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Dipartimento di Economia Marco Biagi

2022

Camilla Sardini

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macroeconomia economia produzione economia aziendale

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Questi appunti trattano di macroeconomia, in particolare di concetti come il PIL, la disoccupazione e l’inflazione. Viene fornita una spiegazione di diversi metodi per valutare la produzione aggregata e le sue variazioni.

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MACROECONOMIA ECONOMIA AZIENDALE E MANAGEMENT ANNO SCOLASTICO 2021-2022 DIPARTIMENTO DI ECONOMIA MARCO BIAGI CAMILLA SARDINI Microeconomia: studia l’attività economica a livello di unità individuale. Produzione e prezzi di singoli mercati. Studia il comportamento individuale...

MACROECONOMIA ECONOMIA AZIENDALE E MANAGEMENT ANNO SCOLASTICO 2021-2022 DIPARTIMENTO DI ECONOMIA MARCO BIAGI CAMILLA SARDINI Microeconomia: studia l’attività economica a livello di unità individuale. Produzione e prezzi di singoli mercati. Studia il comportamento individuale di consumo. La macroeconomia, invece, studia l’attività economica a livello AGGREGATO, si guardano alle variabili economiche aggregate (produzione nel suo insieme, prezzo medio di tutti i beni, spesa a livello aggregato). La macroeconomia studia il funzionamento generale del sistema economico, in particolare: Crescita di reddito e ricchezza Il cambiamento nel livello dei prezzi La sottoccupazione delle risorse Quindi i macroeconomisti cercano di capire il funzionamento dell’economia e di proporre politiche economiche per migliorarlo. Utilizzano diversi modelli per studiare diversi problemi. I modelli possono fallire, ma possiamo modificarli per tener conto di una realtà che cambia. I modelli sono costituiti da: Variabili esogene Modello Economico (che elabora dati disponibili in:) Variabili Endogene I modelli sono costituiti da variabili esogene che entrano nel modello, sono dei dati/ variabili che noi prendiamo come date, poi le mettiamo dentro un modello economico e da questo modello strutturato da diverse equazioni possiamo elaborare delle variabili endogene. Temi più dibattuti: ✓ inflazione; ✓ persistenza della disoccupazione e politiche per ridurle; ✓ crescita economica e sue determinanti INTRODUZIONE ALLA MACROECONOMIA (BAG CAP.2) Messaggio principale da ricordare: le tre variabili centrali della macroeconomia sono la produzione, la disoccupazione e l’inflazione. 1. LA PRODUZIONE AGGREGATA 1.1 Cos’è il PIL? Lo guarderemo sotto diverse angolazioni: dal lato della produzione, dal lato del reddito e dal lato della spesa. In inglese: Gross Domestic Product Il PIL, prodotto interno lordo, è la misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale. 1 PIL dal lato della produzione: 1) Il PIL è il valore di mercato dei beni e servizi finali (quindi giunti alla produzione finale della produzione), nuovi e prodotti all’interno dell’economia in un dato periodo di tempo. (METODO DELLA PRODUZIONE) Quindi sono i beni e servizi finali prodotti all’interno dei confini nazionali (anche se la ditta è straniera) in un dato periodo. Esempio: Quali transazioni entrano nel computo del PIL? Beni usati: no, perché sono un trasferimento di ricchezza già esistente. Scorte di magazzino: sì perché rappresentano produzione di nuova ricchezza (anche se verranno vendute in futuro). Beni intermediari: no, viene calcolato il valore dei beni finali (quindi il pane ma non la farina venduta per produrlo). Beni scambiati nell’economia illegale? La transazione economica non viene contabilizzata e sfugge al sistema di contabilità nazionale. dal settembre 2014 su indicazione Eurostat vengono contabilizzate alcune forme di economia criminale (traffico di sostanze stupefacenti, prostituzione, contrabbando di sigarette e alcol). questa contabilizzazione incide per lo 1.1% sul nuovo calcolo del PIL 2018 (ISTAT, 2020). PIL vs PNL PIL: beni e servizi finali prodotti all’interno del paese (PIL italiano beni e servizi prodotti in Italia). PNL (prodotto nazionale lordo): beni e servizi prodotti da fattori di produzione nazionali (PNL italiano da italiani). Si può calcolare come: PIL+ REDDITI ESTERI DEI RESIDENTI – REDDITI INTERNI DEI NON RESIDENTI. Esempio: quale di queste voci figura nel PIL e quale nel PNL? Trattori prodotti a Correggio da una multinazionale americana: PIL italiano Strade costruite da una ditta di Suzzara in Algeria: PNL (fattori di produzione nazionale che operano al di fuori dell’Italia). Redditi di lavoro percepiti dal Signor Bianchi nato a Milano ed emigrato a Londra: PNL italiano PIL dal lato della produzione ha due metodi: Metodo del prodotto: - Valore del marcato dei beni e servizi finali, nuovi e prodotti all’interno dell’economia in un dato periodo di tempo. Metodo del valore aggiunto 2) PIL dal lato del prodotto è la somma del valore aggiunto da tutte le imprese dell’economia in un dato periodo di tempo (METODO DEL VALORE AGGIUNTO): 2 Il valore aggiunto= valore del prodotto finale – il valore dei beni intermedi utilizzati per produrlo. Quindi: Valore aggiunto impresa A: valore produzione impresa A – Valore dei beni intermedi utilizzati dall’impresa A nel suo processo produttivo. Applicazione: Un agricoltore produce 1 Q.le di frumento e lo vende a un mulino per 1 euro. Il mulino produce farina che vende a 3 euro a un panificio. Il panificio lo trasforma in pane che vende a 6 euro ai consumatori. VA Agricoltore: valore grano 1 euro - Valore bene intermedio 0 = VA 1 EURO VA mulino: valore farina 3 euro - Valore grano 1 euro = VA 2 EURO VA panificio: valore pane 6 euro - Valore farina 3 euro = VA panifico 3 EURO PIL metodo del prodotto: prezzo di mercato dell’unico bene finale (pane)= 6 euro PIL metodo del valore aggiunto: VA agr. + VA mulino + VA panificio = 1+2+3= 6 euro PIL dal lato del reddito: somma dei redditi (inclusi profitti, salari e imposte pagate alle Amministrazioni Pubbliche) percepiti nell’economia in un dato periodo di tempo. 1.2 PIL NOMINALE E IL PIL REALE Il PIL NOMINALE è il valore totale di beni e servizi prodotti nell’anno t a prezzi correnti (anno t)→ è la somma delle quantità di beni e servizi finali valutati al loro prezzo corrente. €𝐘𝐭 Le variazioni del PIL nominale sono dovute: Alla variazione delle quantità di beni e servizi Alla variazione dei prezzi 3 Ciò crea un po’ di confusione in quanto non si capisce se la variazione è dovuta alla variazione della quantità o dei prezzi. Se il nostro obiettivo è misurare la produzione e le sue variazioni nel tempo, dobbiamo eliminare l’effetto dell’aumento dei prezzi (inflazione) dalla nostra misura del PIL. A questo scopo si utilizza il PIL reale. Il PIL REALE depura il PIL nominale dall’inflazione (= variazione dei livelli dei prezzi). Isolando la variazione delle quantità ovvero neutralizzando la variazione dei prezzi otteniamo il PIL reale. Come? Il calcolo del PIL viene effettuato utilizzando i prezzi di un anno di riferimento (o anno base). In questo modo il PIL in diversi anni è confrontabili. Il PIL reale, o a prezzi costanti, è il valore totale di beni e servizi prodotti nell’anno t valutati ai prezzi dell’anno base (a prezzi costanti invece che correnti)→ somma delle quantità di beni finali valutati a prezzi costanti (non correnti). 𝐘𝐭 infl Altri modi di definire il PIL reale: Pil a prezzi costanti Pil a prezzi dell’anno base Pil aggiustato per l’inflazione Pil in termini di beni Pertanto, per il calcolo utilizzo i prezzi di un anno di riferimento, detto anno base. → sommatoria dei prodotti moltiplicati per il prezzo dell’anno base (è l’anno in cui il Pil reale coincide con quello nominale). L’anno usato per costruire i prezzi è chiamato anno di riferimento, o anno base. L’anno base viene modificato periodicamente. 1.3 CRESCITA DEL PIL REALE Importante è il livello del Pil reale pro capite, il Pil reale diviso per la popolazione del paese. Esso misura il tenore di vita medio di quel paese. Per valutare l’andamento di un’economia da un anno all’altro, gli economisti considerano il tasso di crescita del Pil reale, chiamato semplicemente crescita del PIL. Crescita del PIL reale nell’anno t: 𝑌𝑡 − 𝑌𝑡−1 𝑌𝑡−1 I periodi di crescita positivi sono chiamati: ESPANSIONI (PIL>0), I periodi di crescita negativa sono detti: RECESSIONI (PIL IAPC (figura 2). Altri indici di prezzo al consumo e alla produzione Indice dei prezzi Alla produzione: IPP: indice dei prezzi alla produzione. Include i beni intermedi, esclude i servizi e rileva i prezzi ad uno stadio che precede quello della commercializzazione al consumo. Al consumo: IAPAC: indice armonizzato dei prezzi al consumo paesi UE; dall’inizio del 2002 viene calcolato anche considerando prezzi che presentano riduzioni temporanee. FOI: indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati paniere è rappresentativo degli acquisti delle sole famiglie dei lavoratori dipendenti non agricoli (esclusi i dirigenti). NIC: l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale NIC per tipologia di prodotti in base alla frequenza di acquisto: - Ad alta frequenza di prodotti in base alla frequenza di acquisto: generi alimentari, bevande alcoliche e analcoliche, spese per l’affitto, beni non durevoli per la casa, servizi per la pulizia e la manutenzione della casa, carburanti, spese di assistenza; - A frequenza media di acquisto: comprendono fra gli altri le spese di abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all’acqua potabile e smaltimento dei rifiuti, i medicinali, i servizi medici e quelli dentistici, i trasporti stradali, ferroviari marittimi e aerei, i servizi postali e telefonici, i servizi ricreativi e culturali, i pacchetti vacanze, i libri, gli alberghi e gli altri 9 servizi di alloggio; - A bassa frequenza di acquisto: elettrodomestici, servizi ospedalieri, acquisto di mezzi di trasporto, servizi di trasloco, apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici, gli articoli sportivi. Per calcolare il deflatore del PIL nell’anno base questo avrà il valore 1 perché è pil reale/pil nominale. Per calcolare il tasso di inflazione avendo solo anno base e anno corrente sappiamo che è 1. Diversi tipi di variazione: Tendenziale: Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente Congiunturale: rispetto al periodo precedente. COSTI DELL’INFLAZIONE Per quale motivo siamo interessati all’inflazione. Ci sono costi associabili all’inflazione e sono costi diversi a seconda che l’inflazione, la variazione dei prezzi che vedo è anticipata o no. Costi Inflazione non anticipata: Influenza la distribuzione del reddito (alcuni redditi non sono indicizzati). Potrei avere redditi non coperti dalla variazione del livello dei prezzi e quindi quelli non coperti subiscono una perdita, quindi, in presenza di una inflazione non anticipata ho una distribuzione dei redditi che cambia. Crea distorsioni (dato che alcuni prezzi fissati per legge