Metodi di datazione e cronologia PDF

Summary

Questo documento spiega i metodi di datazione e cronologia utilizzati in archeologia. Include la datazione relativa e assoluta, le convenzioni cronologiche e le sequenze tipologiche. Si concentra sull'importanza della datazione per comprendere i cambiamenti nel tempo e le culture.

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4\. Quando? -- Metodi di datazione e cronologia 1\. Datazione relativa e datazione assoluta La datazione relativa si basa sull'idea che qualcosa sia più antico rispetto a qualcos'altro. Invece, se desideriamo conoscere l'età assoluta in anni, abbiamo bisogno di metodi di datazione assoluta. Le da...

4\. Quando? -- Metodi di datazione e cronologia 1\. Datazione relativa e datazione assoluta La datazione relativa si basa sull'idea che qualcosa sia più antico rispetto a qualcos'altro. Invece, se desideriamo conoscere l'età assoluta in anni, abbiamo bisogno di metodi di datazione assoluta. Le date assolute aiutano a determinare con quale rapidità siano avvenuti cambiamenti e se questi siano avvenuti contemporaneamente o in momenti diversi in diverse regioni del mondo. 2\. Misurazione del tempo Alcuni metodi di datazione si basano ancora sulla successione annuale delle stagioni, ma i metodi impiegati in archeologia si basano sempre più su altri processi fisici, il più importante è l'impiego di orologi radioattivi. Il grado di errore è inevitabile, e la principale fonte di errore è l'archeologo, per la scelta inappropriata dei campioni, la contaminazione di questi e l'interpretazione erronea dei risultati. 3\. Convenzioni cronologiche Gli archeologi utilizzano un sistema internazionale per indicare le date (indipendente dai calendari religiosi) basato sulla sigla BP (before present), che significa \"prima del 1950\", anno di istituzione del metodo del radiocarbonio. Gli archeologi usano questi sistemi per capire quanto è preciso un metodo di datazione. Per periodi antichi come il Paleolitico, il margine d'errore (di qualche migliaio di anni) è accettabile, tuttavia, per periodi più recenti, si cerca una maggiore precisione per datare gli eventi con maggiore accuratezza. 4\. Datazione relativa La prima tappa in gran parte della ricerca archeologica consiste nell'ordinamento delle cose in sequenze, che possono essere depositi archeologici e manufatti. Tutte queste sequenze possono essere impiegate per la datazione relativa. 5\. Stratigrafia: ordinamento degli strati archeologici La stratigrafia è lo studio della stratificazione, cioè la deposizione di strati l'uno sopra l'altro, lo strato sottostante è stato depositato prima dello strato sovrastante, e quindi lo precede nel tempo. Una successione di strati fornisce una sequenza cronologica relativa, dal più antico (quello più basso) al più recente (quello in alto). Una parte del lavoro consiste nel determinare se vi siano stati disturbi antropici o naturali degli strati. Ciò che si desidera datare non sono tanto gli strati, ma i materiali che gli esseri umani hanno lasciato in essi. Quando si dice che due oggetti sono stati trovati in associazione chiusa nello stesso deposito archeologico, si intende generalmente che sono stati sepolti contemporaneamente. Purché il deposito sia sigillato, si può affermare che gli oggetti associati non possono essere più recenti del deposito stesso. Se a uno di questi oggetti si riesce in seguito ad attribuire una data assoluta, allora quella data può essere attribuita anche agli altri oggetti in associazione chiusa con esso. Combinando la sequenza stratigrafica (cioè l'ordine degli strati di terra) con i metodi di datazione assoluta, si ottiene una base molto solida per determinare l'età di un sito archeologico. 