Diritto Costituzionale PDF
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These are lecture notes or course materials on Constitutional Law. The notes cover topics like the meaning of the Constitution and Constitutionalism, functions of a Constitution, different models of constitutionalism (e.g., Jacobin and Anglo-Saxon), important thinkers like Hans Kelsen, and the Italian Constitution.
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24/09/24 appunti + slide 1-23 **[Diritto Costituzionale]** [Informazioni relative al corso:] - - [Libri di testo:] - - [**Inizio lezione:** ] **Cosa si intende per Costituzione e Costituzionalismo ?** [Costituzione:] Il testo fondamentale (fondativo) di una comunità. Un insieme d...
24/09/24 appunti + slide 1-23 **[Diritto Costituzionale]** [Informazioni relative al corso:] - - [Libri di testo:] - - [**Inizio lezione:** ] **Cosa si intende per Costituzione e Costituzionalismo ?** [Costituzione:] Il testo fondamentale (fondativo) di una comunità. Un insieme di regole che danno forma ed identità ad un ordinamento. La Costituzione «dà forma allo Stato». - - - - [Costituzionalismo:] È un movimento politico, filosofico, culturale che ha guidato studiosi, rivoluzionari, partiti politici, nell'affermazione di principi liberaldemocratici. E' una corrente di pensiero che ha portato alla nascita della Costituzione, la quale dà forma allo stato. Si tratta di qualcosa di cui dovremmo essere fieri, in quanto è solo nella società occidentale che si è sviluppato e radicato questo movimento. In più, è grazie a ciò che arriviamo al sistema democratico. Il Costituzionalismo è frutto di una consapevolezza europea e frutto dell'elaborazione filosofica e giuridica dei padri fondatori, i quali hanno immaginato una società dove lo stato si dota di una regola affinché i cittadini vivano liberi. **Le funzioni della Costituzione** Tornando alla Costituzione, essa svolge diverse [funzioni]: - - Esempio: 1. 2. - **Esperienze e modelli: costituzionalismo di ispirazione giacobina** La Costituzione repubblicana è stata ispirata da diverse correnti filosofiche, tra queste troviamo il [costituzionalismo di ispirazione giacobina]. Innanzitutto, i giacobini sono la frazione più irruenta della rivoluzione francese. Essi erano convinti della necessità di un cambio di regime, rappresenterebbero l'estrema sinistra e si ispirano a loro volta alla concezione filosofica di volontà generale espressa dal filosofo francese [Jean Jacques Rousseau.] **La volontà generale di Rousseau** [Rousseau] cade nei contrattualisti. Egli riteneva che lo Stato fosse nato dopo che i cittadini si erano uniti tra loro attraverso un contratto sociale. Dunque, egli sostiene che lo Stato è frutto di un contratto stipulato tra soggetti che hanno deciso, in un momento durante il corso della storia, che era meglio essere uniti. Altri filosofi contrattualisti, come John Locke e Thomas Hobbes, i quali avevano preceduto Rousseau, ritenevano, invece, che il contratto fosse nato dalla paura degli individui della cattiveria dell\'uomo, dunque decisero di affidare il potere ad un terzo che gli avrebbe potuti difendere. hominis lupus: uomini cattivi. Rousseau non la pensava così: credeva, infatti, che gli uomini fossero di natura delle brave persone e che tra loro avessero stretto un [patto d'unione] creando, in questo modo, lo Stato. Da questo, si può ricavare una volontà generale, che viene spesso espressa dagli umani in maniera inconscia. La volontà generale è qualcosa di trascendente. Secondo Rousseau, l'uomo nasce come un fanciullo innocente (diversamente dall'impostazione Hobbesiana di uomo lupus) e non egoista (concezione antitetica alla versione di Locke). Gli individui non hanno bisogno di sottomettersi ad un sovrano (il monarca, o lo Stato), ma hanno bisogno di sottomettersi alla sola «volontà générale», [ossia a quei principi comuni che ogni uomo porta dentro sé stesso.] La volontà generale, in questa cornice, non è la somma delle volontà di tutti, ma è un elemento trascendente, è la «volontà di tutti». Nel sottomettersi a tale volontà, gli individui creano il loro patto sociale, che è un «pactum unionis», non già un «pactum subiectionis». L'idea di volontà generale può essere pericolosa, perché di ispirazione per i capi carismatici, i quali possono dichiararsi a conoscenza di cosa ha bisogno la nazione e usare ciò a proprio favore per instaurare una dittatura. Infatti, bisogna che ci sia qualcuno che dica cosa essa sia. **Lo Stato secondo i giacobini** Nell'esperienza francese, nell'ambito della Rivoluzione (1789) si impone una dimensione del costituzionalismo fortemente caratterizzata da principi egualitari e democratici («liberté, egalité, fraternité»). (uguaglianza di fronte alla legge) Un\'idea, quella di ispirazione giacobina, che tende a identificare lo Stato come elemento centrale nella vita dei cittadini. Gli elementi tipici derivanti da questa impostazione ideologica sono: (i) accentramento amministrativo; (ii) centralità del potere legislativo sia di tipo rappresentativo, sia di tipo diretto attraverso il ricorso a strumenti di democrazia diretta (plebisciti, referendum); (iii) visione dei giudici come mera «bouche de la loi» In altre parole, nella visione giacobina, lo Stato è centrale nella vita dei cittadini e riassume la volontà generale. Per quanto riguarda i giudici, essi sono la bocca della legge = i giudici non devono avere un margine di discrezionalità nell'applicare la legge, cioè non devono attuare una propria interpretazione. In questo sistema non è possibile il common law, dove i giudici producono nuove leggi attraverso la decisione dei casi. Giudici: funzione applicativa della legge, non possono produrre nuovo diritto dall'interpretazione. [Quindi:] Lo Stato è una persona giuridica a sé stante, dunque è diverso dal monarca, ciò significa che anche il sovrano è soggetto alle leggi dello Stato. In un'ottica così statalista, lo Stato è da intendersi come «stato di diritto» dove la legge disegna ogni fenomeno sociale e lo disciplina in ragione di un principio ancora oggi valido: la certezza dei rapporti giuridici. La legge è espressione della sovranità popolare. Lo Stato è uno «stato di diritto», dove le leggi vengono approvate da organi a cui è data quella competenza seguendo le modalità stabilite dalla costituzione. La legge non è giusta ma è correttamente o non correttamente formata. In questo sistema, la legge è frutto di una procedura e tutto è disciplinato da essa. La legge è espressione della sovranità popolare. **La certezza del diritto** Nonostante il concetto di giudici come "bocca della legge" sia stato superato, comunque il costituzionalismo di ispirazione giacobina ci ha portato culturalmente ad interiorizzare il [principio della certezza del diritto]: Il principio noto come certezza del diritto (o certezza dei rapporti giuridici) rappresenta un elemento fondamentale della nostra civiltà giuridica. Perché ? La certezza del diritto costituisce un valore irrinunciabile e centrale in ambito giuridico, giacché tale valore è intimamente connesso all'idea di statualità, ossia attiene a funzioni fondamentali come l'esercizio della giurisdizione. La certezza del diritto si può intendere come vera e propria funzione pubblica poiché l'ordinamento esige certezza in primo luogo per garantire la pacifica convivenza tra i consociati, che, viceversa, in condizioni di instabilità dei rapporti giuridici, rischierebbero di sopraffarsi continuamente gli uni gli altri (homo homini lupus) Quindi: - - - - La certezza del diritto è un valore, permette ai consociati di vivere serenamente. Negli stati democratici i cittadini devono essere sicuri che le norme non cambino e vengano attuate allo stesso modo. **Esperienze e modelli: costituzionalismo di ispirazione anglosassone** Nell'esperienza anglosassone, pur conservandosi una grande attenzione al tema delle libertà, maggiore è lo spazio di autonomia lasciato alla libera regolamentazione delle relazioni sociali. Minore è anche l'accentramento funzionale e maggiore l'attenzione verso un pluralismo che non è solo sociale ma anche istituzionale (autonomie locali, federazioni, regioni autonome, etc.) Il giudice, in questo modello teorico, è interprete e creatore, non un mero strumento di applicazione della legge. **Costituzionalismo di origine anglosassone** - - - - - In questo sistema, la legge è percepita come un atto discrezionale, soggetto a cambiamenti. È vista come frutto di un\'elaborazione umana e non come infallibile. La legge rappresenta una minoranza, non tutti. Si ha una visione meno onnipotente dello Stato e della legge. La legge stessa viene intesa come un atto discrezionale sottoposto al controllo dei giudici. La common law prevale, ed il controllo anche sulla legittimità delle leggi vede i giudici supremi giocare un ruolo centrale nell'architettura istituzionale. La sovranità popolare -- che nell'impostazione giacobina si manifesta nella vita pubblica attraverso la rappresentanza o il voto diretto -- viene ricondotta e limitata dalle regole di più alto rango (consuetudinarie o, se positivizzate, di rango costituzionale). L'impero della legge prevale sull'impero degli uomini **Concezione giacobina vs anglosassone** - - ### **La Costituzione italiana** La nostra Costituzione comprende entrambe le concezioni giacobina e anglosassone: - - **Differenza tra potere costituente e potere costituito** - - L'instabilità nei rapporti tra i poteri costituiti e un potere costituente è un elemento sempre presente e che è stato ereditato dalla rivoluzione francese: 'Un popolo ha sempre il diritto di rivedere, riformare e cambiare la propria costituzione.Una generazione non po' assoggettare alle sue leggi le generazioni future' (Art. 29 Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 24 giugno 1793) Altri elementi ereditati dalla rivoluzione francese: (non è stato citato in classe ma presente sulla slide) - - ### **Logica della Costituzione italiana** La Costituzione è stata scritta per limitare il potere politico, in particolare quello della maggioranza. Essa stabilisce: - - ### **Problemi e contaminazione tra modelli teorici** ### Se la costituzione indirizzo è dirigistica e contrattualistica, anche la costituzione garanzia potrebbe essere troppo contrattualistica. Esempi di contaminazione tra i due modelli teorici: - - 25/09/24 appunti + slide da 24 a 45 #### **Il costituzionalismo contemporaneo («piramidale»): Hans Kelsen** Hans Kelsen è certamente uno dei filosofi più influenti del costituzionalismo del novecento. Alle sue teorie si ispirano le architetture costituzionali che si fondano sul concetto di «democrazia costituzionale». L'impostazione kelseniana prevede una regola fondamentale -- la Costituzione -- che è sia regola procedurale sia regola sostanziale. In altre parole, la Costituzione non è solo il testo che descrive e positivizza i rapporti tra gli organi dello Stato e ne delimita poteri e funzioni, ma anche il testo che determina i rapporti tra individui e Stato, provvedendo a fissare quei diritti fondamentali cui tutte le leggi devono sottostare. In aggiunta, la giustizia costituzionale diventa quel correttivo necessario, nelle democrazie parlamentari, per evitare una compressione troppo elevata dei diritti delle minoranze. La giustizia costituzionale è dunque l'arbitro, il garante necessario, per evitare la dittatura della maggioranza. **Quindi:** - - #### **Rivoluzione di Kelsen** - - - #### **Struttura piramidale dell'ordinamento giuridico** Secondo Kelsen, l\'ordinamento giuridico ha una struttura gerarchica: - - - - - La loro forza di resistenza al cambiamento determina la posizione nella scala gerarchica. #### **Separazione dei poteri e Costituzione** Lo Stato liberale prima, lo stato democratico costituzionale poi, hanno voluto garantire la separazione dei poteri come elemento capace di evitare l'arbitrio del potere. - - #### **Tipologie di Costituzione** - - Nella storia si è dimostrato che le costituzioni flessibili non hanno resistito quindi si è poi prevalso nella realizzazione di costituzioni rigide. - - **Linguaggio giuridico** #### **Linguaggio giuridico: regola morale e regola giuridica** - - - - - - - - - - Non sempre coincidono, perché Stato e morale sono due elementi distinti. La regola giuridica è frutto del **diritto positivo** (creato dagli uomini, dalla ragione), ed è valida se formata legittimamente. Se può esserci coincidenza tra regole giuridiche e regole morali, in un sistema democratico e plurale i due tipi di norma non necessariamente si sovrappongono. Tale affermazione spiega anche perché ciò che è giuridicamente valido non necessariamente è percepito come «giusto» #### **Termini legati alle regole giuridiche** - - **Efficacia** e **validità** non coincidono. Una regola è efficace quando produce effetti concreti, mentre è valida se è stata prodotta correttamente, ovvero secondo le modalità e le procedure previste per la sua creazione. - - - - In sintesi, se una regola è **invalida**, può essere **annullata** (più comunemente) o **nullificata**. #### **Regole e principi** - - **Esempio**: IL FURTO (art. 624 c.p.) - - Da un singolo **principio** possono discendere più regole. Ad esempio, dall\'articolo 1 della Costituzione si generano una serie di regole che costituiscono il nostro sistema costituzionale. ### **Disposizione e norma giuridica** La "regola giuridica" si chiama comunemente NORMA GIURIDICA. Questa definizione va oltre il significato di "DISPOSIZIONE" che serve, attraverso l'uso di più parole scritte, a descrivere una determinata FATTISPECIE ASTRATTA, ovvero a "disegnare/immaginare" un determinato evento cui fa seguito, per il tramite dell'interpretazione, l'applicazione di una norma giuridica. - - - Da una disposizione possono emergere norme diverse, a seconda dell\'epoca storica o dell\'interpretazione del giudice. #### **Applicazione della norma e vacatio legis** La nuova norma si applica dopo l'entrata in vigore, ovvero dopo che, una volta deliberata nei modi prescritti, sia stata PUBBLICATA per un periodo di tempo predefinito, ovvero passato il periodo di vacatio legis. (es. art. 73, co. 3 COST; art. 10 delle Disposizioni sulla legge in generale, anteposte al codice civile). - - - cosa è la legge ? la legge è il prodotto dell'attività parlamentare #### **Ruolo dell'interpretazione delle norme** Quando l'interpretazione delle parole viene data dalla cassazione, essa non è discutibile, cioè non sono accettate altre interpretazioni. Più chiara è la regola, minore è la possibilità che due giudici interpretino differentemente la regola= importanza legislatore. - - Se la fattispecie astratta non si verifica, allora non si applica la norma. La norma ha senso se l'ipotesi del legislatore si verifica. Trovare la norma applicabile al fatto concreto è il lavoro che il legislatore deve svolgere. Come si ricava una norma dalla disposizione ? L'articolo 12 delle Preleggi, parla delle possibilità del giudice di interpretare le leggi. Per esempio egli non può non tener conto delle parole scritte, ma comunque il dato letterale deve essere accompagnato da altro. #### **Regole per l\'interpretazione delle norme** - - - - - - - - **Riassunto:** - - - - - - #### **Analogìa** Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe. Quando non esiste una norma applicabile a un caso concreto, si utilizza l\'**analogia** con un caso simile. Tuttavia, l\'analogia non può essere applicata nelle norme penali, come stabilito dall'Art. 25 della Costituzione. Quindi, se il giudice si trova davanti ad un caso che non è disciplinato da nessuna norma, ma assomiglia ad un altro caso, allora egli, per analogia, applica le stesse norme. Si tratta di un modo estensivo di applicare le norme che per fattispecie sono diverse. - - Articolo 25. della costituzione: nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso. L'analogia è ammessa in ambito civile, ma non penale. (Diritto penale= il momento in cui lo Stato mostra la sua parte più oscura perché limita la libertà) 01/10/24 da slide 46 a 62 Poiché nel nostro ordinamento, come tutti gli ordinamenti contemporanei, è previsto che ci sia il **divieto di non liquet**, il giudice non può, di fronte ad un caso che ti viene sottoposto, dire "io non so cosa decidere perché non c'è la norma". Di conseguenza, il giudice se non può ricorrere all'analogia e attraverso tutte le altre tipologie interpretative non trova una soluzione, deve fare ricorso o ai principi generali dell'ordinamento oppure a criteri che sono derivati dai principi generali dell'ordinamento, quindi il giudice potrebbe decidere di agire secondo equità di fronte un caso. Il giudice non può negare giustizia. **Ricorso ai principi generali dell'ordinamento**: vi si fa ricorso laddove non vi sia alcuna norma cui fare riferimento. In quel caso il giudice non potrà fare riferimento ai suoi personali convincimenti ma dovrà ricercare i criteri ricavabili dai principi generali dell'ordinamento (es. buona fede; proporzionalità) **[Esempio]**: il giudice arrivò a decidere di autorizzare l'ospedale a staccare le macchine che tenevano in vita una donna utilizzando i principi generali dell'ordinamento. Nello specifico, il principio di dignità umana. Il diritto costituzionale trova riferimento nella Costituzione, cioè il testo fondativo dello Stato. Quali sono i tratti essenziali del nostro ordinamento ? 1. 2. **Fonti del diritto**: atti o fatti che sono portatori di regole giuridiche. Nello specifico, è ogni atto o fatto abilitato dall'ordinamento giuridico a produrre norme giuridiche, cioè innovare l'ordinamento giuridico stesso. Quindi, c'è qualcosa che abilita, cioè la Costituzione (massima fonte del diritto) che identifica quali organi possono produrre quali atti e dunque quali atti sono portatori di regole giuridiche, cioè sono fonti del diritto. Se vogliamo immaginarla come qualcosa di concreto, la fonte sarebbe un pezzo di carta con scritto delle cose che vengono interpretate come regole giuridiche. Nello specifico, se si è di fronte ad una fonte atto, si è davanti ad un testo scritto. Il documento scritto esiste perché la Costituzione ci dice che la legge è una fonte del diritto ordinaria, ma perché la Costituzione ? Perché la Costituzione è la massima fonte del diritto. La Costituzione è: - **Esempi**: vuol dire che per esempio la Costituzione ci dice che: la legge è una fonte del diritto e si produce attraverso le due camere. La stessa Costituzione (articolo 76) ci dice che il governo pone in essere i decreti amministrativi, che sono fonte del diritto. Ancora, l'articolo 77 ci dice che il governo, in casi d'emergenza, può adottare decreti legge che hanno lo stesso valore della legge, quindi sono fonte del diritto. Dunque, è una fonte di produzione perché ci dice quali sono gli atti che portano al loro interno regole e la modalità con la quale devono essere prodotti. La Costituzione ci spiega come si elabora legge, decreto legge e un decreto amministrativo, e come si elabora la legge per modificare la Costituzione stessa. - **Esempio**: quando la Costituzione parla di formazione delle leggi, dice che il potere di iniziativa spetta solo ad alcuni soggetti, non a tutti. Infatti, affinché una legge possa iniziare il suo iter, possono presentare una legge solo i parlamentari, il Governo, 50 mila elettori, CNEL ei consigli regionali (sono 5). Il giudice non può creare una nuova norma. La Costituzione è la base giuridica del nostro ordinamento dalla quale io ricavo tutte quelle norme che identificano i soggetti che sono abilitati a porre in essere il nuovo diritto, ma identifica altresì le procedure con le quali si pone in essere nuovi atti, nuovo diritto. In altre parole, ci dice quali sono gli organi istituzionali che sono abilitati dall'ordinamento a porre in essere nuove norme di rango primario e ci dice quali sono le procedure che quelle norme devono rispettare. Se la Costituzione ci dice come produrre le leggi primarie, queste ultime ci dicono a loro volta come produrre le leggi secondarie. La nostra Costituzione quindi: - - - La nostra Costituzione si ispira anche al: - Basato sull'articolo 5: la repubblica Italiana è una e indivisibile, che riconosce le autonomie locali= pluralismo istituzionale. La repubblica attua il più ampio decentramento amministrativo, cioè tende a delegare alle autorità locali la gestione dei servizi, che non è però l'autonomia. Decentramento: lo stato decide cosa si deve fare, ma permette di assolvere altre funzioni alle autonomie locali. L'autonomia è che tu decidi come vuoi, è la decisione politica. - Sistema UE: sistema sovranazionale, perché vogliamo caratterizzare l'appartenenza all'unione in maniera particolare. Altre organizzazioni internazionali: sistema internazionale. Altre definizioni: Nel nostro ordinamento abbiamo altre **fonti di cognizione**, cioè quei documenti dove troviamo le regole. Per esempio: gazzetta ufficiale (leggi e sentenze corte costituzionale), bollettino regionale (leggi regionali) e Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea. Per fonti di cognizione intendiamo quei documenti dove troviamo le nuove norme. **Fonti atipiche** sono atti normativi che hanno delle peculiarità perché sono formati in modo atipico e diverso rispetto ad altre fonti dello stesso tipo. [Esempi]: leggi di approvazione del bilancio e leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali. Perché le chiamiamo fonti atipiche ? Perché le chiamiamo leggi, anche se assomigliano più a provvedimenti. Le chiamiamo atipiche perché sono diverse rispetto a quelle che chiamiamo leggi, in quanto non sono sottoposte ad emendamenti come le leggi comuni. Chiamiamo fonte atipica quegli atti normativi che hanno un nome, il quale ci indurrebbe a pensare che il medesimo procedimento di formazione è stato rispettato. I parlamentari possono votare sì o no ad una fonte atipica, non emendare. Le **fonti normative** (atto) hanno una loro forma essenziale. Innanzitutto hanno un nome, cioè i documenti che si emanano hanno un nome. Questo perché il nome indica quale è l'organo che ha prodotto l'atto ma anche quale è la modalità. Il nome serve per identificare il procedimento di istituzione e l'autorità che l'emana. Le fonti atto hanno anche una struttura, sono suddivise in articoli, commi, rubrica, capi, titoli e parti. In altre parole: **fonte atto** è l'espressione di volontà normativa di un soggetto cui l'ordinamento attribuisce l'idoneità di porre in essere norme giuridiche Ogni fonte atto ha una sua forma essenziale (come prescritto dalla norme sulla produzione giuridica): 1. [nomen juris] (d.P.R., d.l., d.lgs., l., l.r.) 2. [procedimento di formazione dell'atto] 3. [L'autorità che emana] (PdR, Ministro, etc.) 4. [Struttura dell'atto] (suddivisione in articoli, commi, rubrica, capi, titoli, parti). Le **fonti fatto** sono una categoria residuale dell'ordinamento interno. Si tratta di un comportamento che viene assunto dai consociati come fosse una regola scritta anche se regola scritta non è. Per esempio, esiste una condotta che è stata ripetuta per secoli, a cui noi facciamo riferimento come condotta legittima e come fosse una regola, anche se non è scritta. Le fonti fatto per eccellenza, nel diritto interno, sono: - - [Esempio]: come si forma un nuovo governo ? A seguito delle elezioni per il nuovo Governo, il Capo dello Stato inizia le consultazioni, cioè convoca i capigruppo parlamentari, il Presidente della Camera e del Senato, per capire a chi dare l'incarico di formare un nuovo Governo. Le consultazioni non sono scritte da nessuna parte, cioè non sono previste dalla Costituzione. Si tratta di una consuetudine costituzionale, cioè il Capo dello Stato opera queste consultazioni, anche se la Costituzione rispetto al procedimento di formazione di un Governo non le prevede. [Altro esempio]: prassi costituzionale che ha caratterizzato la storia dell\'unità fino a Giorgio Napolitano, per la quale i Presidenti della Repubblica non venivano rieletti. Con Giorgio Napolitano, questa convenzione costituzionale si ferma, perché era la prima volta che un Presidente della Repubblica veniva eletto due volte. - - L'ordinamento europeo è considerato un fatto giuridico rilevante. Consideriamo un trattato di diritto internazionale come un fatto giuridico rilevante, da cui