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This document provides an overview of economics, including concepts like scarcity, efficiency, and the division of economics into microeconomics and macroeconomics. It also covers the topic of Gross Domestic Product (GDP), nominal and real GDP, and other key economic indicators.
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ECONOMIA L’economia è una scienza sociale → studia il comportamento della società, di soggetti e di organismi che fanno parte del tessuto sociale Concetto di scarsità → l’economia esiste perché nel nostro mondo le risorse sono scarse in funzione alla quantità che consumatori, imprese ecc.. consumer...
ECONOMIA L’economia è una scienza sociale → studia il comportamento della società, di soggetti e di organismi che fanno parte del tessuto sociale Concetto di scarsità → l’economia esiste perché nel nostro mondo le risorse sono scarse in funzione alla quantità che consumatori, imprese ecc.. consumerebbero Dalla scarsità arriviamo al concetto di efficienza (ridurre o eliminare gli sprechi, produrre in modo efficiente, distribuire le risorse in modo efficiente) L’economia quindi è lo studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili, e di come tali beni vengono distribuiti all’interno della società L’economia si divide in: - Microeconomia → studia il comportamento delle singole imprese, consumatori ecc… - Macroeconomia → studia il funzionamento dei sistemi economici complessi attraverso fattori come l’inflazione, disoccupazione, tassi di interesse, PIL ecc… PIL Cos’è il Pil? Prodotto interno lordo Misura il valore totale dei beni e servizi prodotti in un paese da parte di operatori economici residenti e non nel corso di un anno, e destinati al consumo dell’acquirente finale, agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette Entra nel pil solo il prodotto finito, non il prodotto grezzo (Es: passata di pomodoro si ma il pomodoro no, il pane si ma la farina no, solo quella confezionata rientra) Rientra anche il macchinario in parte ( se un’azienda compra un macchinario che può durare 10 anni, il prezzo del macchinario sarà diviso in 10 anni) PIL nominale (o a prezzi correnti) → prende in considerazione i prezzi correnti nell’anno di misurazione (Es: prezzo farina in quell’anno) Utilizzato per confrontare diversi paesi in un dato anno PIL reale (o a prezzi costanti) → è il valore della produzione al netto dell’inflazione, calcolato a prezzi costanti di un anno di base Utilizzato per mostrare l’evoluzione temporale (crescita o decrescita) del pil (riportato in % rispetto all’anno precedente) Se i prezzi salgono vuol dire che le famiglie e imprese acquistano Deflazione → quando i prezzi scendono Il PIL è strettamente legato al tasso di disoccupazione, la disoccupazione è minima quando il PIL cresce Il pil può essere anche considerato come il valore totale della spesa fatta dalle famiglie per i consumi, dalle imprese per gli investimenti, dallo Stato (spesa pubblica) e destinato all’export → vale l’identità Keynesiana (John Maynard Keynes) IDENTITA’ KEYNESIANA → Y = C + G + I + (X - M) Y = pil C = consumi famiglie G = spesa pubblica I = investimenti X = esportazioni M = importazione Questa identità ci dice che l’obiettivo dei governi è quello di incrementare il pil Keynes si forma agli inizi del 900 → crisi del 1929 Se cala il pil significa che l’economia è in difficoltà, quindi sostiene la necessità dell’intervento dello Stato nell’economia (che investa), con misure di politica di bilancio e monetaria, qualora una insufficiente domanda aggregata (domanda delle famiglie, imprese e privati) non riesca a garantire la piena occupazione - Spesa pubblica → somme di denaro che vengono spese dallo stato in beni e servizi pubblici (istruzione, università, sanità, pensioni…) A fronte di tali uscite lo stato deve avere delle entrate che arrivano dalle tasse DIRETTE (reddito dei singoli (IRE) e delle società (IRES) ) e INDIRETTE (IVA) Se le tasse non sono sufficienti a coprire la spesa dello stato si crea il saldo negativo quindi si parla di deficit o disavanzo pubblico (si dice avanzo se il saldo è positivo) → uscite > entrate Il deficit deve essere finanziato da prestiti, vendendo i titoli di stato (BOT = buoni ordinari del tesoro, BTP = buoni del tesoro pluriennali ecc…) con conseguente aumento del debito pubblico DEBITO PUBBLICO Gli stati Uniti sono lo stato con il debito pubblico maggiore ma sono anche la prima economia mondiale, il secondo paese è la Cina e il terzo è il Giappone Debito pubblico italiano → 2.900 miliardi di euro (pil è di 2 miliardi) Nella classifica del 2023 il primo paese con il debito pubblico è il Giappone (255%) Il debito pubblico mondiale ammonta a 300 trilioni di dollari, ma verso chi? In giappone i debitori sono gli stessi giapponesi per il 90% per questo nonostante il rapporto debito/pil sia del 255% non si sente parlare di essa Dove c’è un debito, c’è anche un credito → CREDITORI (coloro che detengono i debiti ovvero i titoli di stato) Foreign official → istituti finanziari mondiali (banca mondiale, saldo monetario nazionale ecc..) Chi detiene il debito pubblico condiziona le politiche economiche di un paese - Tra il 2005 e 2007 cala - Il debito pubblico inizia a crescere con la crisi del 2007-2008 → MUTUI SUBPRIME - AUSTERITA’ (crisidel 2011-2012) → Intrapresa da Junker (commissario Unione Europea) che mette restrizioni in caso di crisi, cala il pil, fa calare la spesa pubblica, ridurre gli sprechi e l’intervento pubblico e fa sì che il settore privato si riprenda da solo - Da quando sale Draghi la situazione si stabilizza fino al Covid Come mai il crollo del pil del 2021 non ha portato al collasso dell’Italia? Grazie all’intervento fatto dall’Unione Europea: RECOVERY FUND → Accordo fatto il 1 luglio 2020, piano di finanziamento per 750 mld (di cui 208 all’Italia, 81 mld sono sovvenzioni a fondo perduto = non vanno ridati e 127 mld invece sono prestiti), fatto di prestiti (360 mld) e sovvenzioni a fondo perduto ( 390 mld) I fondi arriveranno a partire dal secondo trimestre 2021 sulla base di un Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR) - La banca detiene il 30% del debito pubblico italiano - Sono calati i debiti dei non residenti Che cos'è lo SPREAD ? Lo Spread è un differenziale tra il tasso di interesse che paghiamo noi per il Btp (per il nostro debito pubblico) e per il suo omologo tedesco, il Bund Lo spread è questa differenza moltiplicata 100 tra il tasso di interesse pagato dal nostro paese e il tasso di interesse pagato dalla Germania → se il Btp ha unn rendimento del 4,5% e il Bund tedesco dell’1%, lo spread sarà pari a 350 punti (viene espresso in punti e non percentuale = 1 punto corrisponde allo 0,01% quindi 100 punti all’1%) Nel 2011 lo spread era altissimo → oltre 5,7% rispetto al tasso di interesse Tedesco PRODUZIONE ED EFFICIENZA I sistemi economici sono entità che danno risposta a queste 3 domande: - Cosa produrre? → in termini quantitativi e qualitativi (quante macchine, farmaci.. - Come produrre? → quale tecnologia usare, la divisione del lavoro → come utilizzare la forza lavoro - Per chi produrre? → con quali criteri distribuire il prodotto ECONOMIE DI MERCATO → Sistemi economici basati sulla filosofia liberista di Adamo Smith Egli proponeva un sistema economico senza l’intervento pubblico (gli operatori privati dovevano operare in modo libero) = economia del Laissez - Faire ECONOMIE MISTE → Hanno elementi caratteristici delle economie di mercato + economie pianificate: - Friedman → scuola di Chicago (anni 70’), si avvicinava nelle sue teorie alla scuola liberista Proponeva la progressiva uscita dello stato dalle economie del paese - Keynes → (anni 30’) Rappresenta una scuola di pensiero opposta a Friedman poiché vede ruolo fondamentale dello Stato nel processo del sistema economico ECONOMIE PIANIFICATE →Legate all’idea marxista dove lo Stato era al centro del sistema economico (tutto di proprietà dello stato) Sistema economico utilizza gli INPUT o fattori della produzione (qualcosa che entra all’interno del sistema economico) al fine di produrre altro (OUTPUT) INPUT → SISTEMA ECONOMICO → OUTPUT Input → Sono beni o servizi utilizzati dalle imprese nei loro processi produttivi, sono divisi in 3 grandi classi: - Terra (T) → Risorse naturali (materie prime in parte) - Lavoro (L) → Manodopera (lavoro operativo sia dirigenziale) - Capitale (K) → Finanziario e beni durevoli Output → beni finiti o che necessitano ulteriore lavorazione (semilavorati) FRONTIERA DELLE POSSIBILITA’ PRODUTTIVE (FPP) Indica il livello massimo di quantità prodotte ottenibili da un sistema economico data la conoscenza tecnologica e la quantità di input a disposizione Rappresenta il mix di scelte da parte del sistema economico sulla base della tecnologia e fattori produttivi a disposizione Si può ambire ad un limite massimo di produzione date le capacità produttive del sistema economico Il sistema economico produce 2 beni: - Succo Bio - Succo convenzionale Nel momento in cui il sistema economico destina tutti i fattori produttivi al succo Bio (punto A) avremo 120 quintali (massima quantità) Al contrario se decide di destinarli al succo convenzionale (punto B) avremo 150 quintali di succo Nel momento in cui l’azienda produce biologico ma vuole iniziare a produrre anche succhi convenzionali, toglierà fattori produttivi dal succo Bio e li sposterà al succo convenzionale (materie prime, energia, capitali) → ci spostiamo quindi dal punto A al punto C (aumenta di 30 quintali la produzione di succhi convenzionali) TRADE-OFF → Utilizzo alternativo delle risorse, ovvero il “conflitto” che si viene a creare per via di utilizzare gli input per uno scopo, piuttosto che per un altro In italiano parliamo di costo opportunità → riferendosi a più alternative alle quali si è preferito rinunciare a vantaggio di un’altra scelta E’ visto anche come la perdita di valore