I Metodi, La Percezione e Introduzione all'Attenzione - Appunti di Psicologia - PDF

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Università degli Studi di Brescia

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psicologia metodi psicologici percezione attenzione

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Questi appunti di psicologia descrivono i metodi usati in psicologia, con particolare attenzione ai metodi sperimentali e al concetto di percezione. Sono incluse brevi spiegazioni sui concetti correlati come l'attenzione.

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DATA: 10/11/2023 MATERIA: PSICOLOGIA LEZIONE N. \[2.3\] DOCENTE: DELLA VEDOVA ANNA MARIA ARGOMENTO: CONCLUSIONE METODICHE, PERCEZIONE E INTRODUZIONE ALL\'ATTENZIONE SBOBINATORE: ANDREOLI CARLO, AURORA CUPA, SARA FINESSO, VALENTINA LUCADELLO REVISORE: ANDREOLI CARLO, AURORA CUPA, SARA FINESSO,...

DATA: 10/11/2023 MATERIA: PSICOLOGIA LEZIONE N. \[2.3\] DOCENTE: DELLA VEDOVA ANNA MARIA ARGOMENTO: CONCLUSIONE METODICHE, PERCEZIONE E INTRODUZIONE ALL\'ATTENZIONE SBOBINATORE: ANDREOLI CARLO, AURORA CUPA, SARA FINESSO, VALENTINA LUCADELLO REVISORE: ANDREOLI CARLO, AURORA CUPA, SARA FINESSO, VALENTINA LUCADELLO *[EVENTUALI COMUNICAZIONI DEL DOCENTE]* *EVENTUALE RIASSUNTO DELLA LEZIONE PRECEDENTE* *La docente riprende e prosegue l'argomento trattato nell'ultima lezione* **I METODI IN PSICOLOGIA** I metodi che si utilizzano in psicologia sono fondamentalmente 3: - **N.B**. 🡪 Il metodo sperimentale viene spesso confuso con il metodo scientifico ma i due concetti non sono esattamente sovrapponibili (il metodo scientifico è più ampio) - - **IL METODO SPERIMENTALE** La sperimentazione è composta di quattro fasi principali: - - - - Qualunque studio scientifico nasce dalla curiosità, dall'interesse del ricercatore, ed è per questo che la prima fase è l'osservazione di un fenomeno che suscita la curiosità e il desiderio di approfondire le sue caratteristiche e se ci sono delle regolarità. La seconda fase è quella della formulazione delle ipotesi, in cui mi chiedo cosa voglio "verificare" (in una metodologia scientifica in realtà più che verificare delle ipotesi Potter sosteneva che noi dobbiamo essere in grado di falsificare le ipotesi, dicendo non tanto che un fenomeno è vero in quanto verificato, quanto dire che è vero perché non è vero il suo contrario). Le ipotesi possono essere: 1. 2. (Generalmente noi utilizziamo entrambi i tipi di ipotesi.) La verifica delle ipotesi è l'aspetto del vero e proprio esperimento, si mette in piedi uno studio con tutti i suoi assunti (rigorosità e le fasi da considerare). La prima cosa da fare è definire l'oggetto dello studio. La definizione operativa in psicologia, nelle scienze sociali non è tanto la definizione dei fenomeni a livello teorico ma, quando voglio fare uno studio sperimentale e andare a misurare degli aspetti, mi serve per individuare le variabili operative, cioè quelle variabili che posso misurare (per esempio nelle emozioni, una volta definito il costrutto delle emozioni, potrei utilizzare come parametro/variabile operativa l'espressione facciale, per misurare un cambiamento che ricollego al manifestarsi di un'emozione. Si potrebbero usare anche altri parametri come il resoconto verbale e la variazione dei parametri psico-fisiologici). Tra uno studio e l'altro vi è complessità e relatività, in quanto ogni scienziato potrebbe scegliere diversi parametri, ed è per questo che in psicologia per verificare l'esattezza dell'osservazione si usa la concordanza degli indici (dall'esempio precedente dovremmo studiare la concordanza tra il cambiamento dell'espressione facciale, il resoconto verbale e la variazione dei parametri psico-fisiologici). La concordanza degli indici è il meccanismo sfruttato dalla macchina della verità, che cerca degli strani cambiamenti psico-fisiologici in relazione a una