimostrano che le stesse aree cerebrali che vengono attivate durante la percezione visiva, vengono attivate anche durante l’immaginazione di stimoli visivi. Numerical cognition Why and how we deal with numbers Individual differences in mathematical abilities in childhood persist in adulthood. Where do they come from? - Genetic factors - Socio-economical factors (family education, home numeracy) - Formal education It is important to understand the neurocognitive bases of mathematical abilities, so how our brain processes numbers. Variety of neuropsychological cases of acquired deficit in number processing. - Left subcortical lesion: deficits in multiplication, can’t find the solution in the memory - Left inferior-parietal lesion: deficits in subtraction and number comparison Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ A model of the neurocognitive bases of math abilities Dahaene studied that different mechanisms of working and imagining numbers are related to certain parts of the brain Triple code model To visualize arabic numbers (13) and represent them as auditory verbal word frames (thirteen) the “analog magnitude representation” is decisive in order to approximate, calculate and compare. Certain grey areas are related. To understand math abilities - Is the ability to deal with numbers innate or acquired? - Would an innate number sense be enough to understand individual differences in math abilities? - Are these mathematical abilities independent from other cognitive abilities? Number sense: innate or acquired? To understand if babies can count they show babies two clouds of dots. In both clouds the dots can change in size, orientation but one of them stays the same quantity. They are more interested in the one that changes in quantity. Other animals also have a number sense, which means they have not learned it but it is innate. Intraparietal sulcus → sensitive to changes in quantity in animals and children. Adaptation → deviant quantity → activation An innate number sense seems to be present in several species. The neural locus of this number sense seems to be the intraparietal sulcus. This number sense is not exact, that’s why we call it: approximate number system (quantity, innate, not dependent on language). We can’t tell the exact number but we can perceive what is a lot and what is a few. In adults this system works together with the system for symbolic math (symbolic quantity, learned through formal education, multiple representations). The snarc effect We see numbers in a line going from left to right, so we associate right with big and left with small. The larger the number gets, we get faster with our right hand. There is behavioural evidence of the existence of an innate number line in several animal species. Innate factors contribute to the development of this mental number line. This line is organised from left to right, but is influenced by reading and writing habits in humans. The number sense is innate, approximate and organised as a line. It relies on the brain area in and around the intraparietal sulcus. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ But how can we explain individual differences in the ability at maths? Developmental Dyscalculia It is a specific learning disorders. The criteria for diagnosis include: - Severe problems with learning and poor academic performance - Persistent problems are present during the first years of school and they are difficult to solve (despite all the efforts to bring them to a normal level they can’t be solved) - Absence of visual, auditory, motor or neurological disorders Diagnosed around age 8-9 Maybe caused by the absence or the scarce development of the approximate number system. Lowest weber fraction = better sensibility in number sense Emozioni Capitolo 11 manuale Cosa distingue umore, emozioni e motivazione? 1. Motivazione: comportamenti che mettiamo in atto per soddisfare bisogni interni 2. Umore: in parte è connesso alle emozioni perchè riguarda un nostro stato emozionale che caratterizza però una data esperienza con una durata nel tempo, non per forza però legato ad un evento. Stato di baseline variabile. 3. Emozione: stati transitori generalmente di breve durata, connessi ad una causa. È una risposta complessa che ci permette di reagire prontamente a una situazione-stimolo. Interpretazione della situazione non la situazione in sè a determinare l’emozione. - Risposte fisiologiche, ad esempio aumento battito cardiaco, respirazione, sudorazione ecc. (arousal, stato di eccitazione) → statp nervoso autonomo - Risposte comportamentali, risposte espressive e tendenze all’azione. In risposta a questo evento tendiamo a pensare o ad agire in un certo modo. - Esperienza soggettiva dell’emozione, consapevolezza, sentimento. - Valutazione cognitiva della situazione, il modo in cui interpretiamo le situazioni determina l’evolversi dell’esperienza emotiva. Emozioni primarie e secondarie Le emozioni primarie o di base sono poco influenzate dalle differenze culturali espresse universalmente, sono presenti sin dalla nascita e non dipendono dal livello di sviluppo. Es. tristezza, paura, gioia, rabbia, disgusto e sorpresa. Per tutte le altre emozioni parliamo di emozioni secondarie, acquisite durante lo sviluppo e rispecchiano la cultura d’appartenenza e anche le norme sociali apprese. Ad esempio vergogna, senso di colpa, orgoglio ecc. Document shared on https://www.docsity.com/it/psicologia-generale-modulob-prof-ranzini-slidesappuntitestiimmagini/11787680/ Teorie classiche delle emozioni: Si distinguono per la relazione causa-effetto tra le differenti componenti. Permettono di rilevare quelle che vengono definite risposte complesse. - Teoria di James-Lange Diventare consapevole di una emozione attraverso l’interpretazione dell’attivazione fisiologica, specifica per ogni emozione, ci permette di discriminare le diverse emozioni. = esperienza soggeettiva dell’emozione. - Ipotesi del feedback facciale Interpretazione delle espressioni facciali, teoria di darwin sulla universalità espressiva come modo per comprendere le reazioni emotive. Le espressioni facciali hanno rilevanza sociale, ci permette di comprendere e interpretare gli stati emotivi. La nostra esperienza soggettiva, il fatto di essere consapevole di provare una emozione, dipende dalla nostra capacità di comunicare l’emozione. Espressione facciale → esperienza soggettiva - Teoria bifattoriale di Schachter e Singer L’esperienza soggettiva è data dalla attivazione fisiologica e dalla valutazione cognitiva dell’attivazione. La nostra interpretazione determina l’esperienza soggettiva Esperimento in cui è stato iniettata adrenalina in maniera consapevole e non. Nella fase di attesa in compagnia di un estraneo (complice dello sperimentatore) quest’ultimo si faceva notare con un comportamento allegro o lamentos

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