per l'alternativa a cui si è rinunciato a fronte del corrispettivo aumento di valore per la scelta effettuata (compro il pane perchè mi da un valore maggiore rispetto a un’altra scelta a cui ho rinunciato, ad esempio merendine) Il trade-off centra con la frontiera delle possibilità produttive perchè sto facendo delle scelte rinunciando ad altre → concetto legato anche all’efficienza (assenza di sprechi, miglior utilizzo possibile delle risorse economiche al fine di soddisfare i bisogni degli individui) EFFICIENZA PRODUTTIVA → Un sistema economico (società, impresa) si dice efficiente quando non può aumentare la produzione (output) di un bene senza ridurre quella di un altro bene → secondo Wilfred Pareto Se un sistema economico efficiente si trova sulla frontiera delle possibilità produttive → dovrà necessariamente ridurre la produzione dell’altro bene I punti lungo la frontiera sono punti efficienti Il punto D secondo la teoria dell’efficienza produttiva è un punto inefficiente (all’interno della frontiera ci sono risorse inutilizzate: prodotto non venduto, danneggiato, non conforme allo standard di commercializzazione) → si può produrre più di un bene senza ridurre la produzione di un altro bene (NON STO PRODUCENDO IN MODO EFFICIENTE) - Combinazioni inefficienti → interni alla frontiera (D) - Combinazioni efficienti → sulla frontiera - Combinazioni impossibili → esterni alla frontiera Si può passare alle combinazioni impossibili se: - Effetto della crescita di un sistema economico (es: introduzione di una nuova tecnologia) → spostamento della curva verso destra - Data la stessa quantità di input, aumentano le quantità dei due beni che possono essere prodotti dal sistema economico EFFICIENZA ALLOCATIVA → DAL LIBRO IL MECCANISMO DI MERCATO Il mercato è un meccanismo che permette ad acquirenti e venditori di interagire per determinare il prezzo e la quantità di un bene o servizio Norme fondative (caratteristiche comuni dei diversi tipi di mercato): - Volontarietà degli scambi - Relazioni impersonali - Libertà di perseguimento del proprio interesse personale (nei limiti di legge) → sia dal lato dei venditori che acquirenti (si mi piace ma costa troppo quindi non lo prendo) - I beni scambiati sono beni “privati” (bene esclusivo → bene nel consumo del quale posso escludere l’altro dall’usare lo stesso bene e rivale nel consumo → rivalità nell’acquisto (un paio di occhiali poteva essere comprato da me o da un’altra persona, ma solo da 1 delle 2) - Preferenze dei consumatori (non i reali bisogni) Beni economici e beni liberi Dal concetto di scarsità si creano due tipi di bene: BENI ECONOMICI → Beni scarsi in relazione alla quantità desiderata, deve essere razionato chiedendo un prezzo positivo BENI LIBERI → Beni illimitati (montagna, parco ecc…) → il prezzo è nullo Il PREZZO è una misura economica della scarsità di un bene (se un bene è scarso avrà un prezzo elevato, un bene abbondante avrà un prezzo basso) - Esso dipende dalla domanda e dai costi che i produttori devono sostenere - Regola gli scambi → i prezzi coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori Prezzi elevati (prodotto scarso) → tendono a scoraggiare il consumo e ad incentivare la produzione Prezzi bassi (prodotto in grandi quantità) → incoraggiano il consumo ma deprimono la produzione - Funge da equilibratore → permette agli acquirenti e venditori di arrivare a un equilibrio Il caso dei formaggi stagionati (Parmigiano Reggiano e Grana Padano) Il Grana Padano assorbe il 24% del volume del latte prodotto in Italia (Bacillo di produzione: dal piemonte, al veneto, compresa la lombardia → province come Mantova, Cremona, Brescia.. Il Parmigiano Reggiano assorbe il 18% (bacillo di produzione: Parma provincia, Reggio Emilia, Modena…) Il prezzo dei formaggi stagionati a pasta dura dipende da: - Fluttuazione stagionale di produzione e domanda (in base ai mesi dell’anno, in estate c’è meno produzione di latte) - Andamento delle esportazioni - Presenza concorrenziale, sui mercati nazionali ed internazionale, di prodotti simili o imitazioni - Stato delle giacenze → scorte in magazzino Schema di flusso circolare di un’economia di mercato Famiglie → società, gruppi di individui Imprese → Soggetti deputati alla produzione di beni e servizi MERCATO DEI PRODOTTI → Dove vengono scambiati i beni e servizi destinati al consumo Famiglie esprimono una domanda e le imprese offrono i prodotti richiesti (soddisfano esigenza consumatori) - DOMANDA espressa dalle famiglie - OFFERTA espressa dalle imprese In questi mercati incontro tra domanda e offerta va a decidere quali e quanti prodotti produrre e con che prezzo venderli MERCATO DEI FATTORI → Dove vengono scambiati i fattori produttivi (es: risorse naturali, lavoro e capitale) - DOMANDA → espressa dalle imprese (imprese richiedono lavoro) - OFFERTA → espressa dalle famiglie (es: io offro lavoro) Incontro tra domanda e offerta in questi mercati determinano salari, rendite e interessi