Summary

Questo documento tratta le tecniche di ricognizione e scavo in archeologia. Vengono descritti diversi metodi, dai più tradizionali a quelli più moderni, come la documentazione e l'interpretazione dei dati in relazione a ipotesi iniziali, la rilevanza di metodi non distruttivi e le analisi di siti e manufatti. Diverse sono le metodologie utilizzate, come ricerche su campo e quelle eseguite attraverso analisi di immagini aeree o di dati satellitari. Il documento si conclude menzionando l'importanza della corretta catalogazione dei reperti e della loro classificazione.

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3\. Dove? -- Ricognizione e scavo di siti e di elementi archeologici L\'attività dell\'archeologo non si limita più solo alla scoperta e allo scavo di siti, ma si concentra anche sull\'analisi di evidenze "fuori sito" o "non-sito", come dispersioni di manufatti e strutture archeologiche. Lo studio...

3\. Dove? -- Ricognizione e scavo di siti e di elementi archeologici L\'attività dell\'archeologo non si limita più solo alla scoperta e allo scavo di siti, ma si concentra anche sull\'analisi di evidenze "fuori sito" o "non-sito", come dispersioni di manufatti e strutture archeologiche. Lo studio dei paesaggi attraverso ricognizioni regionali è fondamentale, e il metodo principale per individuare nuovi materiali è la ricognizione, sia al suolo che dall\'alto. Sebbene un tempo l\'archeologia si concentrasse principalmente sugli scavi, oggi si riconosce che lo scavo è un processo distruttivo, unico e irripetibile. Per questo, si preferiscono metodi non distruttivi, come la ricognizione di superficie o il telerilevamento, che spesso forniscono informazioni sufficienti per interpretare i siti senza la necessità di scavi estesi. Lo scavo viene considerato essenziale solo quando un sito rischia di essere distrutto. Ogni progetto archeologico inizia con un piano dettagliato, chiamato progetto di ricerca, che include: 1\. La formulazione di una strategia per risolvere un problema o verificare un\'ipotesi. 2\. La raccolta e documentazione delle evidenze rispetto alle quali verificare l'ipotesi tramite un\'équipe di specialisti e il lavoro sul campo. 3\. L\'analisi e l\'interpretazione dei dati in relazione all\'ipotesi originale. 4\. La pubblicazione dei risultati. Questo approccio garantisce rigore scientifico e rispetto per il patrimonio archeologico. 1\. Localizzazione di siti ed elementi archeologici Un compito dell'archeologo è localizzare e documentare la posizione di siti e strutture archeologiche. Molti monumenti non sono mai andati perduti: le piramidi d'Egitto, per esempio, sono sempre state conosciute di generazione in generazione, così come la Grande Muraglia cinese. Non tutti i siti andati perduti sono stati riscoperti dagli archeologi: un numero rilevante di siti sono stati scoperti per caso (come nel caso di Ötzi, scoperto da degli escursionisti). Si può stabilire una distinzione pratica tra l'identificazione dei siti attraverso il loro riconoscimento al suolo e l'identificazione dall'alto o dallo spazio (ricognizione aerea), anche se un progetto di lavoro sul campo impiegherà generalmente entrambi i tipi di ricognizione. 1.1 Riconoscimento al suolo 1.1.1 Fonti documentarie Schliemann individuò Troia , seguendo un'analisi della città stessa nei periodi, Una vicenda simile più recente è la localizzazione di un insediamento vichingo grazie agli indizi contenuti nelle saghe vichinghe medievali (isole di Terranova) In modo simile, l'archeologia biblica moderna si occupa della ricerca di luoghi menzionati nel nuovo e Antico testamenti, sfruttando la Bibbia come fonte documentaria. Tuttavia, l'influenza della fede può talvolta compromettere un'analisi imparziale dei testi. Anche i dati toponomastici, come i nomi di luoghi legati a concetti di "pietra" o "tomba", si rivelano utili nella scoperta di siti archeologici, come dimostrano le tombe trovate nell'Europa sudoccidentale. Questi approcci evidenziano l'importanza delle fonti storiche e geografiche nell'archeologia. 