Anatomia dell'Apparato Tegumentario PDF

Summary

Questo documento fornisce un'introduzione all'anatomia dell'apparato tegumentario, concentrandosi sulla struttura, le funzioni e le cellule della cute. Il testo copre argomenti come la composizione dello strato epidermide, il derma e l'importante ruolo della cute nella protezione, nella termoregolazione e nell'assorbimento di acqua.

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ANATOMIA APPARATO TEGUMENTARIO Cute e tessuto sottocutaneo - La cute, i capelli, i peli e le ghiandole cutanee costituiscono l’apparato tegumentario. Lo studio di questo apparato è una branca della medicina chiamata dermatologia - La cute è l’organo più gra...

ANATOMIA APPARATO TEGUMENTARIO Cute e tessuto sottocutaneo - La cute, i capelli, i peli e le ghiandole cutanee costituiscono l’apparato tegumentario. Lo studio di questo apparato è una branca della medicina chiamata dermatologia - La cute è l’organo più grande e pesante del corpo umano - È formata da due strati: un epitelio squamoso stratificato chiamato epidermide e uno strato di tessuto connettivo più profondo detto derma. Al di sotto del derma c’è un altro strato di tessuto connettivo, l’ipoderma che non fa parte della cute - La differenza di spessore della cute nelle varie parti del corpo è dovuta principalmente alla variazione di spessore del derma, benché la cute venga classificata spessa o sottile solo in base allo spessore dello strato epidermico - La cute più spessa copre i palmi delle mani, le piante dei piedi e le corrispondenti superfici delle dita. La sua epidermide è spessa circa 0.5 mm per il denso strato di cellule morte sulla superficie che viene chiamato strato corneo. Questo tipo di cute contiene ghiandole sudoripare ma non follicoli piliferi e ghiandole sebacee - Il resto del corpo umano è ricoperto da cute più sottile con un esile strato corneo. Possiede follicoli piliferi, ghiandole sebacee e sudoripare Funzioni della cute Resistenza a traumi e infezioni: La cute subisce la maggior parte delle lesioni fisiche del corpo ma è resistente ed è in grado di guarire da un trauma meglio di ogni altro organo. Le cellule epidermiche sono impacchettate con una proteina detta cheratina e legate da forti desmosomi che conferiscono durevolezza a questo epitelio Pochi organismi infettivi possono penetrare la cute intatta I batteri e i funghi colonizzano la superficie ma il loro numero è mantenuto sotto controllo dalla sua relativa secchezza e lieve acidità. Questo è chiamato mantello acido Le cellule immunitarie chiamate cellule dendritiche nell’epidermide proteggono dai patogeni che si aprono una breccia attraverso la superficie Ritenzione di acqua: la cute è una barriera d’acqua. Evita che il corpo assorba una quantità eccessiva di acqua ma soprattutto evita che l’organismo perda una quantità eccessiva di acqua Sintesi di vitamina D: la cute svolge il primo passaggio della sintesi di vitamina D, necessaria per lo sviluppo e il mantenimento delle ossa. Il fegato e i reni completano il processo Sensibilità: La cute è l’organo di senso più esteso Contiene una varietà di estremità nervose che reagiscono a calore, freddo, tatto, consistenza, pressione, vibrazioni e danno tissutale Questi recettori sensoriali sono particolarmente abbondanti sulla faccia, sui palmi, sulle dita, sui capezzoli e sui genitali Termoregolazione: Le terminazioni cutanee chiamate termorecettori monitorano la temperatura della superficie corporea Come risposta al raffreddamento, possiamo trattenere meglio il calore del corpo costringendo i vasi sanguigni del derma (vasocostrizione cutanea), tenendo il sangue caldo più profondamente nel corpo Come risposta al riscaldamento eccessivo, possiamo perdere calore dilatando i vasi sanguigni del derma (vasodilatazione cutanea), permettendo a più sangue di scorrere vicino alla superficie cutanea e di perdere più calore attraverso la cute. Se questo non è sufficiente per ripristinare la temperatura normale, le ghiandole sudoripare secernono sudore. L’evaporazione del sudore può avere un potente effetto di raffreddamento Comunicazione non verbale: complessi muscoli scheletrici si inseriscono sulle fibre del collagene del derma e muovono la pelle per creare sottili e variegate espressioni facciali Epidermide - È un epitelio squamoso stratificato cheratinizzato; cioè la sua superficie è costituita da cellule morte tenute insieme dalla cheratina - Come altri epiteli, l’epidermide perde i vasi sanguigni e dipende dalla diffusione di nutrienti dal sottostante tessuto connettivo - Contiene terminazioni nervose sparse per il tatto e il dolore, ma la maggior parte della sensibilità della pelle proviene dalle terminazioni nervose del derma Le cellule dell’epidermide Cellule staminali: Sono cellule indifferenziate che si dividono e danno origine ai cheratinociti Sono state trovate solo nello strato più profondo dell’epidermide, chiamato strato basale Cheratinociti: Sono la maggioranza delle cellule epidermiche Sono così chiamati per il loro ruolo nella sintesi della cheratina Melanociti: Si trovano solo nello strato basale Sintetizzano la melanina, il pigmento marrone-nero, ed hanno processi ramificati che si allungano tra i cheratinocti e disperdono continuamente dalle loro estremità frammenti che contengono melanina Cellule tattili (di Merkel): Sono relativamente poche di numero Sono i recettori per il senso del tatto Sono anche nello strato basale dell’epidermide e sono associate alle sottostanti fibre nervose del derma Cellule dendritiche : Sono state trovate in due strati dell’epidermide chiamati strato spinoso e strato (di Langerhans) granuloso Sono cellule immunitarie che originano dal midollo osseo ma migrano fino all’epidermide e agli epiteli di cavità orale, esofago e vagina Sorvegliano contro l’ingresso di tossine, microbi e altri patogeni che penetrano nella pelle Strati dell’epidermide Strato basale: È costituito principalmente da un singolo strato di cellule staminali da cuboidali a cilindriche basse e da cheratinociti che poggiano sulla membrana basale Dispersi in questo strato ci sono i melanociti, le cellule tattili e le cellule staminali Come le cellule staminali si dividono, danno origine ai cheratinociti che migrano verso la superficie della pelle e sostituiscono le cellule epidermiche perse Strato spinoso: È costituito da diversi strati di cheratinociti Nella gran parte della cute questo è lo strato più spesso Le cellule più profonde dello strato spinoso rimangono capaci di fare mitosi, ma come sono spinte più in alto smettono di dividersi Invece, essi producono molti filamenti di cheratina che causano l’appiattimento delle cellule È chiamato così per il suo aspetto artificiale (artefatto) creato dalla fissazione istologica dei campioni di tessuto. I cheratinociti sono fermamente attaccati gli uni agli altri da numerosi desmosomi I fissatori istologici riducono i cheratinociti cosicché si allontanano gli uni agli altri, ma rimangono legati dei desmosomi I desmosomi creano ponti tra cellula e cellula dando un aspetto spinoso Strato granuloso: È costituito da tre a cinque strati di cheratinociti piatti I cheratinociti di questo strato contengono granuli di cheratoialina di colore scuro che danno il nome allo strato Strato lucido: È una sottile zona superficiale dello strato granuloso, visto solo nella cute più spessa Qui i cheratinociti sono impacchettati densamente con una proteina chiara detta eleidina Strato corneo: È costituito perfino di 30 strati di cellule morte, squamose e cheratinizzate che formano uno strato superficiale duro Questo strato è particolarmente resistente alle abrasioni, alle penetrazioni e alle perdite di acqua Storia della vita dei cheratinociti - I cheratinociti vengono prodotti in profondità nell’epidermide tramite la mitosi delle cellule staminali nello strato basale - La mitosi richiede una grande quantità di ossigeno e nutrienti che queste cellule profonde possono acquisire dai vasi sanguigni nel vicino derma - Una volta che le cellule epidermiche migrano dal derma, la loro mitosi cessa - Appena sono formati nuovi cheratinociti, essi spingono i vecchi verso la superficie. In 30-40 giorni un cheratinocita compie il suo percorso verso la superficie e si sfalda - L’epidermide danneggiata rigenera più rapidamente di ogni altro tessuto del corpo umano - I calli o duroni, sono accumuli densi di cheratinociti morti sulle mani i sui piedi - Quando i cheratinociti sono spinti verso l’alto dalle cellule che si dividono sotto, essi si appiattiscono e producono più filamenti di cheratina e vescicole con membrana di rivestimento piene di lipidi - Nello strato granuloso avvengono quattro importanti fenomeni: I granuli di cheratoialina rilasciano una proteina chiamata filagrina che lega insieme filamenti del citoscheletro in fasci grossolani e resistenti Le cellule producono un resistente strato di proteine di avvolgimento, subito sotto la membrana plasmatica, che forma un sacco proteico Le vescicole rivestite da membrana rilasciano una miscela di lipidi che si espande sulla superficie esterna della cellula impermeabilizzandola Infine, quando queste barriere tagliano fuori i cheratinociti dalla fonte di nutrimento sottostante, i loro nuclei e altri organuli degenerano e le cellule muoiono lasciando solo i robusti sacchi impermeabili di cheratina - I processi successivi formano una barriera epidermica all’acqua tra lo strato granuloso e quello spinoso - Le cellule al di sopra della barriera formano uno strato corneo composto da strati compatti di cheratinociti morti e da frammenti cellulari - I cheratinociti morti si esfogliano presto dalla superficie epidermica come piccole squame chiamate scaglie Derma - È uno strato di tessuto connettivo, al di sotto dell’epidermide - È principalmente composto di collagene ma contiene anche fibre reticolari ed elastiche, fibroblasti e altri tipi cellulari del tessuto connettivo fibroso - È ben rifornito da vasi sanguigni, terminazioni nervose, ghiandole sudoripare e sebacee - I follicoli piliferi e le radici delle unghie sono inclusi nel derma - Il confine tra epidermide e derma è di solito ondulato. Le onde rivolte verso l’alto sono estensioni del derma chiamate papille dermiche, mentre quelle rivolte in basso sono estensioni dell’epidermide chiamate creste epidermiche - Le papille dermiche producono le aree sospese tra i solchi - Sulla punta delle dita, questo confine ondulato forma le impronte digitali - In aree altamente sensibili come le labbra e i genitali, le papille dermiche eccezionalmente alte permettono alle fibre nervose di porsi molto vicine alla superficie. Questo fornisce