Prezzo del capitale è il tasso di interesse Prezzo delle risorse naturali sono le rendite Prezzo del lavoro sono i salari Si va a definire la distribuzione della ricchezza Come produrre? Rispondono in modo autonomo le imprese, che definiscono le loro modalità produttive al fine di massimizzare la produzione interna Problematiche: - Sistema autocontenuto e chiuso (inquinamento e sfruttamento delle risorse non vengono contemplate nel sistema) - Fasce di reddito basse della popolazione FORME DI MERCATO - Monopolio - Concorrenza perfetta - Oligopolio - Duopolio - Oligopsonio - Monopsonio CONCORRENZA PERFETTA Alle Per avere il mercato di concorrenza perfetta ci sono 6 condizioni: - Elevato numero di venditori e di compratori (tutti di piccole dimensioni) - Tutti i soggetti sono Price Taker → non possono modificare il prezzo di mercato (definito dalla domanda e dall’offerta) - I beni prodotti sono standardizzati e sostituibili tra loro (ovvero hanno le stesse caratteristiche) → questo denota una tipologia di prodotti ben precisa di prodotti detti COMMODITY (prodotti standardizzati → se acquisto il latte dall'azienda X o Y è la stessa cosa) - Tecnologia comune a tutti i produttori - Trasparenza di informazione (su prezzi e qualità dei prodotti) - Assenza di barriere in entrata ed uscita → tutti gli operatori/ produttori possono entrare o uscire nel mercato senza pagare licenze Il mercato di concorrenza perfetta è molto idealizzato (non esiste praticamente) Ci guadagnano gli acquirenti da questo tipo di mercato L’opposto della concorrenza perfetta è il MONOPOLIO (dove c’è un produttore che fa quel prodotto) → è vietato dalle regole concorrenziali (regole definite da un punto di vista legale e sono fatte rispettare dall'antitrust per garantire la concorrenzialità sul mercato) Fallimento del mercato NON QUANDO FALLISCONO LE AZIENDE Quando il mercato si allontana troppo da una forma concorrenziale perfetta, fallisce → ossia fallisce quando il mercato opera in modo inefficiente o contrario all’interesse pubblico (mercato si deve autoregolare da solo) Ci sono 2 visioni: - Autoregolazione dei mercati (Friedman) → propone la capacità dei mercati di autoregolamentarsi da soli nel lungo periodo - Intervento esterno (Keynes) → intervento statale nell’economia nel momento in cui i mercati falliscono Cause fallimento Abbiamo 3 cause di fallimento del mercato: 1. ESTERNALITA’ → Si tratta di costi (esternalità negativa) o benefici (esternalità positiva) generati da imprese o da individui in capo ad altri soggetti (genero dei costi in capo ad un altro soggetto) al di fuori delle relazioni di mercato, senza cioè che vi sia un corrispettivo o una compensazione per il danno o il vantaggio generato a) ESTERNALITA’ NEGATIVE → Inquinamento aria e acqua, sfruttamento risorse → poiché un comportamento di impresa inquinante va a generare un costo (visto come danno) per altri soggetti senza che vi sia una compensazione/ vantaggio indietro Serve un intervento normativo dallo Stato per risolvere sti problemi b) ESTERNALITA’ POSITIVE → Paesaggio rurale (genera beneficio, cura della terra e ne beneficia l’intera comunità, es: può migliorare l'attrattiva turistica), campagne di vaccinazione, attrattività turistiche, educazione. Incentivi pubblici: servono per incentivare economicamente le esternalità positive 2. ECCESSIVA SPEREQUAZIONE DEI REDDITI → Distribuzione non equa della ricchezza (presenza di povertà e sottosviluppo) → sintetizzata da un indice (coefficiente di Gini) → valori da 0 a 1 a) 0 → ricchezza distribuita in modo perfettamente uguale all’interno della società b) 1 → tutta la ricchezza in mano ad una sola persona all’interno del paese 3. NON CONCORRENZIALITA’ all’interno del mercato → presenza di monopoli, oligopoli non concorrenziali , eccessiva asimmetria informativa (no trasparenza di informazioni → quando alcuni soggetti hanno informazioni che altri non hanno) Per correggere le imperfezioni del mercato è necessario l’intervento di autorità pubblica → norme sull’inquinamento, prelievo fiscale progressivo in base al reddito (prelevare di più da chi ha redditi maggiori), leggi antitrust (leggi che vietano la formazione di Trust ovvero concentrazione di potere economico) MONOPOLIO - Un unico venditore offre un prodotto o un servizio che non esiste da un’altra parte - Monopolista fissa il prezzo in modo arbitrario senza basarsi su nessuna logica di concorrenza al fine di massimizzare il suo profitto - Comportamento a price maker (lui definisce il prezzo) - Monopolio danneggia il consumatore → per questo motivo è limitato dalle norme "antitrust" Abuso di posizione dominante → forma utilizzata dall’antitrust per punire con delle sanzioni OLIGOPOLIO - Dominano pochi grandi venditori con prodotti differenziati sui quali i diversi produttori sono price maker (influenzano prezzi prodotto) - Possiamo avere un oligopolio con caratteristiche competitive se esiste una certa libertà ad entrare nel mercato - In caso