Lezione 2: Comunicazione e Informazione PDF

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Summary

Questa lezione presenta un'analisi della differenza tra informazione e comunicazione, esplorando diversi aspetti e prospettive. Vengono descritte le varie definizioni del concetto di comunicazione, con esempi pratici e considerazioni sociologiche.

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Lezione 2: Comunicazione e informazione Argomento In questa lezione, e nelle relative sessioni di studio, ci occuperemo della differenza tra due nozioni basilari del corso: informazione e comunicazione. L’argomento può essere approfondito sul manuale di L. Paccag...

Lezione 2: Comunicazione e informazione Argomento In questa lezione, e nelle relative sessioni di studio, ci occuperemo della differenza tra due nozioni basilari del corso: informazione e comunicazione. L’argomento può essere approfondito sul manuale di L. Paccagnella (pp. 11-17). Una utile lettura integrativa (facoltativa, non richiesta all’esame) è: M. Sorice, Sociologia dei mass-media, Carocci, Roma, 2009 (pp. 17-22). www.ibs.it La società dell’informazione Spesso si sente parlare di società dell ’ informazione e società della comunicazione, in riferimento all’elevato numero di messaggi di cui siamo i (potenziali) destinatari ogni giorno. Per capire meglio queste espressioni, proviamo a paragonare due immagini (cfr. slide seguente) per analizzare come sia mutata la società in mezzo secolo. Quanti e quali messaggi ricevono i due agricoltori della prima foto? Quanti e quali la giovane donna della seconda foto? Quali strumenti di comunicazione hanno a disposizione? Concedetevi qualche minuto per rispondere mentalmente a queste domande. Il concetto di informazione Il termine «informazione» viene utilizzato, al singolare o al plurale, con diversi significati: a seconda del contesto, può significare «dato», «evento», «notizia», «conoscenza». Una definizione efficace di informazione è quella fornita dall’antropologo e sociologo britannico Gregory Bateson (1904-1980): l ’ informazione è la percezione di una differenza. «Per produrre notizia di una differenza, cioè informazione, occorrono due entità (reali o immaginarie) tali che la differenza tra di esse possa essere immanente alla loro relazione reciproca» (G. Bateson, Mente e natura, p. 96). Qualche esempio (1) Il Prodotto interno lordo (PIL) e l’inflazione hanno senso in relazione a quelli dell’anno precedente: sono differenze rispetto a un dato preesistente. (2) La primavera araba ha suscitato un entusiasmo generalizzato in relazione ai regimi autoritari che hanno preceduto le rivolte: ha rappresentato una differenza rispetto alla situazione preesistente. (3) Un corso universitario ha senso per il fatto che è diverso da quelli che avete già seguito o che seguirete. La definizione di Bateson La definizione di Bateson ha due implicazioni. 1. Per diventare informazione, la differenza deve essere percepibile e percepita. In altri termini, non è solo uno stato mentale, ma un dato visibile nella realtà sociale. 2. L ’ informazione così concepita è qualcosa di neutro, oggettivo, quantitativamente misurabile. Questi assunti, e in particolar modo il secondo, sono problematici se prendiamo in considerazione il senso etimologico del termine «informazione». Origine etimologica Etimologicamente, in-formare significa «dare forma», e dunque plasmare, modificare lo stato iniziale di un oggetto o di una situazione. Da questo punto di vista, l'informazione è un'attività performativa e manipolatoria, che si basa su un’asimmetria informativa tra emittente (chi informa) e destinatario (chi riceve l'informazione), come nel caso del rapporto giornalista/lettore, docente/discente. L’informazione così concepita è qualcosa di non neutro. Consigli per lo studio: come vedete, abbiamo messo in luce un primo nodo critico: qualche slide fa abbiamo affermato che l’informazione è neutra, ora stiamo sottolineando il contrario. Abituavi a questo stile argomentativo, che evidenzia l’ambivalenza dei concetti e le loro contraddizioni. Il concetto di comunicazione Passiamo ora all’analisi del concetto di comunicazione. «Comunicazione» deriva dal latino communis, composto da cum (insieme) + munis (obbligazione, dono, debito). Contiene la radice sanscrita san (mettere in comune). Da un punto di vista etimologico, dunque, comunicare è un atto sociale: implica condivisione e reciprocità tra gli attori sociali. Definizioni di comunicazione Gli studi sulla comunicazione rappresentano un campo di analisi molto ampio. Sono state formulate diverse definizioni di comunicazione, tra cui: 1. La comunicazione è contatto (es. Ferrovia, strade, canali, mezzi che permettono di entrare in contatto). 