Anatomia Umana - Apparato Respiratorio - PDF

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Martino Caterina

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anatomia umana apparato respiratorio anatomia fisiologia

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These notes provide an overview of the human respiratory system, describing its organs, functions, and anatomical subdivisions. The document details the structure and function of components like the nose, pharynx, larynx, trachea, and lungs. It also touches upon the concept of respiration and gas exchange.

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MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 APPARATO RESPIRATORIO L'apparato respiratorio è l'insieme degli organi e delle strutture che consentono gli scambi gassosi tra l'ambiente circostante (carico di ossig...

MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 APPARATO RESPIRATORIO L'apparato respiratorio è l'insieme degli organi e delle strutture che consentono gli scambi gassosi tra l'ambiente circostante (carico di ossigeno) e l'organismo umano (il cui sangue è carico di anidride carbonica). Il funzionamento dell'apparato respiratorio risulta dunque strettamente connesso al funzionamento del sistema circolatorio. ORGANI → si sviluppa tutto nella porzione sopradiaframmatica del corpo (testa-collo-torace) e comprende tutti organi cavi eccetto i polmoni. In sequenza naso esterno, cavità nasali, faringe, laringe, trachea, bronchi, polmoni. FUNZIONE → fornire una superficie di scambio aria/sangue di ampiezza sufficiente; veicolare aria da e verso le superfici polmonari di scambio; proteggere le superfici di scambio da disidratazione, sbalzi di temperatura e altre modificazioni ambientali; riscaldare, umidificare e filtrare l’aria ambientale inspirata; difendere l’apparato respiratorio da micro-organismi patogeni; produrre suoni; contiene l’organo dell’olfatto. Anatomicamente l’apparato respiratorio è suddiviso in una zona superiore e una inferiore. Il tratto superiore dell’apparato respiratorio (vie aeree superiori) è costituito dai seni paranasali, cornetti nasali, naso, cavità nasali e rinofaringe. Queste vie di passaggio filtrano, riscaldano e umidificano l’aria, proteggendo le più delicate superfici di conduzione e di scambio del tratto inferiore dell’apparato respiratorio (vie aeree inferiori) da detriti, agenti patogeni e condizioni ambientali estreme. Il tratto inferiore è costituito da laringe, trachea, bronchi, polmoni. Inoltre, nelle vie respiratorie distinguiamo una porzione di conduzione (cavità nasali, faringe, laringe, trachea, bronchi principali, bronchioli terminali), deputata al veicolo dell’aria verso le superfici di scambio, e una porzione respiratoria (bronchioli respiratori, dotti alveolari, sacchi alveolari, alveoli), responsabile dello scambio dei gas. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 NASO Il naso è la principale via di passaggio per l'aria che entra nell'apparato respiratorio. Normalmente l'aria entra nell'apparato respiratorio attraverso le due narici, che si aprono nel vestibolo nasale e nelle cavità nasali. Il vestibolo nasale, la porzione iniziale della cavità nasale, è delimitato dai tessuti flessibili del naso ed è sostenuto da un paio di sottili cartilagini laterali e due paia di sottili cartilagini alari. Il setto nasale separa le due cavità nasali destra e sinistra. La porzione ossea del setto nasale è formata dalla fusione della lamina perpendicolare dell’etmoide con la lamina del vomere; la porzione anteriore è completata dalla cartilagine ialina che funge da supporto al dorso (ponte) del naso e all'apice (punta) del naso. Il naso esterno è caratterizzato da una forma a piramide triangolare con l’apice rivolto in avanti e la base che corrisponde alle cavità nasali. Distinguiamo: - APICE - DORSO, margine che separa la parte destra e sinistra del naso - RADICE, parte iniziale del dorso che corrisponde alle ossa nasali - ALA, parte laterale morbida ed elastica dove inferiormente si aprono le cavità nasali Il naso è caratterizzato da un’importante impalcatura di cartilagine, la cui presenza contribuisce a mantenere le vie respiratorie sempre aperte in quanto è un tessuto duro. La cartilagine è coperta in superficie dai muscoli mimici. Il naso interno viene suddiviso da una lamina di natura cartilagine (il cosiddetto setto nasale) in una parte destra e in una parte sinistra. Posteriormente il setto nasale si continua con la parte ossea della cavità nasale delimitata dalle ossa, cioè l’etmoide e il vomere, che costituiscono proprio il prolungamento all’interno del setto nasale cartilagineo. Internamente alle cavità nasali vi sono i cornetti nasali (inferiore-medio-superiore). A livello delle cavità nasali vi è lo sbocco dei seni paranasali. Il pavimento delle cavità nasali è rappresentato dal palato. La parete di tutti gli organi cavi è formata dalla sovrapposizione di strati concentrici dall'interno all'esterno che prendono il nome di TONACHE. Lo strato più interno che forma la parete degli organi è detta tonaca mucosa. L’organizzazione della mucosa si ripete in tutti gli organi ma varia in base alla funzione e all’epitelio. Difatti la mucosa è formata da uno strato di tessuto connettivo, noto come lamina propria, e da un epitelio, che è lo strato più interno a diretto contatto con quello che passa nell’organo. Nel caso dell’apparato respiratorio, la tonaca mucosa riveste tutti gli organi che lo costituiscono. In MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 particolare, la mucosa dell’apparato respiratorio presenta un epitelio cilindrico pseudostratificato. Alcune cellule sono ciliate, altre sono secernenti muco. Le prime hanno la funzione di ributtare verso l’esterno pulviscolo che entra con l’aria inspirata con il loro movimento. Il muco, invece, ha una funzione protettiva e umidificatrice e intrappola queste sostanze che entrano e che poi vengono riportate verso l'esterno dal movimento delle ciglia. Anche i turbinati nasali sono rivestiti da mucosa e rappresentano un mezzo per aumentare la superficie con la quale vengono a contatto le sostanze estranee che eventualmente vengono buttate verso l'esterno. In più, l'aria entrando e venendo a contatto coi cornetti o turbinati crea come dei turbini, delle onde d’aria. Ciò facilita il contatto con la mucosa e quindi poi l'espulsione delle sostanze estranee. Quindi ha una funzione sia di aumentare la superficie con cui le sostanze estranee vengono a contatto con la mucosa, sia di creare questi turbini che favoriscono il contatto. La mucosa si espande anche all’interno delle cavità dei seni paranasali (mascellari, frontali, etmoidali), ecco perché si sviluppa la sinusite. Inoltre, fra le cellule dell'epitelio respiratorio, solo a livello della mucosa che riveste la lamina cribrosa dell’etmoide, sono presenti delle cellule specializzate nel recepire gli odori, cioè le cellule olfattive. Quindi, a livello della superficie inferiore della lamina di rosa è posizionato l'organo dell'olfatto. Le cellule olfattive, che sono i recettori per l'olfatto, sono il punto iniziale del nervo olfattivo, i cui filamenti passano attraverso i forellini della lamina cribrosa raggiungendo così la cavità cranica. FARINGE La faringe è un condotto muscolo-membranoso ricoperto da una parete mucosa e situato tra le cavità nasali e l'esofago. Nello specifico, risiede: → postero-inferiormente alle cavità nasali (dietro e più in basso alle cavità nasali) → posteriormente alla bocca → superiormente alla laringe e alla bocca Naso, bocca e gola sono tra loro in comunicazione attraverso una via di passaggio comune, chiamata faringe. La faringe è un organo impari e cavo e appartiene sia all’apparato digerente che all’apparato respiratorio. È situata sulla linea mediana, davanti al tratto cervicale della colonna vertebrale e si estende dalla base del cranio, quindi dalla base dell’osso sfenoide, verticalmente in basso fino al livello di C-6, dove si continua con l’esofago. Viene suddivisa in tre regioni: rinofaringe, orofaringe e laringofaringe. La RINOFARINGE è la porzione superiore della faringe. Comunica con la porzione posteriore delle cavità nasali attraverso le coane ed è separata dalla cavità orale dal palato molle. La È rivestita da un tipico epitelio respiratorio. La tonsilla faringea (adenoide) si trova sulla volta (posteriore); sulle pareti laterali si apre l’orifizio faringeo della tuba uditiva o tuba di Eustachio, in comunicazione con l’orecchio medio, che ha una duplice funzione: funzione di drenaggio per il materiale che si può depositare all’interno dell’orecchio medio e viene portato via dalla tuba uditiva per evitare il ristagno; e funzione di equilibrio della pressione sulle due superfici del timpano, che riceve continuamente pressione tramite il condotto MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 uditivo esterno. Se non ci fosse una forza uguale e contraria sulla superficie interna, il timpano potrebbe rompersi. L’otite è un’infiammazione dell’orecchio che può essere esterna o interna. L’otite esterna è un’infiammazione del meato acustico esterno ed eventualmente della superfici esterna della membrana del timpano. L’otite interna, invece, viene causata da un’infiammazione della rinofaringe che tramite la tuba uditiva sviluppa questa infiammazione a livello dell’orecchio medio prendendo il nome di otite media. L’OROFARINGE si estende tra il palato molle e la base della lingua a livello dell’osso ioide. Si trova dietro alla bocca. Oltre a dar passaggio all’aria che proviene dalla rinofaringe, è una via di passaggio anche per il cibo che proviene dalla bocca. La LARINGOFARINGE comprende la parte di faringe che si trova tra l’osso ioide e l’ingresso dell’esofago. Davanti a questa terza parte è posizionata la laringe, organo esclusivamente delle vie respiratorie. È un punto critico perché bisogna evitare che il cibo indirizzato nell’esofago finisca invece nella laringe. Per ovviare a questo problema, la laringe dispone di un particolare dispositivo di cartilagine, la cosiddetta epiglottide, che durante la deglutizione si abbassa e chiude l’entrata della laringe, impedendo in tal modo che il cibo vada nelle vie respiratorie. Domanda d’esame: Quali sono gli organi posti anteriormente alla faringe? Cavità nasali, bocca e laringe. LARINGE La laringe è un condotto impari di forma tubulare, situato nella parte anteriore del collo, prima dell'inizio della trachea. In particolare, è posizionata anteriormente all’ultimo tratto della faringe (per questo detta laringofaringe) e rispetto alla colonna vertebrale si estende da C4 a C6. Viene ricoperta dai muscoli sottoioidei, a sua volta ricoperti dal muscolo platisma. La laringe rappresenta il primo tratto delle vie aeree inferiori e include, nella sua struttura, diverse componenti di natura cartilaginea tenute insieme da una serie di muscoli scheletrici e legamenti. Queste componenti cartilaginee conferiscono la forma alla laringe in modo da andare a delimitare una cavità interna. Inoltre, l’impalcatura di cartilagine permette che il lume della laringe sia sempre aperto. Queste cartilagini sono tutte articolate tra loro tramite articolazioni mobili e quindi si MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 muovono l’una rispetto all’altra anche per garantire elasticità all’organo, il quale deve seguire i movimenti del collo e della respirazione. La cartilagine che costituisce l’asse portante dello scheletro laringeo è quella più inferiore, detta cartilagine cricoidea. Al di sopra della cartilagine cricoidea vi è la cartilagine tiroidea, che forma la maggior parte della parete anteriore e prende il nome da una ghiandola situata anteriormente ad essa, cioè la ghiandola tiroide. Quindi tra i muscoli sottoioidei e la laringe si interpone la ghiandola tiroide. La cartilagine tiroidea è formata da una parte destra e una parte sinistra che tra di loro formano un angolo, la cosiddetta prominenza laringea meglio nota come pomo d’Adamo, più evidente nell'uomo che nella donna (bassa e larga). Sede delle corde vocali, la laringe ricopre tre ruoli fondamentali: - Incanala l'aria verso la trachea, quindi in direzione dei polmoni. - Consente la fonazione, grazie alla vibrazione delle CORDE VOCALI, due sporgenze orizzontali e parallele contenute all’interno della cavità della laringe con direzione antero-posteriore. Sono costituite da uno scheletro fibroso e un muscolo striato, detto muscolo vocale. - Grazie all'epiglottide, impedisce al cibo di imboccare la trachea e ostruire le vie respiratorie, al momento della deglutizione. L’epiglottide è posizionata nella parte anteriore della laringe e poi si piega indietro per andare a chiudere l’entrata alla laringe. Il ricco corredo muscolare che caratterizza la laringe serve per i movimenti dell’epiglottide, per far muovere le cartilagini e per modificare lo stato di tensione e di distanza delle corde vocali. Lo spazio tra di esse si chiama rima della glottide → tono della voce attraverso l’espirazione. TRACHEA L’epitelio della laringe si continua con l’epitelio della trachea, un condotto resistente e flessibile che si estende verticalmente in basso in corrispondenza di C6 con l’attacco legamentoso (di tessuto connettivo fibroso) alla cartilagine cricoidea (legamento crico-tracheale) e termina nella ragione toracica nel mediastino, a livello di T4 -T5, dove si biforca a formare i bronchi principali destro e sinistro. La trachea portandosi verso il basso ha un andamento obliquo in quanto tende a portarsi MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 indietro scendendo nel torace. Quindi si allontana gradualmente del corpo; nella trachea, infatti, possiamo riconoscere due tratti: tratto cervicale, di minor dimensione ed estensione, in cui la trachea è maggiormente vicina alla superficie del corpo (platisma→muscoli sottoioidei→tiroide→tratto cervicale della trachea) tratto toracico, in cui la trachea si allontana dalla superficie del corpo Posteriormente alla trachea e per tutta la sua estensione è collocato l’esofago, che è la continuazione della faringe. Difatti, le vie respiratorie sono anteriori rispetto alle vie digerenti. Dunque, la trachea è un tubo di circa 12 cm la cui impalcatura è formata da 16-20 (semi)anelli cartilaginei sovrapposti, separati l’uno dall’altro da legamenti di tessuto connettivo fibroso. Vengono chiamati anelli ma in realtà sono semianelli, in quanto manca la parte posteriore (lettera C). Dove manca la componente cartilaginea, lo spazio è riempito da muscolatura liscia che costituisce la parte membranosa o membranacea della trachea. In tal modo, la parete posteriore della trachea può facilmente deformarsi durante la deglutizione, permettendo il passaggio attraverso l’esofago del bolo alimentare. Gli anelli tengono la parete della trachea ben distesa e conferiscono una certa flessibilità: infatti, non può essere una struttura rigida perché deve seguire i movimenti della respirazione e del collo. TRACHEOTOMIA: intervento chirurgico che consiste nell'incisione della trachea, per aprire una via respiratoria alternativa a quella naturale in caso di ostruzione mediante l’inserimento di una cannula. ALBERO BRONCHALE A livello di T4-T5 la trachea si ramifica nel mediastino, dando origine ai bronchi principali, i quali, decorrendo al di fuori dei polmoni, vengono anche definiti bronchi extrapolmonari. Ogni bronco si dirige al rispettivo polmone dove poi si dirama, andando a formare l’albero bronchiale, I bronchi hanno la stessa struttura a (semi)anelli della trachea. Il bronco di sinistra appare più lungo del bronco di destra, per due motivi: a questo livello la trachea si è spostata leggermente verso destra, quindi non è più esattamente sulla linea mediana e il punto di entrata, cioè l'Ilo del polmone di sinistra, è più lontano rispetto alla linea mediana per la presenza del cuore. Ciascun bronco principale, prima di suddividersi ulteriormente, passa attraverso un incavo situato nella faccia mediale del rispettivo polmone, l’ilo polmonare, che rappresenta il punto di passaggio per i vasi e i nervi destinati al polmone ed è posizionato sulla faccia mediastinica del polmone. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 Dunque, entrando all'interno del polmone comincia questa diramazione, i rami saranno sempre più numerosi ma sempre più sottili, quindi il calibro si riduce finché a forza di diramarsi arriviamo a livello dei bronchioli. Questi ultimi sono dei bronchi che hanno il diametro di circa 1mm. Si suddividono ulteriormente fino ad andare a costituire i bronchioli terminali. A seguito dei bronchioli terminali si formeranno i bronchioli respiratori e da lì comincia la porzione respiratoria vera e propria (alveoli), dove avviene lo scambio dei gas fra l’aria contenuta nelle vie respiratorie e il sangue contenuto nei capillari. L’alveolo è l’unità funzionale del polmone. A mano a mano che i bronchi entrano nei polmoni e si dilatano, gli anelli cartilaginei si “rompono” diventando delle placche cartilaginee che ritroviamo su tutta la circonferenza del bronco. Continuando con lo sviluppo dell’albero bronchiale, anche le placche cartilaginee si diramano diventando sempre più piccole, fino a scomparire (a livello dei bronchioli). Queste placche vengono sostituite da fasci di muscolatura liscia (identica alla parte posteriore della trachea). L’alveolo è l’unità strutturale del polmone: attraverso di esso avviene lo scambio di gas tra aria e sangue. La parete alveolare insieme alla parete dei capillari forma la BARRIERA RESPIRATORIA. Gli alveoli sono strutture di forma rotondeggiante caratterizzati da una parete molto sottile per permettere lo scambio dei gas e sono circondati come una rete sulla loro superficie esterna dai capillari per facilitare lo scambio. I capillari sono i vasi con la parete più sottile costituita esclusivamente da endotelio che lo strato più sottile che possiamo avere. La parete degli alveoli è formata da un epitelio pavimentoso semplice che l'epitelio più semplice che possiamo avere. Dunque, un altro cambiamento riguarda proprio la tonaca mucosa respiratoria (devono sparire le cellule ciliate e soprattutto quelle secernenti muco perché impedisce il corretto passaggio dei gas). Queste superfici a contatto formano la barriera respiratoria, parete che devono attraversare i gas nelle due direzioni. Nell’ingresso nel polmone, il bronco è a diretto rapporto con l’arteria polmonare (origina dal ventricolo destro e porta sangue poco ossigenato), diramandosi nello stesso modo. I capillari che circondono gli alveoli sulla loro superficie esterna, infatti, rappresentano le ultime diramazione dell’arteria polmonare. Lo scambio dei gas permette l’ossigenazione del sangue, quindi poi dai capillari si formeranno delle venule con sangue ossigenato che andranno a costituire le vene polmonari, dirette nell’atrio di sinistra. L’aria entra nei polmoni quando la pressione alveolare è inferiore alla pressione atmosferica e ne esce quando la pressione alveolare è maggiore della pressione atmosferica. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 L’epitelio alveolare è pavimentoso semplice ed è costituito da due tipi di cellule: ▪ PNEUMOCITI DI TIPO I → occupano solitamente un’area molto estesa e sono più schiacciati e formano la parete dell’alveolo. ▪ PNEUMOCITI DI TIPO II → sparsi tra i primi, sono di forma rotondeggiante e dotati di microvilli, perché producono una sostanza oleosa contenente una miscela di fosfolipidi che prende il nome di surfactante e ha il compito di ridurre la tensione superficiale del fluido che riveste la superficie alveolare; senza questa secrezione gli alveoli tenderebbero a collassare. È presente un altro tipo di cellule chiamate MACROFAGI ALVEOLARI, i quali proteggono l’epitelio fagocitando qualunque particella che riesca a raggiungere le superfici alveolari eludendo tutte le precedenti forme di difesa respiratoria. POLMONI Il polmone è un organo pari pieno a forma di cono ed è l’organo principale dell'apparato respiratorio. Costituiti da tessuto spugnoso ed elastico, risiedono nella cavità toracica, uno a dx e uno a sx, ai lati del cuore e poggiati sulla semi cupola del diaframma, nelle logge pleuropolmonari. Tra i due polmoni è localizzato il mediastino, compartimento centrale della cavità toracica. I polmoni occupano completamente le logge pleuropolmonari, prendendo rapporto con le coste sia anteriormente che posteriormente (si interpongono i fasci muscolari). Il margine anteriore dei due polmoni ricopre il cuore in tutta la sua parte tranne in una piccola area in cui il cuore prende rapporto direttamente con la parete toracica che si chiama area di ottusità assoluta del cuore. In ogni polmone riconosciamo una faccia laterale o costale che prende rapporto con la parete toracica e quindi con le coste e una faccia mediale o mediastinica, che delimita il mediastino per cui prende rapporto con gli organi del mediastino. Il margine anteriore del polmone di destra scende verticalmente e copre completamente il cuore, mentre il margine anteriore di sinistra si sposta lateralmente andando a formare un’incisura, detta INCISURA CARDIACA, che lascia un’area del cuore scoperta andando a costituire l’area di ottusità assoluta del cuore. Il polmone sinistro si riporta leggermente in avanti rispetto al cuore (LIGULA). Ogni polmone viene suddiviso in lobi grazie a dei solchi profondi noti come scissure. Il polmone di sinistra su tutta la sua superficie presenta una sola scissura detta SCISSURA PRINCIPALE e suddivide il polmone di sinistra in due lobi, LOBO SUPERIORE e LOBO INFERIORE. Nel polmone di destra, invece, sono presenti due scissure: la SCISSURA PRINCIPALE e la SCISSURA ORIZZONTALE (solo anteriormente). Per cui il polmone di destra viene suddiviso in tre lobi: SUPERIORE, MEDIO e INFERIORE. Dunque, quando il bronco di sinistra entra nel polmone di sinistra a livello dell'Ilo la prima diramazione che dà è in due: un bronco per il lobo superiore e uno per il lobo inferiore. Dal bronco di sinistra si formano quindi i due bronchi lobari, il bronco lobare superiore e bronco lobare inferiore. A destra i bronchi lobari saranno tre: superiore, medio e inferiore. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 Quindi ogni lobo riceve la sua diramazione bronchiale e all’interno di ciascun lobo ogni ulteriore diramazione raggiunge una certa zona del polmone in modo che all'interno di ogni lobo è possibile descrivere delle zone che ricevono ognuna la sua diramazione bronchiale. In questo modo risulta indipendente dalle altre per l'apporto di aria. Per quanto riguarda il polmone sinistro, presenta 5 diramazioni bronchiali per entrambi i lobi. Queste aree del polmone che ricevono ognuna queste diramazioni prende il nome di zona o segmento. Nel polmone di sx ci sono 10 Anche nel polmone di destra ci sono 10 zone: 3 nelsegmenti. lobo superiore, 2 nel lobo medio e 5 nel lobo inferiore. Come abbiamo detto precedentemente, le diramazioni bronchiali sono seguite dalle diramazioni dell’arteria polmonare, quindi ogni zona del polmone riceve anche la propria diramazione dell’arteria polmonare, in modo da risultare indipendente anche nell’apporto di sangue, oltre che di aria. Quindi ogni polmone viene suddiviso in dieci zone o segmenti anatomicamente e funzionalmente indipendenti l'uno dall'altro per quanto riguarda l'apporto di aria e di sangue. L’ilo polmonare costituisce il punto di passaggio di tutto ciò che entra ed esce dall’organo (peduncolo polmonare). Logicamente, è posizionato più o meno al centro della faccia mediastinica di ciascun polmone, che prende rapporto con gli organi della cavità toracica contenuti nel mediastino. Da questo rapporto derivano una serie di impronte o depressioni sulla faccia mediale del polmone. Ci sono delle differenze tra i due polmoni, ma grossomodo sono simili. È possibile riconoscere un’ampia depressione su entrambi i polmoni, anche se più evidente a sinistra, che è la DEPRESSIONE CARDIACA, impronta lasciata dal rapporto con il cuore. A destra, superiormente alla depressione cardiaca, è presente l’impronta lasciata dal passaggio della vena cava superiore e prende il nome di SOLCO PER LA VENA CAVA SUPERIORE (ovviamente, non è possibile trovarla anche a sinistra in quanto le vene cave sono collegate all’atrio destro). Al di sopra, vi è il SOLCO PER LA VENA BRACHIO-CEFALICA (anonima), vena che porta il sangue alla vena cava superiore, ed è riscontrabile anche sul lato di sinistra. C’è un'altra vena, la vena Azygos, spostata sul lato di destra che raggiunge la vena cava superiore portando tutto il sangue della regione toracica, la cui impronta quindi la ritroviamo solo sulla faccia mediale del polmone di destra (SOLCO PER LA VENA AZYGOS). A sinistra vi è un’impronta con andamento simile a quello della vena Azygos ma più voluminosa, cioè l’impronta lasciata dalle varie parti dell’aorta (SOLCO PER L’ARCO DELL’AORTA). A livello dell'apice della parte superiore del polmone, sia a destra che a MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 sinistra troviamo le impronte degli organi dell’apparato respiratorio: trachea, posteriormente l’esofago. Un’altra impronta importante, riscontrabile sia sul lato di destra che sul lato di sinistra, è quella lasciata dal timo, un organo linfoide che si trova subito dietro lo sterno sulla linea mediana. Inoltre, la base del polmone, o faccia diaframmatica, si presenta concava perché si appoggia sulle due semicupola del diaframma, per cui è concava proprio per adattarsi alla semicupola del lato corrispondente. L’ilo è la regione del polmone dove passa il peduncolo polmonare, che è l'insieme di tutti gli organi che entrano ed escono dall'ilo: vena polmonare (2 per ogni polmone, porta sangue ossigenato), arteria polmonare (a sx si divide in 2, a dx in 3, porta sangue poco ossigenato), un bronco per ogni polmone (che a livello dell’ilo comincerà a ramificarsi), nervi, vasi linfatici (trasportano la linfa, un fluido che decorre all’interno dell’organismo, prodotta all’interno degli organi e che bisogna drenare all’esterno, per cui è SOLO IN USCITA), vasi che si occupano della circolazione nutritizia del polmone e sono i vasi bronchiali (vene bronchiali e arterie bronchiali). Le arterie bronchiali trasportano sangue ossigenato e le vene sangue poco ossigenato. Il parenchima del polmone, cioè la parte funzionale, è rappresentata dalla sua parte respiratoria. In quanto organo pieno, il polmone è formato anche da un’impalcatura, il cosiddetto stroma, rappresentata da una fitta rete di fibre connettivali di tipo elastico che conferiscono la tipica elasticità del polmone per seguire le fasi respiratorie. NOTE CLINICHE → BRONCHITE: infiammazione dei bronchi con cadenza stagionale. → BRONCHIOLITE: infiammazione dei bronchioli, più critica. → BPCO (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva): la bronchite è il processo infiammatorio che si innesca quando i bronchi vengono irritati, per esempio dal fumo si sigaretta, da inquinanti atmosferici o industriali, o infettati da un batterio o da un virus. La bronchite diventa cronica quando l’azione irritante o infettiva continua per lungo tempo fino a danneggiare in modo più o meno irreparabile zone progressivamente più estese del tessuto ciliato. → ENFISEMA POLMONARE: perdita o rottura delle fibre elastiche del parenchima polmonare, determinanti nella fase espiratoria; il polmone tende a restare espando e l’espirazione avviene con difficoltà. Cause: processi infiammatori o irritativi. → EDEMA POLMONARE: eccessivo passaggio di liquido sieroso dei capillari sanguigni all’interstizio polmonare e agli alveoli che vengono così riempiti di liquido e non sono più in grado di svolgere la loro attività respiratoria. Cause: - processi patologici che possono rendere difficoltoso il ritorno del sangue all’atrio sinistro con conseguente aumento di pressione nel piccolo circolo - inalazione di sostanze tossiche - processi infettivi che distruggono le cellule di rivestimento dell’alveolo → FIBROSI POLMONARE: alterazione delle pareti degli alveoli e sostituzione del tessuto che normalmente forma queste pareti con una grande quantità di fibre di collagene; ne consegue riduzione degli scambi di ossigeno, della capacità di distensione del polmone e del suo ritorno elastico; provoca insufficienza respiratoria. Cause: infezioni, infiammazioni, inalazione di polveri. → ASMA: patologia causata da sostanze irritative in cui si ha una riduzione del lume delle vie respiratorie, che provoca difficoltà respiratoria, e accumulo di muco. → PNEUMOTORACE: presenza di aria nella cavità pleurica, la quale si espande e il polmone si compire, portando al collasso. Può avere cause interne (enfisema) o cause esterne. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 PLEURA Il polmone è rivestito dalla pleura, una delle tre membrane sierose presenti nell’organismo, insieme a pericardio e peritoneo. È costituita da due foglietti sovrapposti, uno esterno e uno interno. Il foglietto esterno sarà la pleura parietale, quello interno è la pleura viscerale, lamina che aderisce strettamente al parenchima polmonare. I foglietti non sono indipendenti ma sono in continuità. Il punto in cui abbiamo la riflessione o la continuità dei foglietti è l’ilo; la riflessione avviene proprio nel punto dove abbiamo il passaggio dei vasi perché altrimenti bloccherebbero la pleura. In base a questo, tra i due strati si viene a creare una cavità virtuale chiusa detta cavità pleurica, in cui viene secreto un liquido (la membrana sierosa è una membrana secernente) che sarà il liquido pleurico, la cui funzione è quella di evitare l’attrito tra i due foglietti. Non in quantità eccessiva. Al momento dell’inspirazione la parete toracica si allarga sotto l'azione dei muscoli per far espandere la cavità toracica. Espandendosi la parete toracica, il foglietto parietale segue l'espansione della parete toracica e tramite liquido è in qualche modo adeso al foglietto viscerale. Quindi si espande la parete e si espande anche il foglietto parietale. Il foglietto parietale tramite il liquido è adeso al foglietto viscerale, quindi se lo tira dietro, ma il foglietto viscerale è ben aggrappato al polmone. Quindi il foglietto parietale si tira dietro al viscerale, il quale è aggrappato al polmone e fa aumentare anche la dimensione del polmone. Dunque nell'inspirazione, quando si espande il foglietto parietale che segue le espansioni della parete toracica, si tira dietro anche il foglietto viscerale e così il polmone si espande. Il foglietto viscerale si va ad inserire all’interno delle scissure, mentre il foglietto parietale passa a cavallo della scissura e questo è importante per permettere l’espansione del polmone. Cute → muscoli della parete toracica → coste → muscoli intercostali → pleura parietale → cavità pleurica → cavità viscerale A livello dei margini del polmone i due foglietti si distaccano perché il foglietto viscerale è quello che rimane adeso al polmone, lo segue in tutta la sua morfologia. Il foglietto parietale, cioè quello esterno, se ne distacca. La cavità pleurica a livello dei margini del polmone aumenta di volume e questo è importante dal punto di vista fisiologico per la funzione del polmone. Queste zone dove i due foglietti della pleura si distaccano l'uno dall'altro e quindi aumenta l'ampiezza della cavità pleurica vengono chiamati SENI PLEURICI. Vi è anche un accumulo di liquido pleurico perché i due foglietti decorrono distaccati. Il seno-costo-diaframmatico è un seno pleurico che si va a inserire tra diaframma e parete toracica che si forma a livello del margine inferiore del polmone e sono importanti dal punto di vista funzionale durante l’ESPANSIONE del polmone perché durante l'espansione i seni pleurici vengono occupati dal polmone che si espande. Se tutti e due i foglietti della pleura seguissero esattamente la morfologia del polmone, quest’ultimo non riuscirebbe ad espandersi perché limitato dalla pleura. Invece, dato che i due foglietti si distaccano quando si espande il polmone, va ad occupare i seni pleurici. Domanda d’esame: Cosa sono i seni pleurici? Sono le regioni della cavità pleurica in cui vi è un aumento dell’ampiezza della cavità pleurica. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 L’APPARATO CARDIOVASCOLARE è un sistema chiuso di tubi che veicolano il sangue in tutti i distretti del corpo umano. Esistono due gruppi di vasi sanguigni: uno raggiunge i polmone (circolazione polmonare o piccola circolazione) e l’altro il resto dell’organismo (circolazione sistemica o grande circolazione). Il sangue è spinto dal cuore nelle arterie aorta e polmonare simultaneamente. La circolazione polmonare inizia a livello della valvola semilunare polmonare e termina con l’ingresso delle vene polmonari nell’atrio sinistro. Le due arterie polmonari che originano dal tronco polmonare trasportano il sangue ai due polmoni, organi deputati agli scambi gassosi. La circolazione sistemica inizia a livello della valvola semilunare aortica e termina con le vene cave e con il seno coronarico nell’atrio destro. Distinguiamo vene, arterie e capillari NON in base al tipo di sangue che trasportano, ma in base alla loro origine rispetto al cuore. VASI SANGUIGNI Tutti i vasi sanguigni, a eccezione dei capillari, condividono la stessa organizzazione istologica. Le pareti di arterie, arteriole, vene e venule sono costituite da tre stati concentrici sovrapposti: 1. La TONACA AVVENTIZIA è lo strato più esterno e forma una guaina di tessuto connettivo intorno al vaso. Si tratta di uno strato molto spesso, costituito principalmente da fibre collagene con fascetti dispersi di fibre elastiche. 2. La TONACA MEDIA è lo strato intermedio e nelle arterie di più piccolo calibro contiene fasci concentrici di muscolatura liscia immersi in una rete di tessuto connettivo lasso. 3. La TONACA INTIMA è lo strato più interno di un vaso sanguigno. Questo strato include il rivestimento endoteliale e un sottostante strato di tessuto connettivo contenente una quota variabile di fibre elastiche. L’endotelio, quindi, è il rivestimento più interno dei vasi sanguigni che viene a contatto con il sangue. Come l'endotelio del cuore, col quale è in continuità perché anche le valvole sono rivestite da endotelio, deve essere sempre perfettamente integro perché se l'endotelio comincia a rovinarsi in quelle zone possono formarsi dei grumi che riducono il flusso del sangue. Nelle arterie di grosso calibro, cioè le arterie con diametro maggiore che sono l'aorta e i primi rami che nascono da essa, la tonaca media (caratterizza il tipo di vaso) è costituita in prevalenza da fibre elastiche, la cui presenza permette che il sangue fluisca in modo continuo e non intermittente. A un certo punto le arterie cominciano a perdere la loro tonaca media, tanto che quando arriviamo alle arteriole, che sono le ultime diramazioni, vi è solo l'endotelio circondato da poche fibre muscolari lisce. I capillari sono i vasi con parete più sottili e sono costituiti solo da endotelio. Le arterie e le vene possono essere distinte nelle sezioni istologiche in base a specifiche caratteristiche: ▪ pareti: le pareti delle arterie sono più spesse rispetto a quelle delle vene; ▪ lume: le pareti delle arterie, contraendosi, restringono il lume. Poiché le pareti delle arterie sono più spesse e resistenti, esse mantengono, in sezione, la loro forma circolare. Le vene tendono a collassare e appaiono schiacciate; ▪ rivestimento: il rivestimento endoteliale di un’arteria non può contrarsi, così che quando un’arteria si contrae, l’endotelio si solleva in pieghe. Il rivestimento di una vena appare privo di tali pieghe; MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 ▪ valvole: le vene sono caratterizzate da particolari estroflessioni, le valvole semilunari – strutture interne atte a impedire il reflusso del sangue nei capillari dovuto alla gravità, in particolare le vene degli arti e soprattutto degli arti inferiori; le arterie ne sono prive. NOTE CLINICHE → ARTERIOSCLEROSI: sclerosi=indurimento, indica generalmente un complesso di patologie delle arterie caratterizzato da ispessimento (fibroso), indurimento, perdita di elasticità delle pareti arteriose con conseguente riduzione dell’apporto del sangue ai tessuti. → ATEROSCLEROSI: processo per cui si formano sulle pareti interne dei vasi sanguigni depositi, più o meno estesi, di grasso (prevalentemente colesterolo) che viene inglobato in MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 una sorta di “incrostazione” (ateroma o placca aterosclerotica) che protrude nel lume vascolare. → ANEURISMA: in particolare l’aorta perché è il principale vaso per l’apporto di sangue ai tessuti. Consiste in una dilatazione anomala e permanente della parete arteriosa o venosa, causata da un trauma o da un'alterazione che la indebolisce (Video). Quando la dilatazione della parete raggiunge livelli critici, il vaso può rompersi dando luogo a una emorragia interna che può portare alla morte. → ANASTOMOSI: è un collegamento tra due organi cavi (come vasi sanguigni o il tratto intestinale), o tra strutture anatomiche, che normalmente sono divergenti o ramificati. ARTERIA AORTA L’aorta è l’arteria di maggior calibro che origina a livello della valvola semilunare aortica del ventricolo sinistro e si occupa della distribuzione del sangue ossigenato a tutti i distretti periferici del corpo umano. Il primo segmento dell’aorta è l’AORTA ASCENDENTE, che si porta per circa 4-5 cm verso l’alto e verso destra. L’aorta poi si ripiega su sé stessa e si porta indietro e verso sinistra in quello che viene chiamato ARCO AORTICO, o arco dell’aorta. A questo punto l’aorta assume un andamento verso il basso prendendo il nome di AORTA DISCENDENTE. Il suo calibro sta man mano diminuendo e si divide in due tronconi: l’AORTA TORACICA nella zona del torace (mediastino posteriore), attraversa poi il diaframma a livello di T12 e si porta quindi nella cavità addominale, assumendo il nome di AORTA ADDOMINALE. L'aorta addominale va da T12, punto di passaggio nello iato aortico del diaframma, fino a livello di L4, dove termina ramificandosi in due arterie che ricordano vagamente una “Y” rovesciata: siamo a livello del bacino e quindi l'aorta termina suddividendosi in ARTERIA ILIACA COMUNE di destra e ARTERIA ILIACA COMUNE di sinistra. Più in particolare, alla base dell’aorta ascendente appena al di sopra della valvola aortica, originano due arterie: ARTERIE CORONARIE destra e sinistra, responsabili della nutrizione del cuore. Dall’arco aortico originano tre arterie: TRONCO BRACHIOCEFALICO ARTERIA CAROTIDE COMUNE SINISTRA ARTERIA SUCCLAVIA SINISTRA Bisogna nominarle in sequenza considerando il flusso del sangue, il quale è da destra verso sinistra. Queste arterie trasportano il sangue alla zona sopradiaframmatica. Il tronco brachiocefalico, detto anche arteria anonima, risale per un breve tratto prima di suddividersi, più o meno a livello dell’articolazione fra lo sterno e la clavicola, in ARTERIA SUCCLAVIA DESTRA e ARTERIA CAROTIDE COMUNE DESTRA. Esiste dunque un solo tronco brachiocefalico, mentre le arterie carotide comune sinistra e succlavia sinistra originano separatamente dall’arco aortico. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023 ARTERIA SUCCLAVIA Più o meno a livello dell'articolazione fra lo sterno e la clavicola abbiamo l'arteria succlavia sia a destra che a sinistra. Le arterie succlavie sono arterie profonde che vascolarizzano la regione del collo, della spalla e in parte del torace e che si arcuano (andamento incurvato) sull’apice dei due polmoni: la succlavia si dirige lateralmente, quindi verso l'esterno, e si infila nello spazio che si viene a creare fra la clavicola e la prima costa, punto in cui l’arteria diventa superficiale (subito al di sotto della cute, non si interpongono i muscoli), insieme al suo corrispettivo venoso che è la vena succlavia. Un POLSO ARTERIOSO è un’area in cui le arterie che normalmente decorrono in profondità assumono un decorso superficiale subito al di sotto della cute e che ci permette di apprezzare il pulsare del sangue. Il passaggio dell'arteria fra questi due segmenti scheletrici (polso succlavio) è importante perché qualsiasi restringimento di questo spazio fisiologico o per un trauma o per una malformazione del torace, può provocare la compressione del vaso all'interno e quindi una riduzione del flusso di sangue nei vasi seguenti. L’arteria succlavia presenta una serie di passaggi obbligati: passa sotto al tendine del muscolo piccolo temporale, si infila tra la clavicola e la prima costa e passa tra i muscoli scaleni. Sono punti in cui l'arteria, se si verifica un restringimento di questo passaggio fisiologico, può risultare compressa causando la sindrome dello stretto toracico. I due rami principali della succlavia sono: ARTERIA VERTEBRALE → irrora l’encefalo, le vertebre e il midollo spinale. Decorre attraverso i fori trasversali delle vertebre cervicali, accompagnata dalla vena omonima. Ha un decorso ascendente e arrivata alla base del cranio entra all'interno della cavità cranica sfruttando il foro occipitale. Si ramifica in una serie di arterie, tra le quali ricordiamo l’ARTERIA CERVICALE POSTERIORE, che vascolarizza la parte posteriore del cervello. ARTERIA TORACIA (o mammaria) INTERNA → apporta sangue al pericardio e alla parte anteriore del torace. Scende nella parete del torace dietro alle cartilagini costali. È l’arteria che viene utilizzata per i bypass coronarici. Quando passa al di sotto del piccolo pettorale l’arteria succlavia si ritrova nell’ascella, diminuisce il suo calibro e assume il nome di ARTERIA ASCELLARE. Le arterie ascellari forniscono sangue ai muscoli della regione pettorale e delle ascelle. L’arteria ascellare attraversa l’ascella ed entra nel braccio, dove dà origine alle arterie circonflesse omerali, le quali irrorano strutture vicine alla testa dell’omero. Distalmente, l’arteria ascellare diviene ARTERIA BRACHIALE, che vascolarizza l’arto superiore. MARTINO CATERINA ANATOMIA UMANA – 27.11.2023 / 29.11.2023

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