6\. Sequenze tipologiche: confronto di oggetti Gli archeologi classificano i manufatti in base a materiale, forma e decorazione. La datazione relativa tramite tipologia si basa su due principi: Stile riconoscibile: I manufatti di una società riflettono uno stile caratteristico del periodo e del luogo in cui sono stati prodotti, essi caratterizzano la società che li ha prodotti Evoluzione graduale: Lo stile cambia lentamente nel tempo, permettendo di collegare manufatti simili a periodi vicini e differenziarli da quelli di epoche più lontane. La datazione si ottiene confrontando un manufatto con oggetti già inseriti in sequenze tipologiche consolidate, come le ceramiche, che offrono riferimenti cronologici affidabili grazie ai rapidi cambiamenti di decorazione. Altri oggetti, come strumenti litici, variano più lentamente e sono meno utili per la datazione. 6.1 Seriazione: confronto di associazioni e oggetti La SERIAZIONE è una tecnica archeologica usata per ordinare gruppi di oggetti, o associazioni di reperti, in una sequenza temporale basata su somiglianze o frequenze. L\'egittologo Petrie fu uno dei primi a sviluppare questa tecnica alla fine del XIX secolo, ordinando le tombe di un cimitero in base alle forme e decorazioni ceramiche trovate. In seguito, gli studiosi hanno osservato che lo stile di un manufatto segue una curva di diffusione: inizialmente raro, raggiunge un picco di frequenza e poi declina. Questa intuizione ha permesso di creare cronologie per siti archeologici confrontando le associazioni di manufatti. 7\. Sequenze ambientali Esiste un'altra importante classe di sequenze, basate sui cambiamenti del clima terrestre, cioè le sequenze ambientali. L'era glaciale o Pleistocene (da 1,7 milioni fino a 10.000 anni fa) non fu periodo ininterrotto di freddo, ma ci furono dei periodi intermedi più caldi, chiamati interglaciali. Questi cambiamenti climatici sono registrati nelle carote di mare profondo, nelle carote di ghiaccio e nei sedimenti contenenti pollini. 7.1 Carote di mare profondo e carote di ghiaccio Le carote di mare profondo offrono una registrazione coerente dei cambiamenti climatici grazie ai gusci di organismi marini microscopici che si depositano sul fondo. La struttura chimica dei gusci rivela la temperatura del mare quando erano in vita, correlando episodi di freddo ai periodi glaciali (avanzamento dei ghiacci) ed episodi di caldo ai periodi interglaciali (ritiro dei ghiacci). Metodi di datazione assoluta, come il radiocarbonio e l'uranio-piombo, possono essere applicati ai gusci per stabilire date precise. Anche le carote di ghiaccio forniscono importanti informazioni sui cambiamenti climatici. Gli strati di ghiaccio rappresentano depositi annuali per gli ultimi 2000-3000 anni, fornendo una cronologia assoluta. Per periodi più antichi, la stratificazione annuale non è più visibile, ma le carote possono essere correlate con le sequenze delle carote di mare profondo. Inoltre, conservano tracce di eventi come grandi eruzioni vulcaniche. 7.2 Datazione pollinica La datazione pollinica si basa sull\'analisi del polline, che è resistente e si conserva a lungo, permettendo ai palinologi di ricostruire sequenze climatiche e vegetative del passato. Il polline conservato in torbiere (ambiente caratterizzato da grande abbondanza di acqua) e sedimenti lacustri consente di attribuire a un sito una datazione relativa, anche per reperti isolati. Tuttavia, prima di fare ciò, è necessario stabilire sequenze regionali di zone polliniche. Questo metodo è particolarmente utile per periodi molto antichi, fino a 3 milioni di anni fa, in cui il radiocarbonio non è applicabile. 8\. Datazione assoluta I tre metodi più usati sono i calendari e le cronologie storiche, la dendrocronologia e la datazione con il metodo del radiocarbonio. Per eventi demografici si usa anche la datazione del DNA. 9\. Calendari e cronologie storiche Fino all\'inizio del XX secolo, la datazione si basava su cronologie e calendari antichi, ancora oggi utili. Gli archeologi, usando questi sistemi, devono ricostruire con precisione le cronologie, assicurarsi che le liste di sovrani (usate per stabilire una sequenza temporale) siano complete e correlare queste cronologie con il calendario moderno e i reperti archeologici. Le cronologie egizie e maya illustrano questo approccio. La storia egizia, suddivisa in 31 dinastie (Antico, Medio e Nuovo Regno), si basa su documenti come il Canone regio di Torino, che stima la durata dei regni fino alla conquista di Alessandro Magno (332 a.C.). La datazione può essere confermata anche tramite riferimenti astronomici presenti nei documenti egizi. 