Summary

These lecture notes provide an introduction to the study of communication, focusing on mass media and their role in shaping society. The document explores key concepts like communication, mass media, and social change. It discusses the historical impact of specific communication technologies, and the evolving relationship between media and society.

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***SOCIOLOGIA*** **1° LEZIONE 08/10 -- professor Lombardi** CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA COMUNICAZIONE\ Il primo libro di comunicazione parla dei mezzi di comunicazione di massa e in particolare del **treno** poiché primo mezzo di comunicazione di massa, mette in comunicazione masse...

***SOCIOLOGIA*** **1° LEZIONE 08/10 -- professor Lombardi** CAPITOLO 1 - INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA COMUNICAZIONE\ Il primo libro di comunicazione parla dei mezzi di comunicazione di massa e in particolare del **treno** poiché primo mezzo di comunicazione di massa, mette in comunicazione masse di persone che insieme si spostavano.\ Il termine comunicazione lo attribuiamo sempre ad un trasferimento di qualcosa, ma in realtà la parola deriva dal greco **Koinè** che era una comunità di persone basata su condivisione di lingua e costumi. Questa definizione l'abbiamo portata avanti anche nei secoli seguenti: - dal latino cum+munis, che svolge il suo compito insieme con altri - communitas → insieme+compito dono, partecipare, fa riferimento alla condivisione tra persone - comunicare → comunicarsi in chiesa, entrare in condivisione con dio **Comunicare è costruire condivisione mediante la creazione e la diffusione di simboli, relazioni, significati condivisi per dare un senso, un significato comune alla realtà.**\ La comunicazione è sempre soggettiva perché è una condivisione di significati tra di noi.\ Il nostro oggetto di studio, la comunicazione di massa (e i mass media), sono al centro dei processi di cambiamento, della società e della cultura.\ Gruppi organizzati: gruppi minimi per esempio la famiglia e perché ci sono luoghi, regole...\ I processi di comunicazione con il tempo cambiano soprattutto negli ultimi due secoli, a causa dello sviluppo tecnologico, ma in realtà lo sviluppo tecnologico c'è sempre stato, quindi tutto ciò cambia per: 1. industrializzazione: lo spostamento nelle città hanno modificato il mondo europeo 2. migrazione nelle città: la famiglia pre industriale era una famiglia allargata e vivevano e lavoravano nello stesso luogo, quindi non esistevano i tempi di vita privata e di tempi di lavoro; finché non c'è stato lo spostamento delle città non c'era il tempo libero → il tempo libero nasce con l'industrializzazione poiché cambia il fatto che si viveva e si lavorava con la famiglia, quindi uomini e donne si ritrovano a lavorare nelle fabbriche e uscivano alle 17 e avevano il tempo libero. Nascono i consumi culturali che sono i mezzi di comunicazione come per esempio il cinema (nasce con i fratelli Lumière, siamo in Francia a Lione nel 1899) o il teatro che diventano dei consumi per le persone che hanno riorganizzato la propria vita. 3. la guerra e conflitti tra stati nazionali 4. Democrazia 5. migrazioni internazionale Questi cambiamenti sociali portano anche cambiamenti di espressione culturali, la tv è lo strumento che ha modellato la nostra quotidianità.\ I mass media sono il principale canale di rappresentazione ed espressione culturale, sono la fonte di immagini della realtà sociale per formare e rafforzare l'identità sociale.\ La vita sociale è quotidianamente modellata sull'uso abitudinario dei media. **TEMI E PROBLEMI NELLA COMUNICAZIONE DI MASSA\ **9 temi/problemi che riguardano la sociologia della comunicazione:\ **Tempo** → la comunicazione si svolge nel tempo ed è importante il quando e la durata. I mass media servono come magazzino di memoria per la società\ **Luogo** → la comunicazione viene prodotta in un luogo preciso e riflette le caratteristiche di quel contesto. Riduce la distanza. I primi due grandi problemi sono legati al tempo e al luogo poiché non c'era modo di interfacciarsi nello stesso tempo e nello luogo oggi siamo arrivati ad una comunicazione che non richiede condivisione di luogo e tempo, ci sono dei sistemi e questo ha cambiato il processo comunicativo.\ Il **potere** → La comunicazione diventa strumento del potere. Il consumo di comunicazione ha carattere volontario, ma la comunicazione esercita comunque potere/influenza. Controllo dei sistemi di comunicazione e d\'informazione, le piattaforme hanno un potere molto alto su di noi, → non è un potere banale perché possono influenzare negativamente la salute della persona. Il potere dei media sui bambini, familiarizzare con questi strumenti che non hanno un linguaggio appropriato per i bambini. Importante il potere della privacy.\ La **realtà sociale** → i media diventano strumento di rappresentazione della realtà → ciò che è bello, brutto ciò che piace lo scopriamo grazie ai media. Realtà sociale raccontata e immaginata dai media. La diversità culturale, i media ci raccontano una diversità che spesso è categorizzata tra buono e cattivo, giusto e sbagliato. Il **significato** → problema nell\'interpretazione del messaggio dei media, poiché dipende dalle persone. Non esiste una fonte unica di significato (emittente, ricevente, osservatore contribuiscono alla produzione del significato). Sistemi di significato che vengono alterati da codici → non condividere il codice linguistico\ **Casualità e determinismo** → I mezzi di comunicazione sono il sintomo o il motore del cambiamento? Questi media sono la conseguenza o stanno cambiando il mondo? Dobbiamo capire se i mass media sono la causa o l'effetto.\ **Mediazione** → è un qualcosa che si frappone fra due elementi, i mezzi di comunicazione sono dei mediatori a tutti gli effetti. Possiamo considerare i media piattaforme per la circolazione di informazioni e idee.\ **Identità** → la comunicazione è identitaria, perché quando parlo io esprimo me stesso. La comunicazione è innanzitutto psicologica, identità. Identità come senso condiviso di appartenenza a una cultura, una società.\ La **diversità culturale** → la funzione e l'operato dei mass media sono contrassegnati da differenze di cultura a livello individuale, di gruppo e di nazione. Sono promotori della globalizzazione o no?\ \ **LIMITI E PROSPETTIVE DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA\ **La comunicazione ha sempre uno sguardo soggettivo della ricerca, questo è un limite, la soggettività è meno pericoloso quando c'è democrazia.\ Differenza tra **orientamento critico** vs **orientamento amministrativo**:\ → la teoria critica mette in luce i problemi e i difetti che stanno alla pratica mediale collegandoli alle problematiche sociali\ → la teoria applicata aggancia la comprensione dei processi di comunicazione alla soluzione di problemi concreti.\ Si possono distinguere due prospettive:\ - **Approccio media-centrico**: riconosce autonomia dei media e potere di influenza. I media sono visti come motore del cambiamento sociale (ruolo fondamentale della tecnologia).\ - **Approccio socio-centrico**: i media sono visti come riflesso delle forze politiche ed economiche. I nuovi strumenti comunicativi derivano dai cambiamenti della società.\ \ **APPROCCIO CULTURALISTA E APPROCCIO MATERIALISTA\ **Distinzione tra i teorici interessati al mondo della cultura e delle idee e i teorici che ritengono centrali le forze e i fattori materiali: - Approccio culturalista: di stampo umanistico attento a metodo qualitativi, interessato alla soggettività - Approccio materialista: di stampo tecno-scientifico attento a metodi quantitativi, interessato all'oggettività **QUATTRO PROSPETTIVE TEORICHE** 1. **Prospettiva media culturalista**. Attenzione sul contenuto e sulla ricezione dei messaggi dei media, influenzati dal contesto personale immediato. 2. **Prospettiva media-materialista**. Privilegia aspetti politico-economici e tecnologici dei media 3. **Prospettiva socio-materialista**. I media come riflesso delle condizioni economiche, politiche e materiali della società. 