1.1.2 Tutela della risorsa culturale archeologica e archeologia di salvataggio L'archeologo ha il compito di localizzare e documentare i siti, in alcuni casi prima che vengano distrutti dalla costruzione di nuove strade, edifici o dighe. Un accordo con l'impresa di costruzione dovrebbe permettere di procedere alla ricognizione archeologica lungo tutto il tracciato della strada da costruire prima che comincino i lavori. 1.1.3 Ricognizione di riconoscimento Il metodo tradizionale per individuare siti archeologici si basa sulla ricerca di resti visibili, come edifici o tumuli funerari, e sulle dispersioni di manufatti in superficie, analizzate con la ricognizione di riconoscimento. Questo approccio permette di studiare sia i siti principali sia le aree con bassa densità di manufatti, spesso legate ad attività umane rilevanti ma difficili da individuare, ed è particolarmente utile in regioni in cui popolazioni mobili hanno lasciato tracce sparse, contribuendo alla ricostruzione della piena utilizzazione del paesaggio umano. Inoltre, questo metodo supporta lo studio di pattern insediativi, ossia la distribuzione e l'organizzazione dei siti in un'area. La ricognizione di riconoscimento si è evoluta a indagine indipendente, che è in grado di ottenere informazioni diverse da quelle acquisite con lo scavo. In alcuni casi lo scavo non può avvenire affatto: lo scavo moderno è lento e costoso, mentre la ricognizione è poco costosa, rapida e non distruttiva. Gli archeologi scelgono un approccio di questo tipo come fonte di dati su scala regionale per indagare problemi che interessano e che lo scavo non è in grado di risolvere. La ricognizione di riconoscimento comprende un'ampia gamma di tecniche: l'identificazione di siti, la documentazione, la raccolta di manufatti e il campionamento di risorse naturali (pietra e argilla). Gran parte della ricognizione si prefigge di studiare la distribuzione spaziale delle attività umane, i cambiamenti nel corso del tempo e le relazioni tra popolazioni, terre e risorse 1.1.4 La pratica della ricognizione di riconoscimento Per raccogliere dati archeologici su scala regionale con il minimo costo e lavoro, è necessario: Definire i confini della regione, che possono essere naturali, culturali o arbitrari. Analizzare i processi storici e naturali che possono aver coperto o alterato i materiali di superficie. Analizzare i fattori ambientali e logistici, come il tempo disponibile, le risorse, e la difficoltà di accesso all\'area. Gli ambienti aridi sono più adatti per la ricognizione, mentre foreste pluviali o aree con comunità mobili lasciano tracce meno visibili, richiedendo approcci diversificati. Esistono due metodi principali di ricognizione: 1\. Ricognizione asistematica: è più semplice, richiede di percorrere a piedi ogni parte dell'area, di perlustrare la striscia di terreno sulla quale si cammina, di raccogliere o esaminare manufatti in superficie e di registrare la loro posizione, semplice e flessibile, ma può distorcere i risultati perché i ricercatori tendono a concentrarsi su aree apparentemente più ricche. 2\. Ricognizione sistematica: più affidabile, utilizza griglie o transetti per suddividere e analizzare in modo uniforme un'area, spesso selezionando settori rappresentativi attraverso campionamento. Gran parte delle ricognizioni moderne sono condotte in modo sistematico, con una griglia o una serie di transetti equidistanti in tutta l'area, che viene suddivisa in settori percorsi sistematicamente. È spesso impossibile sottoporre l'intera area alla ricognizione, perciò gli archeologi impiegano una strategia di campionamento con cui scelgono certi settori da sottoporre a ricerca. La ricognizione fornisce poche informazioni\\dati su un grande numero di siti\\su vasta scala e può essere ripetuta, mentre lo scavo fornisce maggiori informazioni su un\'area specifica più ridotta ed è irripetibile. Entrambi i metodi sono complementari e a volte integrati per risolvere problemi cronologici o di dettaglio. 