9.1 Uso di una cronologia storica Usare cronologie storiche è più semplice quando i manufatti possono essere collegati direttamente a contesti datati. Ad esempio, se un oggetto è trovato in un edificio già datato storicamente, come un tempio o una tomba, anche l'oggetto può essere datato in base a quel contesto. Manufatti come monete, che riportano nomi di governanti o date, aiutano a collocare un oggetto nel tempo. Tuttavia, datare una moneta non equivale a datare il contesto in cui è stata trovata: la moneta indica l\'anno di coniazione, ma il deposito può essere successivo. Gli archeologi utilizzano anche esportazioni e importazioni per collegare cronologie di diverse regioni, attraverso la datazione incrociata. Ad esempio, se un oggetto straniero (ad esempio ceramica greca) è trovato in un sito egizio con una datazione certa, allora si può affermare che quell'oggetto è stato prodotto prima di quella data, fornendo un terminus ante quem (un limite massimo di datazione). La datazione storica resta fondamentale in paesi con cronologie affidabili, ma dove ci sono incertezze, è necessario verificare con metodi di datazione assoluta. 10\. Cicli annuali Ogni metodo di datazione assoluta si basa su processi regolari legati al trascorrere del tempo, come il ciclo annuale della Terra intorno al Sole. Questo ciclo causa cambiamenti climatici che possono essere utilizzate per creare cronologie, a patto che siano lunghe, continue e correlate a manufatti o strutture da datare. Un esempio sono le variazioni di temperatura che influenzano lo spessore del ghiaccio polare, fornendo dati utili per la datazione. 10.1 Dendrocronologia La dendrocronologia è il metodo di datazione assoluta basato sullo studio e sul conteggio degli anelli di accrescimento annuali degli alberi, ed è stato sviluppato da Douglass. Al giorno d'oggi, la dendrocronologia trova due impieghi: Come metodo di confronto con le date radiocarboniche Come metodo di datazione assoluta 10.1.2 Basi del metodo Gli alberi producono un anello di accrescimento ogni anno, il cui spessore varia in base all'età dell'albero e al clima. Ad esempio, nelle regioni aride, piogge abbondanti generano anelli spessi, mentre nelle regioni temperate, periodi di freddo intenso producono anelli sottili. Gli alberi della stessa specie e area mostrano configurazioni simili di anelli, permettendo di confrontare legnami antichi con una cronologia già stabilita. Questo consente di costruire una cronologia precisa senza danneggiare gli alberi viventi. 10.1.4 Fattori limitanti La dendrocronologia ha alcune limitazioni che ne riducono l'applicabilità su scala mondiale: È valida solo per alberi di regioni non tropicali (stagioni non ben definite) Funziona solo con specie per cui esiste una sequenza cronologica principale, a condizione che il campione offra una registrazione abbastanza lunga per una corrispondenza univoca. La data ottenuta indica il momento dell'abbattimento dell'albero. Se gli anelli esterni (alburno) mancano, non è possibile stabilire con precisione questa data. L'archeologo deve quindi valutare il tempo trascorso tra l'abbattimento dell'albero e il suo utilizzo nel contesto archeologico. 11\. Orologi radioattivi Gli orologi radioattivi sono basati sul decadimento radioattivo. Il più noto di questi metodi è il metodo del radiocarbonio. 11.1 Datazione con il metodo del radiocarbonio Il carbonio-14 (14C) è un isotopo radioattivo che si forma nell'atmosfera e viene assorbito dagli organismi viventi tramite il ciclo del carbonio. Quando un organismo muore, smette di assorbire 14C, e la sua quantità diminuisce con un ritmo costante, chiamato tempo di dimezzamento (5730 anni). Misurando il 14C residuo in un campione, è possibile calcolarne l'età. Questo metodo, introdotto da Libby nel 1949, ha rivoluzionato l'archeologia, permettendo di datare resti organici antichi. 