4. **Prospettiva socio-culturalista**. Sottolinea l'influenza dei fattori sociali sulla produzione e ricezione dei media e le funzioni dei media nella vita sociale e culturale. Una **[difficile definizione di scienza della comunicazione]** → "il tentativo di capire la produzione, il consumo e gli effetti dei sistemi di simboli e segnali sulla base di teorie verificabili contenenti legittime generalizzazioni che spieghino i fenomeni legati alla produzione, al consumo e agli effetti\" ( Berger e Chaffe: 1987).\ I limiti di questa definizione risiedono nell'utilizzo di una tradizione di analisi esclusivamente di tipo comportamentale (di matrice psicologica): atta a spiegare il comportamento comunicativo e gli effetti di tale comportamento.\ Restano in ombra, in questa definizione: - la tradizione strutturale (di matrice sociologica) tradizionalmente attenta ai sistemi e alle organizzazioni mediali e ai loro rapporti di influenza con la società. Evidenzia le conseguenze delle comunicazioni di massa sulle altre istituzioni della società. - la tradizione culturale (di matrice umanistico-antropologica) interessata alla comprensione in profondità di casi particolari, attenta nei contesti comunicativi. **DIFFERENTI TIPI DI TEORIA\ **Per teoria si intende ogni insieme di idee utili a capire un fenomeno, orientare l'azione o prevedere una conseguenza. Ne distinguiamo 5: 1. teoria socio-scientifica: enunciati sulla natura, e effetti della comunicazione di massa. 2. teoria culturale: molto diverso. In alcune forme è valutativa e differenzia gli artefatti culturali in base a criteri di qualità. A volte invece il suo fine è l'opposto poiché nega l'importanza di una classificazione per arrivare all'autentico significato della cultura. 3. teoria normativa: prescrive come i media devono operare per raggiungere determinati valori sociali. 4. teoria operazionale: riguarda le idee pratiche elaborate e applicate dai professionisti dei media nell'esercizio del loro lavoro. 5. teoria quotidiana o del senso comune: cioè il sapere che ricaviamo dai media e le differenze che ci sono tra i diversi media. **SCIENZA DELLA COMUNICAZIONE E STUDIO DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA**\ Una modalità più semplice di analisi della comunicazione di massa avviene attraverso lo studio dei livelli gerarchici di organizzazione sociale. Un modello lineare che risente oggi fi due fattori: 1. globalizzazione 2. progresso tecnologico e media digitali Lo studio della comunicazione di massa non è che un'area delle scienze sociali. I recenti sviluppi della tecnologia hanno reso più confusa la differenza tra comunicazione pubblica e privata e comunicazione di massa e interpersonale, rendendo difficile definire il campo di applicazione della ricerca sulla comunicazione di massa. Un modo meno problematico è individuare i differenti livelli di organizzazione sociale. → la comunicazione di massa può essere vista come uno dei tanti processi comunicativa a misura di società, al vertice di una distribuzione piramidale degli altri processi.\ In una società moderna esisterà un'unica grande rete pubblica di comunicazione, in genere dipendente dai mass media che coinvolge tutti i cittadini.\ Perché una rete di comunicazione possa definirsi tale, devono esserci un mezzo di offerta e di scambio e un flusso di messaggi a cui tutti o quasi partecipino attivamente.\ A un livello inferiore esistono molti tipi differenti di rete di comunicazione: 1. la società a livello regionale, metropolitano o cittadino 2. l'azienda o un'unità produttiva 3. le istituzioni Sotto questo livello esistono tipi di rete di comunicazione ancora più numerosi: - un ambiente - un interesse - un bisogno - un'attività. Le questioni di questo livello riguardano l'attaccamento e l'identità, la collaborazione e la formazione della norma.\ Questo modello è stato complicato dalla crescente globalizzazione della vita sociale, a cui non sono estranei i mass media. → questa è una ragione per la quale è stata avanzata l'idea di una "società della rete".\ \ **TRADIZIONI ALTERNATIVE DI ANALISI** 1. approccio strutturale: deriva in linea di massima dalla sociologia. Il suo punto di partenza è socio-centrico e l'attenzione è rivolta ai sistemi e ai rapporti con la società. 2. approccio comportamentale: è radicato nella psicologia sociale. L'oggetto di interesse è il comportamento umano individuale, specialmente per quanto riguarda l'uso e l'effetto dei mezzi di comunicazione di massa. 3. approccio culturale: ha le sue radici negli studi umanistici, nell'antropologia e nella sociolinguistica. È interessato alla comprensione di casi e situazioni particolari o unici che non alle generalizzazioni. **2° LEZIONE 15/10 -- professor Lombardi** **NASCITA DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA** Per comprendere meglio i mezzi di comunicazione, è fondamentale riconoscere che la comunicazione di contenuti ad un pubblico vasto precede di secoli i mezzi di comunicazione moderni. Ad esempio, durante il Medioevo, la Chiesa utilizzava affreschi che illustravano messaggi religiosi ai fedeli, i quali possono essere visti come i primi mezzi di comunicazione di massa. Con l'invenzione della stampa nel '400, si è evitata la copiatura manuale dei testi, permettendo una diffusione più rapida dei contenuti. (Cina e corea 1° bloccati dalla noliber) McQuail analizza quattro elementi nella storia dei mass media: - Scopi, bisogni o usi (intrattenimento, istruzione, diffondere messaggi) - Tecnologie (stampa, radio, televisione, cinema, informatica, ecc.) - Forme di organizzazione sociale (il modo in cui la società è strutturata) - Forme di governance (l'impatto dello Stato sulla diffusione dei mezzi di comunicazione) Questi quattro elementi interagiscono tra loro in vari modi. Inizialmente, la stampa veniva utilizzata per sostituire la trascrizione manuale dei testi; successivamente, con l'umanesimo e il Rinascimento, la stampa portò a un cambiamento nei contenuti (opere più laiche e popolari), segnando una vera rivoluzione culturale e nel campo delle comunicazioni. Gutenberg realizzò la stampa, con la prima opera stampata (1457) la Bibbia in latino. Alcune ripercussioni della stampa furono: l'aumento dei libri disponibili a costi inferiori, la possibilità di scambiare opinioni (decisivo per gli scrittori). Inizialmente, la stampa sostituì il lavoro manuale, ma poi ebbe un impatto culturale e sociale molto più ampio. Durante il periodo medievale, i libri non erano considerati mezzi di comunicazione, ma piuttosto magazzini di saggezza e strumenti per preservare i testi religiosi. Le biblioteche hanno avuto la funzione di comunicazione di massa, consentendo l'accesso alla cultura e all\'istruzione a più persone. Con la nascita della stampa, gli autori divennero figure più riconoscibili e professionali. Il libro si trasformò in merce, con la diffusione delle ristampe, e nacquero le prime forme di copyright per tutelare i diritti degli stampatori e degli editori. Il libro diventò: - Tecnologia dei caratteri mobili - Pagine rilegate, formato del codex - Copie molteplici, libro come merce che tratta più contenuti - Utilizzo individuale **LA NASCITA DEL GIORNALE** La storia del giornale si divide in tre fasi: 1. Prima fase: nascita del giornale come strumento economico e commerciale. 2. Seconda fase: il giornale come mezzo di diffusione di informazioni culturali. 