rimangono costanti variano i prezzi relativi). Possono esserci delle distorsioni perché alcuni prezzi regolamentati per legge non variano e altri invece si e quindi si crea una distorsione tra beni regolamentati e beni non regolamentati. Un tipo di costo è il FISCAL DRAG (drenaggio fiscale) se gli scaglioni non sono indicizzati si passa ad uno scaglione di reddito con aliquota più alta per il solo effetto dell’inflazione. Gli scaglioni sono fissi, ma io finisco in uno scaglione successivo perché mi aumenta il reddito nominale. Incertezza, perché i prezzi non rispecchiano più necessariamente la domanda di un prodotto. COSTI DELLA DEFLAZIONE (inflazione negativa) Una deflazione elevata crea distorsioni e aumenta l’incertezza 10 Un basso tasso di deflazione riduce le capacità della politica monetaria di influenzare il livello di produzione Il tasso “ottimo” di inflazione? Molti economisti credono che il miglior tasso di inflazione sia basso e stabile, tra l’1% e il 4%. Costi Inflazione anticipata (prevedo ci sarà inflazione): Costo di listino Costo delle suole, costo maggiore quando non c’è tanto utilizzando di mezzi digitali di pagamento e a quel punto devo recarmi in banca per prendere denaro (si detiene meno moneta liquida). INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO Gli indicatori del marcato del lavoro sono: Il tasso di disoccupazione: - Occupato: persona che ha un lavoro al momento dell’intervista - Disoccupato: persona che non ha lavoro, ma è in cerca di occupazione - Fuori dalla forza lavoro: persona che non ha un lavoro e NON è in cerca di occupazione - Lavoratori scoraggiati: in presenza di elevata disoccupazione, alcuni lavoratori senza occupazione smettono di cercare ed escono dalla forza lavoro - Tasso di partecipazione: rapporto tra forza lavoro e il totale della popolazione in età lavorativa. Forza lavoro: somma degli occupati e dei disoccupati Forza lavoro = occupati + disoccupati → L = N + U Tasso di disoccupazione: rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro Tasso di disoccupazione: disoccupati/ forza lavoro → U/ L Le fonti del tasso di disoccupazione: ✓ Fonti amministrative: Elenchi dei disoccupati Misura poco affidabile: i paesi con sussidi di disoccupazione generosi registrano un più elevato numero di disoccupati ✓ Fonti statistiche: indagini alle famiglie. Interviste a un campione di famiglie (Rilevazione continua FL condotta in Italia 11 su un campione di oltre 250 mila le famiglie per un totale di circa 600 mila individui distribuite in 1100 comuni italiani). Dentro la disoccupazione: differenze di genere e di età ▪ In Italia il tasso di disoccupazione femminile è più accentuato di quello maschile (10,6% contro 8,3%) ▪ tasso di disoccupazione giovanile (< 25 anni) 27,7% superiore alla media europea (16,2%) (Eurostat, luglio 2021) 12 I COSTI DELLA DISOCCUPAZIONE Perdita in termini di PIL e di reddito Effetto negativo su diverse dimensioni dello sviluppo umano LEGGE DI OKUN Economista all’inizio anni ’60 ebbe l’idea che tassi di disoccupazione elevati corrispondono a livelli di produzione più bassi→ una maggiore crescita della produzione è associata ad una diminuzione della disoccupazione e viceversa. Legge di Okun: mette in relazione (negativa) la crescita della produzione e le variazioni del tasso di disoccupazione → la relazione tra crescita e disoccupazione fu inizialmente osservata negli USA. La retta (e cioè la retta di regressione che emerge da un’analisi statistica delle due variabili) è inclinata verso il basso e descrive la nuvola di punti abbastanza bene. Una stretta relazione tra le due variabili: una maggior crescita della produzione è associata ad una diminuzione della disoccupazione. La pendenza della retta è -0,3. Questo implica che un aumento del tasso di crescita della produzione dell’1% riduce il tasso di disoccupazione di circa lo 0,3%. Per questo la disoccupazione aumenta durante la recessione e diminuisci durante l’espansione e questo ha una conseguenza : il miglior modo per ridurre la disoccupazione è mantenere un elevato tasso di crescita. Per mantenere la disoccupazione costante. È richiesto un tasso di crescita del 2%. Questo avviene per due ragioni: la prima è che la popolazione e quindi la forza lavoro aumenta nel tempo e l’occupazione deve aumentare per mantenere il tasso di disoccupazione costante. La seconda è che il prodotto per lavoratore aumenta nel tempo e quindi la crescita della produzione deve essere maggiore della crescita dell’occupazione. 13 A questo punto è lecito domandarsi se la legge di Okun sia una relazione empirica valida solo negli USA o anche negli altri paesi. Quindi: La retta ha pendenza negativa come negli USA questo significa che anche in Italia un aumento della produzione è associato ed una diminuzione della disoccupazione. La relazione in Italia è solo leggermente più debole e non è solida come per gli Stati Uniti : vi sono anni in cui in Italia un aumento della disoccupazione è associato un tasso di crescita della produzione positivo. Questo si allontana dalla legge di Okun che associa un aumento della disoccupazione ad una riduzione della produzione. Come mai la relazione tra produzione e disoccupazione è differente tra Usa e Italia ? Perché il funzionamento del mercato del lavoro è molto differente. CURVA DI PHILLIPS La curva di Phillips evidenzia una relazione negativa tra il tasso di disoccupazione e la variazione del tasso di inflazione in un dato anno. Bassa disoccupazione -> inflazione Elevata disoccupazione-> inflazione 14 La figura mette in relazione la variazione del tasso trimestrale di inflazione e il tasso di disoccupazione per gli usa dal primo trimestre del 2000 al quarto trimestre del 2018. La retta è inclinata verso il basso, sebbene non interpreti bene la nuvola di punti come per la legge di okun: un’elevata disoccupazione è associata in media a una minore inflazione; una minore disoccupazione è associata a una maggiore inflazione. Usando la retta possiamo calcolare il tasso di disoccupazione associato a un tasso di inflazione. Dal 2000, quando la disoccupazione è stata sotto del 5% , l’inflazione è stata al di sopra del 2%. Quando la disoccupazione è stata al di sopra del 5% l’inflazione è stata al di sotto del 2%. Questo non ci permette di identificare con chiarezza il tasso di disoccupazione al di sotto del quale l0economia comincia a surriscaldarsi (=cresce ad una velocità superiore a quella a cui crescerebbe se le risorse fossero utilizzate efficientemente). Ripetiamo il concetto di breve, medio e lungo periodo: il livello di produzione aggregata è determinato da: La domanda di beni nel breve periodo, cioè nell’arco di qualche anno Il medio periodo vede l’impatto di fattori tecnologici, lo stock di capitale e la dimensione della forza lavoro ed è relativo all’arco di un decennio Altri fattori come il sistema educativo, il tasso di risparmio e la qualità del governo nel lungo periodo, cioè nell’arco di qualche decennio o più. OLTRE IL PIL Quello che il PIL non dice è: - L’economia non osservata - Risorse naturali Sviluppo umano Indicatori di sviluppo umano ECONOMIA NON OSSERVATA: quando abbiamo introdotto il Pil abbiamo detto che è l’insieme di beni e servizi finiti dove in un determinato Paese e le transazioni sono tracciabili, in questo caso non lo sono. L’economia non osservate sono: ▪ Economia sommersa ▪ Economia illegale ▪ Economia informale 15 C’è anche un sommerso statistico derivante dal fatto che alcune informazioni non giungono alla rilevazione. ECONOMIA SOMMERSA: produzione legale di cui la pubblica amministrazione non è al corrente a causa di evasione fiscale e contributiva, di elusione della normativa del lavoro (non osservanza delle clausole sociali e di sicurezza, quali il salario minimo, numero di ore di lavoro ecc.) del mancato rispetto delle norme amministrative (es. quelle che disciplinano la compatibilità tra attività produttive e contesto ambientale). ECONOMIA ILLEGALE: quando si è in violazione di norme penali (per esempio il traffico di stupefacenti). Attività di per sé legali ma che non sono tali se esercitata senza autorizzazione (contrabbando, usura, pratica professione medica senza titolo). ECONOMIA INFORMALE: attività legali svolte da unità produttive con particolari caratteristiche strutturali (rapporti di lavoro occasionali basati su rapporti personali o familiari) che ne rendono difficile o impossibile l’osservazione statistica e che, non essendo tuttavia finalizzata all’evasione fiscale o contributiva non possono essere comprese nell’economia sommersa in genere si tratta di singoli individui che svolgono prestazioni nel commercio ambulante colf, baby-sitter. Il lavoro irregolare comprende: le attività lavorative - le attività lavorative continuative svolte non rispettando la normativa vigente - le attività lavorative occasionali svolte da studenti, casalinghe o pensionati (altrimenti rientranti fra inattivi) - le attività lavorative svolte dagli stranieri non residenti e non regolari - le attività lavorative PLURIME: attività ulteriori rispetto alla principale e non dichiarate alle istituzioni fiscali. Come misurare l’economia non direttamente osservata? ▪ Ricerchiamo pagamenti in contanti (quantità di moneta e di biglietti in circolazione) ▪ Consumi di energia elettrica ▪ Bilanci di tempo (time budget), sono rivolti a un campione di famiglie alle quali è richiesto di stilare un diario nell’uso del proprio tempo e nel fare il bilancio possono risultare uso di tempo non legato alla loro professione ▪ Richiesta di prestito presentate a istituti di credito Sensitività della misura dell’economia non direttamente osservata alle tecniche utilizzate (Schneider Buehn). RISORSE NATURALI, AMBIENTE E CONTABILITA’ NAZIONALE Le risorse naturali dell’ambiente non rientrano nel Pil e quindi i sistemi di contabilità nazionale o quello europeo (SEC) o system of national accounts (SNA) non contabilizzano le risorse naturali. Per risorse naturali si intende terra, fiumi, foreste, alcuni prodotti della natura come il petrolio, e l’aria stessa. Come abbiamo già detto il SEC e SNA non rilevano/ non contabilizzano le risorse naturali 16 nel Pil e questo è un problema rilevante, perché attuando un’attività produttiva posso attuare un’attività che va a disperdere queste risorse. Valorizzarle può mettere in essere quello che è il danno economico che subiscono a fronte di una attività produttiva non attenta al valore di queste risorse e quindi bisogna trovare i modi, dal punto di vista della contabilità, di misurarli. Le proposte fatte sono: ▪ Creazione di conti satelliti dell’ambiente: che affiancano il sistema di contabilità nazionale. E’ stato proposto un System for Integrated Environmental and Economic Accounting (SEEA) che pone in essere e misura l’ambiente è un conto satellite: La contabilità nazionale è il fulcro, che non considera le risorse naturali, e attorno esiste un sistema di contabilità