facciamo discendere dei comportamenti, ma lo distinguiamo dalla fonti atti, perché sono quelle prodotte dalle istituzioni del nostro ordinamento. Nonostante le norme siano scritte in documenti, per il solo fatto che non sono state prodotte dal nostro ordinamento, nel diritto costituzionale le guardiamo come fonti fatto. **L'ordinamento giuridico internazionale** Adesso trattiamo il contesto della Comunità Internazionale, in quanto bisogna ricordare che ogni ordinamento interno è inserito in qualcosa di più grande. Serve capire come funziona il diritto internazionale, per sapere come il nostro ordinamento si relaziona alle regole prodotte fuori. Innanzitutto, cosa è l'ordinamento giuridico internazionale ? L'ordinamento giuridico internazionale è l'ordinamento che caratterizza le relazioni nella comunità degli Stati, in quanto ogni Stato tra loro ha delle relazioni, perché formano una comunità. In altre parole, gli Stati si comportano come persone giuridiche, cioè enti collettivi di tipo esponenziale, cioè lo Stato è un soggetto che ne rappresenta milioni. Nel contesto della comunità internazionale, a differenza degli ordinamenti interni: - [Esempio]: non abbiamo una polizia internazionale. Abbiamo però l'ONU, cioè un\'organizzazione internazionale per mantenere la pace tra le nazioni esercitando il monopolio della forza a livello internazionale. Tanto è vero che le Nazioni Unite hanno il Consiglio di Sicurezza, il quale possiede l'uso legittimo della forza a livello internazionale. Il **Consiglio di Sicurezza** ha però dimostrato un'incapacità di agire per rispondere alle leggi internazionali, perché è formato in un modo che non gli permette di decidere, cioè ci sono 15 membri, 10 a rotazione (ogni due anni vengono sostituiti) e 5 sono permanenti (Stati Uniti, Federazione Russa, Regno Unito, Repubblica Popolare Cinese, Francia, cioè i vincitori della seconda guerra mondiale). I 5 Stati permanenti hanno il diritto di veto, cioè possono bloccare ogni decisione del Consiglio di Sicurezza se votano contrario. Questo ha reso il Consiglio di Sicurezza incapace di reagire prontamente alle crisi internazionali. Molti hanno pensato di democratizzare il Consiglio utilizzando il metodo europeo, dove gli Stati votano in modo ponderato, cioè il peso del voto dipende dal numero dei cittadini che rappresentano. Tuttavia, questo non è possibile perché la maggior parte degli Stati nel mondo non è democratica. Quindi, il Consiglio di Sicurezza è stato disegnato così per non far mettere all'angolo gli Stati democratici. Infatti su 193 Stati dell'Organizzazione Nazionale, solo una piccola parte è democratica. - - [Esempio]: divieto di aggredire un altro Stato. Prima che fosse scritta nel 46, non è che non sapessimo che non si poteva aggredire uno Stato. Da secoli, se invadi un altro Stato, scoppia una guerra. - - I **soggetti del diritto internazionale** sono gli Stati, l'Unione Europea e altre entità, come per esempio gli insorti, i quali hanno diritti e obblighi riconosciuti dal diritto internazionale. Gli insorti sono coloro che si ribellano e fanno la rivoluzione, quindi occupano una parte del territorio contro l'autorità dello Stato. Se sei un insorto occupi ma riesci a mantenere e gestire l'ordine nel territorio, allora la Comunità internazionale ti considera soggetto del diritto internazionale. Come facciamo a dire che un'entità è uno Stato ? La Convenzione di Montevideo, ci dice che lo Stato è quell'organismo che possiede 4 caratteristiche: 1\) Popolo: i cittadini 2\) Territorio definito 3\) Auto governo, cioè l'utilizzo esclusivo del monopolio della forza è nelle mani dello Stato. 4\) Capacità di intrattenere relazioni internazionali con altri Stati, cioè di fare trattati. Tuttavia, queste caratteristiche non devono sempre essere presenti per definire un territorio uno stato. Ad esempio: la Palestina, la quale non ha un territorio definito. Altro esempio: l'Ucraina. Ci sono dunque circostanze nelle quali consideriamo Stato un paese che non rispetta tutti i requisiti. Inoltre, la Convenzione di Montevideo sui diritti e doveri degli stati ci dice che: gli Stati sono soggetti di diritto, ma anche vincolati, cioè devono rispettare: 1. Se è vero che gli stati vivono in una comunità anarchica, cioè non c'è un potere superiore agli altri, allora come ci spieghiamo che gli Stati rispettano il diritto internazionale ? Se non c'è un organi di polizia internazionale, perché gli Stati rispettano il diritto internazionale ? Gli studiosi del diritto internazionali ci spiegano ciò attraverso alcune teorie: (spiegano i comportamenti degli Stati nei diversi momenti storici) - - - - Queste teorie spiegano perché in diversi momenti storici vediamo un determinato atteggiamento degli Stati, ma non c'è una teoria che vale per tutti. **Esempio:** quello che sta accadendo oggi, non sarebbe mai stato possibile negli anni 90, perché la Comunità Internazionale non l'avrebbe accettato. L'idea era che gli Stati devono attenersi a quello che dicono le regole del diritto internazionale. La situazione è cambiata quando avviene la disgregazipne della ex jugoslavia, cominciano le guerre tra questi Stati e stava accadendo un genocidio nel cuore dell'Europa. Questo perché la NATO decide di intervenire anche in assenza di un mandato delle Nazioni Unite, che arriva dopo qualche mese. Da questo momento scatta qualcosa nella comunità internazionale, perché era la prima volta che la NATO interviene fregandosene dell'ONU e si comportasse come polizia internazionale. Altro momento storico che ha visto cambiare la situazione è l'11 settembre 2001. Infatti, questo evento porta alla nascita della dottrina della preventive war, cioè gli Stati Uniti per prevedere la guerra attaccarono i nemici. Queste situazioni cambiarono il sistema delle organizzazioni internazionali: quando la Federazione Russa invase l'Ucraina disse che ci fossero dei razzisti in Ucraina che minacciano la popolazione di lingua russa, cioè va a fermare un genocidio. La Federazione Russa disse ciò per giustificare l'aggressione. A questo punto, come spiega l'Occidente che la Russia non può fare la guerra in Ucraina dopo che ha detto sì alla guerra in Afghanistan e alla guerra in Iraq ? L'Occidente ha iniziato a non rispettare quelle regole che ci eravamo dati e adesso stiamo vivendo le conseguenze di aver dato un brutto esempio. Come si relaziona un ordinamento giuridico di uno Stato con le regole di diritto internazionale ? Esistono due modalità con cui l\'ordinamento interno (Costituzione) guarda all\'ordinamento internazionale: -**concezione dualista**: l'ordinamento giuridico nazionale e l'ordinamento giuridico internazionale sono due cose diverse e separate. Queste due entità possono comunicare attraverso un veicolo, che nel nostro caso è la legge di autorizzazione alla ratifica di un trattato internazionale. Qui nasce una regola di diritto internazionale: se non c'è un veicolo che trasferisce la regola all'interno facendola diventare una regola internazionale, i due sistemi non comunicheranno mai. \- **concezione monista**: l'ordinamento interno è parte di un sistema più ampio, cioè il diritto internazionale. Se così è, queste regole non devono essere recepite dagli ordinamenti, perché fanno già parte dell'ordinamento e vengono applicate direttamente. Il diritto internazionale e il diritto interno appartengono allo stesso sistema giuridico, quindi non c'è bisogno di una legge (passaggio parlamentare). Come si risolvono le antinomie, cioè le contraddizioni tra norme? Cosa succede se una norma di diritto internazionale dice una cosa e una norma di diritto interno ne dice una opposta ? Dipende da quale sistema è stato adottato. - - In altre parole: - - Queste concezioni sono ambedue importanti per il diritto interno, perché l'Italia in alcuni casi ha un approccio monista e in altri dualista. 02/10/24 da slide 63 a 86 Ci siamo posti il problema del diritto internazionale perché la Costituzione Repubblicana comunica con il diritto internazionale adottando un approccio sia monista che dualista. In particolare, ha un approccio monista quando parliamo di norme generali di diritto internazionale riconosciute universalmente, cioè quelle norme generalmente riconosciute da tutti i popoli. Quindi non c'è bisogno di una legge più grande che riconosce quel principio. Ma quali sono questi principi a cui il nostro ordinamento si adegua automaticamente ? **Principi fondamentali dell'ordinamento internazionale** I principi, a cui il nostro ordinamento si adegua automaticamente, sono contenuti nella carta delle nazioni unite: - - - - - - - - - - Come entra il diritto internazionale nel diritto interno ? Se è vero che esiste la sovranità, allora è anche vero che esiste il **principio di esclusività**, cioè uno Stato ha come punto di riferimento solo le sue fonti interne. Fatta questa premessa, ci sono però delle **fonti extra-ordinamentali**, cioè quelle prodotte fuori dal nostro ordinamento, a cui noi diamo un valore. Tuttavia, dipende da quale fonte ci troviamo di fronte: L'**articolo 10** della nostra Costituzione è l'esempio di quello che viene chiamato rinvio mobile. L'articolo 10 dice che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme di diritto internazionale generalmente riconosciute. Quindi afferma che se ci sono norme di diritto internazionale, noi come Stato ci conformiamo. Si tratta di una concezione monista. [Norme di diritto internazionale generalmente riconosciute]: divieto all'uso della forza, rispetto dell\'uguaglianza sovrana, divieto di commettere crimini di guerra e contro l'umanità. Nella nostra Costituzione, c'è un altro articolo che dice una cosa diversa, cioè **l'articolo 80**: "Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali, quindi quelle norme internazionali. Si tratta di una concezione dualista e un esempio di rinvio fisso. Le norme di diritto internazionale sono valide solo se c\'è un passaggio parlamentare, cioè solo se c'è una legge che rende valida quella norma. Così, la regola di diritto internazionale diventa regola del diritto interno. In Italia, esistono due tipologie di «rinvio» a fonti extra-ordinamentali: - Si tratta del meccanismo con cui una norma di diritto interno richiama un atto di un altro ordinamento che di solito viene allegato. Il rinvio è fisso perché si richiama un singolo atto (es. un trattato internazionale). Nell'ordinamento Italiano, l'ordine di esecuzione è lo strumento solitamente utilizzato dal legislatore per recepire un atto straniero/internazionale. hai un documento a cui sono agganciate delle regole di diritto internazionale. - Si tratta del meccanismo con cui non ci si richiama ad uno specifico atto estero/internazionale, ma ad una fonte extra-ordinamentale. norme che la comunità percepisce come valide ma non sono scritte in un documento. capacità di un ordinamento di adattarsi a norme di diritto internazionale che non si trovano in nessuna fonte. E' importante conoscere l'articolo 80 perché è grazie a ciò se siamo nell'Unione Europea, attraverso i trattati che abbiamo firmato e ratificato. Quando parliamo dello Stato dobbiamo parlare di due concetti diversi: 1. 2. **Forma di Stato** Se parliamo di forma di Stato, parliamo del rapporto che c'è tra elementi costitutivi dello Stato, cioè il popolo,il territorio e la sovranità. Infatti, la forma di Stato richiama sia l'organizzazione di uno Stato sia le finalità che esso persegue. Se guardiamo alla finalità, cioè a come quella comunità ha deciso di organizzarsi, allora possiamo distinguere due grandi macro categorie: 1. All'interno della macrocategoria forma di Stato democratica ritroviamo: - - - 2. - - - Se invece di guardare la finalità perseguita, ma l'organizzazione allora abbiamo: - - - Caratteristiche dello Stato federale: - - - L'Unione Europea come la potremmo definire ? Anche nell'Unione europea esiste un principio, il primato del diritto comunitario, cioè se c'è una norma UE, questa prevale sul diritto degli Stati membri. Assomigliamo ad una federazione, ma ci sono materie che non sono in mano all'Unione Europea. Quindi assomigliamo di più ad una confederazione. Certamente non siamo un\'organizzazione internazionale, ma qualcosa di più che ci rende simili ad una federazione. Concettualmente ci avviciniamo ad un sistema federativo ma è ancora tanta la materia esercitata dagli Stati membri quindi una federazione non possiamo essere. **Forma di Governo** Il modo in cui vengono distribuiti i poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) dal testo costituzionale, identifica anche la forma di governo di uno Stato. E' molto importante saper riconoscere la forma di governo di uno Stato, perché se so riconoscere una forma di governo, so chi, in quel momento, è abilitato da quell ordinamento a porre in essere determinate basi. Come con la forma di Stato, possiamo dividere le forme di governo in due categorie: - 1. 