Modello Relazione-Simbolico PDF
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This document discusses the symbolic relationship model and its application to family transitions. It highlights crucial events, such as the addition or loss of family members, and explores how families adapt and adjust to these changes.
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**[IL MODELLO RELAZIONE-SIMBOLICO]** - **[Il cambiamento familiare]** Le **transizioni familiari** sono **[passaggi cruciali]** della storia della famiglia. Sono suscitati da **eventi critici prevedibili ed imprevedibili** e sono periodi lunghi. Questi passaggi sono **segnati dall'acquisizione...
**[IL MODELLO RELAZIONE-SIMBOLICO]** - **[Il cambiamento familiare]** Le **transizioni familiari** sono **[passaggi cruciali]** della storia della famiglia. Sono suscitati da **eventi critici prevedibili ed imprevedibili** e sono periodi lunghi. Questi passaggi sono **segnati dall'acquisizione di nuovi membri** (matrimonio, nascite, adozioni) o dalla **perdita** (morti, separazioni, malattie invalidanti, fallimenti economici) o da **nuovi rapporti col mondo sociale** (inserimento scolastico dei figli, inserimento nel lavoro), o ancora **caratterizzate da passaggi più sfumati**, come la transizione all'età adulta. Un **[evento critico]** è un momento che **segna la separazione da un momento precedente a quello successivo**. La **COPPIA SI SEPARA** si ritrova in un **periodo di disorganizzazione**, la famiglia si muove in modo caotico, non è ben chiaro l'assestamento della famiglia nel primo periodo, è periodo di scompiglio, perdita di punti di riferimento. **Dopo questo periodo**, c'è un **periodo** di **adattamento** di **ricerca di soluzioni**: la famiglia si muove per tentativi ed errori, alla ricerca di un nuovo e più adeguato funzionamento, per vivere al meglio la situazione da separati. La famiglia o in generale anche le organizzazioni funzionano così fino a che non si riorganizzazione, rinnova: trova una **funzione modalità adattiva**, per **trovare il livello di benessere ottimale dentro la situazione, trovare equilibrio**. **Non si riesce a trovare una soluzione**sono **ferme** perché **non hanno risorse** per cercare altre soluzioni, è una situazione di stallo, di immobilismo. Dall'altra parte altrimenti abbiamo una **ROTTURAnon viene trovato un equilibrio**, si **rompe completamente la relazione**. **[L'evento critico]** è critico perché porta una **crisi una doppia accezione** come separazione e scelta. È un evento che segna la storia della famiglia, segna la separazione e chiede di posizionarsi in base all'evento. C'è un cambiamento nel sistema familiare, bisogna rivedere il legame precedente, devo elaborare quello che è stato, altrimenti difficilmente compio il passaggio. - GLI EVENTI CRITICI POSSO ESSERE: - **[NORMATIVI]**: attesi, prevedibili ad esempio la nascita, - **[NON NORMATIVI]**: inattesi, difficilmente o per nulla prevedibile es. la morte di un parente - **[SCELTI]** dalla famiglia - **[NON SCELTI]** dalla famiglia - **[MICROTRANSIZIONI]**: passaggi sfumati, diversi dagli eventi. Le famiglie difficilmente si confrontano con un solo evento critico (un evento per volta), ma gestiscono un **accumulo di sfide che la famiglia è chiamata a fronteggiare**, un **pile-up di sfide** e il punto di partenza per affrontare queste sfide è attraverso delle **[RISORSE]**. Osservare quello che c'è di buono e sostenerlo e che si può migliorare nella famiglia non guardare le fragilità, non quello che manca, questo si fa attraverso il **concetto coping** riguarda **strategie di fronteggiamento alle situazioni**. **La transizione** è passaggio cruciale, evento lungo innescato, tende a un **obiettivo**, vado alla ricerca di soluzioni, a cui la famiglia fa fronte attivando risorse. Questo obiettivo che assume caratteristiche **differenti a seconda della transizione** che la famiglia vive, viene declinato in **compiti di sviluppo**, cioè mete di sviluppo che **coinvolgono la famiglia a tutti i livelli, ciascuno secondo la posizione che riveste**. - **[IL RELAZIONALE]** La relazione **[NON È L'INTERAZIONE]** (interazione è l'azione tra parti ciò che è osservabile nel qui ed ora, è un insieme degli scambi e delle comunicazioni tra i membri familiari che avvengono nel qui ed ora che possono essere osservati) La **relazione** ha un aspetto di significato ben definito **che condividono le persone nello stesso contesto familiare, amicizia...** - **[IL SIMBOLICO]** Ci sono delle **qualità simboliche che passano nelle relazioni** Tutte le relazioni hanno una: \- **[COMPONENTE AFFETTIVA]** si riferisce (riferendosi alla coppia) **all'affetto, all'emozione, al sentimento, alla cura** \- **[COMPONENATE ETICA]** si riferisce (riferendosi alla coppia) **all'impegno che la persona si prende a coltivare quel legame** Questo modello prova a tradurre questi due elementi e dice \- la **PARTE DI CURA** si esplicita attraverso il provare a portare avanti la fiducia della relazione questa parte si preoccupa più sulla fiducia e la speranza che la relazione \- modello di **EQUITA'** cioè, nella relazione devo essere trattato con equità (es: tra fratelli). Ma può succedere nelle circostanze generali posso avere degli esiti: \- **[GENERATIVI]** cioè, positivi, riesco a superare un evento quindi a **RINNOVARLI** -**[DEGENERATIVI]** cioè, negativo, non riesco a superare un evento quindi alla **ROTTURA** - **[LA GENITORIALITA']** La **genitorialità in generale sul piano affettivo** prevede che il **genitore** sia in **grado di riconoscere come altro da sé**, dotato di **un'identità propria**, hanno il **compito di creare un legame con il figlio**, entrano in relazione con il figlio, e in **termini generazionali** è **l'idea che dentro la famiglia si possa dare spazio e fiducia alla nuova generazione** (non solo figlio). La **costruzione del legame** implica un **distacco**: il fallimento del figlio è il mio fallimento. Come insieme ci si lega, insieme ci si separa. Sul **[PIANO ETICO]** il compito della genitorialità è **legittimare** (dargli a tutti i costi lo stato di appartenenza) **l'appartenenza del figlio alla famiglia** (nome, cognome), e **consentirgli l'accesso alle proprie radici familiari** (intergenerazionale), le radici sono quelle che sono, mi inserisco lì. Il **[LEGAME GENITORIALE]** è considerato come **legame trasmettitore di valori**, **progettualità** (componente dell'impegno), e di **fiducia**. La **[GENERATIVITA']** è l'obiettivo e progetto della genitorialità. La generatività consiste nella **[capacità di prendersi cura in modo responsabile di ciò che è stato generato]**. **La cura responsabile è il compito di sviluppo della genitorialità**. Si genera l'umano, un "bene relazionale", i figli come "nuove menti". - **[LA CURA RESPONSABILE]** La **cura** dice che il **compito** dei genitori entrambi è dare **calore, fiducia**, **accettazione**. La responsabilità è trasmettere traverso delle **REGOLE** come trasmettere **eredità, dare appartenenza, legittimità e una direzione alla crescita, incoraggiare.** ![](media/image2.jpeg)La cura responsabile è un **compito congiunto di entrambi i genitori**, ci deve essere un bilanciamento tra i due - **[LA QUOTIDIANITA' COME PROCESSO SOCIALE]** *Che* *cos'è* *la* *vita* *quotidiana?* È il luogo in cui le **regolarità** e i **ritmi** **biologici** (sonno-veglia, alimentazione) che abbiamo in "dotazione" alla nascita si trasformano in **regolarità** **sociale**. La **regolarità** si collega alla **corporeità dei bisogni e risposte immediate ai bisogni fisiologici** (i segnali del bambino che richiamano l'adulto con la cura, il bambino piange perché ha bisogno del latte, la mamma attacca il seno al bambino oppure il biberon). Col passare del tempo si trasforma in **regolarità** **sociale**. *Che* *cos'è* *per* *noi* *la* *vita* *quotidiana?* È difficile da definire. È una [realtà] che **conosciamo**, **percepiamo**, **avvertiamo come dimensione "concreta" della nostra esistenza**. È un susseguirsi di azioni, è uno scenario che permette uno studioso di inserire significati che poi realizza teorie. È una **realtà che diventa "scontata**", la conosciamo così bene che neanche ci rendiamo conto. Assorbe i significati dei gesti e delle azioni e li rende impliciti, scontati, ovvi, sommersi (è un automatismo). Subisce un **processo** **di** **oggettivazione**: viene oggettivato, cioè la realtà diventa un "dato di fatto", un **fatto** **naturale**, qualcosa dentro cui per me è scontato muovermi, è "autoevidente". Quando accade un **imprevisto** (sconvolgente) **cambiano le azioni**, è un'azione che irrompe la quotidianità. Un equilibrio legato alla realtà scorre che mi richiede di fare cose che non mi rendo conto, è una quotidianità (il quotidiano è routinario). Concettualizziamo la **vita** **quotidiana** come un **processo** **sociale**, caratterizzato da: - **Ripetitività** nella quotidianità gli **stessi eventi si ripetono**, ogni giorno, con piccole diversità. - **Struttura**: ha **caratteristiche "proprie" e generalizzabili**, a prescindere da contenuti specifici. - **Familiarità**: connotazione dominante sul piano affettivo e cognitivo - **Intersoggettività**: condivisione dei gesti comunicativi e dei loro significati **tra** **più** **persone.** - **Ordinata**: si struttura in schemi cognitivi e comportamentali che interiorizzo. - **Governata** **da** **regole**: non è caotica e imprevedibile, ma è costituita da "regole" del contesto particolare e alle interazioni in esso presenti - 1. **[L'ABITUAZIONE (BERGER E LUCKMAN)]** [L'attività umana] è **[soggetta ad abituazione]** **ogni azione ripetuta frequentemente viene cristallizzata mediante uno schema fisso**, che può essere riprodotto con una economia di sforzo (e di pensiero) e immediatamente riconosciuto come quel determinato schema. La **vita** **quotidiana** è considerata come **processo sociale**, pensiamo a una realtà **ripetitiva**, organizzata in **schemi** **d'azione** che tendono a riprodursi. **Garantisce** un **senso di stabilità personale** attraverso il **controllo** (azione che scelgo di fare io). Conferisce **stabilità alle azioni e alle relazioni tra i partner implicati in una determinazione azione**. La **conoscenza** **di** **sé** (che il bambino sviluppa nel tempo) e del **mondo** **sociale** è un processo che si sviluppa tra **familiarità** e **innovazione**. [Non è in grado di capire come interagire con gli altri], ma poi **attraverso l'esperienza impara a intraprendere le cose**. La **conoscenza** della vita quotidiana tende a inserire gli eventi sconosciuti entro **schemi** **familiari** riconducendo ciò che è **nuovo/inquietante** a ciò che è **noto/controllabili**. Aggiungo nuove "informazioni" negli schemi che già conosco, vale a dire aggiungo la novità in uno schema noto. Quando la vita quotidiana è concepita come **realtà** **intersoggettiva**, i reciproci punti di vita vengono negoziati per giungere ad una comune comprensione di reciproche intenzioni, comportamenti, azioni. Si ha come esito una **condivisione** **di** **significati** e permette di **conoscere** una certa realtà, un certo contesto, si impara a padroneggiarla. La vita quotidiana è anche considerata come **esito di intersoggettività fra un adulto e un bambino**, rende abituali, familiari e condivisi i gesti, i comportamenti e le azioni d**iventa** fondamentale il **processo di socializzazione**. Diventa fondamentale il processo di socializzazione (intersoggettività come presupposto) all'interno dei diversi contesti di vita, in particolare dei primi **microsistemi** quali **famiglia e asilo nido**. In questo modo si applica l'attività tutoria dell'adulto: accompagnamento, visione. - **[IL FORMAT]** Il **format** secondo Bruner è una **forma** **standardizzata** di azione congiunta in un contesto comunicativo. Non è lo scambio in sé, ma la sua **struttura** **di** **base**. - **[SCAFFOLDING]** **L'insieme degli interventi di supporto dell'adulto** che consentono al **bambino** di organizzare i propri comportamenti in modo più competente di quanto non sarebbe in grado di fare da solo. Il bambino lasciato da solo, fa cose che non è in grado, è l'adulto che dà supporto e aiuta il bambino, restituisce il senso di quello che sta facendo per permettergli di evolverli. - *[Cosa fa il genitore per tenere in piedi il scaffolding?]* - **Coinvolgimento del bambino** - **Rende il compito più semplice** - **Mantiene l'attività orientata allo scopo** - **Segnala e rimarca le caratteristiche più specifiche dell'attività** - **Controllo della frustrazione** - **Dimostrazione dello scopo da raggiungere**. La funzione si trasmette ai contesti sociali attraverso **l'azione strutturante delle routine**, dei **rituali** e delle **regole** che guidano i comportamenti. Se non ho un'azione di base che mi aiuta a strutturare, come faccio a tenere una competenza in un ambiente caotico. Famiglia, asilo, scuola, gruppi di coetanei: caratterizzati da routine, rituali e regole -- rilevanti per la conoscenza di sé e della realtà circostante. - **[ROUTINE]** Le routine consentono: - Di **poter anticipare e prevedere un'azione**; - Di **conoscere l'azione attraverso la familiarità** - Di **imparare a condividere il significato dell'azione entro un determinato contesto** - Di **poter controllare l'azione** **Prevedere,** **controllare,** **spiegare** gli eventi della quotidianità sono obiettivi fondamentali per l'adattamento sociale. La routine per i bambini **[è rassicurante]**: regolano e danno un **ordine ai ritmi biologici** (neonati) e **ritmi quotidiani** (bambino). Per il neonato abbiamo la routine come forme di interazione a partire dal corpo ed espressioni vocali e facciali, per il bambino abbiamo forme di interazione che inseriscono nuovi oggetti di interazione e attenzione congiunta. Una vita quotidiana regolata e ricca di routine che si ripetono tutti i giorni con piccole variazioni facilita la formazione di schemi generali di conoscenza che permettono al bambino di prevedere gli eventi/accadimenti e di sapersi orientare. - [LE AZIONI DEL PROCESSO DI **INSERIMENTO SOCIALE**]: - **coinvolgimento** **reciproco** **nell'attenzione** **congiunta** Fondamentale per partecipare al senso che i gesti assumono, al significato dell'azione, al comprendere i ruoli reciproci, al coordinamento delle reciproche parti (bambino-adulto e adulto-bambino). - **Intersoggettività** **e** **reciprocità**apprendere e padroneggiare lo scambio tra le parti, che porta ad una comprensione reciproca. - **Riferimento** **sociale**regolazione del comportamento del bambino sulla base dei segnali emessi dalla mamma. - **Attività** **tutoria** **dell'adulto**costruisce l'impalcatura dei processi di socializzazione. Le routine sono importanti perché ci danno un altro riscontro nella comprensione di come evolve il processo di socializzazione per i bambini, noi dobbiamo fare **attenzione** a **leggere il modo in cui il bambino ha interiorizzato una routine** (es. nella scuola): la routine rituale può essere come "luogo di partecipazione" oppure una "univoca richiesta di adattamento" (verrà chiesto di adattarsi). - Quest'ultimo è un indicatore di **rischio psicosociale**. Se la routine è una realtà stereotipata, immodificabile o eccessivamente rigida: ci sono **conseguenze negative** sulla possibilità di costruire quelli schemi sia rispetto all'interazione sia sullo sviluppo del sé. I due poli: 1. da una parte l'**estrema** **rigidità** considerata come una **fonte di rischio psicosociale** (in termini evolutivi del soggetto, e sociale mi permette di accorgermi di qualcosa di diverso su cui devo interrogarmi). 2. Dall'altra la routine può essere troppo **disorganizzata/caotico** - **[ASSISTENZA DOMICILIARE MINORI (ADM)]** ADM è un servizio poco conosciuto. È una **cooperativa sociale**, con l'obiettivo di andare **incontro agli interessi della comunità**, **promuovono il benessere di quelli che sono alcuni target della situazione**. Le cooperative sono delle cornici dove i soggetti si muovono e promuovono servizi. Le cooperative che promuovono ADM è di tipo A. Le cooperative non agiscono mai da sole, non fornisce mai uno servizio spontaneamente. La cooperativa **risponde a un bisogno che viene portato dalla scuola, dal comune, da un ente privato**, è una cornice che seleziona il personale, definisce il progetto e lo propone all'ente che ha richiesto. Le cooperative che ci sono: - **[SAP]**: servizio assistenza persona - **[NIDI]** - **[ADM]**: assistenza domiciliare minori - **[SERVIZI SCOLASTICI]** (PRE/POST): per esempio ha un bisogno che i bambini devono essere gestiti prima delle lezioni, perché i genitori hanno lavoro, e la scuola quindi ha bisogno di qualcuno che gestisce il bisogno. Le cooperative si possono dividere in **due gruppi**: \- **nei nidi e nei servizi scolastici** vedono il **rapporto tra un educatore e un gruppo di bambini, di minori**. Non c'è rapporto a due, l'educatore seguirà un tot di bambini. \- **Nella SAP e nella ADM** **l'educatore lavora a due, a faccia con un minore**. Ovviamente cambia a seconda del ruolo. Quando il lavoro è su un minore, non parliamo solo con il minore ma con il suo mondo. Nella **SAP** l'educatore lavora con un minore, spesso collabora con insegnante di sostengo, su tutto il ciclo scolastico, e l'educatore affianca il minore in classe, o fuori dalla classe, a seconda del programma. **Nell'ADM** l'educatore lavora in casa, nel nucleo famigliare del minore, o nel contesto di vita del minore. Nel momento in cui entro in una famiglia, non ho un contesto strutturato e rigido, ma una situazione più flessibile e imprevedibile, a volte urgente e a volte pericolosa, il tutto dipende dalle dinamiche famigliari. Qui non esistono le regole, non esiste lo stesso target, non esiste lo stesso obiettivo. - **[COME NASCE LA ADM?]** Nel novembre 1989 c'è stato un aggiornamento nella tutela del minore: all'interno dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è cominciato a pensare al bambino non più come entità, ma come parte assolutamente legata al suo contesto di vita, al suo nucleo familiare. Se vado a tutelare un minore, non posso farlo senza prendere in considerazione i suoi legami familiari. L'idea è stata quella di sviluppare una nuova logica relazionale, che va a lavorare con l'obiettivo di tutelare il minore e a lavorare il suo contesto di appartenenza, le sue poche risorse presenti, in modo da aiutare lo sviluppo del minore. È necessario creare un nuovo servizio che fino ad allora non era stato mai messo in pratico: un servizio che non si limita a proteggere il minore, ma che fa da ponte tra la famiglia e il minore con gli enti. ADM entra nelle famiglie con l'idea di fornire un sostegno a 360° e che faccia da tramite tra i bisogni della famiglia e i servizi coinvolti (neuropsichiatria, scuola, servizio sociale del comune, etc...). La ADM arriva in un momento di rivoluzione di significato della tutela: aiuto te e le tue relazioni primarie. - **[LA REALTA' DELL'EDUCATORE]** La **realtà dell'educatore ADM: non è un semplice educatore, ricopre queste professionalità**: a volte fa lo psicologo, a volte l'assistente sociale, a volte il docente, a volte l'educatore in senso tecnico, a volte il mediatore, a volte badante, a volte babysitter. ![](media/image4.jpeg)Entro in famiglia, prendo carico della situazione e per prima cosa devo avere una logica sistematica su tutto quello che è la situazione, devo tenere le considerazioni gli elementi primitivi del contesto. - **[COME SI ARRIVA ALLA ADM?]** Si inizia con una **situazione di disagio**, c'è un **minore che non sta bene, presenta situazioni di disagio, di fragilità**. Qualcuno si accorge e lo segnala alle cooperative. Le équipe che prende la situazione in mano è **l'assistente**, **coglie una serie di informazioni**, il suo contesto di vita, il suo contesto di famiglia, come vive il minore, da dove arriva il disagio, cosa ricaviamo. Si crea e si fa una relazione che si manda al tribunale dei minori: controlla e crea un decreto, dove si decidono i vari interventi per tutelare il minore e risolvere le sue fragilità. Il tutto può durare anche 5-6 mesi, dipende dai casi urgenti. Se il decreto si concentra solo sul minore, l'educatore quando entra nella casa, studia non solo il minore ma anche il contesto familiare, che poi successivamente aggiornerà la tutela della situazione in casa. - **[CON CHI LAVORIAMO?]** Il sistema famiglia è composto da sottosistemi, i quali ogni sistema è un mondo a sé. L'educatore lavora su uno per lavorare su tutti. - Minori - Adolescenti - Genitori - Reti sociali - Terze generazioni - Animali - **[QUANDO LA GENITORIALITA' È COMPROMESSA]**: 1. Famiglie/coppie separate 2. Genitori con problemi di dipendenza... 3. Famiglie multiproblematiche 4. Nuclei con adolescenti/minori in difficoltà; etc. - **[COME COMPORTARSI CON QUESTE FAMIGLIE?]** Bisogna mantenere una **buona comunicazione**, **molto chiara e coerente**. Comunicare è l'aspetto fondamentale. L'educatore qui è una rottura delle dinamiche familiari. **L'educatore deve adottare una visione allargata e sistemica, a 360°, per capire e conoscere il contesto**. Non fermarsi al minore, ma osservare i fatti, le azioni e le dinamiche. L'educatore deve **identificare il prima possibile il vero problema del nucleo familiare.** Capire i soggetti realmente fragili e segnali di disagio nascosto. - **Adottare una visione sistematica e allargata** - **Non avere paura cogliere le criticità e le dinamiche conflittuali tra le parti** - **Suggerire forme altre e più specifiche di supporto**