risposta verbale. Le variabili si suddividono in: - - - Per effettuare uno studio devo quindi prima scegliere le definizioni delle variabili, dalla definizione teorica alla definizione operativa. Poi dovrò scegliere con che strumenti andrò a misurare, che possono essere molteplici (video-osservazione, registrazione sonora, resoconto scritto...), con diverse caratteristiche (validità, attendibilità...), da cui dipenderà il risultato ottenuto. Un altro aspetto importante è la scelta del campione. Gli studi di più elevato livello sono i trial clinici, randomizzati e controllati, in cui il campione è preso in modo casuale (in ogni campione vi deve essere una rappresentanza della popolazione generale), controllato con il gruppo di controllo. In psicologia si possono utilizzare livelli più bassi, chiamati quasi sperimentali, in cui i campioni non sono casuali. Si passa poi alla definizione delle analisi statistiche: devo avere una metodologia statistico-matematica che mi dica che le differenze che ho riscontrato tra le due popolazioni che ho studiato non sono casuali. La fase finale è quella dell'elaborazione dei dati, alla fine della quale avrò dei risultati. Applico le mie analisi statistiche e trovo che la mia ipotesi sembrerebbe confermata e posso rigettare l'ipotesi nulla per una probabilità che ha una significatività statistica. Bisogna stare però attenti perché ci sono due errori che possiamo commettere nello studio: - - **ESEMPIO ESPERIMENTO** Lo studio era volto a valutare l'azione di un farmaco contro la depressione ed il quesito era: come variabile indipendente cosa influenza il farmaco? La variabile dipendente è l'**umore**. Nella prima fase era stato preso un campione scelto accuratamente (pari maschi, pari femmine, diverse fasce d'età, diverse estrazioni sociali e titoli di studio...). A questo gruppo veniva prima somministrato un questionario sull'umore e si vedeva il punteggio di depressione che avevano queste persone, poi veniva loro dato un trattamento (senza darne particolari spiegazioni) e dopo un po' di tempo veniva somministrato nuovamente il questionario: si voleva vedere se i punteggi della depressione erano migliorati. Il gruppo a cui è stato dato il farmaco prima aveva un punteggio sull'umore di 4,3, poi l'umore è migliorato arrivando a 6,1. C'è una significatività statistica, quindi lo sperimentatore dice che il farmaco funziona. Questo esperimento è stato svolto correttamente o è stato rigettato? È stato rigettato, perché non è stato utilizzato un gruppo di controllo; quindi, non si può dire che sia stato il farmaco l'unico elemento ad aver causato il cambiamento.![](media/image27.png) Viene quindi rifatto l'esperimento aggiungendo anche il gruppo di controllo, a cui viene somministrato un placebo, e con il questionario si è visto che le medie erano esattamente identiche (o comunque non c'è una differenza significativa). Questo significa che solo il fatto di assumere un farmaco aveva reso le persone più euforiche. Questo studio è stato la dimostrazione del fatto che senza un campione di controllo noi non possiamo mai essere certi che gli effetti che noi vediamo siano dovuti alla nostra variabile indipendente e non ad altro. Quindi serve sempre un gruppo che sia messo nelle condizioni identiche dell'altro tranne per la variabile criptica che io voglio verificare (in questo caso farmaco o placebo). **IL METODO CLINICO** Il metodo clinico parte da presupposti diversi, infatti più che accertare i fenomeni nella popolazione in modo rigoroso, è attento all'incontro con il soggetto (da cline, capezzale da cui avvicinarsi al soggetto, alla sua sofferenza). Il metodo clinico utilizza molto il caso singolo, nel senso che piuttosto che studiare una vasta popolazione va a vedere anche nella singola persona come si svolge un certo fenomeno, senza pretese di trovare delle verità assolute, ma sapendo che in questo