1.1.5 Ricognizione estensiva e ricognizione intensiva La ricognizione archeologica può essere: estensiva, combinando i risultati di vari progetti per analizzare i cambiamenti del paesaggio su larga scala intensiva, focalizzandosi su un singolo grande sito o gruppo di siti. La ricognizione al suolo è fondamentale e viene spesso preceduta o integrata da ricognizioni aeree, grazie alle fotografie aeree che offrono una visione d'insieme a partire dal xx secolo. Strategie di campionamento, tipi di campionamento Il campionamento è una tecnica utilizzata per selezionare in modo sistematico o rappresentativo una porzione di un\'area o di un sito da studiare. Questa metodologia consente agli archeologi di ottenere informazioni significative senza dover esaminare l\'intera regione, risparmiando tempo, risorse e denaro. Casuale semplice: le aree da campionare sono scelte mediante una tavola di numeri casuali. Così facendo, ad alcune aree vengono assegnati più quadrati, mentre in altre nessuno (campione distorto). Casuale stratificato: la regione o il sito vengono suddivisi nelle loro zone naturali, o strati (foreste e terre coltivate) e i quadrati vengono scelti con il procedimento basato sui numeri casuali, solo che il numero di quadrati di ciascuna zona è direttamente proporzionale alla sua area. Sistematico: griglia i cui quadrati hanno posizioni equidistanti, uno si e uno no, ma si corre il rischio di mancare ogni singolo esempio in un pattern di distribuzione regolare (distorto). Sistematico stratificato non allineato: combina i metodi precedenti per evitare distorsioni e garantire uniformità. Transetti vs quadretti: Transetti percorsi rettilinei che possono essere divisi in unità: utili su larga scala, soprattutto in aree difficili come foreste pluviali. utili per registrare la densità di manufatti. Quadrati: espongono un'area maggiore e aumentano la probabilità di individuare siti. La combinazione di transetti e quadrati offre i migliori risultati, adattandosi alle esigenze specifiche di ogni ricognizione. 1.2 Ricognizione aerea La ricognizione aerea non è usata solo per la scoperta di siti archeologici, ma è importante per la documentazione, l'interpretazione e il monitoraggio dei cambiamenti che subiscono nel tempo. 1.2.1 Come si utilizzano le immagini aeree? La Prima Guerra Mondiale diede un grande impulso: infatti, gli archeologi scoprono che la chiarezza delle fotografie aeree riprese può fornire un aiuto. La fotografia aerea obliqua è un processo selettivo, che implica un giudizio, a differenza della vista non selettiva ottenuta con la fotografia aerea verticale (richiede una maggiore capacità di interpretazione a causa della prospettiva distorta, delle difficoltà di misurazione e della variabilità dell\'illuminazione) Le fotografie oblique sono usate anche per la preparazione delle carte archeologiche. 1.2.2 L'identificazione di siti archeologici dall'alto Il telerilevamento remoto consente di individuare siti archeologici tramite alterazioni del suolo o del sottosuolo causate da elementi sepolti o sovrapposti, come fossati, tumuli o muri. Queste alterazioni, che possono derivare da attività umane o naturali, vengono rilevate da: Luci e ombre: visibili nelle immagini aeree, rendono visibili avvallamenti, rilievi o altri elementi. Tempismo critico: L'ora del giorno e la stagione influenzano la visibilità dei dettagli; spesso è necessario acquisire immagini in diversi momenti per ottenere informazioni ottimali. Un esaminatore esperto può distinguere tra elementi archeologici e disturbi causati da eventi naturali o attività recenti, sfruttando la capacità del telerilevamento di documentare variazioni fisiche difficilmente visibili al suolo 1.2.3 Fotointerpretazione e foto restituzione La fotointerpretazione è una tecnica utilizzata in archeologia per analizzare fotografie aeree, e identificare tracce visibili sul terreno (come i soilmark, variazioni nel colore del suolo) che possono indicare strutture o resti archeologici. È necessario studiare le fotografie, raccolte nel corso degli anni, per compilare delle planimetrie che possono identificare punti chiave da scavare, contestualizzare i dati raccolti o essere usate come punto di partenza per ricerche. Le fotografie aeree sono particolarmente utili per costruire mappe su larga scala di aree archeologiche, poiché