Psicologia dello sviluppo PDF - Studio dei processi evolutivi

Summary

Questo documento si concentra sulla psicologia dello sviluppo, esplorando i processi evolutivi nell'infanzia e nell'adolescenza. Affronta diversi approcci, modelli di studio e il contributo delle neuroscienze alla comprensione del cervello in relazione al comportamento. Il documento include domande epistemologiche e approfondisce la plasticità del cervello e le traiettorie evolutive.

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lOMoARcPSD|42233847 La psicologia dello sviluppo è una disciplina giovane che studia i processi evoluvi nell’infanzia e nell’adolescenza. I contribu degli studiosi furono molteplici: Hall fu il primo a rendersi conto che la mente dei bambini funziona in maniera dierente rispeo a quella degli ad...

lOMoARcPSD|42233847 La psicologia dello sviluppo è una disciplina giovane che studia i processi evoluvi nell’infanzia e nell’adolescenza. I contribu degli studiosi furono molteplici: Hall fu il primo a rendersi conto che la mente dei bambini funziona in maniera dierente rispeo a quella degli adul e che l’adolescenza potesse essere considerata una nuova nascita, Bowlby studiò i legami di aaccamento. Si sono sussegui nel tempo approcci dieren allo studio dello sviluppo: da una leura determinisca e unicausale a una leura a verce trasformavo, mulprobabilisco, olisco e interazionista. Si possono denire, dunque, alcuni passaggi fondamentali dall’idea di una psicologia dell’età evoluva, ad uno sviluppo leo in termini di arco di vita e inne che si conceualizza nella psicologia del ciclo di vita.  Psicologia dell’età evoluva: considera limitato il tempo dello sviluppo che va dal concepimento alla maturità. Non contempla la possibilità di sviluppo nei tempi che seguono l’età adulta né di trasformazioni. EX: teoria cognivista di Piaget-teoria psicosessuale di Freud  Psicologia dell’arco di vita (‘900): si basa sul presupposto che i cambiamen non sono casuali e che mol possono essere intesi alla luce di principi evoluvi. Vede come esi evoluvi, lo sviluppo: dell’individuo come processo complesso (scandito da even crici) rappresentato araverso un insieme di traieorie che sono un riesso delle risposte fornite dall’individuo agli even, e della personalità intesa come costruzione di disposizioni e capacità e prodoo degli scambi tra organismo e ambiente. Il modello individua delle inuenze sullo sviluppo verso cui si avano delle risposte: inuenze scalate per età (vita scolasca), inuenze storiche (guerra) e inuenze individuali non normave (incidente). E’ un modello di po probabilisco-mulcausale e intende lo sviluppo in maniera trasversale, indicando una fase ascendente che si conclude con l’età adulta, e una discendente che va no alla morte.  Psicologia del ciclo di vita: consiste nella visione dello sviluppo come processo ricorsivo che avviene lungo tua la vita considerando che le esperienze del passato si colleghino al presente. Orienta l’idea: che lo sviluppo sia scandito da even crici che concorrono a denire le “traieorie individuali”, che ci sia un intreccio tra faori di rischio e faori di protezione, che le crisi evoluve sono “sde” ed ognuna di esse implica dei compi evoluvi e la resilienza come resistenza al trauma. Parlare di epistemologia dello sviluppo vuol dire intenderlo come un fenomeno inevitabile e dinamico costuito dal rapporto tra faori inna ed esperienze. Lo studio dello sviluppo e orientato da specici modelli:  Modelli DETERMINISTICI UNICAUSALI: modelli di spiegazione che fanno risalire ad una o poche cause in modo obbligato e determinisco la spiegazione del cambiamento evoluvo.  Modelli PROBABILISTICI MULTICAUSALI: prospeva che aenziona le modiche e le interazioni delle variabili lungo il tempo.  Modelli PROBABILISTICI OLISTICI: secondo i quali lo sviluppo caraerizza tuo il ciclo di vita in relazione al contesto. Individuo e ambiente sono in relazione reciproca e formano un sistema integrato e dinamico: l’uno agisce sull’altro. Nello studio dello sviluppo, va inserito il contributo delle neuroscienze, orientate a comprendere quali e come le aggregazioni neurali interagiscono per orientare il comportamento e come si possa parlare di plascità del cervello. Tale plascità va a soolineare come le esperienze individuali possano modicare le struure del cervello. La nostra corteccia è dotata di plascità e quindi della capacità di cambiare adaandosi. Scaricato da Alessia Avenia ([email protected]) lOMoARcPSD|42233847 È un’idea sbagliata quella secondo cui una maggiore estensione delle connessioni neurali corrisponde ad un elevato numero di abilità perché in realtà la perdita di connessioni neurali è cruciale per lo sviluppo del cervello: viene denito fenomeno del pruning, il processo araverso il quale dopo una fase iniziale di “oritura” di produzione di sinapsi, le regioni della corteccia riducono o eliminano alcune cellule neurali (potatura). Altro contributo delle neuroscienze è rivolto ai meccanismi neurobiologici soostan le emozioni: soolineano l’importanza dell’amigdala nel rapporto tra l’ambiente e le risposte emozionali agli even. Meono in evidenza quindi le basi biologiche della vita emozionale, comportamentale e cogniva. Sebbene la mente sia neurobiologicamente preparata per il funzionamento, sono le modicazioni indoe dall’esperienza quelle che avano le funzioni mentali determinando le modalità di sviluppo del sistema nervoso. QUESTIONI E NODI EPISTEMOLOGICI: interrogavi in merito alla possibilità di denire il processo evoluvo araverso il riconoscimento di una tendenza evoluva innata all’interno di singoli rappor tra tendenza contrapposte. 