contrario può venirsi a formare un “cartello”, ovvero un accordo tra più produttori per limitare la concorrenza → essi sono vietati e sanzionabili dall’antitrust DUOPOLIO → Due grandi produttori MONOPSONIO → Speculare al monopolio, si ha quando una grande impresa acquista completamente la produzione di tante piccole aziende fornitrici. Se esistono un monopolista e un monopsonista parliamo di monopolio bilaterale OLIGOPSONIO → Speculare all’oligopolio, prevalgono pochi grandi compratori La domanda domina il settore TEORIA DELLA DOMANDA E OFFERTA Il prezzo esprime la scarsità di un bene In concorrenza perfetta il livello del prezzo dipende dalla domanda e dall’offerta del bene in questione DOMANDA La domanda esprime la quantità di un bene che si desidera acquistare ad un determinato prezzo (con costanti gli altri elementi) La quantità acquistata di un bene dipende dal prezzo → maggiore è il prezzo e meno verrà acquistato, minore è il prezzo e più verrà acquistato CURVA DI DOMANDA → Relazione tra il prezzo e la quantità richiesta del bene Gli operatori sono price Taker La pendenza negativa della curva di domanda del bene X mostra una relazione inversa tra prezzo e quantità → all’aumentare del prezzo si riducono le quantità domandate e viceversa La curva di domanda ha pendenza negativa per due motivi: - Effetto sostituzione → l’aumento del prezzo di un bene fa si che questo venga sostituito con altri prodotti - Effetto reddito → se il prezzo di un bene aumenta, il consumatore diventa più povero e quindi la capacità di spesa si riduce Elasticità della curva di domanda DOMANDA ELASTICA → Quando a un piccolo aumento del prezzo corrisponde una grande diminuzione della quantità domandata (retta orizzontale) (L’aumento del prezzo diminuisce il ricavo/ la diminuzione del prezzo fa crescere il ricavo) DOMANDA RIGIDA O ANELASTICA → Quando la variazione del prezzo non fa variare la quantità domandata (retta verticale) (Aumento del prezzo = aumento del ricavo/ diminuzione del prezzo = diminuzione del ricavo) Domanda individuale e domanda di mercato Sommando tutte le domande individuali dei consumatori si ottiene la domanda di mercato Altri fattori che influenzano la curva di domanda: - Reddito medio dei consumatori - Dimensioni del mercato (popolazione) - Prezzo dei beni correlati → Beni sostitutivi (utilizzati al posto del bene 1) e beni complementari (utilizzati insieme al bene 1) - Gusti e preferenze soggettive → influenzati da fattori culturali, storici e individuali - Altre influenze → clima, condizioni meteorologiche, aspettative future dei consumatori Se anche uno di questi elementi cambia, la curva cambia Spostamento della curva di domanda - Per beni sostitutivi l’aumento del prezzo di uno aumenta la domanda dell’altro (Parmigiano Reggiano/ Grana Padano) - Per beni complementari l’aumento del prezzo di uno riduce la domanda dell’altro (pasta/sughi pronti) OFFERTA L’offerta esprime la quantità di un bene che si desidera offrire ad un determinato prezzo (con costanti gli altri elementi) CURVA DI OFFERTA → Mette in relazione la quantità offerta e il suo prezzo La curva di offerta ha pendenza positiva (all’aumentare del prezzo aumenta anche la quantità offerta): - All’aumentare del prezzo i produttori saranno incentivati a produrre di più - Nuovi imprenditori entreranno nel mercato L’offerta di mercato è determinata dalla somma dell’offerta delle singole imprese Elementi che influenzano l’offerta di un bene (oltre al prezzo) - Costo di produzione → costo dei fattori produttivi e tecnologia utilizzata - Prezzo dei beni correlati → beni sostitutivi o complementari - Politiche governative → Tasse, incentivi, quote di produzione… - Aspettative degli imprenditori riguardo ai prezzi Se uno di questi elementi cambia, la curva cambia Elasticità della curva di offerta OFFERTA ELASTICA → Quando un piccolo aumento del prezzo determina un grande aumento dell’offerta (retta orizzontale) OFFERTA RIGIDA → La quantità offerta non cambia al variare del prezzo (retta verticale) Spostamento della curva di offerta Esempio spostamento curva: - Variazione del prezzo dei fattori produttivi → Se diminuisce il costo delle materie prime aumenta la quantità offerta (spostamento verso destra) Se aumenta il costo delle materie prime diminuisce la quantità offerta (spostamento verso sinistra) - Progresso tecnologico → L’introduzione di una nuova tecnologia efficiente permette di aumentare le quantità offerte (spostamento verso destra) - Variazione del numero di produttori - Condizioni climatiche EQUILIBRIO DI MERCATO L’incontro delle curve di domanda e offerta determina l’equilibrio di mercato con un prezzo di equilibrio e una quantità di equilibrio Al prezzo di equilibrio la quantità che i consumatori vogliono comprare è uguale alla quantità che i produttori vogliono vendere (clearing price) → si raggiunge quando la quantità offerta e PREZZO DI EQUILIBRIO domandata si equivalgono Una situazione di squilibrio è caratterizzata