11.1.1 Calibrazione delle date radiocarboniche Libby inizialmente ipotizzò che la concentrazione di 14C nell\'atmosfera fosse costante, ma la dendrocronologia ha dimostrato che variava nel tempo. Prima del 1000 a.C., la concentrazione di 14C era maggiore rispetto a oggi, causando discrepanze tra le età radiocarboniche e quelle reali. Ad esempio, nel 5000 a.C., le date radiocarboniche risultano di 900 anni più recenti. Per periodi oltre la dendrocronologia (circa 12.000 anni fa, perché gli alberi più vecchi non esistono più), si utilizzano dati di coralli datati con il metodo uranio-piombo. 11.1.2 Contaminazione e interpretazione dei campioni per la datazione al radiocarbonio Le principali cause di errori nella datazione al radiocarbonio includono: Contaminazione prima del campionamento: materiali organici disciolti da acqua sotterranea possono alterare la quantità di 14C. Contaminazione durante o dopo il campionamento: contatti con materiali organici moderni possono inquinare i campioni. Contaminazione di deposizione: una comprensione errata dei processi di formazione del contesto può portare a interpretazioni imprecise. Scelta dei campioni: si preferiscono campioni con vita breve (es. ramoscelli) per minimizzare errori. Tuttavia, alcuni materiali potrebbero essere già antichi al momento del seppellimento. Per ridurre gli errori, si consiglia di ottenere una sequenza relativa interna di date, cioè si ottengono più date dal contesto per confrontarle. 11.1.3 L'importanza della datazione al radiocarbonio Questo metodo può essere usato in qualunque luogo e in qualunque clima, purché vi sia del materiale di origine organica. Può permetterci di risalire fino a 50.000 anni fa ma è troppo impreciso per poter esserci utile per gli ultimi 400 anni Importante nello stabilire cronologie generali per le culture del mondo che erano prive di proprie sequenze cronologiche. La datazione al radiocarbonio con la tecnica dell'AMS ci dà nuove possibilità, poiché possono essere datati campioni piccolissimi. 11.2 Altri metodi radiometrici Per i materiali inorganici o per quelli molto antichi si devono usare altri metodi radiometrici, che si basano sulla misurazione della radioattività naturale, ma impiegano isotopi radioattivi (tempi di dimezzamento molto più lunghi dei 5730 del carbonio 14). Questi metodi hanno due inconvenienti: Si basano su elementi chimici che si trovano meno frequentemente rispetto al carbonio I lunghi tempi di dimezzamento significano che le datazioni sono meno precise I metodi sono:  Datazione Potassio-Argon (K-Ar) Si basa sul decadimento del potassio-40 in argon-40. Utilizzato per datare rocce vulcaniche e resti archeologici fino a circa 100.000 anni fa.  Datazione Uranio-Piombo Basata sul decadimento degli isotopi dell'uranio. È utile per datare materiali come il travertino (tipo di roccia) e i denti, in un intervallo di 500.000 a 50.000 anni.  Datazione delle Tracce di Fissione Si basa sulla fissione spontanea dell\'uranio-238 in rocce e minerali, che crea tracce visibili al microscopio. Permette di determinare la data di formazione di minerali o vetro.  Datazione Termoluminescente Utilizzata per datare materiali sepolti nel suolo che sono stati cotti (come ceramica e pietra). Quando questi materiali vengono riscaldati, emettono luminescenza, che può essere misurata per determinare il tempo trascorso.  Datazione Ottica Simile alla termoluminescenza, ma utilizza la luce solare per liberare energia intrappolata nei minerali. Misura la luminescenza dopo che i minerali sono stati esposti alla luce e sepolti.  Datazione tramite Risonanza di Spin Elettronico (ESR) Simile alla termoluminescenza, ma utilizzata per materiali che si decompongono quando riscaldati. È particolarmente utile per lo smalto dentario.  Datazione Archeomagnetica e Inversioni Geomagnetiche Si basa sull\'orientamento del campo magnetico terrestre registrato in argilla cotta. Le inversioni del campo magnetico possono anche essere usate per datare materiali del Paleolitico.  