satellite che si prende cura delle risorse. Per esempio, andando a misurare il prodotto ecosostenibile: integra la produzione comprendendo attività che possono mantenere e migliorare la qualità delle risorse naturali (environmental protection services), allo stesso momento il pil viene integrato con importazioni involontarie di rifiuti, scarichi e scorie. ▪ Per quanto riguarda l’Italia possiamo cercare degli indicatori che danno un’idea di quello che succede nell’ambito dell’ambiente: l’Istat produce una misura di benessere (BES) ed esistono indicatore specifici prodotti dall’Istat in relazione a quella che è la misurazione richiesta dalle nazioni unite per condividere le informazioni ambientali ed è il SDG 12. Ricerca del Reddito sostenibile: → sostenibilità orientata ai costi: aiuta attraverso la valutazione del costo che una attività produce per la collettività, aiuta a vedere che cosa sia sostenibile in termini di lasciare alle generazioni future qualcosa che non viene depauperato. Uno scopo è quello della sostenibilità, anche, sociale. Si passa da un concetto esclusivamente monetario a quello che possiamo definire il BENESSERE. La contabilità del benessere: misura il Welfare economic in cui andiamo a riclassificare le spese. Spese riclassificate: - Spese per l’istruzione e la salute (vengono fatte per evitare guai peggiori e per aumentare il capitale umano). Per esempio, una spesa ai servizi dell’infanzia figura in una spesa corrente, ma in realtà possiamo dire che la spesa sull’infanzia investendo sui bambini lo vediamo nel lungo periodo→ investiamo sul capitale umano e a questo punto non si vede come spesa corrente, ma come un investimento futuro. - Acquisti di beni durevoli di consumo (vengono segnati solo i valori dei servizi resi): per esempio un bene durevole di 200 euro che viene confutato non solo in un unico anno ma in base ai servizi che può dare in un determinato anno. POSTE FIGURATIVE, ad esempio: + servizi resi da beni durevoli di consumo 17 + servizi domestici gratuiti + servizi di volontariato Normalmente non vengono confutati perché non essendoci una transazione economica sfuggono dalla contabilità nazionale, ma non in quella del benessere. Lavoro non pagato: come lo contabilizziamo? Utilizziamo diversi metodi: 1. COSTO OPPORTUNITA’, l’applicazione di questo approccio richiede una valutazione delle ore di lavoro non pagato al salario orario dell’individuo. 2. COSTO DELL’ALTERNATIVA DI MERCATO alla prestazione individuale di lavoro non pagato. Valuto l’attività alle ore di lavoro non pagato a quello che potrebbe essere il corrispondente sul mercato. (Per esempio preparo il pranzo e ci impiego un’ora e la contabilizzo all’alternativa di mercato confrontandola a quella di un cuoco). SVILUPPO UMANO Si passerà da un concetto di sviluppo basato sulla crescita economica in termini di PIL al concetto di sviluppo umano. Ci poniamo la seguente domanda: La crescita può tradursi nel miglioramento dello standard di vita di tutti e nella riduzione delle diseguaglianze? Le risposte a questa domanda possono essere (anni 50 e 60): Trickle down mechanism: anche chi non ha partecipato alla crescita può beneficiare degli effetti positivi della crescita economica. Fasi di sviluppo (Rostow) per le economie in via di sviluppo occorreva investire per avviarne la modernizzazione Investimenti nel capitale fisico e umano, risparmio. Una crescita economica che però non necessariamente si traduce in riduzione della povertà e delle disuguaglianze. Pil e crescita non sono più visti come sinonimo di sviluppo. Si evidenzia che la crescita economica non corrisponde necessariamente con uno sviluppo, non avviene la riduzione delle disuguaglianze e quindi si incomincia a vedere che il Pil e la crescita non è necessariamente sinonimo di sviluppo e si sviluppano nuovi pensieri: Basic needs: si richiede per cui le persone devono essere messe in grado di contribuire allo sviluppo. Si richiede un reddito minimo per coprire i bisogni primari delle famiglie (ILO, 1976; Banca Mondiale) (Streeten & Stewart). Una teoria più attenta ai bisogni degli individui. Trickle up: soddisfare i bisogni individuali in termini di salute, istruzione, nutrizione produce persone più istruite, nutrite, in salute e quindi più produttive. Lotta alla povertà: si capisce quanto sia importante dotare le famiglie di beni e servizi senza una presenza dominante di trasferimenti monetari. Guardiamo ora delle scuole di pensiero, delle idee di sviluppo che si trasformeranno concretamente in teorie di sviluppo: 18 1. Approccio delle capacità (Amartya Sen) Human Development and Capability Association: si pone l’accento sullo sviluppo umano e lo si considera in termini di capacità. L’accento è posto sul WELL BEING che passa da una visione statica centrata sul possesso di beni/reddito in un dato istante ad una visione dinamica che guarda al processo della costruzione del benessere individuale. Si ha un NUOVO FOCUS: da una valutazione centrata sul reddito monetario e i beni all’analisi del benessere nella sua multidimensionalità e nella sua complessità. BENESSERE E STANDARD DI VITA Tenore di vita- standard of living: si riferisce a dimensioni che influiscono direttamente sulla propria vita Well being: non necessariamente connesse direttamente ma in grado di influire anche indirettamente sul benessere (es. presenza di un teatro nella città anche se non sono uno spettatore). Facoltà di agire (AGENCY): possibilità e abilità di azione per perseguire obiettivi anche non direttamente connessi al benessere o lo standard di vita individuali. Quindi la capacità degli individui a prendere scelte. E’ importante che l’individuo sia un agente di sviluppo, del suo sviluppo. Il ruolo “agency” nell’approccio delle capacità è importante perché pone l’accento sulla partecipazione degli individui come agenti attivi di cambiamento. Andiamo ad approfondire la capacità e i funzionamenti: CAPACITA’= opportunità potenziali da raggiungere FUNZIONAMENTI= ciò che si è effettivamente realizzato e fatto, condizioni di vita individuali effettive. Potrei, per esempio, aver acquisito la capacità di andare in bicicletta, ma non necessariamente potrei andare effettivamente in bici. Quindi il funzionamento osservabile è osservare una persona andare in bicicletta, la capacità è qualcosa di latente (se osservo un gruppo di gente non so dire chi sa andare in bici o no). 19 (RIFERIMENTO ALL’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE UNDP-2016) Lo sviluppo umano si può descrivere attraverso un set di funzionamenti potenziali che possono essere raggiunti (le capacità), quelle cose ricche di valore e sono capacità che si sono tradotte in funzionamenti osservabili e vediamo l’importanza dell’esprimere la propria volontà (agency per raggiungere ciò che si considera di valore). Altri studiosi ci mostrano: Risorse Capacità Funzionament i FATTORI DI CONVERSIONE INDIVIDUALE, FAMILIARI, SOCIALI Il processo di formazione del ben-essere (Fonte: elaborazione da Libanora,2010 e Chiappero Martinetti, 2011) Si possono dare ad individui delle risorse che possono essere utilizzate per sviluppare una capacità, a sua volta questa capacità possiamo vederla tradotta in funzionamenti osservabili. 20 In questi passaggi c’è un ruolo fondamentale di fattore di conversione che aiutano a passare da risorse a capacità a funzionamenti che possono essere individuali, familiari e sociali. Potrei aver sviluppato la capacità di essere ben nutrita, però potrei effettuare una dieta e non osservare il funzionamento di essere ben nutrito. La definizione delle dimensioni di benessere ❑ Prima modalità per definire le dimensioni è: una lista definita (Nussbaum) Martha Nussbaum (2002) Giustizia sociale e dignità umana. Da individui a persone, Il Mulino, p.74 ‘Credo che possiamo arrivare a una lista degli elementinecessari a un funzionamento autenticamente umano che sia in grado di raccogliere un ampio consenso transculturale, una lista che può essere sostenuta da persone che per tutto il resto hanno visioni molto differenti di ciò che dovrebbe essere una vita pienamente buona per un essere umano. Questo elencoserve a fornire la struttura portante per la valutazione della qualità della vita e della progettazione politica e mira a selezionare capacità di importanza centrale per ogni vita umana, qualunque altra cosa una persona persegua.’ La lista delle capacità, Martha Nussbaum (2002) Giustizia sociale e dignità umana. Da individui a persone, il Mulino pp.75-76 1. Vita. “avere la possibilità di vivere fino alla fine una vita umana di normale durata; di non morire prematuramente, o prima che la propria vita sia stata limitata in modo tale da essere indegna di essere vissuta”. 2. Salute fisica 3. Integrità fisica 4. Sensi, immaginazione e pensieri: ‘Poter usare i propri sensi per immaginare, pensare e ragionare avendo lapossibilità di farlo in modo ‘veramente umano’, ossia in modo informato e coltivato da un’istruzione adeguata, comprendente alfabetizzazione, matematica elementare e formazione scientifica, ma niente affatto limitata a questo. Essere in grado di usare l’immaginazione e il pensiero in collegamento con l’esperienza e la produzione di opere auto espressive, eventi, scelti autonomamente o di natura religiosa, letteraria, musicale e così via. Poter usare la propria mente in modi tutelati dalla garanzia delle libertà diespressione rispetto sia al discorso politico che artistico, nonché alla libertà di pratica religiosa. Poter andare in cercadel significato ultimo dell’esistenza a modo proprio. Poter fare esperienze piacevoli ed evitare dolori inutili.’ 5. Sentimenti 6. Ragion pratica: ‘Essere in grado di formarsi una concezionedi ciò che è bene e impegnarsi in una riflessione critica su come programmare la propria vita (ciò comporta la protezione della libertà di coscienza)’. 7. Appartenenza 8. Altre specie 21 9. Gioco 10. Controllo del proprio ambiente (partecipazione politica; controllo materiale) ❑ Specifica rispetto al contesto, declinare le dimensioni di benessere in un contesto (Robeyns) ❑ Approccio partecipato (Biggeri, Corrado, Gualay- Gunluk Senesen) Approccio partecipato applicato a child well being – Fonte: Biggeri et al. (2006) Capacità individuate dagli studenti Istituto Cattaneo Deledda di Modena(F.Corrado, 2009) 1. Accedere alla conoscenza (istruzione e formazione e informazione): Capacità di essere istruiti attraverso l'acquisizione dei saperi essenziali di base, capacità di essere formarti partecipando ad esempio ad attività extrascolastiche che rendano il nostro processo di apprendimento più completo e più qualificato. La capacità di conoscere comprende anche la possibilità di avere acceso alle informazioni e alle conoscenze. 2. Fare ricerca: la capacità di sviluppare conoscenze più approfondite in modo autonomo o in gruppo su temi trattati nelle ore scolastiche o su argomenti liberamente scelti dagli studenti. 