3. Terza fase: il giornale con un carattere pubblico e popolare. I primi giornali regolari appaiono alla fine del '500. Nel '600, a Venezia, il termine "gazzetta" indicava il prezzo di un giornale. Il giornale commerciale (prima fase) era un servizio informativo più che uno strumento di propaganda. Nel Settecento, con l'illuminismo, i giornali iniziarono a concentrarsi su dibattiti, critiche e polemiche. L'abolizione della censura in Inghilterra avvenne nel 1795. Nel 18° secolo, con l'industrializzazione e l'aumento dell'alfabetizzazione, il giornale divenne un prodotto di massa. (nasce il telegrafo) (1°giornale popolare Petit Journal) **NASCITA DELLA STAMPA DI MASSA** La stampa di massa si sviluppò grazie a miglioramenti tecnici e all' alfabetizzazione. I progressi nelle tecniche tipografiche e nelle comunicazioni permisero la diffusione più rapida delle notizie. In Italia, all'inizio del 1800, la censura era forte, ma si diffuse la propaganda clandestina. Con l'Unità d\'Italia, cessò la censura, ma l'analfabetismo rimase alto. Durante il regime fascista, la libertà di stampa fu soppressa. Negli anni post-bellici, l'articolo 21 della Costituzione sancì la libertà di informazione. Nel XX secolo, il quotidiano divenne di massa, affrontando anche temi popolari. La diffusione di giornali fecero della stampa un mezzo fondamentale di comunicazione. **IL FUMETTO** Il fumetto nacque nel 1895 con *Yellow Kid* sul *New York World* e si sviluppò contemporaneamente al cinema. L'età d'oro del fumetto arrivò con Walt Disney e Superman negli anni '20. In Europa e in Giappone, il fumetto divenne un mezzo di intrattenimento popolare e anche propagandistico. **IL CINEMA** Il cinema nacque nel 1895 come novità tecnologica, portando un nuovo tipo di intrattenimento, simile a quello teatrale ma più dinamico. I fratelli Lumière, con *L'arrivo del treno in stazione*, segnarono l'inizio del successo del cinema. In seguito, Hollywood divenne il centro dell'industria cinematografica. Ebbe con un impatto significativo sulla cultura di massa. Il cinema è anche uno strumento di comunicazione sociale. **RADIO E TELEVISIONE: MASS MEDIA PER ECCELLENZA** La radio e la televisione rappresentano i mass media ideali, con caratteristiche come un'organizzazione centralizzata e un grande numero di utenti. La radio iniziò a trasmettere negli anni '20, finanziata dalla pubblicità negli USA e dallo Stato in Europa. Nel 1927, la prima stazione televisiva fu la BBC. In Italia, le prime trasmissioni avvennero nel 1954. Negli anni '80, le TV private iniziarono a diffondersi, finanziate dalle pubblicità. **I NUOVI MEDIA** I nuovi media sono caratterizzati da interconnettività, accessibilità, interattività e delocalizzazione. Con l'uso di satelliti e la digitalizzazione, si è assistito a una rivoluzione nelle comunicazioni, con un focus crescente sul pubblico. **3° LEZIONE 21/10 -- professor Nespoli** **Capitolo 3 -- IL SECOLO DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE** La massa è stata una scoperta della società, si parte dalla nascita della sociologia. Verso la metà del 700 la società occidentale subisce dei processi di trasformazione. Il fattore che incide sulla trasformazione della società è la rivoluzione industriale, ossia l'INDUSTRIALIZZAZIONE, che porta con sé molte conseguenze: sviluppo delle reti di trasporto, sviluppo dei mezzi dii comunicazione a distanza. C'è un passaggio dalle campagne alle città, perché le industrie erano nelle grandi città. Queste sono le premesse per la scoperta della società. Nasce la SOCIOLOGIA. La sociologia ha radici nella metà del 700, ***Claude Simon*** è uno dei primi che si interroga sulla natura della società. Parla della società come un organismo, in cui tutte le parti hanno una funzione, dove la sua armonia è data solo se tutte le parti si sviluppano progressivamente. L'industrializzazione produce specializzazione delle funzioni, ci si specializza in ogni mestiere, ognuno ha il suo ruolo. Le premesse di ***Claude*** ***Simon*** vengono raccolte da altri pensatori. ***Auguste Comte*** è considerato il padre della sociologia, secondo lui la specializzazione delle funzioni e il passaggio dalla campagna alla città fa sì che cambiano anche gli individui, diventando capaci di capire cosa li lega gli uni gli altri. La società è fatta di individui legati tra di loro da uno stesso lavoro (nascono i primi sindacati di mestiere), e si riduce la capacità di comprendere i soggetti che occupano altre posizioni. ***Comte*** parla dell'[atomizzazione della società], essa inizia a rompersi. ***Emile Durkehim***, parla di un momento di rottura, si può arrivare alla [anomia], momento in cui vi è la mancanza di norme che porta al caos. La società si esprime in vincoli e comportamenti che sono attesi e sono ritenuti auspicabili e prevedibili, nel caso in cui questo non avvenga si arriva all'anomia, la società non è più in grado di darsi regole che limitino l'individuo. Nei primi anni del 900 arrivano i primi mezzi di comunicazione di massa come la stampa e il cinema. All'inizio del 900 sembrano esserci pochi dubbi sulla capacità dei media di influenzare le masse, come la propaganda della guerra. La propaganda e i mezzi di comunicazione di massa funzionano. Un'industria dei mezzi è capace di raggiungere la maggioranza della popolazione, i media piacciono alle persone (i cinema sono pieni). Vi è una grande trasformazione della società: - Crisi degli stili di vita comunitari - Transizione dalla società contadina a quella urbana Il cambiamento porta delle sfide alla sociologia, cambiamenti di fondo socio-economici, considerati devianti: - Criminalità - Prostituzione - Dipendenze - Abbandoni scolastici Ci si interroga su quali siano gli effetti dei mezzi di comunicazione sulla società, se hanno impatto positivo o negativo. La ***scuola di Chicago*** si domanda se i mezzi di comunicazione hanno impatto negativo o positivo sull'immigrazione (se sono inclusivi o se tendono ad escludere). ∙ i mass media hanno effetti negativi, conducono a un aumento dell'individualismo e quindi contribuiscono alla solitudine, alla criminalità e all'immoralità; due pensatori: ∙ i mass media hanno potenzialità positive, possono condurre a un nuovo tipo di coesione, unendo le persone in una nuova e comune esperienza nazionale, cittadina e locale. MCCAILL, ci dice che dopo un secolo osserviamo ancora gli stessi argomenti di dibattito: 1. Debolezza tra gli individui 2. Individualismo 3. Preoccupazione per la crisi dei valori condividi (sindacali, religiosi, familiari) 4. Mancanza di partecipazione sociale e civica Il rapporto tra individuo, società e media è in continua evoluzione. I media possono anche agire positivamente, sempre a inizio 900 gli stati utilizzano i media non solo per la propaganda ma anche con chiave pedagogica. I giornalisti stavano diventando più professionali grazie ai codici deontologici. Alle nuove radio in Europa veniva assegnata una missione culturale. John Reith sintetizzava gli scopi della BBC, con tre parole: informare, educare e intrattenere. **Esempio: "Non è mai troppo tardi", con il maestro Manzi.** media digitali, intesi come la più grande scoperta dopo quella del popolo. Oggi MCCAIL ci dice che circolano più timori che speranze, emerge un interrogativo sulla natura dei mass media. **CONCETTO DI MASSA** Il ***[concetto di massa]***, nasce a cavallo tra 800 e 900, si osservano fenomeni di massa, il concetto di massa ha spesso connotazione negativa, perché quando emerge questo concetto è in un periodo in cui le masse sembrano seguire in maniera acritica la propaganda. La massa è una folla tendenzialmente rozza e irrazionale, è manipolabile. Solo la teoria marxista o socializza intende la massa in modo positivo, è intesa come classe operaia, che può organizzarsi ed agire. Nella visione negativa invece la massa non agisce e non può organizzarsi. La massa è un aggregato in cui l'individualità sparisce, che perde di importanza. L'apparente paradosso l'individualità scompare perché scompaiono i legami con il quale si definisce il suo ruolo specifico, quindi scompare l'individualità specifica. La massa nasce dalla specializzazione degli individui, lo stesso fatto di esporsi a uno stesso messaggio ci fa parlare di pubblico come massa. La massa è un concetto astratto. RIASSUNTO DI MASSA: - Moltitudine indifferenziata - Connotazione tendenzialmente negativa L'espressione di comunicazione di massa nasce intorno al 1930, ed ha una sua forma tipica: - distribuzione ampia (uno a molti) - flusso unidirezionale - relazione a distanza - la comunicazione non è personalizzata, perché parla ad una massa - non c'è interazione