2. La comunicazione è trasferimento di risorse e influenza: modello comportamentista S > R (ad uno stesso stimolo corrisponde una certa risposta, in funzione dell'intensità dello stimolo). 3. La comunicazione è condivisione (mettere in comune) perché richiede un accordo intersoggettivo. Esempi di condivisione: la torre di Babele (la traduzione tra lingue implica un accordo intersoggettivo); la segnaletica stradale (ci sono delle regole formali come il codice della strada, ma gli utenti della strada devono trovare un accordo sul loro effettivo uso). Definizioni di comunicazione 4. La comunicazione è scambio (cooperativo e/o competitivo) tra due o più soggetti che possiedono informazioni da scambiarsi e hanno interesse e disponibilità a entrare in una relazione di scambio. Esempi: lo scambio di valori sociali nei rituali (il matrimonio), lo scambio di dati nel marketing (fidelity card). 5. La comunicazione è relazione sociale perché mette a confronto attori sociali diversi, con esiti non sempre positivi per i soggetti coinvolti nell’atto comunicativo. 6. La comunicazione è interpretazione: ogni messaggio contiene l'intenzione comunicativa della fonte, ma necessita di una decodifica/interpretazione da parte del destinatario (esempio: il semaforo giallo). http://www.inognidove.it/ In sintesi, l’esempio del mercato può chiarire le differenze tra informazione e comunicazione. L’immagine di sinistra ci mostra i prodotti di un mercato accompagnati dall’indicazione del prezzo: questa è informazione. Noi percepiamo il contenuto informativo dei prodotti in virtù della differenza con gli altri prodotti, e il valore della merce in virtù della differenza con il prezzo degli altri beni. L’immagine di destra mostra l’interazione tra commerciante e cliente: in questo caso vediamo la dimensione dello scambio e della relazione e, dunque, la comunicazione. Informazione comunicazione Poiché le interpretazioni individuali sono soggettive, la L’informazione può essere misurata oggettivamente percezione del messaggio non sarà uguale nel mandante e nel ricevitore Il valore dell’informazione è parzialmente determinato L’informazione può avere valore dal modo di comunicarlo Il potere dell’informazione è largamente influenzato dal L’informazione può conferire potere potere di limitare la comunicazione L’informazione può essere consumata senza che venga La comunicazione richiede consumo di energie e e distrutta (può essere registrata) prende posto in un contesto materiale L’informazione può essere trattata come una cosa, una L’informazione è comunicata tanto facilmente che singola unità, e può essere posseduta ognuno può trasmetterla senza contaminare l’originale L’informazione può essere venduta come una merce (per vendere spazi pubblicitari, il giornale deve richiamare Per comprare l’informazione, il prezzo e il suo potenziale l’attenzione dei pubblicitari attraverso una tiratura valore devono essere comunicati al consumatore elevata) L’informazione può essere confezionata separatamente, Il costo della distribuzione dell’informazione dipende centellinata, e venduta a prezzi diversi soprattutto dal costo della comunicazione Le leggi e altri vincoli all’accesso possono limitare la La limitazione dell’accesso richiede l’impedimento della distribuzione dell’informazione nel mercato e oltre il comunicazione mercato Chi controlla l’informazione può negarla a chi non la L’informazione può essere controllata solo quando la possiede comunicazione è controllata In conclusione Informazione e comunicazione sono spesso distinguibili, ma non sempre. L’informazione viene intesa come un processo: purificato da ogni interferenza; stabile; in rapporto con la realtà. La comunicazione viene intesa come un’interpretazione della realtà, una sua immagine trasfigurata. Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Lezione 2/S1 (Sessione di studio 2) L’informazione giornalistica Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# L’informazione giornalistica Uno degli ambiti in cui viene utilizzata più frequentemente la parola «informazione» è il campo giornalistico. Con «informazione giornalistica» si intende, genericamente, la produzione di notizie ad opera della stampa (tradizionale e digitale). Esistono due definizioni più precise di informazione giornalistica: una definizione statica (i.g. come elemento-base del prodotto-notizia) e una dinamica (i.g. come obiettivo finale del processo giornalistico). Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# L’informazione giornalistica In questa sessione vi propongo due letture relative all’informazione giornalistica. La prima (http://www.lacomunicazione.it/voce/informazione-giornalistica/) tenta di definire questo concetto e ne discute alcune caratteristiche. La seconda (https://public.wsu.edu/~taflinge/mythobj.html) è invece una riflessione critica sulla (presunta) oggettività dell’informazione giornalistica. Nelle sessioni successive (S2 e S3) troverete una serie di domande cui rispondere. La vostra riflessione costituirà il primo esercizio da inserire nel vostro portfolio. Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Lezione 2/S2 (Sessione di studio 2) Esercitazione: l’informazione giornalistica (DI) Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Comprensione critica del testo In questa sessione troverete la prima esercitazione del portfolio. Le risposte alle domande poste in questa sessione devono essere salvate dallo studente nel proprio portfolio con l’indicazione portfolio#1 (max 2 pagine). Vi ricordo che il portfolio è un file di testo in cui dovrete salvare le esercitazioni proposte durante il corso, inviandolo al docente almeno una settimana prima dell’esame. Il portale d’Ateneo vi consente di effettuare l’upload delle vostre esercitazioni al termine di ogni sessione di didattica interattiva. Tale pratica è utile qualora desideriate un feedback immediato del docente. Ai fini della valutazione complessiva, tuttavia, vi invito a riunire tutte le 15 esercitazioni del portfolio e inviarle al termine del corso in un unico file. Un template è disponibile nell’area SUPPORTI DIDATTICI. Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Comprensione critica del testo Leggete i testi proposti nella sessione di studio precedente pensando al panorama dei quotidiani italiani. 1. Fornite un esempio recente di articolo in cui sia chiaramente riconoscibile il punto di vista del giornalista, e un esempio di articolo in cui non emerga il punto di vista del giornalista. Discutete le differenze tra i due esempi. 2. Scegliete due quotidiani di area politico-culturale diversa e identificate il loro editore. Pensate che gli interessi dell’editore influenzino la linea editoriale dei giornali considerati? E come? Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: Sociologia della Comunicazione e dell’Informazione Lezione n°: 2 Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Comprensione critica del testo 3. Descrivete in che modo, nei due quotidiani scelti, l’informazione si trasforma in merce (ad es. attraverso la pubblicazione di articoli scandalistici, la trattazione di temi caldi, il «tono di voce» degli articoli, i contenuti grafici e iconografici). Inoltre: i quotidiani propongono anche inserti, allegati, gadget (cd, dvd, libri)? Per quale ragione, secondo voi? 4. Concordate con il punto di vista espresso dall’articolo di Taflinger? Citate degli esempi di informazione oggettiva e di informazione non oggettiva, secondo il vostro parere. Considerate non solo i quotidiani italiani, ma anche l’informazione televisiva. Lo svolgimento dell’attività richiede un tempo stimato di 30 minuti. Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: #insegnamento# Lezione n°: #lezione# Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Lezione 2/S3 (Sessione di studio 3) Esercitazione: domande di ripasso Corso di Laurea: #corso# Insegnamento: #insegnamento# Lezione n°: #lezione# Titolo: #titolo# Attività n°: #attività# Domande di ripasso - È sempre possibile distinguere tra comunicazione e informazione? Perché? - Informazione come percezione di una differenza: che cosa significa? Chi ne parla? - Che cos’è la Stele di Rosetta? - L’informazione giornalistica è oggettiva? Perché?

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