1. Visione meccanicisca e visione organisca: la prima intende l’individuo e il suo sviluppo come un insieme di par (macchina) che operano in uno spazio e in tempo secondo una modalità prediva e quindi che aenziona le cause anteceden del comportamento; la seconda invece rappresenta l’individuo e lo sviluppo come un’unità ava e organizzata che si autoregola costruendo la sua esperienza e il suo ambiente, l’aenzione è quindi posta sul presente. 2. Sviluppo in termini quantavi o qualitavi: in termini quantavi il cambiamento risulta graduale, poco per volta araverso lo sviluppo di speciche abilità. In termini qualitavi, invece, i cambiamen sono considera un’organizzazione globale. 3. Tendenza dello sviluppo alla connuità o alla disconnuità: secondo la prima, lo sviluppo è una costruzione progressiva, connua, secondo una visione disconnua invece lo sviluppo procede per passaggi rapidi o improvvisi che creano appunto condizioni di disconnuità. 4. Predominanza dell’inuenza di faori geneci o ambientali sullo sviluppo. 5. Lo sviluppo è di dominio-specico o di dominio-generale (?) TRAIETTORIE EVOLUTIVE: trend dello sviluppo individuale orientato da faori geneci, culturali e naturalizza, intesi come interiorizzazioni di processi orienta dalla cultura. Il conceo di trend ci rimanda ad un conceo dinamico dello sviluppo e che sia sempre esito di integrazioni che si susseguono inducendo cambiamento. Il trend si caraerizza araverso l’interazione tra andamento e direzione, il primo inteso come interiorizzazione delle esperienze, il secondo come dimensioni dello sviluppo con il loro stato evoluvo. Il trend procede per fasi, ciascuna arcolata in stadi: le fasi rappresentano periodi di tempo del ciclo di vita storicizza che si susseguono in maniera sequenziale, gli stadi sono segmen temporali delle fasi. La considerazione dello sviluppo in termini di traieoria evoluva ci riporta ad una classicazione tra picità e apicità dei percorsi di sviluppo. La picità ci riporta ad un percorso di sviluppo scandito da even crici, le crisi sono intese come “sde” a cui susseguono dei compi evoluvi e il fenomeno della resilienza. L’apicità, invece, fa riferimento ad un percorso di sviluppo caraerizzato da una o più compromissioni evoluve dei processi di comunicazione, socializzazione, esperienze, emozioni; si traa dunque di un percorso scandito da even crici normavi e non, di un intreccio tra faori di “rischio” che danno vita a condizioni di rischio evoluvo e la crisi non è vista come “sda” ma come momento di stagnazione. Scaricato da Alessia Avenia ([email protected]) lOMoARcPSD|42233847 Crisi evoluve: condizione di disorganizzazione evoluva, di inadeguatezza cogniva, emova, relazionale nella gesone di even e condizioni nuovi. Il rapporto tra le crisi e gli stadi è complementare, poiché le prime sono spesso imprevedibili mentre gli stadi sono sempre prevedibili. Possono essere normave e non normave, laddove le prime sono prevedibili nel percorso, le seconde sono scarsamente prevedibili, vengono idencate come speciche condizioni di rischio interne al soggeo e si presentano quando non si è saputo gesre un evento crico. La condizione che con la crisi evoluva si viene a creare, pone al soggeo un compito evoluvo. Si traa di compi che possono richiedere livelli di impegno diversi: i compi impegnavi la cui risoluzione promuove sviluppo, i compi di roune che sembrano creare una situazione di stagnazione e quelli rischiosi che possono indurre deterioramento. La risoluzione di tali compi prevede la ricerca di risorse interne o meno al soggeo; in caso di uso di risorse esterne, deniscono le crisi “sde evoluve” come condizione di crescita che implica, al di là della risoluzione, un passaggio evoluvo che può dare stabilizzazione. Le crisi evoluve diventano rischiose quando possono indurre disorientamento, vulnerabilità, dispersione dell’identà. Ogni sviluppo indica cambiamento, ma non viceversa. In tal senso, occorre fare una dierenza tra i cambiamen sistemaci (non casuali), organizza, progressivi, sequenziali (mutamen collega ad alcuni preceden facilitan dei successivi) e adavi e quelli asistemaci, disorganizza e senza progressione. La dierenziazione dei cambiamen orienta la denizione di specici obievi dello sviluppo: obievi di stabilizzazione che costuiscono una base per lo sviluppo futuro, obievi di potenziamento più estendibili dei primi e gli obievi di trasformazione che integra ad altre abilità si congurano diversamente e in senso più progredito. Tali obievi si raggiungono araverso dei meccanismi inna come l’integrazione che consente l’inclusione di traguardi nuovi rispeo a quelli raggiun, la trasformazione che organizza i nuovi traguardi in nuove congurazioni di capacità, processi, la costruzione della dierenza individuale che organizza livelli e stadi evoluvi, aeggiamen, personalità e condoe caraerizzan di un individuo e l’adaamento. Scaricato da Alessia Avenia ([email protected])