modo arricchisce moltissimo la conoscenza sul fenomeno che può essere poi utile per fare degli studi di tipo sperimentale. L'esempio classico di questo metodo è il caso di Phineas Gage, un individuo a cui un'asta di ferro aveva attraversato il cranio, creando una lesione epocale. Nonostante la gravità dell'incidente non aveva avuto degli esiti importanti dal punto di vista somatico, ma quello che si è osservato è stato un cambiamento totale della sua personalità. Prima dell'incidente era una persona mite, molto socievole, dedita al lavoro, mentre in seguito è diventato una persona che rispondeva male, che tendeva a soddisfare i propri impulsi, non si controllava ed era diventato difficile da gestire. Il suo caso clinico ha permesso di approfondire le funzioni delle aree prefrontali e del lobo frontale. Da lì si è cominciato a interrogarsi sulle funzioni legate a questa specifica area, la più recente della nostra neocorteccia, che riguarda molte funzioni, tra cui il controllo degli impulsi, la capacità di giudizio, di valutazione, il ragionamento critico, ma soprattutto la capacità di contenere i propri impulsi più fisiologici. Grazie a questo caso clinico si è potuto apprendere moltissimo sul funzionamento dell'encefalo di queste aree e da qui sono partiti molti studi anche di tipo sperimentale. **METODO COMPARATIVO** È il metodo che mette a confronto il comportamento di specie animali relazionandole all'uomo; quindi, si studia magari la socialità dei gruppi degli animali, i modi in cui vengono regolate le relazioni, le interazioni, i comportamenti. *DOMANDA DELLO STUDENTE:* ***La macchina della verità funziona davvero?*** *Funziona ma ha dei grossi limiti, infatti rivela un cambiamento che però è aspecifico. Noi non possiamo dire in assoluto che quel cambiamento voglia dire sta mentendo, oppure se questa persona può avere dei traumi, perché la macchina della verità evidenzia la relazione fra uno stimolo che viene dato e una reazione del soggetto; quindi, dipenderà dalla capacità di chi fa le domande di essere molto neutro, le domande devono essere effettuate in modo non induttivo* **LA PERCEZIONE** La percezione è un processo psichico che si pone alla base della nostra conoscenza del mondo fisico e di ogni attività cognitiva (*nulla è stato nella mente che non sia stato prima nei sensi*). La percezione coincide con la nostra capacità di saper tradurre e mettersi in contatto con gli stimoli interni ed esterni che captiamo. Tuttavia, sorge una domanda: "*La percezione è una semplice riproduzione degli stimoli che si presentano ai nostri organi di senso che ci fornisce di una riproduzione fedele dell'oggetto fisico che si presenta ai nostri occhi, oppure è un atto elaborativo più complesso?".* Il nostro cervello è in grado di costruire delle rappresentazioni di fenomeni, oggetti e situazioni anche in assenza di tutti gli elementi necessari per ottenerle, alcuni esempi di ciò possono essere la realtà virtuale e le illusioni ottiche. Perciò si può dedurre che il nostro cervello, anche solo con il semplice contatto con il mondo fisico, è in grado di attuare funzioni integrative psichiche che vanno ben oltre alla semplice riproduzione degli stimoli e che ne organizzano la percezione permettendoci di percepire ciò che accade intorno a noi in modo più completo. **SENSAZIONE E PERCEZIONE** Per anni sono sorti molti dibattiti tra figure come biologi, fisiologi e psicologi riguardo a quale potesse essere la differenza tra quella che è la **sensazione** e la **percezione**: - - Il meccanismo che ci permette di percepire le informazioni sensoriali correttamente è quello dei canali di comunicazione del Sistema Nervoso, il quale grazie ai recettori ci permette di captare e tradurre gli stimoli in segnali, la cui qualità dipende dall'intensità e la durata dello stimolo, che viaggiano lungo le vie sensoriali. I recettori sensoriali si