a queste aree un colore più rosso e maggior sensibilità tattile - Esistono due zone del derma chiamate strato papillare e strato reticolare - Lo strato papillare è una sottile zona del tessuto areolare all’interno e vicino alle papille dermiche. Questo tessuto poco organizzato permette la mobilità dei leucociti e di altri sistemi di difesa contro gli organismi introdotti tramite danni dell’epidermide - Lo strato reticolare del derma è più profondo e molto più spesso. Consiste di tessuto connettivo compatto irregolare. Il collagene forma fasci più spessi con meno spazio per la sostanza fondamentale e frequentemente si trovano gruppi di adipociti. La distensione della pelle nell’obesità ed in gravidanza può lacerare le fibre collagene e produrre strie, o smagliature Ipoderma - L’ipoderma contiene generalmente più tessuto areolare e adiposo - Ha il compito di imbottire il corpo umano e legare la cute ai sottostanti tessuti - I farmaci vengono introdotti con le iniezioni nell’ipoderma poiché il tessuto sottocutaneo è altamente vascolarizzato e li assorbe molto velocemente - Il grasso sottocutaneo è l’ipoderma costituito principalmente da tessuto adiposo. Serve come riserva energetica e isolamento termico - Non è uniformemente distribuito - I bambini e gli anziani hanno meno grasso sottocutaneo rispetto alle altre persone e sono, perciò, più sensibili al freddo Colore della pelle - Il fattore più importante nel determinare il colore della pelle è la melanina, prodotta dai melanociti e accumulata nei cheratinociti dello strato basale e spinoso - Esistono due forme di melanina: una marrone-nera eumelanina e una più giallo-rossa contenente zolfo, la feomelanina - Nelle persone con carnagione scura i melanociti producono più melanina e la melanina si decompone più lentamente. - Nelle persone con carnagione chiara la melanina è addensata vicino al nucleo del cheratinocita cosicché impartisce meno colore alle cellule. Viene anche scissa più velocemente - La quantità di melanina nella pelle varia anche con l’esposizione ai raggi ultravioletti (UV) del sole, che stimolano la sintesi di melanina e scuriscono la pelle. L’abbronzatura sbiadisce quando la melanina viene degradata nei cheratinociti più vecchi - L’ammontare di melanina varia anche da una regione all’altra del corpo umano - Altri fattori per il colore della pelle sono l’emoglobina e il carotene - L’emoglobina, il pigmento rosso del sangue, conferisce la sfumatura di colore dal rosso al rosa dei vasi sanguigni evidenti attraverso la pelle. La pelle è più rossa in regione come le labbra, dove i capillari sono più vicini alla superficie e l’emoglobina si può mostrare in maniera più evidente - Il carotene è un pigmento giallo acquisito dal tuorlo dell’uovo e dai vegetali gialli e arancioni; in base alla dieta, lo strato corneo e il grasso sottocutaneo possono acquisire un colore giallastro accumulando composti collegati alla vitamina A e al carotene La pelle può anche assumere colori anomali di valore diagnostico: Cianosi: Si ha quando la cute diventa bluastra per una carenza di ossigeno nel sangue circolante La deficienza di ossigeno modifica il colore dell’emoglobina in rossastro violetto Tale carenza di ossigeno può risultare da condizioni che impediscono al sangue di trasportare un carico normale di ossigeno nei polmoni La cianosi può avvenire anche in situazioni come il freddo o nell’arresto cardiaco, quando il sangue fluisce lentamente nella pelle ed i tessuti consumano più ossigeno di quello che arriva col sangue ossigenato Eritema: È un anomalo arrossamento della cute Si ha in alcune situazioni come l’esercizio fisico, il tempo caldo, le scottature, rabbia e l’imbarazzo È causato dall’aumento di flusso sanguigno nei vasi sanguigni cutanei dilatati o dall’addensamento dei globuli rossi che sono sfuggiti dai capillari anormalmente permeabili Pallore: È un colorito pallido o cinereo che si ha quando c’è poco flusso di sangue sulla cute e appare il colore bianco del collagene dermico Può derivare da stress emozionale, bassa pressione arteriosa, shock circolatorio, basse temperature, o da una grave anemia Albinismo: È una perdita genetica di melanina che di solito determina un colorito bianco latte dei peli e della cute, e blu-grigio degli occhi La melanina viene sintetizzata dall’aminoacido tirosina tramite l’enzima tirosinasi Le persone con albinismo hanno recitato da entrambi i genitori un alleale per questo enzima recessivo e non funzionale Itterizia: Consiste in un ingiallimento della pelle e della parte bianca degli occhi dovuto ad alti livelli di bilirubina nel sangue La bilirubina è un prodotto di scissione dell’emoglobina. Quando gli eritrociti invecchiano, si disintegrano e rilasciano la loro emoglobina Il fegato e la milza convertono l’emoglobina a bilirubina che il fegato espelle nella bile La bilirubina si può accumulare tanto da cambiare il colore della pelle in alcune situazioni che comportano una rapida distruzione dei globuli rossi Ematoma: Si chiama anche ecchimosi È una raccolta di sangue coagulato che si vede attraverso la cute È spesso causato da un trauma accidentale, ma potrebbe anche indicare emofilia, altre malattie metaboliche o nutrizionali, o maltrattamenti fisici Caratteristiche della superficie cutanea - Le creste di attrito sono caratteristiche dei polpastrelli che lasciano delle distintive impronte digitali sulle superfici che tocchiamo. Esse aumentano la sensibilità tattile vibrando quando si tocca una superficie irregolare, stimolando così organi di senso chiamati corpuscoli lamellari. Ognuno ha un unico tipo di creste di attrito e nemmeno dei gemelli identici hanno le stesse impronte digitali - Le linee di flessione (pieghe di flessione) sono le linee sulla superficie che si flette delle dita, dei palmi, dei polsi e di altre porzioni. Segnano i posti dove la pelle si ripiega durante la flessione delle articolazioni. La cute è strettamente legata ai tessuti connettivi più profondi lungo queste linee - Le lentiggini e i nei sono aggregati di melanociti che vanno dal marrone al nero. Le lentiggini sono macchie piatte ricche di melanina che variano con l’esposizione al sole e per aspetti di eredità - Un neo è una macchia più grande di cute ricca di melanina, spesso con peli - Le voglie, o emangiomi, sono chiazze di pelle macchiata causate da tumori benigni dei capillari sanguigni - Gli emangiomi capillari di solito si sviluppano un mese dopo la nascita e assumono un colore dal rosso luminoso al porpora e sviluppano dei piccoli rialzi densi di capillari - Gli emangiomi cavernosi sono più piatti e opachi nel colore. Sono presenti alla nascita, s’ingrandiscono fino ad un anno di età e poi regrediscono - La macchia di vino è piatta e il colore va dal rosa al porpora scuro. Può essere abbastanza grande e rimanere per tutta la vita Peli e unghie - Il pelo, le unghie e le ghiandole annesse alla cute sono organi accessori (appendici) della pelle - Peli e unghie sono essenzialmente composti da cellule morte e cheratinizzate - Lo strato corneo della cute è costituito da cheratina molle pieghevole, mentre peli e unghie sono principalmente composti da cheratina dura Peli: sono esili filamenti di cellule cheratinizzate che crescono da un condotto obliquo della cute chiamato follicolo pilifero Distribuzione e tipi - Il numero di peli di una data area non differisce molto tra una persona ed un’altra e anche tra i due sessi - Le differenze nell’aspetto della peluria sono dovute principalmente alle diverse strutture e pigmentazioni dei peli - Non tutti i peli sono uguali. Nel corso della nostra vita abbiamo tre diversi tipi di pelo: lanugine, vello e pelo terminale - La lanugine è una peluria estremamente fine, morbida e non pigmentata presente nel feto negli ultimi 3 mesi di sviluppo - Prima della nascita, la maggior parte di questa è sostituita dal vello, una peluria simile, sottile e morbida - Il pelo terminale è più lungo, spesso e di solito più pigmentato. Forma le sopracciglia, le ciglia e i capelli; dopo la pubertà i peli ascellari, quelli della regione pubica, quelli della faccia nel maschio e alcuni di quelli presenti sul tronco e sugli arti Funzione dei peli - Gli umani hanno troppi pochi peli perché possano servire a trattenere il calore del corpo, eccetto che sullo scalpo, dove non c’è grasso che possa servire come isolamento - Nelle altre sedi del corpo i peli svolgono compiti diversi Struttura del pelo e del follicolo - Un pelo è divisibile in tre zone nella sua lunghezza: Il bulbo, un rigonfiamento alla base dove il pelo prende origine nel derma o nell’ipoderma La radice, che rappresenta il resto del pelo all’interno del follicolo Il fusto, che è la porzione al di sopra della superficie cutanea - Il bulbo cresce intorno ad una gemma di tessuto connettivo vascolare chiamato papilla dermica, che fornisce al pelo la sua unica fonte di nutrimento - Immediatamente sopra la papilla c’è una regione di cellule mitoticamente attive, la matrice del pelo, che rappresenta il centro di crescita del pelo - In una sezione trasversa, il pelo rivela i tre strati. Dall’interno verso l’esterno abbiamo la midollare, la corteccia e la cuticola - La midollare è un nucleo di cellule e spazi aerei lassamente organizzati - La corteccia costituisce la maggior parte della massa del pelo. Comprende diversi strati di cellule cheratinizzate allungate - La cuticola è costituita da più strati di vario spessore di cellule squamose che si sovrappongono le une alle altre - Il follicolo è un tubicino diagonale che si immerge profondamente nel derma e a volte si estende fino all’ipoderma - È costituito da due strati principali: una guaina epiteliale della radice e una guaina di tessuto connettivale della radice. La prima, che rappresenta un’estensione dell’epidermide, si trova immediatamente adiacente alla radice del pelo. Verso la profondità del follicolo si allarga a formare un rigonfiamento, una fonte di cellule staminali per la crescita del follicolo - Associate al follicolo ci sono delle fibre nervose e muscolari. Le fibre nervose si chiamano recettori del pelo, si intrecciano con il follicolo e rispondono ai movimenti del pelo - In associazione a ciascun pelo c’è anche un muscolo piloerettore, anche conosciuto come muscolo pilomotore o erettore del pelo (un fascio di cellule muscolari lisce). In risposta al freddo, alla febbre e ad altri stimoli, il sistema nervoso simpatico stimola il muscolo erettore del pelo a contrarsi e quindi ad alzare l’estremità del pelo (pelle d’oca) Forma e colore del pelo - La forma del pelo è collegata alle differenze visibili in una sezione trasversa: i capelli lisci hanno