immediata (come per la televisione) MCCAIL dice che il processo della comunicazione di massa non è sinonimo dei mezzi di comunicazione di massa. IL concetto di pubblico e massa non sono due sinonimi. Il concetto di pubblico precede il concetto di massa. La massa si contrappone al gruppo, alla folla e al pubblico.: 1. PICCOLO GRUPPO 2. FOLLA (Le Bon 1985) 3. PUBBLICO (Tarde 1901 \> parla del pubblico del giornale borghese) Se applichiamo il concetto di massa ai nuovi media calza a pennello. Il pubblico di massa è più grande, è un'unità disaggregata in cui i membri non si conoscono. La massa è manipolabile. È eterogenea e include tutti gli stati sociali, ma omogenea perché sono destinatari. Il concetto di massa non si applica solo al pubblico dei media, il concetto di massa si applica anche al: 1. Mercato di massa, insieme dei consumatori 2. Elettorato di massa 3. Metodi di ricerca di massa La definizione di un pubblico come massa, è messa in crisi dai cambiamenti nei media e dalla digitalizzazione. Oggi si sono moltiplicate le fonti e quindi anche il pubblico. Le caratteristiche tipiche del mezzo di comunicazione di massa: - Attività - Organizzazioni - Regole - Leggi Le istituzioni di massa riflettono le aspettative di: - Pubblico - Istituzioni politiche, governative, religiose ed economiche L'EDITORE è colui che mette i soldi, decide cosa pubblicare e cosa no. Le piattaforme non hanno un editore, ma hanno un proprietario, ma non decide cosa si può pubblicare e cosa no. **4°LEZIONE -- 22/10 professor Lombardi** TEORIE DEI MEDIA E TEORIE DELLA SOCIETA' Non si può fare sociologia su un contesto che non è verificabile sul momento, la sociologia è una scienza che studia il contemporaneo. Non può esistere la sociologia degli etruschi perché non posso osservarli in questo momento. ***[LA SOCIOLOGIA È UNA SCIENZA CONTEMPORANEA.]*** Gran parte degli studi di media di massa si basano sulla capacità dei mezzi di comunicazione di avere un POTERE. I media producono e distribuiscono sapere, grazie a questo sapere possiamo interpretare e dare significati alla realtà. Ma con quanto peso i media si frappongono tra noi e l'esperienza del mondo che non possiamo osservare direttamente? La mediazione è la trasmissione di avvenimenti che non possiamo osservare direttamente, anche il professore è un mediatore, ci spiega semplicemente libri scritti in maniera difficile. L'elemento essenziale della mediazione dei media è la presenza di un dispositivo tecnologico. Vi è una separazione tra sfera pubblica e una sfera privata. THOMPSON, dice che per più persone è divenuto più facile acquisire informazioni attraverso le forme mediate di interazione. Lui è uno dei maggiori studiosi dei media. Analizza l'interazione e la mediazione e trova 3 tipologie di interazione: 1. **Interazione faccia a faccia** 2. **Interazione mediata**, come la telefonata, oppure una persona che utilizza un microfono. È una conversazione dialogica 3. **Quasi-interazione mediata**, relazioni stabilite dai mezzi di comunicazione di massa, è una conversazione monologica, flusso di comunicazione unidirezionale. Metafore della mediazione: - ***Una finestra sul mondo***, i media rappresentano una finestra sul mondo che non conosciamo dal vivo - **Specchio** -\> i media riflettono la realtà, ma secondo un'angolazione scelta da chi controlla e quindi non neutrale; - **Filtro** -\> i media richiamano l'attenzione su alcuni aspetti trascurandone intenzionalmente altri. Guida o interprete -\> i media cercano di indicare alle persone la direzione da seguire, intendono spiegare i contenuti al pubblico. (es. super quark) - **Tribuna** -\> i media presentano informazioni che possono stimolare il dibattito. **POTERE E DISUGUAGLIANZA** I mezzi di comunicazione sono strumenti di [potere], e di [influenza]. Possedere una televisione, un giornale è una grandissima opportunità per i capi di stato, perché possono fare arrivare i loro pensieri a tutti. Cosa dobbiamo domandarci: - I media sono controllati? Da chi? Con quali interessi? - Quale visione del mondo viene offerta? Che obbiettivo hanno? - I mass media favoriscono l'uguaglianza? - I media usano il loro potere per esercitare influenza? Abbiamo due modelli: - Modello egemonico Il pubblico è costretto ad accettare il punto di vista dominante, i media sono usati per propaganda, vi è la costrizione a pensare in un determinato modo (CINA) - Modello pluralista (mette con regola l'alternativa) Il cambiamento è possibile, il pubblico resiste alla persuasione e ha risposta attiva (ITALIA) LA NASCITA DEI MEDIA ALTERNATIVI Siamo in un pensiero dominante, in un contesto permissivo. Nascono come mezzi di informazione che si propongono in alternativa alla cultura dominante. I media alternativi si sviluppano soprattutto in America Latina, perché lì ci sono problemi politici e di ordine sociale. TEORIA DELLA SOCIETA' DI MASSA I media dipendono da istituzioni che esercitano potere, i contenuti media fanno gli interessi di chi ha potere economico e politico. Caratteristiche da ricordare: - Trasmissione unidirezionale - Uso dei media per scopi di manipolazione e controllo - Dipendenza dai media per l'identità, costruiscono il modello di persona e anche della normalità, ciò che è normale e ciò che non è normale 6 FILONI FONDAMENTALI DI TEORIE SUL RUOLO DEI MEDIA TEORIA DELLA SOCIETA' DI MASSA Massa intesa come aggregato di persone in cui i singoli individui hanno un ruolo secondario. Si concentrano sui rapporti tra istituzioni, attribuiscono ai media un ruolo di sostegno verso gli interessi dominanti e ritengono anche che questi non abbiano un atteggiamento critico verso il potere. Interpretano i media come potente strumento di manipolazione. MARXISMO I media sono visti come strumenti di controllo delle classi dominanti, i media riproducono rapporti di sfruttamento, portando parte alle classi dominanti. Concetti da ricordare: - I media sono in mano alla borghesia - I media operano per conto della classe borghese - I media incoraggiano la falsa coscienza della classe operaia, facendogli credere di essere liberi. TEORIA FUNZIONALISTA I media sono meccanismi che si autoregolano. Funzionalismo, la teoria sottolinea le funzioni che noi attribuiamo alle cose, quali bisogni soddisfo con i media? I media sono funzionali alla società per: - Integrazione - Ordine e controllo - Adattamento ai cambiamenti - Conservatrice della cultura TEORIA CRITICA ECONOMICA-POLITICA L\'analisi dei media esamina come il controllo dei mezzi di comunicazione sia concentrato in poche mani, influenzando la produzione dei contenuti in base agli interessi economici e politici. Questo porta a una ripetizione di contenuti commercialmente vantaggiosi, come le notizie su celebrità, a scapito di altri temi, con l\'obiettivo principale di aumentare i profitti. TEORIA COSTRUTTIVISTA I media sono utilizzati per costruire la realtà, i media forniscono il materiale per la costruzione sociale. I media non possono offrire una visione oggettiva della realtà sociale (tutti i fatti sono interpretazioni) DETERMINISMO TECNOLOGICO Si basa sul fatto che sia la tecnologia a rivoluzionare le interazioni di una società. I cambiamenti tecnologici determinano cambiamenti sociali. Secondo la scuola di Toronto le nuove tecnologie sono una minaccia per la cultura. **5°LEZIONE -- 28/10 professor Nespoli** **CARATTERISTICHE DEI MASS MEDIA** I media sono principalmente coinvolti nella produzione e distribuzione di contenuti simbolici, operando all\'interno della sfera pubblica. La partecipazione come emittente o ricevente è volontaria, e l\'organizzazione dei media è professionale e complessa, coinvolgendo molte persone in ruoli diversi. **Nonostante la libertà dei media, questi sono anche privi di potere assoluto.** I media di massa ad inizio 900 vengono studiati anche per i loro contenuti. Al contenuto dei media di massa viene applicato lo studio della cultura di massa.