2. 3. - 1. 2. 3. **Riassumendo:** - - L'**Italia** ha una forma di Governo parlamentare, mentre la forma di Stato Repubblicana democratica di tipo regionale. **Il Sistema delle fonti** Le antinomie: 1. 2. 3. 4. Come si risolvono le antinomie? Quali criteri si adottano? - Se uso il criterio cronologico dovrei dire che la legge più recente prevale su quella antecedente. Innanzitutto, le norme, per potersi considerare una più recente e l'altra più datata, devono essere collocate sullo stesso livello gerarchico, cioè una legge e un\'altra legge e un regolamento e un altro regolamento. Dunque, non ha senso usare questo criterio se le fonti appartengono a livelli gerarchici diversi, per esempio legge e Costituzione. Se io stabilisco che la norma successiva prevale su quella antecedente, allora quello che accade, dal punto di vista tecnico, è l'abrogazione, perdita di efficacia, cioè quella norma perde la capacità di produrre effetti per il futuro ma è una norma invalida. [ ] L'abrogazione opera per il futuro, non per i casi pendenti, cioè i casi ancora aperti. Importante da ricordare: l'abrogazione colpisce la norma antecedente per quanto riguarda la sua efficacia non la validità. Se è vero che le due norme si succedono nel tempo e che quindi nel 2023 si applica la norma del 2022 e non del 2001, quello che è altrettanto vero è che la norma antecedente (del 2001) non scompare dall'ordinamento, tanto è vero che continua ad applicarsi ai casi ancora aperti. Cosa succede se la norma del 2022, che ha sostituito quella del 2001, diventa incostituzionale ? Accade la cosiddetta reviviscenza delle norme, cioè la norma che era stata accantonata torna efficace proprio perché era valida e non poteva essere sostituita dall'altra norma riconosciuta invalida e incostituzionale. La norma incostituzionale viene annullata, di conseguenza si torna ad usare la norma datata. **Quindi**, che effetti produce l'applicazione del criterio cronologico? Abrogazione significa perdita di efficacia di una norma [ex nunc], ossia da ora e per il futuro (da questo momento in poi). La norma abrogata non è più applicabile ai casi futuri, si applica invece ai rapporti pendenti, ancora aperti sorti quando essa era ancora vigente. L'abrogazione è un istituto fisiologico nell'ordinamento. come viene abrogata una norma ? - - Quindi, se una legge abroga una legge, un decreto legge abroga un decreto legge e un decreto legislativo abroga un decreto legislativo, è anche vero che, se le fonti sono sullo stesso livello, si possono abrogare l'una con l'altra. - [Esempio]: abbiamo una norma costituzionale che stabilisce che si accede alla funzione pubblica solo per concorso e ho una norma pre costituzionale che stabilisce altre modalità. Poiché si tratta di due norme dettaglio, la norma costituzionale abroga la norma pre costituzionale. Quindi, la fonte di livello superiore, elaborata successivamente, smentisce quanto scritto nella fonte di livello inferiore, nel caso si tratti di due norme di dettaglio, cioè norme che dettano una disciplina specifica. Quindi, utilizzo l'abrogazione quando due fonti si trovano su piani diversi ma disciplinano in dettaglio la stessa situazione. Un solo caso dove l'abrogazione non opera solo il futuro, ma anche in un caso pendente e riguarda le norme penali, in quanto vige un principio che prevede che si usi sempre la norme più favorevole all'imputato. Quindi, se una norma penale viene abrogata, allora i casi pendenti, che riguardano quella norma, vengono interrotti. 09/10 Tipologie di abrogazione: 1. [Esempio:] "l\'art. 3 c. 5 della l. 2/2007 è abrogato" 2. [Esempio:] una legge del 2012 dice che devo pagare 100 euro, un'altra del 2013 dice 200 3. La differenza tra l'abrogazione tacita e implicita è che nella tacita ci sono due norme (una antecedente e una successiva), mentre nell'implicita c'è un insieme di norme che si riuniscono in un testo unico (codice). La differenza è quindi legata alla sistematizzazione di una disciplina. **Chi è che può abrogare una norma** ? Il legislatore opera l'abrogazione. [Esempio]: il Parlamento abroga le leggi dello Stato e il legislatore regionale può abrogare le leggi regionali. L'abrogazione, però, non è qualcosa che si manifesta automaticamente; è qualcosa che deve essere rilevato. Significa che qualcuno deve rilevare che per quella determinata questione, l\'abrogazione ha operato o sta operando. L'interprete qualificato è il giudice, perché di fronte ad un caso è chiamato a capire la fattispecie concreta e poi ad individuare l'eventuale norma che si applica al fatto, ed è lì che il giudice potrebbe trovarsi di fronte a questa questione. Quando il giudice si trova davanti a due norme che regolano lo stesso comportamento, rileva l'abrogazione. Il giudice deve verificare rispetto al caso concreto che la norma si applica. Rilevare l'abrogazione significa, quindi, che il giudice procede a non applicare più la norma abrogata, ovvero a disapplicarla, a favore di quella nuova. La disapplicazione ha come effetto l\'inter partes, cioè in base al caso sottoposto al giudice viene disapplicata l\'efficacia di una norma. Il giudice dovrà sempre verificare caso per caso, per questo si dice inter partes. **Perché l'abrogazione deve essere verificata di volta in volta ?** Perché esiste il principio della certezza del diritto, cioè io ho diritto di essere giudicato in ragione di norme ritenute valide nel momento in cui è nato il rapporto. [Esempio]: Mi iscrivo ad un corso di laurea e mi laureo anche se viene disattivato perché la vecchia norma abrogata continua ad applicarsi al mio caso. Cosa è il rapporto pendente ? E' un rapporto che è in itinere nel momento in cui avviene il passaggio e l'approvazione di una nuova disciplina. Quindi, viene approvata una nuova norma, ma ci sono rapporti in itinere. La sentenza passata in giudicato, cioè non più appellabile, identifica un rapporto chiuso, quindi un rapporto pendente è quello in cui c'è un processo in corso che è nato in un momento in cui c'erano delle norme e nello svolgimento del processo sono cambiate. Quando la sentenza sarà passata in giudicato, il giudice smetterà di applicare quelle norme. Il caso rimane aperto fin quando la sentenza non è passata in giudicato, cioè quando è definitiva o quando non si fa ricorso. Quindi, il rapporto pendente è un rapporto aperto o non chiuso. I rapporti giuridici si chiudono per: - - - - Quando parliamo di abrogazione, parliamo di un fenomeno fisiologico dell'ordinamento. E' normale che l'ordinamento giuridico si rinnovi per venire incontro alle esigenze della società. E' un istituto giuridico fisiologico. - Per capire il criterio gerarchico, dobbiamo capire come sono organizzate gerarchicamente le fonti nel nostro ordinamento. Se consideriamo la piramide delle fonti, abbiamo la Costituzione al vertice, poi le fonti primarie, le fonti sub primarie, fonti secondarie e consuetudini. ![](media/image4.png) Come si può notare nell'immagine, notiamo che le norme del diritto dell'UE non le consideriamo nel criterio gerarchico, perché non fanno parte del nostro ordinamento. Infatti, quando parliamo di norme UE si adotta un altro criterio. Nell'immagine è presente anche la CEDU, cioè la convenzione europea dei diritti umani. E' nell'immagine perché concettualmente ci sono fonti extra ordinamentali, come la CEDU. La CEDU è stata definita dal nostro ordinamento fonte di rango quasi costituzionale, perché contiene gli stessi diritti della Costituzione scritti diversamente e a cui noi siamo vincolati. Infatti, la nostra corte costituzionale spesso usa la CEDU come elemento di riferimento per verificare l'incostituzionalità delle nostre leggi. La CEDU sta comunque fuori dall'ordinamento. Per poter utilizzare il criterio gerarchico, ho la necessità di sapere dove si collocano le norme che sto prendendo a confronto. Per usare il criterio cronologico, le fonti devono essere su livelli diversi. **Concetti preliminari:** Annullamento: si parte dal presupposto che in un ordinamento giuridico, organizzato come il nostro gerarchicamente, c'è il principio della resistenza, cioè una fonte di rango superiore resiste ad una fonte di rango inferiore. Vuol dire che una fonte di rango inferiore non può smentire quanto è scritto in una fonte di rango superiore. Se usiamo il criterio gerarchico, facciamo riferimento ad un vizio nella forma o ad un vizio nella sostanza, cioè quando chiediamo l'annullamento di un atto normativo, lo chiediamo per due ragioni: 1. 2. Effetti dell'annullamento: L'atto, quindi la legge o il regolamento, viene annullato. Se l'abrogazione opera pro futuro (ex nunc), l'annullamento opera ex tunc, cioè da quel momento in poi. Mentre l'abrogazione è una questione che viene risolta dal giudice e opera inter parte, quando viene dichiarato l'annullamento di una norma, non solo vale dal presente al futuro e anche ai casi pendenti, vale per tutti (erga omnes), non è inter partes. L'abrogazione non comporta la cancellazione di una norma, ma la perdita di efficacia. L'annullamento, invece, cancelle quelle norme dall'ordinamento rendendole indisponibili dal presente al futuro. Eccezione alla regola: L'annullamento opera nel presente e nel futuro e non opera nei casi chiusi, tranne in un caso: sono stato privato della libertà in favore di un reato che è stato dichiarato incostituzionale, allora vengo liberato, cioè l'effetto dell'annullamento è anche retroattivo. Vengo liberato perché si applica un altro principio, il favor libertatis, cioè in galera non ci stanno le persone se la loro condotta non era condannabile in quanto quel reato è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale. [In altre parole]: Sono stato arrestato per un reato dichiarato incostituzionale. Posso essere rimesso in libertà? In questo caso il FAVOR LIBERTATIS determina una eccezione: l'annullamento travolge anche i rapporti giuridici decisi con sentenza penale di condanna e ne fa cessare gli effetti. Chi è chiamato a determinare se può avvenire o no l'annullamento di una norma ? La Corte Costituzionale. Ci andiamo quando ci troviamo di fronte a leggi che riteniamo essere incostituzionali. Altra differenza, l'abrogazione viene rilevata da ogni giudice, mentre l'annullamento può essere effettuato solo dalla Corte Costituzionale. L'annullamento posso richiederlo per una fonte primaria, ma anche secondaria. In quel caso si va dal giudice amministrativo, cioè il Consiglio di Stato. Quindi, dipende dalle norme che si ha davanti, se di rango primario si va dalla Corte Costituzionale, se di rango secondario vado di fronte al TAR. - se siamo in un sistema plurale dove la potestà legislativa non appartiene ad un solo soggetto, cioè lo Stato, allora può accadere che un soggetto ponga in essere norme nella materia di competenza di un altro soggetto, cioè invada la sua sfera di conseguenza. Quindi, se noi guardiamo, ad esempio, il sistema ordinamentale italiano, dove abbiamo le regioni (quindi leggi dello Stato e regionali) e facciamo parte dell'Unione Europea (quindi abbiamo fonti europee), cosa accade se una legge dello Stato invade una competenza regionale ? O viceversa, se una legge regionale invade una competenza dello Stato ? Quando questo accade, bisogna guardare chi è a competenza di che cosa, quindi devo capire quale organo o quale soggetto ha la competenza di legittimare in quella determinata materia. Quando utilizzo il criterio della competenza, possono avverarsi due possibili esiti: 1. 