una forma tonda, gli ondulati una forma ovale mentre i ricci sono relativamente piatti - Il colore dei capelli è dovuto ai granuli di pigmento nelle cellule della corteccia. Capelli marroni e neri sono ricchi di eumelanina. Quelli rossi hanno una bassa quantità di eumelanina ma un’alta concentrazione di feomelanina. I capelli biondi contengono una quantità intermedia di feomelanina ma poca eumelanina Crescita e perdita del pelo - Un dato pelo va incontro ad un ciclo del pelo che consiste in tre stadi di sviluppo: anagen, catagen e telogen - In qualsiasi momento, circa il 90% del follicolo del cuoio capelluto sono in un periodo di crescita chiamato fase anagen, dove le cellule staminali dal bulbo del follicolo si moltiplicano e vanno verso il basso, spingendo la papilla dermica più profondamente nella cute e formando la guaina epiteliale della radice. Le cellule della guaina della radice direttamente sopra la papilla dermica formano la matrice del capello , dove le cellule della guaina si trasformano nelle cellule del pelo - Nella fase catagen, la mitosi nella matrice del pelo cessa e le cellule della guaina al di sotto del bulbo muoiono. Il follicolo si riduce e la papilla dermica è spinta verso il bulbo - La base del pelo cheratinizza in un ammasso claviforme, perciò chiamato clava del pelo, che perde il suo ancoraggio - Quando la papilla raggiunge il bulbo, il pelo va incontro ad un periodo di riposo chiamato fase telogen - I peli crescono più velocemente dall’adolescenza fino ai quaranta anni. Successivamente si ha un aumento della percentuale di follicoli che sono nelle fasi catagen e telogen piuttosto che in quella anagen di crescita. I follicoli diventano più piccoli e iniziano a produrre una peluria delicata invece che peli spessi - Il diradamento dei capelli, o calvizie, è chiamato alopecia. Si ha a diversi gradi in entrambi i sessi e può peggiorare per diversi motivi, di solito però è questione di età - L’alopecia circoscritta è una condizione in cui vengono persi i capelli in specifiche regioni del cuoio capelluto invece che in maniera uniforme Unghie - Le unghie sono derivati chiari e duri dello strato corneo - Sono costituiti da cellule morte, sottili e squamose - Le unghie piatte consentono di avere polpastrelli più carnosi e sensibili - La parte dura dell’unghia è la lamina ungueale, che comprende una parte libera che sporge oltre l’estremità del dito; il corpo dell’unghia che è la parte attaccata e visibile dell’unghia; e la radice dell’unghia che si estende prossimalmente sotto la pelle - La cute circostante ricopre leggermente l’unghia come una piega ungueale separata dal margine della lamina attraverso un solco ungueale. Questo solco e lo spazio sotto l’estremità libera accumulano sporcizia e batteri che richiedono una speciale attenzione quando bisogna pulirsi - La pelle al di sotto della lamina ungueale è il letto dell’unghia - L’epidermide che forma questo letto è l’iponichio. All’estremità prossimale dell’unghia, il suo strato basale si addensa a costituire una zona di crescita chiamata matrice dell’unghia - Lo spessore di questo strato basale oscura i vasi sanguigni del derma sottostante ed è la regione per cui un’area crescente bianca opaca, la lunula, spesso appare all’estremità prossimale dell’unghia - Una zona stretta di cute morta, l’eponichio (cuticola), comunemente sovrasta tale estremità dell’unghia - L’aspetto dei polpastrelli e delle unghie può essere valutato per una diagnosi medica. I primi si gonfiano in risposta ad un lungo periodo di ipossia. Carenze alimentari possono riflettersi nell’aspetto delle unghie Ghiandole cutanee Ghiandole sudoripare: Sono di due tipi: apocrine e merocrine Le ghiandole sudoripare apocrine si trovano nell’inguine, nella regione anale, nelle ascelle, nell’areola e nel maschio maturo anche nella ragione della barba I loro dotti vanno nelle vicinanze dei follicoli piliferi piuttosto che aprirsi direttamente nella superficie cutanea Producono il loro secreto allo stesso modo delle merocine, tramite esocitosi La regione secernente di una ghiandola apocrina, comunque, possiede un lume molto più ampio rispetto ad una merocrina Il secreto di una ghiandola apocrina è più denso e lattiginoso di quello di una merocrina, perché contiene più acidi grassi Le ghiandole sudoripare apocrine sono anche ghiandole odorifere che risentono delle stimolazioni da stress e sessuali Non si attivano fino alla pubertà e nelle donne si ingrandiscono e rimpiccioliscono in fase con il ciclo mestruale Le ghiandole merocrine (eccrine) sono ampiamente distribuite su tutto il corpo Sono particolarmente abbondanti nei palmi delle mani, nelle piante dei piedi e sulla fronte Ognuna è una ghiandola tubolare semplice con una spirale elicoidale nel derma o nell’ipoderma e un dotto ondulato o spiralizzato che trasporta il secreto ad un poro sulla superficie cutanea La sudorazione merocrina opera per raffreddare il corpo Tra le cellule secretorie delle ghiandole merocrine e apocrine all’estremità profonda della ghiandola ci sono delle cellule mioepiteliali specializzate con proprietà simili al muscoli liscio Esse si contraggono in risposta alla stimolazione del sistema nervoso simpatico Ghiandole sebacee: Producono un secreto grasso chiamato sebo Esse si trovano dappertutto, eccetto nella cute spessa, ma sono più abbondanti sul cuoio capelluto e sul viso Sono a forma di fiasca con un corto dotto che di solito si apre in un follicolo pilifero Il loro secreto è costituito da cellule disgregate che sono sostituite tramite mitosi alla base della ghiandola Il sebo evita che la pelle e i peli si disidratino, diventino più fragili e vadano incontro a rotture Ghiandole ceruminose: Si trovano solo nel canale auricolare esterno, dove il loro secreto si combina con il sebo e le cellule epidermiche morte a formare il cerume Sono ghiandole tubulari semplici e convolute con dotti che si portano fino alla superficie cutanea Il cerume mantiene il timpano flessibile, protegge il canale dall’acqua, uccide i batteri e ricopre la peluria dell’orecchio Ghiandole mammarie: Sono ghiandole che producono latte che si sviluppano nelle mammelle in condizioni di gravidanza e di lattazione Sono ghiandole sudoripare apocrine modificate che producono una secrezione più ricca di quella delle altre ghiandole apocrine e la incanalano attraverso dotti ad un capezzolo per un trasporto più efficiente alla prole GUARDARE DA 123 A 127 SISTEMA SCHELETRICO I: TESSUTO OSSEO - L’apparato scheletrico è costituito da ossa, cartilagini e legamenti che si uniscono a formare la struttura forte e flessibile del corpo umano - La cartilagine ricopre molte superfici articolari nello scheletro maturo - I legamenti mantengono le ossa insieme nelle articolazioni - I tendini sono strutturalmente simili ai legamenti ma hanno la funzione di legare il muscolo all’osso Funzioni dello scheletro Lo scheletro fornisce ovviamente sostegno fisico al corpo ma svolge diverse funzioni: Sostegno: le ossa delle gambe, della pelvi e della colonna vertebrale tengono eretto il corpo; le ossa della mandibola sostengono i denti; quasi tutte le ossa forniscono sostegno per i muscoli Movimento: i muscoli scheletrici servirebbero a poco se non fossero attaccati alle ossa e non fossero capaci di muoverle Protezione: le ossa racchiudono e proteggono organi e tessuti delicati come il cervello, il midollo spinale, il cuore, i polmoni, i visceri pelvici e il midollo osseo Produzione di sangue: il midollo osseo è il principale produttore di cellule del sangue, comprese le cellule del sistema immunitario Equilibrio elettrolitico: lo scheletro è il principale serbatoio di calcio e fosfato del corpo. Esso accumula questi minerali e li rilascia quando sono necessari per altri scopi Equilibrio acido-base: il tessuto osseo tampona il sangue contro le eccessive modificazioni di pH assorbendo o rilasciando sali come il fosfato di calcio Disintossicazione: il tessuto osseo assorbe i metalli pesanti ed altri elementi estranei dal sangue e così mitiga i loro effetti tossici su altri tessuti. Esso può anche rilasciare questi contaminanti più lentamente perché siano secreti Ossa e tessuto osseo - Lo studio dell’osso o del tessuto osseo è chiamato osteologia - L’osso è un tessuto connettivo in cui la matrice è indurita per la deposizione di fosfato di calcio e altri minerali - Questo processo d’indurimento è chiamato mineralizzazione o calcificazione - Il tessuto osseo è solo uno dei componenti di un osso. Sono anche presenti il sangue, il midollo osseo, la cartilagine, il tessuto adiposo, il tessuto nervoso e il tessuto connettivo fibroso Caratteristiche generali delle ossa - Le ossa presentano un’ampia varietà di forme correlate alle loro diverse funzioni di protezione e locomozione - La maggior parte delle ossa craniche si presentano sotto forma di una sottile lamina incurvata e sono dette ossa piatte - Lo sterno (osso del torace), la scapola (lama della spalla), le coste e le ossa dell’anca sono ossa piatte - Le ossa più importanti per il movimento del corpo sono le ossa lunghe degli arti: omero, radio e ulna per il braccio e l’avambraccio; il femore, tibia e fibula per la coscia e gamba; e le ossa metacarpali, metatarsali e le falangi per le mani e i piedi - Molte ossa però, che non appartengono ad alcuna di queste categorie, sono collettivamente indicate con il nome di ossa irregolari: per esempio le vertebre e tra le ossa del cranio, lo sfenoide e l’etmoide - Se prendiamo in considerazione un osso lungo, una gran parte di esso è costituita da un guscio esterno di tessuto osseo bianco e denso detto osso compatto. Il guscio racchiude uno spazio detto cavità interna o cavità midollare, contenente il midollo osseo. Alle estremità dell’osso è presente una forma di tessuto osseo bassamente organizzato detto osso spugnoso - Le principali caratteristiche di un osso lungo sono il suo corpo detto diafisi e le teste espanse ad ogni estremità chiamate epifisi - Nei bambini e negli adolescenti, una piastra epifisaria di cartilagine ialina separa gli spazi midollari delle epifisi e delle diafisi - Esternamente un osso è coperto da una guaina detta periostio. Questo è uno strato fibroso esterno e resistente di collagene, mentre all’interno c’è uno strato di cellule che formano l’osso, chiamato strato osteogenico - Alcune fibre collagene dello strato più esterno sono continue con i tendini che legano i muscoli alle ossa e alcune entrano nella matrice dell’osso come fibre perforanti - Il periostio fornisce una superficie di attacco forte e continua dai muscoli ai tendini e alle ossa - Lo strato osteogenico è importante per la crescita