\ [CULTURA DI MASSA] \> Tutto ciò che è veicolato dai media di massa, con scopo di educare e intrattenere. Contenuti offerti ad un pubblico di massa. Questo termine di cultura di massa, ha spesso accezione negativa. CULTURA POPOLARE \> È ciò che piace alla maggioranza. Wilensky nel 1964, fa una differenza tra: 1. Cultura elevata, in cui il prodotto è creato da un élite che opera all'interno di una tradizione. 2. Cultura di massa, in cui il prodotto è creato per il mercato di massa, per soddisfare i suoi gusti, è standardizzato, e quindi nascono i generi. Un esempio di come la cultura di massa possa essere rappresentata in modo originale è quello di **Andy Warhol**, che con le sue opere (come la \"tomato soup\") riesce a rappresentare la società di massa, uscendo dagli schemi artistici convenzionali. Alcuni intellettuali hanno criticato la perdita di semplicità e integrità, come: BAUMAN, che afferma che la cultura di massa non è stata creata di mass media, perché i mass media hanno plasmato qualcosa che era già destinato ad accadere a causa dell'omogeneità della società. e BOURDIEU, secondo cui il possesso capitale economico comprende anche quello del capitale culturale. Ci sono due paradigmi per la teoria e la ricerca: Dominante vs Critico/Alternativo. Un ***paradigma*** è una visione largamente accettata, una cosa che convince più o meno tutti. In senso scientifico invece è uno schema per analizzare teorie. COSA INTENDE MCCAIL PER PARADIGMA DOMINANTE? PARADIGMA DOMINANTE: paradigma che si impone all'inizio degli studi sociologici sui media negli Stati Uniti. Alcune caratteristiche: - Ha una visione dei media onnipotenti, ossia hanno una trasmissione efficace - Vedono la società come massificata - Hanno tecniche di ricerca quantitative, se fatte bene possono esporlo a tutto il mondo - Si basa su un'idea di società GIUSTA, implicita ma ben definita. È una società largamente accettata, e non viene messa in discussione. La società giusta è quella democratica, liberale, capitalista e pluralista. - Anche questa teoria ha alcune controindicazioni, come l'attenzione quasi esclusiva sugli effetti intenzionali dei mass media (propaganda), o non intenzionali (violenza) Nel secondo dopoguerra si sviluppano varie teorie: - FUNZIONALISMO, teoria conservatrice, la comunicazione è vista come agente che favorisce l'integrazione e la conservazione della società. È una società che tramite parti interconnesse (che devono collaborare) si mantiene in equilibrio. Le relazioni tra le parti della società sono di tipo funzionale, ogni elemento ha un compito. La connessione tra le parti mantiene equilibrio e ordine sociale. - TEORIA DELL'INFORMAZIONE, modello Shannon e Weaver - COMPORTAMENTISMO, interessata ai comportamenti espliciti dei soggetti **PARADIGMA CRITICO/ALTERNATIVO**, si contrappone a quello dominante, si mettono in discussione le teorie citate dal paradigma dominante. Si critica il modello della trasmissione, poiché spesso non tutti i segnali raggiungono i riceventi voluti, i messaggi non vengono intesi come vengono emessi, nei canali c'è molto "rumore e confusione". E' una comunicazione spesso filtrata: COMUNICAZIONE A DUE STADI (oggi si parla di comunicazione a più stadi), vi è una persona che può influire su come si percepiscono le cose dal destinatario (influencer). Si denuncia il fatto che le teorie del paradigma dominante, accentuano le disuguaglianze. Alcune caratteristiche del paradigma critico/alternativo - ***[I mass media sono visti come strumenti di manipolazione]*** - Rifiuta l'assetto liberale/capitalista - Critica all'idea del contenuto fisso e immutabile - Studia l'utilizzo dei media come etnografia - Generale sviluppo dei cultural studies CI SONO 4 MODELLI DI PROCESSO DI COMUNICAZIONE: 1. MODELLO DELLA TRASMISSIONE, motivo trasmettere informazione 2. MODELLO RITUALE/ESPRESSIVO, dice che talvolta la comunicazione può essere interpretata come rituale o modello espressivo, soprattutto dei tipi di comunicazione come l'intrattenimento e lo spettacolo. Il contenuto informativo è basso, l'obbiettivo non è trasferire informazioni. (comizio, si ripropone con i suoi rituali e i suoi canoni) 3. MODELLO DELLA PUBBLICITA', lo scopo è l'attenzione, un obbiettivo immediato è quello di mantenere l'attenzione per ragioni di profitto. 4. MODELLO DELLA RICEZIONE, MODELLO ENCODING E DECODING, il suo focus è il destinatario, sulle sue capacità di codificare il messaggio. In questo modello i messaggi mediali sono testi aperti, e si espongono a varie capacità interpretativa. Questi modelli sono però insufficienti per spiegare la comunicazione. **6°LEZIONE -- 29/10 professor Lombardi** Una nuova teoria per i nuovi media? Un mezzo di comunicazione non è solo una tecnologia, ma è un mezzo che incarna un insieme di relazioni sociali che interagiscono con le caratteristiche della nuova tecnologia. NUOVI MEDIA: insieme di tecnologie dell'informazione che condividono caratteristiche rese possibili dalla digitalizzazione. I media digitali si caratterizzano per l'uso privato (ma non sempre personale) dei mezzi per comunicare. 4 caratteristiche dell'ICT: tecnologie dell'informazione e della comunicazione: - DIGITALIZZAZIONE, tutti i testi possono essere tradotti in codici binari e [digitalizzati]. - CONVERGENZA, tra diverse forme mediali (non sostituzione, ma compresenza) - Comunicazione privata e personale (usiamo i mezzi di comunicazione in maniera privata, chat WhatsApp) - Organizzazione non professionale e non burocratica, l'accesso alla comunicazione ora è aperto a tutti (prima invece era possibile l'accesso solo a professionisti che lavorava nei mezzi di comunicazione) Internet aggiunge alcune funzioni ai mezzi tradizionali di comunicazione di massa: Oltre la produzione e distribuzione dei messaggi (stampa e radio/tv), oggi i media digitali consentono anche l'elaborazione dei messaggi, il loro scambio e la loro memorizzazione. I NODI CRUCIALI DEI MEDIA DIGITALI 1. POTERE, chi controlla cosa viene detto? 2. INTEGRAZIONE E IDENTITA' SOCIALE, i media sono fonte di integrazione o frammentazione della società? 3. CAMBIAMENTO SOCIALE, la tecnologia è fonte di cambiamento capace di modificare l'esperienza sociale e culturale? POTERE: proprietà non monopolizzata, noi possiamo scegliere l'identità digitale che più ci piace. Non è un modello verticale, ma è un modello reticolare. Eppure, noi siamo più controllati di prima, perché i mezzi di comunicazione hanno tutti i nostri dati. Rispetto a prima nei cinema, tv, radio. INTEGRAZIONE E IDENTITA' SOCIALE Frammentazione sociale: - Digital divide - La concezione globale dell'identità e non più nazionale (geograficamente e temporalmente radicata) Integrazione: - I media digitali possono svolgere un ruolo diretto nei progetti di vita personali Cambiamento sociale: - I mezzi di comunicazione più coinvolgenti favoriscono il cambiamento sociale e culturale. - Risulta audace affidare alla tecnologia il cambiamento - Le barriere materiali permangono e l'accesso resta limitato, internet ad esempio è ancora strutturato in base alle collocazioni fisiche e strutturali (in particolare geografiche, politiche ed economiche) LA VARIETA' DI MEDIA DIGITALI -- 4 tipologie di media digitali: 1. Mezzi basati sulla comunicazione interpersonale (telefono, mail) 2. Mezzi basati su videogiochi interattivi (scopo ludico e professionale) 3. Mezzi basati sulla ricerca di informazioni 4. Mezzi basati sulla partecipazione collettiva MODELLO DI TRAFFICO INFORMATIVO \> Bordewiijk e Van Kaam anni 80, disegnano un modello di trasmissione delle informazioni, individuano 2 informazioni di controllo; chi decide il flusso informativo, e chi controlla il tempo e i contenuti. Dentro le dimensioni ci sono due variabili: CENTRALE: L'informazione parte da un nucleo centrale INDIVIDUALE: va verso un individuo che riceve Controllo della produzione di informazioni e messaggi. CENTRALE/CENTRALE INDIVIDUALE/CENTRALE **Allocuzione Registrazione** I messaggi sono distribuiti dal centro Un centro di informazioni riceve e raccoglie alla periferia a senso unico. informazioni da tanti utenti periferici. CENTRALE/INDIVIDUALE INDIVIDUALE/INDIVIDUALE **Consultazione Conversazione** L'utente periferico cerca