suddividono in due categorie: **Esterocettori**, che rappresentano i nostri cinque sensi, e gli **Enterocettori**, che invece si occupano della gestione dell'equilibrio, visceri e propriocezione. Quando si parla di recettori sensoriali si parla anche del cosiddetto realismo ingenuo che consiste nel pensare che i recettori siano in grado di fornire una rappresentazione estremamente precisa del mondo esterno. Quando si parla di recettori e vie di comunicazione sensoriali si parla anche del cosiddetto realismo ingenuo, ovvero il pensiero secondo cui i recettori siano in grado di fornire una rappresentazione estremamente precisa del mondo esterno; tuttavia, il processo non è così semplice e lineare perché è richiesta una complessa interpretazione e organizzazione dei segnali. Le rappresentazioni percettive sono un'unità di informazione di maggiore complessità e che comportano il processo di organizzazione degli stimoli sensoriali. I recettori sono specifici a seconda dello stimolo che sono istruiti a captare (caldo, freddo, pressione, etc....) e con l'eccitazione trasformano lo stimolo in segnale elettrico. Il segnale elettrico viaggia attraverso le vie di comunicazione arrivando in alcune "stazioni" prima di raggiungere il cervello per essere processato assieme a segnali sensoriali diversi dal talamo e le aree sensitive della corteccia cerebrale (per quanto riguarda gli stimoli olfattivi l'informazione è processata nel bulbo olfattivo chiamato anche cervello olfattivo prima di passare alla corteccia). In conclusione, sensazione e percezione sono la stessa cosa? **NO**, perché la percezione comprende la componente di organizzazione delle informazioni sensoriali portando all'arricchimento del segnale, mentre la sensazione compie il compito di trasduzione e trasmissione. **SOGLIE PERCETTIVE** Gli esseri umani non sono in grado di percepire completamente tutto ciò che li circonda, la spiegazione di ciò può ridursi alla semplice mancanza dei recettori appropriati (come per i feromoni o le radiazioni) o al valore delle soglie percettive che è necessario per lo stimolo superare per produrre il segnale. Si distinguono due tipi di soglie che vincolano la nostra percezione: - ![Immagine che contiene testo, Carattere, schermata, bianco Descrizione generata automaticamente](media/image36.png) - **PERCEZIONE VISIVA** La percezione visiva è quella permessa nel nostro organismo dagli occhi, i quali possiedono dei recettori che permettono di tradurre la radiazione luminosa in segnale elettrico interpretabile dal nostro cervello per mezzo di specifici recettori localizzati sulla retina. L'immagine che i nostri occhi percepiscono tuttavia è un'immagine capovolta per via della rifrazione della luce attraverso la cornea e la lente all\'interno dell\'occhio, Il cervello, poi, elabora queste informazioni e le interpreta correttamente, facendoci percepire il mondo esterno come se fosse correttamente orientato.![](media/image23.png) Nell'occhio innerva il nervo ottico ed è presente sulla retina in prossimità di esso il **punto cieco**. Il punto cieco è causato da un'assenza di recettori e questa mancanza è compensata dal nostro sistema cognitivo che riproduce in base al contesto una sorta di riempimento (lo stesso principio può essere notato quando il nostro cervello ci permette di escludere il nostro naso dal campo visivo). **ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA SECONDO LA SCUOLA GESTALT** Dallo studio svolto dalla Scuola Gestalt nasce l'insieme dei principi che regolano la visione delle cose così come ci appaiono grazie alla percezione visiva. Questi principi vanno a costituire l'organizzazione percettiva e sono: 1. 2. 3. 4. 5. 