da un eccesso di offerta o di domanda In un mercato di concorrenza perfetta ci sono forze che da una situazione di squilibrio portano il mercato verso l’equilibrio Cosa succede se cambia il prezzo? ECCESSO DI OFFERTA → Se il prezzo sale i produttori vorranno offrire più quantità di prodotti nel mercato, però il consumatore acquisterà di meno, riducendo la quantità domandata Per arrivare alla situazione di equilibrio il produttore riduce la quantità di prodotti nel mercato e il prezzo inizierà a scendere ECCESSO DI DOMANDA → Se il prezzo scende i consumatori acquistano di più a quel prezzo ma i produttori non vogliono offrire più quantità Per arrivare a una situazione di equilibrio consumatori e produttori spingeranno il prezzo verso l’alto e i produttori aumenteranno le quantità Effetti di una variazione di domanda 1. Se l’OFFERTA DIMINUISCE la curva di offerta si sposta verso sinistra (ad es: a causa dell’aumento dei costi delle materie prime) → si ha un ECCESSO DI DOMANDA La nuova situazione di equilibrio avrà un aumento del prezzo e una riduzione delle quantità 2. Se l’OFFERTA AUMENTA la curva di offerta si sposta verso destra (ad es: introduzione nuova tecnologia efficiente) → si ha un ECCESSO DI OFFERTA La nuova situazione di equilibrio avrà un prezzo inferiore e maggiore quantità 3. Se la DOMANDA DIMINUISCE la curva di domanda si sposta verso sinistra (ad es: riduzione del prezzo di un bene sostitutivo) → si ha un ECCESSO DI OFFERTA La nuova situazione di equilibrio avrà un prezzo inferiore e minore quantità 4. Se la DOMANDA AUMENTA la curva di domanda si sposta verso destra (ad es: aumento del reddito dei consumatori) → si ha un ECCESSO DI DOMANDA La nuova situazione di equilibrio avrà un aumento del prezzo e delle quantità Fallimento del mercato causato da esternalità ESTERNALITA’ →Si manifesta quando l'attività di produzione o di consumo di un soggetto influenza, positivamente o negativamente, il benessere di un altro soggetto, senza che quest’ultimo - riceva una compensazione (nel caso di impatto negativo) - paghi un prezzo (nel caso di impatto positivo) pari al costo o al beneficio ricevuto → Quando il soggetto responsabile di impatti negativi NON ESTERNALITA’ NEGATIVA corrisponde al danneggiato un prezzo pari al danno/costo Esempi: - Utilizzo di pesticidi da parte dell’agricoltore - Spandimento di liquami degli allevamenti suinicoli che inquinano (nitrati) le acque di profondità - Diete non bilanciate generano problemi salutistici che si riflettono in costi per la società In Danimarca una soluzione al problema obesità è stata la messa di tasse sui grassi saturi (Fat tax) → l’imposta per i cibi con oltre 2,3% di grassi saturi era di 16 corone al kg (riduzione del 10-15%) Op (curva di offerta privata) → determinata dai costi produzione sostenuti dalle aziende (non considerando i costi generati sulla società) - q’ = quantità offerta - p’ = prezzo di mercato I costi sopportati dalla società per unità di prodotto unhealty (costi esterni) sono pari al segmento tratteggiato e-es (per ogni kg di prodotto rappresenta il costo esterno generato in capo alla società) Stato può decidere di mettere una tassa pari al costo esterno Os (curva di offerta sociale) → considera i costi sopportati dalla società - comprendono sia i costi privati che esterni - q’’ = quantità offerta minore - p’’ = prezzo di mercato più elevato (considera anche la tassa) ESTERNALITA’ POSITIVA→ Quando i soggetti beneficiari di impatti positivi prodotti da un altro soggetto non pagano il prezzo dei benefici ricevuti Esempio: - Agricoltore che coltivando migliora il paesaggio agricolo - Apicoltore che favorisce impollinazione di un frutteto - Azienda agricola che mantiene il presidio e la tutela del territorio in aree svantaggiate Op (curva offerta privata) → determinata dai costi di produzione sostenuti dalle aziende) - q’ = quantità offerta - p’ = prezzo di mercato I benefici esterni generati sono pari al segmento in grassetto e-eb (beneficio per ogni kg di prodotto generato dall’azienda e offerto alla società) Se si considerano anche i benefici offerti dalla società (es un contributo pubblico alle aziende agricole in aree svantaggiate) Os (curva offerta sociale) → i costi sociali sono minori dei costi privati, in quanto comprendono anche i benefici esterni - q’’ = quantità offerta maggiore - p’’ = prezzo di mercato più basso 2. ECONOMIA DELLA PRODUZIONE FUNZIONE DI PRODUZIONE → Associa ad ogni quantità di input il massimo livello di output possibile PT = f(x) PT = Prodotto Totale (output) x = vettore di input La produzione aumenta all’aumentare degli input utilizzati (relazione diretta tra quantità di input e produzione ottenuta da un’impresa) PRODUTTIVITA’ La produttività è la relazione che esiste tra output e input ed è utilizzata come indicatore di efficienza E’ il tasso a cui l’output varia dopo l’aggiunta di unità degli input (mi dice di quanto aumenta la produzione all’aumentare dell’utilizzo del