informazioni I soggetti interagiscono direttamente tra loro in un archivio o memoria centrale. nelle scelte e nel controllo. Cambia anche il senso di COMUNITA': insieme di persone che condividono un luogo, valori, norme...in un contesto di relazioni che permettono l'interazione tra di loro. **COMUNITA' VIRTUALE**: comunità fondata intenzionalmente da persone che condividono determinati interessi prodotti da fonti diverse. **7°LEZIONE -- professor Lombardi** TEORIE NORMATIVE DEI MEDIA Teoria normativa: come i media dovrebbero comportarsi all'interno della società. Il tema del comportamento dei media è alla base di tutte le teorie della regolamentazione. Non abbiamo leggi che regolano il comportamento dei media, ma abbiamo degli obblighi non scritti. Dietro l'industria culturale non c'è solo l'intrattenimento, dietro i media c'è l'informazione, tutti noi abbiamo il diritto ad essere informati in maniera veritiera. Abbiamo un insieme di regolamenti che cercano di modellare il comportamento dei media all'interno della società. Il legame tra media e politica è sempre esistito, ma non è mai stato del tutto formalizzato costituzionalmente, non c'è nessun impedimento, né obblighi. Dobbiamo avere leggi di autoregolamentazione. L'interesse pubblico è l'opinione generale della società, si opera nell'interesse di tutti quanti. I media nella società contemporanea svolgono compiti importanti. Ci serve un sistema mediale che operi sulla base degli stessi principi che risiedono nella società: giustizia, democrazia, valori sociali... Interesse pubblico: i media non devono causare problemi sociali o danni concreti (allarmismo e disinformazione). Solitamente l'idea di interesse pubblico racchiude aspettative positive. Abbiamo due visioni di interesse pubblico secondo Held: 1. Visione maggioritaria, dare al pubblico ciò che vuole, si tiene in considerazione la maggioranza, ciò che piace di più. 2. Visione unitaria: l'interesse pubblico non è ciò che il pubblico vuole, ma diventa principale il valore o l'interesse dominante, le decisioni su ciò che è buono sono prese da cittadini ed esperti. La stampa è vista come un 4° potere. La teoria dei media coincide inizialmente con "la teoria della stampa", in particolare con la libertà di stampa. Il potere politico della stampa è al pari degli altri tre poteri della società inglese dell'epoca (Lords, Chiesa, Comuni). Potere della stampa: capacità di informare e conferire pubblicità agli eventi. Libertà di stampa: riportare e commentare gli atti dei governi. Visione anglo-americana: faccio vedere alla gente ciò che vuole, ciò mi serve per poter avere audience. Autocorrezione (Milton): lasciare la libertà di dire tutto a tutti in realtà nel tempo porta la verità, perché ci correggiamo gli uni gli altri. Un giudice indica la stampa come un "libero mercato delle idee", associa la libertà di stampa a un vero e proprio mercato. La stampa non è un mercato, anzi vince chi propone meglio il proprio servizio. Nasce la libertà delle restrizioni, in USA nel 1971, il congresso non promulgherà leggi che limitino la libertà di parola o di stampa. Vi è una responsabilità sociale, che deve fornire un "resoconto completo", e fedele agli avvenimenti quotidiani in un contesto chiaro e comprensibile. Si può fare un riassunto, ma non si possono stravolgere le notizie. La stampa doveva fungere da punto di incontro per lo scambio di opinioni e critiche. Si critica il sensazionalismo e della confusione tra notizie e opinioni. Esistono molti codici deontologici, a seconda delle consuetudini e delle tradizioni dei vari paesi. Studiano tutti alcuni elementi: privacy, attendibilità... LE QUATTRO TEORIE DELLA STAMPA 1. AUTORITARIA, uno decide cosa di può dire e cosa non si può dire. Teoria fondata sulla censura. 2. SOVIETICA, prevede che i mezzi siano di proprietà dello stato, che li usa per veicolare il pensiero comune. 3. LIBERTARIA \> LIBERTA' DI STAMPA: collegata a ciò che la società vuole, modello molto americano. Diventa una filosofia di utilizzo dei mezzi di comunicazione 4. RESPONSABILITA' SOCIALE: abbracciata in Europa CRITICHE ALLE TEORIE LIBERTARIA E RESPONSABILITA' SOCIALE: - Teoria libertaria: identifica la libertà di stampa con i diritti di proprietà, trascurando le barriere economiche all'ingresso. - Libertà di stampa: è spesso intesa come concetto negativo, libertà dal governo, quando invece sarebbe possibile collaborare e non mettersi in opposizione. LA TEPORIA NORMATIVA DEI MEDIA: QUATTRO MODELLI 1. MODELLO DI MERCATO: basato sulla vecchia teoria libertaria, esalta l'individuo e i suoi bisogni, ciò che interessa al pubblico è al centro dell'attenzione 2. MODELLO DELLA RESPONSABILITA': ci sono degli obblighi nei confronti della società. 3. MODELLO PROFESSIONALE: si basa su giornalisti come garanti. 4. MODELLO ALTERNATIVO: focus sui diritti e promozione del senso di comunità. **8°LEZIONE -- professor Lombardi** LA PRODUZIONE DELLA CULTURA MEDIALE GATEKEEPING: qualsiasi attività di regolamentazione all'accesso. Notizia: è un evento d'effetto, qualcosa che accade recente, interessante e significativo. Che incide significativamente sulle persone. Tramite il gatekeeping è descritto il modo con cui avvengono le scelte nel mondo mediale, *[lasciar filtrare una notizia attraverso i cancelli di un mezzo di informazione.]* Sono gatekeeping anche gli editori, che si occupano della distribuzione e marketing. GATEKEEPING \> fa selezione, decide se filtrare o meno la notizia, monitorandone l'accesso. Il concetto di gatekeeping si riferisce al potere di dare o negare l'accesso a voci differenti della società, è per questo luogo di conflitto: - È possibile che esista un solo cancello? - Visione semplicistica dell'offerta di notizie - Eccessiva individualizzazione dei processi di selezione Pamela si sofferma per prima sui fattori di selezione, facendo attenzione al ruolo di: - Pubblicità - Pubbliche relazioni - Gruppi di pressione - Altri fattori Il processo di gatekeeping implica, diversi atti di selezione, e processi decisionali collettivi. Vi è un cambio di prospettiva sull'analisi del gatekeeping. Troviamo l'osservazione di Lippman, dice che il bello del giornalista è colui che va a caccia di notizie, sceglie cosa dire e come dirlo. Dovrebbe essere senza stereotipi e senza giudizi scontati. Valori notizia: sono aggettivi che danno rilevanza ad una notizia, dipendono da una serie di fattori: - Dimensioni di un evento - Negatività (i morti fanno sempre notizia) MITO DEL GATEKEEPING: le notizie arrivano al cancello "già pronte". MITO STRUTTURALE DEL GIORNALISMO: l'idea che le notizie capitino naturalmente, il giornalista come cacciatore o raccoglitore di notizie. Si parla di CREAZIONE DELLA NOTIZIA, il lavoro di costruzione della notizia risente degli schemi interpretativi di ogni Paese e cultura. 5 FATTORI FONDAMENTALI DI INFLUENZA SULLA SELEZIONE DELLE NOTIZIE: 1. PERSONE \> parlare di personaggi famosi 2. EVENTI \> guerre, se non ci riguardano ci interessano 3. LUOGHI \> prossimità geografica, evento che accade vicino alla città, regione, paese del pubblico di riferimento. 4. RETE DI NOTIZIE \> dispositivo adottato per "pescare" le notizie. I mezzi di informazione sono collegati a una rete che avvolge il mondo intero. Lippman, vede le notizie come eventi che si impongono sulla normalità. I punti nodali sono caratterizzati dalla presenza di un **corrispondente** (giornalista che sta in un determinato posto e racconta cosa sta accadendo). **L'elemento più importante per un giornalista sono le reti di relazioni che si instaurano con i colleghi \> giornalisti, istituzioni...** **9°LEZIONE -- professor Nespoli** COME STUDIARE IL CONTENUTO I metodi per lo studio del contenuto dei media variano in base agli scopi, con due tipi di analisi: 1. **Indagine quantitativa e descrittiva**: analisi sistematica, oggettiva e frammentaria, che si concentra sui significati manifesti, senza necessità di interpretazione. 