6. **LEGGI DELLA FORMA** Le leggi della forma sono principi fondamentali che descrivono come le persone organizzano automaticamente le informazioni visive. Le leggi della forma sono: - - - - - - **FATTORI STRUTTURALI E FUNZIONALI** I fattori strutturali secondo la Gestalt sono legati alla natura e alla distribuzione spazio-temporale degli stimoli, all'anatomia e fisiologia delle strutture nervose. sono insiti nel modo in cui è strutturato il nostro sistema nervoso (per cui se non sono presenti i recettori per un certo stimolo non lo posso vedere, se ho recettori lenti percepirò in modo diverso rispetto a coloro che hanno recettori veloci) e il modo in cui funzionano i nostri recettori. Una particolarità della percezione visiva è che abbiamo dei recettori sensoriali che hanno la caratteristica dell'inibizione laterale, ossia all'attivarsi di un recettore si disattiva quello limitrofo e questo dà luogo a una serie di illusioni ottiche. I fattori strutturali possono essere oppure specifici per degli stimoli che inducono certe reazioni. I fattori strutturali sono dunque legati alla natura e alla distribuzione spazio-temporale degli stimoli, all'anatomia e fisiologia delle strutture nervose. I fattori strutturali comprendono: - - - - I fattori funzionali invece sono correlati a bisogni, interessi, stati d'animo, personalità ed esperienze dell'individuo. Tra i fattori funzionali troviamo: - - - **COSTANZA PERCETTIVA** Le costanze sono modalità secondo le quali la nostra mente tende a organizzare gli stimoli, principalmente visivi, ma anche gli altri stimoli, secondo una modalità che aiuta la nostra mente a muoversi in un mondo che è pieno di stimoli e che mette il nostro sistema cognitivo nella posizione di doverli organizzare per potersi muovere nel modo più economico ed utile. **Le costanze sono tendenze che noi abbiamo a vedere gli stimoli come costanti anche in condizioni in cui quello che arriva ai nostri sensi è solo un aspetto deformato dello stimolo**, perché magari lo stimolo si sta allontanando, è sotto una luce diversa, oppure è posto in un contesto particolare. Si è scoperto che la nostra mente tende ad organizzare la realtà in modo tale che si mantengano stabili le caratteristiche fenomeniche di una certa configurazione percettiva, pur al variare delle condizioni obiettive in cui noi percepiamo determinati stimoli. La costanza percettiva ha **la funzione di permetterci di riconoscere gli oggetti nelle più svariate condizioni di presentazione.** - - - ![](media/image42.png) **CONTRASTO ED EGUAGLIAMENTO** Altri aspetti che riguardano il nostro modo di percepire e la particolarità della percezione sono i fenomeni del contrasto dell'eguagliamento. - - - Le **bande di Mach** sono molto interessanti: questo è il fenomeno per cui, sulla base di un'azione recettoriale di inibizione laterale, si crea un forte impatto che dà luogo a questi margini, per come è fatta la figura. Ma se provate a mettere una biro che non mi faccia vedere la linea che divide una banda dall'altra i colori sembrano uguali. C'è un fenomeno di contrasto per cui il contrasto è presente o sparisce a seconda che esista una sorta di margine tra le due aree. Anche in questo caso l'elemento chiave è non come noi ci rapportiamo agli stimoli in quanto tali ma ai loro reciproci rapporti. **L'effetto white** è molto simile all'effetto precedente del contrasto di chiarezza: questo grigio (banda di grigio verticale sulle righe bianche, a sinistra, n.d.r.), è inutile dire, non è diverso da questo (banda di grigio sulle righe nere, a destra) nella sostanza, ma è molto diverso per come noi lo recepiamo, perché qua ci sembra molto più chiaro mentre nell'altra ci sembra molto più scuro. ![](media/image18.png) **ARTICOLAZIONE FIGURA-SFONDO** Altro fenomeno interessante è quello dell\'articolazione figura-sfondo: è il modo che noi abbiamo comunemente per rapportarci ad un paesaggio con il nostro campo visivo. Prediligiamo degli aspetti che sono il focus del nostro interesse, e questi sono le figure, ed altri aspetti che funzionano da sfondo. Questo è un fenomeno che si presenta molto precocemente nello sviluppo in quanto è stato osservato anche nei bambini molto piccoli e nei neonati, fin dai primi giorni di vita. Come è fatta questa articolazione? Leggi sulle caratteristiche della figura rispetto allo sfondo: la figura ha una forma, mentre lo sfondo è informe 1. 