dell’osso e la riparazione delle fratture - I vasi sanguigni penetrano nell’osso attraverso piccoli fori chiamati forami nutritizi - La superficie interna dell’osso è delimitata dall’endostio, uno strato sottile di tessuto connettivo reticolare con cellule che disgregano il tessuto osseo e altre che lo depositano - Nella maggior parte delle articolazioni le estremità delle ossa non hanno un periostio ma piuttosto un sottile strato di cartilagine ialina, la cartilagine articolare. Insieme al liquido lubrificante secreto tra le ossa, questa cartilagine rende il movimento dell’articolazione molto più facile - Le ossa piatte hanno una costruzione a sandwich, con due strati di osso compatto che racchiudono uno strato intermedio di osso spugnoso. Nel cranio lo strato spugnoso è chiamato diploe Cellule dell’osso Cellule osteogeniche: Sono cellule staminali che si trovano nell’endostio, nello strato più interno del (osteoprogenitrici) periostio e dentro i canali centrali Hanno origine dal mesenchima embrionale Le cellule osteogeniche si moltiplicano continuamente e danno origine agli osteoblasti Osteoblasti: Sono cellule che formano l’osso, ossia sintetizzano la materia della matrice e contribuiscono a mineralizzare l’osso Sono disposti in file nell’endostio e nello strato più interno del periostio Non vanno incontro a mitosi Gli sforzi e le fratture stimolano l’accelerazione delle mitosi di queste cellule e quindi un rapido aumento del numero degli osteoblasti, che poi rinforzano e ricostruiscono l’osso Osteociti: Sono osteoblasti intrappolati nella matrice che hanno depositato Risiedono in piccole cavità chiamate lacune, connesse con esili canali detti canalicoli Ogni osteocita ha minuti processi citoplasmatici che raggiungono i canalicoli per entrare in contatto con i processi degli osteociti vicini Gli osteociti vicini sono uniti tramite giunzioni gap dove i loro processi si incontrano così possono scambiarsi nutrienti e segnali chimici e passare i prodotti di scarto ai più vicini vasi sanguigni per lo smaltimento Gli osteociti hanno molteplici funzioni. Alcuni riassorbono la matrice ossea mentre altri la depositano Sono anche dei sensori di tensione. Quando un carico viene applicato ad un osso produce un flusso nel fluido extracellulare delle lacune e dei canalicoli Gli osteociti possiedono una piccola antenna (un unico ciglio) che rileva lo scorrimento del fluido. Questo stimola gli osteociti a secernere segnali biochimici che possono regolare il rimodellamento osseo: aggiustamenti nella forma e nella densità ossea per adattarsi allo stress Osteoclasti: Sono le cellule che distruggono l’osso e che si trovano sulla superficie ossea Si sviluppano dalle stesse cellule staminali del midollo osseo che formano le cellule del sangue Parecchie cellule staminali si fondono l’una con l’altra per formare un osteoclasto Il lato degli osteoclasti che è rivolto verso l’osso ha un orletto pieghettato con molti profondi ripiegamenti della membrana plasmatica, che aumentano la superficie dell’area di contatto Le pompe di idrogeno nell’orletto pieghettato secernono ioni idrogeno nel liquido extracellulare e gli ioni cloro li seguono per attrazione elettrica: così lo spazio tra l’osteoclasto e l’osso viene riempito con acido cloridrico (HCl) L’acido cloridrico, con un pH di circa 4, scioglie i minerali dell’osso adiacente. I lisosomi degli osteoclasti liberano poi gli enzimi che digeriscono la componente organica Matrice - La materia organica, sintetizzata dagli osteoblasti, comprende il collagene e vari complessi di proteine e carboidrati chiamati glicosaminoglicani, proteoglicani e glicoproteine - La materia inorganica è composta per circa l’85% da idrossiapatite, per il 10% da carbonato di calcio e da minori quantità di ioni magnesio, sodio, potassio, fluoruro, solfato, carbonato e idrossido - I minerali ed il collagene formano un composto che dà alle ossa un insieme di flessibilità e di forza - I minerali resistono alla compressione. - Quando le ossa sono carenti di calcio esse diventano molli e si piegano facilmente. Le ossa molli sono caratteristiche di una malattia dell’infanzia chiama rachitismo, che sopravviene quando un bambino ha carenza di vitamina D e di conseguenza non può assorbire abbastanza calcio con la dieta per indurire le ossa - Le fibre di collagene dell’osso gli danno la capacità di resistere alla tensione, cosicché l’osso può piegarsi leggermente senza spezzarsi. Senza il collagene, le ossa sarebbero talmente fragili che potrebbero incrinarsi o rompersi Osso compatto - Sezioni trasverse di osso compatto presentano delle lamelle concentriche: strati di matrice arrangiati in maniera concentrica attorno ad un canale centrale (haversiano o osteonico) - Un canale centrale e le sue lamelle costituiscono un osteone (sistema haversiano) - Lungo la loro lunghezza i canali centrali sono uniti da passaggi trasversi e diagonali chiamati canali perforanti. Il canale centrale ed i canali perforanti contengono vasi sanguigni e nervi - In ogni lamella le fibre di collagene si “avvitano” nella matrice con un andamento elicoidale. Le spirali si avvolgono in una direzione in una lamella e nella direzione opposta nella lamella vicina. Questo rende l’osso più forte e capace di resistere alla tensione - Nelle regioni dove l’osso deve resistere alla tensione, la spirale è avvolta in maniera più larga e le fibre sono più allungate sull’asse longitudinale dell’osso - Nelle regioni in cui bisogna sostare il peso del corpo, la spirale è avvolta più strettamente e le fibre sono quasi trasverse - Lo scheletro riceve circa mezzo litro di sangue al minuto. I vasi sanguigni insieme ai nervi entrano nel tessuto osseo attraverso i fori nutritizi sulla superficie. Questi fori si aprono nei canali perforanti che attraversano la matrice e si portano nei canali centrali - Nella parete di un canale centrale ci sono le aperture dei canalicoli delle lacune più interne. Gli osteociti più interni attorno a ciascun canale centrale ricevono nutrienti da questi vasi e li trasportano tramite le loro giunzioni gap agli osteociti vicini. Ricevono anche prodotti di rifiuto dalle cellule confinanti e li convogliano al canale centrale per la rimozione del flusso sanguigno - Non tutta la matrice è organizzata in osteoni. I confini più interni ed esterni dell’osso denso sono organizzati in lamelle circonferenziali che corrono parallele alla superficie dell’osso - Tra gli osteoni possiamo trovare chiazze irregolari chiamate lamelle interstiziali, i resti di vecchi osteoni che sono degenerati con la crescita dell’osso e il suo rimodellamento Osso spugnoso - L’osso spugnoso è costituito da un reticolo di frammenti delicati di osso chiamati spicole e trabecole - È permeato da spazi riempiti da midollo osseo - La matrice ha meno osteoni - I canali centrali non sono necessari qui, in quanto nessun osteocita è molto lontano dal midollo - L’osso spugnoso è ben più adatto a conferire più forza all’osso senza aggiungere peso non necessario - Le sue trabecole non sono organizzate casualmente ma si sviluppano lungo le linee di stress dell’osso Midollo osseo - È un termine generale per descrivere un tessuto molle che occupa la cavità midollare di un osso lungo, gli spazi tra le trabecole dell’osso spugnoso e i più ampi canali centrali - In un bambino la cavità midollare di quasi ogni osso è riempita da midollo rosso. Anche se è chiamato tessuto mieloide, il midollo osseo rosso va probabilmente considerato un organo - Il midollo rosso è anche descritto come tessuto emopoietico, che forma sangue. Qui sono prodotti tutti i tipi di cellule del sangue - Con l’età il midollo rosso è gradualmente sostituito da midollo osseo giallo ricco di grasso - Nell’adulto il midollo osseo rosso è limitato a cranio, vertebre, sterno, costole, parte del bacino e teste prossimali dell’omero e del femore; il resto è midollo giallo - Il midollo osseo giallo non produce più sangue, ma in caso di anemia grave o cronica può trasformarsi nuovamente in midollo rosso e riassumere questo ruolo La formazione dell’osso è chiamata ossificazione: intramembranosa ed endocondrale. Entrambe iniziano con il soffice tessuto connettivo embrionale chiamato mesenchima Ossificazione intramembranosa - Produce le ossa piatte del cranio e la maggior parte della clavicola - Tali ossa si sviluppano all’interno di un foglietto fibroso simile al derma della pelle, tanto che sono talvolta chiamate ossa dermiche 1. Inizialmente il mesenchima si condensa in leggere lamine di tessuto attraversate da vasi sanguigni Le cellule mesenchimali si allineano sopra e lungo i vasi sanguigni, diventano osteoblasti e secernono un tenero tessuto collagenoso, detto osteoide, il quale però non è ancora indurito dai minerali 2. Il fosfato di calcio e altri minerali cristallizzano nelle fibre collagene del tessuto osteoide e induriscono la matrice La continua deposizione di osteoide e la mineralizzazione comprime i vasi sanguigni e il futuro midollo osseo in spazi ristretti e all’interno dell’osso Quando gli osteoblasti rimangono intrappolati nella loro matrice mineralizzata, diventano osteociti 3. Nel frattempo, la maggior parte del mesenchima adiacente all’osso in sviluppo condensa e forma un periostio fibroso su ciascuna superficie L’osso spugnoso diventa una struttura a cellette con sottili trabecole calcificate 4. Sulle superfici, gli osteoblasti depositano sotto al periostio strati di osso, si inseriscono negli spazi tra le trabecole e creano una zona di osso compatto da ciascun lato e, nello stesso modo, avviene l’ispessimento dell’osso Questo processo dà luogo una struttura simile a un sandwich tipica delle ossa piatte del cranio: uno strato di osso spugnoso posto tra due strati superficiali di osso compatto - L’ossificazione intramembranosa gioca un ruolo importante che dura per tutta la vita anche nell’ispessimento, rinforzo e rimodellamento delle ossa lunghe - Per tutto lo scheletro questo è il metodo di deposizione di nuovo tessuto osseo sulla superficie dell’osso Ossificazione endocondrale - Produce la maggior parte delle altre ossa - Inizia intorno la sesta settimana di sviluppo fetale e continua fino ai venti anni - È un processo nel quale il mesenchima dapprima si differenzia in modelli di cartilagine ialina. La cartilagine è poi distrutta e rimpiazzata da tessuto osseo 1. Il mesenchima si sviluppa in un modello di cartilagine ialina coperto da pericondrio fibroso nel sito del futuro osso Per un periodo il pericondrio produce condrociti e il modello di cartilagine si accresce 2. In un centro di ossificazione primario presente pressapoco a metà di questa cartilagine, i