consentono di osservare elementi che non sono facilmente visibili da terra. Adesso i dati della fotointerpretazione vengono spesso digitalizzati e integrati nei Sistemi Informativi Geografici (GIS) 1.2.4 Sviluppi recenti Le nuove tecnologie digitali migliorano la fotointerpretazione archeologica grazie all'elaborazione delle immagini, che aumenta nitidezza e contrasto. La manipolazione digitale permette di adattare le immagini alle mappe, mentre software avanzati combinano fotografie scattate in periodi o aree diverse, utile per siti distribuiti su più campi. Questi strumenti migliorano la precisione, l'efficienza e la gestione dei dati, offrendo una visione più completa e integrata dei siti archeologici. 1.2.5 Fotografia satellitare Le fotografie riprese dai satelliti trovano un'applicazione limitata in archeologia, perché la loro scala è enorme, ma le immagini riprese dai satelliti LANDSAT si sono dimostrate utili. Queste immagini sono usate per ricostruire strutture archeologiche su grande scala, come antichi sistemi di argini in Mesopotamia. La più notevole applicazione in archeologia è stata in Mesoamerica: nel 1983 gli scienziati della NASA trovano una vasta rete di campi coltivati e insediamenti maya nello Yucatan (le rovine apparivano in falsi colori, come punti blu, rosa e rossi). Recentemente, le vaste rovine del complesso dei templi di Angkor (Cambogia), sono state sottoposte a nuovi studi, in cui sono state impiegate immagini radar ad alta risoluzione riprese dallo Shuttle. L'applicazione di queste tecniche rimane limitata, poiché i costi sono alti. RIASSUNTO Localizzazione dei siti mediante la ricognizione aerea Fotografia aerea → possono essere oblique (migliore prospettiva) oppure verticali (migliore per preparazione di piante o carte). Le strutture archeologiche visibili dall'alto sono classificate come earthwork, soilmark e cropmark Fotografia satellitare → utile sulle scale più grandi, per mappare siti o per ricostruire antichi sistemi di irrigazione 1.3 GIS (Geographic Information System) Il GIS (Sistemi Informativi Geografici) è una tecnologia che combina un database con strumenti di cartografia digitale è progettata per raccogliere, archiviare, analizzare e visualizzare dati spaziali. Può includere dati topografici, ambientali e archeologici, per facilitare l'elaborazione di tutte le informazioni, queste vengono suddivise in differenti strati di mappa ciascuno dei quali rappresenta una variabile I GIS raccolgono diversi tipi di dati purchè siano localizzabili nello spazio, come fotografie satellitari e aeree, utili per analisi territoriali e ricognizioni. In archeologia, uno degli usi principali è la creazione di modelli predittivi per localizzare siti di interesse. 2\. Valutazione dell'assetto dei siti e degli elementi archeologici Localizzare e documentare siti è la prima fase del lavoro sul campo, mentre la fase successiva è la valutazione dell'assetto dei siti. 2.1 Ricognizione di superficie di un sito Durante un\'indagine archeologica di superficie, si studia la distribuzione degli elementi conservati e si raccolgono i manufatti visibili. Se i manufatti provengono da contesti disturbati o sono troppo numerosi, non sempre si mappa la posizione individuale, preferendo il campionamento (raccogliere solo una parte rappresentativa dei manufatti per analisi e studio). Se le risorse (tempo, personale e fondi) lo permettono, si può raccogliere tutto il materiale presente nell\'area del sito per un\'analisi più completa. 2.1.1 Attendibilità dei reperti di superficie La raccolta dei manufatti in superficie è usata per datare i siti archeologici e, talvolta, sostituisce lo scavo. I siti con un solo periodo di occupazione offrono dati superficiali più affidabili, e, analogamente, i siti profondi e appartenenti a più periodi di occupazione presentano in superficie poche tracce dei livelli più antichi, anche se non è sempre vero: in Siria, per esempio sono stati identificati manufatti di 15 periodi diversi) La ricognizione di superficie ha dimostrato che molti siti rappresentano più periodi, riflettendo varie fasi storiche. Per valutare l\'estensione di un sito, si eseguono saggi di scavo (piccole aree scavate di pochi metri quadrati) e si usano tecniche di prospezione del sottosuolo (come i radar) per poter rilevare strutture archeologiche senza scavare, sia prima che dopo lo scavo. 2.2 Prospezione del sottosuolo 2.2.1 Sondaggi La prospezione del sottosuolo consiste nell\'utilizzo di aste metalliche e trivelle per sondare il terreno, annotando le posizioni in cui si incontrano corpi solidi o cavità, permettono anche di riportare in superficie campioni di suolo, utili per l\'analisi. Un perfezionamento di questa tecnica fu apportato dall'italiano Lerici, negli anni Cinquanta, e lo applicò anche alle tombe etrusche. Egli localizzò la posizione della tomba mediante la fotografia aerea e la misurazione della resistività del suolo, e pratica in essa un foro in cui inserisce un tubo (l'estremità, periscopio, lampada e fotocamera) con cui osservava l'ambiente. Lerici esaminò le tombe in questo modo, ma le trovò vuote. 2.2.2 Saggi di scavo con la pala (Shovel-Test Pit o STP) Consiste nello scavare piccoli pozzi equidistanti l'uno dall'altro. Questi pozzi servono a mostrare ciò che un'area può offrire e identificare l'estensione del sito. 2.3 Telerilevamento al suolo Le tecniche di sondaggio sono utili, ma implicano un disturbo del sito. Esiste un'ampia gamma di tecniche non distruttive ideali. Si tratta di sistemi di prospezione geofisica che possono essere attivi (iniettano forme di energia attraverso il suolo per ottenere risposte) o passivi (senza utilizzo di energia). 2.3.1 Metodi elettromagnetici Il georadar (GPR) è una tecnica non invasiva che utilizza impulsi radio per rilevare e misurare la profondità di discontinuità nel sottosuolo, come variazioni del terreno o strutture archeologiche. Un emettitore invia impulsi, i cui echi riflessi vengono registrati da un ricevitore. I dati raccolti sono elaborati digitalmente per creare mappe di sezioni orizzontali a diverse profondità, rappresentate con colori per facilitarne l\'interpretazione. Questa tecnica è utile per identificare strutture sepolte, mappare siti e pianificare scavi in modo rapido e preciso, senza danneggiare il sito archeologico 2.3.2 Resistività elettrica La resistività elettrica del suolo dipende dal suo contenuto di umidità: +++ l\'umidità \-- è la resistenza elettrica, quindi il suolo conduce meglio la corrente. Un strumento di misurazione della resistività rileva i livelli di resistenza nel sottosuolo. Ex: Strutture come fossati o pozzi trattengono più umidità e hanno una resistività inferiore rispetto a muri o strade di pietra. Il procedimento prevede l\'inserimento di due sonde fisse nel suolo e l\'uso di sonde mobili per effettuare le misurazioni. 3\. Lo scavo Lo scavo ha un ruolo centrale perché fornisce le evidenze più attendibili per: Le attività umane in un particolare periodo I cambiamenti delle attività da un periodo all'altro Le attività contemporanee si svolgono orizzontalmente nello spazio, mentre i cambiamenti avvengono verticalmente: è questa distinzione che forma la base della metodologia di scavo. Nella dimensione orizzontale si prova che le attività si svolsero contemporaneamente, dimostrando che i manufatti e gli elementi sono presenti in un contesto non disturbato. Scopo principale dei procedimenti di ricognizione è selezionare siti destinati allo scavo che siano non disturbati. Ci possono essere diversi tipi di siti: Sito che presenta un solo periodo di occupazione un esempio è un accampamento in Africa orientale Sito che presenta più periodi è impossibile trovare grandi aree di depositi non disturbati, in questi casi si devono ricostruire le cause del disturbo e interpretarlo, poi si deve effettuare una documentazione 3.1 Stratigrafia La stratigrafia è lo studio degli strati archeologici trovati durante gli scavi, che obbedisce al principio di sovrapposizione, che stabilisce che uno strato inferiore è più antico di quello sovrastante. Sebbene gli strati più profondi siano generalmente più antichi, la datazione dei loro materiali può essere influenzata da fenomeni come l\'erosione o la discontinuità del terreno. Gli archeologi utilizzano metodi per verificare se i manufatti siano contemporanei o se siano stati intrusi in strati più antichi. In sintesi, la stratigrafia si occupa dell\'analisi e validazione della sequenza degli strati e del loro contenuto, sia dal punto di vista temporale che spaziale. 3.2 Metodi di scavo Il valore dello scavo dipende dai metodi di recupero e documentazione, che vanno adattati agli obiettivi della ricerca e alla natura del sito. I metodi di scavo si possono suddividere in due principali categorie: Metodi verticali: si concentrano sull\'analisi stratigrafica, studiando gli strati di terreno in profondità. Metodi orizzontali: si focalizzano sull\'apertura di ampie aree per analizzare le relazioni spaziali tra manufatti ed elementi presenti nel sito (spesso combinando entrambe le strategie). Il metodo di scavo per quadrati di Wheeler, utilizza un\'analisi sia verticale che orizzontale, mantenendo dei pezzi di terreno non scavato (testimoni) tra i quadrati scavati per preservare la relazioni tra i vari strati Tuttavia, questo metodo è criticato perché i testimoni possono essere mal posizionati. Un altro tipo di scavo è quello per trincee a gradoni, dove si apre un\'area che si restringe gradualmente, utile per ottenere una visione stratigrafica progressiva. 3.3 Archeologia subacquea L'archeologia subacquea ebbe un forte impulso nella metà dell'800, a causa del forte abbassamento delle acque nei laghi svizzeri, che porta alla luce pali di legno, ceramiche e altri manufatti. Permette di indagare un'ampia varietà di siti, pozzi, sorgenti e insediamenti sommersi. L'invenzione di sottomarini e di autorespiratori permette di raggiungere profondità prima impossibili. 3.3.1 Ricognizione subacquea I metodi geofisici sono utili per localizzare siti subacquei e terrestri. Un esempio è il magnetometro associato al sonar a scansione laterale. In regioni come il Mediterraneo, la maggior parte dei reperti è stata localizzata grazie all'aiuto dei pescatori di spugne. 3.3.2 Scavo subacqueo Lo scavo subacqueo è un processo complesso e costoso, che richiede anche notevoli risorse per la conservazione e l\'analisi dei reperti. Sono stati sviluppati dispositivi utili per sollevare oggetti e aspiratori per rimuovere i sedimenti. In alcuni casi rari, la conservazione dei reperti è tale da permetterne il recupero completo, in altri casi si ricorre alla ricostruzione della forma attraverso disegni. 3.4 Recupero e documentazione delle evidenze archeologiche Ogni manufatto recuperato viene numerato, catalogato e registrato, sia in formato cartaceo che digitale, e identificato con un\'etichetta sul contenitore in cui viene conservato. Il progresso dello scavo viene annotato in un giornale di scavo o su schede dati con informazioni specifiche. Le strutture non possono essere rimosse e devono essere documentate sul posto tramite disegni in scala, fotografie e registrazioni dettagliate. La documentazione completa, che include anche i dati digitali e i profili verticali, è fondamentale per interpretare il sito e analizzare i risultati dello scavo. 3.5 Trattamento e classificazione Il trattamento dei materiali archeologici nel laboratorio sul campo è un' attività specializzata. Due aspetti principali sono la pulizia e la classificazione dei manufatti. Non sempre è necessario pulire accuratamente i manufatti prima che uno specialista li studi, poiché alcuni residui (come cibo o sangue) potrebbero fornire informazioni utili. Lo smistamento iniziale riguarda principalmente strumenti in pietra, ceramiche e oggetti metallici. La classificazione si basa su tre caratteristiche principali: Caratteristiche di superficie Caratteristiche di forma Caratteristiche tecnologiche Manufatti con caratteristiche simili vengono raggruppati in tipi di manufatti, da cui il termine tipologia. La tipologia aiuta a capire l'entità dei manufatti in un determinato periodo storico I gruppi di tipi di manufatti di un certo tempo e luogo sono chiamati associazioni. Le associazioni vengono poi utilizzate per definire le culture archeologiche.

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