3. Educare: capacità di avere rispetto nei confronti del personale docente e non docente e nei confronti degli altri studenti; essere educati alla solidarietà, al valore della pace ed al rispetto dell’ambiente; essere consapevoli e responsabili dei propri comportamenti. 4. Lavorare: capacità di lavorare e di accedere al mercato del lavoro durante il periodo scolastico e successivamente all’ottenimento del diploma. 5. Vivere una vita sana: capacità di avere integrità fisica e psichica, possibilità di tutela e miglioramento della propria salute. 22 6. Prendersi cura di se e degli altri: capacità di prendersi cura di sé, del proprio corpo, della propria mente, delle relazioni, possibilità di aumentare la fiducia e la stima di se stessi, avere coscienza delle proprie aspettative e dei propri ruoli: possibilità di sviluppare la capacità di prendersi cura degli altri. 7. Godere della bellezza e della cultura: possibilità di sviluppare le proprie potenzialità e le proprie capacità, possibilità di godere di spazi dimensionali e temporali all’interno dei quali sviluppare capacità relazionali e di svago, di ricreazione e creatività. In questa capacità di inserisce anche la dimensione di potere godere di bellezze naturali, architettoniche e artistiche. 8. Studiare in spazi sani e sicuri: capacità di sentirsi sicuri negli spazi in cui gli studenti studiano, di relazionano e agire all’interno di un contesto scolastico adeguato 9. Viaggiare: possibilità di spostarsi a fini culturali e di svago 10. Essere in relazione e partecipare alla vita sociale e scolastica: essere soggetto attivo e partecipare alle attività formative proposte dalla scuola e a quelle extrascolastiche organizzate da scuola; capacità di relazionarsi con gli altri all’interno e all’esterno del contesto scolastico 11. Convivere in una società equa: saper convivere con gli altri alla pari, ovvero con gli stessi diritti e gli stessi doveri, non solo nell’ambito scolastico, rispettando la diversità. Indicatori. Es. studiare in luoghi sani e sicuri e in un ambiente eco- compatibile: Scuola- struttura, numero prove evacuazione, dispositivi sicurezza, antifurti/telecamere, furti, area verde. ❑ Intrinseca nelle funzioni dell’ente (Addabbo, Picchio, Lanzi, 2010): funzionale a guardare l’agire degli enti pubblici delle istituzioni per vedere quali sono le dimensioni di benessere intrinseche in un ente. DIMENSIONI DI BENESSERE INSTRINSECHE NELLE FUNZIONI DELL’ENTE Questo schema è all’interno delle linee guida dell’Emilia- Romagna e rispetto al comune di Modena: La lista delle capacità del Comune di Modena-Fonte: Addabbo, Saltini 2010 in www.capp.unimore.it 23 Accedere alla conoscenza: istruzione, formazione, informazione Vivere una vita sana Lavorare e fare impresa Accedere alle risorse pubbliche Vivere, abitare e lavorare in luoghi adeguati e sicuri e in un ambiente sostenibile Muoversi nel territorio Prendersi cura degli altri Prendersi cura di sé Partecipare alla vita pubblica e convivere in una società equa. Accedere alla conoscenza: istruzione, formazione, informazione. Funzione dell’ente comunale nel campo dell’istruzione e della formazione (si pensi anche al contributo alla crescita congitiva dei bambini grazie all’erogazione di servizi d’infazia), ma anche le spese sulle attività culturali possono influire sullo sviluppo di questa capacità. Vivere una vita sana Sullo sviluppo di questa capacità hanno effetto le funzioni dell’ente legate alla spesa socio-sanitaria e indirettamente, anche tutte le politiche legate all’ambiente, allo sport, all’alimentazione. Lavoro e fare impresa Capacità di svolgere attività lavorative retributie e di fare impresa Politiche dell’ente volte a fornire servizi di cura in quanto possono consentire all’individuo con carichi familiari (e stante la divisione del lavoro non pagato in specie alle donne) di svolgere attività lavorative ma anche funzioni volte a incentivare direttamente la creazione di imprese e l’accesso al lavoro Accedere alle risorse pubbliche Possibilità per i singoli individui di avere accesso alle risorse pubbliche in termini di servizi o di trasferimenti. hanno un effetto su questa capacità sia la definizione dei criteri di accesso alle risorse pubbliche che l'erogazione di beni e servizi pubblici. Vivere, abitare e lavorare in luoghi adeguati e sicuri e in un ambiente sostenibile Essere e sentirsi sicuri (indicatori utili per valutare il contesto attengono in questo caso le denunce di reati per tipologia, sesso e caratteristiche della vittima, ma anche indagini qualitative volte a misurare la percezione della sicurezza dei cittadini e delle cittadine) sicurezza dell'ambiente in cui si vive: strutture, spazi e viabilità (indicatori utili in tal 24 senso sono le condizioni strutturali degli ambienti domestici, lavorativi e viari, l'incidentalità stradale, sul lavoro e domestica) su questa capacità quindi possono avere effetto un raggio ampio di politiche dell'ente sottoposto ad auditing: sia quelle dirette specificamente alla sicurezza, che le spese destinate alla pianificazione territoriale, per l'edilizia, ai trasporti e alla viabilità che le spese in difesa dell'ambiente. Prendersi cura degli altri Si fa qui riferimento alla capacità di prendersi cura rivolta ai propri famigliari (anche non residenti all'interno del nucleo familiare) e verso altri nell'ambito di un lavoro volontario non retribuito. il comune può prestare direttamente servizi di cura pubblici o incentivare l'offerta di privati in questo settore e/o può contribuire allo sviluppo di questa capacità disegnando le politiche in modo da incentivare la distribuzione del lavoro non pagato familiare. Prendersi cura di sé: sport, svago, godere della bellezza e della cultura potere disporre di tempo per sé, capacità di utilizzarlo in attività ricreative, culturali e sportive impatto diretto: politiche che riguardano lo sport, il tempo libero, il turismo e la cultura impatto indiretto: funzioni di pianificazione territoriale e di viabilità per facilitare sia i tempi di spostamento e percorrenza sia lo stesso accesso alle strutture che possono essere utilizzate per convertire tale capacità in funzionamenti Muoversi nel territorio questa capacità attiene la possibilità di muoversi nel territorio comunale avendo accesso al sistema dei trasporti pubblici e privati in misura adeguata alle proprie necessità su questa capacità influiscono sia il settore che si occupano direttamente di viabilità, che i settori volti alla pianificazione territoriale, all'edilizia e al sistema dei trasporti pubblici. Sull'accesso sicuro al sistema dei trasporti e quindi alla viabilità hanno poi effetto anche le spese relative alla polizia municipale e anche le spese relative a programmi di coordinamento dei tempi e orari della città (nella misura in cui l'adozione di un piano dei tempi consenta anche di rendere più fluido il traffico evitando congestioni). Partecipare alla vita pubblica e convivere in una società equa su questa capacità possono avere un impatto sia politiche volte alle pari opportunità, che politiche volte ad aumentare la partecipazione dei cittadini e delle cittadine alla vita sociale (si pensi a questo proposito anche a progetti specifici volti a incrementare la presenza di particolari gruppi nei comitati di gestione di servizi) e alla rappresentanza politica 25 Sviluppo umano, secondo l’approccio delle capacità, è composto da: ▪ eguaglianza ▪ sostenibilità ▪ partecipazione ▪ produttività Quindi gli elementi che compongono lo sviluppo umano sono: - Well being inteso come espansione delle libertà individuali - Empowerment e partecipazione - Giustizia- equità distributiva Es: sostenibilità ed equità- UNDP (2010) “Diamo valore alla sostenibilità dato che le generazioni future dovrebbero avere almeno le stesse possibilità che noi abbiamo oggi. AAnalogamente, tutti i processi iniqui sono ingiusti: le opportunità delle persone a esistenze migliori non dovrebbero essere frenate da fattori che sono al di fuori del loro controllo. Le disuguaglianze sono particolarmente ingiuste quando gruppi specifici, per genere, razza o luogo di nascita, vegnono sistematicamente svantaggiati”. INDICATORE DELLO SVILUPPO UMANO- ISU L’indicatore dello sviluppo umano si compone di questi elementi: La speranza di vita L’istruzione (l’indice dell’alfabetizzazione adulta e il tasso di iscrizioni congiunte alle scuole primarie, secondarie e terziarie). Il reddito pro capite Es. ISU (HDR, 2010): - La speranza di vita - Istruzione, ma la si definisce diversamente (anni medi effettivi di istruzione e attesi di scolarizzazione- che un bambino può attendersi di completare all’inizio del suo percorso). - Reddito pro capite - Non più media artirmentica ma geometrica - Indice viene normalizzato rispetto a soglie diverse per raggiungere il campo di variazione 0-1 ISU: l’indice varia tra 0 a 1, un valore prossimo ad uno indica un elevato grado di sviluppo umano (una piena realizzazione in ciascuna delle dimensioni dello sviluppo) The simple HDI never tried to represent all that we wanted to capture in the indicator system, but it had much more to say about 26 quality of life than GDP. It pointed to the possibility of thinking about more significantthings regarding human life than just the market value of commodities bought and sold. The impacts of lower mortality, better health, more school education, andother elementary human concerns could be combined in some aggregate form, and the HDI did just that. HDI & GDP: commento di Amartya Sen in HDR (2020) GRADUATORIA ISU- 2019 27 ISU grad.RNL - grad.ISU 1. Norvegia 0,957 7 2. Svizzera 0,955 3 2. Irlanda 0,955 4 17. USA 0,926 -7 29. Italia 0,892 0 45.Qatar 0,848 -43 Essere in testa alla graduatore in termini di Pil garantisce essere ai primi posti in termini di sviluppo umano? NO Viene dato importanza all’aspetto ambientale: Planetary pressures adjusted HDI Il PHDI adegua l’HDI standard in base al livello di emissioni di anidride carbonica e all’impronta ecologica (ovvero l’area biologicamnete produttiva di mare e di terra necessaria a rigenerare le risorse consumate dalla produzione e ad assorbire i rifiuri prodotti) di un paese. 28 Si crea moltiplicando l’indice di sviluppo umano per un fattore di aggiustamento, ottenuto attraverso una media aritmentica delle emissioni di andiride carbonica pro capite, si mettono insieme e lo si moltiplica e il prodotto da Planetary pressures- adjusted HDI. Quando la pressione ambientale di un paese è bassa allora a quel punto dovremo attenderci che l’indicatore corretto per la pressione ambientale coincidano, ma mano a mano che si apre la distanza tra questi indicatori vuol dire che c’è un maggior pressione. Quando i due indicatori sono uguali c’è una bassa pressione di quel paese sull’ambiente Se c’è uno scostamento tra questi indicatori, al crescere dello scostamento maggiore è la pressione di quel paese. I paesi che hanno uno sviluppo umano basso o medio i due indicatori sono molto vicini, mentre gli paesi sono caratterizzati da uno scostamento molto significativo dei due indicatori e quindi la pressione ambientale è alta. Molto importante guardare l’indice di sviluppo umano dal lato di gruppi della popolazione e quindi andiamo a correggere l’indice di sviluppo umano sulla base delle diseguaglianze di genere (ISG= indice di sviluppo di genere). ISU corretto in base alla diseguaglianza di genere ISG più basso denota o minore valore nelle singole dimensioni dello sviluppo oppure un aumento della disparità di genere. 