condrociti iniziano a gonfiarsi e muoiono, mentre le sottili pareti che li separano calcificano Il pericondrio ferma la produzione di condrociti e inizia a produrre osteoblasti Questi depositano un sottile colletto di osso attorno al centro del modello di cartilagine circondandolo e fornendo rinforzo fisico 3. I vasi sanguigni dal periostio crescono verso l’interno e invadono il centro di ossificazione Gli osteoclasti arrivano attraverso il sangue e digeriscono il tessuto calcificato nella diafisi eliminandolo, creando così la cavità midollare primitiva Arrivano anche gli osteoblasti e depositano strati di osso che circondano la cavità, ispessendo la diafisi Appena il colletto osseo sotto il periostio s’inspessice e allunga, un’onda di cartilagine morta progredisce verso le estremità delle ossa Gli osteoclasti nella cavità midollare seguono questa onda dissolvendo la cartilagine calcificata rimanente e allargando la cavità midollare della diafisi La regione di transizione tra cartilagine e osso ad ogni estremità della cavità midollare primaria è chiamata metafisi Presto i condrociti si ingrandiscono e la morte arriva anche nell’epifisi del modello creando un centro di ossificazione secondario 4. Il centro di ossificazione secondario si incava con lo stesso meccanismo della diafisi generando una cavità midollare secondaria all’estremità dell’osso lungo Questa cavità si espande dal centro in tutte le direzioni Nelle ossa con due centri di ossificazione secondari uno resta indietro all’altro nello sviluppo, così alla nascita c’è una cavità midollare secondaria ad una estremità mentre la crescita dei condrociti è appena iniziata dall’altra parte Le articolazioni degli arti sono ancora cartilaginee al momento della nascita 5. Durante l’infanzia le epifisi si riempiono di tessuto spugnoso La cartilagine sarà poi limitata a quella articolare, che copre ogni superficie articolare, e alla piastra epifisaria, una sottile parete di cartilagine che separa le cavità midollari primaria e secondaria La piastra epifisaria persiste nell’infanzia e nell’adolescenza e rappresenta la regione di crescita dell’osso in allungamento 6. Entro la tarda adolescenza tutta la cartilagine rimanente nella piastra epifisaria è generalmente consumata e la giunzione tra epifisi e diafisi si chiude Le cavità midollari primaria e secondaria si uniscono in un’unica cavità Le ossa non possono più allungarsi Gli unici residui del primitivo modello di cartilagine sono le cartilagini articolari che rivestono le superfici articolari delle ossa Crescita ossea - L’ossificazione non si ferma alla nascita ma continua per tutta la vita con la crescita e il rimodellamento delle ossa - Le ossa possono crescere in due direzioni: lunghezza e larghezza Allungamento osseo - La piastra epifisaria è formata da una fascia di cartilagine ialina tipica nel mezzo e da una metafisi da ogni lato - Anche se l’estremità di un osso non ha una piastra epifisaria, essa ha una metafisi: la zona di transizione tra la cartilagine epifisaria ed il tessuto osseo della diafisi - A livello della metafisi la cartilagine si ispessisce per divisione e ingrandimento cellulare e poi è sostituita dall’osso 1. Zona di riserva cartilaginea: questa regione, la più lontana dalla cavità midollare, è costituita da tipica cartilagine ialina 2. Zona di proliferazione cellulare: poco più vicina alla cavità midollare, i condrociti si moltiplicano e si organizzano in colonne longitudinali di lacune appiattite 3. Zona di ipertrofia cellulare: successivamente i condrociti smettono di dividersi ed iniziano ad ipertrofizzarsi, come fanno nel centro di ossificazione primario del feto. Le pareti di matrice tra le lacune diventano molto sottili 4. Zona di calcificazione: i minerali vengono depositati in una matrice tra le colonne di lacune e calcificano la cartilagine. Questi sono solo un sostegno temporaneo per la cartilagine che altrimenti si indebolirebbe presto per la rottura delle lacune ingrandite 5. Zona di deposizione dell’osso: all’interno di ciascuna colonna le pareti tra le lacune si rompono e i condrociti muoiono. Questo trasforma ogni colonna in un canale longitudinale che viene immediatamente invaso da vasi sanguigni e midollo dalla cavità midollare. Gli osteoblasti si allineano lungo le pareti di questi canali e iniziano a depositare lamelle concentriche di matrice, mentre gli osteoclasti dissolvono la cartilagine temporaneamente calcificata - Il processo di deposizione ossea nella zona 5 crea una regione di osso spugnoso all’estremità della cavità midollare rivolta verso la metafisi. Questo osso spugnoso permane per tutta la vita anche se con rimodellamenti - Ma intorno al perimetro della carità midollare la continuazione dell’ossificazione converte questo osso spugnoso in osso compatto - Gli osteoblasti che delimitano i precedenti canali depositano matrice ossea strato dopo strato, così il canale cresce sempre più stretto - Questi strati diventano lamelle concentriche di un osteone. Alla fine rimane solo un esile canale, il canale centrale del nuovo osteone - La moltiplicazione dei condrociti del punto 2 e l’ipertrofia del punto 3 spingono continuamente la zona di riserva cartilaginea (1) verso l’estremità dell’osso, cosicché questo si allunga - Negli arti inferiori tale processo determina la crescita in altezza della persona mentre le ossa degli arti superiori crescono in maniera proporzionale - Questa crescita dal di dentro tramite moltiplicazione di condrociti e deposizione di nuova matrice è chiamata crescita interstiziale. La forma più comune di nanismo risulta dal fallimento della crescita cartilaginea nelle ossa lunghe - Quando la piastra epifisaria si è esaurita nella tarda adolescenza, al suo posto rimane una linea di osso spugnoso relativamente densa detta linea epifisaria Ampliamento e inspessimento osseo - Le ossa crescono in continuazione nel corso della vita in diametro e in spessore - Questo coinvolge un processo chiamato crescita apposizionale, la deposizione di nuovo tessuto sulla superficie - Le cartilagini possono aumentare per crescita sia apposizionale che interstiziale - Questo tipo di crescita è simile all’ossificazione intramembranosa alla superficie dell’osso - Gli osteoblasti dello strato più interno del periostio depositano tessuto osteoide sulla superficie ossea, lo calcificano e ci intrappolano gli osteociti - Posizionano la matrice in strati paralleli alla superficie - Tale processo produce gli strati superficiali dell’osso chiamati lamelle circonferenziali - Appena un osso aumenta in diametro, anche la sua cavità midollare si amplia. Questo viene realizzato dagli osteoclasti dell’endostio dissolvendo il tessuto sulla superficie ossea più interna - Perciò si osserva che le ossa piatte si sviluppano solo attraverso l’ossificazione intramembranosa, mentre le ossa lunghe si sviluppano attraverso una combinazione di ossificazione endocondrale e intramembranosa Rimodellamento osseo - In aggiunta alla loro crescita le ossa si rimodellano in continuazione nel corso dell’intera vita attraverso il riassorbimento del vecchio osso e la deposizione di nuovo - La legge dell’osso di Wolff afferma che l’architettura di un osso viene determinata dagli stress meccanici subiti e con ciò l’osso si adatta a resistere a questi stress. Questa legge mostra che la forma dell’osso è determinata dalla sua esperienza funzionale - Il rimodellamento osseo avviene con il contributo degli osteoblasti e degli osteoclasti. Se un osso è poco usato, gli osteoclasti rimuovono la matrice e si liberano della massa non necessaria. Se invece un osso è molto usato o uno stress è continuamente applicato ad una sua regione, gli osteoblasti depositano nuovo tessuto osseo e inspessiscono l’osso - Il rimodellamento ordinato di un osso dipende da un preciso equilibrio tra deposizione e riassorbimento, tra osteoblasti e osteoclasti. Se un processo supera l’altro o entrambi avvengono troppo rapidamente possono svilupparsi varie deformazioni ossee, anormalità nella crescita e altre malattie come l’osteite deformante (malattia di Paget) e l’osteoporosi Fattori nutrizionali ed ormonali - L’equilibrio tra deposizione e riassorbimento dell’osso è influenzato da quasi due dozzine di nutrienti, ormoni e fattori di crescita - I fattori più importanti che favoriscono la deposizione di osso sono: Calcio e fosfato: sono necessari come materiale grezzo per la sostanza fondamentale calcificata dell’osso Vitamina A: favorisce la sintesi dei glucosaminoglicani della matrice dell’osso Vitamina C (acido ascorbico): favorisce il legame crociato delle molecole di collagene nell’osso e negli altri tessuti connettivi Vitamina D (calcitriolo): è necessaria per l’assorbimento del calcio da parte dell’intestino tenue e riduce la perdita urinaria di calcio e di fosfato. È sintetizzata dal proprio corpo Calcitonina: un ormone secreto dalla tiroide, stimola l’attività degli osteoblasti. Essa funziona soprattutto nei bambini e nelle donne gravide Ormone della crescita: favorisce l’assorbimento intestinale del calcio, la proliferazione della cartilagine a livello delle placche epifisarie, l’allungamento delle ossa Steroidi sessuali: (estrogeno e progesterone) stimolano gli osteoblasti e favoriscono la crescita delle ossa lunghe, specialmente nell’adolescenza Il riassorbimento osseo è stimolato soprattutto da un ormone: Ormone paratiroideo (PTH): È prodotto da quattro piccole ghiandole paratiroidi, che secernono PTH come risposta ad una caduta del livello di calcio nel sangue Il PTH stimola gli osteoblasti, che poi secernono un fattore stimolante gli osteoclasti che promuove il riassorbimento dell’osso da parte degli osteoclasti Lo scopo principale di questa risposta è mantenere un livello appropriato di calcio nel sangue, senza il quale una persona può soffrire di spasmi muscolari letali L’invecchiamento dell’apparato scheletrico - L’effetto più importante dell’invecchiamento sullo scheletro è una perdita della massa e della solidità dell’osso - Dopo i 35-40 anni d’età gli osteoblasti diventano meno attivi degli osteoclasti. Lo squilibrio tra deposizione e riassorbimento porta all’osteopenia, la perdita di osso. Quando la perdita è abbastanza grave da compromettere l’attività fisica e la salute è chiamata osteoporosi - La perdita di osso dalla mandibola per esempio è un fattore che contribuisce alla perdita dei denti - Con l’età non diminuisce solamente la densità dell’osso: le ossa diventano più fragili perché gli osteoblasti sintetizzano meno proteine. Si verificano più facilmente le fratture, che guariscono più lentamente GUARDARE DA PAG 145 A 148 IL SISTEMA SCHELETRICO