2. **Indagine qualitativa ed esplicativa**: approccio selettivo, che esplora i significati e richiede interpretazione. Un tema cruciale è la \"sede\" del significato, con la scelta finale che ricade sul messaggio. Si distinguono due paradigmi di ricerca: - **Paradigma dominante**: analisi oggettiva e quantitativa del contenuto manifesto, con un approccio empirico. - **Paradigma critico**: orientamento interpretativo, che si concentra sui significati latenti e nascosti. L\'analisi del contenuto prevede una sequenza precisa di passaggi: scegliere un campione di contenuto, definire riferimenti esterni, selezionare un\'unità di analisi, classificare il contenuto in base alla frequenza e presentare i risultati con una distribuzione statistica. **10° LEZIONE -- professor Lombardi** GENERI E TESTI DEI MEDIA Il genere è la "tipologia" di prodotto culturale, si origina dalla teoria del cinema. Si scontrano la creatività e tipizzazione. Non posso essere creativo se non conosco la tipizzazione alla base, solo se conosco posso innovare ed usare la mia creatività. La creatività non è coerente. Ogni categoria di contenuto ha un'identità collettiva riconosciuta dai media e dal suo pubblico. L'identità dei media riguarda: - Fini (informazione) - Forma (struttura) - Significato (la morale) Il genere ha una struttura narrativa, ricorre a immagini scontate e ha un repertorio di variazione sul tema. Tutti i programmi tv hanno valenza informativa, ma con scopi diversi. Abbiamo vari tipi di genere, ci fa capire che il genere ha all'interno altri significati che sono universali per la popolazione. Infatti si basa sulla comprensione che certe forme narrative popolari hanno radici culturali e universali. Si parla di genere quando abbiamo, significato lineare, sotto varianti di genere, formula e musiche. Ciò ci aiuta a una corretta lettura dei contenuti. - FILM WESTERN, - SOAP OPERAS; il dialogo prevale sull'azione, madri casalinghe, valore delle grandi famiglie. Famiglie e luogo di lavoro coincidono. È un genere che funziona. - TALKS SHOW, primo programma di intrattenimento con interviste a personaggi famosi, fascia oraria mattutina... (elementi ricorrenti: pubblico, conduttore famoso...) Berger ipotizza che tutto il contenuto televisivo possa essere classificato secondo 4 tipi: C:\\Users\\ceron\\Downloads\\IMG\_6011.jpg 1. CONCORSI (amici) 2. SCENEGGIATI (fiction) 3. ATTUALITA': (documentari) 4. PERSUASIVI (pubblicità) Più la fonte è potente più il processo di framing è influenzato. FRAMING: consente di interpretare la realtà (emergenza maltemp0o, stragi del sabato sera), le notizie che vengono da fonti esterne sono già confezionate in un frame utile per la fonte. Uno stesso evento può essere inquadrato in frame diversi (guerra in Medio Oriente, terrorismo). Si attua attraverso il ricorso a diversi dispositivi testuali: uso di parole, immagini, utilizzo di alcune fonti. Secondo Entman iI frame: - Individuano dei problemi - Ne diagnosticano le cause - Formulano dei giudizi morali - Suggeriscono rimedi LOGICA MEDIALE: insieme di norme e regole implicite che disciplinano il contenuto. Il contenuto viene confezionato per adattarsi ai formati mediali e adattarsi alle preferenze del pubblico. Premia l'immediatezza, usando foto drammatiche, breve dichiarazioni dei protagonisti meglio se con battute fulminanti. FORMATO MEDIALE: routine con cui vengono trattati media specifici. Il **testo culturale** può essere inteso in due modi: come **messaggio** (film, programma TV, documento stampa) in una concezione unidirezionale, o come **incontro tra contenuto e lettore** (Fiske), in una concezione bidirezionale. Fiske sostiene che un programma TV è prodotto da un'industria, ma diventa testo quando viene letto o visto dai suoi spettatori. Il testo mediale è **polisemico**, cioè ha significati alternativi e può essere letto in diversi modi dai lettori, a seconda delle percezioni individuali. Ogni testo ha una **lettura privilegiata**, che corrisponde all\'interpretazione proposta dal produttore e accettata dal pubblico. Il **lettore inscritto** è quello che adotta la posizione che il testo suggerisce. Un contenuto può essere **aperto** o **chiuso**: - **Aperto**: permette più interpretazioni e non vincola il lettore a un significato specifico. - **Chiuso**: ha un'unica interpretazione possibile, come nei telegiornali, che sono orientati a fornire informazioni in modo oggettivo. NOTIZIA VS STORIA Tempestività: riguarda eventi recenti o ricorrenti. Non sistematicità: gli eventi sono descritti singolarmente, senza creare nessi tra di loro. Effimera: la notizia esiste finché l\'evento è attuale. (ha tempo limitato) Insolito: gli eventi trattati sono insoliti o imprevisti Valori-notizia: dipendono da un giudizio soggettivo su ciò che interessa al pubblico. Scopo: la notizia cattura l\'attenzione ma non sostituisce il sapere. NOTIZIA: un evento ***[recente, interessante e significativo.]*** La notizia non è lo specchio della situazione sociale, non è lo specchio della realtà. La notizia è il racconto di un fatto stesso che si è posto all'attenzione. (HA LINGUAGGIO LINEARE) La notizia è un chiaro segnale che denota un evento (LIPPMAN). Tipi di notizie legate all'aspetto temporale:  ∙ Notizie **forti** (hard news) ***-\>*** devono essere comunicate rapidamente, hanno una grande rilevanza. Si pone il problema dell'attendibilità a causa dell'immediatezza. ∙ Notizie **soft** (soft news) ***-\>*** sono leggere, dal punto di vista temporale non vedono una necessità immediata di trasmissione;  ∙ Notizie **spot** (flash news) ***-\>*** notizie spot, non approfondite, di sfondo;  ∙ Notizie **in via di sviluppo *-\>*** vengono seguite durante il loro svolgimento (es. attacco alle torri  gemelle) con continui aggiornamenti sullo sviluppo;  ∙ Notizie **continuative *-\>*** relative ad accadimenti che si ripetono in maniera periodica ma che  necessitano di costanti aggiornamenti (meteo, quotazioni di borsa).  **11°LEZIONE -- professor Nespoli** IL CONTENUTO Il contenuto ha suscitato molto interesse negli studiosi di sociologia. Si studiano gli **effetti della comunicazione di massa**, e perché il pubblico ne è così attratto. Il contenuto rispecchia i fini e i valori dei creatori, e il significato è comprensibile dall'analisi del messaggio. Ovviamente i riceventi interpretano il messaggio secondo le intenzioni della fonte. Il messaggio mediale riflette la cultura della società in cui è prodotto. PROSPETTIVE CRITICHE: 1. APPROCCIO MARXISTA: teoria delle disuguaglianze di classe. Abbiamo un interesse per la notizia, come i media rispecchiano valori e gerarchie. (esempio: Stuart Hall, ci dice che quando ascoltiamo il telegiornale, dobbiamo cercare di capire cosa sia l'interesse nazionale). POTERE: DISUGUAGLIANZE DI CLASSE 2. PROSPETTIVE CRITICHE FEMMINISTE SUL CONTENUTO, ci sono elementi liberatori (emancipati) perché si tratta di un genere essenzialmente femminile. Ma non c'è nulla di potenziante. C'è ideologia patriarcale della forma. LA SEMIOTICA Ci aiuta a chiarire alcuni aspetti della comunicazione umana. Partiamo dal modello della trasmissione di Shannon e Weaver. Modello inadeguato per studiare l'interpretazione umana, è un modello limitato perché è unidirezionale, dove c'è un rapporto individuale tra destinatario e mittente. Vi è un rumore troppo elevato. JAKOBSON, rielabora il modello di Shannon e Weaver, per adattare il modello alla comunicazione linguistica. Mette una funzione ad ogni passaggio. - Mittente: funzione emotiva (se l'attenzione è sul mittente) - Destinatario: funzione conativa (pongo l'attenzione sul comportamento) - Contesto: funzione referenziale - Messaggio: funzione poetica ("una rondine non fa primavera") - Canale: funzione fatica - Codice: funzione metalinguistica Le funzioni non si escludono tra loro, si possono intersecare. Mittente e destinatario devono essere in possesso del codice prima di entrare in contatto. Quando il codice linguistico non è condiviso si possono creare incomprensioni. Inglese: jam dies latino: è già giorno La semiotica nasce da un interesse per la comunicazione umana, più profondo di quello riservato alla lingua. Non si può fare a meno del codice. La semiotica