fattore produttivo variabile) Ci sono 3 casi: Esercitazione: Abbiamo una produttività crescente del fattore produttivo, poi breve tratto di produttività costante e infine un tratto di produttività decrescente PUNTO DI PLESSO → punto in cui una curva cambia pendenza PRODUTTIVITA’ MARGINALE → Mi dice quanto aumenta una produzione (deltaPT) all’aumentare del fattore produttivo variabile Xi a seguito di un aumento unitario di Xi Se io aggiungo un’unità di mangime/lavoro, di quanto cambia la produzione? Per variazioni infinitesimali di Xi, rappresenta la pendenza della curva del prodotto totale PRODUTTIVITA’ MEDIA (o prodotto unitario) → rapporto tra la produzione totale (output) e la quantità totale di input impiegato per ottenere l’output Abbiamo 3 fasi di produzione: FASE 1 → In questa fase la prod. tot. cresce a tassi crescenti quindi la produttività media (PU) e marginale (PM) crescono → PM (raggiunge il punto massimo) è maggiore di PU Fase da sfruttare nel migliore dei modi FASE 2 → In questa fase la produzione totale cresce a tassi decrescenti, PM inizia a calare e quindi PU è maggiore di PM In questa fase si trova il punto di uso ottimale delle risorse (input); dipende dai costi dei fattori e dal prezzo dell’output Produttività decrescente → Il prodotto totale decresce e il PM è negativo FASE 3 Produrre in questa fase non è razionale da un punto di vista economico LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI → Aggiungendo quantità addizionali di un input e mantenendo costanti tutti gli altri, si otterranno quantità aggiuntive di output sempre minori L’input variabile può contare su una quantità data degli altri fattori di produzione (fissi) Gli incrementi di produzione termineranno in quanto non possono essere mantenuti a lungo → arriviamo a una fase caratterizzata da produttività decrescente (in cui la curva del prodotto marginale è decrescente) RENDIMENTI DI SCALA → Indicano la reazione (aumento) del prodotto totale quando tutti i fattori aumentano proporzionalmente Ci dicono gli effetti degli incrementi in scala degli input sulla quantità totale Di quanto aumenta la produzione totale quando abbiamo un incremento proporzionale di tutti i fattori produttivi? 1. RENDIMENTO DI SCALA CRESCENTE → quando si ha una crescita più che proporzionale dell’output 2. RENDIMENTO DI SCALA COSTANTI → Crescita proporzionale dell’output 3. RENDIMENTO DI SCALA DECRESCENTE → Crescita meno che proporzionale dell'output PRODUZIONE CON DUE INPUT VARIABILI Prendiamo in considerazione una funzione di produzione con un output e due input variabili Tabella → quantità degli input (kg di mangime), quantità di output (kg di carne suina) 3 kg di farina di pesce + 2 kg di farina di soia = 346 kg di carne suina ISOQUANTO → posso ottenere ad esempio 346 in modi diversi, combinando i fattori produttivi ISOQUANTO → Curva che indica tutte le diverse combinazione degli input X1 e X2 che consentono di ottenere un determinato livello di output E’ possibile individuare un infinito numero di isoquanti, tanti quanti sono i diversi livelli di produzione ottenibili dalla combinazione degli input → più ci si allontana dall’origine, il livello di produzione aumenta Gli isoquanti non si incontrano mai SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE TECNICA → Rapporto di scambio tra i due fattori produttivi che non fa variare il livello di output Esso misura la sostituibilità tra i fattori (quanto devo ridurre l’input X1 quando l’input X2 aumenta di una unità) MINIMIZZAZIONE DEI COSTI DI PRODUZIONE - Per determinare la combinazione dei due input che minimizza i costi di produzione bisogna introdurre le linee di isocosto (rette parallele che rappresentano il medesimo costo totale per l’azienda, dati i costi dei fattori produttivi) ISOCOSTO → Insieme delle combinazioni di fattori produttivi che comportano uno stesso costo - Con i costi dei due fattori produttivi, l’impresa può calcolare il costo totale che permette di raggiungere determinati livelli di output Dati i prezzi dei fattori (in euro/kg) Wx1= 3 e Wx2= 2 possiamo tracciare infinite linee di isocosto per diversi livelli di utilizzo dei due fattori Il punto che minimizza i costi di produzione, per ottenere un certo livello di output, è il punto di tangenza tra la linea di isoquanto e la linea di isocosto inferiore La pendenza dell’isoquanto corrisponde alla pendenza dell’isocosto TEORIA DEI COSTI DI PRODUZIONE FUNZIONE DI COSTO → I costi sostenuti da un’impresa sono funzione diretta degli output prodotti dall’impresa stessa (all’aumentare della produziona q aumenteranno anche i costi totali) Questa relazione regge per il lungo periodo, dove tutti i fattori produttivi sono variabili → però nel breve periodo alcuni tipi di costo non variano in funzione della quantità prodotta Breve e lungo periodo BREVE PERIODO: - Lasso di tempo entro il quale le decisioni di impresa di investimento in beni duraturi non cambiano - Si assume che l’impianto (stabilimento, area