Giustizia Penale e Servizi Sociali

L'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (UEPE) si occupa dell'esecuzione penale esterna per gli adulti, mentre l'Ufficio Servizio Sociale Minori (USSM) si occupa dei minori.

Il collegamento tra il Servizio Sociale e la Giustizia penale risale al 1934 per i minorenni, con il Regio Decreto 1404, e al 1975 per gli adulti, con la legge 354.

Il Servizio Sociale di esecuzione penale fu introdotto con la legge 354 1975, che istituì l'ordinamento penitenziario e le misure alternative alla detenzione.

Le riforme del 2005 hanno portato gli USSM e gli UEPE a dipendere dal Dipartimento di Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.

La probation è il principale ambito di intervento degli USSM e degli UEPE. Consiste in un percorso di sostegno e controllo per chi ha commesso un reato, volto a favorire la sua rieducazione.

La probation giudiziale è un tipo di probation che interrompe il corso di un procedimento penale per un periodo di tempo. Se la prova è positiva, il giudice non emette una sentenza di condanna.

Lo Stato rinuncia, in tutto o in parte, alla punizione in cambio di una dimostrazione da parte del colpevole di aver compreso il torto commesso e di voler cambiare.

La probation è un programma di riabilitazione che offre ai colpevoli l'opportunità di dimostrare di aver imparato dai propri errori e di voler cambiare.

L'UEPE svolge compiti di aiuto e controllo sull'esecuzione dei programmi di trattamento, riferendo all'Autorità Giudiziaria e proponendo eventuali modifiche o revoche della condanna.

L'operatore dell'UEPE ha la facoltà di influenzare l'assunzione di decisioni da parte del giudice attraverso la relazione sull'esecuzione del programma di trattamento.

L'affidamento in prova richiede obiettivi risocializzanti, come attività lavorativa o corsi di formazione, volti al reinserimento nella società.

La detenzione domiciliare consiste nell'esecuzione della sentenza al proprio domicilio o in un luogo di pubblica assistenza.

La detenzione domiciliare inizia con l'emissione di un provvedimento giudiziario senza sottoscrizione di verbale.

Durante la detenzione domiciliare, il condannato viene seguito dall'UEPE per sostenere l'esecuzione della pena.

La semilibertà permette al condannato di trascorrere parte della giornata fuori dall'istituto penitenziario per attività come studio, lavoro o progetti sociali.

La semilibertà non modifica lo status di detenuto, a differenza di altre forme di probation.

Un periodo di tempo durante il quale una persona condannata è libera dalla prigione, ma è sotto la supervisione del servizio sociale e deve seguire determinate regole.

Le probation penitenziarie sono pene alternative alla detenzione, concesse dal Tribunale di sorveglianza. Sono forme di pena che si svolgono al di fuori della prigione, ma sotto la supervisione di un agente di sorveglianza.

L'UEPE è l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna, responsabile dell'assistenza e sorveglianza dei condannati in libertà vigilata o sottoposti ad altre misure alternative alla detenzione.

Il tribunale che decide sulle misure alternative alla detenzione, come l'affidamento in prova al servizio sociale, la detenzione domiciliare e la semilibertà.

Le indagini socio-familiari sono un processo condotto dall'UEPE per raccogliere informazioni sulla famiglia e sul contesto sociale di un condannato, per valutare la possibilità di affidamento in prova al servizio sociale.

Un piano di trattamento per un condannato, che include obiettivi, attività e regole che devono essere seguite durante il periodo di probation.

La liberazione condizionale è una misura alternativa alla detenzione che può essere concessa a chi ha scontato una parte della pena. Viene concessa al termine di lunghi periodi di detenzione e ha lo scopo di aiutare il detenuto a reinserirsi nella società.

La detenzione domiciliare umanitaria è una misura alternativa alla detenzione che si applica a persone fragili come gli anziani, le persone affette da AIDS o con disabilità.

La semilibertà sostitutiva è una sanzione sostitutiva alla detenzione. Viene concessa dal tribunale ordinario come alternativa alla pena detentiva.

L'affidamento in prova per tossicodipendenti è una misura alternativa alla detenzione che si rivolge a persone con dipendenza da sostanze stupefacenti.

La sospensione della pena per tossicodipendenti è una misura alternativa alla detenzione che prevede la sospensione della pena per le persone con dipendenza da sostanze stupefacenti.

L'espulsione dello straniero è una misura alternativa alla detenzione che si applica agli stranieri che hanno commesso reati.

La liberazione anticipata è una misura che prevede la riduzione della pena detentiva per buona condotta.

La sentenza Torreggiani ha portato alla condanna dell'Italia da parte della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per la violazione dell'articolo 3 della Convenzione, che vieta i trattamenti disumani o degradanti. La condanna era dovuta al sovraffollamento delle carceri italiane.

La probation giudiziale, o messa alla prova, è una misura alternativa alla detenzione che prevede la sospensione del procedimento penale a seguito di una richiesta dell'imputato o del Pubblico Ministero.

La messa alla prova può essere concessa per reati puniti con la pena detentiva non superiore ai 6 anni.

La messa alla prova può essere richiesta durante i procedimenti per diversi reati, tra cui: violenza o minaccia a Pubblico Ufficiale, resistenza a Pubblico Ufficiale, oltraggio ad un Magistrato in udienza aggravato, violazione di sigilli aggravata, rissa aggravata, furto aggravato, guida in stato di ebbrezza, alcune violazioni della legge sugli stupefacenti, ricettazione, reati connessi alle violenze sessuali.

Alcune categorie di soggetti non possono richiedere la messa alla prova, come i delinquenti abituali, professionali e per tendenza.

Il giudice può dichiarare estinto il reato o riaprire il procedimento penale al termine del periodo di messa alla prova.

La riforma Cartabia ha aumentato il limite di pena edittale per la concessione della messa alla prova, portandolo a 6 anni.

La giustizia riparativa considera il reato come una rottura relazionale tra il reo e la comunità, anziché una semplice violazione della legge.

Il modello riparativo si basa sulla riconciliazione e sulla riparazione del danno causato dal reato, coinvolgendo la vittima, il reo e la comunità.

La giustizia riparativa mira a ripristinare le relazioni danneggiate dal reato, promuovendo la responsabilità del reo e il supporto della comunità.

Nel modello riparativo, il reato non è visto come un'offesa ad un bene giuridico, ma come una rottura relazionale che richiede una riparazione.

Il modello retributivo si basa sul concetto di deterrenza attraverso la punizione, proporzionata al reato commesso.

Il modello rieducativo si basa sull'idea che la pena debba servire a rieducare il reo, attraverso un processo di reinserimento sociale.

La giustizia riparativa rappresenta un'alternativa ai modelli tradizionali di giustizia, offrendo un approccio incentrato sulla riconciliazione e la riparazione del danno.

La giustizia riparativa si differenzia dai modelli tradizionali, perché non si concentra solo sulla punizione, ma anche sulla riparazione del danno e il ripristino delle relazioni.