Datazione del DNA Utilizza mutazioni genetiche per studiare eventi demografici, come migrazioni umane, e datare la comparsa di nuove categorie genetiche. In sintesi, questi metodi permettono di datare eventi geologici e archeologici utilizzando vari tipi di radiazione, fenomeni magnetici e mutazioni genetiche. 12\. Cronologia del mondo Grazie all'applicazione delle varie tecniche di datazione è possibile riassumere la cronologia archeologica del mondo. La storia umana comincia nell'Africa orientale con la comparsa dei primi ominidi Australopithecus (4-5 milioni di anni fa) A circa 2 milioni di anni fa abbiamo le evidenze fossili dell'Homo habilis I più antichi strumentari sono noti come industria litica olduvaiana L'Homo erectus ha l'encefalo più grande dell'Homo habilis, e produceva strumenti litici a forma di goccia, come le asce a mano acheuleane. Ha colonizzato il resto dell'Africa e l'Asia meridionale Nel Paleolitico medio (200.000-40.000 anni fa) compare l'Homo sapiens L'Homo sapiens sapiens compare 100.000 anni fa Gli eventi della preistoria da ricordare sono lo sviluppo della produzione alimentare, con la transizione dalla caccia-raccolta alla produzione alimentare. 6\. Qual era l'ambiente? Che cosa mangiavano? (!!!) L'ambiente e la dieta sono i due fattori fondamentali della vita umana: L'ambiente governa la vita, animale e vegetale, attraverso fattori come latitudine e longitudine, forma del suolo e clima. Questi fattori determinano come e dove gli esseri umani hanno vissuto. La dieta è il regime alimentare delle popolazioni, informazione fornita dai resti vegetali e animali, dai residui trovati sui manufatti e dallo studio dei resti umani. La sussistenza è la ricerca del cibo, ed è una delle necessità principali 1\. Fonti principali di evidenze Esistono due fonti principali di evidenze: i resti vegetali e i resti animali. La loro analisi rivela la flora e la fauna di un particolare tempo e luogo ma, data la sensibilità di alcune specie vegetali e animali al cambiamento climatico, permetterà anche di determinare quale avrebbe potuto essere l'ambiente regionale (un'area ampia, come una pianura o una catena montuosa) e quale quello locale (una valle o un bacino fluviale specifico) Sulla terra: gli anelli di accrescimento annuali degli alberi sono una buona fonte di informazione per gli ultimi 10.000 anni. Lo spessore dipende dal clima (in primavera gli anelli crescono più rapidamente rispetto all\'inverno) e, più elevata è l'umidità, maggiore è lo spessore dell'anello annuale. Questi anelli costituiscono un importante metodo di datazione, la dendrocronologia. Le variazioni di anno in anno e di decennio in decennio si manifestano molto più chiaramente negli anelli di accrescimento degli alberi che nelle carote di ghiaccio; inoltre, essi possono registrare anche cambiamenti improvvisi e drastici del clima. Questo indica chiaramente che i resti organici costituiscono la fonte più ricca Nelle acque: in alcune aree i sedimenti marini sono costituiti principalmente da microfossili che si depositano sul fondale quando muoiono che aiutano a ricostruire le condizioni ambientali del passato. È possibile ricostruirle anche studiando le carote di mare profondo e le carote di ghiaccio. Per datare i differenti strati presenti nella carota si impiegano il metodo del radiocarbonio, del paleomagnetismo o il metodo uranio-piombo. Nell'aria: l'analisi degli isotopi dell'ossigeno (O16 e O18) nelle precipitazioni rivela differenze di temperatura e informazioni sui venti e le precipitazioni delle epoche passate. 2\. Ricostruzione dell'ambiente delle piante Con lo studio archeologico delle piante si tenta di ricostruire quale fosse la vegetazione del passato in un particolare periodo di tempo o in un particolare luogo; inoltre, le piante sono alla base della catena alimentare. 2.1 Resti microbotanici La palinologia è lo studio dei granuli pollinici, sviluppato dal geologo svedese Lennart von Post all\'inizio del Novecento. Fornisce informazioni su cronologia, ambiente e deforestazione, ma non offre un quadro completo degli ambienti naturali passati, bensì traccia le fluttuazioni della vegetazione nel tempo (cambiamenti nella presenza e nella quantità delle piante in un\'area durante diversi periodi storici) Può analizzare dati molto antichi, come i sedimenti dell\'Hadar e della valle dell\'Omo in Etiopia (circa 3 milioni di anni fa), che rivelano la presenza di piante tropicali umide. I granuli pollinici, hanno un rivestimento esterno (esina) indistruttibile, si conservano in certi sedimenti per decine di migliaia di anni, soprattutto in ambienti acidi e poveri di ossigeno come torbiere e fondali lacustri. L\'analisi avviene al microscopio, identificando le esine per forma e decorazione superficiale, e i risultati sono rappresentati in diagrammi pollinici. I fitoliti sono microscopici scheletri minerali formati da silice che si accumula nelle cellule delle piante. I fitoliti si conservano dopo che il resto dell'organismo vegetale si è decomposto o è stato bruciato. Questo li rende utili per studiare le piante utilizzate dagli esseri umani e ricostruire gli ambienti passati Le diatomee sono alghe unicellulari le cui pareti sono fatte di silice anziché cellulosa. I solidi gusci silicizzati si conservano per migliaia di anni e si accumulano in grandi quantità sul fondo dei corpi d'acqua. Il procedimento di identificazione è simile a quello impiegato in palinologia (i gusci vengono analizzati al microscopio e classificati in base alla forma e alla struttura). L\'analisi dei loro resti permette di ricostruire ambienti acquatici e cambiamenti climatici passati. 2.2 Resti macrobotanici I resti vegetali di grandi dimensioni offrono informazioni sulle piante presenti in un determinato sito, su quelle consumate e utilizzate dalle popolazioni antiche. Il loro recupero è stato reso più efficace grazie a tecniche come la setacciatura e la flottazione, che separano il materiale organico dal suolo. Durante la flottazione, il campione di suolo viene immerso in acqua, e il materiale organico galleggiante viene raccolto e successivamente identificato dopo essiccamento. I resti vegetali possono essere trovati anche in contesti come gli stomaci degli animali, i coproliti (feci fossilizzate), i denti e gli strumenti litici. I resti sono di vari tipi: I semi e frutti antichi possono essere identificati e, attraverso l\'analisi chimica dei residui, è possibile determinare quali specie vegetali erano presenti nel territorio. Una grande quantità di informazioni sulla vegetazione dei periodi meno remoti si può ottenere dalle opere d'arte, dai testi e persino dalle fotografie Il carbone di legna e i semi carbonizzati sono utili per la datazione al radiocarbonio, che permette di determinare l\'età di questi materiali. Molti campioni di carbone provengono dalla legna usata per il fuoco, ma altri provengono da strutture o attrezzi bruciati. Questi campioni riflettono la scelta di legname fatta dalle popolazioni antiche, quindi non è una rappresentazione completa delle specie vegetali presenti nel sito, può fornire informazioni sull'adattamento dell'uomo all'ambiente. Negli scavi della Boomplas Cave in Sudafrica, risalenti a oltre 70.000 anni fa, il carbone di legna mostra differenze tra i periodi glaciali e quelli successivi. Durante i periodi di freddo estremo, la diversità vegetale era ridotta, mentre nei periodi più caldi e umidi aumentava. Oggi gli archeologi mirano a conoscere meglio l'utilizzo delle piante da parte dell'uomo nelle economie basate sulla caccia e la raccolta e nell'agricoltura: quali erano importanti nella dieta e come venivano raccolte o coltivate, sottoposte a trattamento, immagazzinate e cucinate. I residui chimici nei resti vegetali, come proteine, lipidi e DNA, offrono nuove opportunità di identificazione dettagliata, incluso il ricostruire gli alberi genealogici delle piante e il commercio di prodotti vegetali. Impronte di resti vegetali sono piuttosto comuni nell'argilla cotta e provano almeno che la specie in questione era presente nel luogo in cui l'argilla veniva lavorata Un tema centrale dell\'archeologia è la domesticazione delle piante selvatiche perché ciò getta luce su uno degli aspetti più cruciali della storia: la transizione da uno stile di vita mobile (cacciatori, raccoglitori) a uno sedentario (agricolo). Distinguere tra varietà selvatiche e domestiche è difficile, poiché molti tipi di coltivazione non modificano la morfologia della pianta. La transizione dallo stato selvatico a quello domestico può richiedere da 20 a 200 anni. In alcuni casi, però, come nella scoperta di Smith sui semi carbonizzati di chenopodio a Russell Cave, si può identificare chiaramente la domesticazione di una specie. 3\. Ricostruzione dell'ambiente degli animali Nel XIX secolo, gli archeologi utilizzarono i resti animali come i primi reperti per ricostruire il clima dei periodi preistorici. Osservarono che la presenza, l\'assenza o l\'abbondanza di specie in certi strati rifletteva possibili cambiamenti climatici. Si studia inoltre come questi resti siano giunti nei siti, distinguendo tra cause naturali e interventi di carnivori o esseri umani, per valutare quanto rappresentino la fauna del periodo. 3.1 Microfauna Gli animali di piccola taglia (microfauna) sono un indicatore più sensibile e accurato dei cambiamenti climatici e ambientali rispetto alle specie più grandi, perché sono più sensibili alle piccole variazioni del clima e vi si adattano in maniera più rapida. I suoi resti si accumulano naturalmente, riflettendo meglio l\'ambiente locale, sebbene possano essere influenzati da fattori esterni, come la dispersione dovuta a predatori (ossa trovate nelle feci dei rapaci potrebbero appartenere ad animali catturati altrove). Le conchiglie di molluschi terrestri e marini forniscono informazioni sulle condizioni climatiche, come temperatura e piovosità, e sul microambiente costiero, ma l\'adattabilità delle specie e la lenta dispersione possono influire sull\'interpretazione. 3.2 Macrofauna I resti dei grandi animali rinvenuti nei siti archeologici possono aiutarci soprattutto a ricostruire la dieta umana del passato. Le ossa provenienti da animali uccisi da uomini o da carnivori sono state selezionate (dal cacciatore o dal carnivoro) e quindi non sono in grado di rispecchiare accuratamente l'intera gamma di specie animali presenti nell'ambiente. Perciò, l'ideale è trovare accumuli di resti animali causati da eventi o catastrofi naturali (inondazioni o eruzioni vulcaniche, per esempio). L'anatomia, e in particolare la dentatura degli animali, può fornirci informazioni sulla loro dieta, e quindi, nel caso degli erbivori, sul tipo di vegetazione preferito. La maggior parte delle informazioni provengono dagli studi condotti su specie moderne, nell'ipotesi che il comportamento non sia cambiato a partire dal periodo in questione. 4\. L'indagine sulla dieta, la stagionalità e la domesticazione in base ai resti animali La dieta: anche se i cibi di origine vegetale hanno sempre costituito la parte principale della dieta, tranne ad altitudini elevate come nell'Artide, la carne è stata considerata più importante, sia come cibo sia come dimostrazione della bravura del cacciatore o dello status sociale del pastore. Inoltre, i resti animali sono solitamente conservati meglio e sono stati studiati fin dai primordi dell'archeologia. L'archeologo deve decidere se essi siano presenti per effetto dell'attività umana oppure per cause naturali o per azioni di altri predatori. Inoltre, potrebbero essere stati utilizzati in passato anche per altri scopi non legati all'alimentazione, come le pelli d'abbigliamento o le ossa per costruire strumenti. Molte ossa con segni di utilizzo non sono sempre però associate a strumenti, e molte ricerche sono dirette attualmente per trovare dei metodi per distinguerli da altre tracce, come graffiature provocate da denti di animali, da radici di piante o abrasioni prodotte da particelle sedimentarie, è necessario quindi esaminare con attenzione il contesto e il contenuto dei campioni Deduzione dell'età, del sesso e della stagionalità della macro fauna: la distinzione del sesso di un animale è facile nei casi in cui il maschio possiede le corna, i canini, le zanne o è presente un osso penico, o quando la femmina ha differente struttura pelvica; anche la misura delle ossa (piede) fornisce due gruppi distinti di risultati. L'età di un animale può essere determinata in base a caratteristiche come il grado di chiusura delle suture craniche (le linee che separano le ossa craniche), e viene poi stimata attraverso il confronto con i dati relativi nelle popolazioni moderne. Nel caso dei mammiferi, l'età al momento della morte viene spesso stimata osservando i denti: si guarda quando sono spuntati (eruzione) e quanto sono consumati (usura). Per capire in quale stagione l'animale è stato ucciso (stagionalità), si analizzano specie che sono presenti solo in certi periodi dell'anno (ad esempio, se si trova un animale che vive solo in primavera, si può dedurre che sia stato ucciso in quella stagione) Domesticazione degli animali: La domesticazione degli animali avviene quando l'uomo modifica le loro abitudini riproduttive, causando cambiamenti fisici rispetto agli animali selvatici. Indizi di domesticazione includono l'utilizzo di strumenti agricoli, segni di deformità o malattie nelle ossa (causato dal lavoro intenso) nei cavalli e nei bovini. Gli archeologi distinguono tra selvatici e domesticati, studiando il processo anche tramite il DNA. 5\. Sussistenza e dieta La sussistenza di una popolazione riguarda i prodotti prelevati dall'ambiente per il sostentamento. Si distingue tra: Pasti: evidenze dirette di cibi e bevande consumati in momenti specifici, ricostruibili tramite testimonianze scritte, rappresentazioni artistiche, etnoarcheologia (studio dei materiali) e resti alimentari. Dieta o regime alimentare: insieme di alimenti consumati su un lungo periodo, studiabile attraverso metodi come l'analisi delle ossa umane, che forniscono informazioni sull'equilibrio tra alimenti di origine marina e terrestre e sulle differenze sociali nell'alimentazione. Le principali informazioni sulla sussistenza primitiva derivano dai resti alimentari. Due discipline fondamentali sono: Zooarcheologia: studio dell'uso degli animali nel passato. Paleo etnobotanica: studio dell'uso delle piante nel passato. 6\. Valutazione della dieta in base ai resti umani 6.1 Pasti individuali La presenza di un alimento nello stomaco o nelle feci rappresenta l\'unica prova certa del suo consumo da parte dell\'uomo: Contenuto dello stomaco: Si conserva raramente, con eccezioni come i corpi delle torbiere. Questi forniscono informazioni sulla dieta, ma potrebbero riflettere pasti straordinari legati a sacrifici o esecuzioni, non la dieta quotidiana. Materiale fecale: Conservato solo in condizioni estreme (siti molto aridi o umidi), può contenere una varietà di microresti (ossa, vegetali, semi, resti animali, ecc.). Gli escrementi riflettono pasti singoli e forniscono dati limitati alla dieta a breve termine. Per analizzare la dieta complessiva di un individuo nell\'arco della vita, si studia lo scheletro. 6.2 I denti umani come evidenze della dieta I denti, grazie alla loro eccellente conservazione, offrono preziose informazioni sulla dieta. L\'analisi microscopica delle abrasioni dello smalto dentario rivela: Tipologia di alimenti: Striature diverse indicano il consumo di carne o vegetazione e il ruolo del processo di cottura. Evoluzione della dieta: Confronti con fossili antichi mostrano una riduzione dello sforzo di masticazione e una diminuzione dell\'importanza della carne, coincidente con una dieta più varia e tecniche di cottura migliorate. 6.3 Metodi isotopici: la dieta nell'arco della vita L\'analisi isotopica dello smalto dentario e del collagene osseo fornisce informazioni sulla dieta a lungo termine. Isotopi del carbonio (12 e 13): Permettono di distinguere tra piante temperate, tropicali e marine. Trasmissione lungo la catena alimentare: Le firme chimiche delle piante si fissano nei tessuti ossei degli animali e degli esseri umani, indicando se la dieta era basata su alimenti terrestri o marini.

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