29 Indice della disuguaglianza di genere IDG (GII) rispetto a: Salute riproduttiva Empowerment Partecipazione forza lavoro Indicatori Dimensioni Mortalità materna, fertilità in età Salute riproduttiva adolescenziale Rappresentanza in Parlamento, Empowerment Risultati scolastici (dalla secondaria) Partecipazione alla forza lavoro Mercato del lavoro GII (indice di diseguaglianza di genere) (0= equità). 2019 primo posto: Norvegia (0,045) Italia ventinovesimo posto con 0,069 GDI Gender Development Index Si basa sull’ISU disaggregato in base al genere Italia GDI=0,967. 29esimo posto INDICE DI POVERTA’ MULTIDIMENSIONALE (IPM) INTRODOTTO NEL 2010 Misura la povertà rispetto a 3 dimensioni (salute, istruzione e standard di vita) e l’intensità della povertà. Viene calcolato a partire dal 2010 su 104 paesi in via di sviluppo. INSERISCI Undp (2020) Global Multidimensional Poverty Index IMP- UNDP 2020 Indice di povertà multidimensionale: - Sud sudan 92% - Niger 90,5% - Etiopia Benessere vs Standard di vita (Esercitazione su capitolo 2): riguarda lezione 30 APPROFONDIMENTO Aumento dell’inflazione ha interessato non solo Italia, ma anche Francia e Germania. Perché aumentano i prezzi dei prodotti energetici? - Aumento della domanda generato dalla ripresa - Minori riserve disponibili di gas naturale: ▪ Cause tecniche (più consumi legati al più lungo inverno) ▪ Geopolitiche (rallentamento delle forniture vs l’Europa da parte del principale … - Aumento del prezzo dei permessi di emissione della anidride carbonica, legato all’Emissions Trading System … SISTEMA PER LO SCAMBIO DELLE QUOTE DI EMISSIONE DELL’UE (ETS UE) - Istituto nel 2005, l’ETS… Un effetto temporaneo o persistente sull’inflazione? Effetto della ripresa e dalla scarsità del gas naturale potrebbe essere transitorio. Si attende che i prezzi delle emissioni di CO2 saranno stabilmente… PIL reale e PIL nominale Nell’anno 1 il Pil nominale aumenta del 10% rispetto al Pil nominale dell’anno 0. Questo dato vi consente di calcolare la crescita reale? No la variazione del PIL nominale può essere dovuta sia a una variazione del livello dei prezzi (inflazione) che a una crescita del PIL reale. Questo dato vi consente di calcolare l’inflazione con il metodo del deflatore del PIL? No la variazione del Pil nominale può essere dovuta sia a una variazione del livello dei prezzi (inflazione) che a una crescita del PIL reale. PIL metodo della spesa Y≡ C+ I+ G+ X- IM + 𝑰𝒔 Y= PIL reale e lo analizziamo nelle componenti della domanda (= consumo, investimento, spesa pubblica, esportazioni – importazioni, investimento scorte). Siamo in una economia aperta perché se ci limitassimo a guardare il consumo, investimento e la spesa pubblica trascureremo le esportazioni. Le esportazioni (X) sono la domanda dei beni prodotti all’interno dell’economia che proviene dall’esterno. Dentro il consumo, però, l’investimento e la spesa pubblica abbiamo anche beni e servizi non prodotti all’interno del nostro Paese e queste sono le importazioni. Se non tolgo le importazioni finiscono per rappresentare anche produzioni che avvengono 31 oltre i confini del nostro Paese. Quindi aggiungo esportazioni e tolgo importazioni. Devo tener conto anche degli investimenti scorte perché quando esercito una produzione in un periodo di tempo, non tutto viene venduto e questo finisce negli investimenti scorte. ➔ Domanda beni di consumo, domanda beni di investimento, spesa pubblica, + esportazioni, - importazioni, investimenti scorte. Tabella “la composizione del PIL IT UE28 USA 2018” (LIBRO) IL MERCATO DEI BENI (cap.3) Messaggio del capitolo: nel breve periodo la domanda determina la produzione. Circuito reddito- spesa- flusso reale Lavoro e Capitale INDIVIDUI IMPRESE Beni e servizi Gli individui cedono fattori produttivi (lavoro e capitale) alle imprese, le imprese utilizzano questi servizi per produrre beni e servizi. Flusso reale nel circuito reddito- spesa, ovvero gli individui danno fattori produttivi alle imprese e quest’ultimi li utilizzano per creare beni e servizi che vanno verso gli individui. Esiste anche un flusso monetario perché gli individui pagheranno un prezzo per i beni e servizi che acquistano dalle imprese e allo stesso tempo le imprese dovranno pagare dei redditi a chi possiede i fattori produttivi. Circuito reddito- spesa- flusso monetario Salari e profitti INDIVIDUI IMPRESE spesa beni e servizi 32 Interazione tra produzione, reddito e domanda Variazione della domanda di beni Variazione della produzione Variazione del reddito Variazione della domanda di beni Questa serie di nessi logici viene chiamata “principio della domanda effettiva”: andiamo ad osservare delle variazioni nella domanda di beni che muove una variazione dell’offerta della produzione. Dietro ad un atto produttivo ci sono dei fattori produttivi e c’è un pagamento diretto verso questi fattori e quindi abbiamo in corrispondenza di una variazione della domanda una variazione della produzione per soddisfare questa aumenta domanda, ma allo stesso tempo avremo una variazione del reddito. Ma il principio della domanda effettiva è che questo aumento del reddito permette una nuova variazione della domanda di beni. IDENTITA’ DEL REDDITO NAZIONALE: Reddito aggregato≡ Spesa aggregata Quando affermiamo questa identità della contabilità nazionale dovremo riproporre il reddito e la spesa che corrisponde al Pil reale. Pil dal lato del reddito ≡ Pil dal lato della spesa - Perché due definizioni? In ogni transazione economica la spesa sostenuta dall’acquirente è pari al reddito ricevuto del venditore. Quindi, la somma di tutte le spese è pari alla somma di tutti i nuovi redditi prodotti. IL PIL DAL LATO DEL REDDITO DAL LATO DELLA SPESA Reddito totale prodotto dai Spesa totale in beni a servizi fattori di produzione finali prodotti nel paese in un localizzati nel paese durante anno un anno 33 PIL metodo della Spesa Consumo (C ) + Investimento (I) + Spesa pubblica (G) + Esportazioni nette + Esportazioni (X)- importazioni (IM) Investimento in scorte Y≡C+ I+ G+ X- IM+ 𝑰𝒔 Ci concentriamo sulle singole voci: CONSUMO (C): Possono essere beni durevoli a uso prolungato nel tempo (es. automobile, televisione, mobili), oppure beni semidurevoli (durata superiore all’anno, ma inferiore a quella dei beni durevoli-> es: vestiario, pneumatici, libri), beni non durevoli (acquistati e consumati interamente nel periodo di riferimento-> es. alimentari, combustibili), servizi (es. finanziari, insegnamento, …). Si tratta di beni e servizi acquistati dai consumatori. SPESA PUBBLICA (G): Sono beni o servizi effettuati dalla Pubblica Amministrazione. La consideriamo come una variabile esogena perché la consideriamo una variabile di scelta da parte dell’attore pubblico. La spesa pubblica per beni e servizi include sia la spesa per consumi, sia quella per investimenti pubblici (che non entrano in I). Si noti che G non include i trasferimenti, come le pensioni e gli interessi sul debito pubblico. INVESTIMENTI (I): talvolta chiamati anche investimenti fissi delle imprese. L’investimento è la somma degli investimenti non residenziali (acquisto di nuovi impianti, di capannoni) e degli investimenti residenziali (acquisto di una casa nuova). In entrambi i casi la decisione di acquistare dipende dai servizi che questi beni daranno in futuro e per questo li si considera nello stesso modo. Consumi + Investimenti + Spesa Pubblica = 34 Spesa di beni e servizi da parte dei residenti Non abbiamo ancora la spesa di beni e servizi nazionali, ma per averla dobbiamo includere le esportazioni (X), cioè gli acquisti di beni e servizi nazionali da parte del resto del mondo, e dobbiamo escludere le importazioni (IM), cioè gli acquisti di beni e servizi dall’estero effettuati dai residenti (consumatori, imprese, governo). La differenza tra esportazioni e importazioni (X-IM) è chiamata Esportazioni Nette (o saldo commerciale): Beni o servizi prodotti in Italia ed esportati all’estero- beni o servizi importati dall’estero. Differenza tra Esportazioni e Importazioni - Esportazioni > importazioni → Avanzo commerciale - Esportazioni < Importazioni → Disavanzo commerciale Quindi: Consumo + Investimenti + Spesa pubblica + Esportazioni nette = Spesa totale in beni e servizi nazionali INVESTIMENI IN SCORTE: ogni anno la produzione e le vendite non sono necessariamente uguali. Alcuni beni prodotti potrebbero non esser venduti nell’anno successivo o anche dopo. E alcuni beni venduti in quell’anno potrebbero essere stati prodotti in anni precedenti. La differenza tra beni prodotti e beni venduti in un dato anno- cioè la differenza tra produzione e vendite- prende il nome di investimento in scorte. → Investimenti in scorte (variazione della quantità di beni detenuti dalle imprese per la futura vendita) Investimenti in scorte: Differenza tra produzione e vendite in uno stesso anno Produzione > Vendite→ le scorte aumentano Produzione < vendite → le scorte diminuiscono Quindi: 35 Spesa totale in beni e servizi nazioni + Investimento in scorte = Valore della produzione LA DOMANDA DI BENI E LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO DI EQUILIBRIO Verso la costruzione di un modello: ✓ variabili esogene: prese come date ✓ Variabili endogene: spiegate all’interno del modello (saranno il frutto dell’applicazione all’interno di una struttura algebrica di quelli che sono i dati e parametri). DOMANDA DI BENI: Domanda di beni (Z) ≡ Consumo (C) + Investimenti (I) + Spesa Pubblica (G) + Esportazioni (X) - Importazioni (IM) Trascuriamo gli investimenti in scorte, ma questo vuol dire che lo trascureremo nel modello, ma lo dobbiamo considerare nell’ambito dello studio del mercato dei beni. Semplifichiamo il modello trascurando le importazioni nette IPOTESI: 1. Le imprese producono uno stesso bene che può essere usato indifferentemente dai consumatori come bene di consumo, dalle imprese 36 come bene di investimento e dal governo come spesa pubblica. 2. Le imprese forniscono qualsiasi quantità di tale bene ad un dato prezzo, P. Questa ipotesi è valida solo nel breve periodo. 3. L’economia è chiusa: non avvengono scambi con il resto del mondo. Esportazioni e importazioni sono uguali a zero. Nell’ipotesi che la nostra economia sia chiusa, cioè X= IM= 0, la domanda di beni è semplicemente la somma di consumo, investimento e spesa pubblica: Z ≡ C+I+G Dovremo trovare l’equilibrio quando la domanda è uguale all’offerta. Analizziamo le tre componenti: CONSUMO (C): le decisioni di consumo dipendono dal reddito di una famiglia o di un individuo, o meglio il reddito disponibile (𝒀𝒅 )- ossia ciò che rimane del reddito percepito dopo aver ricevuto i trasferimenti dal governo e pagato le imposte. In breve: la domanda di consumo è funzione del reddito disponibile che lo otteniamo sottraendo al reddito le imposte. Quando il reddito disponibile aumenta, le persone comprano di più; quando il reddito disponibile diminuisce, esse riducono i loro consumi. Quindi: C= C (𝒀𝒅 ) Il consumo C è una funzione del reddito disponibile Yd. La funzione C (𝒀𝒅 ) è chiamata funzione del consumo. Il consumo non è necessariamente uguale al reddito disponibile e questo perché gli individui potrebbero risparmiare parte del reddito percepito. In questo caso è utile assumere che la relazione tra consumo e reddito disponibile sia data da: C= 𝑐0 + 𝑐1 𝑌𝑑 ->𝑌𝑑 ≡ Y – T Il consumo solo in parte è esogeno nella misura in corrispondenza al parametro 𝒄𝟎 → la parte del consumo che non dipende dal reddito (essere esogeno). Rappresenta il consumo in corrispondenza di un reddito disponibile nullo: se 𝑌𝑑 =0 nell’equazione C=𝑐0 + 𝑐1 𝑌𝑑 , allora C= 𝑐0. Se il reddito disponibile corrente fosse pari a zero, il consumo sarebbe comunque positivo: con o senza reddito le persone dovranno pur mangiare! Ciò implica che 𝑐0 è positivo 𝒄𝟏 → è chiamato “propensione al consumo”. Esprime l’effetto sul consumo di un euro aggiuntivo di reddito disponibile. Una restrizione naturale è 𝑐1 sia positivo: un 37 aumento del reddito disponibile fa aumentare il consumo. Un’altra restrizione è che 𝑐1 sia minore di: è probabile che gli individui vogliano consumare solo una parte del loro incremento di reddito e risparmiare il resto. Dipende dal reddito al lato delle imposte (parte endogena)→ 0< 𝒄𝟏 < 1, quindi al crescere del reddito aumenta il consumo però in modo meno proporzionale. Alla variazione del reddito la domanda aumenta e in questo modello economico aumenta perché varia il consumo. FUNZIONE DI CONSUMO C FUNZIONE DI CONSUMO: C=𝑐0 + 𝑐1 𝑌𝑑 C1= PMC 1 𝑐0 Reddito disponibile Nell’asse delle ascisse si ha il reddito disponibile (reddito- imposte), mentre delle ordinate si ha il consumo. L’intercetta verticale è pari a 𝑐0 e la pendenza è 𝑐1. Il reddito disponibile è dato da: 𝑌𝑑 ≡ Y – T, dove Y è il reddito e T sono le imposte pagato meno i trasferimenti provenienti dal governo e ricevuti dagli individui. La funzione di consumo ha un’inclinazione positiva data da 𝑐1 perché quando varia di una unità il reddito disponibile vado a vedere quanto va a variare la spesa di consumo. Sostituendo 𝑌𝑑 con Y – T nell’equazione: C=𝑐0 + 𝑐1 (𝑌 − 𝑇) INVESTIMENTO (I): Ipotizziamo che la spesa di investimento è esogena, cioè prese come date: I = ̅𝑰 , la linea sopra ci segnale che è esogena al modello. Ipotesi semplificatrice: variabile esogena. SPESA PUBBLICA (G): La ipotizziamo esogena (sia in questo capitolo, che negli altri) è una variabile di scelta. Insieme alle imposte, T, descrive la politica fiscale del governo. Consideriamo sia T che G variabili esogene perché: Poiché il governo non presenta un comportamento altrettanto regolare come quello di consumatori e imprese, non esiste una funzione per G e T che descriva in modo affidabile l’andamento di queste variabili come per il consumo. 38 Uno dei compiti dei macroeconomisti è di dire ai membri del governo: “se sceglierete questi livelli di G e T succederà questo e quest’altro”. Per questo G e T le consideriamo variabili scelte dal governo. PRODUZIONE DI EQUILIBRIO La domanda dei beni può essere espressa come: Z= 𝑐0 + 𝑐1 (𝑌 − 𝑇) + I̅ + 𝐺 Non ci siamo limitati a scriverla Z= C+I+ G, ma si è sostituita la C con le singole funzioni: la funzione di consumo (𝑐0 + 𝑐1 (𝑌 − 𝑇)), l’investimento esogeno e la spesa pubblica esogena. Assumiamo che non ci siano scorte nell’economia e l’equilibrio nel mercato dei beni richiede che la produzione sia uguale alla domanda Condizione di equilibrio: la domanda è uguale al reddito→ Y = Z Sostituendo la domanda Z nell’uguaglianza con la sua espressione otteniamo: Y= 𝒄𝟎 + 𝒄𝟏 (𝒀 − 𝑻) + 𝐈̅ + 𝑮 In equilibrio, la produzione è uguale alla domanda. La domanda, a sua volta, dipende dal reddito, Y, che è uguale alla produzione. Si noti che usiamo lo stesso simbolo, Y, sia per la produzione sia per il reddito (reddito e produzione sono uguali perché sono solo due modi diversi di guardare il Pil). Come si ottiene il moltiplicatore: Y= 𝑐0 + 𝑐1 𝑌 − 𝑐1 𝑇 + I̅ + 𝐺 Raccolgo i termini in Y: Y – 𝑐1 𝑌 = 𝑐0 + I̅ + 𝐺 − 𝑐1 𝑇 1 ➔ Y= (𝑐0 + I+̅ G – 𝑐1 𝑇) 1− c1 SPESA AUTONOMA MOLTIPLICATORE Questa equazione descrive la produzione di equilibrio, ossia il livello di produzione che uguaglia la domanda. Il moltiplicatore ci dice che al variare della spesa autonoma quanto varierà il reddito. La spesa autonoma non dipende dal reddito. Il termine (𝑐0 + I̅+ G – 𝑐1 𝑇) rappresenta la componente della domanda di beni che non dipende dal livello di produzione: chiamata spesa autonoma. Come 39 facciamo a dire che la spesa autonomia è positiva? Non possiamo esserne sicuri, ma è molto probabile lo sia perché 𝑐0 e I̅ sono positivi. E G – 𝑐1 𝑇? Supponiamo che il governo abbia un bilancio in pareggio, cioè le imposte sono uguali alla spesa pubblica. Se T= G e se la propensione al consumo (𝑐1 ) è minore di 1, allora (G – 𝑐1 𝑇) è positivo e quindi anche la domanda autonoma. 1 1 Consideriamo il termine : poiché 𝑐1 è compreso tra 0 e 1, allora 1− c è 1− c1 1 un numero maggiore di 1. Questo è chiamato moltiplicare. Quanto più 𝑐1 si avvicina a 1, tanto maggiore sarà il moltiplicatore. Supponiamo che al loro livello iniziale di reddito i consumatori decidono di consumare di più. più precisamente assumiamo che 𝑐0 nell'equazione C=𝑐0 + 𝑐1 𝑌𝑑 aumenti di un 1 miliardo di euro. L'equazione (𝑐0 + I̅+ G – 𝑐1 𝑇) ci dice che la produzione 1− c1 aumenterà in misura superiore a un miliardo di euro. Per esempio, se 𝑐1 è 0,6; il moltiplicatore sarà uguale a 1/(1-0,6) = 1/0,4= 2,5; per cui la produzione aumenterà di 2,5x 1 miliardo di euro= 2,5 miliardi di euro. Qui abbiamo 1 considerato un aumento del consumo, ma dall'equazione (𝑐0 + I̅+ G – 1− c1 𝑐1 𝑇) è evidente che qualsiasi aumento della spesa autonoma avrà lo stesso tipo di effetto: influenzerà la produzione in misura superiore all'effetto diretto sulla spesa autonoma. Un incremento di 𝑐0 fa aumentare la domanda, che a sua volta genera un incremento della produzione. L’ aumento della produzione porta a un aumento del reddito dello stesso ammontare. la crescita del reddito a sua volta fa aumentare ulteriormente il consumo, che a sua volta genera un aumento della domanda e così via. EQUILIBRIO NEL MERCATO DEI BENI- GRAFICAMENTE Gli elementi dello spazio grafico che mostra il modello chiamato “croce kenesiana”: Z, Y 𝒀𝒂 = 𝒀𝒂 𝒀𝒃 𝒀𝒂 𝒀𝒂 𝒀𝒃 Y 40 Sull’asse delle ordinate Z (domanda di beni e servizi nazionali) e Y (produzione), sulle ascisse il reddito. 𝒀𝒂 = 𝒀𝒂. Reddito b = produzione b La retta rossa è sempre la bisettrice degli assi cartesiani (produzione in funzione del reddito). La domanda aggregata non parte dall’origine degli assi e la sua inclinazione sarà data da c1 perché l’unica funzione che dipende dal reddito è il consumo, che è anche l’inclinazione della domanda di beni nazionali. Quindi: La domanda: Z, Y ZZ c1 1 Funzione di domanda ZZ e al crescere del reddito di una unità l’unica componente che si modifica è la spesa di consumo; quindi, c1 non sarà solo l’inclinazione della funzione di consumo ma anche della retta di domanda. IN EQUILIBRIO Reddito = Domanda → Y = Z Emerge la croce kenesiana: Il reddito di equilibrio si trova in corrispondenza del punto in cui non solo il reddito è uguale alla produzione, ma anche uguale alla domanda aggregata. Nella figura misuriamo la produzione sull'asse verticale e il reddito sull'asse orizzontale. la relazione tra produzione e reddito viene quindi rappresentata dalla retta a 45 ° con pendenza uguale a uno. il passo successivo consiste nel disegnare la domanda come 41 funzione del reddito: la relazione tra domanda e reddito è data dall'equazione Z= (𝑐0 + I̅ + 𝐺 − 𝑐1 𝑇) + 𝑐1 𝑌. La domanda dipende dalla spesa autonoma e dal reddito, attraverso il suo effetto sul consumo. nella figura la relazione tra domanda e reddito è rappresentata dalla linea ZZ. L’intercetta sull'asse verticale, il valore della domanda quando il reddito è uguale a zero, è pari alla spesa autonoma. la pendenza della retta è data dalla propensione al consumo. quando il reddito aumenta di uno, la domanda aumenta di 𝑐1. sotto l'ipotesi che 𝑐1 sia positivo ma minore di uno, la retta è inclinata positivamente ma con pendenza inferiore a 1. In equilibrio la produzione è uguale alla domanda. Pertanto, la produzione di equilibrio si trova nel punto di intersezione della retta a 45 ° con la curva di domanda, nel punto A. alla sinistra di A, la domanda eccede la produzione; alla sua destra, la produzione eccede la domanda. Solo in A le due sono uguali. Cosa succede alla retta di domanda aggregata? Varia l’inclinazione quando aumenta la spesa pubblica? Si sposta verso l’alto di ∆G. L’effetto di ∆G> 0 Aumenta la spesa pubblica e dobbiamo considerare il principio di domanda effettivo di Keyns che dice: se aumenta la spesa pubblica aumenta una delle componenti della domanda. Osserviamo un aumento della produzione per soddisfare quella maggiore domanda. Se aumenta la produzione, data l’identità di contabilità nazionale, il reddito aumenta e quindi c’è una componente della domanda aggregata che aumenta: il consumo (aumenterà inizialmente di 𝑐1 *∆G, quindi graficamente: 42 Prima aumenta la produzione, quindi anche il reddito, ma se aumenta il reddito si avrà un nuovo aumento della domanda che sarà proprio 𝑐1 *∆G perché lo spostamento iniziale della produzione è ∆G. A fronte di una variazione del reddito c’è un aumento di domanda dei beni di consumo (𝑐1 *∆G), a questo punto anche la produzione varierà di 𝑐1 *∆G, quindi alla fine raggiungeremo il punto A’ e il nuovo punto di equilibrio del reddito e della domanda è maggiore di quello iniziale, ma è anche maggiore della spesa inziale autonoma perché c’è un processo moltiplicativo in cui una componente della domanda aggregata è funzione del reddito (guardare grafico sopra). Dal punto di vista algebrico: Y = Z→ reddito= domanda aggregata Z= 𝑐0 + 𝑐1 (𝑌 − 𝑇) + I̅ + 𝐺, quindi: Y= 𝑐0 + 𝑐1 (𝑌 − 𝑇) + I̅ + 𝐺 1 ➔ Y= (𝑐0 + I+̅ G – 𝑐1 𝑇) 1− c1 G è una delle componenti della spesa autonoma 𝑐1 = propensione marginale al consumo A parole: la produzione dipende dalla domanda, che a sua volta dipende dal reddito, che è uguale alla produzione. Un incremento della domanda, come per esempio un aumento della spesa pubblica, fa aumentare la produzione e il reddito. L'aumento del reddito a sua volta fa aumentare la domanda e quindi la produzione, e così via. In altre parole, un cambiamento iniziale nella domanda dà il via ad un processo di aggiustamento di produzione e domanda attraverso il quale si giunge ad un nuovo livello di produzione di equilibrio. Il risultato è un aumento della produzione, superiore all'incremento iniziale della domanda di un fattore pari al moltiplicatore. La dimensione del moltiplicatore dipende dalla propensione al consumo: quanto più alta è la propensione al consumo tanto maggiore è il moltiplicatore. 43 Fasi di aggiustamento (che prima abbiamo visto graficamente) Fase ∆Z ∆Y Figura 1 ∆G ∆G A->B->C 2 PMC∆G PMC∆G C->D->… 3 PMC²∆G PMC²∆G …. … T 𝑃𝑀𝐶 𝑇−1 ∆G 𝑃𝑀𝐶 𝑇−1 ∆G … →A’ Il processo di aggiustamento Prima fase: ∆G >0 Y ∆Y = ∆G La spesa pubblica aumenta, aumenta la produzione, aumenta il reddito Seconda fase: ∆Y = ∆G C Aumentando il reddito, vediamo un aumento della spesa di consumo di 𝑐1 ∆G Terza fase: ∆Y= PMC ∆G C ∆C= PMC (PMC ∆G) ∆Z= ∆G+ +𝑐1 ∆G +𝑐12 ∆G …+ 𝑐1 𝑇−1 ∆G+ … = ∆G (1+ 𝑐1 + 𝑐1 ²+…+𝑐1 𝑇−1+…) Serie geometrica: 1+ 𝑐1 + 𝑐12 +… + 𝑐1 𝑛 ➔ (1/ 1-𝑐1 ) Sulla serie geometrica e il moltiplicatore: 1+ x+ x²+…+ 𝑥 𝑛 (1-x) (1+x+x²+ …+𝑥 𝑛 )= 1+x+ x²+…+ 𝑥 𝑛 - x- x²- …- 𝑥 𝑛+1 Divido entrambi i lati per (1-x) e ottengo 1+x+ x²+…+ 𝑥 𝑛 = (1- 𝑥 𝑛+1 )/ (1-x) 1−𝑥 𝑛+1 1+x+ x²+…+ 𝑥 𝑛 = 1−𝑥 Se x< 1 al crescere di n: 𝑥 𝑛 →0 1+x+ x²+…+ 𝑥 𝑛 →1/ (1-x) Dato che 𝑐1 è inferiore ad 1 1+𝑐1 +𝑐1 ²+…+ 𝑐1 𝑛 → (1/ 1-𝑐1 ) 44 Fasi di aggiustamento: ∆Z= ∆G (1/ 1-PMC) = ∆G (1/1-𝑐1 ) = ∆Y EFFETTO DI ∆G SU Y 𝟏 ∆Y= ∆G 𝟏−𝐜𝟏 Il moltiplicatore 𝟏 ∆Y/ ∆G= 𝟏−𝒄𝟏 Applicazione: c1= PMC= 0,8 𝟏 ∆Y/ ∆G= 𝟏−𝟎,𝟖 = 𝟓 Al crescere della propensione al consumo il moltiplicatore diminuisce? Per esempio, se sostituiamo con diversi valori, come per esempio 𝑐1 = 0,1 e il moltiplicatore risulterà 1,11 e quindi se aumento la propensione marginale al consumo maggiore sarà l’impatto sulla produzione- reddito e quindi domanda aggregata. Quindi: PMC moltiplicatore Fino ad adesso abbiamo guardato la condizione di equilibrio che diceva che il reddito è uguale alla produzione ed è uguale alla domanda aggregata. Ora osserviamo la stessa condizione di equilibrio, ma da un’altra prospettiva: INVESTIMENTO= RISPARMIO L’equilibrio nel mercato dei beni può essere espresso equivalente in termini di: 1. Uguaglianza tra produzione e domanda 2. Uguaglianza tra risparmio e investimento (J.M. Keynes, 1936) Il risparmio privato, cioè il risparmio (S) dei consumatori, è uguale alla differenza fra il loro reddito disponibile e il consumo: S= 𝑌𝑑 - C. Usando la definizione di reddito disponibile possiamo riscrivere il risparmio come reddito meno imposte meno consumo: Risparmio (S): il risparmio è pari al reddito disponibile al netto dei consumi S= Y – T- C Per definizione, il risparmio pubblico è uguale al gettito delle imposte meno la spesa pubblica, T – G. Se le imposte eccedono la spesa pubblica, il governo ha un avanzo di 45 bilancio, cioè il risparmio pubblico è positivo. Se le imposte sono inferiori alla spesa pubblica, il governo ha un disavanzo di bilancio, cioè il risparmio pubblico è negativo. Torniamo all’equazione di equilibrio nel mercato dei beni: Y = C+ I+ G Sottraiamo da entrambi i lati le imposte e riscriviamo l’equazione: Y – T- C= I+ G -T Il lato sinistro è pari al risparmio. Quindi: S= I +G- T O, equivalentemente: I= S+ (T- G) (T- G)= saldo bilancio dello stato, positivo quando le entrate superano le uscite, quindi T-G se maggiore di 0 abbiamo un avanzo del bilancio dello stato (risparmio pubblico positivo; se minore di 0 la spesa pubblica supera le entrate. Affinché il mercato sia in equilibrio l’investimento deve essere uguale al risparmio, cioè alla somma di risparmio privato e risparmio pubblico. Questo modo di definire l’equilibrio spiega perché la condizione di equilibrio nel mercato sei beni è chiamata curva IS (Investimento= Risparmio (in inglese Saving). In equilibrio: INVESTIMENTO= risparmio privato (S)+ risparmio pubblico (T-G) ➔ I= S+ (T- G) C= 𝑐0 + 𝑐1 (𝑌 − 𝑇 ) L’equazione di comportamento del consumo implica che il risparmio privato è dato da: S= Y- T- C S= Y- T- 𝑐0 - 𝑐1 (Y- T) Riordinando: S= -𝑐0 + (1-𝑐1 ) (Y- T) dove (1-𝑐1 ) rappresenta la propensione al risparmio. Essa ci dice quanta parte di un incremento di reddito viene risparmiata. I consumatori risparmieranno una parte del reddito disponibile perché non possono risparmiare più del reddito che percepiscono. Il risparmio privato aumenta all’aumentare del reddito disponibile, ma meno che proporzionalmente. Sostituendo il risparmio privato nell’espressione I= S+ (T- G) con la sua espressione, otteniamo: 46 I= -𝑐0 + (1-𝑐1 )(Y- T) + (T-G) In equilibrio, l’investimento deve essere pari al risparmio aggregato= risparmio privato+ risparmio pubblico. 1 Risolvendo per la produzione, otteniamo nuovamente: Y= (𝑐0 +𝐼 +̅ G- 𝑐1 T) 1−𝑐1 Applicazione: quando gli individui sono più parsimoniosi nell’economia il risparmio aumenta? Essere più parsimoniosi significa che diminuisce 𝑐0. Il reddito diminuisce perché la domanda aggregata in seguito alla variazione della spesa autonoma che una delle componenti della spesa autonoma è 𝑐0 , dal momento che diminuisce la produzione e il reddito diminuisce anche la componente esogena. Da un lato diminuisce il consumo autonomo e quindi osserviamo una corrispondente flessione della parte autonoma. Allora: ∆Y= ∆𝑐0 1/(1-𝑐1 ) Dato che I non varia perché è esogeno allora è falso. S non varia APPROFONDIMENTO (pag. 96): “La bancarotta di Lehman, i timori di un’altra Grande Depressione e il cambiamento nella funzione di consumo”. I MERCATI FINANZIARI (cap.4) Messaggio del capitolo: nel breve periodo, il tasso di interesse è determinato dalla banca centrale. LA DOMANDA DI MONETA Esistono due sole attività finanziarie: Titoli: non usati per transazioni, pagano un interesse positivo (indicato con i), fruttano interessi. Esistono molti tipi di titoli, ma per ora assumeremo che visia un solo tipo di titolo in cui investire, emesso indifferentemente dallo Stato o dalle imprese, che paga un tasso di interesse i. Moneta: usata per transazioni, non paga interessi. Esistono due tipi di moneta: quella circolante, cioè la moneta metallica e cartacea, e i depositi bancari di conto corrente (non fruttano interessi), a fronte dei quali è possibile emettere assegni o utilizzare una carta di credito o una carta di debito. La Domanda Di Moneta I titoli che pagano un interesse positivo, mentre la moneta non paga interessi (solo 47 circolanti+ depositi possono essere usati per fare transazioni). E’ utile tenere sia moneta che titoli e la decisione dipende da due variabili→ Le variabili che influiscono sulla domanda di moneta sono: 1. Il livello delle transazioni (la quantità delle nostre transazioni), un’approssimazione del livello di transazioni è il reddito nominale. 2. Il tasso di interesse offerto dai titoli: costo opportunità di detenere moneta. Dato che non possono essere usati nelle transazioni, l’unica ragione per detenere parte della vostra ricchezza in titoli è che questi pagano un interesse. Il livello di transazioni può essere approssimato dalla variabile del reddito nominale. All’aumento del reddito ci sarebbe un aumento del reddito e quindi la domanda di moneta dovrebbe aumentare. Relazione positivo tra reddito e domanda di moneta. All’aumentare del tasso di interesse dovrei osservare che la domanda di moneta diminuisce. DERIVAZIONE DELLA DOMANDA DI MONETA La domanda di moneta di un'economia nel suo insieme, Md, l’apice sta per domanda, dipende quindi dal livello totale delle transazioni nell'economia e dal tasso di interesse che pagano i titoli. La domanda di moneta di un’economia nel suo insieme è la somma di tutte le domande di moneta provenienti da imprese e individui. Il livello totale delle transazioni è difficile da misurare, ma possiamo assumere che sia più o meno proporzionale al reddito nominale. Se per esempio il reddito nominale aumenta del 10% è ragionevole supporre che anche il livello di transazioni aumenti del 10%. Possiamo quindi scrivere la relazione tra domanda di moneta, reddito nominale e tasso di interesse come: 𝑴𝒅 = €𝒀𝑳(𝒊) (-) Il suffisso di “d” sta per “domanda di moneta” e si legge: la domanda di moneta è funzione del reddito nominale (€𝒀) e del tasso di interesse L(i). Questa equazione ci dice che la domanda di moneta M d è uguale al reddito nominale €𝒀 moltiplicato per una funzione decrescente nel tasso di interesse i, indicata con L(i). Il segno meno sotto i in L(i) indica che il tasso di interesse ha un effetto negativo sulla domanda di moneta: un aumento del tasso di interesse riduce la domanda di moneta, poiché gli individui preferiranno detenere più ricchezza in titoli, che pagano ora un più elevato tasso d’interesse. L(i) indica una funzione decrescente del tasso di interesse i. La relazione che lega il tasso di interesse e la domanda di moneta è negativa (-). 48 Riassumendo: La domanda di moneta aumenta proporzionalmente al reddito nominale (se il reddito nominale raddoppia anche la domanda raddoppierà). La domanda di moneta dipende negativamente dal tasso di interesse. Questa relazione è descritta dalla funzione L(i) e dal segno negativo sotto: un aumento del tasso di interesse riduce la domanda di moneta. la relazione dell’equazione sopra è rappresentata da: La relazione tra domanda di moneta e tasso di interesse, per un dato livello di reddito nominale, €Y, è rappresentata dalla curva Md La domanda di moneta sarà inclinata negativamente. Ad un aumento del reddito nominale la curva di domanda di moneta si sposta verso destra. La curva Md è inclinata negativamente: minore è il tasso di interesse, maggiore sarà la quantità di moneta che le persone vogliono detenere. Fissato un certo tasso di interesse, un aumento del reddito nominale fa aumentare la domanda di moneta. Ovvero, un aumento del reddito nominale (variabile esogena) sposta la domanda di moneta verso destra, da M d a 𝑀𝑑 ′. OFFERTA DI MONETA M Ipotesi: la Banca Centrale controlla perfettamente la quantità di moneta sul mercato decide di offrire un ammontare di moneta uguale a M (l’offerta di moneta), cosicché: 𝑀𝑠 = M L’offerta di moneta caratterizzata dal suffisso “s” che sta per “supplies” è uguale a M (variabile esogena). L’offerta di moneta è una variabile esogena perché è una variabile scelta dalla Banca Centrale. Quantità di moneta scelta da Banca Centrale e la rappresentiamo come una retta verticale. 