in cui si svolge l’attività produttiva) necessario a una certa produzione resti fisso, mentre può variare la domanda dei servizi da esso forniti - Solo certi input possono variare (Lavoro, Energia, Materie prime) LUNGO PERIODO: - Tutti gli input sono considerati variabili - L’imprenditore deve risolvere un tipico problema di investimento (dimensione e tipo di impianto, metodo di finanziamento…) Costi fissi e costi variabili → costi che l’azienda deve sostenere ma che non variano al variare COSTI FISSI (CF) della produzione (ES: canoni d’affitto di una fabbrica o di un terreno, pagamenti contrattuali delle attrezzature, pagamenti degli interessi…) COSTI VARIABILI (CV) → Variano al variare della produzione (es: costo dell’energia, dei carburanti, salari…) (nel breve periodo) → Costo marginale e medio COSTO MARGINALE → Costo aggiuntivo sostenuto per produrre un'unità in più di output COSTO MEDIO UNITARIO (CU) →Mi dice in media quanto sono costate tutte le unità prodotte ed è dato dal rapporto tra il costo totale per il numero di unità prodotte Per il costo marginale devo fare: 160-120 per trovare quanto costa la seconda unità, 180-160 per trovare la 3 unità ecc… Economie di scala Si intende la diminuzione del costo medio unitario di produzione (CU) all’aumentare della dimensione dell’impianto → si possono avere anche per via della diminuzione del prezzo unitario dei fattori produttivi (es: invece di acquistare 100 unità ne acquisto 1000 ad un prezzo unitario inferiore) VANTAGGIO ECONOMICO I rendimenti di scala sono considerati una proprietà “tecnica” della produzione, mentre le economie di scala una proprietà “economica” della produzione ECONOMIE DI SCOPO → Si originano dalla produzione congiunta di beni differenti da parte della stessa azienda MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO Il mercato di concorrenza perfetta è caratterizzato da un elevato numero di compratori e di venditori che non sono in grado di modificare il prezzo dei beni e servizi scambiati (price taker) Il prezzo percepito da venditori e compratori è quello di mercato (incontro domanda e offerta) → non modificabile L’obiettivo è quello di massimizzare i profitti: Dato il prezzo di mercato (p), i ricavi totali (RT) sono calcolati: Massimizzare il profitto = rendere massima la differenza tra il valore della produzione venduta ed i costi sostenuti per produrre tale quantità (materie prime, stipendi, interessi alle banche…) Distinguiamo breve e lungo periodo: - BREVE PERIODO → Alcune tipologie di costi sono fisse e anche il numero delle imprese in un mercato - LUNGO PERIODO → dove i vincoli di cui sopra non valgono più (tutti i costi variabili in funzione delle quantità prodotte e numero delle imprese sul mercato) Massimizzazione nel breve periodo RICAVO TOTALE → Somma totale ottenuta da un’impresa attraverso la vendita dei prodotti Se vende le unità prodotte allo stesso prezzo, il ricavo totale sarà pari al prezzo unitario (euro/l) per il numero di unità vendute In concorrenza perfetta ad un dato prezzo, il ricavo dipende dal volume di produzione → più alto è il numero di unità vendute maggiore sarà il ricavo Retta con pendenza positiva Profitto= differenza tra ricavi totali e costi totali Se la differenza è negativa si parla di perdita Siamo in grado di stabilire il volume di prodotto che permette di rendere massimo il nostro profitto: basta confrontare la curva di ricavo e la curva di costo totale per i differenti livelli di produzione Quando la curva CT sta sopra a RT si produce in perdita (CT>RT) Quando le curve si incrociano in a e b i profitti sono nulli (CT=RT) Quando la curva RT sta sopra a CT i profitti sono positivi (CTq* (a destra = non conviene) il costo sostenuto per produrre l’ultima unità supera il prezzo che otterrei per venderla PUNTO DI PAREGGIO (Break even point) → punto in cui i profitti sono nulli, ovvero quando i ricavi totali coprono appena i costi totali RT= CT → RT/q = CT/q → p = CU Dal punto qa l’azienda inizia a fatturare e in q* avrà ottimi profitti REGOLA DI CHIUSURA → Ci dice che l’impresa dovrebbe arrivare almeno al break even point Nel breve periodo l’impresa può trovare conveniente continuare a produrre anche in perdita In caso di perdita ci sono 2 opzioni: - Abbandona la produzione (HP1) - Continua la produzione (HP2) Abbandona → Continua → → p > CVU CVU (costo variabile unitario) Massimizzazione del profitto nel lungo periodo - Il numero di imprese non è più dato, con profitti positivi entreranno nuove imprese e quindi aumenterà l’offerta e si ridurrà il prezzo portando a una riduzione dei profitti (fino all’annullamento dei profitti di lungo periodo) - I costi sono tutti variabili in funzione della quantità prodotta → l’impresa che non copre tutti i costi di produzione esce dal mercato Il prezzo di mercato si abbassa (per effetto dell’aumento dell’offerta e della concorrenza) tanto che la condizione di massimo profitto coincide con il punto di pareggio: p = CM = CU