2. Come funziona dal punto di vista interno l'utilizzo del criterio di competenza ? La distribuzione del potere normativo nella Costituzione: - - [Esempio]: la regione Veneto ha competenza sul Governo del proprio territorio, ma se una legge regionale interviene a disciplinare come ci si comporta nella parte del delta del Po emiliana, questa viene annullata perché non è di sua competenza. Le regioni sono poste orizzontalmente sullo stesso livello, quindi il Veneto non può decidere come ci si comporta in Emilia-Romagna. Se lo facesse, la regione Emilia-Romagna chiederebbe l'annullamento. Competenza di ogni Regione nel suo territorio. Come si applica il criterio di competenza ? Innanzitutto, devo cercare di capire quale è la fonte abilitata a disciplinare una determinata materia. Come faccio a saperlo ? Leggo la Costituzione, la quale stabilisce chi ha il potere di fare che cosa. Quindi, stabilendo chi ha la potestà legislativa per fare che cosa, ci sta anche dicendo chi non ce l'ha. È un criterio di risoluzione delle antinomie tra fonti in base al quale la fonte abilitata (da una fonte superiore) a disciplinare una materia prevale sulle altre norme non abilitate a farlo. Il criterio di competenza è, rispetto agli altri, più recente, perché è un fenomeno recente quello degli ordinamenti giuridici. La competenza può essere: - - che effetti produce il criterio di competenza ? 1. 2. La disapplicazione: 1. [Esempio:] Se ho una norma UE sulla concorrenza datata 1988 che fissa determinate regole, il legislatore italiano sbadatamente interviene nel 2024 e introduce una nuova norma che disciplina la concorrenza. Io vado dal giudice e chiedo che mi sia applica la norma del 88, perché le norme UE per competenza devono essere applicate al mio caso concreto. In questo caso, il giudice verifica chi ha competenza a disciplinare quella determinata materia, se c'è un regolamento dell'UE, questo prevale. 2. 3. - È un criterio di risoluzione delle antinomie tra fonti in base al quale la norma che prevede un trattamento derogatorio per certe categorie di soggetti prevale su quella generale e resiste alla abrogazione (a meno che non vi sia abrogazione espressa della stessa norma speciale). E' un criterio particolare che viene in soccorso di alcune categorie, cioè quando utilizzo il criterio di specialità derogo al normale funzionamento dell'abrogazione. Abbiamo detto che l'abrogazione da quel momento in poi, la nuova disciplina sostituisce quella vecchia. Ma, il criterio di specialità serve a tutelare particolari categorie di soggetti di fronte a scelte legislative, cioè una cosa che il legislatore pone in essere un pò distrattamente. [Esempio]: viene adottata una nuova norma che prevede che alcuni soggetti abbiano un trattamento di favore. Dopo qualche anno, il legislatore riforma completamente quella disciplina sostituendola con un'altra, in cui scompaiono i trattamenti di favore implicitamente. In quel caso, si utilizza il criterio di specialità per salvaguardare quei soggetti prima tutelati dall'ordinamento. [Esempio]: c'è una legge che stabilisce che tutti gli studenti pagano 100 euro le tasse tranne gli studenti meritevoli che ne pagano 50. Quindi la legge identifica una categoria che protegge concedendo a loro di pagare di meno. Interviene un'altra legge, nel 2014 si parla che tutti gli studenti pagano 200 euro di tasse. Quella parte della disposizione che privilegia gli studenti più meritevoli, se non viene abrogata esplicitamente, comporta che la norma del 2014 vale per tutti tranne per gli studenti più meritevoli, perché secondo il criterio di specialità, quando il legislatore identifica una categoria e la agevola, se la vuole eliminare, lo deve fare esplicitamente, non può farlo in modo tacito e implicito. Se non lo fa, il legislatore opera una deroga rispetto al criterio cronologico. Si utilizza questo criterio per tutelare determinate categorie, perché si parte dal presupposto che i legislatori cambiano e a volte non sono gli stessi che hanno posto in essere le norme di favore, quindi magari non si ricordano che esisteva già una disciplina privilegiata in quella misura e distrattamente produce nuove norme. Per evitare che questo comporti un'ingiustizia nei confronti dei privilegiati, si prevede che il legislatore deve esplicitare se un determinato privilegio viene a meno. Fine powerpoint su introduzione. **Le fonti del diritto** Come vengono poste in essere le fonti, cioè come vengono prodotte? Parleremo delle leggi in senso formale, cioè di quegli atti prodotti dal Parlamento. Cosa sappiamo delle leggi ? Le leggi sono prodotte attraverso l\'esercizio della funzione legislativa da parte di ambedue le Camere (articolo 70), cioè Senato e Camera contribuiscono in modo paritario all\'approvazione di nuove leggi. Le leggi sono un insieme di regole prodotte dall'attività parlamentare. [Premessa]: la qualità della legislazione è importante perché noi siamo ancora di fronte ad un legislatore, nazionale o regionale, che scrive norme incomprensibili. Le leggi irrimediabilmente oscure sono incostituzionali, perché i consociati devono capire ciò che scrivono i legislatori. In particolare, le leggi "irrimediabilmente oscure", che determinano una "intollerabile incertezza nella loro applicazione concreta", sono in contrasto con il principio di ragionevolezza fondato sull'art. 3 della Costituzione. Come si approva una nuova legge? Per essere approvata segue un iter legislativo, cioè un procedimento. L'iter legislativo ha delle fasi: 1. 2. 3. Il Presidente della Repubblica verifica che la nuova legge non presenti profili di incostituzionalità. In caso dovesse presentare profili di incostituzionalità, egli rimanda indietro il testo alle Camere motivando le ragioni. A questo punto le Camere hanno due opzioni: accolgono il suggerimento e modificano il testo o lo approvano esattamente come è. Anche se il testo rimane lo stesso, il Presidente della Repubblica deve comunque promulgarlo, perché non può opporsi alla volontà popolare. La promulgazione è un dovere del Capo dello Stato; tuttavia, egli non può opporsi alla sovranità popolare esercitata dai rappresentanti del popolo. Di recente, quando i Capi dello Stato rinviano un atto, allegano le motivazioni. Tuttavia, poi il testo lo promulgano lo stesso, perché magari sono solo alcuni profili della legge incostituzionali. Infatti, si sta sempre più discutendo sulla possibilità di promulgare parzialmente un atto. Ad oggi, il Capo dello Stato rinvia il testo solo una volta. La possibilità del Capo dello Stato di rinviare la proposta di legge è molto rara, ma comunque presente. 4. Il potere di iniziativa: a chi spetta? L'articolo 71 dice che il potere di iniziativa, cioè il potere di proporre un disegno di legge, appartiene al Governo, a ciascun parlamentare e a quegli organi a cui è attribuita la legge costituzionale. Quindi, non troviamo nell'articolo un elenco esaustivo. Ci introduce un altro soggetto che può presentare il disegno di legge, cioè il popolo. Leggendo l'articolo 71 e altri articoli della Costituzione, possiamo dire che il potere di iniziativa spetta a: 1. 2. 3. 4. 5. La legge formale si forma secondo due modalità: 1. [Esempio]: leggi costituzionali o leggi di revisione costituzionale, cioè l'articolo 138 della Costituzione. In particolare, l'articolo 138 descrive il procedimento aggravato, cioè un procedimento che richiede solitamente maggioranze diverse da quella semplice e passaggi ulteriori rispetto alla semplice approvazione di Camere e Senato in un'unica votazione per l'uno e per l'altro. 2. Leggi costituzionali e leggi di revisione costituzionale: procedimento aggravato Come funziona l'iter legislativo rinforzato previsto dal 138 ? Abbiamo due tipologie di aggravio: 1. Innanzitutto, qualsiasi proposta di legge costituzionale e di revisione costituzionale, deve essere approvata due volte da ambedue i rami del Parlamento, quindi in totale almeno 4 votazioni. Questo perché si vuole aumentare il tempo di ponderazione di una scelta politica molto rilevante. Tra una votazione e l'altra devono intercorrere almeno tre mesi, ma di norma passa molto più tempo. L'aggravio interno prevede anche il divieto di iter velocizzati. Per la prima votazione è necessaria una maggioranza semplice, mentre per la seconda c'è l'obbligo di votare il testo a maggioranza assoluta, altrimenti il testo decade. Quindi, è 'aggravio che riguarda la procedura per arrivare al testo 2. Il 138 dice che se un testo è approvato nella seconda votazione da ambedue le Camere con la maggioranza di due terzi, allora quel testo viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entra in vigore, cioè la riforma è stata approvata e l'iter finisce. Se, invece, il testo viene approvato con la maggioranza assoluta e basta, allora è possibile chiedere il referendum costituzionale. Quindi, è possibile chiedere un referendum confermativo, solo se nella seconda votazione il 51% di ambedue i rami del Parlamento votano favorevoli. Se il voto supera i ⅔ non ha senso fare il referendum, perché significa che tutte le forze politiche sono d\'accordo. L'unica legge non modificabile è la forma repubblicana dello Stato, cioè quei valori supremi che caratterizzano la nostra Costituzione, salvo che non la si modifichi in meglio. Chi può chiedere il referendum ? - - - Questi possono chiedere il referendum confermativo. Viene richiesto: se la riforma viene approvata con la maggioranza assoluta e basta, quello che accade è che la riforma viene pubblicata in GU, ma rimane inefficace per tre mesi. In questi tre mesi, uno dei 3 soggetti possono chiedere che quella riforma possa essere sottoposta ad un referendum popolare e quel referendum ha una caratteristica, cioè non prevede il quorum, quindi conta ogni voto espresso. Il referendum confermativo è uno strumento che i costituenti hanno pensato a tutela delle minoranze che non hanno partecipato al voto, perché i costituenti ad un certo punto si chiesero "ma se le minoranze che non hanno preso parte al voto sono rappresentative di un mondo elettorale che è cambiato, quindi quel Parlamento ormai è scollato dalla realtà e ha approvato una riforma che il polo non vuole ?". Differenza tra maggioranza semplice e assoluta: - - 15/10 da slide 11 Le "leggi in senso normale" hanno procedure differenziate rispetto alle fonti primarie. Ma cosa si intende per legge in senso formale ? Le leggi in senso formale sono atti normativi posti in essere dal Parlamento. Nello specifico, sono atti che sono approvati con legge ma che della legge non hanno le tipiche caratteristiche. Un esempio sono le leggi provvedimento (per attuare un progetto specifico) e le leggi di ratifica (per dare esecuzione ai trattati internazionali). Si tratta di leggi che non prevedono emendamenti, ma soltanto il sì o no del Parlamento. Queste leggi vengono anche chiamate leggi meramente formali. Nel nostro testo costituzionale, sono previsti altri iter rinforzati, cioè è previsto che non basti la semplice maggioranza dai due rami del Parlamento per porre in essere un atto. Gli Iter rinforzati sono procedure che non prevedono la maggioranza semplice, ma procedure più complesse. Sono procedimenti che vedono il Parlamento impegnato in modo più gravoso. - E' possibile con legge costituzionale, sentiti i Consigli regionali, disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni con un minimo di un milione di abitanti, quando ne facciano richiesta tanti Consigli comunali che rappresentino almeno un terzo delle popolazioni interessate, e la proposta sia approvata con referendum dalla maggioranza delle popolazioni. Non basta la legge, serve che prima si attivi un procedimento dal basso. (articolo 132 comma 1) - Una regione può chiedere che lo Stato le conceda un più ampio margine di autonomia politica rispetto a quello che è stato già stabilito nell'articolo 117. La regione e lo Stato prima creano un intesa che poi deve essere approvata dalle Camere a maggioranza assoluta, cioè una maggioranza più ampia rispetto a quella richiesta per l'approvazione di una legge ordinaria, la quale infatti prevede una maggioranza semplice. Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata. Differenza tra procedimenti: L'articolo 132 prevede che anche i cittadini vengano chiamati a votare, mentre il 116 no. Procedimento ordinario: La nostra Costituzione prevede che le altre leggi, cioè le leggi ordinarie, vengano approvate con un procedimento ordinario, cioè non aggravato. Il procedimento ordinario si contraddistingue per fasi: 1. 2. 3. 4. 5. Quando elaboro un disegno di legge, questo non viene semplicemente portato in Parlamento. Infatti, ogni disegno di legge viene assegnato dal Presidente della Camera a cui è stato presentato il progetto di legge ad una commissione parlamentare (a seconda della materia trattata dal disegno di legge). Le commissioni parlamentari sono organi formati da parlamentari divisi per materia. Sono create in modo da rispecchiare proporzionalmente la composizione dell'aula e la funzione che svolgono è quella di esprimere un parere sul testo. Quindi, la commissione o più commissioni decidono se il disegno di legge può iniziare o no l\'iter. In base al procedimento scelto, la commissione poi potrà svolgere funzioni differenziate. La commissione ha funzioni preparatorie rispetto ai lavori dell'aula, in quanto preparano il testo che verrà approvato dall'assemblea. Riassumendo: **Cosa sono le commissioni parlamentari?** - - - **Come può procedere la commissione a cui è stato assegnato il d.d.l.?** 1. 2. 3. 1. Il procedimento legislativo ordinario è quello dove la commissione agisce in sede referente. La sede referente è il normale iter di approvazione. Prevede che la commissione, a cui è stato assegnato il disegno di legge, acquisisca i pareri necessari e che svolga in via preliminare un controllo di conformità costituzionale. Successivamente può procedere ad audizioni, cioè la commissione può chiamare degli esperti chiedere che relazionino su quella determinata materia per capire come scrivere il disegno di legge. Quindi, il compito di un relatore è quello di elaborare una relazione sul testo, cioè scrivere un dossier in cui spiega perché quel testo andrebbe approvato. Una relazione di questo tipo viene chiamata relazione di maggioranza. Solitamente disegno di legge viene anche accompagnato da una relazione di minoranza, cioè una relazione che spiega perché il testo non dovrebbe essere approvato. Elaborata la relazione, il disegno di legge viene inviato in aula. Quindi, la commissione svolge solo una funzione preparatoria, non lavora sul disegno di legge, ma lavora all'ipotesi sulla bontà del disegno di legge. Quando il disegno di legge arriva in Assemblea, comincia l\'iter di approvazione. Quindi, vengono proposti gli emendamenti e si deve votare su ogni singolo di essi. Quando saranno esaurite le votazioni, si andrà sul voto finale del testo. Perché si vota in due fasi ? Perché si vuole essere sicuri che il testo emendato non sia diverso dal testo iniziale presentato. Infatti, il Parlamento non può stravolgere il testo del relatore. In questa modalità (sede referente), la commissione opera in senso preparatorio e l\'iter si compone da tre votazioni: 1. 2. 3. La sede referente è la sede classica, ma è anche l\'iter più lento perché vede l'assemblea coinvolta nei casi più cruciali. Assemblea è sinonimo di aula parlamentare. 1. 2. La stessa commissione può decidere di lavorare in sede redigente, cioè con un iter velocizzato. In questo caso, è la commissione che approva i singoli emendamenti. Significa che presenta all'aula il testo finale da votare. Quindi, viene fatto un solo voto in assemblea, sì o no. Questo procedimento significa risparmiare tempo. Ecco perché è importante che la commissione rispecchia le proporzioni dell'aula, quindi le forze politiche dell'assemblea. La commissione decide che iter scegliere, però ci sono delle materie dove si deve adottare solo l'iter referente. Quindi: - - - - - 1. 2. 3. Ulteriore possibilità è la sede deliberante. In questo caso, la commissione fa tutto il lavoro, quindi il testo non passa mai in aula. La composizione ristretta di parlamentari decide se fare il disegno di legge, approvare gli emendamenti e il testo finale. La commissione delibera, quindi l'aula non vede il testo. Potrei trovarmi in uno dei due rami della Camera dove si usano delle procedure diverse, è una scelta autonoma operata indipendente,net dalle camere del parlamento. Le ultime due procedure sono velocizzate, ma non sempre possibili. Quindi: - - - - - Può il testo assegnato ad una commissione in sede deliberante tornare in Aula? Sì! Art. 72, c. 3 Cost. - - - Questo è previsto come garanzia costituzionale e può accadere nella pratica. Esempi di ragioni per portare il testo in aula: - - Indipendentemente da quale iter legislativo si sceglie, l'aula avrà sempre il potere di richiamare a sé un disegno di legge testo, così il Governo. Le Camere sono ambedue autonome, se il governo o l'aula non sono d'accordo con i lavori della commissione, il testo torna in aula. Si possono sempre usare gli iter velocizzati ? NO !! Esiste la riserva di assemblea, cioè la nostra Costituzione prevede che per alcune materie, solo la Camera ha il diritto di approvare degli emendamenti e il testo finale. Quando il testo è sottoposto all\'assemblea significa che l'iter è referente. La riserva di assemblea è scritta in Costituzione, cioè è la Costituzione che ci dice quando e per quali materie non si possono usare gli iter velocizzati. Articolo 72 comma 4 - - - - - Perché esiste la riserva di assemblea ? Esiste affinché alcune materie siano soggette a maggior tutela. Infatti, è chiaro che in questo modo la discussione è molto più ampia e la decisione finale molto più complessa. Se l'iter è più lento, significa che c'è più tempo per pensare e arrivare ad una decisione ponderata. La Costituzione riserva al solo Parlamento, cioè all'assemblea nella sua totalità, il diritto di approvare quel tipo di norme. Quindi, come si approva un nuovo d.d.l.? Dopo che una Camera, seguendo l'iter deciso dalla Camera stessa, ed avendo riguardo per la riserva d'assemblea, approva il testo del d.d.l., il testo passa all'altra Camera, che dovrà quindi decidere come esaminare, e se approvare, il testo definitivo. Ci troviamo di fronte al sistema della "navette", perché il disegno di legge può fare avanti e indietro tra le Camere fino a quando entrambi i rami del Parlamento non lo approvano. Il sistema della «navette»: il testo approvato da un ramo del parlamento deve essere identico a quello approvato dall'altro ramo, sennò il testo fa avanti e indietro. Quello che prevedono i regolamenti parlamentari è che se cambia una parte, la Camera dovrà approvare solo quella nuova parte cambiata. I regolamenti parlamentari prevedono che l'altra aula, a cui viene rinviato nuovamente il testo, possa esaminare solo quello che è cambiato, senza dover iniziare ex novo tutto il procedimento. I procedimenti legislativi speciali vengono chiamati così perché hanno procedure e tempi diversi dai procedimenti classici. Sono, infatti, più veloci perché se non vengono approvati nei tempi previsti creano problematiche: - - - - - - Differenza tra amnistia e indulto: - - Questi due provvedimenti (articolo 79 Costituzione) sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni articolo e nella votazione finale. L'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, in ogni suo articolo e nella votazione finale. La legge che concede l'amnistia o l'indulto stabilisce il termine per la loro applicazione. In ogni caso l'amnistia e l'indulto non possono applicarsi ai reati commessi successivamente alla presentazione del disegno di legge. La grazia concessa dal Presidente della Repubblica: la grazia può estinguere completamente la pena o la può ridurre. La differenza è che l'amnistia e l'indulto sono provvedimenti di carattere generale, quindi riguardano i consociati, mentre la grazia riguarda il singolo, è un provvedimento individuale. Su richiesta dell\'interessato viene eventualmente concessa la grazia dal Presidente della Repubblica. (articolo 87 comma 11 Costituzione) La legge di bilancio è una legge particolare perché segue un iter di approvazione a tappe forzate, cioè è predeterminato il modo in cui essa viene approvata. La legge di bilancio deve essere approvata entro il 31/12 di ogni anno. Questo la rende una legge che a volte ha suscitato particolare criticismo, perché se il testo viene presentato poco prima della scadenza, il Parlamento deve approvare ad occhi chiusi, perché non ha tempo,viene tolta la potestà legislativa. Il Governo cosa deve fare ? Ha delle tappe: - - - - - Si inizia la discussione, cioè c'è l'attacco alla revigenza, cioè ogni parlamentare presenta un emendamento alla legge di bilancio o una proposta della legge di bilancio, cioè delle richieste di spesa. Prese le richieste, il Governo elabora il disegno di legge di bilancio che a questo punto deve essere approvato in tempi molto brevi. In passato accadeva che il Governo propenso al dialogo presentava il disegno di legge a fine novembre, ma questo è molto pericolo. Quindi i Governi hanno iniziato a presentare il disegno di legge di bilancio a ridosso della scadenza, imponendo alle due Camere di dire sì. Altrimenti il rischio è di violare la data di scadenza. Se non viene approvata la legge di bilancio in tempo? In questo caso, se non hai la legge di bilancio proposta per l'anno successivo, hai un vincolo che è quello di non poter usare più di 1/12 delle risorse previste del bilancio non approvato. se si va contro la scadenza, interviene l'esercizio provvisorio, ed è necessaria una legge che: - Quando si approva una legge di bilancio si deve stare attenti che la legge di bilancio presenti correttamente i diversi capitoli di spesa e le coperture a quella spesa, cioè non è possibile che lo Stato si indebiti, perché abbiamo approvato una riforma costituzionale, una modifica dell'articolo 31, per inserire il cosiddetto pareggio di bilancio in Costituzione (le entrate devono essere corrispondenti alle uscite). L'articolo 81 comma 2 dice che il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Vuol dire che se il Governo vuole scrivere in legge di bilancio che vuole spendere di più di quanto immagina di incassare con le tasse, allora prima deve ottenere un voto favorevole a maggioranza assoluta delle Camere. L'articolo 81 comma 3 dice che ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte, cioè il Governo deve dire quali sono le fonti di finanziamento di quel provvedimento. La legge di bilancio è frutto di un iter annuale, perché si parte da aprile e si arriva a dicembre, quindi ha degli step successivi che vedono il Governo obbligato a tenere informato il Parlamento di come sta andando l'economia. 