2. 3. 4. 5. 6. Come mai noi percepiamo la figura rispetto allo sfondo più facilmente in certe condizioni che in altre? Si è scoperto che le figure che sono simmetriche perché sono convesse, piccole, incluse, e orientate in modo verticale o orizzontale, quindi non in diagonale, tendono ad essere percepite come figure che si stagliano su uno sfondo. Vediamo qualche esempio. Secondo voi qual è la figura e qual è lo sfondo? Immagine che contiene simbolo Descrizione generata automaticamente Ci sono più livelli: potete dire che c'è uno sfondo bianco con questa configurazione (indica i triangoli neri, n.d.r.) oppure, in alternativa (indica i triangoli più piccoli bianchi), qual è la figura secondo voi? La ventola è più facilmente la figura, perché le pale bianche sono piccole, incluse, sono orientate verticalmente e orizzontalmente e sono simmetriche. Qualcuno avrebbe potuto vedere anche una girandola nera? Tendenzialmente non la vede nessuno perché non è la più piccola ed è orientata in diagonale, quindi più facilmente prevale l\'altra figura. E qua che cosa vi sembra di vedere nella prima e nella seconda figura? ![Immagine che contiene primavera, molla elicoidale Descrizione generata automaticamente con attendibilità media](media/image6.png) Generalmente le persone vedono delle ellissi, degli ovali bianchi e neri perché sono figure convesse e incluse; si potrebbero anche vedere dei calici o delle colonne ma quasi mai le persone indicano quelle come figure rispetto allo sfondo Qui c'è l'effetto convessità: è più facile generalmente vedere come figure quelle convesse rispetto a quelle concave. Sempre nel campo dell'articolazione figura-sfondo ci sono quei fenomeni particolari che sono le figure completamente reversibili. Questa qua è la famosa **figura di Rubin**: Immagine che contiene logo, silhouette, design Descrizione generata automaticamente Un esempio è la famosa figura reversibile di Rubin. In questa immagine ci sembra di vedere due visi, due profili oppure una coppa, un calice al centro. La particolarità è la totale reversibilità, cioè se si vedono i visi, questi diventano la figura e il nero diventa lo sfondo; se invece si vede il calice, i visi scompaiono. Ciò significa che non si possono vedere insieme queste due distinte figure, perché esiste la funzione unilaterale del margine: se il margine appartiene alla coppa, è la coppa la figura, mentre quando il margine appartiene al nero, sono i visi le figure e il resto diventa lo sfondo. Il margine, dunque, ha una funzione unilaterale per segregare la figura dal resto. Il margine ha una funzione unilaterale per segregare la figura dal resto. Naturalmente la figura si può prestare alle due interpretazioni, che si susseguono nel corso della percezione. **PERCEZIONE DELLO SPAZIO** Altro aspetto interessante, è rappresentato da questa domanda: com\'è possibile che noi vediamo la realtà a tre dimensioni quando in realtà l\'immagine che viene proiettata sulla nostra retina è un'immagine bidimensionale? Come facciamo noi a farla diventare tridimensionale? Per rendere l'idea della tridimensionalità bisogna creare delle condizioni che il nostro cervello possa sfruttare nella percezione. In altre parole, il nostro cervello utilizza degli indizi. Quali sono gli indizi che dicono al nostro cervello: quella è una configurazione tridimensionale invece quell'altra è bidimensionale? Perché noi siamo perfettamente in grado di distinguere tra una configurazione bidimensionale, ad esempio un foglio disegnato, e una configurazione tridimensionale, ad esempio un soprammobile, un oggetto, un corpo che ha tre dimensioni? - Guardate questa illusione ottica: questo tipo di configurazione crea nella nostra mente l'illusione del movimento, che in realtà è completamente assente. Quindi vuol dire che il tipo di stimolazione che viene portata ai nostri occhi dà origine ad una serie di processi che ci danno l\'impressione di vedere il movimento. - 1. 2. 3. 4. **ILLUSIONI OTTICHE** Queste tre figure sono identiche, sia come forma che come altezza. Però noi le percepiamo uguali? No, perché? Potremmo pensare che questo sia il papà (figura di destra, n.d.r.) e questi sono i figli (altre due figure, n.d.r.) oppure li percepiamo come un gigante, un uomo e un nanetto oppure un uomo, un ragazzo e un bambino.![](media/image16.png) - 1. 2. **TIPOLOGIE DI MOVIMENTO** - - - **PERCEZIONE SUBLIMINALE** Sulla percezione subliminale ci sono degli elementi molto più sperimentali. Negli anni '50 un primissimo esperimento ha fatto riflettere sul fatto che il nostro sistema cognitivo ha la capacità di elaborare stimoli che sono presentati sottosoglia, senza consapevolezza, e di come questo possa influenzare le nostre risposte. NB: gli stimoli per essere percepiti consapevolmente devono restare a disposizione dei nostri sensi circa mezzo secondo, dai 300 ai 500 msec. Quando sono più veloci, se arrivano per esempio a 15 msec di velocità, la nostra mente li registra però noi non ne siamo minimamente consapevoli. L'esperimento (M. Eagle, 1956): - - - - Da questo studio partirono le riflessioni sul fatto che il nostro sistema cognitivo capta tutta una serie di stimoli, quello che viene chiamato il priming, e poi le risposte successive possono essere condizionate da queste piccole esperienze subliminali. Questo è il motivo per cui sarebbe assolutamente proibito inserire dei fotogrammi all'interno di pellicole con dei contenuti che possano cercare di persuadere le persone o far provare loro delle emozioni. La percezione subliminale è un aspetto molto interessante sul tema delle percezioni che è stato in seguito portato avanti dalla neuropsicologia cognitiva. (Domanda: Un esempio è l'esperimento fatto a Time Square con le immagini subliminali della Coca Cola che inducevano a consumarne di più? -- Risposta: sul libro che ho consigliato c'è tutto l'aspetto sperimentale di questa che è un po' una leggenda, non si sa se sia stata una cosa veramente sperimentata o sia più una leggenda, quella dell'inserimento dei fotogrammi della Coca-Cola e così la gente ne beveva di più. L'idea comunque è quella). **ILLUSIONI OTTICHE pt.2** Le illusioni ottiche sono un fenomeno che dimostra una non perfetta corrispondenza fra dato fisico e dato fenomenico. C'è un lavoro psichico, di organizzazione tra lo stimolo e il nostro percetto, e le illusioni ottiche ne sono la dimostrazione lampante. Si distinguono dalle: - - ![](media/image21.png) In questa immagine si vedono una signora anziana e una ragazza. (Una cosa interessante delle illusioni ottiche è che talvolta è difficile vedere entrambe le figure, ma una volta che si vede la figura che inizialmente era impossibile da trovare, non si riesce più a non vederla.) Si vedono sia un coniglio che una papera. (Può essere difficile vedere il coniglio perché ci immaginiamo generalmente il coniglio con le orecchie dritte, mentre qui ha le orecchie indietro). ![](media/image2.png) Si vede sia un sassofonista che un viso. Alcune persone hanno visto prima il suonatore; questo accade per l'impostazione soggettiva, la quale afferma che vediamo prima le cose che ci sono più familiari, che ci piacciono o ci preoccupano maggiormente. Si vede la faccia di un indiano d'America e anche un eschimese (una persona con un cappotto) ![](media/image40.png) Si vede una faccia, oppure due facce che si guardano o anche una candela. Illusione di Ebbinghaus: i due cerchi centrali sono uguali, ma quello a destra appare più grande perché circondato da petali più piccoli di quelli di sinistra; appare grosso in relazione ai petali. Percepiamo infatti un oggetto, uno stimolo, in relazione tra stimoli. ![](media/image15.png) Le righe sembrano storte, sghembe; in realtà non è così, poiché se isoliamo un cerchio vediamo che dentro c'è un quadrato perfetto. Probabilmente questa illusione è data da un contagio tra le righe rotonde e arcuate e quelle parallele che fa sì che vediamo le righe rosse molli. Sembra che le fasce siano tutte sovrapposte e storte, ma le realtà le linee nere sono rette e perfettamente parallele. Quello che inganna è lo sfalsamento tra i quadrati bianchi e neri e viceversa. Illusione di Ponzo, molto famosa: i due segmenti sono uguali, ma uno sembra grande e uno piccolo, perché il rapporto è con le celle. Le celle diventano man mano più piccole; il nostro cervello fa il rapporto tra lo stimolo e il contesto e lo stimolo ci sembra più grande o più piccolo a seconda di tutta la stimolazione che fa parte della superficie di contesto.![](media/image22.png) Questa illusione ottica è chiamata contrasto simultaneo: ci dà l'impressione di vedere puntini neri che si muovono e anche questo dipende dall'attivazione e disattivazione delle cellule sensibili a questo tipo di stimolazione. ![](media/image30.png) Se ci concentriamo sul puntino nero al centro, fissandolo per almeno 10-15 secondi, poi allontaniamo e avviciniamo la testa si vedono i due cerchi girare in senso opposto. In questa illusione sembra che sia un movimento della figura che invece non esiste- ![](media/image50.png) Questa illusione ottica mostra sia la scritta "Liar" (se osservata di lato) sia il profilo di un uomo (se osservato verticalmente) In questa illusione si vede un cavallo, ma se vista di lato si può vedere anche una rana. ![](media/image48.png) Si può vedere un lago o anche un feto. Questa illusione appartiene a quelle che sono definite figure impossibili (di questo genere sono famose le rappresentanti di Escher). Non si capisce né l'inizio né la fine. ![](media/image49.png) Se fissiamo per circa 30 secondi la resistenza si vede la lampadina accesa. Se fissiamo per circa 15 secondi il puntino chiaro che si trova sulla punta di naso della figura qui sotto, ci sembra di avere il volto di Obama. **L'ATTENZIONE** L'attenzione è un'altra funzione cognitiva. I processi cognitivi non avvengono in un'area isolata, ma sono continuamente integrati e lavorano insieme. Essere multitasking è un chiaro modo, una dimostrazione, che diamo "poca attenzione alla nostra attenzione", richiediamo un grandissimo lavoro continuamente alla nostra attenzione, che è un meccanismo complesso ma anche delicato, che talvolta ci affatica. L'attenzione è l'attività per cui focalizziamo i nostri sforzi mentali e le nostre risorse cognitive su un determinato evento. Utilizzare l'attenzione significa focalizzare una sorgente d'informazione sulla quale andiamo a dirigere le nostre risorse. L'attenzione può essere definita come l'attività mediante la quale dirigiamo le nostre risorse cognitive su una serie di eventi e allo stesso tempo abbiamo la capacità di escluderne altri che non ci interessano o non dovrebbero interferire con il nostro compito (gli altri stimoli vengono messi sullo sfondo). Insieme alla percezione, l'attenzione è deputata alla decodifica delle informazioni provenienti dalla realtà esterna o può essere diretta anche sui nostri processi interni. Quindi percezione e attenzione lavorano praticamente sempre insieme. È anche definita la porta principale della coscienza perché per essere consapevoli di qualcosa necessariamente dobbiamo selezionare questo qualcosa attentamente. La nostra attenzione funziona come un fascio di luce che ci rende consapevoli delle cose che avvengono in determinati stimoli o insieme di stimoli. Esistono diversi tipi di attenzione: - - - - -

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