II: LO SCHELETRO ASSIALE Lo scheletro viene diviso in due porzioni: lo scheletro assiale e quello appendicolare - Lo scheletro assiale, che forma l’asse centrale di supporto del corpo umano, comprende la testa, gli ossicini acustici, l’osso ioide, la colonna vertebrale (sterno e coste) - Lo scheletro appendicolare comprende le ossa dell’arto superiore, del cingolo scapolare, dell’arto inferiore e del cingolo pelvico Ossa dell’apparato scheletrico adulto SCHELETRO ASSIALE SCHELETRO APPENDICOLARE Ossa craniche: Scapola (2) Osso frontale (1) Clavicola (2) Osso parietale (2) Cingolo scapolare (4 ossa) Osso occipitale (1) Osso temporale (2) Osso sfenoide (1) Osso etmoide (1) Testa (22 ossa) Ossa facciali: Omero (2) Mascella (2) Radio (2) Osso palatino (2) Ulna (2) Osso zigomatico (2) Arto superiore (60 ossa) Carpo (16) Osso lacrimale (2) Metacarpo (10) Osso nasale (2) Falangi (28) Vomere (1) Conca nasale inferiore (2) Mandibola (1) Ossicini dell’udito (6 ossa) Martello (2) Incudine (2) Osso dell’anca (2 ossa) Staffa (2) Femore (2) Patella (2) Osso ioide (1 osso) Arto inferiore (60 ossa) Tibia (2) Fibula (2) Tarso (14) Metatarso (10) Falangi (28) Colonna vertebrale (26 Vertebre cervicali (7) ossa) Vertebre toraciche (12) Vertebre lombari (5) Sacro (1) Coccige (1) Gabbia toracica (25 ossa più Coste (24) Totale = 206 ossa le vertebre toraciche) Sterno (1) Ossa dell’apparato scheletrico - Le ossa sono 206 solo in un adulto normale - Alla nascita esse sono circa 270 e sono anche più durante l’infanzia. Con l’età questo numero diminuisce a causa di ossa dapprima separate che gradualmente si fondono - Tale numero varia anche tra gli adulti. Una ragione è lo sviluppo delle ossa sesamoidi, ossa che si formano in alcuni tendini in risposta allo stress - Un’altra ragione per questa variabilità nell’adulto è che alcune persone hanno ossa in più nel cranio chiamate ossa suturali o ossa wormiane Caratteristiche anatomiche delle ossa Un osso può mostrare una gran varietà di creste, spine, protuberanze, depressioni, canali, pori, fessure, cavità e superfici articolari Caratteristiche anatomiche delle ossa TERMINE DESCRIZIONE ED ESEMPIO Alveolo Una cavità (l’alveolo dentario) Canale Un passaggio tubulare o un tunnel nell’osso (canale uditivo del cranio) Condilo Una protuberanza tonda (osso occipitale del cranio) Cresta Una stretta sporgenza (la cresta iliaca del bacino) Epicondilo Una piccola sporgenza al di sopra del condilo (epicondilo mediale del femore) Faccetta Una superficie articolare liscia, piatta e leggermente concava o convessa (faccette articolari delle vertebre) Fessura Una fenditura nell’osso (fessure orbitarie dietro l’occhio) Foro/forame Tramite osseo, di solito rotondo (grande forame occipitale) Fossa Una depressione poco profonda, ampia e allungata (fossa sottospinata della scapola) Linea Una cresta allungata (linee nucali della testa) Meato Un canale (meato acustico esterno dell’osso temporale) Processo Qualsiasi prominenza ossea (processo mastoideo del cranio) Protuberanza Un’escrescenza ossea o una porzione protrudente (regione mentoniera) Seno Una cavità interna ad un osso (seno frontale del cranio) Solco Una scanalatura per un tendine, un nervo o un vaso sanguigno (solco intertubecolare dell’omero) Spina Un processo appuntito, sottile e ristretto (spina della scapola) Tubercolo Un processo piccolo e rotondo (tubercolo maggiore dell’omero) Tuberosità Una superficie rugosa sopraelevata (tuberosità tibiale) Testa - La testa è la parte più complessa dello scheletro - È costituita da 22 ossa e, a volte, anche di più. La maggior parte di esse sono connesse da articolazioni immobili dette suture - La testa contiene diverse cavità. La più grande è la cavità cranica che racchiude l’encefalo - Altre cavità comprendono le orbite, le cavità nasale, orale, quelle dell’orecchio medio e interno insieme ai seni paranasali - I seni paranasali prendono il nome dalle ossa in cui si trovano: il frontale, lo sfenoidale, l’etmoidale e i seni mascellari - Le ossa della testa contengono una gran quantità di fori e forami: tramiti che consentono il passaggio di nervi e vasi sanguigni Ossa del cranio - Le ossa del cranio sono quelle che racchiudono l’encefalo; tutte insieme formano il cranio (scatola cranica) - Il delicato tessuto cerebrale non prende direttamente contatto con le ossa craniche ma è separato da esse tramite tre membrane chiamate meningi - La più spessa e dura di queste, la dura madre, si trova adagiata liberamente contro l’interno del cranio nella maggior parte delle regioni ma è fermamente legata ad esso solo in pochi punti - Il cranio è una struttura rigida con un’apertura, il foramen magnum (forame magno), dove il midollo spinale si unisce al cervello - Il cranio consta di due parti principali: volta e base cranica. La volta cranica (calotta) è semplicemente la cupola alla sommità della testa, formata da parti di ossa diverse - Nella cavità cranica possiamo osservare una base, che è divisa in tre depressioni chiamate fosse craniche; la relativamente superficiale fossa cranica anteriore con una forma crescente dove risiedono i lobi frontali del cervello; la fossa cranica media che scende bruscamente più profonda che dà alloggio ai lobi temporali; la fossa cranica posteriore che è la più profonda e alloggia un’ampia divisione posteriore del cervello chiamata cervelletto - Il cranio è costituito da otto ossa craniche: 1 osso frontale 2 ossa parietali 2 ossa temporali 1 osso occipitale 1 osso sfenoide 1 osso etmoide Osso frontale: Si estende da dietro la fronte alla sutura coronale che attraversa la parte superiore della testa da destra a sinistra e unisce l’osso frontale alle ossa parietali In corrispondenza del sopracciglio ha una cresta chiamata margine sopraorbitario Il centro di ciascun margine è perforato da un singolo foro sopraorbitario L’area liscia dell’osso frontale appena sopra il tetto del naso è chiamata glabella L’osso frontale contiene anche il seno frontale Ossa parietali: Le ossa parietali di destra e di sinistra formano la maggior parte della volta del cranio e parte delle sue pareti Ciascuno è chiuso da quattro suture che lo unisce alle ossa vicine: la sutura sagittale tra le ossa parietali, la la sutura coronale al margine anteriore, la sutura lambdoidea al margine posteriore e la sutura squamosa lateralmente Esternamente le ossa parietali presentano poche peculiarità. Un forame parietale si ha, a volte vicino all’angolo delle suture sagittale e lambdoidea Un paio di lievi inspessimenti, le linee temporali superiore e inferiore formano un arco che attraversa le ossa parietale e frontale. Essi segnano l’attacco del grande muscolo temporale Osso temporale: Forma la parete più bassa e parte del pavimento della cavità cranica 1. La parte squamosa è relativamente piatta e verticale. È circondata da una sutura squamosa ed ha due caratteristiche importanti: il processo zigomatico che si estende anteriormente a formare la porzione dell’arco zigomatico (zigomo), e la fossa mandibolare, una depressione dove la mandibola si articola con il cranio 2. La parte timpanica consiste in un piccolo anello osseo che delimita il meato acustico esterno. Sulla sua superficie inferiore possiede una porzione appuntita, il processo stiloideo, che fornisce la superficie di ancoraggio per i muscoli della lingua, della faringe e dell’osso ioide 3. La parte mastoidea si trova posteriormente a quella timpanica e possiede un grosso processo mastoideo. Un solco chiamato incisura mastoidea si trova medialmente al processo mastoideo. L’incisura è perforata dal foro stilomastoideo alla sua estremità anteriore e dal foro mastoideo a quella posteriore 4. La parte petrosa può essere individuata sul pavimento craniale. Ospita le cavità dell’orecchio medio e interno. Il meato acustico interno, un’apertura sulla sua superficie posteromediale, permette il passaggio del nervo vestibolococleare, che trasporta le sensazioni acustiche e dell’equilibrio dall’orecchio interno al cervello. Sulla superficie inferiore della parte petrosa ci sono due fori prominenti che prendono il nome dai principali vasi sanguigni che li attraversano: il canale carotideo è un passaggio per l’arteria carotide interna, il principale rifornimento di sangue per il cervello; il foro giugulare è ampio e irregolare e si apre medialmente al processo stiloideo, tra le ossa temporale e occipitale Osso occipitale: Forma la parte posteriore del cranio e la gran parte della sua base La sua caratteristica principale è il forame magno, dove il midollo spinale si continua con il tronco cerebrale L’osso occipitale si continua anteriormente al forame magno, la parte basilare Su entrambi i lati del forame magno c’è una protuberanza liscia detta condilo occipitale, dove il cranio poggia sulla colonna vertebrale Il canale dell’ipoglosso passa come un tunnel sotto ciascun condilo ed è attraversato dal nervo ipoglosso che rifornisce i muscoli della lingua Internamente l’osso occipitale mostra impronte lasciate da ampi seni venosi che drenano il sangue dal cervello Medialmente all’osso occipitale c’è la protuberanza occipitale esterna, il punto di attacco del legamento nucale che unisce il cranio alla colonna vertebrale Una cresta, la linea nucale superiore, può essere tracciata orizzontalmente dalla protuberanza occipitale esterna verso il processo mastoideo. Essa definisce il limite superiore del collo e fornisce attacco al cranio per diversi muscoli del collo e della schiena La linea nucale inferiore fornisce attacco ad alcuni dei muscoli profondi del collo Osso sfenoide: Ha una forma complessa con uno spesso corpo mediano e ali, grandi e piccole La piccola ala forma la parete posteriore dell’orbita e contiene il foro ottico che permette il passaggio del nervo ottico e dell’arteria oftalmica Superiormente un paio di creste ossee della piccola ala chiamate processi clinoidei anteriori sembrano proteggere i fori ottici Uno squarcio nella parete posteriore dell’orbita, la fessura orbitale superiore, piega verso l’alto lateralmente al foro ottico. Serve come passaggio per i nervi che riforniscono i muscoli che muovono gli occhi Il corpo dello sfenoide ha una sporgenza a forma di sella chiamata sella turcica. Questa sella è costituita da una fossa profonda detta fossa ipofisaria che accoglie l’ipofisi; un margine anteriore sollevato chiamato tubercolo della sella; e un margine posteriore chiamato dorso della sella Lateralmente alla sella turcica, lo sfenoide contiene molti fori. Il foro rotondo e il foro ovale sono i passaggi per i due rami del nervo trigemino. Il foro spinoso dà il passaggio ad un’arteria delle meningi. Un foro lacero si ha alla giunzione delle ossa temporale, sfenoide e occipitale Osso etmoide: È un osso anteriore del cranio, localizzato tra gli occhi Contribuisce a costituire la parete mediale dell’orbita, tetto e pareti della cavità nasale, e il setto nasale È un osso molto poroso e delicato con tre parti principali La lamina perpendicolare verticale, una lamina ossea sottile mediana. Il setto divide la cavità nasale negli spazi destro e sinistro chiamati fosse nasali La lamina cribrosa orizzontale che forma il tetto della cavità nasale. Tale lamina possiede una cresta mediana detta crista galli, un punto di ancoraggio per la dura madre. Ad ogni lato della crista c’è un’area depressa e allungata con parecchi fori detti fori cribrosi (olfattivi) Il labirinto, un’ampia massa a ciascun lato della lamina perpendicolare. Internamente contiene numerosi spazi d’aria chiamati cellule etmoidali. La superficie laterale del labirinto è una lamina orbitale liscia leggermente concava. La superficie mediale del labirinto dà origine a due lamine arricciate dell’osso chiamate conche nasali superiore e medie, o turbinati. Esiste anche una conca nasale inferiore Ossa della faccia Le ossa della faccia sono quelle che non hanno contatto diretto con il cervello o le meningi Sostengono i denti, danno forma e individualità al viso, formano parte delle cavità orbitali e nasali fornendo punti di ancoraggio ai muscoli per la masticazione e per le espressioni facciali Esistono 14 ossa facciali: 2 ossa mascellari 2 ossa nasali 2 ossa palatine 2 turbinati nasali inferiori 2 ossa zigomatiche 1 vomere 2 ossa lacrimali 1 mandibola Mascella: Le ossa mascellari sono le più grandi della faccia Formano la mandibola superiore e si incontrano sulla sutura intermascellare mediana Piccoli punti dell’osso mascellare, chiamati processi alveolari, crescono negli spazi tra le basi dei denti. La radice di ciascun dente è inserita in un profondo incavo o alveolo Ogni mascella si estende dai denti alla parete infero-mediale dell’orbita Appena al di sotto dell’orbita presenta un foro infraorbitario per il passaggio di un vaso sanguigno alla faccia e un nervo che riceve la sensibilità dalla regione nasale e dalla guancia La mascella forma parte del pavimento dell’orbita dove mostra le fessura orbitale inferiore Il palato crea il tetto della bocca e il pavimento della cavità nasale. È costituito dal palato duro anteriormente e dal palato molle posteriormente La maggior parte del palato duro è formata da estensioni orizzontali della mascella chiamate processi palatini Ossa palatine: Sono nella cavità nasale posteriore Ogni osso ha una forma a L costituita da una piastra orizzontale e da una piastra perpendicolare Ossa zigomatiche: Formano gli angoli delle guance ai margini inferolaterali delle orbite e parte della parete laterale di ogni orbita Ciascun osso zigomatico ha una forma di T rovesciata e di solito un piccolo foro zigomatico-faciale vicino al punto d’intersezione dei due segmenti della T Ossa lacrimali: Formano parte della parete mediale di ogni orbita Una depressione chiamata fossa lacrimale accoglie in vita il membranoso sacco lacrimale. Le lacrime dall’occhio vengono raccolte in questo sacco e drenate nella cavità nasale Ossa nasali: Sono piccole ossa nasali rettangolari che formano il ponte del naso e sostengono le cartilagini che danno forma alla sua porzione inferiore Turbinato nasale inferiore: Esistono tre turbinati nella cavità nasale Il turbinato superiore e medio sono componenti dell’osso etmoide Il turbinato nasale inferiore, il più grande dei tre, è un osso separato Vomere: Forma la metà inferiore del setto nasale La metà superiore del setto nasale è formata dalla lamina perpendicolare dell’osso etmoide Il vomere e la lamina perpendicolare sostengono una parete della cartilagine del setto che forma la maggioranza della parte anteriore del setto nasale Mandibola: È l’osso più forte della testa ed è anche l’unico dotato di una notevole mobilità Sostiene l’arcata dentaria inferiore e fornisce ancoraggio ai muscoli della masticazione e dell’espressione facciale La parte orizzontale, che sostiene i denti, è chiamata corpo; la parte posteriore da verticale ad obliqua è il ramo; queste due parti si incontrano in corrispondenza dell’angolo La punta del mento è la protuberanza mentoniera Il ramo assume una forma a Y. Il suo ramo posteriore è chiamato processo condiloideo e porta il condilo mandibolare Questa articolazione è l’articolazione della mandibola o articolazione temporomandibolare (AMT) La porzione anteriore del ramo è un lamina, detta processo coronoideo L’arco a forma di U tra i due processi è chiamato incisura mandibolare. Appena sotto l’incisura, sulla superficie mediale del ramo, c’è il foro mandibolare, nel quale passano vasi e nervi per i denti inferiori Ossa associate al cranio - Sette ossa sono strettamente associate al cranio ma non vengono considerate una parte di esso - Sono i tre ossicini dell’orecchio in ciascuna cavità dell’orecchio medio e l’osso ioide al di sotto del mento - Gli ossicini acustici sono chiamati martello, incudine e staffa - L’osso ioide è un osso esile a forma di U tra il mento e la laringe. È sospeso tra i processi stiloidei della testa, come un’amaca, tramite i muscoli stiloidei e i legamenti stiloidei Caratteristiche generali della colonna vertebrale - La colonna vertebrale sostiene fisicamente la testa e il tronco, permette i loro movimenti, protegge il midollo spinale e assorbe gli stress prodotti dal cammino, dalla corsa e dal sollevamento di pesi - Fornisce anche ancoraggio per gli arti, la gabbia toracica e i muscoli posturali - Anche se comunemente è chiamata spina dorsale, non è costituita da un solo osso ma da una catena di 33 vertebre con dischi intervertebrali fibrocartilaginei tra la maggior parte di esse - Le vertebre sono suddivise in cinque gruppi: 7 vertebre cervicali nel collo, 12 toraciche nel torace, 5 lombari nella parte inferiore della schiena, 5 sacrali alla base della colonna e 4 piccole coccigee - Ci possono essere variazioni in questa organizzazione: ad esempio l’ultima vertebra lombare può essere incorporata al sacro producendo quattro vertebre lombari e sei sacrali. In altri casi la prima vertebra sacrale non si fonde con la seconda determinando sei vertebre lombari e quattro sacrali - Passati i tre anni di età la colonna vertebrale assume una leggera forma a S, con quattro curve chiamate curvature cervicale, toracica, lombare e pelvica - Le curvature toraciche e pelviche sono chiamate curvature primarie perché sono presenti alla nascita; mentre quelle cervicali e lombari sono chiamate curvature secondarie perché si sviluppano più tardi Struttura generale di una vertebra - La caratteristica principale di una vertebra è il suo corpo (soma), una massa di tessuto spugnoso e midollo osseo rosso ricoperto da un sottile strato di osso compatto - Posteriormente al corpo di ciascuna vertebra c’è un canale triangolare chiamato foro vertebrale. Questi fori complessivamente formano il canale vertebrale, che dà passaggio al midollo spinale - Ogni foro è circondato da un arco vertebrale osseo costituito da due porzioni su ciascun lato: un peduncolo e una lamina - Dall’apice dell’arco si estende una proiezione chiamata processo spinoso - Un processo trasverso si estende lateralmente dal punto in cui il peduncolo e la lamina si incontrano. I processi spinoso e trasverso forniscono punti di attacco per i legamenti e i muscoli spinali - Un paio di processi articolari superiori si proiettano verso l’alto da una vertebra e incontrano un paio di processi articolari inferiori che si proiettano verso il basso della vertebra appena sopra - Tali processi limitano la torsione della colonna vertebrale - Quando due vertebre sono unite mostrano un’apertura tra i loro peduncoli chiamata foro intervertebrale. Questo permette il passaggio dei nervi spinali che si connettono al midollo spinale ad intervalli regolari - Ogni foro è formato da un’incisura vertebrale inferiore nel peduncolo della vertebra superiore e un’incisura vertebrale superiore nel peduncolo di quella inferiore Dischi intervertebrali - Un disco intervertebrale è un cuscinetto costituito da un nucleo polposo gelatinoso interno circondato da un anello fibrocartilagineo, l’anello fibroso - Esistono 23 dischi - Aiutano a tenere insieme vertebre adiacenti, sostengono il peso corporeo e assorbono gli shock - Sotto stress i dischi si gonfiano lateralmente. Uno sforzo eccessivo può causare la formazione di un’ernia del disco Vertebre cervicali: (C1-C7) Sono le più piccole e le più leggere rispetto alle altre, escluse quelle coccigee Le prime due (C1 e C2) hanno strutture uniche che consentono i movimenti della testa. La vertebra C1 viene chiamata atlante, non ha corpo ed è poco più che un delicato anello che circonda un ampio foro vertebrale. Ad ogni lato c’è una massa laterale con una faccetta articolare superiore profondamente concava che si articola con il condilo dell’occipitale del cranio (permette l’annuire con la testa) Le faccette articolari inferiori che sono comparativamente piatte o solo leggermente concave si articolano con C2. Le masse laterali sono unite da un arco anteriore e uno posteriore, che contengono piccole protuberanze chiamate tubercoli anteriori e posteriori La vertebra C2, l’epistrofeo, permette la rotazione della testa. Come caratteristica distintiva presenta una sporgenza detta dente o odontoideo sul suo lato antero superiore. Nessun’altra vertebra possiede denti. Si proietta nel foro vertebrale dell’atlante dove si annida ed è mantenuto in sito da un legamento trasverso L’articolazione tra l’atlante e il cranio è chiamata articolazione atlanto-occipitale; quella tra l’atlante e l’epistrofeo viene detta atlante-epistrofica L’epistrofeo è la prima vertebra che presenta un processo spinoso. Dalla vertebra C2 alla C6, il processo è biforcuto o bifido sulla sua estremità. Tale biforcazione fornisce il punto di ancoraggio per il legamento nucale del dorso del collo Tutte le sette vertebre cervicali hanno un foro trasversario. Questi fori forniscono il passaggio e la protezione delle arterie vertebrali, le quali riforniscono il sangue al cervello, e delle vene vertebrali che drenano il sangue da varie strutture del collo. I fori trasversari non sono presenti in altre vertebre Le vertebre cervicali da C3 a C6 sono simili alla vertebra tipo con l’aggiunta dei fori trasversari e dei processi spinosi bifidi La vertebra C7 è leggermene differente, il suo processo spinoso non è bifido ma è particolarmente lungo e forma un rigonfiamento nella parte bassa del collo. Talvolta C7 è chiamata vertebra prominente per questo processo spinoso particolarmente cospicuo Vertebre toraciche: Sono 12 (T1-T12) e corrispondono alle 12 paia di coste a cui si legano Una funzione delle vertebre toraciche è sostenere la gabbia toracica che racchiude il cuore ed i polmoni Le vertebre non hanno i fori trasversari ed i processi bifidi che distinguono le cervicali, ma posseggono determinate caratteristiche distintive: - I processi spinosi sono relativamente appuntiti e l’angolo va bruscamente verso il basso - Il corpo assume una forma piuttosto a cuore, più massiccia rispetto a quello delle cervicali ma meno rispetto a quello delle vertebre lombari - Il corpo contiene piccole aree lisce e leggermente concave chiamate faccette costali per l’articolazione con le coste - Le vertebre da T1 a T10 hanno una faccetta costale trasversa poco profonda all’estremità di ciascun processo trasverso. Queste forniscono un secondo punto di articolazione per le coste da 1 a 10 Le vertebre toraciche si differenziano tra di loro soprattutto per il modo in cui si articolano con le coste. Nella maggior parte dei casi una costa si inserisce tra due vertebre Una costa si articola con la faccetta costale inferiore della vertebra superiore e la faccetta costale superiore della vertebra sottostante Le vertebre T1 e da T10 a T12 presentano faccette costali complete sui corpi per le coste 1, 10, 11 e 12 che si articolano sul corpo vertebrale invece che tra le vertebre La vertebra T12 ha processi articolari diversi da quelli delle vertebre che sono sopra. I suoi processi articolari superiori sono rivolti posteriormente per incontrare i processi articolari di T11, che sono rivolti anteriormente, ma i processi articolari inferiori di T12 sono rivolti lateralmente come quelli delle vertebre lombari Vertebre lombari: Sono cinque (L1-L5) Le loro caratteristiche maggiormente distintive sono un corpo robusto adatto a sostenere il peso della parte superiore del corpo, dei processi spinosi, massicci e quasi quadrati adatti all’inserzione dei potenti muscoli lombari che sostengono il peso I loro processi sono orientati in maniera diversa: processi superiori rivolti medialmente e i processi inferiori rivolti lateralmente, verso i processi superiori della vertebra successiva Questa organizzazione rende la regione lombare particolarmente resistente alla torsione Vertebre sacrali: Le cinque vertebre sacrali di un bambino (S1-S5) iniziano a fondersi all’età di circa 16 anni, ed entro l’età di 26 anni sono di solito fuse in un solo osso, il sacro. Il sacro forma la parete posteriore della cavità pelvica e protegge gli organi che sono dentro questa cavità La superficie anteriore del sacro è relativamente liscia e concava con quattro linee trasverse che indicano dove le cinque vertebre si sono fuse. Questa superficie mostra quattro paia di grandi fori sacrali (pelvici) anteriori, che permettono il passaggio di nervi e arterie agli organi pelvici I processi spinosi delle vertebre si fondono in una cresta chiamata cresta sacrale mediana I processi trasversi si fondono in una meno sporgente cresta sacrale laterale su ogni lato della cresta mediana Sul lato posteriore del sacro sono presenti quattro paia di aperture per i nervi spinali, i fori sacrali posteriori Un canale sacrale attraversa l’osso sacro e termina in un’apertura inferiore chiamata iato sacrale. Questo canale contiene le radici dei nervi spinali Su ogni lato del sacro c’è una regione a forma di orecchio detta superficie auricolare. Questa si articola con una superficie di forma simile dell’osso dell’anca e forma la forte e quasi immobile articolazione sacroiliaca (SI) Lateralmente alla cresta sacrale mediana, SI possiede anche un paio di processi articolari superiori che vanno ad articolarsi con la vertebra L5 Lateralmente a queste ci sono un paio di larghe e ruvide estensioni chiamate ali Vertebre coccigee: Quattro (talvolta cinque) vertebre coccigee (da Co1 a Co4 o Co5) si fondono entro l’età di 20 anni per formane il coccige. Esso fornisce attacco per i muscoli del pavimento pelvico La vertebra Co1 ha un paio di corna che servono come punti di ancoraggio per i legamenti che uniscono il coccige al sacro Gabbia toracica - È costituita dalle vertebre toraciche, dallo sterno e dalle coste - Delimita una cavità più o meno conica per i polmoni e il cuore e fornisce attacco al cingolo scapolare e all’arto superiore - Possiede un’ampia base e un apice superiore piuttosto ristretto - Il bordo inferiore è l’arco delle coste inferiori, chiamato margine costale - La gabbia toracica protegge anche la milza, la maggior parte del fegato ed in qualche modo anche i reni Sterno: È un osso piatto posto anteriormente al cuore Viene suddiviso in tre porzioni: manubrio, corpo e processo xifoideo Il manubrio è la larga porzione superiore. Si trova a livello delle vertebre T3-T4. Presenta un’incisura sovrasternale (giugulare) mediana e le incisure clavicolari destra e sinistra dove lo sterno si articola con le clavicole Il corpo o gladiolo è la parte più lunga dello sterno estendendosi a livello delle vertebre da T5 a T9 Il manubrio e il corpo presentano i margini laterali ondulati dove le cartilagini delle coste sono attaccate All’estremità inferiore dello sterno c’è un piccolo e appuntito processo xifoideo a livello delle vertebre T10 e T11 Le coste: Sono presenti 12 paia di coste Ciascuna è legata con la sua estremità posteriore (prossimale) alla colonna vertebrale e tutte, meno le ultime due, girano attorno ai fianchi della gabbia toracica e si attaccano per mezzo di strisce cartilaginee, la cartilagine costale, allo sterno Le coste aumentano in lunghezza dalla prima alla settima e diventano poi progressivamente più piccole andando verso la dodicesima La prima costa è peculiare; la maggior parte di questa costa si trova sopra il livello della clavicola. È un osso corto, piatto e a forma di C. All’estremità vertebrale presenta una testa nodosa che si articola con il corpo della vertebra T1. Immediatamente distale alla testa, la costa si restringe nel collo e successivamente si amplia di nuovo per formare un’area più ruvida detta tubercolo Oltre il tubercolo la costa si appiattisce e si dilata in una leggera pendenza a forma di lama detta corpo Le coste dalla seconda fino alla settima hanno un aspetto più tipico. All’estremità prossimale ognuna presenta una testa, un collo e un tubercolo. La testa assume una forma a cuneo e si inserisce tra due vertebre Ciascun margine del cuneo ha una superficie liscia chiamata faccetta articolare. La faccetta articolare superiore si unisce alla faccetta costale inferiore della vertebra sovrastante; mentre la faccetta articolare inferiore si unisce alla faccetta costale superiore della vertebra sottostante Oltre il tubercolo ogni costa fa una curva stretta attorno al lato del torace e progredisce anteriormente per avvicinarsi allo sterno. Tale curva è chiamata angolo della costa e il resto della lama ossea distale ad esso è chiamato corpo Le ampie superfici dei corpi sono orientate verticalmente. Il margine inferiore del corpo presenta un solco costale Ognuna di queste coste, come la prima costa, termina in un’area ruvida e smussata dove inizia la cartilagine costale. Ciascuna ha la propria cartilagine costale che la connette allo sterno; per tale motivo le coste dalla 1 alla 7 sono anche dette coste vere Le coste dalla 8 alla 12 sono invece chiamate false coste poiché perdono le connessioni cartilaginee indipendenti allo sterno Dalla 8 alla 10 le cartilagini costali si estendono verso l’alto e terminano sulla cartilagine costale della costa numero 7 Le coste 11 e 12 sono anche abbastanza inusuali. Posteriormente si articolano con i corpi delle vertebre T11 e T12 ma non presentano tubercoli e non si legano ai processi trasversi delle vertebre. Queste due vertebre inoltre non hanno faccette costali trasverse All’estremità distale, queste due relativamente piccole e delicate coste si assottigliano in un punto e sono ricoperte da una piccola punta cartilaginea. Le coste sono semplicemente racchiuse nel muscolo lombare a questa estremità Conseguentemente la 11 e la 12 sono anche chiamate coste fluttuanti GUARDARE DA 176 A 180 IL SISTEMA SCHELETRICO III: LO SCHELETRO APPENDICOLARE Cingolo scapolare - Sostiene il braccio e lo unisce allo scheletro assiale - È costituito da due ossa per ogni lato del corpo umano: la clavicola e la scapola - L’estremità mediale della clavicola si unisce con lo sterno nell’articolazione sternoclavicolare mentre quella laterale si lega alla scapola con l’articolazione acromioclavicolare - La scapola si articola anche con l’omero nell’articolazione gleno-omerale Clavicola: È un osso a forma di S, piuttosto piatto e facilmente visibile e palpabile sulla parte superiore del torace La superficie superiore è relativamente liscia, mentre quella inferiore è segnata da scanalature e creste per le inserzioni muscolari L’estremità sternale mediale presenta una testa tondeggiante, mentre l’estremità acromiale laterale è alquanto piatta Vicino all’estremità acromiale c’è una tuberosità ruvida chiamata tubercolo conoide La clavicola coordina la scapola mantenendo l’arto superiore lontano dalla linea mediana del corpo umano Senza le clavicole i muscoli grandi pettorali tirerebbero le spalle in avanti e medialmente La clavicola trasferisce anche la forza dal braccio alla regione assiale del corpo Scapola: È una piastra triangolare che posteriormente si sovrappone alle coste dalla seconda alla settima Il suo unico attacco diretto alla gabbia toracica avviene attraverso muscoli, e quando si muovono il braccio e la spalla, essa scivola sopra la gabbia toracica I tre lati di questo triangolo scapolare sono i margini superiore, mediale (vertebrale) e laterale (ascellare), mentre ai tre vertici abbiamo gli angoli superiore, inferiore e laterale. Una cospicua incisura sovrascapolare sul margine superiore fornisce il passaggio a un nervo L’ampia superficie anteriore della scapola, chiamata fossa sottoscapolare, è leggermente concava La superficie posteriore ha una cresta trasversa chiamata spina, una profonda incavatura superiore alla spina chiamata fossa sovraspinata e un’ampia superficie inferiore ad essa detta fossa infraspinata L’angolo laterale presenta tre caratteristiche principali: - L’acromion è un’estensione piatta della spina scapolare che forma l’apice della spalla. Si articola con la clavicola, che forma solo il ponte tra lo scheletro appendicolare e quello assiale - Il processo coracoideo che fornisce attacco per i tendini del bicipite brach

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