49 i 𝑀𝑠 M In equilibrio: L’equilibrio nei mercati finanziari richiede che l’offerta di moneta sia uguale alla domanda di moneta, cioè che 𝑀 𝑠 = Md Usando la condizione 𝑀𝑠 = M e l’equazione M d = €YL(i) per la domanda di moneta, la condizione di equilibrio è: offerta di moneta = domanda di moneta 𝑴 = €𝒀𝑳(𝒊) Quando determiniamo l’equilibrio in un mercato della moneta stiamo anche implicitamente l’equilibrio dei mercati dei titoli (adesso però ci stiamo concentrando su quello della moneta). LM: domanda di liquidità= offerta di moneta Il tasso di interesse è la variabile fondamentale che consenta alla domanda di moneta di adattarsi alla scelta della Banca Centrale. La banca centrale agisce variando la quantità di moneta, determinando la quantità di moneta e la variabile che consente alla domanda di moneta di adattarsi alla decisione della Banca Centrale è il tasso di interesse. La LM ci dice il valore di i che induce gli individui a domandare esattamente la quantità di moneta M che la BC offre. La determinazione del tasso di interesse (i): La condizione di equilibrio è rappresentata dalla figura sotto. La domanda di moneta, M d , disegnato per un dato livello di reddito nominale, €Y, è inclinata negativamente: un tasso di interesse più elevato è associato ad una minore domanda di moneta. L’offerta di moneta è rappresentata dalla retta verticale M s : l’offerta di moneta è pari a M e non dipende dal tasso di interesse. L’equilibrio è in A con un tasso pari a i. 50 Effetto di un aumento del reddito nominale: spostamenti verso l’alto della curva di domanda Un incremento del reddito nominale, da €Y a €Y’, fa aumentare il livello di transazione e quindi la domanda di moneta per ogni livello del tasso di interesse, la cui curva si sposta verso destra, da M d a M d ′. L'equilibrio si sposta da A a A’ e il tasso di interesse aumenta da i a i’. Un aumento del reddito nominale provoca un incremento del tasso di interesse. Perché? In corrispondenza del tasso di interesse iniziale, la domanda di moneta eccede l'offerta di moneta. Per indurre gli individui a tenere una quantità inferioredi moneta, e ristabilire l'equilibrio, è necessario che il tasso di interesse aumenti. Effetto di ↑€Y→ ↑i ↑€Y ⇨↑Md ⇨ Md > Ms Per tornare in equilibrio ↑i ⇨↓Md ⇨ Md = Ms 51 Effetto aumento Offerta di moneta sul tasso di interesse: Un aumento dell'offerta di moneta sposta verso destra la curva di offerta: l'equilibrio si sposta e il tasso di interesse diminuisce. La riduzione del tasso di interesse fa aumentare ladomanda di moneta in modo da eguagliare la nuova, maggiore, offerta di moneta. Un aumento dell’offerta di moneta provoca una riduzione del tasso di interesse Effetto di ↑M→ ↓i ↑M ⇨↑Ms ⇨ Md < Ms Per tornare in equilibrio ↓i ⇨↑Md ⇨ Md = Ms OPERAZIONI DI MERCATO APERTO (Open Market Operation OMO) Nelle economie moderne, la banca centrale normalmente modifica l'offerta di moneta attraversol'acquisto e la vendita di titoli nel mercato obbligazionario. Se desidera aumentare la quantità di moneta, compra titoli e li paga immettendo nuova moneta nel sistema (OMO+, operazione espansiva di mercato aperto→↑M). Se, invece, vuole diminuire la quantità di moneta, vende titoli e rimuove dalla circolazione la moneta che riceve in pagamento (OMO-, operazione restrittiva di mercato aperto⇨↓M). Per tanto, le attività della banca centrale sono costituite dai titoli che tiene in portafoglio, mentre le passività sono costituite dallo stock di moneta presente nell'economia. BILANCIO DELLA BC: Attività: titoli (moneta della BC= Riserve+ circolante) Passività: moneta (circolante) 52 Nella nostra economia semplificato, le sole attività della banca centrale sono i titoli che detiene; le passività sono rappresentate dallo stock di moneta presenta nell’economia. Un’operazione di mercato aperto con cui la banca centrale compra titoli e li paga emettendo moneta fa aumentare sia le attività sia le passività dello stesso ammontare. Se la banca centrale comprasse, per esempio, titoli per un milione di euro, l’ammontare di titoli detenuti nel suo bilancio sarebbe più alto per un importo pari a un milione di euro. Di altrettanto aumenterebbe la moneta in circolazione. Questo perché la banca centrale comprerebbe dalle famiglie e dalle imprese titoli, pagandoli con nuova moneta che entrerebbe in circolo nell’economia. Tale operazione si chiama intervento espansivo di mercato aperto, in quanto la banca centrale aumenta l’offerta di moneta. Se la banca centrale, invece, vendesse titoli per un milione di euro, sia l'ammontare di titoli nel portafoglio della banca centrale che la moneta in circolazione nell'economia sarebbero più bassi per un importo pari a un milione di euro. Questo perché la banca centrale venderebbe alle famiglie e alle imprese titoli, che verrebbero pagati con moneta, la quale, finendo nella cassaforte della banca centrale, scomparirebbe dall'economia. Tale operazione si chiama intervento restrittivo di mercato aperto in quanto la banca centrale riduce l'offerta di moneta. NEL MERCATO DEI TITOLI Nel mercato dei titoli si determina non il tasso di interesse, ma si determina il prezzo dei titoli: €𝑃𝑡 → 𝑖 Relazione 𝑷𝒕 e i: Supponiamo che i titoli nella nostra economia abbiano durata di un anno, che non paghino alcuna cedola e che garantiscano il rimborso di 100 € dopo un anno. →Il titolo T garantisce un rimborso di 100 euro dopo 1 anno Supponiamo che il loro prezzo oggi sia di €𝑃𝑇 (prezzo che pago oggi per acquistare il titolo T). Se compriamo il titolo oggi e lo teniamo per un anno, il rendimento del titolo detenuto fino a scadenza sarà uguale a €100 - €PT/ €PT e quindi il tasso di interesse su un titolo annuale è dato da: i = €100 - €PT €PT Se €PT = 95€, i= 5,3% Se €PT = 90€, i = 11,1% 53 ecc.. → ↑€𝑷𝒕 ⇨↓ 𝐢 Pertanto, quanto più elevato è il prezzo del titolo, tanto minore sarà il tasso di interesse pagato dal titolo stesso ⇨ Se quanto si ottiene dal titolo tra un anno è fisso, più lo pago oggi e meno interesse percepisco al momento del rimborso. Relazione inversa tra prezzo del titolo e tasso di interesse Da i a €𝑃𝑡 i= (100-€𝑃𝑡 )/ €𝑃𝑡 €𝑃𝑡 = 100/ (1+i) OPERAZIONI DI MERCATO APERTO Consideriamo OMO+ → La banca centrale acquista titoli e li paga emettendo nuova moneta. Aumenta la domanda di titoli e, di conseguenza, ne fa aumentare il prezzo. Quindi, il tasso di interesse sui titoli scende. Notate che, comprando titoli attraverso la creazione di nuova moneta, la banca centrale aumenta l’offerta di moneta. BC acquista titoli ↑€𝑷𝒕 ↓𝐢 𝑃𝑀+ , politica monetaria espansiva Consideriamo OMO- → La banca centrale vende titoli e riduce l'offerta di moneta. Questo provoca un aumento dell'offerta di titoli e, quindi, una riduzione del loro prezzo, che equivale ad un aumento del tasso diinteresse. Notate che, vendendo titoli alle famiglie e ricevendo in cambio moneta, la banca centrale riduce l’offerta di moneta. Comprando o vendendo titoli in cambio di moneta, la banca centrale modifica il prezzo dei titoli e, allo stesso tempo, il tasso d’interesse pagato da questi titoli. Riassumendo: Il tasso di interesse è determinato dall'uguaglianza tra offerta e domanda di moneta. Variando l'offerta di moneta, la banca centrale può influenzare il tasso di interesse. La banca centrale modifica l'offerta di moneta attraverso le operazioni di mercato aperto: aumenta l'offerta acquistando titoli, di conseguenza aumenta il prezzo dei titoli e quindi si riduce il tasso di interesse, diminuisce l'offerta vendendo titoli, di conseguenza diminuisce ilprezzo e quindi aumenta il tasso di interesse. Controllare l’offerta di moneta o il tasso di interesse? Fino ad adesso abbiamo visto come la BC scelga l’offerta di domanda e il tasso di 54 interesse è determinato dall’uguaglianza tra offerta e domanda di moneta. Alternativamente BC potrebbe scegliere il tasso di interesse e aggiustare l’offerta di moneta in modo tale da raggiungere quel tasso. Variando l’offerta di moneta, la Banca Centrale può influenzare il tasso di interesse. Perché importante studiare il comportamento di una Banca Centrale per una società finanziaria? Se prevedo correttamente cosa farà la BC acquisto oggi titoli per rivenderli nel futuro a prezzo più alto. IL RUOLO DELLE BANCHE Le economie moderne sono caratterizzate dall'esistenza di molti tipi di intermediari finanziari: le attività che detengono nei loro bilanci sono le azioni e le obbligazioni che possiedono e i prestiti che hanno concesso, mentre le loro passività sono i fondi che esse ricevono dagli individui e dalle imprese. Le banche sono intermediari finanziari, le cui passività sono moneta. Intermediazione Finanziaria: Processo di trasferimento di fondi dai risparmiatori ai debitori Si crea moneta→ più liquidità→ aumento capacità di effettuare transazioni Bilancio Banca Centrale Le banche ricevono fondi da individui e imprese che li depositano direttamente o attraverso bonifici o assegni bancari. In qualsiasi momento possono emettere assegni o prelevare fino all'ammontare del loro saldo di conto corrente. Quindi, le passività delle banche sono pari al valore totale dei depositi di conto corrente. Le banche detengono parte dei fondi ricevuti sotto forma di riserve. Si tratta di riserve di moneta detenute in parte in contanti e in parte su un conto che le banche hanno presso la banca centrale e dal quale possono prelevare in caso di bisogno. Quindi, le attività delle banche sono costituite da riserve e titoli (anche dai prestiti, ma per adesso li ignoriamo). 55 OFFERTA E DOMANDA DI MONETA - La domanda di moneta della banca centrale è ora uguale alla domanda di circolante da parte degli individui più la domanda di riserve da parte delle banche - l'offerta di moneta della banca centrale è sotto il controllo diretto della banca centrale - il tasso di interesse di equilibrio è tale per cui domanda e offerta di moneta della banca centrale sono uguali. La domanda di moneta della banca centrale 1. Quanta moneta detenere complessivamente? 2. Come distribuirla tra circolanti e depositi? Quanta moneta detenere complessivamente? La nostra ipotesi che gli individui non detengano circolante, la domanda di moneta da parte degli individui coincide con la domanda di depositi in conto corrente. quindi per descrivere la domanda di depositi in conto corrente possiamo usare la stessa equazione che abbiamo visto in precedenza. 𝑴𝒅 = €𝒀𝑳(𝒊) (-) 56 (LIBRO: L'equazione ci dice che le persone vogliono ottenere più depositi quanto più elevato è il loro livello di transazioni quanto più basso è il tasso di interesse sui titoli. Maggiori sono i depositi di conto corrente, maggiore è l'ammontare di riserve che le banche devono mantenere, sia per motivi discrezionali che per via dei vincoli sulle riserve obbligatorie. Sia Ө il coefficiente di riserva, cioè l’ammontare di riserve che le banche detengono per ogni euro di depositi in conto corrente. Quindi possiamo descrivere la domanda di riserve da parte delle banche, che chiameremo 𝑯𝒅 , nel seguente modo: 𝐻𝑑 = 𝜃 𝑀𝑑 = 𝜃€𝑌 𝐿(𝑖) La prima uguaglianza riflette il fatto che la domanda di riserve è proporzionale alla domanda di depositi in conto corrente. La seconda riflette il fatto che la domanda di depositi in conto corrente dipende dal reddito nominale e dal tasso d’interesse. Quindi la domanda di moneta emessa dalla banca centrale, che equivale alla domanda di riserve da parte delle banche, è data da 𝜃 moltiplicato per la domanda di moneta da parte degli individui.) Approssimiamo il livello delle trans

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