16/10 Leggi necessarie all'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza all'UE La legge di delegazione europea e la legge europea sono due leggi particolari perché sono previste da una legge, quindi il Parlamento è impegnato ad approvare queste leggi, perché nel 2012 il legislatore è intervenuto stabilendo che il Parlamento debba scrivere norme che hanno come fine l'adeguamento del nostro diritto interno alle norme dell'Unione Europea. Ci sono due strumenti con i quali il nostro paese adegua l'ordinamento giuridico interno, quindi le legge italiane, a quelle dell'Unione Europea: - - ma che cosa accade se ho una norma UE direttamente applicabile che è in contrasto con la norma italiana ? Abbiamo già visto che il giudice italiano disapplica la norma italiana e dà attuazione al diritto UE usando il criterio della competenza. Noi non vediamo norme che sono incompatibili con il diritto dell'UE, perché il Parlamento adotta una legge europea che stabilisce che le norme incompatibili con il diritto Ue vengono abrogate, agevolando il lavoro del giudice. Con la legge europea, il Parlamento abroga le leggi nazionali incompatibili con il diritto dell'UE.. Due modalità speciali ma con lo stesso scopo: uniformare il nostro ordinamento con il diritto dell'UE. Altre fonti primarie che non sono leggi, cioè atti normativi prodotti dal Parlamento, sono gli atti aventi forza di legge, cioè atti normativi che hanno la stessa forza della legge, si collocano sullo stesso piano. In realtà, il Parlamento non è estromesso, ma gioca sempre un ruolo a riprova del fatto che siamo una democrazia parlamentare e che quindi il potere legislativo è saldamente in mano all'istituzione per eccellenza, cioè al Parlamento, il quale controlla l\'attività dell'esecutivo. Quindi, gli atti avente forza di legge vedono il Governo ad esercitare una funzione che tipicamente non ha, cioè la funzione legislativa, ma il soggetti istituzionale che di solito ha potere legislativo non è incapace di interferire con l'attività dell'esecutivo. Gli atti aventi forza di legge danno al Governo un potere che in una democrazia parlamentare appartiene al Parlamento. Il potere legislativo viene dato al Governo solo in alcune occasioni e sotto supervisione delle due aule. Quali atti può il Governo adottare con la stessa forza della legge ? La nostra Costituzione si basa sul principio della separazione dei poteri. Il testo dice che il potere legislativo è del Parlamento; tuttavia ci possono essere situazioni che necessitano dell'intervento dell\'esecutivo al fine di porre in essere norme che sono necessarie all'ordinamento. Infatti, il Parlamento ha delle procedure più lunghe e numeri tali (400 deputati e 200 senatori) che difficilmente rendono pensabile l'adozione per via parlamentare di testi normativi molto complessi e molto lunghi. Inoltre, ci sono delle situazioni in cui la necessità, quindi l'urgenza di porre in essere nuove norme non rende il Parlamento il luogo ideale per esperire quella funzione, ci vuole qualcuno che abbia la velocità e la competenza tecnica che non necessariamente troviamo in aula. Il decreto legislativo è un atto normativo adottato dal Governo proprio in quelle occasioni in cui è necessario non perdere troppo tempo, ma anche per quelle materie che non sarebbero affrontabili in aula per la loro complessità. Prendiamo l'articolo 76 della Costituzione che dice che l'esercizio della funzione legislativa non può essere delegata al Governo. Quindi, se noi ci fermassimo qui dovremmo dire che in assoluto il potere legislativo appartiene al Parlamento. Tuttavia il costituente va oltre e dice "se non con determinazione dei principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti\". Quindi, è la stessa Costituzione che non esclude la possibilità che il Governo eserciti una funzione legislativa salvo però alcuni limiti. La legge 400 del 88 spiega come funziona il Governo, quindi come si adottano i decreti legge e legislativi. L'articolo 72 comma 4, già visto con gli iter velocizzati, che cosa ci dice il combinato disposto, cioè se prendo due articoli e li leggo insieme, dell'articolo 72 e 76 ? Innanzitutto, capiamo che il Governo può esercitare funzione legislativa, se il Parlamento gli dà questa delega fissando i paletti, ma anche che quando il Parlamento delega il governo, non lo può fare con iter velocizzati, ma attraverso la procedura più lenta. La legge delega si può approvare solo con il procedimento ordinario più lento, cioè la commissione referente. Sulla legge delega c'è la riserva di assemblea. **Quando si usa più spesso la «via» del decreto legislativo?** - - - - Dare al Governo la facoltà di disciplinare l\'intera materia, non è una cosa da poco. Quindi, la nostra Costituzione, quando parla del decreto legislativo, pone dei vincoli. L'articolo 76 su questo è chiarissimo: L\'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti. Quindi, il Parlamento deve approvare una vere e propria legge che ha un nome particolare, legge delega, cioè una legge in cui c'è scritto che il Parlamento sta autorizzando il Governo ad esercitare la funzione legislativa. La legge delega è molto importante, è quella legge che autorizza il Governo e su cui l'articolo 76 detta una disciplina precisa. Infatti, la legge delega ha degli elementi essenziali, cioè che devono essere inseriti nella legge, pena l'invalidità di essa. ma quali sono questi elementi essenziali? 1. La materia di cui si occuperà il Governo dovrà essere ben specificata, ovvero chiaro deve essere l'ambito in cui il Governo è chiamato ad emanare una nuova disciplina. Significa che le Camere devono specificare su dove vogliono che il Governo agisca. Se il Parlamento non lo fa, è come se desse al Governo una delega in bianco. 2. Se da un lato la materia e il tempo devono essere specificati, così come i criteri e i principi direttivi, dall'altro bisogna dire come voglio che vai a disciplinare quella determinata materia. Aldilà di fissare i principi e i criteri selettivi, può il Parlamento aggiungere qualcosa in più ? Si, il Parlamento può introdurre nella legge delega ulteriori paletti. In altre parole, ciò che non può fare il Parlamento è non inserire le caratteristiche essenziali, ma può introdurre ulteriori elementi, ad esempio l'obbligo del Governo di acquisire alcuni pareri (commissioni parlamentari competenti per materia) prima di stendere il d.lgs. Con la legge delega, il Parlamento indica al Governo il percorso che deve seguire al fine di arrivare all'adozione di quelle norme. Se il governo vuol esercitare la funzione legislativa adottando un decreto legislativo, lo può fare solo attraverso la legge delega, la quale deve contenere i criteri essenziali ed eventuali obblighi che il Parlamento vuole dare al Governo. L'unica eccezione sono i decreti di guerra adottati a seguito della deliberazione dello stato di guerra (art. 78 Cost.) da parte delle Camere (e poi dichiarato dal PdR). **Un decreto legislativo può essere illegittimo?** Si, può essere illegittimo. Ci possiamo di fronte a due scenari: 1. 2. **Chi accerta l'illegittimità costituzionale ?** C'è un solo organo deputato a verificare le legittimità costituzionale delle fonti primarie, cioè la Corte Costituzionale. Riassumendo: Quindi, **che tipo di controllo opera il Parlamento rispetto al decreto legislativo** ? Un controllo di tipo preventivo, cioè il Parlamento si occupa di verificare prima che il Governo agisca all'interno di una cornice che il Parlamento stesso ha definito. L'altro atto avente forza di legge è il decreto legge, cioè un provvedimento che non viene adottato su delega del Parlamento, anzi è un provvedimento che il Governo adotta in modo autonomo. A differenza del decreto legislativo, non è un provvedimento che ha un normale iter di entrata in vigore. Infatti, entra in vigore subito perché ha una caratteristica: è uno strumento che il Governo dovrebbe usare laddove c'è la necessità. L'articolo 77 della Costituzione dice che il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Però poi dice che quando, in casi straordinari di necessità e d\'urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità (senza coinvolgimento Camere), provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni. Significa che il Governo, se ci sono casi straordinari, adotta dei provvedimenti dello stesso valore della legge, ma ha un obbligo: deve immediatamente informare le Camere. I decreti perdono efficacia sin dall'inizio se non vengono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione (dalle Camere). Vuol dire che in caso di non conversione, si dovrebbero ripristinare le condizioni preesistenti al decreto. Tuttavia, il Parlamento può non convertire e può approvare una legge sanatoria con la quale regola i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti. (se con il decreto non convertito hai perso un euro al giorno, non ti vengono restituiti con la legge sanatoria) Ci sono tre ipotesi: 1. 2. 3. **Quando si usa il decreto legge?** - - - Tuttavia, la realtà è che oggi i Governi abusano di questo strumento, cioè utilizzano il decreto legge in situazioni non critiche e urgenti. Viene abusato perché l'urgenza e la necessità viene definita dal Governo stesso. Le caratteristiche principali del decreto legge sono: - - - - Cosa non si può fare con il decreto legge ? Ce lo dice la legge 400 articolo 15 - - - - - Un decreto legge può essere reiterato ? [Reiterato] vuol dire: posso riproporre lo stesso decreto solo perché quello precedente è scaduto senza essere stato convertito ? Significa che il testo è il medesimo, cambia solo il numero. Si può fare ? Ci poniamo questa domanda perché i Governi in passato reiteravano o iteravano (introdurre stesse norme ma con diverse parole) lo stesso decreto. I Governi introducevano nuovi decreti a iterare quelli precedenti non convertiti, giustificando questa scelta con la necessità di non far decadere le norme che erano state inserite in precedenza, perché il Parlamento non convertiva, ma nemmeno sanava quindi c'era la condizione che avrebbe portato il Governo a tornare ai decreti precedenti. Era talmente diffuso questo comportamento, che si dovette attendere il giudizio della Corte Costituzionale, la quale intervenne una volta per tutte stabilendo che reiterare i decreti è incostituzionale. La sentenza 360 del 96 impone proprio il divieto di iterazione e di reiterazione, implicito nel disegno costituzionale. La Corte dice che è implicito e esclude che il Governo in mancata conversione di un decreto legge possa produrre con un nuovo decreto, il contenuto normativo dell\'intero testo o di singole disposizioni del decreto non convertito, ove il nuovo decreto non risulti fondato su autonomi (e, pur sempre, straordinari) motivi di necessità ed urgenza, motivi che, in ogni caso, non potranno essere ricondotti al solo fatto del ritardo conseguente alla mancata conversione del precedente decreto. Significa che la Corte dice, che in teoria, si può iterare un decreto ma solo se si giustifica che al 59esimo giorno si sono prodotti ex novo nuovi motivi straordinari e indulgenti che ti impongono l'adozione di un decreto simile al precedente. Non puoi reiterare lo stesso decreto, ma neanche proporre parti di un vecchio decreto in quello nuovo. La Corte dice che il decreto è legittimo nella maniera in cui non sfugge al controllo parlamentare, cioè il momento in cui il Parlamento analizza la norma e decide se introdurla nell'ordinamento. Il controllo parlamentare avviene in fase di conversione ed è proprio con la reiterazione che questo viene a meno, perché se io reitero il Parlamento non dà mai la sua opinione. La legge di conversione è quella fonte a cui noi facciamo riferimento per capire qual è l'opinione del Parlamento rispetto alle norme inserite nel decreto, per esempio. La legge di conversione converte il decreto legge in legge. Se abbiamo un decreto legge, quando questo viene emanato, la nostra Costituzione prevede che debba essere immediatamente presentato alle Camere, perché, a quel punto, viene anche immediatamente presentato dal Governo un disegno di legge di conversione, il cui testo è lo stesso del decreto appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale che dovrà iniziare un iter legislativo con vie preferenziali, significa che si lavora subito a ciò perchè ci sono tempi limitati, deve essere convertito entro 60 giorni. **Cosa accade ?** Accade un cambio di fonte, perché le norme passano da decreto legge (atto avente forza di legge) a legge vera e propria. Se questo è vero, allora siamo davanti alla necessità del Parlamento di esperire l'iter legislativo, quindi si tratta di un disegno di legge emendabile. Significa che i parlamentari possono proporre degli emendamenti idonei a modificare l'eventuale contenuto del decreto. Quando viene adottato un decreto non è detto che il contenuto del decreto legge rimarrà lo stesso quando si andrà in fase di conversione. La legge di conversione è come le altre leggi, quindi è soggetta ad emendamenti; anche se ha una caratteristica diversa dalle altre che è intrinseca alla necessità di dover approvare la norma in tempi più brevi. **Ma quanto si può emendare ?