Sostanze Organiche e Inquinanti - Introduzione

Sostanze chimiche organiche di sintesi di uso quotidiano, come solventi, detergenti, pigmenti e vernici, polimeri, additivi per plastiche e prodotti tessili, prodotti chimici usati nelle costruzioni, erbicidi, insetticidi, fungicidi e prodotti antivegetativi.

Sostanze chimiche organiche introdotte nell'ambiente da cause naturali, come la decomposizione di materiale organico.

La capacità di una sostanza di persistere nell'ambiente, ovvero il tempo che ci mette a degradarsi.

L'accumulo di una sostanza negli organismi viventi, che può portare a livelli tossici se la sostanza non viene eliminata.

Proprietà chimiche e fisiche di una sostanza che la rendono dannosa per gli organismi viventi.

La capacità di una sostanza di essere trasportata nell'ambiente, ad esempio attraverso l'aria o l'acqua.

Il processo di decomposizione di una sostanza in componenti più semplici.

La capacità di una sostanza di essere assorbita dagli organismi viventi.

Il processo di eliminazione di una sostanza dall'organismo vivente.

Composti organici volatili, idrocarburi aromatici policiclici (IPA o PAH), composti C1 e C2 alogenati, poli-cloro bifenili (PCB) e pesticidi clorurati, come le diossine.

Sostanze organiche resistenti alla degradazione e che si accumulano negli organismi viventi, con effetti negativi sull'ambiente e sulla salute umana.

Una lista di dodici sostanze tossiche particolarmente dannose per l'ambiente e la salute umana, tra cui DDT, esaclorobenzene, aldrin, mirex, dieldrin, toxafene, endrin, clordano, eptacloro, PCB, diossine e furani.

La capacità di alcune sostanze organiche di legarsi ai recettori delle cellule, impedendo loro di svolgere correttamente la loro funzione.

Sostanze prodotte dall'uomo e immesse nell'ambiente in modo deliberato per controllare i parassiti.

Gli effetti positivi dell'utilizzo dei pesticidi, come l'efficacia, la rapidità, la versatilità e l'economicità.

Gli effetti negativi dell'utilizzo dei pesticidi, come la resistenza dei parassiti, gli effetti dannosi su specie non bersaglio, i rischi per gli utilizzatori, la bioaccumulazione, i residui negli alimenti e l'inquinamento dell'ambiente.

Un insetticida ideale dovrebbe essere stabile, selettivo, efficace a basse concentrazioni, disponibile a basso costo e non bioaccumulabile.

Insetticidi che contengono cloro nella loro struttura chimica.

Un composto organoclorurato particolarmente famoso, utilizzato per la lotta alla malaria e ad altre malattie trasmesse dagli insetti.

Il coefficiente di ripartizione ottanolo-acqua, che misura la solubilità di una sostanza in un solvente organico (ottanolo) rispetto all'acqua.

Il processo di trasformazione di una sostanza all'interno di un organismo vivente.

Un composto organoclorurato derivato dal DDT, meno tossico ma ancora presente nell'ambiente.

Insetticidi che contengono fosforo nella loro struttura chimica.

Un enzima che svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione degli impulsi nervosi, degradando l'acetilcolina.

Un insetticida organofosforico volatile, utilizzato contro insetti domestici e pubblici.

Un insetticida organofosforico ad ampio spettro, ma nocivo per api e uccelli.

Un insetticida organofosforico usato su frutta e vegetali, ma con un rischio elevato di intossicazione acuta.

Un gas nervino organofosforico utilizzato come arma chimica.

Una famiglia di sostanze organiche clorurate, altamente tossiche e persistenti.

Composti chimici che si formano durante la combustione di materiale carbonioso in carenza di ossigeno.

Un composto chimico che ha un effetto cancerogeno e si accumula nel corpo.

Composti chimici prodotti per clorurazione del bifenile.

Insetticidi che contengono l'acido carbammico nella loro struttura chimica.

Un gas tossico rilasciato durante un incidente chimico a Bhopal, India.