è la scienza dei segni, dove il segno è qualsiasi artefatto prodotto dall'umano che sia portatore di significato. La semiotica si sviluppa anche grazie all'antropologia, dove si è basata sullo studio degli artefatti comunicativi. Non si può seguire il modello informazionale, eppure c'è comunicazione. L'interprete deve formulare un ragionamento ipotetico e procede per tentativi ed errori, anche attraverso il fraintendimento. Esempio: Malinoski che comunica con gli indigeni pur non condividendo il codice linguistico. IL CODICE È UN TIPO DI STRTATEGIA COMUNICATIVA E INTERPRETATIVA. Un genitore dice al figlio "dove vai?", il figlio risponde "a scuola". Una madre protettiva lo dice con un tono brusco "dove vai?", il figlio risponde "fatti i cavoli tuoi". STRUTTURALISMO E SEMIOTICA STRUTTURALISMO: studio del modo in cui si costruisce il significato. Si applica alla lingua e allo studio dei miti e delle storie. È lo studio di significati ricorrenti e strutture stabili all'interno dei testi. È strutturalista l'approccio di Saussure e Levi-Strauss allo studio della lingua. I testi esprimono dei valori culturali stabili e consolidati. IL SEGNO: è il veicolo fisico di un significato. Il segno è qualcosa che sta al posto di qualcos'altro. Un gesto a cui spesso viene associato un suono e un significato. **IL SEGNO È FATTO DI [SIGNIFICANTE] + [SIGNIFICATO]** **[Il significante -\> elemento fisico, parola, immagine, suono; ]** **[Il significato -\> concetto mentale evocato dal segno fisico in un codice linguistico.]** Abbiamo 3 categorie di segno visivo: 1. INDICE: impronta indice del fatto che qualcuno è passato. È un segno motivato 2. ICONA: immagine a cui tuti possiamo pensare. 3. SIMBOLO: è un segno che si riferisce all'oggetto che denota grazie a una legge. SIGNIFICATO DENOTATIVO: significato letterale o quasi letterale SIGNIFICATO CONNOTATIVO: significato accessorio, ulteriore. Collega il segno alla sua cultura. SEMIOTICA usata per lo studio della pubblicità. Pubblicità pasta PANZANI. Significato denotativo, ciò che mostrano le immagini, ciò che vediamo (immagine di una spesa). Significato connotativo, italianità, colori che spiccano rosso, bianco e verde. Colpo di scena, è la pubblicità di un marchio francese. L'analisi semiotica è qualitativa. **12°LEZIONE -- professor Lombardi** TRADIZIONI TEORICHE E DI RICERCA SUI PUBBLICI Il comunicatore lavora in funzione di qualcun altro. Tradizionalmente: emittente -- canale -- messaggio -- ricevente -- effetto. Un pubblico può essere definito in base a: [luogo], [persone], [tempo] e [canale]. Da sempre il pubblico si caratterizza per: - Visione organizzata, la visione dello spettacolo non è casuale - Non è una visione riservata, è una visione pubblica, tutti sono esposti alla comunicazione - Contenuto laico dello spettacolo, rende gli spettatori un pubblico, che volontariamente si avvicina allo spettacolo. - Atto volontario, non c'è obbligo di partecipazione. Siamo qui e siamo attenti - Il pubblico è tutto orientato nello stesso modo, tutte le persone sono disposte in file che si susseguono. - Li spettacoli non sono prodotti da chiunque, la comunicazione ha sempre una professionalità organizzata al suo interno, altrimenti non è spettacolo e non c'è pubblico. EVOLUZIONI DEI PUBBLICI - MASSA, termine oggi desueto. Caratterizza persone che non sono visti uniti, non riconoscibili all'interno del gruppo. (accezione negativa) - GRUPPO, prende in considerazione le scelte individuali, ma l'aggregazione si basa su caratteristiche comuni. - MERCATO, insieme di consumatori, con caratteristiche individuali. Il mercato è dettato da criteri economici. Si vuole costruire il pubblico, oggetto in vivo cambiamento rispetto a quello che siamo in realtà. Obbiettivo per i media: - Vogliono capire quanti ne siamo - Scoprire gli interessi - Manipolare il comportamento - Sperimentare e verificare l'efficacia dei loro prodotti Obbiettivo per i pubblici: - Valutare i media - Motivare la scelta 3 DIVERSI APPROCCI SUI PUBBLICI: 1. STRUTTURALE, molto più legato al pubblico di massa, vuole capire quanti sono e capire le caratteristiche. La pubblicità utilizza l'approccio strutturale perché ha bisogno di quantificare quanti ne siamo. È importante il dato, lo scopo finale è quantificare. 2. COMPORTAMENTALE, deriva dalla psicologia è dedicato allo studio del comportamento, rientrano gli studi degli effetti dei media sugli individui sia direttamente che indirettamente. Attenzione agli effetti che i media hanno su di noi. 3. APPROCIO SOCIO-CULTURALE, approccio più utilizzato, per studiare le caratteristiche dei pubblici. Il suo presupposto è considerare i media il riflesso di cambiamento e trasformazione della società. In tutti gli ambiti, nel nostro caso in quello tecnologico. Questo approccio rifiuta l'idea di un pubblico come massa e di un messaggio onnipotente. Rifiuta la comunicazione dell'approccio comportamentista. (esperimento dei cani di Pavlov -- a ogni stimolo corrisponde una risposta). Il testo mediale deve essere letto attraverso tanti significati. L'approccio culturalista è un approccio qualitativo. Capisce quanto il contesto sociale influenzi i pubblici. Privilegia metodi etnografici. ![C:\\Users\\ceron\\Downloads\\IMG\_6239.jpg](media/image3.jpeg) **13°LEZIONE -- professor Nespoli** **GLI EFFETTI DEI MEDIA** Livelli di effetti: - Per il singolo - Per il gruppo - Per la società e la cultura Tipologia di effetti: - Effetti cognitivi: riguardano saperi e opinioni - Effetti comportamentali: azione sociale Questa distinzione è ancora utilizzata nel marketing. Viene proposta una distinzione degli effetti: 1. EFFETTI FORTI, la teoria del momento ipodermico si sviluppa negli anni 20-30, con la propaganda bellica. Vi era una propaganda di massa. Vi era un potere quasi assoluto con effetti cognitivi e comportamentali. Pochi canali, tutti a scopo politico. 2. EFFETTI DEBOLI 3. EFFETTI NUOVAMENTE POTENTI, i coniugi Lang e Lang spiegano la fase come veloce. Vi è l'avvento della tv, è molto attrattivo ed ha un impatto forte sulla vita sociale. 4. EFFETTI NEGOZIATI, fine anni 70. I media costruiscono significati che vengono negoziati dal pubblico con l'influsso del contesto sociale immediato, i media interagiscono con movimenti attivi nella società. KLAPPER \> effetti in base all'intensità: - CONVERSIONE: cambiamento voluto, secondo le intenzioni dell'esecutore - PICCOLO CAMBIAMENTO, cambiamento di intensità cognitiva o comportamentale - RINFORZO, conferma di cognizione o comportamento I media possono anche: - Causare un cambiamento involontario - Agevolare il cambiamento - Impedire il cambiamento Secondo Carey le variazioni nella fede del potere dei mezzi di comunicazione di massa si spiegano storicamente: ogni volta che la stabilità della società viene minacciata da sconvolgimenti si tende a dare principalmente la colpa ai media, poiché le persone dipendono maggiormente dai media per interpretare la realtà. L'influenza dei media non può essere sempre costante e cambia dà luogo a luogo. GOLDING precisa che non tutti gli effetti dei media sono intenzionali. Diversi tipi di campagne: - Di informazione - Elettorali - Sostegno a cause sociali - Pubblicitarie (commerciale) Caratteristiche comuni delle campagne: - Create da gruppi organizzati - Obbiettivi chiave - Durata programmata (la campagna non è infinita, anche perché la pubblicazione costa) Dobbiamo ricordarci che le dinamiche del mondo reale sono diverse da quelle di laboratorio, e il pubblico sceglie mezzi e contenuti. È improbabile che i media siano l'unica causa necessaria o sufficiente. Gli effetti sono dati sia dall'esecutore che dall'interprete. Abbiamo vari tipi di effetti: - Intenzionali vs non intenzionali - Breve termite vs lungo termine - Cognitivo, emotivo, comportamentale Bisogna distinguere livelli di effetti (singolo, gruppo, società e cultura) ATTENZIONE: interesse e rilevanza del contenuto per i riceventi PERCEZIONE: interpretazioni divergenti MOTIVAZIONE: gratificazione che il pubblico ne trae

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