** Inizialmente, poiché la legge di conversione ha come caratteristica principale quella di essere una legge veloce, i parlamentari, partendo dal presupposto che fosse un disegno di legge, presentarono emendamenti. Quindi, agganciarono alla legge di conversione del decreto un emendamento completamente diverso. Di conseguenza, venivano approvati emendamenti interni alla legge di conversione che non avevano niente a che fare con la materia del decreto. Semplicemente veniva utilizzata la tecnica dell'inserimento al bisogno per arrivare all'approvazione di determinato provvedimento in tempi rapidi. Questo non è un modo corretto per usare la legge di conversione. La Corte Costituzionale è dovuta intervenire e ha dovuto stabilire che è vero che si può emendare una legge di conversione, ma sono esclusi emendamenti del tutto estranei all'oggetto del decreto. Proprio per questo motivo nel 2014, la Corte Costituzionale arriva a dichiarare incostituzionale una legge di conversione. [Esempio:] decreto legge del 2005 per gestire le olimpiadi invernali. Due parlamentari, ad un certo punto, presentano un emendamento che non aveva a che fare con l'oggetto, perché parifica l'utilizzo delle droghe leggere a quelle pesanti. Quindi, per emendare, bisogna attenersi al decreto, il Parlamento non è libero di emendare. Questo è un esempio di reviviscenza delle norme giuridiche. **Cosa accade se un decreto legge non viene convertito ?** Esiste la necessità di ripristinare la condizione precedente salvo che le Camere non decidano di approvare la legge sanatoria, cioè la legge con cui le Camere decidono di non convertire ma di sanare quanto è accaduto nel corso del periodo di validità del decreto. Quindi, nella legge sanatoria ci sarà scritto che sono sanati gli eventuali rapporti giuridici sorti nel determinato decreto legge non convertito. E' un modo con cui le Camere possono evitare la necessità di risanare le condizioni precedenti, ma allo stesso modo evitano di assecondare la scelta dell'esecutivo. Che il Parlamento non converta però è un evento raro, perché la maggioranza è in favore del Governo. Quello che può fare è modificare il decreto migliorandolo. **Schematizzando:** ![](media/image6.png) **Quali sono i meccanismi di controllo sulla decretazione d'urgenza ?** C'è il problema dell'assunzione del Governo del decreto omnibus, cioè che all'interno del decreto sono inserite diverse norme tra loro incoerenti. Così il decreto legge diventa un modo per legiferare più velocemente. Di sicuro abbiamo un controllo del Capo dello Stato che è stato legittimato dalla stessa Corte Costituzionale. Svolge una funzione di controllo sulle caratteristiche di urgenza. L'altro controllo è quello operato del Parlamento, che in fase di conversione controlla le norme e può decidere se convertire o no o se convertirle con modificazioni. Altro controllo è quello della Corte Costituzionale, controllo preventivo, che può valutare la sua legittimità (ex post, cioè c'è un controllo successivo all'entrata in vigore della legge di conversione). 23/10 **Ripasso:** Aventi forza di legge (decreto legge e decreto legislativo): incidono sull'ordinamento giuridico e hanno la facoltà di abrogare la legge. Sono atti, che essendo sullo stesso livello, si abrogano l\'un l'altro. Il decreto legge è un provvedimento che teoricamente viene adottato in casi straordinari e di urgenza. Proprio perché c'è necessità, entra in vigore immediatamente. Un altro istituto è previsto dall'articolo 75, l'articolo che disciplina il referendum abrogativo. Notiamo come la Costituzione mette vicini l'articolo 75, 76 (decreto legislativo) e 77 (decreto legge) , perché sono tutti istituti giuridici, gli atti aventi forza di legge, che incidono sull'ordinamento a livello di fonti primarie. La differenza sta nel fatto che il referendum incide sulle fonti primarie ma in maniera negativa, cioè lavora su disposizioni esistenti, quindi facendo venir meno una norma, potenzialmente creandone una nuova. **Domande che affronteremo:** 1. La democrazia diretta viene esercitata direttamente dal popolo senza l'intermediazione dei rappresentanti. Tuttavia, per funzionare, ha bisogno di quesiti semplici (per esempio sì o no, un'alternativa o un altra), quindi non ha in sé la possibilità di favorire una discussione. Dunque, si offrono delle opzioni e il corpo elettorale sceglie su preferenza. Solitamente, il corpo elettorale chiamato ad esprimere un\'opinione su quella preferenza, non è lo stesso che ha discusso e deliberato su quali sono le opzioni. 2. La democrazia diretta non è la massima espressione di sovranità popolare. Infatti, nonostante al giorno d'oggi si abbia la possibilità di garantire una partecipazione continua, non è un potere che viene esercitato ordinariamente. 1. 2. Invece, i contesti di democrazia rappresentativa, che prevedono l'intermediazione tra corpo elettorale e rappresentanti, partono da un presupposto, che i sistemi politici si susseguono, e che la discussione è sempre mediata all'interno di un\'assemblea e una cornice costituzionale che impedisce il sistema maggioritario, quindi garantisce le minoranze. Il metodo maggioritario ha già provato storicamente che quando viene applicato, quello che che accade è lo scivolamenti in sistemi non democratici. La democrazia rappresentativa, invece, poiché dotata di una serie di meccanismi interni che non favoriscono quel tipo di scivolamento, prevede che se c'è una decisione politica, si mantiene sempre entro i limiti del contesto democratico. Con la democrazia rappresentativa, ci aspettiamo che i rappresentanti si occupino delle materie, si formino e occupino il loro tempo a fare questo. La democrazia diretta è stata riesplorata negli ultimi anni da una classe politica per non assumersi la responsabilità politica, quando abbiamo dei rappresentanti perché si informino, studino, siano competenti e prendano una decisione assumendosi la responsabilità politica. 3. - - - - - 4. Si, la nostra Costituzione lo dice chiaramente che la sovranità ha un limite. Infatti, la Costituzione prevede dei limiti espliciti e dei limiti impliciti, cioè che sono stati elaborati dalla Corte Costituzionale. **Risposte ampliate:** Che cosa vuol dire democrazia diretta ? Per democrazia diretta, in senso ampio, intendiamo tutti gli strumenti che permettono ai cittadini di fare proposte o di prendere decisioni. Nel nostro ordinamento, il referendum di tipo propositivo non esiste, cioè non abbiamo strumenti referendari che permettono di proporre qualcosa. Quindi, ci viene posta una questione e noi rispondiamo. E' una delle forme di democrazia diretta, non la massima. In Assemblea Costituente, si è discusso ampiamente del referendum, perché buona parte dei costituenti non volevano che la Costituzione prevedesse strumenti di democrazia diretta, temevano tantissimo il ricorso diretto al voto popolare su questioni delicate, in quanto il popolo quando chiamato ad esprimersi non votano ragionevolmente, ma di petto. Alla fine, si arrivò ad un compromesso, cioè ad avere delle forme di democrazia diretta, cioè il referendum, ma con molte limitazione, che rendono la via referendaria non facilmente praticabile. La nostra Costituzione che tipi di referendum prevede? - - - - è stato utilizzato una volta sola attraverso una legge costituzionale. Si è chiesto ai cittadini se erano d'accordo con il processo di integrazione europea. Si voleva dare una forte legittimazione popolare all'Unione Europea. In particolare, i referendum relativi a modifiche territoriali sono previsti se si vuole modificare delle regioni già esistenti. Quindi, i cittadini interessati alla modifica territoriale devono votare sì o no rispetto alla proposta. Sono referendum celebrati in località predefinite, cioè gli stessi territori interessati a modifiche territoriali, cioè ad una eventuale riscrittura dei confini territoriali. I referendum locali si hanno, per esempio, quando una regione approva il suo statuto, cioè la legge regionale rinforzata con la quale la regione ha delle regole che identificano chi fa cosa alla regione. Infatti, gli statuti possono essere referendari, cioè se i cittadini ritengono che lo statuto sia stato scritto male, possono chiedere un referendum. Stessa cosa riguarda la modifica delle circoscrizioni di tipo comunale e regionale, cioè se ci si vuole unire ad un altro comune bisogna chiedere al popolo. Il referendum di indirizzo è stato utilizzato una volta sola attraverso una legge costituzionale. Si è chiesto ai cittadini se erano d'accordo con il processo di integrazione europea. Il quesito da sottoporre al referendum è il seguente: «[Ritenete voi che si debba procedere alla trasformazione delle Comunità europee in una effettiva Unione, dotata di un Governo responsabile di fronte al Parlamento, affidando allo stesso Parlamento europeo il mandato di redigere un progetto di Costituzione europea da sottoporre direttamente alla ratifica degli organi competenti degli Stati membri della Comunità?]». In quel momento si decise di utilizzare questo strumento perché si voleva dare una risposta politica forte al processo di integrazione europea, cioè dire che si era d'accordo come paese, per dare all'Unione Europea una più forte legittimità popolare. **Il referendum abrogativo** Il referendum abrogativo è regolato dall'articolo 75 della nostra Costituzione. Si tratta di uno strumento che il costituente ha deciso di inserire nella Costituzione e che affida al popolo la possibilità di operare scelte di tipo legislativo ma abrogative. Quindi, il popolo, chiamato ad esprimersi, può solo determinare il venir meno dell\'efficacia di norme esistenti. Il popolo può incidere su norme esistenti facendo venir meno l\'efficacia di parti di una legge oppure di tutta una legge o un atto avente forza di legge. I cittadini possono determinare l'abrogazione di norme esistenti di rango primario. Questa è la definizione classica e generale: ai cittadini è data la facoltà di abrogare le norme esistenti o totalmente o parzialmente. In realtà, se si volesse essere precisi, ai cittadini è data la facoltà di abrogare una o più disposizioni di una legge esistente o di un atto avente forza di legge. Infatti, se cambio la disposizione di una legge, non vado ad abrogare, ma cambia il significato. L'articolo 75 dice che "è indetto referendum popolare per deliberare l\'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali\". Durante il covid, il Governo adottò un decreto legge con cui introdusse la possibilità di raccogliere queste firme attraverso il meccanismo online spid. Tuttavia, questo è un bene o un male ? Di certo, diventa molto più facile raccogliere 500mila firme. Infatti, fermare le persone e convincerle a firmare di persone è uno sforzo molto più grande, e questo i costituenti lo sapevano. Al tempo era una percentuale molto alta da raggiungere, ma ora si può raggiungere quella cifra in pochi giorni. Durante il covid era ragionevole usare lo spid, perché non ci si poteva incontrare, ma poi questa possibilità è rimasta. Si discute oggi se accettare o no lo spid, oppure se accettarlo alzando il numero di firme da raggiungere (alzare il quorum). L'ostacolo delle 500mila firme è venuto a meno oggi, quindi bisognerebbe crearne un altro se non si vuole che il referendum venga esercitato più e più volte dai cittadini.\ \ Per chiedere un referendum ci vogliono 500 mila firme dei cittadini oppure 5 Consigli Regionali. Non sono inclusi i deputati (come nel caso del referendum costituzionale) perché il Parlamento possiede già uno strumento abrogativo, cioè il procedimento legislativo (presentano un disegno di legge abrogativo). L'articolo 75 primo comma ti dice come chiedere un referendum abrogativo, mentre al secondo comma indica quali sono i limiti espliciti. Infatti, le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali non sono oggetto di referendum. La legge di bilancio non può essere sottoposta ad un referendum perché i cittadini se ne approfitterebbero (ridurrebbero le tasse da pagare, per esempio). La legge di amnistia e di indulto perché sono provvedimenti che sono stati votati da una maggioranza parlamentare amplissima, quindi molto legittimato significa che tutto il popolo e tutte le idee politiche sono d'accordo. In più, parliamo di norme che scatenerebbero nell'opinione pubblica discussioni accese. La legge di ratifica dei trattati internazionali non è sottoposta al popolo per mantenere la natura degli obblighi internazionali. **Chi ha diritto a partecipare al voto referendario ?** Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputa