I Santi Riformatori dell'Assistenza Infermieristica 2024 PDF
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Questo documento PDF fornisce informazioni su importanti personaggi di riforma dell'assistenza infermieristica, come San Giovanni di Dio, San Camillo de Lellis e San Vincenzo de' Paoli, focalizzandosi sui loro contributi e principi fondamentali nell'assistenza ai bisognosi e malati.
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19/12/2024 IL RIFORMATORI 1 I grandi riformatori dell’assistenza precursori dell’assistenza infermieristica San Giovanni di Dio (1495-1550) San Camillo de Lellis (1550-1614) San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660) 2...
19/12/2024 IL RIFORMATORI 1 I grandi riformatori dell’assistenza precursori dell’assistenza infermieristica San Giovanni di Dio (1495-1550) San Camillo de Lellis (1550-1614) San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660) 2 1 19/12/2024 I grandi riformatori dell’assistenza Inizia con loro la specificazione dell’assistenza «Se si vuol trovare le vere radici di nascita dell’assistenza infermieristica soprattutto latina, bisogna risalire alla loro opera. (…) I santi riformatori dell’assistenza sono i primi a credere che l’assistenza, così come concepita, non basti più. A tratti c’è bisogno una specificazione nello star vicino alla vita dell’uomo. Serve un’assistenza specifica: l’assistenza infermieristica. Essi sono da considerare capostipiti ed iniziatori dell’assistenza infermieristica» (Manzoni) 3 Giovanni di Dio (1495 – 1550) Nasce in Portogallo, nel 1495 Nel 1517 si arruola come soldato, viaggia molto Nel 1537, arriva a Granada, dove apre una libreria. Insoddisfatto dalla vita nel 1537 entra in “crisi”. Capisce la propria vocazione nel servizio dei poveri e malati dopo una predica di Giovanni d’Avila. Durante una «crisi» distrugge la sua libreria ripetendo la frase: «Fate del bene, fratelli, a voi stessi» Considerato pazzo dopo questi comportamenti viene ricoverato nell’ospedale Reale di Granada e lì sperimenta il trattamento dei malati di mente 4 2 19/12/2024 Giovanni di Dio (1495 – 1550) «…essendo la principale medicina che ivi si fa a tali infermi la frusta, e il mettergli aspre manette e cose simili, acciò col dolore e la pena perdano la ferocità e ritornino in sé, legarono Giovanni i piedi e le mani e spogliatolo con una corda doppia gli diedero una buona battitura» (Padre Francesco di Castro) 5 Giovanni di Dio (1495 – 1550) 1537 inizia la sua opera di assistenza. Nel 1547 fonda il primo ospedale a Granada in un locale in affitto (46 letti) «è un ospedale generale, vi si ricevono tutte le specie di malati e di persone. Io ho mantenuto più di 150 persone. Vi sono dei paralitici, dei monchi, dei feriti, dei muti, degli alienati, dei tignosi, dei vecchi e molti ragazzi, senza parlare dei numerosi viaggiatori e passeggeri che qui si fermano ed ai quali si dà un po’ di fuoco, del sale e gli utensili necessari per prepararsi da mangiare, e per tutto questo non vi è alcuna rendita, ma Gesù Cristo provvede a tutto e io non faccio nulla.» 1538 riceve abito religioso, nel 1540 ha i suoi primi seguaci, a cui chiede il quarto voto “dell’ospitalità ed assistenza agli infermi” Muore 8 marzo 1550 Nasce l’ordine dei Fatebenefratelli nel 1571 6 3 19/12/2024 Giovanni di Dio (1495 – 1550) Compagni fondano ordine religioso per sopperire a problemi «pratici» (gestione proprietà, soldi, edifici) Nascono le strutture assistenziali dei Fatebenefratelli: rettore, chierico, sacerdote cura delle anime 1 fratello maggiore 2 fratelli professi 1 madre perfecta 1 infermiere maggiore alcuni infermieri minori 7 Giovanni di Dio: Fatebenefratelli Principi fondamentali del pensiero di S. Giovanni di Dio Attenzione ai bisogni della persona: «lavare tutto il corpo con acqua tiepida e con il vino a seconda che parerà al medico» Costruzione di ospedali, con criteri igienici “avanzati” (cubature e areazione delle stanze) Cura dei deboli mentali attraverso il metodo della dolcezza Applicazione dei concetti igienici agli ospedali e soprattutto introduzione del ricovero dei pazienti in base alla loro infermità/patologie Isolamento dei malati infetti “febbricitanti, ulcerosi, tignosi e lebbrosi” Istituzione di convalescenziari dopo dimissione ospedali Importanza della formazione professionale per coloro che svolgono assistenza 8 4 19/12/2024 Giovanni di Dio: Fatebenefratelli Scrive nelle Costituzioni: Ordine delle persone nei letti (camicia bianca, lenzuolo, compilazione cartella clinica) «Ordiniamo che per dar salute al corpo si procuri prima quella dell’anima, perché entrando l’infermo nel letto si avverta con amorevolezza che si apparecchi alla confessione, che è necessaria» «se gli taglierà li capelli et l’ugue es n’havesse bisogno et non fosse dannoso alla sua sanità» «lenzuoli e cuscini et salvietti bianchi, et se li scalderà il letto se sarà necessario» 9 Giovanni di Dio: Fatebenefratelli Dar da mangiare (diete speciali, imboccare, controllare se ha mangiato) Guardaroba (cose degli infermi prese in custodia e dei fratelli) Cura morenti e sepoltura (il ben morire) Occupazione di un solo letto con un malato, vestito con camicia bianca Visite con il medico « del modo di visitare gli infermi col medico e chirurgo. Cerchino d’esserci gli infermieri quando verrà il medico o il chirurgo; l’infermiere maggiore prenderà nota di tutto quello che il medico ordina sia sulla alimentazione che per i medicamenti» Guardia infermeria (turni 24 ore, trasferimento presso altri ospedali) Della guardia tanto di giorno come di notte che si ha da tenere nell’infermiere e del modo di licenziare i poveri infermi».. «si dia sostegno ogni tre ore» 10 5 19/12/2024 Giovanni di Dio (1495 – 1550) Nei convalescenziari spesso erano ricoverati i poveri; che venivano dimessi dagli ospedali ancora prima di essere completamente guariti. Convalescenti «di gravi malattie dimessi anzitempo dagli ospedale troppo pieni, finivano a volte anch’essi per morire nelle strade non esistendo ospizi adatti a far loro riacquistare le forze, a riprendere una vita di disagi e di privazioni» Gli individui privati dell’uso della ragione erano: «…volta a volta scherniti e bastonati, senza un giaciglio per riposare, vagavano anch’essi di paese in paese, di piazza in strada, condizione di certo migliore di quella che li attendeva quando erano ricoverati in luride prigioni» Introduce il metodo della dolcezza 11 Giovanni di Dio (1495 – 1550) Presenza di infermiere maggiore nominato dal priore. Compiti: Mettere in atto tutto quello che il medico ordina Vigilare che le corsie siano pulite Vigilare che tutti i malati siano «puliti» Tenere sotto la sua responsabilità farmaci Accoglie i nuovi ricoverati Ogni sera visitava tutti i malati per verificare che tutto quello prescritto dal medico fosse stato fatto Vigilare sulla disponibilità di tutti i materiali 12 6 19/12/2024 San Camillo de Lellis (1550 – 1614) Nasce a Bucchianico (Chieti) il 25 maggio del 1550 in una famiglia aristocratica Orfano di madre da giovane Giovane rissoso instradato nella carriera militare, ma un’ulcera al piede lo costrinse ad abbandonare la carriera Ricoverato al S. Giacomo degli Incurabili, Roma Dopo la guarigione viene assunto come inserviente per poco tempo, perché attaccabrighe col vizio del gioco «di molto terribile cervello». Ritornerà nell’esercito e condurrà ancora una vita dissoluta 13 San Camillo de Lellis (1550 – 1614) Inizia a vagabondare per l’Italia Viene assunto dai frati cappuccini e nel 1575 inizia la sua conversione Ricoverato nuovamente per la piaga rimane definitivamente in ospedale, ma il suo atteggiamento cambia: ora è umile e caritatevole. Camillo vede come i malati all’ospedale degli Incurabili erano in mano a dei mercenari e come era organizzata l’assistenza 14 7 19/12/2024 San Camillo de Lellis (1550 – 1614) Dopo essere stato ricoverato la seconda volta… inizia però a farsi strada in lui un’idea… «…E nonostante che detti Huomini mercennarij fussero tenuti così vigilati, nondimeno pur si accorgeva che poiché il loro servizio non procedeva da vero amor, ma solamente dalla mercede, spesso mancavano al loro dovere, con detrimento de poveri.» Stando dunque una sera verso il tardi nel mezzo dell’hospitale soprappeso da queste considerazioni gli venne il seguente pensiero. «Che a tale inconveniente non si poteva meglio rimediare che con liberare gli infermi dalla massa di quei mercennarij et in cambio istituire una compagnia d’huomini pij e da bene, che non per mercede, ma volontariamente e per amor d’Iddio li servissero con quella carità e amorevolezza che sogliono far le madri verso i loro propri figlioli infermi» 15 San Camillo de Lellis (1550 – 1614) Nascono i Camilliani Camillo si impegna nell’assistenza in ospedale degli infermi Diventa maestro di casa Si dedica all’assistenza dei malati giorno e notte Introduce il rito dell’accoglienza: Ogni malato accolto alla porta, abbracciato Vengono laavati e «baciati» i piedi Spogliato dei suoi stracci e rivestito di biancheria pulita Sistemato in un letto 16 8 19/12/2024 San Camillo de Lellis (1550 – 1614) Nascono i Camilliani Con 5 compagni nel 1582 fonda la «Compagnia dei Ministri degli Infermi», i Camilliani Nel 1591 compagnia fu riconosciuta come ordine religioso «S’alcuno inspirato dal Signore vorrà esercitare quest’opera di Charità, sappia che ha d’osservare Povertà, Castità et Obedientia, et Hospitalità perpetua» 1614 muore 1746 proclamato santo da Benedetto XIV, patrono universale dei malati, degli infermi e degli ospedali 17 San Camillo de Lellis Nel 1582 fonda l’ordine dei Ministri degli Infermi I ministri vengono chiamati ad operare in molti ospedali prestando la loro opera A Milano all’ospedale Maggiore e in altri 8 ospedali Scrive le Regole a cui tutti i ministri dovevano sottoporsi: «Sa e ricorda che il Figlio di Dio cui serve è anche uomo, e allora vuol essere un Ministro di Dio col cuore e le mani d’una madre per tutti i bisogni del figlio infermo. Nulla ripugna alla madre di fare per il figlio infermo; nulla ripugna al figlio infermo di chiedere a sua madre. Tutto rende caro, onesto, possibile e perfino dilettevole l’amore materno!» 18 9 19/12/2024 San Camillo de Lellis (1550 – 1614) Scrive la regola: Regola unisce i principi di ordine teologico-spirituale e alle norme di assistenza infermieristica Prima parte composta da 26 articoli delinea i principi ispiratori e l’indirizzo spirituale della Compagnia Seconda parte 25 articoli dedicata alla pratica assistenziale: «Ordini et modi che si hanno da tenere nelli Hospitali in servire li Poveri Infermi» Regola distribuita ai vari religiosi che operavano in ospedali 19 San Camillo de Lellis Precursore dell’assistenza infermieristica Innovazioni introdotte: 1. La formazione 2. L’importanza dell’aspetto tecnico scientifico (tecniche, ausili, presidi, bisogni del malato) 3. L’introduzione di un metodo 4. L’organizzazione dell’assistenza 5. La deontologia (senso, significato, motivazione) 20 10 19/12/2024 San Camillo de Lellis: 1) La formazione Ministri dovevano avere una formazione spirituale ma anche tecnica: « Metteva molto impegno richiedeva altrettanta attenzione nel mutar di biancheria i malati più gravi, per incomodarli il meno possibile. Lì, soprattutto, più che la tecnica occorrono il cuore e la tenerezza di una madre: saper toccare, pulire, accomodare, con mani leggere, carezzevoli, amorose.» (Vanti) Organizzava esercitazioni Teneva conferenze ai novizi, ai fratelli «Non tollerava ritardi o negligenze sul modo e l’ora di dar ai malati le medicine» Il suo pensiero «State in cervello» «Più anima, più cuore alle mani» 21 San Camillo de Lellis: 1) La formazione Esercitazioni in una sala con attori. Insegnava a cambiare le lenzuola del letto e assistere il malato Precursore dei role-playing Ci andava ammaestrando sul modo che dovevamo tenere nel servire gli infermi, nel dargli da mangiare, nel comodarli per riposare e su ogni altro loro bisogno, come nettar la lingua agli infermi, purargli la bocca con aceto e acqua e fare ogni altra azione che fosse di comodità per gli infermi (Vanti) Era anche attento all’aspetto spirituale: sensazioni nell’assistere il malato, difficoltà provate, reazione davanti alla morte 22 11 19/12/2024 San Camillo de Lellis: 2) L’aspetto tecnico-specialistico Principi fondamentali per Camillo Come eseguire l’igiene del cavo orale Come eseguire il rifacimento del letto occupato Come usar ausili (pappagallo e padella) Come relazionare al medico circa le condizioni dell’infermo Quel fratello, che va in guardia à qualche crocera, prima vedi se vi è da dare à mangiare à qualche infermo anticipatamente per la febre, et in tal caso gli dia quel tanto, ch’il fratello infermiero corporale haverà ordinato. […] Quando mangiano detti Infermi ognuno habbia cura d'aiutar alli più gravi usandoci molta diligentia in farli magnare, e poi debbia referirlo à l'infermiero, o, altro Superiore di quello che haverà magnato massime quando alcuno non havesse magnato a sufficientia. 23 San Camillo de Lellis: 2) L’aspetto tecnico-specialistico Aprosimandosi l’hora del desinare de’ poveri ogn’uno facci quel tanto, che secondo il suo officio deve, et dopo che haveranno desinato si levino le scudelle, quando si darà il segno, avertendo d’andare spesso à torno quando si mangia per aiutare i gravi ricoprendoli l’inverno per ripararli dal freddo, e levando le tavoline si ponghino fra i letti Gionti in crocera vedino se vi è il brodo consumato, et l’ova con tutto ciò, che è necessario per reficiare i poveri la notte pigliando anco la minestra per i tardanti, à quali daranno da cena dopo la declinazione della febre, regolandosi in ogni cosa secondo le liste, quali troveranno nella credenza fatte da gli fratelli Infermieri corporali. «…metta un segno al capezzale di quelli che hanno la diarrea, agli idropici, a quanti hanno vomito o malattie causate da puntura d’insetti» 24 12 19/12/2024 San Camillo de Lellis: 3) Introduzione di un metodo «Insegnava a prendersi anzitutto cura del corpo del malato, prima che dell’anima». Ciò appariva in contrasto con le disposizioni in vigore… La regola di Guido, per i frati di Santo Spirito e Giovanni di Dio ordinavano che il malato, prima di essere accompagnato o trasportato in corsia e posto a letto, si dovesse confessare e comunicare. «Era cosa ordinaria – scrive il Cicatelli, testimonio oculare – che subito entrati gli infermi, tutti tremanti di freddo oppure brucianti di febbre erano forzati a confessarsi». Camillo se ne prendeva pena, … «Se il pericolo di vita non era tale da consigliare l’amministrazione immediata dei sacramenti, egli chiedeva che si pensasse e provvedesse prima ad accomodare l’infermo nel letto e ristorarlo.» 25 San Camillo de Lellis: 3) Introduzione di un metodo Introduce la raccolta dati: «Quando ha posto al letto qualch’infermo li dimandi della sua infirmità del tempo, se è purgato, et à che hora viene la febre» Pianifica l’assistenza «per poterli anticipare il mangiare, et avisarne il medico» Consegna ai colleghi e al medico «Finalmente discesi i fratelli infermieri corporali dij minuto raguaglio di quanto sarà accaduto la notte nelle loro crocere, et in particolare se fosse ad alcun grave, ò altro amalato venuto qualche nuovo accidente accioche la mattina detti fratelli possino del tutto fare consapevole il medico, et data si fatta informatione si ritirino in camera.» 26 13 19/12/2024 San Camillo de Lellis: 4) L’organizzazione dell’assistenza Assistenza 24 /24 ore «Nissuno si parti dalle crocere quando stà in guardia, se prima non avisa un’altro fratello, quale in suo luogo habbia cura; acciò i poveri non patischino» Turni «……et da quest’hora insino al tempo di fare i letti staranno in guardia sei fratelli tre per ogn’ora, et divisi uno per crocera; e questi saranno quelli quattro ch’hanno fatto la guardia quella notte, et quelli doi, che fecero la prima notte antecedente dividendosi conforme il solito» Atteggiamento di chi assiste Voleva esser sicuro, vedere, toccare con mano che si faceva proprio col cuore, con carità. «….Possedeva il segreto di persuadere e convincere i malati più restii a superare la ripugnanza per i decotti o infusi più amari e repellenti, che tanto o poco lo erano tutti.»[…] Vadino rivedendo spesso i gravi, è se vi sarà alcun moriente vi stiano un’hora ….. 27 San Camillo de Lellis: 5) Aspetti deontologici Priorità Subito che vengono ammalati nella sua crociera li ponghi à letto senza farli aspettare, ponendoci le lenzuola netta, et nelle cariole accompagni chi ha rogna insieme, et di poi scrivi l’ammalato alla lista della confessione. Uguaglianza «desideriamo servire tutti gli infermi» Consenso dei malati «con la volontà degli infermi» VANTI Mario S. Camillo de Lellis, Coletti Editore, terza edizione, Roma, 1964 p. 168 28 14 19/12/2024 San Camillo de Lellis: 5) Aspetti deontologici Ognuno si guardi dal maltrattare i poveri infermi, cioè con parole sgarbate o altri atteggiamenti simili, ma tratti piuttosto con mansuetudine e carità»[…] «confortare i malati con parole amabili e caritatevoli, attento a non alzare troppo la voce» Sui campi di battaglia nel 1595 accompagna a Trento un gruppo di religiosi che dovevano dare assistenza in battaglia. Organizza ospedali da campo, soccorrendo tutti i feriti A domicilio, nelle case private dava assistenza ai morenti Dava assistenza durante le epidemie e le catastrofi 29 San Vincenzo de Paoli Nasce nel 1581 in una famiglia contadina A 16 anni entra nel clero nel 1600 ordinato sacerdote Nel 1605 mentre è in viaggio fu catturato dai pirati e venduto come schiavo Lasciato libero, approda in Francia a Clichy, incontra Francesco di Sales Iniziative caritatevoli nella sua parrocchia 1623 compagnia delle Dame della carità 1633 Figlie della carità sotto la responsabilità di Luisa de Marillac (suore di San Vincenzo de Paoli) 1660 muore 30 15 19/12/2024 San Vincenzo de Paoli Rispondeva ai bisogni dei poveri chiamando altri poveri in aiuto Cerca di mettere i poveri in grado di procurarsi il necessario per vivere da soli Li stimola ad uscire dalla loro situazione: aspetto moderno, non solo assistenziale Divide gli indigenti in categorie: quelli in grado di lavorare, quelli parzialmente validi e quelli inabili. Ai primi … «non si debba dar altro che un lavoro e ai secondi sarebbe opportuno trovare un lavoro adatto». 31 San Vincenzo de Paoli DAME DELLA CARITA’ Istituisce la Confraternita della Carità con lo scopo di assistere i malati poveri della parrocchia Nel dicembre 1617, fondò la Confraternita delle Dame della Carità Donne nobili e ricche Si radunavano e condividevano un cammino di preghiera e di educazione cristiana , compivano opere di carità, raccogliendo generi vari da distribuire ai poveri 32 16 19/12/2024 San Vincenzo de Paoli FIGLIE DELLA CARITA’ Vincenzo affidò a Luisa de Marillac, sua collaboratrice, le prime Sorelle che servivano nelle varie confraternite. l 29 novembre 1633, le prime Figlie della Carità si riunirono attorno a Luisa per vivere, sotto la sua direzione, il loro ideale in comunità fraterna Piccolo gruppo di donne nel servizio dei poveri. Comunità piccole tre o quattro sorelle formate da fanciulle povere Vivevano in appartamenti presi in affitto negli stessi quartieri della parrocchia, vestivano con gli abiti consueti delle donne povere del quartiere (non avevano una divisa particolare). 33 San Vincenzo de Paoli FIGLIE DELLA CARITA’ Il loro compito principale era il servizio dei poveri a domicilio. «Carica della pentola preparata dalle Signore della Carità, la sorella percorreva due volte al giorno le strade della parrocchia portando non solo cibo e medicine, ma anche la consolazione della sua visita… rifacevano i letti, spalmavano pomate, somministravano purghe, facevano salassi, assistevano di notte, pulivano e strofinavano le case dei più abbandonati…» Assistenza domiciliare organizzata 34 17 19/12/2024 Regolamento delle Figlie della carità Parma Regolamento delle Zitelle della Casa di Educazione San Vincenzo De’ Paoli» del 21 febbraio 1793 affidate alla cura di una Maestra «donna prudente e discreta con alcune regole pel necessario educamento». «innanzi tutto condurre una vita irreprensibile sotto ogni aspetto». La «levata» delle ragazze era fissata «alle sei e mezza nei mesi di gennaro, febbraro, novembre e dicembre ed alle sei negli altri mesi». «la durata della preghiera mattutina e il riscaldarsi d’inverno al fuoco comune, la scuola, il lavoro, i pasti, la ricreazione ed il riposo «ciascheduna nel proprio letto». Ogni «zitella» doveva «abilitarsi a ben leggere con il permesso di applicarsi ad imparare a scrivere». Parca la mensa e modesto l’abbigliamento-uniforme costituito «dal fazzoletto, casacchino, sottanino color bleu turco, grembiale e scarpe senza fibbia». «il Giovedì grasso e gli ultimi i tre giorni di Canevale la feste dovevano avere la durata di due pomeridiane fino alle 10 di sera. Vietati travestimenti e maschere di qualsiasi tipo e severamente vietato introdurre nel Conservatorio durante il ballo, non solo qualsiasi uomo, ma anche fanciulli di ambo i sessi e di tutte le femmine già ospiti della Casa e parenti delle zitelle». 35 Suore figlie della carità Le Figlie della Carità a Parma: “Non avevano orari né conoscevano feste comandate, erano in servizio permanente effettivo tutti i giorni e tutte le notti molte volte addormentandosi sulle seggiole in ferro delle corsie quando, sopraffatte dalla fatica, attendevano l’alba tra il lamento di povere anime sofferenti, colpi di tosse, imprecazioni, tintinnii di bicchieri. Come accoglievano tre le loro braccia un neonato che si affacciava al mondo, così erano pronte a comporre con mani pietose coloro che salutavano la vita per addormentarsi per sempre sulle ali del mistero. Ai loro ammalati dispensavano medicine, arance, mele e santini non mancando mai di far recitare una preghiera anche a quelli, a prima vista miscredenti, ma, che dinanzi a quei copricapo bianchi e ai quei visi rassicuranti, si lasciavano convincere abbozzando un frettoloso segno di croce.” 36 18 19/12/2024 San Vincenzo de Paoli Premessa: Vigeva la prescrizione che qualsiasi congregazione femminile fosse di vita claustrale. San Vincenzo non voleva fondare ordine, ma solo assistere i poveri. Aspetto innovativo: fanciulle povere che condividevano la vita dei poveri San Vincenzo risolse la questione attraverso una modalità che non prevedeva i voti perpetui e che pertanto era più simile ai rami terziari dei grandi ordini. 37 Aspetti chiave dei santi riformatori: Servizio verso gli altri Necessità di istruire le persone che si occupano di assistenza IV voto aspetto di assistenza alle persone non solo spirituale ma anche corporale Principi applicati all’interno delle strutture sanitarie gestite dai religiosi. Applicazione metodo, conoscenze, rigore nell’assistenza ai pazienti I pazienti hanno il diritto di essere assistiti da personale educato e formato L’assistenza non deve essere organizzata solo all’interno di strutture ma anche all’esterno (campi di battaglia, al domicilio) 38 19 19/12/2024 Anno Accademico 2024/2025 Il Seicento e l’Illuminismo 39 ILLUMINISMO Concezione del sapere fondata sulla scienza e promotrice del metodo sperimentale L’applicazione del metodo scientifico inizia ad essere introdotta anche nei problemi che riguardano la salute. Progresso aumenta le conoscenze sulle malattie Acquista importanza la malattie non il malato Con la rivoluzione francese, si afferma che la tutela della salute dei cittadini è un diritto che lo Stato deve garantire: nasce così la sanità pubblica 40 20 19/12/2024 IL SETTECENTO Il potere deve risistemare gli ospedali del rinascimento che risultano essere inadeguati e deve garantire i servizi Gli ospedali versano in condizioni disastrose: sporcizia, promiscuità, letti occupati da più malati. Diritto dei poveri ad essere assistiti: «ogni malato che non disponga di risorse personali dovrà essere soccorso a domicilio o nel più vicino ospizio» 41 Ruolo donna Inizio della storia donna ruolo misterioso, depositaria del segreto della vita Donna considerata come causa di tentazione e di peccato figura di Eva contrapposta a donna vergine pura e innocente Figura della strega come colei che vive sola (anziana o vedova) che spesso ha particolarità fisiche. Spesso sono donne analfabete con bassa estrazione sociale. 42 21 19/12/2024 Donna strega Conoscono la medicina empirica, curano con erbe, infusi, fanno partorire o provocano aborti.. «curano le ossa rotte o malate e levano i figlioli» «chi sa curare sa anche nuocere» La donna vista come principale nemico della fede. Donna come colei che conosce i segreti delle donne, che ha potere di uccidere i bambini e di offrirli al diavolo, causare sterilità… Possiedono un sapere orale depositarie di una conoscenza esperienziale, tramandata da madre a figlia Donna cacciate dai villaggi persecuzione delle streghe come coloro che hanno forze maligne Caccia alle streghe si estende per oltre quattro secoli ( XIV/XVII) 43 LA FIGURA DELL’INFERMIERA NEL 1700 Considerate delle domestiche, con il compito di «fare le pulizie» Sono di solito analfabete e non di rado dedite al bere identifica la loro condizione sociale Donne laiche devono essere: «robuste e gagliarde» Fino a fine ‘700 nelle infermerie si organizzano feste, balli tutta la notte 44 22 19/12/2024 ASSISTENZA INFERMIERISTICA L’assistenza infermieristica si configura come una derivazione specifica e specialistica dell’assistenza. Con Manzoni pertanto definiamo: ✓ l’assistenza come “la concretizzazione culturale fattuale del principio di solidarietà umana; caratteristica peculiare dell’essere umano e fondamento del vivere quotidiano. “ ✓ l’assistenza infermieristica come “il comportamento osservabile dell’infermiere, come realizzazione della prassi disciplinare infermieristica.” ASSISTENZA 45 IL PROCESSO DI PROFESSIONALIZZAZIONE Nascita dell’assistenza infermieristica Nascita del corpus disciplinare Evoluzione professionale 46 23 19/12/2024 IL PROCESSO DI PROFESSIONALIZZAZIONE Qualcuno comincia a distinguere il conoscere dell’infermiere come differenziato da quello del medico e avente sue determinate caratteristiche. Assistenza infermieristica si fonda su un complesso di conoscenze proprie e su una certa concezione dell’uomo, della salute, dell’ambiente e dell’assistenza infermieristica stessa Assistenza infermieristica: scienza o arte? Uomo non solo come organismo biologico ma con componente psocologica, sociologica, spirituale e culturale 47 24